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giovedì 29 giugno 2017

Nessuno era Charlie



Questo stramaledetto secolo di merda ci offre l'ennesimo sguardo in fondo ad un abisso di cui non si riesce a scorgere il fondo. Domani la società del Grande Fratellastro Crono ucciderà un bambino la cui vita è stata dichiarata indegna di essere vissuta, come il povero uccellino deforme che servì a Hitler per inauguare la stagione della Gnadentod, della "morte pietosa" per migliaia di suoi connazionali. Primo atto autocannibalistico del grande genocidio a venire.

Charlie Gard è un piccolo inglese nato con una malattia su base genetica che gli si è manifestata a pochi mesi dalla nascita, che è considerata incurabile e che ne ha fatto rapidamente peggiorare le condizioni di salute. Il suo destino sembrava segnato ma i genitori avevano espresso il desiderio di tentare l'impossibile per curarlo. Invece, la cosa pare incredibile ma è vera (se tutta questa storia non è una gigantesca fake news, il che sarebbe quasi da augurarsi) i medici del "primo non nuocere" divenuto oramai giuramento di Ipocrita, hanno deciso che a Charlie deve essere staccata la spina perché "non vi sono cure disponibili per la sua condizione". Per le malattie rare, come quella diagnosticata a Charlie, che affliggono un numero inconsistente di clienti, BigPharma non ritiene opportuno investire nella ricerca di nuovi farmaci. Mica si tratta di statine o vaccini da somministrare a pioggia e possibilmente a forza su intere popolazioni dichiarate malate per decreto da governi di servi compiacenti.
La Corte di Strasburgo, ovvero i soliti parrucconi con il delirio di onnipotenza a sublimare l'impotentia coeundi, richiesta di un parere sulla questione ha confermato la sentenza e, nonostante lo strazio dei genitori che vi si stanno opponendo con tutte le loro forze, ed ai quali viene negato perfino, pare, di poter portare il bimbo a casa per farlo morire secondo natura e in pace, domani Charlie morirà.

Eppure questa è la stessa società dei "Save the Children", pronta a farsi venire le convulsioni davanti agli Aylan spiaggiati, alle "AnneFrank" siriane e agli altri piccoli messi in posa per la foto lacrimogena e falsa come Giuda da spedire a tutte le redazioni per montare l'ultima pedopropaganda pro domo deep state. La società pronta a farti sentire in colpa, ad obbligarti ad essere genitore putativo e a sentirti responsabile di ogni eiaculazione giunta a buon fine nel terzo mondo ma che in realtà ama i bambini come  li amano i pedofili. E che ti ha inculcato per decenni la voglia di non riprodurti perché era una cosa fica e progressista.

Il pampero non ha detto beo su Charlie quando il vecchio Woityla un paio di madonne cattive, condite da un "guai!" da far tremare il colonnato di San Pietro, allora le avrebbe tirate giù di certo. Nessuno pare "essere Charlie" a parte i soliti bigotti e nonostante perfino i radicali aspirafeti abbiano avuto un piccolo movimento sussultorio alla notizia della baby eutanasia coatta che tante cose brutte del passato ricorda.
Charlie deve morire ed è una cosa ineluttabile, come le migrazioni che dureranno vent'anni, come l'austerità assassina, come la moneta stercoraria dell'eurodemonio.

Sapete cosa temo? Che Charlie sia un pretesto, un monito e un esempio. Il primo vietcong a cui hai sparato, dopo il quale hai tranquillamente potuto sterminare interi villaggi con il napalm. Che sia, come negli anni del nazismo, un la che inizia la marcia funebre.
Perché con un piccolo Mohammed o un migrantuccio la cui vita conta non avrebbero il coraggio di farlo, con lui si.

Non sarà che nessuno è Charlie perché Charlie è bianco? Perché la sua è una famiglia bianca e babbo-mamma di quelle che usavano una volta? Alle quali diventerà legge togliere i figli se non li offriranno in sacrificio per Loro? Perché lui è solo un povero piccolo sotto-Isacco per il quale non vale la pena di scrivere un capitolo delle scritture? 
Che viaggi mi faccio? Giorni fa è stato pubblicato questo articolo su un sito femminista. Non è Lercio, anche perché gli altri post che vi si possono leggere sono altrettanto deliranti, soprattutto quelli sul fottuto gender. Ve lo traduco perché merita. Lo ha scritto una inutile e dannosa stronzetta che, se avesse scritto la stessa roba mettendo ebreo al posto di bianco si chiamerebbbe Eichmann e starebbe in galera.
Il titolo dell'oscenità partorita per via cerebroanale da questa scellerata è:


"Al di là del diritto di scelta. La soluzione alla supremazia bianca è l'aborto bianco."

In una società progressista sono spesso le famiglie bianche ad ostacolare l'uguaglianza e la giustizia. La sistematica supremazia bianca dipende, in primo luogo e per massima parte, dall'unità della famiglia bianca. Quando i conquistatori bianchi penetrarono a forza le nazioni ugualitarie delle popolazioni native d'America, vi replicarono subito le loro società bianche, iniziando a parassitarle fondandovi piantagioni bianche possedute da padri bianchi, devote e sottomesse madri bianche e, purtroppo, bambini bianchi, ai quali era concesso il dominio totale sulle popolazioni di colore oppresse e schiavizzate di questi micro-feudi.

Nessuna meraviglia, dunque, che la fascinazione americana per la famiglia bianca abbia seguito di pari passo la proliferazione storica della supremazia bianca. Dopo la ribellione di Bacon, i micro-feudatari ritennero necessario espandere la definizione di famiglia bianca per circoscrivere l'intera società bianca, al fine di costringere la classe operaia nella lotta di classe su base razziale. I bianchi nascono con il senso di identità comune bianca e questa identità li condiziona a replicare il modello di famiglia bianca, perpetuando così il ciclo della supremazia bianca in America. Ecco perché il modello di famiglia bianca deve essere distrutto.

Nel 1973 la Corte Suprema, composta interamente da uomini, otto dei quali bianchi, stabilirono che l'interruzione di gravidanza era ammessa dalla Costituzione fino al terzo trimestre. Per decenni, i prograssisti hanno considerato questa decisione una vittoria nella causa dei diritti delle donne. Tuttavia è giunto il momento di mettere in discussione questa nozione.

In primo luogo, il punto critico è comprendere che definire l'aborto costituzionale rafforza la supremazia bianca. La Costituzione fu scritta e firmata da uomini bianchi per uomini bianchi. La schiavità era costituzionale. La cosidetta due process del giudizio (procedura a norma di legge) grazie alla quale giurie bianche condonano l'omicidio di neri innocenti, è considerato un procedimento costituzionale. La costituzionalità non rende qualcosa necessariamente progressista o intimamente valida. In effetti, la costituzionalità è spesso sinonimo di "a beneficio esclusivo della razza bianca".

In secondo luogo, il concetto di "scelta" riguardo all'aborto è intrinsecamente bianco suprematista. Le donne di colore non hanno spesso lo stesso privilegio delle donne bianche di poter scegliere di abortire. Per ragioni sociali, religiose, economiche ed etiche, le donne di colore possono trovare ostacoli sul percorso dell'autonomia del proprio corpo che le bianche non sarebbero mai costrette ad affrontare grazie al privilegio di essere nate in una società suprematista bianca che continuamente si prende cura dei loro bisogni. Nelle attuali circostanze, le donne di colore non hanno la possibilità di scelta riguardo ai loro corpi. E' tempo di smetterla di considerarle alla pari delle donne bianche, quando è provato che i sistemi di supremazia bianca non agiscono in maniera imparziale con tutte le donne. Visto che la supremazia bianca impedisce alle donne di colore di esercitare la libertà di scelta, dobbiamo livellare il campo di gioco in altri modi.

Bianche: è tempo che facciate la vostra parte! I vostri bambini bianchi rafforzano la società bianca suprematista che vi beneficia. Se ritenete di essere progressiste e nonostante ciò desiderate per vostra scelta di mettere al mondo bambini bianchi, allora siete delle ipocrite. Le bianche dovrebbero essere incoraggiate ad abortire i loro bambini bianchi e utilizzare il tempo e le risorse liberate per assistere le donne di colore che non hanno altra scelta se non quella dicrescere i loro figli. Le donne di colore hanno bisogno di risorse finanziarie e umanitarie. Se questa società bianca suprematista continua ad imprigionare padri neri, le donne di colore sono costrette a restare da sole a crescere la prossima generazione di americani.

Bianche: invece di dedicare tempo ed energia a bambini bianchi che ostacoleranno la lotta delle donne di colore, perché non chiedete alle donne di colore in quale modo potete assisterle nell'autoliberazione? Perché non adottate bambini di colore che hanno perso i loro genitori a causa della società bianca suprematista che avete incoraggiato e sostenuito?

Naturalmente, la scelta migliore sarebbe di agire preventivamente assicurandosi che i bambini bianchi non rischino di essere messi al mondo. Ma in circostanze nelle quali vi fosse una scelta tra generare o terminare, sarebbe meglio approfittare del vostro diritto di scelta e abortire in favore dell'assistenza alle donne di colore.

E' tempo di superare il concetto di scelta ed iniziare a focalizzarci sui bisogni delle donne di colore. E' tempo per le donne bianche di smetterla di tenere conto solo del loro benessere e delle loro ambizioni quando scelgono di avere figli. Siamo entrati nell'era del "pro futuro" nel quale la supremazia bianca è spezzata e i bambini di ogni colore sono liberi di vivere in una società aperta ed accogliente. Essere pro-futuro è il prossimo passo verso la liberazione della donna. Fate la vostra parte, donne bianche: terminate la supremazia bianca.

Che ci azzecchi il povero Gesù Cristo con una khmera rossa di tal fatta è un X File. Ah, ha usato 47 volte la parola bianco. Io la chiamo ossessione. Gli uomini bianchi che lei non desidera contattare devono avere avuto una particella in causa. Vedete a spezzare il cuore a queste piccole iene progressiste cosa si rischia? Se invece siete un sottosviluppato purché non bianco che le gonfia come zampogne allora diventate l'amore della vita loro.
Anche se si affrettano a dichiarare che il sito è un fake, che è satira (ma che c'è da ridere?) io non sottovaluterei questa infame prosa razzista, né la tratterei come un'eccezione perché in America oramai questa musica è la prassi e presto lo sarà anche da noi. Con il genocidio bianco ci si titillano oramai apertamente non solo le femministe con il berretto a sorca, ma professori universitari ed intellettualoidi di varia estrazione, compresi studentelli da fuoricorso congenito ma del colore giusto, invitati dai loro cattivi maestri a vomitare ex catedra oscenità contro i bianchi che hanno lottato per farli studiare, naturalmente nell'accondiscendenza e nel clima da rutto libero a loro concesso dal satanicamente corretto. Il femminismo intersezionale, che la Nicole professa, è una realtà controculturale, e afferma le stesse esatte cose dette in questo articolo.
La discriminazione e il clima da "i bianchi non sono esseri umani" c'è e non è satira. Noi non possiamo dire negro ma loro possono teorizzare l'aborto selettivo su base razziale. Continuate a dare il potere a questi candidati manciuriani sociopatici pescati nel manuale delle perversioni di Krafft-Ebing e vedrete.
Vi lascio anche la schermata con la versione originale, nel caso dubitiate, oltre che dei vostri occhi, anche della mia traduzione e ora vado ad ubriacarmi perché la storia di Charlie, poro bimbo nostro, cucciolo che non suscita pietà ed oltraggio, inferiore perfino ai cani bloccati alle frontiere e salvati a furor di popolo, mi fa troppo male. Che Dio li maledica per dieci eternità consecutive.

L'originale della stronza: