domenica 28 marzo 2010

Fai voto sicuro

Sicuramente, come ha stabilito la magistratura nell'inchiesta sui presunti brogli del 2006, non è possibile manipolare i dati elettorali italiani e il libro di Agente Italiano, il dvd di Deaglio ed altri pettegolezzi, come quello di un Beppe Pisanu che all'ultimo momento si tira indietro per non partecipare al broglio, erano frutto di fumate di roba tagliata male.
Sicuramente, se la sinistra allora non insorse, a parte un unico flebile belato di qualcuno che disse "ci stanno scippando le elezioni", vuol dire che il broglio non ci fu e non ci potrebbe essere in altre occasioni di voto. Quindi stiamo tranquilli.


Ad ogni modo, giusto perchè "a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca", usiamo, per il voto sicuro, qualche precauzione.
Prima di tutto votiamo perchè votare è un diritto ma anche un dovere, votiamo quello che ci pare ma votiamo.
Se proprio non troviamo nessuno di nostro gusto annulliamo con un bel pensiero poetico ma non mandiamo in bianco la scheda. E' come per gli assegni, è comunque rischioso. Magari un giorno, in un lontanissimo fantascientifico futuro, qualcuno potrebbe trovare finalmente il modo per scarabocchiarle a suo favore.

Andreotti - che mi manca ogni giorno di più, chi l'avrebbe mai detto - è qui perchè è sua la famosa citazione di cui sopra e per scaramanzia.

5 commenti:

  1. Altro che Andreotti. Pensa che comincio a rimpiangere alleanza nazionale...! :-)

    [che bon. poi probabilm non li avrei votati lo stesso...]

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  2. Può cambiare un paese fatto così? Per poter nutrire qualche speranza, sarebbe indispensabile che i leader politici cambiassero spartito e iniziassero a suonare una musica diversa. Ma non riesco neppure a immaginare che ne siano capaci. Il primo buon esempio dovrebbe darlo il capo partito più forte, Silvio Berlusconi. In questa campagna elettorale ha di certo invaso tutti i media, però non so quanto gli sia giovato. Troppo collerico, iroso, ringhiante, indemoniato, con l’urlo di rabbia continuo. Insomma tutto il contrario della calma forza tranquilla che dovrebbe esprimere un leader liberale, come il Cavaliere dichiara di essere.

    Di Berlusconi mi ha colpito un dettaglio per niente irrilevante: la sua ossessione per la forma fisica, che poi nasconde il terrore di morire. Ha iniziato la campagna spiegando che si sentiva tanto forte da poter sfidare a braccio di ferro il mitico Carnera e batterlo. E dopo aver rivelato che si ritirerà tra cinquant’anni, ha concluso una delle ultime interviste, quella a Ugo Magri della “Stampa”, dicendo: «Stanco io? No, sono in piena forma. Mi sfidi sui cento metri e se ne accorgerà».

    Qualcuno dei suoi dovrebbe ricordare al Cavaliere che una buona salute è certo augurabile a un premier. Ma da sola non basta. Il grande Roosevelt guidò gli Stati Uniti alla vittoria in guerra da una sedia a rotelle. In più, sempre i suoi generali avrebbero potuto suggerirgli di non chiedere il voto insultando i nemici. Non è il sistema più adatto per vincere le elezioni: i nemici gongolano e si moltiplicano. Questo iracondo Cavaliere darà il buon esempio? Ne dubito molto.

    L’altro che dovrebbe dare il buon esempio è il leader del Partito democratico, Pierluigi Bersani. In questa campagna lui ha mostrato il difetto opposto al Cavaliere. Mi è sembrato spento, grigio, esausto, incapace di offrire una scossa al proprio elettorato. E soprattutto ha trasmesso la sensazione di aver abdicato a favore di poteri esterni, ben più forti di lui. Penso a Tonino Di Pietro, a un giornale-partito del peso di “Repubblica”, a una star della tivù come Michele Santoro e il suo “Annozero”.

    Per rimanere nel campo dove è cresciuto Bersani, ve lo immaginate un Togliatti, un Longo, un Berlinguer cedere spazio e potere a un direttore di giornale, a un televisionista, a un magistrato che si è messo in politica? Il segretario del Pd ha lasciato la guida della campagna elettorale a gruppi di pressione estranei al partito. Dopo il voto gli presenteranno il conto. Se il centro-sinistra vincerà, si prenderanno il merito. Se perderà, la colpa sarà del debole Bersani. Accusato di non aver aggredito come doveva il Caimano. Lo stanno già dicendo.

    Ho descritto anomalie micidiali per qualunque democrazia. I due partiti maggiori dovrebbero rimettere le cose a posto. E chiudere l’epoca infernale delle urla e dell’odio. Da lunedì dobbiamo finirla di odiarci. È questo l’imperativo esistenziale per tutti. Quanto può durare un paese obbligato a restare di continuo sull’orlo di un abisso? L’abisso è la guerra civile, oggi a parole, domani con altri mezzi.
    L’Italia ha bisogno di concordia, tranquillità, riforme condivise, solidarietà fra i diversi e di un rapporto corretto tra maggioranza e opposizione. Riuscirà ad ottenerli? Se volete una risposta schietta, eccola: temo proprio di no.

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  3. Cara amica Lameduck,

    Ti riporto un commento che mi sembra in tema.

    Ciao Davide

    Da lunedì smetteremo di odiarci?
    di Giampaolo Pansa

    Non parlo degli altri. Parlo soltanto di me. Ho seguito molte campagne elettorali della Prima e della Seconda Repubblica. Ma non ne ho mai vista una tanto perversa e, insieme, grottesca come quella che si è conclusa ieri. Per questo mi dichiaro stufo, nauseato, schifato della lotta politica italiana. Dalle facce dei suoi leader. Dalle loro sparate su giornali e tivù. Dalla banalità velenosa che schizzava da ogni comizio o intervista. Dalla loro voglia di distruggersi. E infine dall’odio che seminavano in un paese già troppo nemico di se stesso.

    La memoria mi suggerisce una sola pronuncia corretta e sensata. L’ha fatta non so dove il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini.

    Attenzione, non sto suggerendo ai lettori del “Riformista” di votare per lui. Né tanto meno lo farò io. Dal momento che, come ho già detto in uno dei Bestiari, non andrò al seggio. Schierandomi con il partito più numeroso: quello dell’astensione.

    Ma qualche giorno fa, ho letto sul Televideo della Rai una dichiarazione di Casini che mi ha trovato d’accordo. Nella sostanza diceva: attenzione, l’Italia è ormai un paese dove tutti sono contro tutti.

    Gli italiani contro gli extracomunitari. I laici contro i cattolici. Gli antagonisti contro i moderati. Gli eterosessuali contro gli omosessuali. I governativi contro gli oppositori del governo. I fanatici del rosso contro quelli dell’azzurro.

    Insomma, aggiungo io, abbiamo adottato lo schema del peggior tifo calcistico: un blocco di ultrà contro l’altro. Per il momento a parole, ma in futuro con armi assai più pesanti.

    Casini ha ragione. E come lui hanno ragione tutti gli analisti che affermano: la prima riforma da attuare dopo le elezioni è la riconciliazione nazionale. Lo penso anch’io, sia pure con molto scetticismo. Sono scettico perché conosco l’Italia e non soltanto, come ha sentenziato un lettore del “Riformista”, perché leggo molti giornali e guardo i telegiornali di Sky.

    La conosco perché ci vivo da settant’anni e ne ho studiato la storia, quella vecchia e quella nuova. Siamo sempre stati un paese di fazioni, di scontri fra una città e l’altra, di bande rivali, di guerre civili combattute con il gusto sadico di straziare l’avversario.

    continua

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  4. Adetrax00:21

    ... continua.

    Cioè non è accettabile che se anche solo l'1%, di quello che il governo fa, può essere condiviso, poi bisogna per forza trangugiare anche il restante nauseabondo 99% !

    No, queste logiche di "sangue e merda" se le devono tenere i soci dei club privati dei potenti: sono loro che le creano e loro le devono trangugiare.

    In quanto al voto, ormai i giochi sono fatti e l'articolo di Pansa non serve più, il pericolo è stato sventato; La Russa ha già spiegato cosa ottengono gli "odiatori".

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  5. Adetrax00:21

    E soprattutto ha trasmesso la sensazione di aver abdicato a favore di poteri esterni, ben più forti di lui ...

    Concordo sulla diagnosi ma non sugli attori indicati (Di Pietro, Repubblica, Santoro, ecc.).

    E chiarissimo chi può aver dato la direttiva di non disturbare il manovratore perchè tanto deve governare lui per almeno altri tre anni; probabilmente è lo stesso che ha avuto l'idea di evitare i pollai.

    E poi è chiarissimo che Bersani sapeva fin da subito che doveva acquattarsi e non far rumore (perchè era meglio anche per lui); qualche mese dopo la sua elezione qualcuno gli aveva chiesto come mai non faceva qualcosa di più eclatante e lui rispose recalcitrante "ma si (se proprio dobbiamo) qualcosa faremo (fingeremo di fare) ...

    In effetti il PD qualcosa ha fatto (silenzio assenso su scudo fiscale, privatizzazione totale dell'acqua pubblica, ecc.).

    Ora questo Pansa parla di "concordia necessaria" quando dal PD non si è alzato un et che fosse uno; di che cosa ci si preoccupa, del 7-8% di Di Pietro o del 2-3% delle liste Grillo ?

    Secondo Pansa non dovrebbero esserci ?

    Si cruccia perchè invece di amare il Grande Fratello, lo odiano ?

    Ma quando mai, qui non si tratta di odio, ma di pacate e fondatissime critiche.

    Ciò nonostante non vanno bene lo stesso, in breve siamo alla fase in cui il "conquistatore della democrazia" dice che così non vale, che se il resto della "dona" resta così passiva non è divertente e tanto meno eccitante.

    E invece no, forse è meglio così perchè si è evidenziata tutta la pantomima che destra e sinistra stanno portando avanti da decenni ed è questo il pericolo che Pansa vuole allontanare con il suo avvertimento, ovvero che il grande pubblico si rompa definitivamente le scatole e mandi tutti a quel paese.

    Apra bene le orecchie: siamo già a quel punto, è solo che il grande pubblico è sadico e vuol vedersi tutte le 3000 puntate della telenovela pur di assistere a piacevoli scenette finali di violenza e sangue.

    Riguardo agli eccessivi contrasti, se Berlusconi vuole pace, amore e concordia deve:

    - fondare una religione (ma a quanto pare l'ha già fatto);

    - proclamarsi vicario di Dio in terra, ovvero vice-vicario per la regione d'Italia perchè il Vaticano è già rappresentato;

    - imporre per legge l'adesione alla sua religione.

    Oppure togliersi dal panorama politico per incompatibilità congenita.

    Vuole una Pax Augustea ?

    L'erba voglio non cresce neanche nel giardino del re, per coltivarne un po' bisogna essere come minimo imperatori !

    Battute a parte, questa pace se la dovrebbe guadagnare, ma questo è impossibile eseguendo ciecamente le direttive stabilite da altri e avendo certi scheletri negli armadi.

    L’Italia ha bisogno di concordia, tranquillità ...

    dicono che la camomilla aiuti ...

    ... riforme condivise ...

    Quali riforme ?

    Quelle della magistratura, della modifica ad personam della Costituzione, della repubblica presidenziale, del nucleare senza referendum, dei termovalorizzatori a tappeto, ecc. ?

    Insomma qualcuno abbia il coraggio di dire perchè tutto questo sarebbe assolutamente indispensabile !

    Se non lo fanno in maniera diretta è perchè hanno paura del contraddittorio e di svelare che hanno "torto marcio".

    Perchè è ovvio che tutto questo andrebbe solo a svantaggio del 99% degli abitanti d'Italia.

    In conclusione attenzione, perchè questo Pansa si sta muovendo su un terreno minato e per di più anche molto scivoloso pretendendo di superarlo con degli artifici logici che non reggono; ha tutta la mia comprensione per quello che deve scrivere alla sua età ma, insomma, si faccia anche lui un esame di coscienza: non se ne può più e non per mancanza di concordia !

    continua

    RispondiElimina

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