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martedì 30 ottobre 2018

O Fortuna (Desirée)

La sorte immane
e vuota,
tu ruota che giri,
funesto stato,
futile benessere
sempre dissolubile,
oscura
e velata
e su di me chi più si appoggerà;
ora che per un gioco
il dorso nudo
porto per la tua cattiveria?


Non avrei mai voluto scrivere di un'altra adolescente ridotta volutamente all'impotenza per ore da droghe e farmaci solo per poterne disporre come oggetto sessuale inerte ed incapace di reagire, alla stregua di una bambola gonfiabile, fino alla morte, tanto la vita di una "ragazzina bianca venuta per la droga" non vale uno zero. L'aggravante razziale della "bianca da stuprare", già notata nel caso Pamela, che nessun giudice con il cuore troppo vicino a un certo orifizio avrà mai il coraggio di applicare alla sentenza contro gli aguzzini di queste povere bambine. Perché, nel mondo fluido, governato dall'indeterminazione e dall'interpretazione a proprio piacimento delle leggi cosmiche, l'unico fenomeno perfettamente monodirezionale e meccanicistico è il razzismo, inteso come razzismo dei bianchi verso i neri. La connotazione razzista opposta proprio non viene notata, non fa scattare i magnetotermici mentali dei sacerdoti del progressismo maligno.

Parlando di Desirée avrei al massimo espresso la mia indignazione per il fatto che queste nostre figlie possono ormai letteralmente sparire per giorni in qualunque luogo noto di spaccio del nostro territorio come se la cosa fosse accettabile. Luoghi ove ormai conta, come in altri settori di mercato, non più la fidelizzazione del cliente ma la sua cattura, sfruttamento e poi abbandono al proprio destino, tanto ne troveremo altri ed altri ancora. Ani mundi dove la droga sembra l'esca grazie alla quale attirare i più deboli da far cadere in una trappola mortale e dove soprattutto le ragazze possono venire stuprate, torturate, fatte a pezzi e persino forse mangiate da una nuova specie di spacciatore spietato e tribale, per riemergerne solo quando non si può proprio più nascondere il fattaccio accaduto e i giornali sono costretti a raccontarne, come in questo caso e in quello di Pamela, la cronaca.
Desirée scomparve mercoledì 17 ottobre, morì nella notte tra venerdì e sabato ma la notizia del suo scempio è giunta sui giornali solo martedì 23 ottobre. Cosa aspettavano quelli sempre sul pezzo (non dico di che cosa) a parlare di un efferato delitto compiuto nel centro di Roma? Aspettavano che non fossero stati loro, a quanto pare; i protetti dalla Carta di Roma, il Crimen Sollicitationis dell'ortodossia globalista.

Non avrei voluto parlarne ma mi sono resa conto che Desirée è l'ennesima figlia oltraggiata da sacrificare sull'altare dell'ideologia quadrata che pretende di sostituire le leggi che governano un mondo sferico. La sua è una morte che ha implicazioni che devono essere negate per pregiudizio ideologico dai nuovi negazionisti con licenza di negare. Sopra tutte il fatto che questi uomini clandestini, stranieri, che non dovrebbero essere qui, si permettono di considerarsi un esercito regolare invasore con il diritto di preda sulle donne del nemico. Ogni mancata reazione dello Stato di fronte a questi delitti, nel senso di far capire agli aggressori che, se tocchi una donna o un bambino dei nostri, per te si spalancheranno le porte dell'Inferno e il giorno più brutto della tua vita sarà stato quello in cui decidesti di venire in Europa, equivale ad una tacita conferma del diritto di preda. 
Per non parlare della tutela che donne e bambini migranti dovrebbero ricevere nei centri di cosiddetta accoglienza dove invece troppo spesso vengono abusati dalle medesime canaglie. Perché perfino quando la donna stuprata è anch'essa straniera, quelli dal cuore dislocato sono incomprensibilmente propensi ad avere un occhio di riguardo e perfino a lasciare a piede libero il suo torturatore, per una forma di sudditanza psicologica verso il criminale esotico che un giorno o l'altro dovrà essere seriamente studiata dagli specialisti. 

Mi sarei limitata a queste considerazioni ma è accaduto che, incapaci di tacere perché punte sul vivo, toccate negli affetti più cari, con il trigemino dell'accoglienza fallimentare che ha preso a pulsare dolorosamente, le iene hanno parlato, si sono autoconvocate in assemblea del collettivo sul luogo del delitto e, terminata la fila degli stupratori, si sono accalcate sul corpo della ragazzina, praticandole il test dell'appartenenza, per vedere se non fosse per caso loro dovere provare pena e solidarietà per questa ennesima vittima di guerra. Vistolo negativo, con grande sollievo si sono autoinvestiti del diritto di praticare l'autopsia morale sulla vittima, come fanno di solito con i morti non loro, completandone lo scempio.

Era una drogata. 

Dov'era la famiglia?

E allora Cucchi?

E allora l'odio razziale?

Era predestinata, sarebbe comunque finita così.

Colpa di Salvini che non li ha espulsi.



Non avrei voluto nemmeno scrivere di questo frullato di marasma pubblicato su Facebook di cui si sta parlando immeritatamente troppo, se non che qui siamo di fronte non già al negazionismo modello base di chi ha creato per anni in piena coscienza e capacità di intendere e volere il fenomeno che qualcun'altro (i suoi avversari politici) dovrebbe ora risolvere, secondo lui, in pochi mesi; e nemmeno al raglio d'ordinanza del vip o intellettualoide accreditato presso la Santa Sede Globalista, ma alla nota sindrome del partecipante al funerale che vuole rubare la scena al morto. Una sindrome molto spesso femminile, va detto.

Che cosa sostiene la gestora della Rete Antirazzista Iblea ripresa da Potere al Polipo? Il suo ragionamento, o presunto tale, è alquanto contorto e risulta aberrante per chiunque non sia accecato dalla follia che vuol costringere un gigante a vestire gli abiti di un nano ma, se glielo fai notare, ti rispondono che è una chiarissima provocazione e sei tu che non capisci, e chi non capisce è perché è fascista, naturalmente. 

Secondo Rosa, le "migliaia di donne abusate e vessate da uomini italiani" (l'Entità astratta collettiva che ad Esse piace tanto evocare) non otterrebbero la stessa considerazione che ha avuto Desirée (Soggetto invece reale in quanto vittima del delitto, corpo e sangue di martire) solo perché ella è stata stuprata e uccisa da migranti. 
Dato che il problema non sono gli stupratori stranieri, anche eventualmente vogliosi di stuprare una bianca in quanto tale (tanto un ampio caravanserraglio di difensori dei diritti umani di chi di dimostra invece disumano li proteggerà sempre negando il loro razzismo), ma i razzisti nostrani (che devono essere, immagino, i mariti delle migliaia di cui sopra), ecco che l'esposizione mediatica dovuta allo scandalo suscitato da questo orrore, scandalo nel senso di skàndalon, di qualcosa che ha impedito che si tacitasse la notizia del delitto come si sarebbe voluto), ha permesso a Desirée di potersi considerare fortunata. 
Si, ha detto proprio fortunata. Perché le femministe, a furia di combattere la società dello spettacolo e il corpodelledonnismo, hanno finito per identificarsi con l'aggressore, fino al paradosso demenziale di considerare una ragazza morta dopo essere stata ridotta a puro involucro per una vagina da riempire a forza, qualcuna che ruba indegnamente la scena alle loro amiche. Una squinzia fortunata e fortunella (e chissà perché non hanno detto anche privilegiata, in fondo come bianca ci stava), che ha rubato i loro miserandi quindici minuti di notorietà da corteo assieme ai loro cicisbei, tutti con i berretti frigi in rosa sorca in testa ad urlare contro l'uomo bianco, e che inoltre si permette di ricordarci che tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più bestie degli altri.

Cosa rende Rosa così convinta che un omicidio talmente brutale, se fosse stato commesso da italiani, non avrebbe causato altrettanta  indignazione ed orrore? Nulla, è una sua supposizione fallace viziata dal pregiudizio autorazzista, la cui licenza viene consegnata, assieme al kit del perfetto antifascista, ad ogni progressista che voglia far parte del meraviglioso mondo delle Amélie no border.
Cosa ha impedito piuttosto a Rosa di fare semplicemente ciò che tutte noi abbiamo fatto, femmine ma non femministe, perché il femminismo ormai è malattia mentale, leggendo il resoconto di ciò che ha subìto quella povera creatura, e cioè immedesimarci con terrore in quel corpo incapace di opporsi, in quel dolore bruciante di carne viva, in quell'angoscia, in quel ribrezzo, in quella nausea, in quel voglio morire pur volendo disperatamente vivere? Ha mai sognato di essere paralizzata e di non poter sfuggire ad una minaccia perché le gambe non riescono a muoversi? 
Quale freno inibitorio non permette a Rosa di solidarizzare e basta con quella bambina? Lo sa che il suo ottuso contorsionismo ideologico non riesce a nascondere l'eterna miseria donnesca dell'invidia automatica verso qualunque altro essere femminile che occupa lo spazio che dovrebbe essere tuo, perfino se è una delle più sfortunate figlie di questo tempo nel momento peggiore della sua vita?

Come ha scritto Alceste in un post su Desirée che è un lampo nucleare:

"Desirèe è stata lasciata morire nel fango dell’amoralità, sbandata, senza una direzione, senza nemmeno un punto fermo a cui poter aspirare, pur nel naufragio.
Equivocare il deserto come libertà, decantare l’inversione e la sovversione in nome di una rivoluzione da barzelletta: ecco l’utopia strumentale del potere."


Mi dispiace, ma l'unica "Fortuna" che mi sento di associare a Desirée è questo canto lugubre come colonna sonora di un incubo di impotenza.

O Fortuna,
velut Luna
statu variabilis,
semper crescis
aut decrescis;
vita detestabilis
nunc obdurat
et tunc curat
ludo mentis aciem,
egestatem
potestatem
dissolvit ut glaciem.

Sors immanis
et inanis
rota tu volubilis
status malus
vana salus
semper dissolubilis,
obumbrata
et velata
mihi quoque niteris;
nunc per ludum
dorsum nudum
fero tui sceleris.

Sors salutis
et virtutis
mihi nunc contraria
est affectus
et defectus
semper in angaria.
Hac in hora
sine mora
cordum pulsum tangite;
quod per sortem
sternit fortem
mecum omnes plangite!



11 commenti:

  1. Anonimo21:51

    I sinistronzi sono come le risorse boldriniane: sono il male assoluto.

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  2. Anonimo22:25

    Colpa di Salvini che non li ha espulsi.

    no, "merito" dei loro magistrati di m....
    ws

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  3. Cara Barbara, nel commento di Gad Lerner mi é saltata una cosa all'occhio: andare a cercare le responsabilità dell'accaduto ovunque (la famiglia, il disagio sociale, la droga...) tranne che negli autori dell'omicidio rivela un pregiudizio razziale: che in quanto africani, di colore o forse meno civilizzati non siano degni dello status di esseri umani responsabili. Non pari a noi, non assoggettabili alla legge, bestie, é logico: non si emette un giudizio morale se i lupi sbranano un agnello.

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  4. Bellissimo pezzo.
    Bello al di là del merito, della demolizione del quid sballato che il post della Pascale spurga.
    Era difficile commentarlo, senza avvitarsi aggrovigliandosi, per denunciarla, tra le spire di una parola ideologica che per darsi una parvenza di efficacia (ma sono i lustrini della correctness applicati al nulla) è costretta a dislocarsi tra punti di vista piazzati a specchio e ad arrancare sibilando ipotetiche sceme, maliziosa: e se noi, e se loro, e i neri, e invece i bianchi...
    I fatti sono diretti, invece, son roba grezza, puzzano di sangue e sperma.
    Quei maiali non dovevano essere qui, punto.
    Era facile dirlo, cioè niente di più difficile per chi è obnubilato dall'ideologia - e dall'abitudine a pensarsi intelligente.
    Ma Barbara dimostra che c'è di peggio, al fondo. È proprio il corpo-delle-donne, il problema. È quel corpo, materiale, a impedire a tante di sentire come dovrebbe sentire un essere umano, ancora prima di pensare.
    Deve trattarsi di una patologia che non so definire.

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    1. (È il corpo di quelle lì, ovviamente, che ne hanno fatto un totem generatore di sentenze. Credo siano ferme al pre-razionale: ideologia come essudato dell'isteria, o suppergiù, non so - il fatto è che si sente, che "sbagliano" col corpo, chiunque abbia orecchio le riconosce dal tono, le avverte a pelle).

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    2. @ Luca Pasello

      Premesso che posso essere sostanzialmente d'accordo sul "non dovevano essere qui" e senza nessun intento polemico, la domanda però sorge spontanea:

      secondo Lei perché sono qui?

      Chinacat

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  5. Leggere i deliri di queste femministe il cui razzismo anti-italiano emerge prepotente,ma anche i disgustosi commenti pronunciati da opinionisti di sinistra, invecchiati malissimo, come Mughini e Lerner, oltre a provocare inevitabili conati di vomito, induce a riflettere su cosa sia diventata questa informe entità che continuiamo a definire sinistra. Ormai incapace di dimostrare quel minimo sindacale di umanità che a volte si manifesta perfino fra i peggiori criminali, essa, dopo avere archiviato decenni di fallimenti politici e personali, ritrova ragioni di esistenza solo sulla trincea del più feroce autorazzismo. Nemici giurati dei cittadini italiani, questi personaggi cui è stato da sempre appaltato per intero il mondo dell’editoria e delle televisioni, esprime senza tregua ogni giorno le proprie pulsioni distruttive verso il proprio paese, dall’alto di una presunta superiorità intellettuale e culturale che esiste solo nel loro universo salottiero autoreferenziale e ormai intriso di sempre più evidenti connotati psicopatologici. Invocano la patrimoniale per distruggere i risparmi di quel ceto medio che disprezzano apertamente, e vogliono milioni di immigrati per realizzare quel ‘piano Kalergi’ che alcuni di loro (Bonino, Saviano) promuovono esplicitamente. La durissima battaglia per liberare il nostro paese da questo ignobile coacervo di nemici dichiarati degli italiani e della costituzione del ‘48 è solo all’inizio.

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  6. Anonimo15:21

    Cose che capitano da quando si è lasciato il monopolio della "cultura" alla sinistra. Purtroppo, per pochi intellettuali non organici veri, di quelli che ci mettono la faccia (Barbara è una di loro), ci sono un nugolo di persone autoreferenziali, che si credono intellettuali. Ce ne sono sia nei media di regime, che sul web :D Per fortuna sono facilmente riconoscibili: come quelli di sx, perlopiù sono mezze figure, velleitarie, solipsistiche, persone tronfie che pontificano dalla torre d' avorio, tanto capaci di criticare gli altri anche per minuzie (Bagnai li denomina
    "Ipercorrettivi"), quanto incapaci di vedere la sostanziale inutilità di ciò che scrivono, dei concetti che esprimono ed in definitiva di ciò che essi rappresentano e sono. Finire il cinquecentesimo libro ed annunciarlo urbi et orbi è il massimo del loro impegno sociale :D Incapaci di comunicare efficacemente col prossimo, pronti ad invocare il principio d' autorità (una sorta di "Lei non sa chi sono io" LOL), fanno sì che al popolo arrivi solo il ciarpame pseudointellettuale di sx, efficientemente ed efficacemente propalato a cascata tramite i megafoni dei media e dei giornalisti prezzolati. Messaggi che via, via hanno plasmato la sconfortante mentalità che pervade l' italiano medio. Sulla mancanza di una vera cultura di dx ho letto un post http://kelebeklerblog.com/2018/10/14/cultura-politica-economia/
    dove, tra l' altro, viene ricordato Costanzo Preve che spiegava che
    " il sistema [...] si fonda su tre pilastri :
    Una cultura di sinistra,
    Un' amministrazione di centro,
    Un' economia di destra. "
    IMHO aggiungo che oggi più che mai, serve una classe intellettuale indipendente che non sia a traino, succube, o peggio, al soldo delle ideologie, di partiti o movimenti, diversamente, ancora una volta,lascia l' impronta chi sa comunicare meglio, anche si trattasse di cose immonde. Purtroppo, se l' oltraggioso post di questa Pascale ha visibilità nel desolante panorama mediatico è anche per colpa dell' insipienza di questi sedicenti "intellettuali"... C_F

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  7. Grazie Barbara. Alla fine, sembra una sublimazione del piccolo borghese, a me certe cose non succedono perché sono perbene...

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  8. You can take the monkey out of the jungle, but you can't take the jungle out of the monkey; quando lo capirete, sarà sempre troppo tardi.

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