Pagine

lunedì 24 settembre 2007

La Sacra Famiglia Unita

Una leonessa nella savana con i suoi piccoli. Arriva un maschio dominante che, approfittando di una momentanea assenza della madre, ammazza senza tante storie i leoncini. La leonessa, privata dei piccoli, va subito in estro e si accoppia con il nuovo arrivato infanticida, con il quale potrà concepire dei piccoli ancora più forti ed adatti alla sopravvivenza.
Tra i topi è ancora peggio. Si introduce nella gabbia di una famigliola un maschio dominante, che immediatamente punta ai piccoli per poter poi avere campo libero con la femmina. Se il compagno della madre reagisce e lotta contro l’invasore la femmina lo aiuta a sconfiggerlo. Se il compagno batte in ritirata e si mostra codardo lei si allea con il nuovo arrivato ed attaccano assieme tutti gli altri. Il compagno muore, i piccoli subiscono l’infanticidio e la nuova coppia è formata. Le meraviglie della natura.
State tranquilli, Quark è finito. Ho fatto questo cappellotto iniziale per far capire che, per orrendo che sia, l'infanticidio è un fenomeno comunissimo in natura tra i nostri fratelli mammiferi.

Ogni volta che un bambino viene ucciso dai genitori nella specie uomo invece, soprattutto se la responsabile è molto probabilmente la madre, si cerca di negarne anche solo l'idea. "Come è possibile che una madre possa uccidere un figlio", ripetono i cronisti aggrottando le sopracciglia. Sarà stato sicuramente un estraneo, un pedofilo, un mostro, l’Uomo Nero delle favole, gli zingari.
L'ipotesi materna è la più ovvia, eppure non riusciamo ad accettarla nonostante il detto "ti ho fatto e ti disfo" che ci siamo sentiti ripetere mille volte da bambini.

Il caso di Maddie, la bambina inglese scomparsa in Algarve, assomiglia ogni giorno di più al caso di Cogne. Anche qui qualche ammissione di una madre esasperata dalla “vivacità” della figlia. Là era Samuele che piangeva troppo. Anche in questo caso, mobilitazione generale in favore dei genitori accusati, famosi avvocati scomodati, addirittura un miliardario che inaugura il filone della pubblicità necrofila offrendo una grossa somma ai sospetti.
La società borghese ogni volta fa quadrato contro l’idea dell’infanticidio genitoriale.
Come nel caso da manuale di criminologia di JonBenét Ramsey, una povera bambina che la madre agghindava come una mostriciattola in rossetto e tacchi alti e iscriveva ai concorsi per le piccole miss.

Un giorno JonBenét, sei anni, sparì e i suoi ne denunciarono il rapimento sventolando una lettera di riscatto che si rivelò poi falsa. Il corpo della bimba fu ritrovato pochi giorni dopo, strangolato, in cantina. Un caso oscuro che scandalizzò l'America, dove la madre fu accusata di aver soppresso la piccola solo perché aveva fatto la pipì a letto ma dove c’era anche l’ombra della pedofilia familiare.

Tutti questi casi rimangono generalmente insoluti, nonostante gli indizi e le somiglianze tra di loro conducano alla stessa ipotesi: infanticidio domestico.
Questa incapacità degli inquirenti di incastrare i colpevoli nasconde forse una volontà di rimozione. Uccidere un bambino se siamo benestanti e felici, perché mai? Può la società accettarlo? No, e allora si montano le campagne di stampa, le puntate di Porta a Porta, le partite tra innocentisti e colpevolisti dove gli innocentisti sono pronti a mettere la mano sul fuoco.

Tutto per paura che la Sacra Famiglia Unita venga ricondotta alla sua brutale origine naturale. Se ammazzano i piccoli i genitori topi lo fanno anche gli esseri umani che vivono nel Mulino Bianco ma non lo si deve dire.
Con la differenza che nel topo non c’è mai il futile motivo come movente. La donna può invece spaccare la testa al figlio perché non sopporta più il suo pianto o perché ha disturbato il suo sonno con la piscia a letto, o perché quella troietta è una rivale.
Si tratta spessissimo di famiglie borghesi, normali, perbene, tutto virgolettato. Questi delitti, che si vorrebbero lombrosianamente limitare alle realtà promiscue delle periferie degradate e delle favelas, dove per carità accadono ma senza che nessuno si meravigli che accadano, si compiono invece anche tra i morbidi piumoni di oca e nelle linde casette di montagna o del mare.

Eppure viviamo in un mondo dove l’infanticidio, soprattutto quello femminile, è tuttora pratica anticoncezionale ben più discutibile dell’aborto di un embrione.
La nostra civiltà occidentale che ha tra i suoi miti Medea, ha visto riconoscere solo di recente come valori l’amore ed il rispetto per i bambini. Veniamo da secoli di quella che la psicologa Alice Miller ha definito “pedagogia nera”, dove il bambino era una cosa della quale disporre a nostro piacimento.
Nel Seicento esistevano trattati modernissimi di veterinaria equina ma nessuno di pediatria. Ai bambini non ci si doveva affezionare perché potevano morire da un momento all’altro. I deformi, i deficienti e i poveri di spirito se morivano era meglio, se no si tenevano nascosti. Nella realtà contadina del nord Italia, si annotava sul libro del fattore: “morto Peppino”, “morto Luigino”, come puri dati statistici.
Il lutto per la morte dei figli risale appena al tardo Settecento quando inizia ad essere trattato in letteratura, in poesia e in musica. E’ solo nell’Ottocento e nel Novecento che si arriva a "l'albero a cui tendevi la pargoletta mano” di Carducci*, ai “Kindertotenlieder” di Gustav Mahler, ed al “Concerto in memoria di un angelo” di Alban Berg, solo per fare alcuni dei massimi esempi di lutto filiale sublimato in forma artistica.

La società che provoca l’alienazione benestante non tollera le deroghe bestiali al suo interno ma paradossalmente attribuisce alla donna un istinto materno che istinto, cioè dotazione di default, non è. Meglio sarebbe chiamarla pulsione materna per renderla più umana e prendere atto che nella nostra specie i figli possono essere soppressi tranquillamente perchè ci danno noia, invece di credere che il male provenga dall’Uomo Nero o da una proteiforme entità aliena.

Udpate. Il mio rigetto viscerale per la poesia mi aveva fatto erroneamente attribuire "la pargoletta mano" a Pascoli invece che al Carducci. Meno male che su Vivereacomo qualcuno ha nitrito a mo' di cavallina storna e mi ha indicato l'errore.

20 commenti:

  1. Anonimo18:33

    d'accordissimo. Oggi poi i motivi sono dei più disparati: dalla cellulite e fisico cadente (quando la tv ti aveva promesso che ti saresti ripresa subito) ai bambini che ti tolgono via tutto il tempo (mentre la pubblicità della Foppapedretti ti aveva promesso il contrario) ma io credo che ci siano motivi ancora più profondi. La perdita del Sex Appeal per esempio, ma non solo. In due parole,senti che tuo figlio, la vita che hai contribuito a creare, ha portato via la tua ...di vita

    RispondiElimina
  2. @ anonimo
    questa è una visione molto pessimistica della maternità ma compatibile con l'edonismo della nostra società. In qualunque altro contesto questo modo di intendere la procreazione sarebbe considerato patologico. Nel nostro mondo diventa normalità.

    RispondiElimina
  3. Ti sottoscrivo in pieno, parola per parola. Noi dimentichiamo sempre che, come animali, non facciamo eccezioni rispetto alle nostre pulsioni, con in più i disastri di stratificazioni culturali che ci impongono che tali illusioni "non esistano".

    @ Anonimo: non c'entrano fattori estetici, a mio parere. Il punto è che più si è culturalmente lontani dagli asptti animali del nostro esere più profondo e più è probabile che essi emergano in modo esplosivo in seguito a pretesti apparentemente banali.

    RispondiElimina
  4. Davvero un post bellissimo quanto brutale. Cose che fondamentalmente sapevo ma mi hai sconvolta comunque.

    RispondiElimina
  5. Anonimo21:15

    Il lutto per la morte dei figli risale appena al tardo Settecento quando inizia ad essere trattato in letteratura, in poesia e in musica.

    Insomma, via, anche se prima forse non ci si vestiva di nero per lutto, la perdita di un figlio e` sempre stata una delle peggiori disgrazie che possono capitare nella vita.

    Per quanto riguarda le uccisioni di bambini, tralasciando i possibili pseudo-incidenti domestici, noto che i genitori e i famigliari non confessano mai la cosa (evidentemente negano il fatto anche a se stessi).

    Riguardo a quel tipo di istinti non nego che ci possano essere ma per me sono un preoccupante sintomo di squilibrio, almeno negli esseri raziocinanti non puramente animali.

    Le domande sono.

    1) Da cosa dipendono questi squilibri (danni genetici, squilibri ormonali, ecc.) ?

    2) Che cosa provoca questi squilibri / danni (errate combinazioni del DNA, malnutrizione pre / post natale, droghe, crudelta`, mancanza di affetto da piccoli, traumi cerebrali, malattie, ecc.) ?

    RispondiElimina
  6. Anonimo22:02

    Tutto per paura che la Sacra Famiglia Unita, questa costruzione culturale assolutamente artificiale, alimentata dalla religione e sorretta dal Potere repressivo sulle fondamenta dell’ipocrisia venga ricondotta alla sua brutale origine naturale.

    Su questo dissento, non credo sia per questo che si montano queste campagne ma, ovviamente, per il "business", facilitato dalla morbosa tendenza del pubblico a interessarsi dei piu` sordidi particolari, per poter poi proporre le proprie ipotesi, con l'inconfessabile impulso e speranza di poter infine (metaforicamente) gridare:

    "impiccatelo/a piu` in alto" !

    In questi casi chi non riprova le sensazioni di quand'era bambino ? Chi non ha un minimo di empatia con la piccola vittima ?

    Per quanto riguarda la SFU pare che sia la cellula base della societa` e i poteri repressivi cercano di disgregarla piu` che di mantenerla ;-)

    RispondiElimina
  7. @ adetrax
    per quanto sorprendente possa sembrare, la mia affermazione che il lutto per la morte dei figli risale all'Illuminismo è vera. L'affermazione è una citazione a memoria di una libro di una decina di anni fa, del quale purtroppo adesso non ricordo il titolo ma che vedrò di trovare.
    Bisogna tenere presente che in epoca di abbondanza di nascite, la perdita di un figlio non rappresentava una minaccia per la propria sopravvivenza genetica. Oggi, che nascono meno figli, si. Lo scambio affettivo tra genitori e figli è conquista recente. Pensa a quando i padri hanno cominciato a cambiare i pannolini ai figli. 30 anni fa, o addirittura meno?

    Come ha detto Uyulala, più reprimiamo la nostra parte animale più è probabile che essa esploda in comportamenti violenti. Non vuol dire che dobbiamo comportarci animalescamente ma che dobbiamo essere coscienti di quella componente e non negarla per poterla controllare meglio.
    Sul perchè possa attuarsi un istinto omicida le cause sono tante ed è impossibile identificarne una specifica. La depressione post-partum, che a volte può indurre un vero e proprio delirio psicotico dove il bambino è visto come entità persecutoria, è una delle cause dell'infanticidio materno ma non la sola.

    La SFU si disgrega da sola, perchè ha fondamenta fittizie. La vera famiglia è quella fondata sull'amore e su rapporti non nevrotici tra i suoi membri, dove i genitori sono autorevoli ma non autoritari ed i figli vengono educati, non lasciati allo stato brado. La società non fa nulla per favorire questo tipo di famiglia (che si può intendere anche in senso allargato) ma difende disperatamente la famiglia patologica, perchè è solo su famiglie malate dentro che si può comandare. Quando questa famiglia malata scoppia, il popolaccio (cito Cloro e Dacia) si butta grufolando sulle viscere della vittima e qui viene fuori il business di cui tu parli giustamente.
    Ma spiegami perchè i genitori di Maddie dovrebbero essere così importanti da scomodare l'avvocato di Pinochet e il patron della Virgin?

    RispondiElimina
  8. Anonimo09:11

    Quando ti leggo su questi aspetti resto sempre affascinato e piuttosto sconvolto.
    Stanotte, poi, sono andato a dormire alle tre e ti lascio immaginare il mio stato di coscienza.
    Però su una cosa voglio fare una riflessione: evviva la mediazione culturale. Evviva quel momento di lucidità che ti impedisce di commettere l'irreparabile; evviva una tradizione europea che a volte pesa come un macigno ma che ti costringe ad essere una persona civile, e non fa niente se hai represso l'istinto di fare "capa e muro" con il cranio del tuo vicino di casa o di tuo figlio, perché, lo sai, non è quella la soluzione.
    E' vero, spesso nelle famiglie si alza la voce, i toni, ci si comporta sopra le righe; perché è difficile convivere, specie con dei genitori che non hai scelto o un fratello che non sopporti. Ma sono episodi (se si tratta di episodi) destinati a restare lì, a fare l'eco tra le mura di casa quando tutti sono a scuola o al lavoro, e se ci scandalizziamo che un madre possa aver definito insopportabile un figlio è pura ipocrisia, nemmeno di facciata, troppo alimentata dai mass media. Una madre - forse più di un padre - può autenticamente, sinceramente, disperatamente prendere a schiaffi un figlio e subito dopo coprirlo di baci.
    Io, scusate tanto, non lo trovo criminale.
    Ma umano, troppo umano.

    RispondiElimina
  9. Fa piacere vedere che qualcuno capisce, e prende le distanze dal sillogismo: se una cosa è troppo assurda per essere vera, allora non è vera.
    In ogni caso la cosa non è poi tanto assurda, e sono moltissime le madri che uccidono i figli. Le statistiche purtroppo lo dimostrano ampiamente.
    Perchè?
    Credo che spesso la nascita di un figlio abbia un effetto dirompente su vite già fortemente provate da ritmi stroboscopici. Si valutano solo gli aspetti positivi di paternità o maternità, e la scoperta di quelli negativi ci coglie totalmente impreparati.
    Oggi i figli, fin dal loro primo giorno di vita, diventano strumenti di una precisa rivalsa sociale, cui affidare il riscatto delle nostre sconfitte e insoddisfazioni. Si tenta di creare il figlio genio o campione dello sport, meglio entrambi. Ma spesso le cose non vanno secondo i nostri piani e la seconda sconfitta diviene inaccettabile.

    RispondiElimina
  10. Pur senza occidentalizzare troppo la cosa e stando attento agli schiaffi, quoto Cima
    In realtà a creare un rapporto di maggior rispetto per i bambini c'è voluta la civiltà dei diritti che si è progressivamente estesa, associata forse al tema religioso del Bambiniello, forte a sud, ma che ha strane propaggini anche a Nord

    RispondiElimina
  11. Anonimo10:43

    E' certo vero che il lutto risale al '700, anche se comunque il divieto di uccidere i figli mi pare sia molto più antico (il che non vuol dire nulla, visto che gli storici testimoniano che ancora nel '600 in molte zone d'Italia l'infanticidio era una pratica molto diffusa)

    RispondiElimina
  12. dietro questo discorso si nasconde, come al solito, foucault. o sbaglio?

    il nostro diceva che la psichiatria nasce proprio per spiegare il crimine orribile senza motivo (dove non c'è una ragione nè uno stato di follia). e cita il caso di una donna francese che ammazzo la figlia della vicina perchè le era venuta l'idea (oltre a quello di quella che si cucinò la figlia con i cavoli). la soluzione al dilemma si ritrova, secondo foucault, e lameduck mi pare concordi, nell'istinto... oltre non so andare perchè il libro non l'ho ancora finito.

    ma che succede quando sono i poppanti ad ammazzare i genitori? guardate qui:
    http://www.ffk-wilkinson.com/

    RispondiElimina
  13. @ cima
    penso che quando una madre accoppa il figlio lo faccia in un momento di blackout, dove saltano tutte le valvole comprese quelle culturali.
    Hai ragione a dire che i problemi familiari nascono dalla convivenza ma a volte si tratta proprio di qualcosa di inspiegabile che va al di là della vicinanza fisica. Magari ci sono 250 chilometri di distanza e non ci si vede mai ma quando lo si fa sono scintille. Vecchi rancori di decenni addietro, faide generazionali, ripicche. Parenti serpenti? Peggio.

    @ riccardo
    mi riallaccio al tuo ultimo paragrafo per dire che è sempre stato così. Io ho "dovuto" frequentare il conservatorio di musica (mica qualche lezioncina privata) per otto anni perchè mio padre avrebbe voluto essere un musicista. E' superfluo dirti che del pianoforte a me non me ne poteva fregare di meno.
    Oggi forse si pretende dai figli il successo economico più che quello intrinsecamente professionale?

    @ meinong
    interessante lo spunto del Bambinello...

    @ skeight
    l'infanticidio è stato (ed è tutt'ora in realtà asiatiche) una forma di controllo della fertilità di una popolazione. E' curioso che si parli più veementemente contro l'aborto che contro l'infanticidio.

    @ luca
    se ho citato Foucault è stato involontariamente. E' un autore che non ho mai approfondito molto.
    Grazie del link. Penso a come si divertirebbe Sigmund Freud con un gioco del genere. O forse penserebbe: "la cosa è più grave di quanto pensassi".
    Il gioco è orrendo, comunque. L'attualizzazione cosciente di dinamiche che sono e dovrebbero rimanere inconsce. Come si fa a dar corpo in maniera così sfacciata al complesso di Edipo? Uyulalaaaa? Aiuto!!

    RispondiElimina
  14. Anonimo16:43

    Ma volte ne spari di cazzate... In natura non esistono solo due strategie, e mi sembra equivoco, quantomeno, assimilarci a specie come quella dei topi e dei leoni.
    In ogni caso, ti suggerisco di avvicinarti ai cuccioli di un orsa quando lei è in giro e vedere l'effetto che fa!

    Senza offesa :)

    La difesa della prole è un istinto primario, al livello della fame, della sete e del sonno. Non si puo' prendere un comportamento marginale (minore dell' 1% nelle specie evolute, quantomeno a partire dai primati) e farlo come caso generale.
    Casomai si puo' denunciare l'ipocrisia di non voler riconoscere anche questo 1%, ma a casa mia 1% vuol dire "anomalo" o almeno "marginale" .

    Sapere che una madre uccide il figlio è cosi' brutto proprio perche' collide cosi' fortemente con il NOSTRO "normale" sentimento di amore per i figli. NOn ci vedo tanto il perbenismo quanto rimozione del dolore

    Saluti

    RispondiElimina
  15. @ phitio
    Non a caso il leone commette l'infanticidio quando la leonessa si allontana. Se fosse presente, lei difenderebbe i suoi piccoli. Anche per l'orsa è lo stesso.
    Per l'uomo, che è fatto anche di cultura oltre che di natura, non si può parlare di puro istinto ma di pulsioni. Sempre che un secolo di psicologia non sia da buttare nel cesso.
    E' il concetto di "normalità" che io prenderei con le pinze.
    L'1% poi è una percentuale molto ottimista, in realtà penso siano di più i genitori omicidi.
    Ah, visto che qui si sparano cazzate la prossima volta portati il giubbotto antiproiettile. ;-)

    RispondiElimina
  16. Anonimo22:34

    @Lameduck
    Ma spiegami perchè i genitori di Maddie dovrebbero essere così importanti da scomodare l'avvocato di Pinochet e il patron della Virgin?

    Sinceramente non lo so, non frequento ancora i servizi segreti :-)

    Ritengo comunque possibile che un'anestesista e un cardiologo con connessioni con il partito laburista possano avere amicizie importanti.

    Altro fatto da non trascurare e` che essendo inglesi indagati da un paese straniero non sono escluse altre implicazioni che, per quanto assolutamente improbabili, possono solleticare la fama di notorieta` di certi "principi del foro".

    D'altronde anche la Franzoni ha usufruito delle prestazioni dell'avv. Taormina, poi si e` saputo che la stessa ha una qualche parentela con la moglie di Prodi (se non erro).

    In questo caso comunque dubito che i genitori possano aver fatto del male alla bambina.

    RispondiElimina
  17. @ adetrax
    la Franzoni non è parente della Franzoni moglie di Prodi. Chi l'ha scritto, il Betulla?
    Io non escludo l'ipotesi dell'infanticidio genitoriale, per Maddie. Semplicemente dico, perchè no?

    RispondiElimina
  18. Anonimo12:03

    Assolutamente in sintonia con quello che hai scritto.
    E il tema è talmente affascinante che andrebbe ulteriormente approfondito. Ci ho provato molte volte ma non riesco a trovare strumenti idonei per studiare a fondo il problema

    RispondiElimina
  19. Escludendo situazioni patologiche o legate all'uso di sostanze alienanti, nell'essere umano la razionalità ha la meglio sull'istinto e certi crimini accadono solo se il cervello va in corto circuito.
    E anche in questo caso, il senso di colpa è in genere talmente forte da mettere in atto che meccanismi di difesa che portano alla rimozione del fatto, che altrimenti non sarebbe sopportabile

    RispondiElimina
  20. Non riusciamo a pensare di essere fatti di due io: quello razionale e quello istintivo. Le madri che uccidono, spesso, poi non ammettono l'omicidio neanche con se stesse. E comunque, come hanno studiati molti psicologi e sociologi fare figli è solo un atto narcisistico. Un voler continuare noi stessi... se il figlio non viene a rispecchiare l'idea che ci siamo fatti di lui si innescano questo genere di meccanismi. Per questo ci servono secoli di riproduzioni rassicuranti di madri e madonne...

    RispondiElimina

SI PREGA DI NON LASCIARE COMMENTI ANONIMI MA DI FIRMARSI (anche con un nome di fantasia).