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mercoledì 17 ottobre 2007

110 e un calcio in culo

Essendo anch'io un essere umano soggetto a carie dentaria, frequento ogni tanto i gabinetti dentistici e nei gabinetti si trova la carta, come è noto. Riviste di vario tipo, da Focus a Gente Motori fino ai newsmagazine come Tempi (!!) e Panorama. Proprio su quest'ultimo, sfogliando tra una borsa di Vuitton e una scarpa di Prada, cercando di distrarmi in attesa di una tronculare, ho letto un articolo che sinceramente non so proprio come definire. Ditemi la vostra.
Titolo: "Laureati con lode? No, grazie". Oddìo, non sarà il solito servizio sul moderno ruolo della laurea come carta da culo? Peggio. Finora l'inutilità del "pezzo di carta" al fine di trovare un buon posto di lavoro poteva essere idealmente fugata pensando che "però se uno si laurea con il massimo dei voti, checcazzo!"Invece pare sia proprio questo il problema.

L'occhiello dell'articolo diceva: "
«Le aziende cercano persone che portino a casa il compito in tempo, magari arrabattandosi, non dei perfezionisti che si perdono in presentazioni leccate».
«Chi si è abituato ad avere sempre il massimo all’università è poco abile nell’arte dell’arrangiarsi. Per i ruoli che comportano il confronto con gli altri, meglio chi qualche volta è caduto, ha affrontato una bocciatura e magari si è laureato con 103».
«Il 110 e lode non dice abbastanza, è una valutazione accademica che non necessariamente riflette quella aziendale. Un laureato con 105 potrebbe essere perfino più idoneo di chi ha meritato il massimo. È più interessante capire il modo in cui il giovane ha studiato e le attività da lui svolte nel frattempo».
Quelli di noi che si sono fatti il mazzo tanto per laurearsi a pieni voti e hanno già il dito sul grilletto della Colt puntata alla tempia si consolino: alla Lvmh, prima multinazionale nel settore del lusso, puntano comunque sui primi della classe. Meno male, se la fabbrichetta di cuscinetti a sfera della nostra città non ci assume potremo lavorare sguazzando nello champagne e occupandoci di profumi e boutique di lusso. Poi magari ci fregherà la "bella presenza". Lì se non sei minimo come la Kidman manco ti mettono a rispondere al telefono.

Insomma, non se ne azzecca mai una nella vita. Si studia, si studia, si cerca di dare il meglio anche per avere una piccola soddisfazione personale perchè da giovane ti hanno detto che solo i migliori avanzano, poi ti laurei e quattro stronzi che passano il tempo a dire "tu di qua e tu di là" come i nazisti, dicono che il merito, per definizione, non conta. Forse perchè non conta che uno sia bravo, ma che sia bravo ad eseguire gli ordini senza fare troppe domande, che non pianti grane sindacali, sia inquadrato e tutto sommato mediocre, come loro. Le aziende in futuro vorranno assumere gente colta... ma anche... ignorante. Perchè, alla Veltroni, pacatamente, non possiamo lasciare i somari alla concorrenza.

24 commenti:

  1. Anonimo23:34

    una sola parola: allucinante!!!!!!!!!!!!!!

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  2. Si vabbe'... ma quanto di vero c'è in questi articoli ?

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  3. Anonimo23:50

    Non è che semplicemente la competenza accademica e la competenza professionale non coincidono ??? Sopratutto in un università non proprio eccellente come quella italiana .

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  4. E poi ci sono quelli come me che sono usciti con un voto mediocre e che hanno livelli troppo bassi per certi lavori e troppo alti per altri...

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  5. io mi laureerò con 3 anni di ritardo e col minimo dei voti. spero che la "spizzico" cerchi dipendenti

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  6. Anonimo09:09

    la notizia e' verissima, e si riferisce ad un incontro di tre giorni a Cernobbio tra manager industriali e universita'.
    Ne avevo scritto un breve commento sul mio blog:
    http://mikecas.splinder.com/post/14079578
    E' sempre il solito discorso della struttura industriale italiana, che "combatte" contro i paesi in svilupppo e non, o poco, con quelli sviluppati... tutto il resto, compreso il precariato, ne e' una conseguenza....

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  7. 1. non penso che questi articoli rispecchino l'effettiva reltà. ne descrivono solo una parte.

    2. il titolo di studio in sè non può essere sufficente
    se sei un lauretao con 110 lode ma con nessun senso pratico e non sai neanche organizzari un agenda... per quale motivo dovresti essere automaticamente assunto?
    i metri di valutazione sono molteplici

    3. spesso i selezionatori sono laureati con 110... come te!
    :-D

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  8. o tempora o mores. l'elogio della mediocrità mi sembra assolutamente fedele alla linea

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  9. La mia lode non ha comportato mai il rifiuto di un solo voto, quindi che 'azzo c'entra? Glielo farei vedere come mi so arrangiare fra casa, università lontana 100 km e lavoretti.

    Comunque, questo lo sappiamo anche se è triste, anche se è generalizzare... il merito in Italia praticamente non esiste.

    Io conosco laureati che, per poter lavorare, hanno dovuto dichiarare di non essere laureati. Il padrone ha paura di doverti pagare di più. (siamo a questi livelli).

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  10. Anonimo11:44

    Io mi sono laureato in fisica con 107 (poffare), dopo una fallimentare esperienza universitaria ingegneristica.
    A seconda dei punti di vista, ho perso 5 anni oppure mi sono laureato in 5 anni, dato che da ingegneria di 12 esami ho recuperato solo 3 esami, ma c'erano gli esami propedeutici che ingessano i tempi.
    Ho capacità o non ne ho? Comprendo che portei essere valutato da un interlocutore agli estremi dello spettro, tra l'incapace e lo sgobbone (a fisica, son passato come un carro armato sopra qualunque voto, non mi interessava una ceppa dei 30 e delle lodi, io dovevo laurearmi e non perdermi in cacchiate).

    Io penso che le valutazioni espresse in quell'articolo siano logiche, ma espresse in maniera piuttosto infelice. Vuol dire solo che avere 110 o 100 e lode è un buon biglietto da visita, ma non basta mica. Se al colloquio o alla prova dei fatti ti dimostri un pesce fuor d'acqua, hai bisogno di continuo aiuto, distogliendo anche un altro dal lavoro, non va mica tanto bene.
    Va però detto che ben difficilmente un 110 e lode meritato appartiene a persone prive di iniziativa, intelligenza e senso pratico. Quindi bandiamo le paranoie, su! :)

    Una noticina a margine: non ti sembra che ultimamente i vaffanc... dtiano aumentando? Sindrome da grillismo? ;D

    Saluti

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  11. @scuola di ladri

    Un laureato anche se con il minimo dei voti per spizzico ha un profilo troppo alto

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  12. Anonimo13:30

    Sono un artigiano con esperienza, complessivamente 56 anni nel settore metalmeccanica, ho cinque figli due soli maschi, la terza laureata e sposata con un laureato, sono contento, l'ultimo figlio diplomato, dopo 45anni di artigianato adesso aiuto i miei figli, vedo ogni giorno la vera carenza tecnica e comprendo quando sono dispensabile i veri professionisti, ma la cultura attuale non cerca professionisti ma vuole schiavizzare, sto scrivendo con lacrime perchè ho sembre sognato avere un vero professionista al mio fiango sia perchè vivo in centromeridione sia perchè non ho mai avuto dispolibilità, ho dovuto imparare ad usare il computer per necessità oggi mentre leggevo questa realtà quasi universale, ho cominciato a piangere dicento dove stiamo andando perchè non si da valore alle vere perle, perchè gli ignorandi devono essere sepre di riferimento anzichè nel cestino dell'immondizia, perchè in Italia non viene mai considerato i veri valori? perchè dobbiamo essere diretti sempre da disonesti, imbrolioni, ladri perchè gli ingegneri devono dirigere la sanità e i medici le autostrade, perchè gli avvocati devono ricoprire ruoli che non sono consoni alla loro professionalità? Caro laureato con 110 e lode la tua laura non ti ha insegnato che siamo in Italia, dove è stato tutto stabilito che i ruoli importanti sono tutti assegnati dai vari amministratori del momento? non sai? che non cè bisogno di esperti ma di chi lecca il culo? mi dispiace ma i miei figli sono considerati vere perle nell'intimo della mia famiglia, avrei voluto che tutti fossero laureati ma purtroppo non è così, sono contento perchè loro sanno che per accedere a ruoli professionali devi essere disposto a compromessi, impara ad aspettare, stai tranquillo perchè qualcuno che cerca collaboratori veri si farà sentire. Un forte abbraccio con tanti auguri. Gabriele

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  13. non saprei. Nella mia esperienza di formatore di personale, gli unici con cui ho avuto grossi problemi sono stati i laureati, più erano laureati (master, lodi, baci accademici, pubblicazioni), maggiore era la difficoltà di renderli in grado di lavorare.

    Il problema era un'incapacità del laureato di nell'astrarsi dalle sue conoscenze e a mettersi in discussione, in parole povere, mancanza di duttilità (in alcuni casi più che assoluta). Meglio quindi una mente vergine. Inoltre c'è da considerare che sul lavoro il 'Maradona' (leggi il genio fuoriclasse) crea, di solito, più problemi di quanti ne aiuti a risolvere.

    Poi che nel lavoro ormai si miri alla mediocrizzazione è un altro dato di fatto, ma secondo me è un altro problema, insito nel fatto che i lavori per cui sono necessarie capacità, talenti e competenze fuori dalla norma si contano sulle dita di una mano.

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  14. io sono laureata in ingegneria con 106 e mi è capitato spesso di sentirmi chiudere una porta in faccia perché ho un profilo professionale troppo elevato.
    Ma soprattutto sento di essere stata sempre vittima di una discriminazione perché donna e per giunta in una età tipica per la maternità.
    Questi articoli vanno come sempre a stereotipare gli individui. Meritevolissimi coloro che si laureano con lode e nei tempi giusti ma ricordiamo che l'università non è la scuola dell'obbligo e vi approdano studenti con storie e obiettivi diversissimi, studenti che si parcheggiano e studenti che lavorano, studenti che hanno la necessità di sbrigarsi e studenti che se la prendono comoda senza, per questo, essere meno capaci, studenti asociali e studenti con mille interessi, neodiplomati e persone della terza età. Ogni facoltà presenta le sue peculiari difficoltà ma spesso ad allungare i tempi intervengono (questo vale soprattutto per i corsi di qualche anno fa)rigide propedeuticità, disorganizzazione, carenza di appelli, esami composti da più parti (scritto, "orale-scritto", orale, tesina) che allungavano materialmente il tempo, non per preparare, ma per sostenere l'esame impedendoti di farne un altro nella stessa sessione. Sapete quante volte ho dovuto attendere l'appello successivo per fare un esame (magari rimandarlo da febbraio a giugno) non perché non l'avessi superato ma perché il prof non si era presentato?
    Una volta tutti gli iscritti ad un appello fummo bocciati perché alla fine di certi calcoli ci veniva una dimensione negativa(cosa impossibile). Sollevammo il problema durante lo svolgimento del compito (problema dovuto all'inserimento di dati sbagliati da parte della prof) ma nonostante questo nessuno superò l'appello. Questo è solo un esempio.
    Ad ogni modo, panorama non ha capito che se sei laureato, oggi, non importa quale sia stato il voto, quali siano stati i tempi, il lavoro non lo trovi lo stesso.

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  15. Anonimo14:14

    a mio avviso il 110 e lode di un'università che fa fare 36 esami in tre anni è per forza poco attendibile, e per esperienza diretta posso dire che la maggior parte di quelli che hanno una media alta hanno imparato "a fare gli esami" piuttosto che il contenuto degli esami stessi, cosa che li può rendere idonei sì a certi tipi di lavori e poco ad altri, per cui trovo abbastanza sensato che un'azienda si ponga il problema di come uno studente consegue il risultato, oltre che il risultato stesso. Questa è la realtà del nuovo ordinamento (che credo stia per essere nuovamente riformato proprio per questa ragione)

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  16. Anonimo14:48

    @Rumenta
    qui non si sta parlando di geni aspiranti al Nobel, ma di normali laureati di livello medio alto, quelli di chi ci si lamenta dello scarso numero rispetto agli altri paesi industrializzati, ma che poi risultano in soprannumero od inutili per le nostre imprese, che vogliono sostanzialmente dei robottini con poche competenze, molto senso gerarchico, bella presenza, capacita' con le lingue e disponibilita' completa a muoversi, come e' emerso dall'incontro di Cernobbio.
    Come ho scritto nel mio post sul mio blog, questo e' dovuto esclusivamente al tipo di produzione media della nostra industria, e dei servizi di cui ha bisogno. Infatti nella stessa pagina di Repubblica in cui c'era questa lamentela da parte industriale, l'Amministratore delegato dell'Augusta Westland si dichiarava soddisfattissimo della preparazione dei laureati (in ingegneria) italiani. Ma la Augusta e' una delle pochissime industrie italiane a livello internazionale anche come contenuti innovativi.
    Credo che questo spieghi tutto.

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  17. sono solo chiacchere... io faccio anche il selezionatore e il voto conta... ma conta ancor di più come ci si comporta al colloquio. Il voto è solo indicativo (e dipende molto in che università ci si è laureati). E' un parametro oggettivo. Cmq io punterei sempre al massimo... non si sbaglia. Ma sapendo che dopo che hai raggiunto il massimo nessuno ti regala niente solo per quello..

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  18. @ anonimo 2
    Certo, quello che si impara sul campo lavorando non può insegnartelo nessuna scuola. Però, secondo la logica, un principio di selezione non può penalizzare i voti più alti.

    @ mikecas
    ho letto il tuo pezzo e condivido.
    Sembra che le aziende, più della formazione scolastica, cerchino l'esperienza ma quella, se non lavori, come te la formi? E' un cane che si morde la coda.

    @ okappa
    dipende forse dal tipo di laurea e dal lavoro che uno andrà a fare.

    @ guccia
    anche nel mio curriculum esami ci sono dei 21 e dei 23, il che vuol dire che non è necessario prendere sempre 30 e lode e poi conta anche la tesi e in generale quanto uno fa fruttare questa laurea sul piano personale. Sono d'accordo che vi sono 110 che sono delle pure macchine da esami che nella vita pratica non sanno cuocersi un uovo ma deve comunque continuare ad essere valorizzato il titolo di merito.

    @ phitio
    il vaffanculo non l'ha mica inventato Grillo. Ha cercato solo di appropriarsene. ;-)

    @ Gabriele
    Grazie per il tuo commento. Il vizio di disprezzare il merito ce l'abbiamo abbastanza congenito, noi italiani, purtroppo.

    @ rumenta
    assolutamente d'accordo.

    @ arabafenice
    hai toccato un punto dolente. Ogni volta che mi sono presentata per un colloquio, la fatidica domanda "E' sposata, pensa di fare dei figli" è sempre venuta fuori. Da un lato esistevano nell'impiego pubblico situazioni scandalose dove alcune donne si facevano assumere come trimestrali già incinte senza dirlo e alla fine lo Stato doveva pagarle per un anno e oltre senza che avessero messo piede in ufficio (succedeva alle Poste, nella mia città). Dall'altra, in alcuni settori del privato, esistono le realtà delle lettere di licenziamento già firmate che usano per cacciarti se rimani incinta.
    Mettiamoci poi che noi donne, per principio, veniamo sempre pagate meno degli uomini anche se valiamo di più ed eseguiamo mansioni più specializzate.

    @ hh
    non so, sicuramente impari a fare gli esami una volta che vieni bocciato e ti devi ripresentare.

    @ daniele
    Io comunque penso che i colloqui di selezione siano delle pure crudeltà perchè si basano sull'impressione che un soggetto dà all'esaminatore. Se costui è esperto (vorrei dire la parolaccia, se è psicologo), ok ma se per caso gli stai sui maroni o quel giorno ha le sue cose o cerca solo un tipo particolare, puoi avere tutte le caratteristiche per quel lavoro ma sei fottuto lo stesso.

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  19. Quindi l'ideale dovrebbe essere laurearsi con 11o e lode ma nei tempi canonici.
    Comunque, questi articoli sono stupidaggini e se un'azienda è seria non si ferma a considerare il voto di laurea, se non è seria è meglio non aspettarsi troppo e se possibile (So che è difficile) cercarsi qualcosa di meglio

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  20. Hai detto: "Io comunque penso che i colloqui di selezione siano delle pure crudeltà perchè si basano sull'impressione che un soggetto dà all'esaminatore. Se costui è esperto (vorrei dire la parolaccia, se è psicologo), ok ma se per caso gli stai sui maroni o quel giorno ha le sue cose o cerca solo un tipo particolare, puoi avere tutte le caratteristiche per quel lavoro ma sei fottuto lo stesso."

    Non sono d'accordo. Dipende sempre dalla professionalità della persona. Se sei professionale e sai fare il tuo lavoro quello che dici non si verifica, se sei uno messo lì per caso allora è un altro discorso..

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  21. Anonimo12:37

    Due cose: le lettere di licenziamento in bianco, grazie a dio, sono state dichiarate illegali e non possono più essere utilizzate come minaccia. Questo è stato ottenuto mediante un sistema di protocollazione di questi documenti, e l'applicazione di una data di scadenza do die settimane. Scaduta la prima, un nuovo documento di dimissioni è automaticamente invalidato dalla mancata sottoscrizione del precedente. Molto bene.

    Per quanto riguarda il fatto che venga chiesto al colloquio se una donna desideri sposarsi o rimanere incinta, siccome queste sono domande che violano la sfera della privacy, è consentito dalla legge mentire spudoratamente. E questo è bene.

    Se esistono persone che usano a sproposito la legge che tutela giustamente la maternità, ritengo che si stano facendo dei conti abbastanza miopi. Sono inanzitutto poche queste persone, e non credo che possano poi sperare in un lavoro continuativo dopo questa furbata.

    Saluti

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  22. Anonimo12:40

    scusate, ne primo punto volevo dire "mancata attuazione", non "mancata sottoscrizione"

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  23. Anonimo23:34

    Mah, se una persona vale oppure no lo si capisce da altri indizi, certo per un'azienda il classico rompi-uova criticone e restio ai facili assoggettamenti e` una vera calamita`.

    Di solito i laureati piu` bravi sono un po' piu` spaesati all'inizio ma poi col tempo recuperano e si comportano molto bene (sempre se hanno un'etica accettabile).

    Poi pero` in questo discorso bisogna considerare anche la "legge dei grandi numeri", che spopola nelle aziende italiane"; da tale legge si distillano i seguenti consigli:

    1) vola basso, solo cosi` qualcuno si sentira` autorizzato a valorizzarti;
    2) non creare problemi;
    3) dimostra sempre buona volonta` nei limiti che ti sono consentiti;
    4) scaccia una brutta tentazione ricorrente, ricorda, aumento di stipendio = attentato alla stabilita` aziendale;
    5) meglio 10 laureati con 105 che 3 con 110 e lode che non appena possono passano alla concorrenza e si portano via l'esperienza.

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  24. @ adetrax
    sul 5° punto, in America funziona così: meglio 10 laureati da 110 e lode che paghiamo di più della concorrenza per tenerceli stretti. Poi, se in un anno non hanno reso come ci aspettavamo, li cacciamo.

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