Pagine

venerdì 28 dicembre 2007

Ombre pakistane

Il brutale attentato che ha assassinato Benazir Butto ed è costato la vita ad altre venti persone è stato attribuito dai media, ad esempio dal TG1-Luce di ieri sera, ovviamente e senza alcuna ombra di dubbio ad Al Qaeda, la creatura proteiforme che si adatta perfettamente ad incarnare un comodo responsabile per tutti i mali moderni, dagli attentati terroristici alle stagioni che non sono più quelle di una volta. Chi ha rubato la marmellata? Al Qaeda.

Attribuire la responsabilità della morte di Benazir alla “Lista” va bene, basta che ci intendiamo su cosa è veramente Al Qaeda.
Non raccontare le ambiguità colossali che impregnano il tessuto politico e militare del Pakistan e dell’intera regione geografica circostante, nascondere gli sporchi doppi e tripli giochi da sempre attuati dai servizi segreti, significa suonare il tamburo di latta della propaganda ottusa ed ignorare la realtà complessa degli scenari bellici di questo nuovo millennio. In sostanza significa raccontare metà della storia, farne una versione omogeneizzata e più digeribile per ascoltatori senza denti che non devono masticare ma solo mandar giù senza discutere.

In un’inchiesta di ABC News risalente al 2001, il reporter Mark Corcoran indagava sul famigerato ISI (Inter Services Intelligence Agency), il servizio segreto pakistano, da lui definito costruttore e distruttore di governi.
“Mentre gli americani si avventurano in Afghanistan”, scriveva Corcoran, “devono affidarsi ed essere totalmente dipendenti dagli occhi e dalle orecchie pakistane dislocate sul territorio.
Il problema è che fino all’11 settembre l’ISI era stato il più intimo alleato dei Talebani e addirittura li aveva aiutati a giungere al potere".
Aggiungo io che i Talebani erano stati finanziati dalla CIA durante la guerra russo-afghana in funzione antisovietica e Bin Laden aveva anche dato una mano agli americani nella guerra dei balcani. Un pappa e ciccia idilliaco durato anni e Dio solo sa perché i compagni di merende avessero poi litigato e si fossero da quel momento giurati odio eterno.

Secondo Corcoran, mentre Musharraf fa "un americano ad Islamabad" e l’alleato, l’ISI (il suo servizio segreto) ha e persegue altri propositi, non proprio cristallini.
Proprio la compianta Benazir disse al giornalista che l’ISI era "uno stato nello stato" [una specie di P2?] e che era responsabile della propria sfortuna politica.
"Secondo gli esperti", conclude Corcoran, "l’ISI ha compiuto assassinii politici, atti di terrorismo di stato ed è coinvolto nel traffico internazionale di droga. E’ un’entità potente che non si farà sconfiggere senza combattere".
Per ora la battaglia l’ha persa tragicamente Benazir e i suoi sostenitori, cercando un responsabile della sua morte, stanno puntando il dito contro Musharraf e l'ISI. Siamo noi che vediamo solo il turbante di Bin Laden in ogni dove.

Di ambiguità pakistane attribuibili all’ISI è lastricata anche la via che parte dall’11 settembre e traccia il percorso della cosiddetta Guerra Globale al terrorismo.
Secondo David Ray Griffin che li ha catalogati, tra i molti misteri ancora inspiegati dell’attentato che cambiò il mondo vi sono alcuni fatti che portano proprio ad Islamabad, considerata dai tamburini di regime una capitale amica ed alleata nella lotta ad Al Qaeda.
Ecco i fatti principali, sui quali una seria commissione di inchiesta indipendente sui fatti dell’11 settembre, richiesta da più parti negli USA, potrebbe fornire interessanti chiarimenti:

“Il generale Mahmoud Ahmadi, capo dei servizi segreti pakistani (ISI), era a Wilmington la settimana precedente l'11 settembre per incontrare il capo della CIA George Tenet e altri ufficiali statunitensi”. Ci si chiede per che scopo.

“Lo stesso Ahmadi, ordinò che fossero mandati 100,000 $ a Mohammed Atta prima dell'11 settembre”. A che titolo, visto che si trattava di un noto terrorista affiliato ad Al Qaeda che oltretutto stava preparando un attentato devastante contro un alleato del Pakistan?

”L’amministrazione Bush fece pressioni sul Pakistan affinché rimuovesse Ahmadi dal ruolo di capo dell'ISI dopo la comparsa della storia del passaggio, per suo ordine, dei soldi ad Atta.” Non risulta però che il Pakistan finisse nel novero dei paesi canaglia. Ricordo che ci sono state nazioni bombardate dai B52 per molto meno.

”L'ISI (e non solamente Al Qaeda) era dietro l'assassinio di Ahmad Shah Masood (il capo dell'alleanza del nord afghana), che avvenne appena dopo la riunione di una settimana fra i capi della CIA e l'ISI” .

E’ noto che si è pensato che Osama Bin Laden si nascondesse in Pakistan. Alcuni generali americani protestarono, dopo l’attacco a Tora Bora (quello del Mullah Omar che fugge in motorino) perché invece di circondare ed attaccare il presunto rifugio di Bin Laden era stata lasciata sconsideratamente una via di fuga, la quale portava al confine con il Pakistan.

La guerra al terrorismo è fatta di stranezze. Si è bombardato l’Afghanistan subito dopo l’11 settembre nonostante i presunti attentatori fossero sauditi. Si è accusato Saddam Hussein di avere armi di distruzione di massa mai trovate e lo si è schiacciato per quello specifico motivo e nessuno chiede conto agli Stati Uniti di una delle più colossali balle mai spacciate a scopo bellico.
Si considera il Pakistan un alleato quando apparentemente ha finanziato il capo dei terroristi dell’11 settembre e forse ha dato rifugio a Osama Bin Laden.
Come si dice: dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io.

14 commenti:

  1. Anonimo22:11

    E` tutto un pappa e ciccia, scommetto che bin Laden ha una hotline diretta (criptata) con double W.

    Le modalita` dell'attentato sono quelle tipiche di Al Qaeda, potrebbero anche aver ceduto il kamikaze ai servizi segreti pakistani o comunque agli avversari della Bhutto.

    In ogni caso ci sono due dati sospetti:
    - i 12 mld. di dollari inviati dagli USA al Pakistan come ricompensa per la lotta al terrorismo e usati non si sa per cosa;
    - il bilancio USA sempre piu` in rosso cronico; temo che la exit strategy consista nel passare la palla del "giochiamo alla guerra" a qualche altro stato (di solito funziona cosi`).

    RispondiElimina
  2. Anonimo22:57

    Questa si chiama strategia della tensione ed in italia la si conosce bene. Piazza Fontana, Stazione di Bologna, Moro etcetera

    RispondiElimina
  3. Anonimo09:55

    Nulla è cambiato,
    nulla cambierà se non cambiamo noi.
    Nulla cambierà se al centro non mettiamo l'uomo.


    Kocis

    RispondiElimina
  4. Anonimo10:55

    Ricordo che l'omicidio di Massoud è avvenuto il 7 SETTEMBRE 2001... il paradosso di considerare tu amica una nazione che collaborava con il tuo peggior nemico quattro giorni prima...

    L'alleanza con Musharraf era una scelta obbligata per gli USA, se volevano portare la "guerra al terrorismo" in Afghanistan.
    Questo ovviamente dovrebbe spingere a riconsiderare il concetto di guerra al terrorismo...

    Cachorro Quente

    RispondiElimina
  5. Kocis ha perfettamente ragione, cambiare noi per cambiare il mondo. In fondo il mondo è lo specchio di ciò che siamo dentro ..... al di là delle belle parole.
    http://portetemporali.splinder.com/

    RispondiElimina
  6. Anonimo11:36

    Chiisà mai che il Pakistan abbia bisogno di democrazia? Potremmo esportargliela. Buon Anno. Falcolibero.
    Cos'è il captcha?

    RispondiElimina
  7. Lameduck, davvero, 'sto post è un capolavoro. Le citazioni da Griffin sono da brividi, e tutto il resto è un ottimo esempio di controinformazione.
    Sulla Bhutto non ce la stanno raccontando giusta, ma sinceramente penso che stavolta gli andrà peggio del previsto: la Bhutto era un personaggio "positivo", credibile, e a livello mediatico non riusciranno del tutto a far passare la balla che la responsabilità sia di Al Qaeda. Qui non si tratta di convinvere il popolo bue che Saddam non c'entrava niente coi terroristi (operazione, questa, sacrosanta ma obiettivamente difficile); qui si tratta di mettere alla luce parole tristemente profetiche della stessa Bhutto, e del duo staff. L'operazione trasparenza potrebbe essere più agevole.
    Almeno, penso e spero che sia così.

    p.s. o Lameduck, ma uno scambietto di link? :D ti ringrazio comunque!

    GG

    RispondiElimina
  8. Non posso dare un giudizio profondo sulla Bhutto perchè non la conosco così bene, ma mi sembra una persona molto controversa.
    Certo, è significativo che sia diventata Primo Ministro in un paese dove le donne, almeno per quello che ci raccontano, non hanno tutto questo spazio (che strano! In Italia non è mai accaduto), ma si è anche dovuta dimettere perchè accusata di corruzione.
    Quello che è certo che per Musharraf sarebbe stata una rivale temibile.
    Per fortuna che c'è (ma poi ci sarà davvero?) Al Qaeda a cui dare sempre la colpa di tutto!

    RispondiElimina
  9. Anonimo14:00

    Il Tg1 luce ha dato per buona la dinamica dell'attentato raccontata dal ministro degli interni pakistano. A me sembra alquanto dubbia la versione che la Bhutto sia morta per aver urtato con la testa il tettuccio dell'auto a seguito dell'esplocione, visto che era con il busto completamente fuori dall'abitacolo. Evidentemente abituati ad accreditare per veri racconti di spari in aria che colpiscono accidentalmente passanti il tg non ha avuto alcun dubbio in propostito, così come non ha avuto alcuna esitazione ad attribuire l'attentato ad Al Qaeda sulla base, sembra, di alcune intercettazioni telefoniche, perché i terroristi si sa, sono fatti così, parlano per telefono, si raccontano gli attentati e si scambiano i complinenti.
    Per non parlare poi delle inevitabili stronzate dei soliti esperti di questioni internazionali che hanno detto che non può essere stato Musharraf e che l'hanno ammazzata perché non è buona cosa che in un paese islamico vada al potere una donna, dimenticando che è stata premier già due volte, la prima a soli 35 anni (roba che in Italia nemmeno nel 2050...).
    A me sembra, invece, che se avesse vinto la Bhutto Musharraf sarebbe stato poco più di un cadavere politico, mentre ora può restare al potere essendo rimasto l'unica carta rimasta a disposizione degli Usa per la difesa dei suoi interessi nell'area. Ma è solo una impressione perché temo che siano molte le cose che non ci fanno sapere.

    RispondiElimina
  10. Anonimo15:06

    Mandiamoci i RIS di Parma! :)

    RispondiElimina
  11. Io sottoscrivo in tutto e per tutto Dyan.

    Solo una cosa non capisco: gli Usa in tutto ciò? Volgio dire, posto che Musharraf è l'autore di tutto, e posto che gli Usa sembravano voler appoggiare la Bhutto, come si incrociano le due situazioni?

    E' semplicemente successo che Musharraf abbia tirato uno sgambetto agli Usa pur di far capire a tutti che il seggiolone se lo tiene ben saldo lui? O in realtà la politica estera Usa filo-Bhutto è solo una facciata, e c'è dietro altro?

    RispondiElimina
  12. @ lameduck:

    Nel mio ultimo post (sul Pakistan) ho linkato questo tuo post.

    Grazie ancora e ancora complimenti! :D

    RispondiElimina
  13. @ adetrax
    rimane da vedere chi accetterebbe di prendere in mano la patata bollente.

    @ kocis, marco
    noi ce lo mettiamo, sono loro che non ce lo mettono. Anzi, ce lo mettono... a noi.

    @ cachorro quente
    mah, Musharraf è il classico generale ottuso che piace tanto agli americani. Un utile cane da guardia.

    @ falcolibero
    il captcha è quel codicillo anti-spam di lettere e numeri che in certi blog è necessario digitare per pubblicare i commenti. Buon Anno anche a te!

    @ gg
    ti ringrazio, anche della segnalazione del mio post sul tuo, che ho letto e che è molto interessante. O gg, o che non ti avevo già linkato? Basta chiedere e sarà fatto. ;-)

    @ franca
    già, se Al Qaeda non ci fosse bisognerebbe inventarla.

    @ dayan
    condivido la tua analisi, mi sembra molto lucida.

    RispondiElimina
  14. Anonimo23:08

    hai un blog "denso", tornerò per rileggerti!
    ciao

    http://mimuovofacciocose.splinder.com/

    RispondiElimina

SI PREGA DI NON LASCIARE COMMENTI ANONIMI MA DI FIRMARSI (anche con un nome di fantasia).