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sabato 17 dicembre 2011

La manovrata di Giulia Sofia

Giulia Sofia Monti nei panni della più grande zia ricca di tutti i tempi: Margaret Thatcher

Bonanni, che di padroni se ne intende, dice che la manovra del governo Monti gli sembra fatta da suo zio che non capisce niente di economia. Sbagliato. Questa è la manovra di Giulia Sofia, il personaggio citato da Crozza-Montezemolo, che assomiglia molto alla zia ricca. La zia ricca non è assolutamente in grado di immedesimarsi in qualcuno che non appartenga al suo stesso livello sociale. La zia ricca è la teorica del relativismo economico, il cui principale enunciato recita che "se per lei cento euro sono una messimpiega da Evandro, per suo nipote cento euro sono fin troppi e gli devono comunque bastare per almeno un mese." La sua missione è (ri)educare maoisticamente il nipote scapestrato ad una vita di sacrifici e duro lavoro. 

Infatti, spulciando la manovra e le sue gabelle, sembra che Giulia Sofia voglia punire qualcuno di preciso.
Un cinquantino verso i sessanta, nato negli opulenti anni cinquanta e quindi viziato e poco abituato ai sacrifici, che sperava di andare in pensione l'anno prossimo. Sull'andante spiantato ma proprietario della casa di 200 mq che ha ereditato dai genitori e di un velleitario Hummer H3 del 2005 usato. Un duro ex capellone, scapolo impenitente che si rolla le sigarette da solo usando trinciato forte
Questo soggetto assomiglia sputato al nipote di tutte le zie ricche: Gianfilippo Maria Alfonso. 

Il guaio è che, quando la zia ricca va al potere, oltre a subire la sua incapacità di ragionare con 1000 euro in tasca di stipendio, ho l'impressione che diventiamo tutti suoi nipoti da rieducare. O no?

10 commenti:

  1. Tutta quella fiducia incondizionata a Zia Giulia Sofia, in effetti, era qualcosa di esagerato. Tipico degli italici che periodicamente prendono delle cotte assurde per l'ultimo arrivato salvatore della patria.
    Ora anche questo nuovo re sta inziando a diventare nudo e fortunatamente stavolta non ci sono voluti 17 anni.
    Vedi, Lame, 'sta gente non si farebbe scrupoli a dimezzare i salari e le pensioni minime in nome della salvezza dell'Italia, ma non sarebbero disposti a dare neppure un euro dei loro avidamente accumulati negli anni turlupinando il popolo.
    In ogni caso e' facile, per chi guadagna 240.000 euro l'anno, rinunciare anche a 40.000. Dopotutto campa lo stesso (e bene) anche con 200.000. Il problema sono i 50 euro per chi ne prende 500, che sono gia' sotto la soglia di sopravvivenza.

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  2. grande Lame ,bellissimo !!

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  3. il nipote di Zia Sofia Giulia00:44

    Silvio non ti andava bene.
    Mario è Zia Sofia Giulia... ma allora chi ti piace?
    Forse il Lider Maximo y Rinco-Fidel?
    :-)

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  4. atsalùt10:55

    la democrazia ha un costo. se questa è la democrazia viva la dittatura, gheddafi compreso.

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  5. Adetrax15:48

    @Klara

    Discreto ragionamento, ma c'è un piccolo particolare: il Presidente della Repubblica è uno, così come è uno il Presidente del Consiglio, quindi che loro ricevano 10.000 euro al mese o 20.000 euro al mese, non cambia assolutamente nulla nell'economia del Paese.

    Il gesto di Monti di rinunciare alle gratifiche previste per il Presidente del Consiglio in virtù del principio di rinunciare ai doppi stipendi pubblici (dato che ora ha anche quello di senatore) è stato apprezzabile, tuttavia è chiaro qualche mese di consulenza in Goldman Sachs gli potrebbe far guadagnare enormemente più degli eventuali 20 mesi di stipendio perso come Presidente del Consiglio, quindi, dal punto di vista personale, anche questo bel gesto, se resta isolato, vale quello che vale.

    Al contrario, cambierebbe qualcosa se tutti i circa 1000 parlamentari dimezzassero i loro emolumenti e ancora di più varrebbe se questi tagli si applicassero (con incidenza minore) a tutta la dirigenza medio-alta della pubblica amministrazione (dai 4000 - 5000 euro in su).

    In questo caso le risorse risparmiate sarebbero senz'altro apprezzabili e sufficienti per provvedere a parecchi casi di emergenza che sicuramente ci sono in tutta Italia ... e non mi riferisco solo agli italiani o al fatto di supplire con beni materiali a situazioni critiche, ma anche a qualcosa di più.

    Smetterebbero poi di "rubare", di prendere tangenti e di applicare comunque le direttive previste per un futuribile e spietato nuovo disordine ?

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  6. Adetrax21:18

    Ovviamente no, e poi ci sarebbe la questione di quanto male facciano con le loro non decisioni o con le loro decisioni sbagliate ... sicuramente il danno è di vari ordini superiore a quello che consumano con stipendi quasi doppi di quelli di altri paesi.

    L'unica soluzione (magari apparente) sarebbe quella di cacciarli tutti dal primo all'ultimo, ma pare che anche questo non si possa fare.

    --

    Tornando al relativismo economico della zia ricca, bisogna considerare che i poveri non possono capire quanti problemi abbiano i ricchi con decine di case, da milioni di euro l'una, da mantenere e mille obblighi sociali cui adempiere che si traducono poi in una bella lista di spese non comprimibili.

    E' facile quindi per loro parlare senza costrutto ... poi magari se acquisiscono un po' di soldi, si corrompono ancora di più di quanto non lo sia già un ricco che a certe cifre è gia ampiamente abituato.

    ... diventiamo tutti suoi nipoti da rieducare. O no?

    Ma certo che si, perchè i quasi poveri sono tantissimi (decine di milioni) mentre i ricchi sono pochi.

    In breve prelevare un centinaio di euro al mese in più a un quasi povero per poi moltiplicare questa cifra per decine di milioni di contribuenti si totalizza molto di più che tassare senza pietà i pochi ricchi.

    In questo contesto la mafie NON esistono e per definizione NON contribuiscono di un solo euro per tutte le schifezze che combinano.

    Assimilati i sopraelencati concetti si può senz'altro ripetere: le tasse sono bellissime ... certo soprattutto quando quelle in aggiunta servono a pagare "anche" le cose utili solo al nuovo disordine: TAV, spese militari, ecc.

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  7. In breve prelevare un centinaio di euro al mese in più a un quasi povero per poi moltiplicare questa cifra per decine di milioni di contribuenti si totalizza molto di più che tassare senza pietà i pochi ricchi.

    Adetrax, vorrei essere ancor piu' demagogica.
    Io credo che tassando senza pieta' i pochi ricchi si riesca ad ottenere lo stesso ma a costo di minori scontenti.
    il 50% della ricchezza e' nelle mani del 10% dei contribuenti. L'altro 90% si spartisce il restante 50%. Quindi supponiamo che la ricchezza totale sia 100 e che lo stato voglia recuperare 10. Si puo' tassare al 10% tutti i contribuenti. Oppure tassare al 20% solo il 10% piu ricco.
    A vederla cosi' non sembra difficile. :-)

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  8. paolo08:44

    grande depressione anni 30 new deal roosveltiano: aliquota marginale massima sui redditi superiori al milione di dollari 90 %.
    (rubrica trova le differenze)

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  9. Adetrax21:16

    @Klara

    In effetti messa così non sarebbe difficile, però, purtroppo, ci sono i soliti dettagli che complicano le cose.

    Innanzitutto, anche in base al principio che ogni cittadino deve contribuire alle spese statali in base ai suoi introiti, penso che le norme e le tasse con aliquote scaglionate per reddito siano già abbastanza dettagliate e incisive e in effetti credo che in Europa solo la Danimarca e la Svezia abbiano più tasse dell'Italia.

    I veri ricchi, in teoria, subiscono già una tassazione diretta di oltre il 43% che sommata a tutte le tasse indirette fa aumentare la tassazione reale sugli introiti annuali a ben oltre il 50% (mi sembra che con casi limite si possa arrivare vicini al 65%) cosa più che equa anche se al limite della "persecuzione comunista" visto che se si tassano troppo i ricchi poi questi rischiano di ridiventare poveri :-)

    Non dimentichiamo che i ricchi, in un modo o nell'altro, riescono comunque a influenzare le decisioni governative quindi, in tema di tasse, sarebbe molto difficile chiedere più dei valori attuali.

    Il punto cruciale però è che i ricchi ma anche i benestanti e spesso anche i quasi finti poveri, tentano di sottrarsi in ogni modo a questa tassazione, utilizzando vari modi (anche legali) che, in questi tempi non normali e con tendenze vagamente orwelliane danno più fastidio per la loro ingenuità che rabbia per la mentalità sgusciante e truffaldina.

    Dal mio punto di vista per le entrate basterebbe intensificare ancora di più la lotta ai grandi e medi evasori (totali o parziali), e riscuotere i cospicui crediti che lo stato vanta verso certe attività ludiche e d'azzardo.

    Insomma dal punto di vista delle entrate c'è ancora molto da fare ma la situazione non è del tutto drammatica (a parte le zone in cui certi fenomeni sono cronici); è invece il discorso sulle uscite che è un autentico scandalo per gli enormi sprechi e per come sono ripartite le spese (es. per l'entità di molte di esse a scapito dei servizi di base).

    Ecco, sapere che per non rinunciare alle "grandi opere disutili" e per non ridurre le decine di miliardi di spese militari erano pronti a "usare l'accetta" per tagliare ancora di più la sanità, la scuola pubblica e altri servizi indispensabili, fa veramente schifo.

    Poi è chiaro che la manovra "Monti" non è servita solo a evitare quello scenario di ulteriori tagli indiscriminati; la riforma pensionistica è stata fatta male, senza progressione, con eccessi evitabili, però in parte era purtropppo necessaria; su tutto il resto sorvoliamo.

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  10. visto che è stato citato Bonanni, dov'era durante il governo Berlusconi?

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