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sabato 10 novembre 2012

Un Euro per ghermirli e nel buio incatenarli

L'opera di Maurizio Cattelan in Piazza Affari a Milano.
Questa crisi di stampo finanziario, iniziata negli Stati Uniti nel 2008 e propagatasi come una pandemia in tutto il mondo ed in particolar modo nell'Europa del Sud, offre lo spunto ideale e l'alibi perfetto al capitalismo sfrenato, ormai liberatosi dallo spettro del comunismo e per questo ansioso di liberarsi dei fottuti residui di keynesismo compassionevole, per inoculare il liberismo hard a tutti i paesi che ancora non lo hanno sperimentato, nonostante la cura si sia dimostrata letale ovunque sia stata applicata. 
Letale per i popoli e le entità economicamente deboli, quelle dipendenti dal salario, s'intende, non certo per coloro che hanno tolto in quel modo ai deboli per arricchirsi ancora di più e che ovviamente difendono il liberismo in quanto ha fatto la loro fortuna.

Prima che qualcuno mi accusi di indivia del bene mobile ed immobile, specifico che qui non si discute il diritto alla proprietà privata ed all'arricchimento personale ed aziendale come frutto del proprio lavoro, cose che ormai si cominciano ad accettare anche a Cuba. Opporsi al  liberismo non è questo. Significa opporsi alla spoliazione sistematica di un popolo ed alla redistribuzione al contrario delle risorse dal 99% al famigerato 1%, a questa forma di neo-aristocrazia oligarchica fondata sul dio denaro. Spoliazione che sta avvenendo in Europa, ma sarebbe meglio dire nell'Eurozona, grazie alle regole finanziarie imposte dalla moneta unica, l'euro.

L'euro è stato uno strumento formidabile di asservimento dei paesi del Sud Europa al progetto liberista.  Non mi riferisco ai fantomatici piani franconazitedeschi di cui parla Barnard, ma a qualcosa di molto più banale: il primordiale istinto del pesce grosso a trovare un modo per papparsi il pesce piccolo. 
Il liberismo ha sempre occultato sotto la parola libertà la grettezza ed avidità di pochi che, in regime di deregulation totale e ripetendo il mantra che "il mercato si autoregola", hanno avuto licenza di arricchirsi in maniera quasi illimitata, fossero essi privati o multinazionali. 
Per la sua piena applicazione in Europa, in un continente fatto di tante realtà economiche diverse, come un quartiere cittadino dove convivono famiglie ricche e famiglie povere, era necessario prima creare un vincolo comune, un anello per domarli, per ghermirli ed incatenarli tutti. Poi i paesi più forti avrebbero facilmente strangolato i deboli per fagocitarli a prezzo di saldo.
Incatenarli tutti però meno i paesi che il liberismo lo avevano già sperimentato, come la Gran Bretagna. Se Albione non è nell'euro ha i suoi motivi. Uno di questi, io credo, si chiama Margaret Thatcher.

L'odioso Monti ha avuto diverse volte occasione di ammettere spudoratamente che le crisi periodiche servono, servono a piegare i paesi ad un disegno che non viene mai svelato pienamente ma che a noi pare nient'altro che di asservimento. Un piano che non prevede la democrazia come la conosciamo e il benessere per tutti. Difatti egli non dice che, dopo la cura, staremo meglio. Ci dice che dobbiamo ingoiare il veleno e basta, con il tono suadente di un Dottor Morte. Ripeto, non è niente di occulto, esoterico ed iniziatico, ma la cara vecchia politica dello squalo. Se sono così svergognati da ammetterlo, di volere tutto e di non aver paura di usare la forza per ottenerlo, in Europa dopo aver saccheggiato il resto del mondo, è perché non c'è più il muro e soprattutto le testate sovietiche a far loro soggezione. Sono in pieno delirio di onnipotenza e lì forse, per fortuna, sta il loro punto debole. 

Perché l'euro è un ottimo strumento di coercizione ma non è perfetto. Nasconde un fatale difetto di fabbricazione. Impoverendo la maggior parte dei paesi della sua area di influenza, alla fine distrugge la domanda necessaria a soddisfare l'offerta dei paesi forti. Per parlare chiaro, se proseguirà la politica deflattiva sui salari, le imprese licenzieranno e chiuderanno e lo Stato strangolerà i suoi cittadini in una sempre più stretta garrota fiscale, noi italiani ma non solo, tutti i paesi del Sud, non avremo più soldi per comperare le merci tedesche. E allora, te la saluto la Signora Merkel e i suoi compitini a casa del menga.

L'euro è un morto che cammina. Lo spread non è altro che il pagamento anticipato ai nostri creditori stranieri dei costi di uscita dall'euro. Uscita che molti vedono inevitabile, perché l'Economia l'aveva previsto, perché anche gli eurofanatici lo sanno ma finché c'è da arraffare fanno finta di niente.
Un modo per evitare, non la catastrofe fantomatica che l'Odioso & i suoi Scherani agitano sempre come spauracchio per obbligarci ad obbedire come scolaretti, ma la vera disfatta civile e democratica del nostro paese, necessita di un atto di coraggio, di un gesto quasi folle ma che potrebbe scatenare una reazione a catena in tutta Europa, spingendo altri paesi in crisi ad una salutare manovra di emulazione.

Ieri, una delle notizie più retweettate è stata quella del rifiuto dell'Europa a sobbarcarsi il costi degli aiuti all'Emilia terremotata. I TG si sono arrampicati sugli specchi dicendo che "ma no, che credete, non è così, vedrete che alla fine pagheranno". Però, per l'economia dei disastri e dello shock conseguente, lasciare una popolazione in balia del disastro economico conseguente al terremoto HA UNA SUA LOGICA. Ricordiamoci del terremoto "che non viene tutti i giorni". Quindi è giusto indignarsi e non farsi troppe illusioni sul sostegno di un Europa che sta diventando ogni giorno di più il teatro di una guerra del tutti contro tutti.
Quindi, perché rimanere in un'Europa così?
Potrebbe bastare questo pretesto per sbattere le porta, se fossimo un paese coi coglioni e non di coglioni.

Se un partito avesse la visione della situazione e volesse riempire il vuoto istituzionale attuale con una proposta concreta di riappropriazione della sovranità nazionale, uscita dall'euro e rinegoziazione di ogni trattato europeo all'insegna della vera parità tra paesi, troverebbe campo libero, non avrebbe rivali. Alle elezioni, presentandosi con un programma completamente opposto a quello sfascista di Monti, opposto ai diktat dell'Eurozona, e favorevole agli interessi veri e collettivi del paese, un partito così, espressione di tutte le forze sofferenti per colpa della crisi, senza barriere tra destra e sinistra, tra lavoratori ed imprenditori, ho paura che farebbe sfracelli, prenderebbe la maggioranza assoluta.

Questo partito per ora non esiste, perché è tutto un partito unico dell'euro, compresi i presunti volti nuovi come Grillo che, sull'argomento, furbescamente non si pronuncia. Non esiste alternativa alla cura Monti,  chiunque diventi premier, tanto meno a sinistra. Il PD addirittura obbliga chi vota alle sue primarie farsa a sottoscrivere il contratto capestro con l'Eurozona; SEL vuole cambiare l'Europa alleandosi con il PD che non la vuole cambiare.
Ecco perché forse sarebbe questo il momento per fondarlo questo partito di legittima difesa, questo tentativo di salvataggio di una nave già condannata ad un affondamento programmato.
Farlo ora, prima che qualche Grande Opportunista non si appropri, da qui alle prossime elezioni, ingannando per l'ennesima volta questo paese, dell'unico argomento vincente per comperarselo e poi distruggerlo.

5 commenti:

  1. Cara amica Lameduck,

    a dire il vero un partito contro l'euro c'è sempre stato: la lega.

    Io non credo che l'euro sia un male, anzi potrebbe portare vantaggi a tutti i paesi dell'euro zona, ma in questo momento viene gestito a vantaggio dei paesi forti e a nostro svantaggio.

    Un euro così alla fine porterà svantaggi a tutti.

    Negli anni'70 sono entrate in crisi le ricette keynesiane. Oggi non esiste un nuovo Keynes in grado di indicarci una via d'uscita dalla crisi.

    L'unica cosa certa è che le teorie neo liberiste portano alla catastrofe come dimostra la Grecia.

    Tagliare gli stipendi dei lavoratori e licenziare, comporta un crollo della domanda. Se crolla la domanda le fabbriche non vendono e licenziano.

    I licenziamenti provocano un nuovo crollo della domanda che innesta un cricolo vizioso. Tutto questo provoca un aumento (i licenziati disuccupati non possono pagare le tasse) del debito pubblico.

    In pratica ci troviamo in una situazione simile ai primi anni '30.

    Io non so quale sia la soluzione, ma so di certo che l'euro e le ricette monetariste della troika ci stanno portando alla catastrofe.

    Ciao Davide






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  2. "indivia del bene" ?

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  3. "Un piano che non prevede la democrazia come la conosciamo e il benessere per tutti"
    Stiamo studiando e ogni giorno impariamo qualcosa di nuovo, per cui - libro per libro - ti/vi consiglio "Sudditi. Manifesto contro la democrazia di Fini Massimo" per capire che la democrazia "come la conosciamo" è come l'euro "come lo conoscevamo" prima di rifletterci sopra e cominciare ad aprire gli occhi.

    Ciao e grazie

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  4. Adetrax12:03

    @Davide

    Deduzioni e conclusioni corrette ... ma non è detto che siano le uniche :-)

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  5. Adetrax13:31

    L'articolo in oggetto presenta riflessioni condivisibili e pone temi che sono molto interessanti che potranno essere ulteriormente sviscerati in futuro.

    Piuttosto è utile cogliere l'occasione per fare qualche riflessione (magari anche banale) sulla scultura posta in Piazza Affari.

    Come si può intuire, il potere che forse suggerisce e/o comunque approva la costruzione di queste "geniali trovate" da sbattere ogni giorno in faccia alla gente che passa, ha il suo lato sadico ed ironico e si compiace di non nasconderlo affatto.

    Il concetto espresso pare essere quello del "fuck you" ed il relativo gesto è prima o poi compiuto anche da molti personaggi pubblici che appartengono a determinati club legati mani e piedi al potere.

    Ad esempio quel gesto è stato compiuto compiuto "anche" da:

    - G. Bush in TV come gesto propiziatorio prima delle elezioni del 2000;

    - la Santanché ai contestatori;

    - B. durante un comizio, con una modalità un po' più sottile degli altri, ovvero durante una delle sue solite storielle intrattenitive;

    - Bossi;

    - ecc.

    La lista è ovviamente molto lunga e non riguarda ovviamente solo i politici più conosciuti ma anche molti che sono parcheggiati in attesa nell'ombra e che potrebbero essere pronti ad azioni di "ricambio" generazionale.

    Come si può intuire quindi, il gesto non è semplicemente di natura grezza, cafona e maleducata, ma ha, molto probabilmente, anche una sua valenza simbolica soprattutto quando è compiuto in pubblico.

    Il fatto che, al di la delle motivazioni ufficiali espresse, si sia consentita la costruzione di un'intera scultura (di dimensioni non indifferenti) per celebrare quel gesto in un luogo pubblico è quindi molto significativo del punto i cui si è arrivati, ovvero della confidenza che il sistema ha di proseguire comunque con i suoi piani.

    Diciamo che questa confidenza ce l'aveva già 40-50 anni fa (e forse ce l'ha sempre avuta) ma la esprimeva in modi molto più sottili, ad es. attravero produzioni mediatiche (film, canzonette, ecc.), ora invece è diventato tutto molto meno metaforico e quindi più esplicito.

    Morale del discorso sarà bene prenderne atto dato che non si può ignorare la possibilità che, anche nella sola Italia, ci possano essere decine o centinaia di migliaia di persone legate direttamente a meccanismi e strumenti facilmente azionabili dal potere di alto livello.

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