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lunedì 6 maggio 2013

Perché questi mica sono testimoni così, sono oculari




Una volta all'Università mi hanno raccontato questo esperimento di psicologia della testimonianza. 

Un uomo è all'angolo di una strada piena di gente nei pressi del parcheggio di un centro commerciale. All'improvviso si mette a urlare gridando di essere stato testimone del furto appena compiuto di un'auto in sosta. Accorre gente. L'uomo descrive il ladro come alto, magro, scuro di capelli. Qualcuno corre dall'altro lato del parcheggio per tentare di fermare l'auto in fuga. Il capannello di gente aumenta. 
L'uomo aggiunge che, quando il ladro ha aperto la portiera dell'auto, da essa è scappato un cane, un pastore tedesco.
"Lo conosco!" si fa avanti una donna, "si chiama Puck e il suo padrone abita qui vicino, si chiama XY, viene sempre a fare la spesa qui". "Si, lo conosco anch'io  il padrone, si chiama Mario, fa l'elettricista e Puck è un cane grosso, dal pelo folto." "No, ti sbagli, è un pastore tedesco a pelo corto". "Ma no", salta su un altro, "Quello è Poldo, il cane di A.B., Puck è nero, è un pastore belga."
"L'ho visto io il cane!" interviene una donna, "l'ho visto correre verso Via X, dietro l'auto, una Ford Fiesta, laggiù". "Un'auto rossa, si, l'ho vista anch'io", aggiunge un anziano. "Io ho visto il ladro, una brutta faccia, prima, dentro il supermercato. Sembrava uno straniero". "Eh già, sono sempre loro..."

La storia va avanti ancora per un po', con gente che continua ad aggiungere particolari sul ladro, sull'auto, su Puck e il suo padrone. Particolari sempre più precisi e dettagliati.

Non c'è bisogno che vi dica che non vi era mai stato alcun furto d'auto, quindi alcun ladro; che non era mai esistito alcun cane e che quello era un esperimento. L'uomo che ha dato l'allarme era un attore.

La morale? Che la testimonianza è un meccanismo psicologico molto delicato, dove agiscono molti fattori come l'emozione del momento, in alcuni casi lo shock, la rimozione, la falsa percezione e dove, se la testimonianza è collettiva, ogni elemento del gruppo può modificare, aggiungere o addirittura stravolgere il resoconto dei fatti.  Per questo, più passa il tempo e più si ha tempo di elaborare una testimonianza, più tenderanno ad emergere elementi che non c'entrano con i fatti nudi e crudi. Ci si suggestionerà a vicenda, l'opinione del singolo potrà diventare opinione condivisa. Per questo, in generale, sono le primissime testimonianze di un avvenimento, quelle meno successivamente elaborate, ad poter essere considerate le più attendibili.

P.S. Il titolo è un omaggio a Totò.

10 commenti:

  1. mi sfugge il collegamento alla cronaca. non ho capito neanche l'omaggio a totò. sono io giù di tono o sei tu estremamente criptica?

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    1. Si, sono criptica e pure cinefila e me ne vanto. Se non si capisce il senso, pazienza. Chi vuol capire capisce, mi dispiace.

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    2. Caro amico Paulista,


      "mi sfugge il collegamento alla cronaca"

      Non è detto che ci sia sempre un collegamento diretto con la cronaca nostrana. Magari potrebbe essere un discorso più generale.

      Un po' come quando c'erano le pestilenze di peste e tutti vedevano untuori dappertutto.

      Non c'era nessun untuore, ma tanti venivano linciati con l'accusa di essere untuori.

      Ciao Davide

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    3. @paulista

      Guarda QUI!
      (crop ad-hoc da Miseria e nobiltà)

      L'omaggio a Totò "ci sta perché ci cape"... ;)

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    4. Vedi paulista, che ragazzo sveglio è Davide? Mi ha subito fatto il parallelo storico con il fenomeno degli untori.

      Se vuoi puoi anche andare oltre e pensare che, se vuoi far sì che la gente creda di aver visto qualcosa, basta che gli innesti un piccolo indizio, possibilmente a base ansiogena, e lei ci costruirà sopra una verità virtuale resistentissima e quasi permanente.
      Sto facendo lezioni gratuite di propaganda, perché tra un po' avremo ancora più bisogno di riconoscerla in tempo per difendercene.

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    5. @ davide: il collegamento c'è, poi lame è bravissima come al solito a trasformarlo in un discorso di più ampio respiro. stavolta ha volutamente criptato il messaggio, e anch'io come cogitans ho inizialmente collegato il post alla fresca vicenda del divo. solo che troppe cose mi sfuggono, ma ci arriverò.
      @ barbara: la propaganda è quotidiana e onnipresente, e prende forme sempre più sottili ed elaborate. spiegarne le dinamiche è fondamentale, tu lo fai sempre sapientemente.
      ciao - paolo

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    6. @Cogitans
      Che meraviglioso suggerimento! Stavo sfruculiando le memorie cinefile da ore per ricordare da quale film era tratta la battuta ma mi hai preceduta. Il grande Felice Sciosciammocca di "Miseria e nobiltà". Grazie, così ho potuto linkare il chop nel testo.

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  2. Cara Barbara, l'aneddoto è gustoso e verosimile ma "non so perché" mi fa pensare (in versione triple face) al divo Giulio oggi scomparso. ;)
    Testimone e attore (con i suoi propri occhi e le sue proprie dotate orecchie) per antonomasia di tutto quello che "non sappiamo". E visto che la "scatola nera" incorporate non c'è più c'è solo da sperare che abbia lasciato una discreta quantità di "papelli" per i posteri...

    Per contro, i finti "testimoni/amici" in futuro lo "utilizzeranno" per raccontare una quantità immane di corbellerie alla come viene viene per confondere vieppiù le menti del popolino frastornato già di suo. Ai posteri l'ardua eventuale lettura...

    Comunque sia potrei sbagliarmi (??), quindi rimarrò fedelmente e bovinamente in tema. ;)
    A proposito di testimoni e di testimonianze anni fa lessi un "libercolo" nel quale si accennava quanto segue:

    "Egli è un punto considerabile in ogni buona legislazione il determinare esattamente la credibilità dei testimoni e le prove del reato. Ogni uomo ragionevole, cioè che abbia una certa connessione nelle proprie idee e le di cui sensazioni sieno conformi a quelle degli altri uomini, può essere testimonio. (...) La credibilità dunque deve sminuirsi a proporzione dell'odio, o dell'amicizia, o delle strette relazioni che passano tra lui e il reo. Piú d'un testimonio è necessario, perché fintanto che uno asserisce e l'altro nega niente v'è di certo e prevale il diritto che ciascuno ha d'essere creduto innocente. La credibilità di un testimonio diviene tanto sensibilmente minore quanto piú cresce l'atrocità di un delitto o l'inverisimiglianza delle circostanze; tali sono per esempio la magia e le azioni gratuitamente crudeli. Egli è piú probabile che piú uomini mentiscano nella prima accusa, perché è piú facile che si combini in piú uomini o l'illusione dell'ignoranza o l'odio persecutore di quello che un uomo eserciti una potestà che Dio o non ha dato, o ha tolto ad ogni essere creato. (...) Parimente la credibilità di un testimonio può essere alcuna volta sminuita, quand'egli sia membro d'alcuna società privata di cui gli usi e le massime siano o non ben conosciute o diverse dalle pubbliche. Un tal uomo ha non solo le proprie, ma le altrui passioni. Finalmente è quasi nulla la credibilità del testimonio quando si faccia delle parole un delitto, poiché il tuono, il gesto, tutto ciò che precede e ciò che siegue le differenti idee che gli uomini attaccano alle stesse parole, alterano e modificano in maniera i detti di un uomo che è quasi impossibile il ripeterle quali precisamente furon dette. (...) ma le parole non rimangono che nella memoria per lo piú infedele e spesso sedotta degli ascoltanti. (...) "

    (Cit. Cesare Beccaria, "Dei delitti e delle pene", 1763, Cap.13, Dei testimoni)

    Una quantità innumerevole di esperimenti condotti negli anni da fior di ricercatori hanno ampiamente dimostrato che la gran parte delle testimonianze di un fatto/criimine sono molto spesso contraddittorie e assolutamente inattendibili. Non è infrequente infatti che un perfetto innocente ed estraneo ai fatti si trovi in un men che non si dica dietro le sbarre senza sapere né il perché né il percome. Di qui l'assoluta necessità (di questi tempi) di comprare e indossare prossimamente i "Google Eyes" (grazie sponsor per il bonifico) et similia (sponsor generico non pagante) per salvarsi in corner da brutte situazioni sempre più possibili. O dotarsi per tempo di un bel pool di avvocati penalisti di qualità con prevista accensione di mutui o azzeramento dei risparmi di una vita per le parcelle. E tutto questo solo per salvarsi la pellaccia da eventuali testimonianze di dementi (+/- in buonafede) in libertà.

    In ogni caso, come diceva il grande Vonnegut, "Che (ca##o di) pianeta!"
    :D

    p.s.
    L'epiteto tra parentesi l'ho aggiunto io.

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    1. astabada09:31

      Ricordando di Andreotti il ritratto che ne fece Moro in una delle sue lettere (si puo` essere grigi, ma onesti...) direi che sei ingenuo a sperare nell'esistenza di un archivio.

      Qualora esistesse, ad esempio a garanzia della sua immunita` e incolumita`, sarebbe ingenuo se lo Stato lo lasciasse nelle mani della famiglia. Come tutte le famiglie anche quella dell'onorevole scomparso non e` necessariamente affidabile, e potrebbe cedere alle lusinghe di intellettuali e giornalisti (con le barbe vere o finte).

      Parafrasando il nostro: a sperare non si fa peccato, ma raramente ci si azzecca.

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    2. @ cogitans
      In questo blog cazzo si scrive cazzo. (Tanto Saviano non ci sente)

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