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sabato 5 luglio 2014

Il paese degli impronunciabili

Censuratemi anche questo vino sudafricano

Non ho parole. Mentre in Ucraina si sta compiendo un massacro in nome degli stessi principi shockeconomici che stanno devastando le economie dei paesi del sud Europa, giornali e telegiornali, invece di occuparsene e di mostrarne le atroci immagini, avendo oltretutto ormai bruciato la fondamentale copertura dei passaggi dei giornalisti di regime da una contrada all'altra con i relativi cavalli, trovano il tempo di spiare i tweet altrui e, appena trovato lo spunto giusto, riescono ad imbastire campagne di stampa indegne a cui vanno subito dietro, a strascico, colleghi rancorosi, bloggherucci da quattro soldi, tutti i volonterosi carnefici da commento a peto libero, e la solita fauna di disadattati da social, ai quali una bella frullata di elettroshock prima e dopo i pasti  farebbe un gran bene.

Conosco Debora Billi e so che è un'ottima giornalista che non merita affatto questo troiaio mediatico abilmente scatenato da chi sa di avere a disposizione un parco capre di simpatizzanti vogliosi di menare fascisticamente le mani contro gli avversari politici, non risparmiando l'insulto personale, di genere e quant'altro di vomitevole. E le donne, come in tutte le dittature, sono le più scatenate.
Quanto sto vedendo è allucinante. Perfino i telegiornali oggi dedicano servizi a questo niente, ad un processo alle intenzioni da manuale, creato sulla combinazione che una certa persona si chiama Giorgio come un'altra recentemente scomparsa. Che l'Ucraina che si ribella si fotta, assieme a tutti coloro che si oppongono al capitalesimo.

Se questo è un processo, allora io assumo la difesa. Cari signori dell'accusa, mi dimostrate che il Giorgio nominato da Debora era proprio quello? Scommettiamo che non ci riuscite nemmeno in duemila anni e che nessun giudice sano di mente sarebbe in grado di ravisare il vilipendio nel tweet di Debora a meno che non appartenesse ad un tribunale speciale? 
Sapete cosa è questo canaio, a cosa assomiglia, di cosa olezza inequivocabilmente? Di pura Stasi, terrore staliniano, di quando Giuseppe, notoriamente paranoico (e mal ne incolse all'illustre psichiatra sovietico che osò diagnosticargliela) condannava qualcuno alla Siberia o peggio solo perché non gli piaceva come il malcapitato lo stava guardando in quel momento. "Tovarisch, il tuo sguardo non mi piace".

Non a caso uno dei segni inequivocabili della dittatura è la follia che si insinua in ogni aspetto dei rapporti umani; il sospetto, il preconcetto, la supposizione, la voglia matta della delazione, il quanto si gode a portare qualcuno alla gogna per omaggiare il potere. E tanto meno è degno questo potere tanto più si gode. Chi aderisce alla dittatura è talmente inebriato dal suo gas obnubilante che è sicuro di saper sempre cogliere il vero significato delle intenzioni altrui, ossia del nemico, mentre invece vede solo cose proiettate dalla propria mente.

Fanno paura ma, come tutte le altre volte, saranno sconfitti. Chi vede piccoli grilli camminare sui muri è in pieno delirium, ha il cervello già in pappa. 
Possono vietarci di nominare i gerarchi, spezzarci le dita se osiamo digitare associandoli a qualsiasi cosa non gradita i Mattei, le Laure, i Giorgi, i Marii, e l'intera casata dei Killemmuort di ogni ordine e grado. Possono trasformarli in tanti tetragrammi piatti da idolatrare. Possono tentare di controllare il pensiero e manipolarlo a loro piacimento, intimorire e manganellare i dissidenti. Tanto questo paese non l'avranno. 

11 commenti:

  1. hehehe bellissima l'etichetta del vino, veramente azzeccata.

    che t'aggio a di', si sa che in Italia la macchina del fango ha sempre il motore a pieni giri, e per questo a un certo livello bisognerebbe avere almeno uno stadio di test di ogni comunicazione prima che venga resa pubblica... proprio per evitare di autoaffondarsi cosi' ... basterebbe cosi' poco, un aiutante alla comunicazione, ma certo che se il M5S tutti i soldi li rende allo Stato Ladrone invece di creare posti di lavoro in politica e comunicazione, uno deve fare tutto da solo e poi fa cazzate....

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  2. Il "Giorgio" in questione sarebbe questo "Giorgio? :

    "Radaelli non era l'unico cassiere del Psi. Delle "dazioni" si occupavano anche due architetti: Claudio Dini, succeduto a Natali alla presidenza della Metropolitana, e Silvano Larini, grande amico di Bettino Craxi e di Silvio
    Berlusconi, rinomato velista, noto per trascorrere almeno sei mesi all'anno tra l'Isola di Cavallo e la Polinesia. "Claudio Dini era perfettamente a conoscenza anche della situazione relativa al pagamento delle tangenti - racconta ai magistrati il collega Luigi Carnevale - e fu lui che in quell'epoca mise in cantiere diverse regole. Innanzitutto, disse che non voleva avere alcun rapporto diretto con le tangenti e che a suo conto avrebbe operato (architetto Silvano Larini". Poi, seminando zizzania, Carnevale aggiunge: "Mi disse anche che era necessario riportare la percentuale al 4 per cento: infatti, per tutto il periodo della gestione Natali, ai partiti perveniva solo il 3 per cento, mentre noi avevamo sentore che le imprese già versassero il 4 e quindi che la quota dell' 1 per cento venisse trattenuta da Natali".

    Luigi Mijno Carnevale è un anonimo funzionario dell'ex Pci. Comunista e contemporaneamente massone, sconosciuto ai suoi stessi compagni, nel 1982 entra nel consiglio d'amministrazione della società Mm per conto del partito e in seguito ne diventa vicepresidente. Fa riferimento alla componente riformista, che a Milano fa capo a Gianni Cervetti e a Roma a GIORGIO NAPOLITANO ed Emanuele Macaluso: i "miglioristi", come sono chiamati, spingono da tempo per una forte alleanza con i socialisti e a Milano la loro corrente, secondo le testimonianze
    raccolte dai magistrati, aveva pienamente accettato il sistema delle tangenti."

    Racconta Carnevale:
    A partire dal 1987 e, per quanto mi riguarda, fino a poco prima dell'estate del 1991, ogni volta che ho incassato denaro ho provveduto a versare la quota del Psi direttamente nelle mani di Larini, nella mia abitazione, dove Larini veniva appositamente. A ben ricordare, credo che un'ultima rata posso averla versata a Larini nell'autunno del 1991. Ogni volta che prendeva i soldi, Larini diceva che una parte l'avrebbe consegnata a quelli di corso Magenta, intendendo con ciò la federazione milanese del Psi, e un'altra parte in piazza Duomo, intendendo con ciò riferirsi all'onorevole Bettino Craxi."

    (Dal libro "Mani pulite" di Travaglio-Barbacetto-Gomez, pag. 33)

    Chinacat

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  3. Anonimo00:00

    "Cari signori dell'accusa, mi dimostrate che il Giorgio nominato da Debora era proprio quello?"
    proprio per questo la Billi è stata stupida a chiedere scusa. Adesso il regime sa che di qualsiasi cosa (vera o falsa che sia) accuserà un grillino, non ci perderà mai, perchè anzichè respingere le accuse al mittente balbettano scuse come se fossero colpevoli. Così non hanno neanche bisogno di imbastire processi farsa, che nella loro pretestuosità costringerebbero il pianeta intero a riconoscere che in Italia c'è una dittatura a tutti gli effetti.

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  4. Se tu fossi il mio avvocato ti licenzierei.
    La pretesa di dimostrare che il Giorgio citato non è necessariamente Napolitano, è tecnicamente corretta e ineccepibile in un tribunale. Ma è chiaramente un cavillo, perché è evidente che si tratta di lui, e, cercando di nascondere il fatto dietro un cavillo, si finisce per giustificare l'accusa, accreditando l'idea fascista che non si possono fare battute sul presidente della repubblica.
    L'attenzione va posta ad un livello ben più alto: la battuta si riferisce certamente a Napolitano, ma siccome non esiste il diritto a non essere satireggiati, il fatto non costituisce reato. Quindi fottetevi.

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    1. Hai perfettamente ragione e non capisco perchè Lameduck si ostini ad arrampicarsi sugli specchi.
      L'uscita della Debora Billi é stata per lo meno infelice anche se a pensarla come lei magari si é in molti.

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  5. Anonimo12:12

    SENATRICE PUPPATO E L’ ART. 21 DELLA COSTITUZIONE.
    Art. 21 della Costituzione: “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”
    Quando nel marzo del 2013, Laura Puppato lo accusò di essere un piccolo ducetto , Flavio Zanonato, ora deputato al parlamento europeo affermò:
    “ Mi sembra giusto che la gente sappia che la Puppato non accetta le critiche e che non è affatto quella che sembra in televisione.”
    Sono stato denunciato da Puppato per averla diffamata con calunnie, il processo inizierà il 17 ottobre prossimo.
    La mia non è diffamazione personale, ma critica a comportamenti politici della senatrice Puppato, diffusa con i mezzi a disposizione di un cittadino. giornali online, social network, emails etc.,etc.. Ho aumentato la diffusione dopo che Puppato mi ha inviato a casa due volte il comandante dei carabinieri di Montebelluna, Arcidiacono per farmi cambiare idea e dopo la denuncia.
    Le mie critiche alla senatrice Puppato riguardano principalmente i seguenti punti:
    • La strumentalizzazione partitica dell’evento del Cansiglio il 9 settembre 2012. Puppato si presentò come oratrice unica e capogruppo del PD in Consiglio regionale Veneto. Fatto grave che ruppe l’unità delle forze antifasciste. Allego la mia lettera aperta dell’ anno scorso a Carlo Smuraglia e la sua risposta.
    • La sua performance come sindaco di Montebelluna. Tra l’altro fu denunciata al TAR dal WWF locale.
    • Quando nel luglio del 2011 il Consiglio Regionale Veneto si è pronunciato a favore della riconversione a carbone della centrale elettrica di Porto Tolle, Puppato capogruppo del PD non si è opposta come hanno fatto altri, per esempio Bertolissi eletto nella stessa lista, ma si è astenuta, facendo passare questo come una critica / atto di accusa alla politica veneta.
    • La legge 27/12 che permette al Movimento per la vita di entrare negli ospedali ottenne il voto favorevole da Puppato allora capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Veneto ( La commissione Sanità del Consiglio regionale poco tempo fa ha respinto il testo che autorizzava l' ingresso negli ospedali ad associazioni che si occupano di etica e salute. Il Movimento per la vita, innanzitutto. Così torna in giunta il regolamento della legge 27 approvata 2 anni fa. Una grande vittoria delle donne, una sconfitta per Puppato ).
    • L’ aver votato in Senato l’abolizione dell’art. 138 della Costituzione, dopo aver partecipato alcuni giorni prima, il 12 ottobre 2013 a Roma ad una manifestazione a sostegno carta costituzionale.
    • Il cambiare troppo spesso posizione. Puppattiana durante le primarie del PD del 2012 per ottenere la segreteria del partito e la presidenza del consiglio. Poi, via via, bersaniana, amica dei grillini,civatiana ed ora renziana.
    • L’ aver abbandonato per ben due volte il territorio dove era stata eletta, prima di terminare il suo mandato. Prima Montebelluna dove era sindaco,per diventare consigliere regionale veneta, poi il Veneto per diventare senatrice.

    Francesco Cecchini 21.06.2014


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  6. Ditemi quello che volete ma a me 'sti cinquestelle quando fanno così, mi piacciono assai poco. Invece i difendere la Deborah Billi gli chiedono di scusarsi. Questa Patrizia Menchiari poi, che dice che così facendo si danneggia il M5S! Vorrei ricordare alla Menchiari che il M5S è danneggiato da ben altro, ad esempio il suo modo ondivago di giudicare i fatti economi di questo Paese. Ma poi quante battute anche poco edificanti ha fatto lo stesso Beppe Grillo sul Giorgio Napolitano e tutti zitti, adesso perché ci ha provato la Deborah dagli all'untore. Bah! Che ti devo dire ci si indigna per lievissime cazzate e si rimane in silenzio per quelle che invece andrebbero riempite di merda fino al collo. Questi giorni sono stata a casa per un ricovero ospedaliero di un famigliare ed essendo a casa mi è capitato di sentire la tv più del necessario. Una cosa indicibile, è un continuo travisare le notizie, un continuo di luoghi comuni, una pubblicità sfacciata per tutto ciò che è europeo, nel senso di eurozona. Ecco in questo caso non si trova nessuno che prenda le distanze o che si sdegni o si irriti per le tante scempiaggini, ma per una battuta delle Billi si. Questa a casa mia è dittatura, ma la gente oramai è impegnata nel dare spazio all'apparenza non certo alla sostanza.

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  7. a)"La Fornero al Cimitero" did you remember ?
    b) Ma non esisteva in Italia il "gioco della Torre" dove potevi scegliere chi buttare giu? E'stato reso illegale per le alte cariche dello stato ?

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  8. Giuseppe07:56

    Non so, come privato cittadino ho detto anche di peggio, ma continuo a pensare che chi ha un ruolo pubblico debba evitare questo genere di linguaggio - e poco importa che Debora Billi sia "responsabile comunicazione" e non deputata o altro: per i mezzi di informazione è "un'esponente grillina", come tutti gli altri.
    Detto questo, la Billi (oddio, scritto così mi ricorda l'Ikea!) è stata oggetto di un accanimento mediatico delirante, con i fascistelli piddini che le hanno riversato addosso una quantità inverosimile del loro olio di ricino virtuale (e si spera che resti tale, anche se le parole usate da Renzi e tirapiedi vari, "sabotatori", "disfattisti" etc. richiamano sempre di più il ventennio), che riservano a chiunque osi opporsi al loro regime. In questo senso, e non per la frase infelice, anch'io mi sento solidale con lei.

    Infine, un appunto: ma ve li ricordate i bellissimi articoli di Debora Billi sulle materie prime, l'energia, la geopolitica? Solo io penso che da quando ha accettato (libera e comprensibile scelta) il ruolo di "responsabile comunicazione" dei cinque stelle, abbiamo perso tutti una delle più interessanti giornaliste italiane?

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  9. Mi viene in mente il buon Bertrand Russel nell'Elogio dell'Ozio.

    "Non si deve parlare di filosofia del fascismo, ma di psicanalisi del fascismo"

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