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mercoledì 11 marzo 2015

Il progetto per un nuovo bambino mondiale





"Fammi abbracciare un uomo che stira cantando e poi fatti un po' prendere in giro..."
(Umberto Tozzi reloaded)

Chiariamo un paio di punti, siccome si è letto di tutto sul "Gioco del rispetto", la penzata piddina di Regione Friuli e Comune di Trieste dedicata alla rieducazione (da interpretarsi in senso maoista più che in quello gender) delle giovani generazioni, anzi, di quelle giovanissime, visto che si comincerà dalla scuola dell'infanzia, per gli amici vecchi asilo.
Ho l'impressione che attorno ai protocolli di questo programma rieducativo si sia scatenata la peggior forma di psicologia della testimonianza, ovvero quella che fa degradare la veridicità dell'informazione originale fino a livelli di pura affabulazione, arricchendola di elementi perversi che provengono, per massima parte, dall'inconscio di chi la ritrasmette.
E' per questo motivo che non credo possibile e mi pare ridicolo pensarlo, anche se non mi stupirei di nulla, che essi prevedano denudamenti e "toccamenti" reciproci o forme di burlesque, come si legge da giorni su tutti i media. Calma e ragioniamo.

L'equivoco nasce dal fatto che si sta confondendo un programma educativo che parla di ruoli (casalingo, casalinga) con uno di educazione sessuale. L'equivoco del resto è inevitabile quando, da parte delle ideatrici di questa penzata, si parte già confondendo il genere con il ruolo. L'equivoco è ideologico e nasce da una fallacia, in quanto l'ideologia gender presume che l'identità dipenda dal ruolo, il quale dipende dal genere, quando ciò non è assolutamente vero. Anzi, per me l'identità di genere non esiste proprio essendo un costrutto totalmente ideologico teso a dividere l'umanità in due fazioni contrapposte, uomini e donne, in perenne lotta tra di loro, secondo un divide et impera che giova solo a chi vuole condizionarne la libertà.
Chiarisco perché tra genere, ruolo e sesso vedo già il fil di fumo delle meningi.

Ognuno di noi ha un'identità : 1) genetica; 2) sessuale; 3) di ruolo. 

L'identità genetica è immodificabile. Si nasce geneticamente maschi o femmine e non si scappa. L'identità sessuale invece è modificabile, perché è quella che si forma per interazione tra il sesso genetico e le esperienze di vita e il cui risultato nella vita adulta dipende soprattutto dal caso. Dall'identità sessuale deriva, ma non necessariamente, l'orientamento sessuale.
L'identità di ruolo è la più intercambiabile e variabile. Ognuno di noi assume vari ruoli, passando da uno all'altro addirittura nel corso della giornata. Quindi non è detto che, come si dice, ognuno assuma i ruoli del proprio genere e ne rimanga prigioniero. Una donna quando è madre assume un ruolo femminile ma se per lavoro fa la boscaiola ne assume contemporaneamente uno tradizionalmente maschile. Le varianti e le eccezioni sono infinite. 
Avete già capito che, con il discorso dei ruoli, dal naturale siamo ormai passati totalmente nel culturale. 
E' in questo campo che si è avuta maggiore evoluzione rispetto al passato. I padri al giorno d'oggi sono infinitamente più mammi dei padri di una volta. Le mamme sono meno mamme e meno ossessivamente presenti, le bambine non giocano solo con le bambole e i maschi con i soldatini - ma questo era vero anche cinquant'anni fa. 
Perché quindi un progetto educativo dovrebbe puntare sui "ruoli" parlando di rispetto, quando ci sono eserciti di uomini che ormai lavano i piatti, fanno la lavatrice e stirano senza fiatare, anzi, continuando a beccarsi pure le svergate del: 

"Cos'hai? 
Dovresti saperlo cos'ho!"

E' evidente che la suddivisione dell'umanità per genere non solo non è corretta ma limitante e totalizzante oltreché assolutamente ideologica e perciò nefasta. 
Pensate stia esagerando? Perché, è così difficile da capire quanto sia sbagliato inculcare dei principi ideologici a dei bambini, soprattutto se si pretende addirittura con ciò di cambiare una mentalità comune?
Diffidate sempre da chi punta sui bambini per "cambiare le cose" e lo fa istituzionalmente con i figli degli altri.

Queste ideatrici del "Gioco del rispetto" - e Dio ci scampi dagli adulti che pretendono di sapere cos'è il gioco per un bambino riducendolo ad un'attività pratica, quando invece è soprattutto attività allucinatoria e fantasticamente psicotica inconoscibile all'adulto - pretenderebbero, è giusto che si sappia, di "prevenire la violenza contro le donne, partendo già dalle scuole dell’infanzia" e considerano il loro "un progetto che nasce con urgenza dall’incredibile arretratezza culturale e sociale che vuole le donne italiane agli ultimi posti nella classifica del gender gap mondiale."
La loro mission? "Possiamo sperare che con questo intervento, forse, i nostri figli e le nostre figlie si ricorderanno da grandi che possono essere padri, madri, casalinghi, casalinghe, piloti di aerei maschi o femmine che siano, in maniera libera senza sentirsi strani?"

Trattenete gli esticazzi, perché rischiate di esaurirli prima di aver letto tutto il comunicato pubblicato sul sito del progetto, ad autodifesa delle infamanti accuse ricevute da giornali, televisioni e social.
Vedete, a me questi discorsi fanno attivare l'antivirus per una motivazione che riassumerò in una frase forte ma significativa: il gender ha rotto i coglioni. E perché li ha rotti? Perché è stato generato dai lombi del femminismo piagnone, che ormai è assodato essere strumento ben oliato di asservimento al pensiero unico uniformante ed omologante, il grande progetto per un futuro lavoro in pelle dalle emozioni e comportamenti standard approvati dal nuovo ordine.

Eh si, care ragazze e colleghe e vicesindache, perché se non vi siete ancora accorte che il diktat che impone l'appiattimento verso il monosessualismo non è libertà ma il contraltare del monopensierismo non so che farci e se lo fate perché la cosa vi sembra di sinistra e femminista le cose stanno ancora peggio di quanto pensassi.
Vi credo se dite che non farete le cosacce con i bimbi, ma penso che l'intento di modellarli secondo la vostra idea di uomo e donna o donno e uoma, che poi non è nemmeno la vostra, sia ancora più pericolosa.
Gli uomini hanno sempre saputo esprimere emozioni prima dei vostri giochi del rispetto, le donne si sono fatte avanti nella società ed hanno contribuito a plasmarla e a definirne alcuni principi di libertà e convivenza, fottendosene del fiocco rosa o azzurro a scuola, prima delle vostre attività didattiche. Abbiamo ottenuto donne e uomini liberi da bambini cresciuti in ben altri tempi oscuri ma sicuramente più illuminati di oggi; esistono al mondo popolazioni che vivono la sessualità e i ruoli in modo completamente diverso dal nostro modello occidentale e non sta scritto da nessuna parte che la salvezza del mondo dipenda dal fatto che un uomo sappia stirare. O mio Dio, per correttezza vi segnalo che ho conosciuto uomini bravissimi a stirare solo perché erano stati in Marina.
Il pensare che rinchiudendo uomini e donne entro il concetto limitato di genere possa eliminare la violenza, per giunta solo quella contro le donne perché quella contro gli uomini non pare a voi pervenuta, è talmente assurdo che quando si è letto del "gioco del rispetto" e dello scambio dei ruoli e delle mascherine da fatina e Zorro si è pensato invece a qualcosa di più losco, ad un tentativo di metrosessualizzazione in blocco dei piccoli e si è giunti a delirare di "toccamenti". Per la verità nei protocolli l'accenno alla consapevolezza dei propri differenti genitali c'è ed è logico che qualcuno sia scattato come un salvavita.

Ragazzi, non scherziamo. I bambini non hanno certo bisogno di una penzata piddina per esplorarsi reciprocamente in modi che già ai miei tempi facevano inorridire le suorine in latex dei pochi asili allora esistenti. Non hanno bisogno nemmeno di suggerimenti per indossare i vestiti dei genitori, inclusi quelli del genitore dell'altro sesso, giocare con la cacca, fingersi morti, torturare animali e quant'altro.
Ricordo che un medico viennese del secolo scorso aveva già intuito la polimorfa "perversione" del cucciolo d'uomo, prendendosi anche lui le canoniche mazzate dai bacchettoni del tempo. Con una differenza: che Freud non era piddino, anzi, discretamente misogino e in più a quell'epoca non c'era la menata gender, che non è poco. 
Il contributo di Freud, troppo spesso sbeffeggiato come roba vecchia, rimane tuttavia fondamentale quando, descrivendo lo sviluppo della sessualità infantile, utilizza il modello di un processo per gradi e fasi. Un periodo in cui si passa da una reazione all'altra, si modulano sentimenti e sensazioni fino a raggiungere un proprio equilibrio che sfocerà nell'orientamento sessuale definitivo. Che sia esso etero od omosessuale o asessuale, non importa.

L'esistenza indubbia di traumi infantili che affliggono la vita sessuale adulta indica come questo sviluppo per fasi debba procedere preferibilmente senza intoppi ed intromissioni che possano disturbare ed ostacolare un percorso già di per sé assai difficile, dando origine eventualmente a pericolose "fissazioni". 
Queste intromissioni provengono quasi sempre dagli adulti e non si deve pensare solo ad atti di pedofilia. Anche coloro che vorrebbero preservare il bambino da ogni contatto con la sessualità, perfino quella pura e naturale dell'infanzia, attraverso un'educazione repressiva e sessuofobica compiono altrettanti danni del pedofilo che inizia troppo precocemente una mente in formazione al mondo della sessualità adulta. Soprattutto disvelando l'oscuro carattere di potere e prevaricazione di molti rapporti tra adulti ad occhi ancora abituati a vedere il lato naturale delle cose.

Qual è il danno peggiore che provocano gli atti di pedofilia e, aggiungerei, la sessuofobia di certi educatori? Proprio l'intromissione della sessualità adulta, ma direi della visione adulta della sessualità, nello sviluppo del bambino con modalità che più che sessuali sono di potere e di sottomissione. Un essere libero (nel senso più completo possibile del termine) e ancora non abbastanza condizionato da sovrastrutture ideologiche come il bambino viene rinchiuso nella gabbia della sessualità univoca ed ossessiva, infine totalitaria, del pedofilo e del sessuofobo senza che egli possa capire perché ciò stia accadendo, anche se intuisce che è una cosa brutta, perché è brutta la negazione della libertà. La schiavizzazione dell'essere libero, perpetrata per giunta, nel caso della pedofilia, con l'inganno e la seduzione, con il terrore e il timor di Dio o di Partito o della Morale idealizzata nella sessuofobia sono cose che da adulti si sperimentano fin troppo quotidianamente per permettersi di rovinare anche il momento felice e puro dell'infanzia.

E' questo il senso della dannosità della pedofilia, della sessuofobia e di tutto ciò che pretende di condizionare, plasmare e rieducare i piccoli. Da ultimo questa nefasta e fallace ideologia gender che per giunta inculca in bambini ancora nella fase naturale e dalla sessualità indifferenziata, come sono i bimbi della scuola materna, principi totalmente culturali, adulti e puramente arbitrari di genere e ruolo che a loro sono ancora estranei, confondendoli solamente.

Non biasimo le colleghe sapientone che evacuano con fatica questi programmi, perché praticamente l'unica cosa che ci si aspetta in Italia da uno psicologo è l'evacuazione del progetto educativo de sostanza, ma sarebbe bene che, per le ragioni addotte, la genderofilia se ne stesse al di fuori delle scuole e lontano dai bambini. Diciamo out of range. Insomma, leave the kids alone.


P.S. Il Giornale ha pubblicato i documenti del progetto:

Ecco le linee guida del gioco del gender
Ecco le schede dei giochi per i bambini
Ecco la storia a fumetti di Red & Blue
I nomi declinati al maschile e al femminile


24 commenti:

  1. Anonimo17:57

    "il gender ha rotto i coglioni"
    Basta la parola.
    Teresa

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  2. Anonimo18:42

    Gianbenedeti S.
    Le ipotesi sono due:
    O questi sono stupidi ignoranti e deliranti (ma non lo credo); allora devono essere allontanati ed interdetti.
    O questi sanno benissimo ciò che fanno; allora in questo caso ‘volontariamente’ creeranno dei mostri; i quali faranno aumentare gli omicidi di femmine e maschi . (aboliamo, per cortesia, le parole femminicidio e ominicidio). L’aumento di questi crimini giustificherà ulteriori ingerenze nella costruzione dell’ uomo e della donna futuri. 4M . marroncini monosesso maniaci manipolabili. Elementare Watson

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    1. Anonimo19:44

      IL BARONE RAMPANTE

      Eh, caro mio.
      Avete voluto lo stato? Avete voluto Hobbes? Avete voluto Marx e Keynes? Ecco le conseguenze....

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    2. Quando uno non conosce la SOSTANZIALE differenza tra Marx e Keynes dovrebbe evitare di nominarli.
      Comunque la parte politica più sensibile a questo genere di cazzate è proprio il PD, ovvero il partito più liberista in Italia, agli antipodi di qualsiasi concetto e ideale di sinistra.

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    3. Anonimo00:26

      IL BARONE RAMPANTE
      Ahahahahahahahahah
      E magari pure quel piddino di Hannibal era liberista, eh Agente Starling?

      No, cara. Non ho scritto che Keynes e Marx sono la stessa cosa, ho scritto altro. Rileggi bene.
      E comunque tenderei a ricordare che teorie genederiste, sessiste, femministe ecc... vengono proprio dalla sinistra e non mi pare che il PD (se veramente di sinistra non è) si opponga ad esse.

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  3. Questa è opera della Boldrini. Per favore qualcuno la rimandi alle operazioni umanitarie in Afghanistan, almeno.lì data la.situazione non può rompergli i coglioni con lla sua mania da paladina della giustizia femminile. Eccheca...

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  4. Per piacere, per piacere, per piacere... puoi inviare questo post al "Piccolo di Trieste" alla rubrica Segnalazioni? C'è abbastanza cultura psicologica in questa città ed anche abbastanza gente a cui inviare una riflessione affinchè la tua analisi non venga persa da una platea interessata e che potrebbe fare il salto dal gossip al ragionamento (scientifico). Grazie.

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  5. Bellissimo post.

    Questa è una della questioni più importanti da affrontare che sono portate avanti dal piddinume mondiale.

    D'altronde il piddino è il prodotto zombiezzato dell'ingegneria sociale sessantottina, poi massificata anche da questa parte dell'Atlantico.

    Chiaramente in chiave eugenetica, malthusiana e, alla fine, di asservimento delle classi subalterne: inutile dire che è metastasi del politically correct che nasce al centro dell'Impero in chiave di sterilizzazione del "femminile" e di castrazione del "maschile".

    Riflessioni fondamentali sul tema in chiave divulgativa sono state fatte da Ida Magli, che rimane un "lume" e un riferimento culturale in Italia e nel mondo.

    Purtroppo il tema è fondamentale: ed è l'attacco all'identità. E, in questo contesto, è l'attacco portato a ciò che più è delicato dell'individuo nel momento della vita in cui è più vulnerabile: esemplare citare Freud sul tema.

    L'identità è il nerbo della resistenza spirituale, è quell'io soggetto che può nascere solo dopo un me oggetto che è l'origine del noi: è il riconoscersi in un certo posto e con un certo ruolo non soli come nella schiavitù e nella morte, ma reallizzati perché integrati in un sistema di relazioni tramite quelle attività e funzioni che si esplicano in ciò che viene chiamato Lavoro.

    Identità che permette tanto l'affasciamento di classe quanto la coesione nazionale.

    Ma il piddino non è il problema perché, essendo uno zombie, è già morto: vanno tolte le batterie dal telecomando dei master of puppets che stanno bestemmiando il nome d'Iddio su questo pianeta.

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  6. Anonimo22:54

    "... che impone l'appiattimento verso il monosessualismo non è libertà ma il contraltare del monopensierismo... "

    Hai enunciato una grande verità : armonizzazione.
    In un settore che mi mancava.
    Altri esempi noti : armonizzazione della lingua (verso l'inglese), del cibo (verso le produzioni industriali), delle economie (verso il mercantilismo).
    Qui mi fermo dopo un'ultima notazione.
    C'è un organismo che da trent'anni ce li sfracella. Chi l indovina vince una barretta di "cioccolato" quasi senza cacao.

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  7. Non ho mai voluto leggere un suo libro ma questo articolo mi sembra equilibrato e con idee molto chiare...
    http://www.corriere.it/opinioni/15_marzo_12/spiegare-bambini-cio-che-sesso-non-8ce64de8-c884-11e4-9fa6-f0539e9b2e9a.shtml

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  8. Premessa: il gender ha rotto i coglioni anche a me.

    Ma non mi è chiara la tesi dell'articolo, ho un po' di confusione Barbara, perchè a mio parere gli obiettivi di questa ed altre psyops messe in piedi dal baraccone mondialista non sono quelle di definire ed ideologizzare i bambini sulle differenze di genere, ma anzi, quelle di appiattire tutto verso il monossessualismo.
    Citi anche tu questo aspetto, ma poi non riesco a capire la tua linea di coerenza quando parli di rinchiudere le donne entro un concetto limitato di genere, ad esempio, che a quanto mi risulta è proprio quello che "loro" vogliono dissestare, trasformando la nostra identità genetica e culturale in qualcosa che più liquido non si può.

    La mia lettura è diversa: questi non hanno obiettivi "definitori", non ambiscono a dare una struttura organizzativa (della quale le differenze di genere fanno parte) assolutamente necessaria in una società complessa come la nostra, anzi, vogliono appunto frammentare anche quelle poche "sicurezze" socioculturali e quindi identitarie che abbiamo.

    Lo slogan "non c'è natura ma solo cultura" è una "loro" invenzione, e il loro obiettivo è quello di toglierci qualsiasi tipo di ancoraggio solido alla nostra storia e alla nostra cultura antropologica.

    E' quello che tu chiami "cosmetica dei diritti umani": spin creati ad arte per distrarre, confondere e frammentare ogni tipo di riferimento.

    Sono psicoterapeuta, e lavoro con le scuole con l'obiettivo che le stesse non richiedano più il mio intervento, che si fa solo casino. Siamo passati ad una situazione di deleterio autoritarismo (che funziona ma entro certi limiti) in voga fino agli anni 80/90, alla polarizzazione opposta: adesso i prof delle medie si trovano questi mocciosi che manco hanno le categorie semantiche e il substrato celebrale per capire certe cose (non farmi citare piaget) che fanno petizioni di protesta, discutono qualsiasi regola... così, perchè fa fico ribellarsi. E i genitori li sostengono, perchè "anche il Che Guevara si ribellava", e non parliamo di Ghandi.

    Cioè, questi imparano a protestare ancora prima di capire in che posizione sono. E così si bruciano, perchè non capiranno mai l'utilità e la funzione (sacrosanta) della critica e della messa in discussione dell'autorità.

    Questo esempio per accennare la mia posizione e le mie sensazioni rispetto all'eccesso di democraticismo e dirittismo che riguardano le proposte sulle teorie gender.

    Maschio e femmina sono diversi, e la diversità va conosciuta, gestita e valorizzata, con l'obiettivo di avere pari dignità. Mentre questi ci vogliono completamente liquidi e trasparenti, senza nessun riferimento, e sappiamo perchè.

    Non capisco quindi perchè vedi in queste proposte l'obiettivo di innestare concetti di ruolo definiti, quando a mio parere quello che vogliono è cancellarli completamente per domincarci meglio. Ma è probabile che non abbia capito io.

    Con stima

    daniele

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    1. Sono completamente d'accordo con te, si tende a plagiare l'identità dei giovani nell'indefinito, creando giovani uomini e donne che avranno enormi difficoltà a vivere l'aspetto emotivo dei loro sentimenti rispetto all'erotismo che scopriranno con l'altro.
      Agghiacciante e' quello che secondo l'articolo che posto, sta accadendo in Germania.
      E' mai possibile?

      http://www.tempi.it/germania-io-finito-in-carcere-perche-mia-figlia-ha-saltato-due-ore-di-ideologia-gender-e-ora-tocca-a-mia-moglie

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    2. Caro Daniele,
      infatti anch'io ho parlato di monosessualismo nell'articolo. Monosessualismo femminilizzato, aggiungerei, visto che queste istanze provengono dal mondo del femminismo piagnone e temo siano intimamente maschiofobiche. Le donne, o meglio coloro che credono di rappresentarle, si autorinchiudono in una definizione di "genere" che deriva dal peggior femminismo separatista e che è ampiamente limitante e superata. Ciò è devastante, perchè è una visione totalizzante e distorta dei rapporti umani (quelli, per intenderci che vedono l'uomo come potenziale stupratore tout court).
      Non so se ricordi una vecchia femminista che invitavano spesso nei talk show qualche decennio fa, la Elvira Banotti. Ecco, temo che del femminismo oggigiorno sia rimasta quella componente talebana.

      Noi donne non siamo né una specie da proteggere né le santerelline che si vuole far credere. Basta vedere come ci poniamo nei confronti del potere quando abbiamo l'occasione di esercitarlo. Stronze di merda come gli uomini di potere e questa è la migliore dimostrazione che in certe dinamiche la parità è già stata raggiunta.
      Il vero progresso che ancora manca è l'armonizzazione tra le proprie componenti maschile e femminile (Jung direbbe animus e anima) per essere in grado, attraverso l'empatia, di comprendere le istanze e i modi di pensare del sesso opposto quando queste sono determinate dalle differenze ormonali che ci inducono ad avere modi di pensare e comportamenti molto diversi nei due sessi e spesso assai incomprensibili tra di noi. In ogni caso lo sviluppo identitario di ciascuno di noi deve avvenire nel modo più libero possibile, al riparo da ideologismi e condizionamenti, come questi insulsi programmi scolastici.
      In questo, credo che, leggendo il tuo commento, siamo pienamente d'accordo.
      Grazie.

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    3. Voglio veramente sperare che la notizia postata da Noemi non sia vera.

      In caso contrario, sarebbe un primo, inquietante, passo vero il "ministero dell'amore" di Orwelliana memoria.......

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  9. Anonimo15:14

    Lo statalismo è mondialismo. E per quanto riguarda il genderismo chi è causa del suo mal pianga se stesso.
    Se è interessato le consiglio di approfondire questo saggio di Hans Herman Hoppe: http://www.movimentolibertario.com/2015/03/hoppe-incompatibilita-libertarianism-idee-obbiettivi-sinistra-4-parte/

    Con stima

    Abramo Rink

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  10. La parola bufala e i siti antibufala mi provocano istinti omicidi.
    Ultimo avvertimento.

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    1. Anonimo14:53

      I siti segnalati sono 3
      Solo uno si chiama "Bufale"
      Perchè non approfondire prima di scrivere e sentenziare con un
      "La parola bufala e i siti antibufala mi provocano istinti omicidi.
      Ultimo avvertimento" ????
      Ci si può anche sbagliare ed ammetterlo, no ?

      Murat

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    2. mi sembra che qui nessuno abbia parlato di toccamenti e lezioni di porno. Chi lo fa dice cazzate. Le argomentazioni qui avanzate mi pare siano un pelino più raffinate e complesse, altro che mainstream dell'antimainstream.

      Quindi hai postato contenuti che contraddicono non si sa che cosa.

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    3. Egregio Murat,
      se invece di commentare ciò che con fatica scrivo qualcuno mi posta dei link, per giunta ad un sito che si chiama "bufale", dimostrando di non aver letto l'articolo o di non averlo capito, io mi incazzo e, siccome questa è casa mia, mi sento in diritto di farlo.

      Come mi sento in diritto di cancellare chi storpia i nomi. Capito mainstream dell'antimainstream?

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  11. Condivido ogni parola del Suo articolo.

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  12. Anonimo14:22

    Questi sono pericolosi. Ci sarà pure un modo legale per combatterli, e lo faremo. Anna M.

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  13. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  14. Salve, di seguito riporto il link alle linee guida per una corretta educazione sessuale in Europa (a cura dell'OMS). Credo che le autrici del gioco del rispetto si siano ispirate ad esso.

    http://www.aispa.it/attachments/article/78/STANDARD%20OMS.pdf

    Purtroppo il testo è un po' lungo ma, fortunatamente, a partire da pagina 39 ci sono delle tabelle riassuntive ( che gli autori chiamano "matrice", cioè "matrix" (sic!)) molto esplicative.
    Particolarmente agghiaccianti, secondo me, sono quelle relative alle fasce d'età 0-4, 4-6 e 6-9.
    Se l'articolo indicato da Noemi fosse vero, più che di tentativo di desessualizzazione parlerei di tentativo di traumatizzazione estremo. A che scopo, mi chiedo? Mah!
    P.S. Ovviamente, se ho fornito informazioni ridondanti, mi scuso a priori.

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  15. Ho sempre visto il femminismo, almeno quello che è diventato abbastanza velocemente, come una cavolata. La migliore risposta alla invettiva femminista propugnante il disprezzo e la necessità di allontanarsi dal mondo maschile, ce lo segnalò un'amica da Arezzo, tanto tempo fa. In occasione della festa della donna comparve una scritta campeggiante in una zona ben visibile "IL CAZZO C'INQUINA", la mattina la risposta: "LA FICA TOMBOLA!"
    Una impostazione di questo genere credo sia quella migliore per un atteggiamento che arriva a partorire programmi "educativi" di questo genere. Avrei capito di più un programma volto ai genitori tendente ad evitare l'uso precoce di videogiochi non adatti a bambini, favorendo attività in grado di sviluppare il mondo fantastico del bambino, imponendo casomai come libro di testo, naturalmente per i genitori, quello della raccolta di fiabe italiane curata da Italo Calvino!

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