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domenica 5 luglio 2015

O Megalexis contro il toro scatenato dell'ultracapitalismo



Le rivoluzioni, incluse quelle comuniste, si fanno con i banchieri che remano a favore e possibilmente finanziano i rivoluzionari, non mettendosi contro i banchieri. Così è avvenuto anche per l'imposizione della stella gialla sul petto dei popoli europei, auspicata, voluta e infine realizzata grazie allo zelo delle gioiose macchine da guerra della sinistra. Nella foto che immortala il Triumph des Willens europeista ci sono proprio tutti: l'università, la politica di mestiere, i sindacati, il giornalismo e le banche. E' rappresentato al gran completo chi ha voluto questo abominio dell'euro, soprattutto il nuovo clero del pensiero unico, come ebbe a definirlo Costanzo Preve (dal minuto 8:45).

Secondo Preve, i religiosi veri sono ormai relegati alla gestione dei "casi limite della vita": nascita, morte, malattia, e così via. Il nuovo clero, sia quello secolare (i giornalisti) che regolare (gli intellettuali e i professori universitari) si incarica di diffondere il Verbo della nuova religione di stato, il Pensiero Unico, che non è né di destra, né di sinistra, ma è unico, ovvero contiene quel po' di tutto che fa tanto calderone, political melting pot dove l'indifferenziazione è la regola e lo scopo. Nel pensiero unico la componente di destra reazionaria è residua e riconoscibile in tutto ciò che è gestione dell'economia, della politica, della forza, insomma del potere. Quella di sinistra raccoglie i cascami della cultura antiborghese degli anni sessanta che è finita a celebrare, in nome del nemico comune, il culto dell'ultracapitalismo, e vi è infine una componente di centro che rappresenta l'elemento di bontà, pace, fratellismo e politically correctness che spiega tante cose e soprattutto l'attuale papato.

Si può aggiungere che, essendo il pensiero unico l'equivalente di una religione, ci si può così giustificare il suo carattere dogmatico ed il fanatismo del suo clero. E, osservando il DNA dei personaggi che esultano nella foto sopra, si capisce anche come l'ultracapitalismo postborghese e postproletario, il toro scatenato della rivoluzione reazionaria, abbia ottenuto i risultati che conosciamo pescando i suoi migliori parabolani non tanto a destra quanto nei laboratori della sinistra e del centro.
Farla passare per una "cosa buona e giusta e fonte di salvezza", che capolavoro! Un altro capolavoro è stato quello di convincere gli europei, soprattutto quelli tra loro che avrebbero dovuto interpretare il ruolo dei sottomessi, dell'irreversibilità dell'euro (moneta nata disgraziata, come ammette il cardinale) e dell'ineluttabilità del proprio destino (qui si riconosce invece la radice luterana dell'idea di colpa-debito).

A proposito di laboratorio, ecco cosa diceva nel 2014 il Card. Prodi.
"Sapevamo che una moneta unica non poteva sostenere l’Europa senza una politica monetaria. Nonostante questa consapevolezza, i passi da fare erano molti e complessi e i governi che si sono succeduti hanno preso strade diverse. Nonostante il grande lavoro fatto, dunque, l’Europa non riesce a sfruttare le proprie potenzialità per sostenere i processi di globalizzazione. Perché non riesce a imporsi e ha un atteggiamento dimesso a livello internazionale. Gli sforzi fatti per favorire la coesione e l’integrazione interna hanno consumato le energie e hanno alimentato un atteggiamento di paura che si nutre delle spinte verso le divisioni e del timore nei confronti del diverso, di cui gli immigrati sono il simbolo. Ma non sono pessimista sul ruolo e sul futuro dell’Europa. Noi siamo stati il grande laboratorio di cambiamento, anche se ancora non vedo una grande svolta. L’Europa è un laboratorio, non un museo. Non si può più stare fermi, occorre fare passi in avanti. Accettare il fatto che l’Europa è cambiata e che a tirare è l’asse franco-tedesco".
E per quanto riguarda il futuro dell’Italia nell’Europa?
"Oggi stare assieme in Europa per il nostro Paese è una necessità. Attraverso l’Europa possiamo avere una voce nel mondo. Il sistema economico funziona ancora ma le rigide regole imposte non ne permettono la ripresa e se forse la discesa si è arrestata, ancora non si vedono i segnali di ripresa di cui si parla. Il nostro Paese si trova a dover affrontare un forte problema di domanda interna, testimoniato ad esempio dalla persistenza del divario marcato tra Nord e Sud. Ora per incentivare la ripresa è necessario un cambiamento di impostazione nella politica europea, che non sia una mera contrapposizione alle posizioni tedesche, quanto piuttosto un superamento della politica di rigore che soffoca il rilancio dell’economia".
Cosa dice oggi, nei giorni della Passione greca, il cardinale? Esattamente le stesse cose.
"Mia madre diceva: dai cattivi debitori si prende quello che viene. Fin dall'inizio si sapeva che la Grecia non avrebbe mai potuto restituire per intero il suo enorme debito. Un compromesso di buonsenso, all'inizio di questa crisi, sarebbe stato un taglio del debito sopportabile per i creditori e l'imposizione di una austerità sopportabile per i greci. Ma non è successo perché hanno prevalso logiche nazionali: gli estremisti di Tsipras da una parte, e i bavaresi dall'altra. Così si è continuato a pasticciare. Che cosa c'entra la troika in questa faccenda? Che cosa c'entra il Fondo monetario internazionale? Perché abbiamo trattato un paese dell'Ue alla stregua di Portorico? Se l'Europa non sa risolvere da sola un problema piccolo come quello greco, a che cosa serve l'Europa? La verità è che, quando non si vogliono prendere le proprie responsabilità politiche, si cerca di scaricarle su strutture teoricamente tecniche"
Sapevano ma hanno lasciato fare, hanno applicato la politica del "let it happen", lasciamo fare, così efficace e funzionale ai grandi disegni imperiali, da Pearl Harbor all'11 settembre.
Sapevano ma la colpa è degli eretici. Dei dolciniani nazionalisti. I didn't expect an Euro inquisition.

Oggi si vota in Grecia per il referendum voluto da O Megalexis Tsipras, colui che, dopo aver mentito al suo elettorato sul significato vero dell'euro e sulla volontà di potenza dei soliti tedeschi sul Sud Europa, ora non sa come fare a salvare capra e cavoli e scopre la consultazione democratica e la volontà popolare come ultima spiaggia. Una sorta di "che fate, ci cacciate?" tirato allo spasimo.
Ambiguità, scarso decisionismo e forse nessuna voglia di fare la fine di Allende, ma di una cosa dobbiamo ringraziarlo, quello di essere riuscito a far spurgare tutto il peggio dai fautori dell'Europa, come quel povero fantaccino crucco di Schultz, che nel 2014 corse per la presidenza della Commissione europea denunciandone la carenza di democrazia e oggi auspica un "governo tecnico" in Grecia. Eventualmente rovesciando quello democraticamente eletto di Syriza allo stesso modo di quello di Berlusconi (il suo consulente per il casting) nel 2011.
Grazie lo stesso, Alexis, perché è stata una grandissima settimana di EuroNazi Pride, di orgoglio reazionario dove, c'era da aspettarselo, le vestali dai bianchi manti del giornalismo embedded hanno dato il meglio/peggio di sé.

In questo articolo assai condiviso in rete, Matteo Nucci ha denunciato il carattere propagandistico e smaccatamente falso di certi reportages sulla Grecia ma, del resto, bastava sintonizzarsi sui canali televisivi di regime - ovvero tutti - e seguire il solito programma di approfondimento propagandistico per sentire ancora di peggio.
Il "Manuale di Guerra Psicologica contro l'uscita dall'euro" recitato a memoria con l'elencazione ad usum piddini di ogni singolo castigo divino; esperti cosiddetti che, non potendo negare la falsità della previsione di una svalutazione del 50% e più della nuova moneta in caso di euroexit, affermavano che "tuttavia nei veri mercati la svalutazione sarebbe stata di quell'ordine di cifre". Si inventano i mondi paralleli dove loro hanno ragione. Una volta li si sarebbe chiamati matti.
E ancora, giornaliste di giornali falliti appena riesumati con il "si può fare" dell'aiuto di stato, accusare i greci di non voler accettare il fallimento ed assumersi la colpa del debito sottoscritto. Il comunista pignorato e  pignoratore ci mancava.
Stamattina infine ho trovato, sul sito del Corriere, questo filmato che vi suggerisco di guardare soprattutto per la sua carica simbolica. I simboli ci aiutano ad interpretare meglio la realtà, soprattutto nei suoi sottintesi. Leni Riefenstahl ebbe assai più dignità quando celebrò il congresso del NSDAP.

Comunque vadano le cose ( e non credo che la Grecia riuscirà a salvarsi con un referendum che, oggi come oggi, è solo la concessione da parte del Potere a coloro che non contano un cazzo di poterlo mettere ufficialmente per iscritto), diciamo che il referendum di Alexis servirà soprattutto come reagente per rivelare, una volta per tutte a chi ha orecchie e occhi per sentire e vedere, la materia oscura, infame e diabolica del progetto europeo.
La convinzione degli europei che l'euro sia irreversibile e il loro destino ineluttabile è un nero incantesimo ma gli incantesimi si infrangono e Oxi può essere benissimo la prima parola della formula.

A proposito di come è ridotta la famiglia tradizionale. Atene, interno giorno.

14 commenti:

  1. Anonimo10:08

    "Oggi stare assieme in Europa per il nostro Paese è una necessità. Attraverso l’Europa possiamo avere una voce nel mondo."

    Si la voce nel mondo che ci sta aiutando con i due marò in India, ovvero il nulla!

    Zugzwuang

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    1. E' la classica, triste figura del debole che, per diventare forte e rispettabile, si aggrega al bullo di turno. Il bello e' che si perde tutti, il bullo al massimo trovera' uno piu' bullo di lui (cfr. resa incondizionata), mentre il debole finira' anche peggio...
      Fosse stato per me, trascorso un ragionevole tempo per il processo, avrei chiuso le ambasciate in India ed espulso dal suolo nazionale le loro rappresentanze. Se i maro' fossero stati marines?

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  2. Anonimo12:36

    Vedere nella UE, nei personaggi della prima foto e nell'euro strumenti di ingiustizia e di imposizioni di logiche liberistiche e' corretto, ma pensare che tolto questo si possa avere la possibilita' di riappropiarsi della democrazia e del proprio futuro econominico e' comunque un tragico abbaglio. Anche nei paesi a sovranita' monetaria e nazionale infatti si ripropongono le dinamiche di disgregamento delle entita' collettive a vantaggio del potere reale che oggi e' sostanzialmente dato dalle concentrazioni esponenziali di beni finanziari pronti a convertisi in beni economici. Il punto e' mettere in discussione queste capacita' di accumulazione toutcourt, non mettere in discussione uno dei tanti modi che sono stati ad oggi motori dell' accumulazione (speculazione finanziaria, banche, multinazionali, tecnologia, euro, ue) .

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    1. Anonimo17:23

      Anche nei paesi a sovranita' monetaria e nazionale infatti si ripropongono le dinamiche di disgregamento delle entita' collettive"

      vedi ad esempio svezia e danimarca con le loro apparenti "monete nazionali" che "chi comanda" tiene sempre agganciate all' euro.
      . Perche' il problema e' il tradimento delle elites che hanno tradito OVUNQUE e anche li in scandinavia .... ma mai quanto le nostre e soprattutto quelle immortalate in quella bella foto, perche' se in questa discesa all' inferno in scandinavia stanno ancora al 1992 noi siamo gia' al 2020.
      ws

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    2. Anonimo09:28

      E perchè sarebbe un problema? Il collettivo ha sempre fatto più disastri del singolo, da soli si vive benissimo. Allora teniamoci l'euro e finiamola di hegelliare.

      Ambrogio

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  3. Analisi impeccabile . Stando in trincea , vuoi per la mia professione che e' fornire l'economia reale , ergo ho una grossa ferramenta che sopravvive alla crisi ( 30 a busta paga ) , quello che avverto e' il forte senso di fatalismo/ ineluttabilita' della situazione ...Della serie : in fondo ce lo meritiamo (qualcuno parlerebbe di autorazzismo )

    Credo che il problema sia nell'esempio che riceviamo , insomma i politici ... Se non mettiamo mano li' , continueremo ad avere inetti impreparati ignoranti nella migliore delle ipotesi , prezzolati o direttamente a busta paga nell' altra .

    Ma non si riuscirebbe ad imporre norme che impediscano la politica come professione ( x ex max 2 mandati e non riconoscimento di guarentigie e vitalizi )
    Poi azzeramento delle norme sulla privacy per ipolitici ed amministratori della cosa pubblica.
    Poi implementazione degli investimenti Software atti a controllare appalti e burocrazia connessa .

    Non sembrano tante cose .

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  4. Anonimo16:05

    Preziosissima Barbara, innanzitutto grazie per la tua continua opera di informazione e verità che conduci senza sosta e che ti costa sicuramente tanta energia che generosamente ci doni.

    Condivido pienamente la tua analisi e aggiungo che Tsipras l’eventuale no in tasca (credo che l’oxi vinca nettamente) non lo userà come testa d’ariete per sbrecciare il muro eurista ma sarà la poltroncina su cui sedersi al tavolo dei nuovi accordi, lui crede, più favorevoli: questi verranno concessi e lui mangerà le briciole. Il finale, triste, sarà rimandato di pochi mesi.
    Se così stanno le cose, a questo punto non sarebbe meglio per lui perdere il referendum così da lasciare ad altri la responsabilità dello schianto finale per poi ripresentarsi a nuove elezioni con un programma di uscita dall’€ senza se e senza ma?
    Mobydick

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    1. La Grecia non uscira' dall'euro, perche' non la lasceranno uscire. Piuttosto la aiuteranno di nascosto, orientando accortamente la propaganda, facendo credere che l'austerita' ha salvato la Grecia mentre in realta' li dovranno riempire di miliardi (o meglio, restituire il maltolto). L'uscita dall'euro e' un fatto troppo simbolico per il mondo di (finti) simboli da loro creato, sarebbe la palese contraddizione di un dogma, ergo la sua demolizione. Inoltre li esporrebbe alla critica generale, sia in caso di gravissima crisi post euro (europa=parenti serpenti), sia in caso di rinascita economica (europa=gabbia mortale). Il bello e' che, appunto, questa europa e' una gabbia mortale di parenti serpenti!

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  5. Anonimo16:48

    Cara amica Lameduck, condivido al 100%.

    Ciao Davide

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  6. Ora per incentivare la ripresa è necessario un cambiamento di impostazione nella politica europea, che non sia una mera contrapposizione alle posizioni tedesche, quanto piuttosto un superamento della politica di rigore che soffoca il rilancio dell’economia".

    Ma la la politica di rigore non ce l'ha imposta la Gemania?
    Quindi come é possibile mettere in piedi una alternativa che non sia una mera contrapposizione alle posizioni tedesche?

    Credo che la logica mi sia uscita fuori dal cervello, qualcuno me la può recuperare?

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  7. Anonimo13:47

    "Secondo Preve, i religiosi veri sono ormai relegati alla gestione dei "casi limite della vita": nascita, morte, malattia, e così via." Eccola la piddina antieuro 2.0 dal nome Lameduck e il suoi idolo Prevertito!!
    Infatti, cara mia piddina 2.0, Marcinkus e il suo IOR non facevano altro che occuparsi di questi "casi limite", e la Santa Sede, è risaputo, è solo un istituto di carità; figuratevi a parlare di paradiso fiscale! Figuriamoci se lo IOR e il Vaticano non sono il più grande potere economico mondiale che tratta con le maggiori banche d'affari!!! Ma siiii, la Santa Sede è solo occupata dai poverelli che si occupano di casi limite!!!
    Se tutti gli antieuro fossero prosciuttati come te ci sarebbe solo da buttarsi giù da un ponte. Piddini 2.0 come te, se non ci fossero, dovrebbero essere inventati!!!

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    1. Anonimo13:50

      haaa! giusto! ho dimenticato la firma: Roberto Bellarmino

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    2. Anonimo09:31

      ma vedi, carissimo Roberto, il piddinismo 2.0 è la naturale evoluzione del piddinismo 1.0. Si è semplicemente passato dal "Berlusconi dimettitti!!!1111" "all'euro dimettitti!!!1111111"

      Ambrogio

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