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mercoledì 27 gennaio 2016

Nel Giorno della Memoria, Lameduck ft. Federico Nero


B. Che dici Federico, riusciamo a celebrare un 27 gennaio diverso dal solito, senza retorica più o meno pelosa e cappottini rossi, al netto del politically correct e dell'autocensura, gettando invece qualche secchiata d'acqua gelida in faccia a chi, ancora una volta, non sta vedendo, o meglio, sta negligendo il rischio di una possibile nuova catastrofe in Europa? Nuova ma terribilmente simile a quella Shoah = catastrofe del passato? Cercando anche di capire, se ci riusciamo, chi la sta organizzando e perché?

F. Come ogni anno, la giornata della memoria finisce con l’essere un’occasione sprecata sia per riflettere sul passato, sia per farne tesoro per evitare orrori del genere in futuro. Senza scendere nei dettagli, finiscono tutti per usare “l’evento” in maniera strumentale, senza quella necessaria analisi di una storia che ancora oggi ci coinvolge tutti. 
Per esempio, si potrebbe parlare del rapporto tra campi di sterminio e industria tedesca, andando a “scoprire” che ad Auschwitz si moriva dopo essere stati sfruttati lavorando in condizioni disumane fino alla morte; che Primo Levi riuscì a sopravvivere perché l’industria chimica IG Farben lo aveva selezionato come chimico e stando in laboratorio riuscì ad evitare i lavori più devastanti e, sopratutto, a contrabbandare materiali in cambio di cibo all’interno del lager-industria. Si potrebbe anche parlare dei responsabili della IG Farben che subirono condanne molto lievi (da 1 anno fino a 8 anni) nel processo di Norimberga, e una volta usciti tornarono a ricoprire ruoli di management nella rinascente industria tedesca della Germania Ovest del dopoguerra. Sarebbe interessante, invece ci si limita a raccontarsi che Hitler era un sociopatico che odiava gli ebrei ma sapeva parlare bene in pubblico, quindi convinse i tedeschi ad appoggiarlo e sterminò 6 milioni di ebrei nei campi di concentramento. 


B. Non so se sarai d'accordo con me ma qui in Europa, nell'ambito della terapia dello shock giunta finalmente a colpire al cuore la civiltà democratica, dopo un trionfale tour mondiale, sembra che si stia svolgendo un colossale esperimento a metà tra l'etologia e la psicologia sociale dal pessimo tanfo di eugenetica nazista, con noialtri nel ruolo delle cavie. Mentre le politiche di shock economy ordoliberista si incaricano di devastare la nostra ricchezza, di mettere in discussione le libertà, la democrazia e le conquiste sociali, sostituendole con diritti cosmetici all'insegna del principio del “vietato vietare”, un antico nemico e conquistatore è stato riportato in vita e reintrodotto nel continente, attraverso l'utilizzo dell'arma di migrazione di massa, allo scopo di contribuire a distruggere anche il tessuto sociale delle nazioni europee. Ma non basta. Come sembrano suggerire ambiguamente alcuni sorprendenti documenti dell'ONU, questa migrazione di massa ha lo scopo di sostituire nell'arco di un trentennio la popolazione europea, bianca e dalle radici giudaico cristiane, con popolazioni che sono di fatto in maggioranza islamiche e africane. Con la conseguenza, dovesse la sharia soppiantare la legislazione laica e democratica, di un ritorno traumatico all'oscurantismo.
Allo stesso tempo, l'antico nemico e conquistatore, questo Feroce Saladino v. 2.0, fornito di un formidabile apparato di propaganda, vezzeggiato e coltivato amorevolmente da chi, secondo logica, e secondo la storia del primo decennio di questo nuovo secolo, avrebbe dovuto combatterlo senza pietà, è stato inoculato anche nelle nazioni islamiche che, a fatica, erano riuscite ad affrancarsi sia dal colonialismo occidentale che dal radicalismo religioso, per darsi uno stile di vita laico, propedeutico alla democrazia.
Ecco quindi una vera e propria “questione islamica” che si traduce non solo nelle imprese dell'ISIS ma nel sogno di contro-Reconquista che, da parte degli imam più radicali, viene legata alla famosa questione dei “ventri delle nostre donne che ci daranno la vittoria”.
Hai idea del motivo per cui è stato creato il mostro del radicalismo islamico, che fa ripiombare nell'oscurantismo le genti dei paesi islamici e del perché esso venga usato come cavallo di Troia per questa follia di distruzione nichilista del mondo occidentale? Ma cos'ha veramente in testa questa gente che tiene in ostaggio il mondo?

F. Penso che in Europa stiamo in qualche modo subendo un esperimento di ingegneria sociale con obiettivi che non vengono neanche nascosti più di tanto. Ci sono illustri personaggi della politica che hanno detto chiaramente che i migranti offrono uno stile di vita “che presto sarà uno stile di vita per moltissimi di noi”, dove quel “moltissimi di noi” è riferito ai proletariati nazionali messi in aperto conflitto con il nuovo proletariato europeo
Fino a poco tempo fa l’autoproclamata classe media si sentiva al riparo da tutto questo. Spero abbia capito che sbagliava, che la classe alta li considera dei poveracci da ricondurre a stretto contatto con la durezza del vivere. È il conflitto di classe che diventa anche conflitto etnico, ed è evidente per chi fa il tifo guardando lo scontro dall’alto dei suoi attici di pregio nel centro storico. 

Parlare in senso letterale di progetto di sostituzione della popolazione europee mi sembra troppo, diciamo che non lo reputo possibile (anche se non mi stupirei troppo se scoprissi di sbagliarmi), ma per creare una situazione di fortissima destabilizzazione basta davvero molto meno. 
Se guardiamo i dati ISTAT ed Eurostat, nel 2002 in Italia c’erano 1,34 milioni di stranieri. Nel 2014 la quota di immigrati (sia i molti residenti che i pochi con cittadinanza) era già arrivata a 5,7 milioni, circa il 9,4% sul totale della popolazione. Considerando che questa tendenza continua a crescere, immaginare l’Italia con il 30% di abitanti di origine straniera non è una fantasia, così come non lo è immaginare questi nuovi cittadini organizzati politicamente e socialmente per linee etniche e religiose. Ovvio che l’Islam in questa Italia del futuro avrà un ruolo politico determinante.

In un certo senso si può dire che il radicalismo islamico esiste da quando esiste l’Islam, non saprei dirti se e perché sia stato creato (saprei invece dirti come e perché si è affermato). Ad essere stati creati a tavolino invece sono gli stati arabi e nordafricani post-coloniali. Per tanto tempo in occidente abbiamo pensato che bastassero i dittatori militaristi e laici a tenere in ordine quei paesi, che questo status quo potesse in qualche modo durare per sempre. Purtroppo non è così semplice, come non è sufficiente per noi occidentali dire “non dovevamo fare le primavere arabe” perché, se è vero che queste primavere sono state false, è anche vero che non potevamo certo pensare che questa polvere sarebbe rimasta ordinatamente nascosta e contenuta sotto i tappeti dei vari Ben Alì, Gheddafi, Mubarack, Assad, ecc.. 

Vorrei evitare di colpevolizzare un’intera religione perché non mi sembra giusto. I musulmani laici esistono e spesso vengono nei paesi occidentali proprio per vivere una vita più serena (anche senza voltare del tutto le spalle alla propria cultura) ed è a questi che dovremmo spalancare le porte; ma bisogna anche essere realisti nell'affrontare i problemi. E' un fatto indiscutibile che ogni paese a maggioranza musulmana, o con una consistente minoranza musulmana, ha un grave problema col terrorismo islamico. Siccome in Europa abbiamo scelto – lo so, è un iperbole, ma è così – di inserire nella nostra società questo elemento in quantità sempre più consistente, quello del terrorismo islamico sarà un problema con cui dovremo convivere ancora per molte generazioni, e questa è la visione più ottimista. 


B. Penso che i tempi che stiamo vivendo rappresentino un'opportunità unica per capire finalmente come nascono le situazioni che portano ai genocidi su base etnica e religiosa. 
Sai che sto cominciando a pensare che a noi goyim stia venendo offerta l'opportunità di capire che cosa significasse, nel nostro passato, essere ebrei? E lo stiamo cominciando a capire a calci nei denti perché rischiamo di trovarci nelle stesse condizioni, appena la matematica della demografia comincerà veramente a giocare contro di noi. Noi tutti europei, intendo e anche, purtroppo, per l'ennesima volta, gli ebrei.
Ho visto un documentario israeliano di recente. Un giornalista che si è finto arabo e si è infiltrato nei luoghi di Eurabia dove l'Islam sta imponendosi grazie all'arma di migrazione di massa. Vi si affronta il problema degli ebrei europei e del crescente antisemitismo di stampo islamico che stanno subendo. Cose assai pesanti tipo tentativi di bruciare le sinagoghe, aggressioni ed intimidazioni, di cui stranamente, gli “amici di Israele” nostrani, per non parlare dei media, non riferiscono.
Ma c'è di più. Tra le più fanatiche fautrici dell'immigrazionismo selvaggio in Svezia c'è una certa Barbara Spectre (nomen omen?), che gestisce un centro culturale ebraico. Ovvero: da un lato fai affluire torme di islamici, rispondendo ai voleri dell'agenda neocon globalista e non ti accorgi che tra i primi a patirne le conseguenze vi sono gli ebrei? Ma che gioco stanno giocando anche questi?

F. Quel documentario l'ho visto. Il tipo è chiaramente un ex mistaravim (corpi speciali israeliani che operano infiltrandosi tra gli arabi, fluenti in arabo, capaci di interpretare le ritualità religiose e sociali, ecc.) Ci sono molte cosa da dire a riguardo. In uno dei paesi più trattati nel documentario, la Francia, le aggressioni violente nei confronti degli ebrei sono una “consuetudine” già da anni ormai – per dire, neanche nell’Ucraina di oggi ci si avvicina a quello che succede in Francia – e proprio alla luce di questo, se parli con gli ebrei europei più “ordinari”, cioè quelli che non sono politici, non scrivono sui giornali e non vanno in televisione, vedrai che sono molto allarmati dall’implacabile aumento dell’immigrazione musulmana e in generale hanno reazioni che vanno dalla discreta ostilità all’aperto razzismo. Allo stesso tempo però, ogni paese europeo ha una sua élite “ebraico-piddina” assolutamente insopportabile nell’ipocrita e incrollabile difesa a spada tratta del multiculturalismo e della dissoluzione dello stato nazionale in favore di non si è capito quale nebulosa “multikulti” inevitabile come la morte. Fai il nome di Barbara Spectre, un personaggio emblematico. Di lei ricordo questa dichiarazione: 
“Ritengo ci sia un ritorno di antisemitismo perché in questo momento storico l’Europa non ha ancora imparato ad essere multiculturale. E ritengo che noi saremo i fautori di questa trasformazione che deve avvenire. L’Europa non dovrà più essere l'insieme di società monolitiche che è stata nell’ultimo secolo. Gli ebrei saranno al centro di questa grande trasformazione che l’Europa deve subire. Adesso gli europei stanno entrando nell’età multiculturale, e ci sarà risentimento verso gli ebrei per il nostro ruolo-guida. Ma senza questo ruolo-guida e questa trasformazione, l’Europa non sopravviverà”. Barbara Lerner Spectre, IBA-News, 2010.

Chi ha voglia di approfondire il personaggio avrà di che rimanere disturbato. Queste persone sono insopportabili nella loro ostentata ebraicità internazionale a chiacchiere e ultra-tribale nei fatti, un concetto spiegato estremamente bene da Gilad Atzmon, che però sostiene Corbyn, che a sua volta sostiene la stessa migrazione di massa promossa della simpaticona di cui sopra.


B. Ecco, appunto. La quarta internazionale della rivoluzione permanente. 
Ciò che abbiamo descritto finora, ovvero il ritorno dell'antisemitismo, secondo i media occidentali non esiste ed è solo il parto di menti razziste che si oppongono per sport o insensibilità al multikulti. Ci viene insegnato che la mobilità delle genti - come quella dei capitali - è cosa buona e giusta e che non possiamo opporci a qualcosa che è “inevitabile”. Ci parlano di integrazione ma, tra le righe, si capisce che, ad esempio, a metterci il velo dovremo essere noi donne occidentali, non le islamiche a toglierselo. Inoltre, per chi non avesse ancora capito, a Capodanno il messaggio di quelle prove tecniche di stupro etnico è giunto – sempre a noi ma non ai media propagandistici - forte e chiaro.
Questo di per sé è già grave. Tu però mi stai dicendo che l'elite ebraico-piddina (tutti hanno una questione di piddinitas in casa), in qualche modo ha scelto di tacere i sempre più frequenti casi di aggressione antisemita di stampo islamico in Europa. Non che mi illudessi che l'Europa fosse ormai guarita dall'antisemitismo ma la dimensione del fenomeno, come descritta dal nostro amico mistaravim, mi ha francamente sorpresa e non pensavo avrebbe potuto passare sotto silenzio tra una Giornata della Memoria e l'altra. E invece... 

F. Mi ha sempre lasciato molto perplesso il modo in cui l’élite ebraico-piddina ha sempre taciuto, completamente, la smisurata quantità di azioni antiebraiche del paese eldorado della piddinitas: la civilissima Francia. Mentre viene puntualmente lanciato un livello di allarme medio/alto ogni volta che vengono disegnate svastiche in qualche cimitero ebraico o su una sinagoga in giro per l’Europa, e mentre scatta la “reductio ad hitlerum” per ogni minima stronzata detta da un leghista o da un grillino qualsiasi, o per le azioni anti-immigrazione dei governi ungherese, polacco (e danese, e poi svedese... la lista ormai è in crescita quotidiana), le azioni di violento antisemitismo che da anni – da molti anni – vanno puntualmente in scena in Francia non è mai stata denunciata, e quando dico mai intendo proprio mai. 
Non ricordo di aver mai sentito alcun approfondimento su nessun episodio, a parte gli attacchi terroristici del 2012 (Tolosa e Montauban), azioni terroristiche da prima pagina internazionale di cui comunque si parlò davvero il minimo indispensabile, proprio per non andare ad approfondire lo scenario più ampio e il contesto in cui si sono verificate. In un certo senso si può dire che è successo lo stesso anche con Charlie Hebdo e con il 13 Novembre. 

Stiamo parlando di cose che vanno ben oltre il vandalismo di luoghi ebraici:  centinaia i casi di ebrei aggrediti in strada da gruppetti di maghrebini, picchiati a sangue o accoltellati, fino ad arrivare ad azioni di odio sofisticato come il rapimento con tortura e omicidio, lo stupro etnico e azioni di terrorismo come quello degli attacchi di Tolosa e Montauban. Quest'ultima fu un’azione dai tratti particolarmente raccapriccianti, con l’esecuzione di una bambina di 8 anni con un colpo di pistola sparato a bruciapelo afferrandogli i capelli, dopo che il mitra si era inceppato: un gesto che implica una feroce determinazione mossa dall’odio consapevole, una scelta nella scelta. 

In Svezia la situazione non è molto diversa (gli ebrei lì sono solo 20.000, per lo più laici). Si fa sempre un gran celebrare quanto sia bello che le donne scandinave facciano carriera nel lavoro, che gli uomini si infrociscano felicemente mentre le donne la danno a mezza Europa, che i profughi vengano accolti con tanto amore e welfare e che il multikulti sia oramai la regola. Poi vai a vedere, e scopri che nella multikulti Svezia gli svedesi etnici tengono gli immigrati bene a distanza dai loro quartieri residenziali e che gli ebrei tendono a nascondere la loro identità ebraica in pubblico (niente kippà o catenine con la stella di David). Tra l’altro, quello è un paese molto attivo nella critica a Israele. Sarebbe quindi il minimo che facesse di tutto per evitare che gli ebrei che scelgono l’assimilazione invece del sionismo se ne debbano pentire (cosa che accade sempre di più). Su Haaretz ho letto alcune di queste storie. Di tanto in tanto c’è l’intervista a qualche nuovo Olim (ebreo della diaspora che emigra in Israele) proveniente dall’Europa che racconta il perché della sua scelta di lasciare questa o quella città. Spesso è l’insieme di tante piccole cose a rendere la vita insopportabile, poi accade qualcosa di più pesante e uno sceglie di andarsene. 
Perfino nell’Ucraina odierna dei neonazisti sguinzagliati non si è manifestata un’attività antisemita anomala come quella euro-islamica di Francia, Svezia, Belgio o Regno Unito. Negli ultimi anni gli ebrei che dalla Francia sono emigrati in Israele sono stati migliaia. 

Tornando alla domanda iniziale: perché l’elite ebraico-piddina tace i sempre più frequenti casi di aggressione anti-semita di stampo islamico? Purtroppo una risposta proprio non riesco a darmela. 
Come dicevo prima, i riflettori sulle azioni contro gli ebrei vengono accesi solo se a perpetrarle sono dei gruppi di destra o di estrema destra – spesso ingigantendo la questione a fini politici – mentre vengono regolarmente minimizzati o taciuti quando sono opera di euro-islamici. I fatti di Colonia sono stati emblematici. Hanno dimostrato chiaramente che c’è la volontà di far accettare a tutti costi questa immigrazione di massa, con il supporto di eminenti intellettuali ebrei, chiusi a ogni critica e in netto contrasto anche con la propaganda israeliana di Bibi Netanyahu che, in linea con la tradizione del Likud, vuole equiparare in maniera per lo più strumentale il jihadismo al nazionalismo palestinese. 
Che senso ha? Non riesco a spiegarmelo. Trovo questo comportamento doppiamente suicida per le comunità ebraiche italiane ed europee, perché si chiamano addosso l’odio degli autoctoni insieme a quello degli allogeni, aprendo così le porte a quelli che saranno i loro carnefici di domani. Come hanno in parte fatto a quelli di ieri, e in Italia ne abbiamo avuto un esempio emblematico
Se gli ebrei sembrano non aver fatto tesoro di questa parte della storia, gli europei dimenticano sistematicamente che chi oggi se la prende con gli ebrei domani se la prenderà con loro. Insomma, ci sarebbero proprio parecchie cosa da ricordare durante La Giornata della Memoria. 


B. E che mi dici del sogno sionista di ricondurre la diaspora europea in Israele, magari a qualunque costo? 

F. Sì potrebbe ipotizzare che l’élite ebraica mondiale voglia spingere tutti gli ebrei normali cittadini a scappare dall’Europa islamizzata e a emigrare in Israele per realizzare il sogno del grande Israele, ma anche se l’Aliyah (ritorno in Israele) è costantemente promossa, onestamente mi sembra una gran cazzata. La maggioranza degli ebrei della diaspora europea non ha nessuna intenzione di andare a vivere in Israele. La metà dei circa 1,4 milioni di ebrei che vive nella UE risiede in 4 città: Parigi, Londra, Budapest e Berlino. Israele è un paese molto diverso da queste città; un paese dove la vita è molto più dura anche se sei un benestante e dove vi sono delle differenze culturali abbastanza marcate. È per questo che molto spesso chi emigra sceglie paesi molto più comodi come Canada e Stati Uniti. 

Personalmente, credo che bisogna distinguere gli ebrei della diaspora da quelli israeliani. Il mio rapporto col mondo ebraico è stato sopratutto con ebrei russi e israeliani, degli ebrei assai diversi da quelli della diaspora dell’Europa occidentale (che in tutta onestà proprio non reggo, troppo tribali), ed è bene fare queste distinzioni, perché c’è una crescente – anche se cresce in relativo silenzio – frattura tra questi due mondi dell’ebraismo. 
Se vai a ripercorrere la storia, le politiche più scellerate di Israele sono sempre state quelle promosse dalla potente diaspora occidentale euro-americana, che ha completamente distrutto “la sinistra” israeliana di personaggi come Yitzhak Rabin, con la quale entrò in conflitto dalla seconda metà degli anni ’70 finanziando sia la colonizzazione della Cisgiordania che la bellicosità di Israele. 
Il tema dell’islamizzazione in Europa è molto sentito tra gli israeliani. Non ci si spiega come sia possibile che gli europei lascino offendere le loro democrazie liberali (che ammirano, perché Israele da questo punto di vista è “borderline” e ancora in costruzione) da una cultura che non li rispetta, che vuole prendere tutto e non è disposta a concedere niente. Se vai a vedere, i governi israeliani non hanno mai promosso le politiche migratorie di massa dell’Europa, e quando Viktor Orban ha sostanzialmente implementato nel suo paese la legge israeliana anti-infiltrazione – con tanto di barriera – non hai sentito nessuna dichiarazione di condanna da parte del governo israeliano, nessuna ‘reductio ad hitlerum’ come invece avviene in altre situazioni molto meno pesanti. Se è vero che ci sono tanti intellettuali ebrei a sostegno del multiculturalismo, di israeliani (veri, non col passaporto “tanto per” come certi soggetti) a sostegno dell’islamizzazione dell’Europa ne vedo davvero pochi.


B. In effetti l’allineamento di Israele all’Occidente e all’Unione Europea spesso non è sempre netto e preciso, c’è anche il sospetto che ad Israele non dispiaccia cosa sta facendo Putin in Medio Oriente.

F. A Israele la presenza russa in Medio Oriente non dispiace. Quella russo-israeliana è una relazione profonda, con rapporti di forza e rispetto molto differenti da quelli con gli stati europei e con l'America. Giusto per citare qualcosa: Israele non ha aderito alle sanzioni contro la Russia, Netanyahu ha da anni una linea diretta (ultra-criptata) con Putin, all’orizzonte c’è una partnership speciale con l’Unione Euroasiatica promossa da Mosca e vi sono cooperazioni militari di varia natura in corso da anni. Per capire la differenza di rapporto, prova ad immaginare un Netanyahu che si auto-invita al parlamento russo senza l’approvazione di Putin, cosa che invece ha fatto tranquillamente con Obama. 

Allo stesso tempo, anche a Putin fa comodo avere Israele lì, una sorta di minaccia nei confronti di Iran ed Hezbollah che lui tiene a bada e che quando vuole può decidere di lasciar scatenare. Credo che sulla guerra in Siria vi siano parecchie divergenze tra Washington e Gerusalemme. La presenza russa ha riportato un po’ di ordine, ma l’incrocio di alleanze che si è andato a creare è quanto di più instabile si possa immaginare e fare previsioni è davvero difficile. Per ora l’unica cosa chiara è che, al di là della propaganda, neanche le operazioni russe sono riuscite a chiudere rapidamente la questione, che andrà avanti ancora a lungo anche se saranno raggiunti degli accordi tra le superpotenze. 


B. Tra le colpe dell'occidente, citate sempre dagli esponenti del Terzo Mondo a giustificazione di tutte le proprie mancanze di democrazia e di progresso, vi è ovviamente quella di non aver risolto la questione palestinese. 

F. Riguardo allo stato palestinese, per Israele sarebbe stato sicuramente meglio che questo obiettivo fosse stato raggiunto, perché sarebbe motivo di legittimazione indiscutibile dello stato ebraico e un'esempio (fastidioso, immagina una Palestina democratica e laica) per gli altri paesi della regione. Se invece un'ipotetica Palestina sovrana sprofondasse nel fanatismo islamico e tentasse l'invasione di Israele, a quel punto i palestinesi non avrebbero davvero più nessuna scusa e supporto, e Israele potrebbe rioccuparla con una legittimità a quel punto molto difficile da contestare. Secondo me ciò sarebbe stato possibile fino all'operazione Piombo fuso. Dopo quella, credo proprio che ormai non sia possibile a meno di un miracolo. Nonostante questo però, non ti nascondo che ci spero ancora. Secondo me è ancora possibile. 


B. Non sarà che, se tutto si sta radicalizzando, anche la laicità palestinese sta per essere soppiantata definitivamente dal radicalismo islamico? Dopo Hamas dobbiamo attenderci qualcosa di ancora più radicale?

F. Si, se pensi che una delle ‘strategie’ della resistenza palestinese, promossa apertamente anche dal laico Arafat, era ed è  - soprattutto oggi - la vittoria attraverso la demografia, ovvero sommergere gli ebrei con gli arabi musulmani, vedendo nelle donne il mero strumento di produzione di giovani musulmani, senza dare alcuna prospettiva di benessere né alle madri né ai figli. Sarà per questo che il tasso di crescita della popolazione palestinese è uno dei più alti in assoluto, con Gaza che batte la Cisgiordania (tutto questo discorso senza nulla togliere alle colpe atroci – e suicide – di Israele, ma credo non serva neanche dirlo). Questo genere di mentalità si è affermata nonostante i palestinesi siano molto più laici della maggior parte dei musulmani della regione, un po’ per l’influenza del fronte popolare per la liberazione della Palestina, un po’ perché ormai è da generazioni che sono abituati a relazionarsi quotidianamente con occidentali (sia con europei e americani che con gli israeliani stessi). Immagina invece in quale buco di arcaismo bestiale e isolato vivono tutti quei ragazzi delle periferie di quei paesi arabi e africani affossati nell’ignoranza e tenuti ben alla larga dal mondo sviluppato.


B. Esatto. Quindi anche in Palestina sta prevalendo il mantenimento del caos e la rivoluzione permanente?

F. Sì, credo che il conflitto permanente israelo-palestinese sia un grande successo dell'impero del caos, con più beneficiari: 
– le lobby ebraiche e neocon che usano la situazione con la retorica dell’Olocausto 2.0 e dello scontro di civiltà nei modi che sappiamo (tanto che gli frega, la vita coscritta dell’israeliano e quella reclusa del palestinese mica è la loro). 
– le lobby militari americane (a soci), che in Israele hanno uno straordinario laboratorio di ricerca e sviluppo. 
– i regimi mediorientali tutti, davvero nessuno escluso che, chi più chi meno, nella propaganda a uso interno usa Israele come capro espiatorio a cui imputare tutti i mali del mondo e soprattutto quelli della loro popolazione (tenuta come minimo nell’ignoranza e troppo spesso nella miseria e nella violenza). 
Scendendo nei dettagli, si potrebbe continuare ancora. 
Non so, magari sbaglio, ma Israele e Palestina che vivono in un contesto di pace, anche fredda, vedrebbe crollare tantissimi totem su cui si regge lo status quo del Medio Oriente e della politica statunitense nella regione. Come fai notare, l’influenza esterna oltre ad aver paralizzato la politica israeliana ha anche distrutto “la resistenza” palestinese, ormai ridotta malissimo. In sintesi, si può dire che i palestinesi chiamano la loro rassegnata disperazione “resistenza” e non li si può neanche biasimare perché alla fine non è che abbiano molta scelta. Una situazione che potremmo addirittura definire ridicola se non fosse così tragica, ma è un’industria anche quella: a Gaza fare “il resistente” di professione è l’unico lavoro che permette una carriera degna di nota. In Cisgiordania, per vie un po' diverse, più politiche, anche.


B. Prima ho parlato di armi di migrazione di massa dispiegate contro l'Europa. Secondo te i nostri benpensanti, amanti (non ricambiati) dei rifugiati, fautori delle migrazioni senza rete e, soprattutto, senza aver sentito il parere di chi le migrazioni le subisce, da una parte e dall'altra, si rendono conto di cosa succederebbe a queste moltitudini spostate come pedine il giorno che qualcuno, magari chi le ha movimentate in precedenza, decidesse che non sono più utili al suo scopo? Cosa pensi che succederebbe a migliaia di persone che, per il fatto che distruggono i propri documenti per non farsi identificare, nessuno verrebbe mai a cercare? Sai a cosa sto pensando, vero? Che la storia potrebbe ripetersi.

F. In queste settimane abbiamo spesso sentito dire che l’Europa è a rischio perché è a rischio Schengen. Ecco, penso che dover ascoltare una stronzata del genere dopo milioni di disoccupati e sottoccupati che stanno con le pezze al culo per colpa di un’Europa dalle politiche economiche oscene è uno degli sfregi più grandi che siamo costretti a subire. Tuttavia, questo è ciò che sta accadendo. 
In un certo senso bisogna ringraziare l’Ungheria che, tirando su la sua barriera – che non doveva servire a niente e invece a cambiato le carte in tavola in due settimane di lavori – ha tirato giù il velo dell’ipocrisia di Berlino e Bruxelles, costringendo tutti i paesi limitrofi a fare lo stesso fino ad arrivare alla Germania che parla di “isolare la Grecia” da Schengen e di pagare la Turchia perché faccia il lavoro sporco che sarebbe invece giusto che la UE facesse per conto suo in Grecia e in Italia. La Danimarca adesso intende confiscare gli averi degli immigrati, anche questo più con l’obiettivo di disincentivare gli arrivi che con quello di mettere davvero in pratica questa procedura. L’ennesimo palliativo di un continente che non sa più che cazzo fare per non fare quello che dovrebbe fare. 
Non puoi dire al migrante: “Non venire in Germania ma, se riesci comunque ad arrivare, avrai diritto d’asilo con tanto di abbonamento alla piscina comunale. Basta dire che sei siriano e che il passaporto te lo ha rubato l’ISIS”. 
Poi succede che finisco di parlare con te, apro Twitter e mi appare questo:



Siamo alla farsa, Barbara. E' chiaro che sta arrivando la tragedia.



74 commenti:

  1. Un grande pezzo di vero giornalismo, come raramente se ne leggono in questo paese immiserito.
    Chapeau!

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  2. Ciao Barbara, ho letto il tuo pezzo ma sento di non condividere alcuni giudizi.
    Ti volevo riportare un pezzo di un esperto di medio oriente che ho letto recentemente e cerca di sfatare molti luoghi comuni che purtroppo ammorbano il dibattito su questi temi, che essendo molto caldi richiano di farci prendere posizione a volte troppo frettolosamente, o vedendo le cose solo bianche o nere.

    http://corrieredellacollera.com/2016/01/26/israele-e-stati-uniti-preparano-lapartheid-in-palestina-di-antonio-de-martini/

    Se posso incollo qui sotto qualche stralcio particolarmente significativo

    "E’ intuitivo per tutti , quando si parla di cristianesimo, sapere che esistono tante di quelle sette, dottrine e congregazioni cristiane, che se qualcuno volesse temere la compattezza del mondo cristiano susciterebbe sorrisi di compatimento.
    E’ meno scontato far capire la falsità della credenza che l’Islam sia un blocco coeso di un miliardo e duecento milioni di individui.
    In realtà l’Islam è costituito da un nugolo di sette, confraternite e scuole giuridiche, tanto che si può dichiarare senza tema di smentita che è una realtà ben più frastagliata e composita rispetto a noi e quindi il fantasma dell’arabo che ci assale e sovrasta è una autentica barzelletta.
    Cito qualche corrente solo per divertimento : sunniti, sciiti, duodecimani, khargiti, Zayditi, ismaeliti, Khojas, alauiti, Beshatakis, Alevi, drusi, wahabiti, ibaditi ( nel magreb africano), Barelvi ( in India) ecc.
    Un altro inganno ottico per ignoranti: gli arabi non sono l’Islam come i palestinesi o gli italiani non sono il Cristianesimo. I figli di Abramo costituiscono solo il 17% del mondo mussulmano, e tra i quattro paesi mussulmani più popolosi del mondo, non c’ è nessun paese arabo e nemmeno turco.: Indonesia, Malesia, India, Pakistan sono i paesi islamici più popolati del mondo.
    Esistono mussulmani cinesi e di altre etnie asiatiche al punto che possiamo dire che l’Islam è una religione prevalentemente asiatica nata nel Mediterraneo, come il cristianesimo è ormai una religione prevalentemente latino-americana , nata nel mediterraneo."

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    1. Discorso giusto ma va un po' troppo oltre il tema qui trattato. OK, è vero che gli arabi non sono l'Islam, ma gli arabi esistono e hanno un peso importante e – sopratutto – qui in Europa poi la questione conflittuale con l'Islam è prevalentemente di matrice arabo-sunnita e pakistana (sunniti anche loro e molto legati al mondo arabo, sopratutto per quanto riguarda il terrorismo), con tutte le sfaccettature del caso.

      Inoltre, ribadisco che il terrorismo di matrice islamica esiste in praticamente tutti i paesi a maggioranza o con una consistente minoranza musulmana, dalla Russia all'Indonesia passando per la Cina

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    2. Caro Filo,
      con quale faccia l'Islam sta proponendosi nelle società non-islamiche: con quella del truce del salafismo fondamentalista o quella carinococcolosa che, per carità, non voglio negare che possa esistere, ma che sinceramente mi sembra attualmente in minoranza? Sai qual è il problema? Che i giovani, quelle terze generazioni da tanto tempo in Europa, che avrebbero dovuto integrarsi meglio con le nostre società, stanno rispondendo con entusiasmo ai richiami del salafismo. A violentare le donne a Colonia ce n'erano di questi giovani e giovanissimi ed è bastato un SMS per scatenarli.
      Loro il buonismo nei nostri confronti non lo concepiscono. Io direi di ricambiare con pari moneta in attesa di tempi migliori. Altrimenti siamo fottuti.

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    3. Anonimo22:52

      Il terrorismo di matrice islamica colpisce solo i paesi non allineati con gli stati uniti d'america. Andate a vedervi la geografia del terrorismo: altro che cazzate sui sunniti.

      Chissà perché le rarissime volte che ci sono degli attentati nei paesi NATO si parla di "false flag"... forse perché solo 31 campi di addestramento dei jiadisti sono in USA nelle basi CIA?

      King Lemond

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  3. "Sfatiamo anche la storiella della impossibile integrazione: la cultura europea è per lunghi secoli stata cultura italiana e poi italo-francese. Entrambe queste culture non si sarebbero sviluppate come si sono in effetti sviluppate, senza l’apporto della cultura mussulmana e araba.
    Non ripeterò le paginette dei libri di storia della scuola dell’obbligo facendo finta che le abbiate lette e ricordiate: le traduzioni dei greci le conosciamo grazie ai traduttori arabi e solo grazie a costoro. Il concetto di zero, l’algebra, l’astronomia, la medicina furono sviluppate e passate alla cultura occidentale.
    Dante, Petrarca, Boccaccio e Pico della Mirandola ammettono apertamente le influenze arabe che li aiutarono a scrivere e poetare. La stessa immagine dell’inferno ai tempi di Dante era mussulmana e non cristiana che venne posteriormente. La Gerusalemme liberata non parla dell’ omosessualità di Pasolini, ma degli scambi anche amorosi tra “Saraceni” e Cristiani”
    Di cosa si è trattato se non di integrazione tra cultura arabo-mussulmana e occidente cristiano? La Sicilia e l’Andalusia cosa sono? Il Portogallo? Federico II di Svevia? Venezia ?
    Lo stesso Islam è frutto di una influenza cristiana e occidentale e risente del senso di frustrazione provato dagli arabi che erano politeisti e frazionati politicamente, di fronte ai monoteisti cristiani ed ebrei con la loro superiorità culturale e religiosa. Maometto diede loro non solo una religione ( il libro) e una letteratura, mille vittorie e un nuovo entusiasmo, ma anche una Patria unica.
    L’Islam divenne nemico solo quando diventò turco. E anche allora entrò in simbiosi e si alleò con Francesco I di Francia ( peraltro mezzo italiano).
    Furono i turchi ad assediare Costantinopoli come Vienna e a presentarsi a Lepanto, a torturare Marco Antonio Bragadin e a mettere a sacco le nostre coste.
    Fu un fatto di integrazione tra culture anche la Nahda ( rinascimento) araba e turca nel XIX secolo , ammirati dalla aggressività, dinamismo e inventiva degli occidentali. Copiarono quel che gli mandammo. Invece di Avicenna Al Kindi e Averroe, mandammo generali, cannoni, ammiragli e imbroglioni. La nostra versione di integrazione fu il colonialismo."

    In sostanza De Martini ( tra l'altro, figlio di https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_de_Martini , un soldato italo/siriano della seconda guerra mondiale pluridecorato ) ci dice di non fare di tutta l'erba un fascio...
    non possiamo stracciarci le vesti per l'import di olio tunisino e al contempo non capire che contadino o disoccupato tunisino se non ha da mangiare poi si arruola nell'ISIS per 1600€ al mese, che sia integralista o no...

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    1. ...e quindi? Le sofferenze di un popolo giustificano il suo desiderio di annichilarmi, ma anche il mio desiderio di difendermi a tutti i costi. Lasciamo perdere le lezioncine.

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    2. de Martini ha ragione per quanto attiene ai rapporti tra cultura europea e cultura islamica. E' anche evidente che il destino geografico italiano ci impone di stabilire buoni rapporti con il Levante, buoni rapporti che comprendano investimenti e collaborazione anche militare. Il che non significa (anzi) che dobbiamo accogliere milioni di arabi, mussulmani o no che siano. I buoni rapporti si stabiliscono nel reciproco rispetto, e nel rispetto dei limiti e delle rispettive identità.

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    3. Anonimo10:49

      I buoni rapporti con il Levante li avevamo gia'. Come mai sono saltati ? Quando la cultura islamica portava ancora qualcosa di positivo era per due ragioni: ha assimilato le culture dei popoli conquistati ed era in perenne stato di guerra con quella cristiana. Ci si dimentica troppo spesso che la parte inferiore del Mediterraneo era gia' tutta stata cristianizzata senza tanti massacri ai tempi dell'Impero romano. Quando l'Islam si e' espanso verso nord ha spazzato via il cristianesimo o l'ha ridotto all'irrilevanza in varie forme di societa' multiculturale, come si vorrebbe fare adesso. Delle questioni religiose mi sono impicciato anche troppo anni fa; tanto che oggi mi escono dalle orecchie. Pero' ricordo ai "cristiani" tanto tolleranti che S.Agostino era piuttosto abbronzato e veniva dalla Tunisia. Come mai nessuno rimette mai in discussione l'arabizzazione del Mediterraneo inferiore, almeno quanto mette in discussione la cristianizzazione di quello superiore ? C'e' una sola ragione: il cupio dissolvi. Al che, la "guerra di religione" non c'entra niente: siamo di fronte ad autentici suicidi che vorrebbero coinvolgere anche noi nelle loro turbe mentali.

      G.Stallman

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    4. Perchè i buoni rapporti con il Levante sono saltati lo sai tu, lo so io e lo sa anche de Martini che nel Levante ha lavorato, come alto funzionario dello Stato italiano, quando sapevamo come tenerli, i buoni rapporti con quelle genti.
      Sarebbe interessante aprire una discussione sul perchè del cupio dissolvi, ma forse eccede i limiti di questo scambio. Se la nostra società fosse ancora cristiana, il rapporto con l'islam sarebbe molto più facile e chiaro (difesa armata compresa). Non lo è più.

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    5. Anonimo11:19

      Vabbe' Roberto, lo sappiamo. Ma che si fa fino a che non si riesce a rimettere un po' d'ordine in questo casino ? La vecchia massima "primum vivere deinde philosophari" e' sempre valida. Di Avicenna e Averroe' (con i quali ci stanno triturando i maroni almeno da un ventennio) ce ne occuperemo poi. Oggi il problema e' uno solo: garantirsi la massima Sovranita' possibile. E per fare questo bisogna essere disposti a fare altrettanto. Anche con i nemici. Nel momento stesso che riteniamo giusto l'intervenire in altri Stati e in altre culture, dobbiamo essere consapevoli che accadra' lo stesso per noi. Quindi non se ne esce se non col vecchio metodo dell'ognuno a casa sua e amici come prima. E se amici come prima non saremo piu', almeno non avremo il problema di cercare casa per casa i fanatici che vogliono farci saltare per aria.

      G.Stallman

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    6. Sul principio ciascuno a casa propria non si può che concordare.

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    7. Anonimo15:16

      1600 E. pagati da chi? Scommettiamo che se nessuno (Turchia, Qatar... i nostri alleati insomma) li finanzia smettono di arruolarsi?

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    8. Si, la grande influenza che la cultura araba ha avuto anche sul Fedele d'Amore Alighieri. Uhm. Certo. Però ora siamo di fronte ai tagliagole e l'amor che move il sole e le altre stelle è leggermente fuori luogo. Il salafismo non viene da fuori, è interno all'Islam e, nel momento in cui l'islamico vede la possibilità di ritornare a conquistare l'Europa, lo fa senza tante pippe cosmiche o poetiche. Questa è la realtà. Poi siamo tutti fratelli e ogni cultura è meravigliosa.

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    9. Calma calma, la matematica non è "un'invenzione" araba come troppo spesso pare sia scritto tra le righe. Il concetto di zero lo hanno "ricevuto" dalla cultura indiana come un sacco di altre cose come l'astronomia (che al tempo era astrologia).
      Vero che Maometto "cercò", "trovò", si "immaginò" una religione "a misura" per le sue lande, e in questo aspetto va stimato e rispettato se pensiamo alla posizione prona che prendono immancabilmente i nostri garzoni politici nei conFronti delle altre culture che vengono a decidere a casa nostra.

      Non approvo questa sorta di senso di colpa per eventuali nostri "atteggiamenti" così detti colonialisti. La prima cosa che ha fatto l'islam è stato colonizzare e spargere il suo "seme" ovunque abbia posato piede (e spada).

      Ma il discorso che immancabilmente viene sempre dimenticato, se non deriso, è quello relativo al concetto di diritto.
      Addirittura in nostro buon Matteo ne sorride di buon umore, ma allora dico: Caro Matteo et simila, ?perché non andate a vivere dove questo "ridicolo" concetto di diritto viene sistematicamente schifato e sputato?
      Lo dico perché c'è ancora molta gente che sarebbe disposta a lottare, se proprio si deve, per disperdere altrove le prepotenze dei "giusti dalla parte giusta del Dio unico", cristiani, ebrei o mussumlmani che siano.

      Le relazioni tra culture sono utili e vanno mantenute entro il giusto limite di interscambio.

      Lo so, lo so, la questione è complessa...l'imperialismo americano, la lotta di classe, i signori della guerra e un sacco di altre cose, ma intanto iniziamo a sistemare quelle che sono più prossime e a portata...secondo me nè.

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  4. C'è talmente tanta emergenza antisemitismo che ho censito 217 episodi nel periodo che va da metà 2012 a fine 2015, quando nel solo 2013 ci sono state 442 rapine agli uffici postali. http://www.lulu.com/shop/http://www.lulu.com/shop/m-da/studio-sullosservatorio-antisemitismo/paperback/product-22512925.html
    Evita di rispondere tanto non perderò tempo a leggerti ancora.

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    1. perche' ordunque perdere tempo a scrivere? Un motivo ci sara'...

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    2. se non sai distinguere la differenza tra rapinare un ufficio postale e compiere azioni antisemite il problema è tutto tuo, non perderò tempo a spiegarlo.

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    3. @ Legge Manicino

      E io rispondo lo stesso, perché il commento del cazzo va sempre segnalato, per evitare che qualcuno possa prenderlo per buono.

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    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Anonimo19:46

    Interessante il ragionamento.
    Io entro in casa di qualcuno, mi prendo cucina, sala da pranzo e cesso ma gli lascio la camera.
    A questo punto, ci si mette d'accordo per avere "due famiglie e due appartamenti"...pardon, "due stati e due popoli".
    Immagino che quando gli islamici tanto odiati dalla padrona di casa pretenderanno di fare un "califfato europeo" ed ai diversamente allogeni lasceranno tipo le Eolie, non avremo nulla da dire.
    Matteo

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    1. ahahah il problema e' proprio l'opposto! Quando riusciremo ad odiare gli islamici quanto loro odiano noi, sara' troppo tardi. Non puo' esserci convivenza fra culture immensamente differenti, ma solo conflitto.

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    2. Anonimo10:32

      Ci possono odiare quanto vogliono, ma il problema nasce quando te li metti in casa. Una volta rispediti a casa loro il problema e' risolto. Ma guarda un po' il caso, i sostenitori del "conflitto di civilta'" sono spesso anche i sostenitori della "libera circolazione". Raramente li senti dire la cosa piu' banale di questo mondo, ovvero: via tutti. Invece, bisogna andare a combattere l'Islam in casa sua. Con quale esercito e quale motivazione e' un mistero. E' qui che si distingue chi vuole risolvere un problema da chi lo vuole sfruttare ai suoi fini. Sempre che non l'abbia creato lui stesso.

      G.Stallman

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    3. Anonimo15:46

      In effetti le lagne dei figlioletti di Mosè stridono un tantino per esempio con istituzioni come l'ADL e simili.
      O con i rabbini che depositano firme per convincere Obama a...importare musulmani.
      Gnegnegne signora maestra, il goym Ahmed mi ha preso a pugni perchè non vuole essere sottomesso come il goym Giovanni.
      Matteo

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    4. Rimandarli a casa sa di deportazione. Niente di che, se serve a non soccombere, si fa. Qualcosa di meno violento si potrebbe tentare prima, ad iniziare da martellamento mediatico dal "non si bivacca per strada, anche se dite di pregare" al "velo assolutamente vietato", con tutte le spiegazioni "occidentali" del caso, e visite regolari dell'assistente sociale, che ti leva i figli se e' il caso. C.zzo quando hanno deciso, in pochissimo tempo hanno ghettizzato i fumatori (i fumatori! di tabacco!!!) invertendo un fatto culturale apparentemente inamovibile. In a nutshell: se vogliono vivere con noi, devono vivere esattamente come noi. Forse non e' troppo tardi, forse non sono ancora troppi. Iniziamo da noi, non facciamoci mettere i piedi in testa nelle nostre piccole realta', perche' gia' succede eccome. E chiudiamo tutte le moschee. E' brutto? Pace, non e' un mondo perfetto.

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  6. Molto interessante e per buona parte condivisibile.
    Mi è piaciuta molto la parte sul conflitto israelo/palestinese, non schierata né con il sionismo di stampo neocon, né con l'antisionismo filoislamista.

    Su di essa avevo scritto un articolo che risulta abbastanza simile a ciò che viene detto: http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2014/07/chi-ci-guadagna-dal-conflitto-israelo.html

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  7. Anonimo06:53

    Premesso che io preferisco affrontare la questione migratoria in termini semplici: uomini che si spostano in massa; la questione dell'unita' islamica rispetto all'unita' cristiana si misura in un modo solo: la lingua. L'Islam sara' frastagliato quanto vuoi, ma se si considera che dall'Arabia Saudita all'Indonesia tutti conoscono l'arabo, pare evidente che esiste un'unita' culturale che la Chiesa cattolica ha completamente perduto da quando ha abbandonato il latino. Questo e' un fatto insuperabile. C'e' quindi maggiore unita' in una religione senza un'apparente autorita' centrale che in una che conserva ancora una o piu' strutturae gerarchicae e l'obbligo all'obbedienza. Infatti se ne vedono i frutti: gli attivisti islamici che scelgono la lotta armata sono di tutte le nazionalita' del mondo. Quindi, l'affrontare la questione in termini religiosi avrebbe senso solo se vi fosse un blocco antitetico, piu' o meno numeroso che vi si oppone. Il che non c'e' piu'. Se invece il Cristianesimo lo si misura all'americana, ovvero, secondo lo "stile di vita" allora e' evidente che si tratta di qualcosa di molto diverso da una guerra religiosa. Ma e' ovvio che la motivazione a scannarsi reciprocamente non e' pari. Vista questa e considerati i numeri coinvolti una guerra del genere e' persa in partenza. La questione ebraica e' ancora diversa, proprio per le stesse ragioni, ma soprattutto perche' il numero degli ebrei e' irrisorio rispetto alla loro influenza. E tutta la questione discende di qui. Che la vera questione motivante sia stata tra Germania e Ebraismo internazionale e' una cosa talmente evidente che e' inutile solo il parlarne. Al che, se si vuole imporre una questione cosi' numericamente irrilevante a parametro di comportamento mondiale, ci deve essere un altro motivo non cosi' manifesto.

    G.Stallman

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  8. Anonimo09:22

    Glock 17C: versione compensata con due fessure sulla canna e due corrispondenti sul carrello che fanno uscire parte dei gas di sparo prima che la palla esca compensando il rilevamento verso l'alto.
    Peso 625 g scarica, 905 g carica (17 colpi)
    Lunghezza 186 mm
    Altezza 138 mm
    Calibro 9 mm
    Munizioni 9 × 19 mm Parabellum - 9 x 21 mm IMI (in Italia)
    Azionamento A corto rinculo con culatta bloccata e canna basculante, Safe action, Single action
    Velocità alla volata 360 m/s
    tiro utile utile 50-100m
    Alimentazione Caricatore bifilare da 17 colpi - 19 colpi con fondello opzionale - 33 colpi con caricatore opzionale
    Organi di mira Amovibili
    6/800 euri
    saluti.

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    1. Quando lo imbracci e' troppo tardi, comunque vada. Le sole guerre vinte sono quelle evitate.

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    2. Propendo sempre per l'arma nucleare. La dissuasività della testata è insuperabile.

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    3. Anonimo11:50

      aggiasandabbasc , tampieri , arma nucleare ...eccheccazzo , fai paura , io intendevo consigliare uno strumento idoneo . Il senso era ed è : mi siedo a tavola : forchetta coltello cucchiaio , prendo il treno : biglietto , faccio un viaggio in macchina : olio motore benzina ruota di scorta cric ... , vivo in un luogo dove puo essere che qualcuno intenda fottermi ? pistola con poco rinculo, facile da pulire leggera ed un pochetto di munizioni .
      p.s. nell'eventualità ti capiti di sederti a tavola e non hai posate , se sali sul treno senza biglietto , se parti in macchina senza benzina ecc poi .... di che cazzo ti lamenti ?
      p.p.s. s'impugna , non s'imbraccia e ...vuoi mettere l'importanza deterrente mostrarla senza nemmanco doverla impugnare ? prova .

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    4. Anonimo11:52

      uff...dimentico.
      luigino
      ciao

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    5. Anonimo12:02

      scusate l'insistenza ma l'ho notato solo adesso : we , barbarella ma seghè sto ciuffetto impertinente che mi sfoggi ? eeeeee ?
      quello di prima

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    6. Logica consequenza purtroppo delle deliranti politice migratorie della culona è del culone del vaticano è montecitorio (alfano). Miglior esempio la Germania, dove da settembre, cioè dal inizio del invasione di massa, le vendite di armi da fuoco stanno salendo esponenzialmente.

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  9. Grazie ancora Barbara. La giornata della memoria è solo diventata la polverosa e surreale ripetizione del frame "nazionalista-xenofobo-destra-omofobo-cattivo" ad usum piddinitas. Appena arriva una forma dittatoriale priva di svastiche e amenicoli vari, ma portata in nome di altri interessi e bandiere, questi imbecilli applaudono gaudenti l'arrivo della modernità, almeno fin quando il loro popò resta bello al coperto. Se il quadretto preconfezionato dittatoriale che conosci è solo quello e la politica attuale non lede i tuoi interessi, tu la appoggi tranquillo, tanto è "democrazia"...

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  10. Anonimo12:17

    Ma che gioco stanno giocando anche questi?
    Semplice, al gioco: i nostri nemici devono diventare anche i vostri, così da non dover mai più affontare l'intero mondo arabo-islamico da soli, come accaduto in passato (guerra dei 6 giorni, del kippyur ecc.).
    L'estremismo islamico, fintamente combattuto ma in realtà sostenuto da Usa e Europa per altri fini, genera necessariamente come reazione l'islamo-fobia. Temo che anche questo articolo sia caduto nel tranello.

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    1. Anonimo14:15

      gli israeliani danzanti il giorno delle torri al momento dell'arresto da parte del fbi. noi e voi abbiamo lo stesso problema. NON DOVETE arrestare noi.
      e infatti li han rilasciati.
      15 anni fa.
      però siccome siamo duri di comprendonio e siccome ci stanno sul cazzo più gli uni degli altri allora gli uni ci mandano milioni di altri affinchè gli uni ci stiano un pò meno sul cazzo e gli altri un pò di più.
      shalom !

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    2. C'è una regola aurea in questo blog. Chi non riesce nemmeno a compilare il form dei commenti indicando il proprio nome nell'apposito spazio, generalmente lascerà un commento del cazzo.

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  11. Per questa giornata dell'ipocrisia il governo USA fa pagare ai suoi cittadini svariati miliardi di dollari che vanno a finire nelle tasche di Israele.Mentre nessuno parla del genocidio dei Palestinesi.E con questa scusa autorizziamo la NATO ad imporre la sua bandiera ovunque e imporci il IMF...https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://www.morasta.it/lolocausto-ebraico-e-una-menzogna-non-e-andato-come-ci-hanno-raccontato/&ved=0ahUKEwj325HovszKAhVH9w4KHX_xDK4QFggbMAA&usg=AFQjCNGJEG8PH3KFMqbXdfnUTvXVF76_8w&sig2=_fHCqdm8PdtyJ5QtaNSl6A

    Michele Lollino

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  12. Anonimo15:37

    Questo articolo e' assai inferiore alla media di questo blog e mi ero ripromesso di non commentarlo.
    Ma purtroppo, anche leggendo i commenti, devo riconstatare che l' inesorabile fato su di noi si mostra anche in questo prendere sul serio simili "pipponi" su cosa sia peggio per noi "popoli europei" tra " il fondamentalismo islamico e quello sionista "; quando e' la "superclasse" dei "ricconi" che contiene nei propri amichevoli ranghi ISLAMICI , EBREI, ATEI , CATTOLICI PROTESTANTI ect ( ecco una vera "integrazione" :-) ) a distruggerci giorno dopo giorno con l' arma primaria appunto della "fottitura nel cervello".
    ws

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  13. Ve posso dì 'na cosa?
    Madonna, che commenti desolanti.
    C'è tanto tanto tanto tanto da lavoracce.

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    1. Mancano le basi, aka lotta di classe. Tutto il resto ne consegue. Anzi no, qualcuno blatera si' di lotta di classe, ma solo per spiaggiarsi nel "proletari di tutto il mondo unitevi". Poi basta intendersi sul significato, a Colonia mi risulta siano stati effettuati con successo numerosi esperimenti di "unione", stretta e profonda.

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    2. Anonimo23:00

      Andate a studiare che siete penosi: il solito articolo indegno xenofobo e razzista.
      Desolante la spocchia di chi è dannatamente superficiale e si atteggia da intellettuale. Vergogna!
      Claudia

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  14. Anonimo23:23

    No “a perfect world”, prima della lotta di classe manca del tutto l'amor proprio, il senso di appartenenza. Come sottolinea Michea nel suo I misteri della sinistra: «qualunque forma di appartenenza o di identità che non siano state scelte liberamente dall’individuo risulta potenzialmente oppressiva e discriminante. Di qui, la successiva celebrazione delle virtù del mercato sociale senza frontiere e di ogni forma di affrancamento da appartenenze e identità date (comprese quelle sessuali)»
    C'è un disprezzo dilagante verso ogni tipo di valore che, da sempre, è alla base di ogni comunità popolare, dalla morale alla lingua, dal merito individuale all'amore verso il proprio simile, sino alla fondamentale trasmissione culturale e scolastica, quel “tradere” che permette da millenni ad ogni civiltà di perpetuarsi.
    A tal proposito la stessa smania frocista, falsamente spacciata per rivendicazione di diritti, altro non è che un chiaro attacco ai valori di cui sopra: della serie evitate di riprodurvi, estinguetevi, fatevi sostituire.
    Commenti deliranti come quelli di De Martini sopra riportato sono la chiara conferma che solo l'altro da sé va elogiato, siamo noi poveri “autoctoni” ad essere colpevoli di ogni nefandezza.
    Conosco bene il peso delle c.d. Lobby ebraiche nel determinare i destini del mondo e, in tutta franchezza, non mi è mai fregato granchè degli ebrei e dei loro piagnistei.
    Se però di fronte ad un articolo complesso, ricco di spunti, e per niente banale come quello postato ( a proposito complimenti) non si trova niente di meglio che prendersela con lo “sporco giudeo” si è veramente fuori strada.
    In Europa vivono approssimativamente un milione di ebrei ( persone normali non ricchi burattinai) che fanno parte da secoli del tessuto sociale dei paesi in cui vivono.
    Sono loro il problema?
    Solo in Italia la presenza di allogeni di fede islamica è almeno quattro volte tanto.
    Tra un po avremo veli e culi rivolti alla mecca fuori l'uscio di casa..
    Certi tic fuori dalla realtà non appartengono solo alla sinistra, se chi viene da destra trova giusto rimanere fermo ad 80 anni fa, faccia pure, si merita però i commenti scandalizzati del radicalchiccume vario che oggi inorridiva per il saluto romano di Phil Anselmo (ex cantante del gruppo metal Pantera).
    A proposito: sieg heil e pugno chiuso Phil! Grazie al cielo c'è ancora chi sa ridere di certi tic politici e di tutta sta massa di idioti dalla lingua pulita.
    Saluti.
    Costantino
    P.s. Claudia tranquilla adesso andremo tutti a studiare!

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    1. Anonimo23:49

      Sono loro il problema?
      No "il problema" e' la doppiezza di chi li "rappresenta" invocando sempre la "purezza " per se e il "meticciato" per tutti gli altri .

      ws

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    2. Anonimo08:49

      Nemmeno al sottoscritto la "questione ebraica" pareva qualcosa di cui doversi occupare. Mai passato per l'anticamenra del cervello. Pero' come non notare un'analogia con la ben piu' vasta "questione migratoria" ? Nel momento stesso che la si rifiuta, o la si vuole gestire in qualche modo, si finisce per essere paragonati ai nazisti. Anzi, c'e' gia' il veto preventivo: non solo se rispedisci a casa sua la "risorsa" sei un nazista, lo sei anche se non l'accogli. E nessuno, o quasi, ne faceva una questione di "razza" o robe simili, ma quando ti spediscono in casa mezza Africa il problema chiuso dietro alla porta ti rientra dalla finestra. Quanto possiamo sentirci "ebrei" in tale circostanza te lo spiga bene un bel po' di letteratura al riguardo. In particolare le parole di Tullia Zevi che a suo tempo rivendicava al Popolo ebraico la legittimita' a dissolvere intere nazioni per meglio accomodarvisi ed evitare l' "antisemitismo". Ovviamente al sottoscritto non frega nulla nemmeno dell' "antisemitismo", ma fingere di non sapere che quella della Zevi non era solo un'opinione personale significa nascondere la testa sotto alla sabbia. Che poi la questione sia molto piu' complessa e la quasi totalita' degli ebrei che conosco sia d'accordo sul fatto che qui bisogna prendere il toro per le corna, non toglie che questi maneggi ad alto livello di mandrie umane vengono decisi anche, e soprattutto, da gente a cui a Tel Aviv sono intitolati boulevard e piazze, palazzi ed altro ancora. Antisemitismo ?

      G.Stallman

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    3. Anonimo10:47

      Lagnarsi per l'antisemitismo di chi fa semplicemente delle banali considerazioni di carattere storico è abbastanza divertente.

      Matteo

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    4. Anonimo11:44

      Matteo, io lo trovo tragico nella nostra fattispecie. Qualunque cosa fai, o pensi, sbagli.

      G.Stallman

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  15. Anonimo23:47

    P.P.S.
    Prima che intervenga qualche maestrina saccente,ho fatto confusione con i numeri sulla presenza islamica tra Italia ed Europa.
    Il senso del discorso comunque non cambia.
    Costantino

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    1. Anonimo10:56

      Solo una zucca vuota pensa che l'islamofobia o l'antisemitismo siano pensieri politici. Fai poco lo spiritoso.
      L'amor proprio non è nulla se non passa per l'interesse verso il prossimo: ma non hai neanche idea di cosa stia parlando.
      L'unica mezza parola sensata (mezza) l'ha detta l'utente "perfect world". Le critiche all'articolo sono invece state doverose oltre che pertinenti.
      Si può essere contro l'immigrazione e difendersi dall'invasione di stranieri senza far discorsi da bar dello Sport.
      Vai a studiare anche a te, sgrammaticato oltre che maleducato.
      Claudia

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    2. Anonimo11:05

      Soprattutto per dire che l'identità di classe passa prima per quella nazionale non è necessario dire sciocchezze sulla cultura araba o islamica.
      Claudia

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    3. Claudia, scommetto che provieni da quella fogna di Comedonchisciotte.

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    4. Anonimo11:25

      Di maleducato ci sono solo i tuoi insulti del tutto gratuiti.
      Tipico di chi si auto attribuisce una superiorità morale e culturale.
      Un consiglio: approfondisci l'etimologia della parola "prossimo".
      Torno a studiare. Addio.
      Costantino

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    5. Giusto, l'Italia non è il paese europeo con la popolazione islamica più grande. Davanti ci sono la Francia è le nazioni nordice. Sempre in percentuale sulla popolazione totale.

      Comunque con questo QUESTO testa di cazzo c'è poco da stare sereni.

      È attenzione l'Italia ormai è l'unico paese europeo insieme la germania che ha ancora le frontiere apperte è si rifiuta totalmente a chiuderle.

      La macedonia ha chiuso le sue frontiere verso la grecia, Se la frontiera tiene sono cazzi, per la grecia è anche l'Italia. L'Italia in più è esposta anche alla rotta africana.

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  16. Segnalo un fatto rilevante. Il mondo arabo si sta avviando verso una guerra di religione interna all'Islam, paragonabile alla guerra dei Trent'anni tra cattolici e protestanti che devastò l'Europa (devastò è un eufemismo: la Germania perse due terzi dei suoi abitanti, i massacri di civili furono la norma e non l'eccezione, epidemie di peste si diffusero in tutta l'Europa al seguito degli eserciti).
    La nostra guerra di religione iniziò come tale, in seguito alla frattura della Chiesa, e poi, grazie al Cielo, si trasformò in guerra tra Stati. Scrivo "grazie al Cielo", perchè mentre la guerra di religione è guerra assoluta, nella quale l'obiettivo è lo sterminio di un nemico al quale non si può riconoscere lo status di justus hostis, la guerra tra Stati è guerra limitata, nella quale l'obiettivo è una alterazione favorevole dei rapporti di potenza con un nemico al quale si riconosce pari legittimità. Infatti, la guerra dei Trent'anni si concluse con il mai abbastanza lodato trattato di Westfalia, che ha regolato i rapporti tra le potenze euroepee fino all'altro ieri, evitando che le guerre piombassero nel precipizio della guerra assoluta.
    Nel mondo arabo, il percorso pare inverso. Prima entrano in gioco i conflitti tra Stati (innescati dallo sciagurato intervento USA in Iraq); poi il conflitto fra Stati si avvia verso il conflitto religioso tra sciiti e sunniti.
    Sintesi: è imperativo che l'Europa NE STIA FUORI.
    Per starne fuori bisogna proporsi tre obiettivi: 1) creare una cintura di sicurezza, nel Maghreb e nei Balcani, di Stati arabi e/o mussulmani con i quali le potenze dell'Europa meridionale stabiliscano buoni rapporti, e ai quali garantiscano sostegno anche militare contro la sovversione interna e la destabilizzazione dall'esterno 2) porre termine al più presto possibile all'immigrazione in generale, ma in ispecie araba e islamica in Europa, per poi invertire la tendenza (rinviare in patria il maggior numero possibile di immigrati: l'unico mezzo sicuro e non crudele è limitare l'estensione della cittadinanza a casi rari, e differenziare le prestazioni dello Stato sociale a sfavore degli immigrati, a favore degli autoctoni) 3) sventare ogni tentativo interessato di trasformare il conflitto in corso all'interno dell'Islam in conflitto tra l'intero Islam e l'Europa, o tra Islam e le nazioni eredi (indegne) della Cristianità. Il gioco che stanno facendo gli estremisti salafiti è esattamente questo: per battere il loro nemico sciita (e laico), tentano di innescare una guerra santa dell'Islam contro di noi, per indurre una union sacrée degli islamici della quale prenderebbero la guida. In questo giochino si inseriscono, per i loro interessi, correnti dell'amministrazione americana e israeliana (e non solo). Non caschiamoci, è un burrone senza fondo.

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    1. Assai plausibile. Grazie.

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    2. Anonimo11:13

      Si può essere d'accordo o meno sulle soluzioni proposte, ma Roberto è evidentemente una persona colta e preparata: un altro livello rispetto alle stupidaggini che si leggono in questa pagina. Capito la differenza, caro Costantino?
      Claudia

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    3. E mo' mi hai scocciata, Claudia. Stupidaggini saranno quelle che albergano nella tua zucca vuota. Quando si vuole criticare seriamente uno scritto si ARGOMENTA, di discute civilmente e si cerca di confutarne le affermazioni, non si insultano gli autori e basta. Capito, trolletta dei miei stivali?

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    4. Anonimo12:11

      Sei talmente gretta e ignorante che non capisci neanche le confutazioni. Proprio come quel Costantino che sarà andato sicuramente a studiare il senso universale dell'evangelico prossimo...
      Capito goebbelsina con gli stivali neri?
      Invece di insultare chi ti fa delle critiche, studia! studia! STUDIA! proprio come il buon Roberto. A cui faccio i miei più sinceri complimenti.
      Claudia

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    5. Anonimo12:40

      Claudia , un po di autoerotismo ? no , non c'é proprio nulla di cui vergognarsi nell'entrare in un sexi shop ma , se sei distante o troppo pudica , puoi fare come al solito.

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    6. Grazie dei complimenti, Claudia, ma perchè gli insulti? E perchè tirar fuori dal cassetto il nazismo, che non c'entra niente?

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    7. Anonimo13:25

      E finalmente è arrivata l'accusa di nazismo.
      Legge di Godwyn?
      Avevo sempre creduto fosse una minchiata, ma da un pochino di tempo inizio a pensare seriamente alla sua effettualità.
      Comunque l'analisi di Buffagni (a proposito: Avversario ti saluta) mi sembra molto sensata.


      Matteo

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    8. Grazie, ricambio i saluti di Avversario.

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    9. Complimenti alla "lettura" fatta da Roberto sulla questione Islam e Medioriente.

      Di certo immensa luce rispetto ai soliti luoghi comuni sul complottismo giudaicoplutomassonicosionista che il nostro caro Matteo ha come sempre esposto qualche commento sopra.
      La sua capacità di argomentare si è nuovamente palesata cercando di infilare nel discorso il solito protoparadigma super abusato;""Entro in casa di qualcuno, mi prendo cucina, sala da pranzo e cesso ma gli lascio la camera.
      A questo punto, ci si mette d'accordo per avere "due famiglie e due appartamenti"...pardon, "due stati e due popoli".

      Complimenti, hai vinto la gara della Banalità, primo con ampio distacco (e non dire che ce l'ho con te; se fosse vero ti avrei consegnato il premio a post "caldo", invece ho aspettato che si esaurisse l'attenzione. In fondo ti voglio bene, sono antropologicamente cristiano e detengo la compassione :)

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    10. Scusa Matteo, sono ignorante, ?ma la legge di Godwin è questa?:

      « Mano a mano che una discussione su Usenet si allunga, la probabilità di un paragone riguardante i Sionisti o Israele si avvicina ad 1 »

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    11. Anonimo19:41

      Se vuole le mando una mia foto firmata così può amare se stesso amabilmente sulla medesima, vista l'attenzione morbosa che porta nei riguardi della mia modesta persona.
      Standard ce ne ho di tre tipi: completo scuro formale da teatro; tenuta da lavoro; sportivo casual da domenica pomeriggio.
      Mi sappia dire quello che le interessa.
      Se ne vuole una personalizzata, possiamo metterci d'accordo, a patto che si mantengano i limiti della decenza.


      Matteo

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    12. Guarda, puoi mettere il vestito che vuoi che tanto resti disargomentato pari.
      E poi Sarei io quello che si ama...addirittura hai la vanità di mandare foto firmate :))), suvvia.

      Se puoi almeno rispondere si o no alla domanda che pongo sopra, non mi pare difficile.

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    13. Anonimo22:14

      Vede, io ad un imbecille non rispondo a prescindere.
      Vuole la prova che la sua sia solo masturbazione internettiana da "blogger" fallito?
      Bene: dica a Stallman quello che ha detto a me dato che mi sembra che siamo abbastanza d'accordo.
      Ok, le mando una foto ignudo così la facciamo finita.



      Matteo

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    14. A Mattè, tra te e Stallman c'è n'abbisso (cò du bbi).
      Lui argomenta e ne abbiamo parlato...
      Te appioppi delle costatazioni sillogiche e solipsistiche e perdi pure le staffe indegnamente...ricomponiti.
      ?Ma il buonumore dov'è finito?

      Ora la chiudo e definitivamente, perché c'è un detto che recita; "Non discutere con un idiota che da fuori si potrebbe non notare la differenza!".

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    15. Anonimo10:58

      Deve essere la terza volta che mi assicuri di chiuderla, ma ancora continui.
      Ti piaccio proprio.
      Matteo

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  18. Anonimo14:58

    Bravo Roberto B., ottimo spunto di vista! Grazie. Claudio.

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  19. Grazie, Claudio. Noterella. Capisco benissimo che l'imposizione dell'ideologia politically correct faccia perdere la pazienza, e provochi reazioni simmetriche, cioè uguali e contrarie.
    Andrebbero però ricordate due cose fondamentali:

    1) il razzismo,comunque declinato, esplicito o implicito, oltre ad essere eticamente sbagliato, offusca la mente non meno del suo opposto

    2) il livello morale della guerra è il più importante: più importante del livello mentale, più importante del livello fisico.
    Bisogna insomma essere capaci da un canto di creare armonia e coesione nel proprio fronte, e dall'altro di proporre e un insieme di valori credibili e di obiettivi praticabili al maggior numero possibile di attori, attuali e potenziali. Solo così è possibile allargare le proprie alleanze, e restringere ilcampo di alleanze del nemico: è la chiave della vittoria. Nel caso in esame, ogni propaganda o proposta politica che risulti in un compattamento dell'Islam è la ricetta infallibile del suicidio.
    Se si vuole una prova a contrario, basta vedere che cosa è successo alla Germania nazista nella IIGM. Il fronte interno era coeso, l'esercito il migliore del mondo in assoluto: ma la proposta politica e umana del nazismo - fondata sul razzismo biologico - era totalmente inaccettabile per la grande maggioranza dei popoli e delle nazioni (e vorrei vedere).

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    1. Bellissimi gli scambi di pensieri che ho letto in questo blog; non mi resta che pensare e meditare su questi concetti: che la (per me, stramaledetta in tutte le sue forme) fede religiosa sia un eccellente sistema per portare le menti (di chi la pratica) nell'oscurità e renderle facilmente governabili dai "capi"; che ci si dimentichi o non si voglia ricordare e far ricordare che questi conflitti interreligiosi si perdono nella notte dei tempi e continuano con una certa ciclicità (e molto probabilmente continueranno anche dopo la nostra dipartita); che adesso se ne profili un'altra, con tutti gli annessi e connessi, con una gestione politica della situazione al limite dell'incapacità mentale (portando ad un rafforzamento generale della convinzione che si tratta di volontà e non incapacità); che saremo noi popolo che fineremo con lo sbatterci i denti e farci male. Mi ritengo uno che cerca e guarda la realtà dei fatti, pertanto quello che viene discusso da chi tira i fili di questa situazione, non lo considero; potremmo essere veramente prossimi ad una nuova guerra e saremo noi a doverla fare; spero che nessuno me ne voglia, ma non credo che noi popolo, saremo in grado di dire e convincere il nostro "nemico sottoculturato", che saremo in guerra solo per il volere di qualcun'altro e non vedo altra soluzione che prender mano alle armi (una guerra atomica porterebbe troppo lontano nel tempo il "godimento" delle conquiste e la considero poco applicabile, almeno su vasta scala). Concordo con chi "suggerisce" di prepararci, perché potrebbe esplodere con velocità; concordo con una gestione del problema rimanendo entro i propri confini (si combatte con più convinzione cercando di proteggersi e guardare la propria famiglia, piuttosto che attaccare lontano da casa) e il tutto da lontano. Spero che il credo religioso e razziale e tutti i preconcetti, vadano a farsi fottere il prima possibile, perché, penso di aver vissuto abbastanza, per dire che non è il credo religioso, non è il colore della pelle, non è il parallelo dove sei nato che possono far di te una persona "buona"o "cattiva", se sei un coglione è perché sei nato tale. Saluto. Federico

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