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domenica 12 febbraio 2017

I figli di Della Vedova


Gli ultimi feticisti delle infauste stelle gialle, gli oropentacoli su sfondo blu - mai bandiera fu altrettanto simbolicamente rivelatrice del suo controsignificato - si sono riuniti alla Fonderia Napoleonica Eugenia il giorno 11 febbraio - anche qui gran feticismo dei numeri - per un convegno intitolato "Forza Europa". 
Non l'hanno chiamato "Fozza Uopa" perché non è stata la celebrazione di una nascita, dell'inizio di un nuovo ciclo segnato da quel dieci+uno, ma piuttosto un'orazione funebre, alla quale hanno partecipato tutti i becchini, i dottori morte, le infermiere killer, i necrofori che, in nome di un progetto elitario andato a male non per colpa dei populisti brutti o del fato avverso ma per un intrinseco difetto strutturale, per una teratogenia congenita, in questi ultimi anni non hanno provocato solo la morte astratta di un'idea ma quella concreta di un numero ancora indefinito ma che un giorno sarà conteggiato accuratamente di suicidati, di rovinati, di licenziati, di immiseriti, di violentate, di brutalizzati in tutta Europa. E tutto per tenere in vita a tutti i costi la diletta mostruosità.

Con quale coraggio e quali referenze, scadute perché firmate dagli sconfitti dal nuovo corso americano, sconfitti in un modo che deve ancora essere delineato nella sua ampiezza che sarà sconvolgente, un ammasso di radicali et al. che, schienati, agitano disperati le zampette, cercano di offrirsi ai nuovi padroni? 
"Bisogna rafforzare la Ue nell'interesse di tutti" dice Della Vedova. No, egregio. L'interesse è solo vostro. Uno squisito e guicciardiniano particulare. Dalla fine del mostro noi, da proletari e riproletarizzati, non abbiamo nulla da perdere ma solo da guadagnare, direbbe Marx.

E come la rafforzereste e conservereste, sentiamo, la UE? Con argomenti come questi che seguono?
"Io sto soprattutto con chi vuole difendere questo progetto europeo, migliorarlo, andare avanti e non prendere sempre l'Europa come capro espiatorio di tutti i nostri mali. Questo è facile ma è illusorio e non serve a niente. Sto con quelli che pensano che certamente ci sono delle falle, ma che vogliono andare verso gli Stati Uniti d'Europa. Tornando a 28 staterelli non capisco quali problemi si risolverebbero". (Emma Bonino)  (fonte)
(Basterebbe solo quello "staterelli", vero? Che prurito, che prurito alle mani, signora mia.)
"Forza Europa è una chiamata alle armi liberali, nonviolente e democratiche per combattere contro l'ideologia della chiusura. Oggi abbiamo dimostrato che è possibile prendere gli applausi parlando bene dell'Europa. E a Renzi, con cui ho condiviso convintamente la battaglia referendaria e di cui ho apprezzato la leadership di governo, dico che assecondare l'euroscetticismo finirà per danneggiare in primis lui stesso e il Pd". (Benedetto Della Vedova) (fonte)
A parte la riesumazione, sempre per restare in tono funerario, della salma ormai consunta e riducibile di una formazione politica omonima risalente agli anni 90, notare la contraddizione tra il concetto di armi (seppur liberali) e nonviolenza. Quindi le vostre sono armi finte, pistole ad acqua e fuciletti a tappo? Però, ricordatelo, i morti sono veri e reclamano giustizia.
Come per l'aggettivo "liberale", anche la nomina invano della democrazia è notevole, effetto di quel malcostume dialettico per il quale, inserendo in un discorso la parola "democratico" o "democrazia", si crede di poter coprire e giustificare qualsiasi nefandezza che esso nasconda o proclami apertamente. 

Non c'erano solo radicali conclamati al convegno ma anche ex come Francesco Rutelli, varie scorie di Scelta Civica capitanate da Mario Monti e vario tessuto granulare piddino.

Per Francesco Rutelli "parlare male dell'Europa anziché lavorare per migliorarla è un grave errore. Il consenso antieuropeo è effimero".
Ma davvero? A me non pare. Pare che Marine Le Pen stia veleggiando verso una vittoria che, mettendo mano a tutte le gonadi possibili, non è mai stata così probabile, anche a causa di scelte sbagliate degli avversari
Mi risulta che il Parlamento Britannico abbia dato pieno mandato a Theresa May, a sua volta come rappresentante la volontà popolare che si è pronunciata con il voto sulla Brexit, di appellarsi all'art. 50 del Trattato di Lisbona, per uscire dalla UE.
Lo sapete, a proposito, che l'appello all'art. 50 lo potrebbe fare qualunque paese della UE? E che addirittura è prevista dalla Convenzione di Vienna del 1969, che regola tutti i trattati internazionali, la possibilità di ritirarsi da un trattato in caso di sopraggiunta impossibilità a rispettarne i dettami? TINA, vieni qua e debunkacelo.
Immaginate perché Tsipras, l'ex no global divenuto pro global e gli inciucisti nostrani, compresi i forzeuropaioli vari, si rifiutano di farlo?
Ricordate il Titanic? Tennero chiusi i cancelli che separavano le terze classi da quelle dei signori per evitare che degli straccioni occupassero le insufficienti scialuppe di salvataggio.
E poi, in ultima analisi, caro Rutelli, si può migliorare il cancro senza asportarlo?

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori da parte sua è convinto che:
"Senza l'Europa, si torna ai nazionalismi con tutti i rischi che comportano. Se oggi siamo qui per rilanciare l'Europa unita, è proprio perché c'è chi, come Trump, la minaccia. Ha ragione Mario Draghi: senza l'integrazione europea oggi saremmo tutti più poveri". (fonte)
L'unica verità, prima di quell'oscena bestemmia finale sul "saremmo più poveri", il che è esattamente ciò che è accaduto, ma Gori dalla sua torre d'avorio non lo percepisce, è quel "Trump la minaccia". 
E se Dio vuole! Trump e chi è dietro Trump hanno parlato chiaro. I giorni dei paesi che usano la svalutazione monetaria - inclusi coloro che fanno dumping salariale per aggirare la fissità del cambio in regime di moneta unica - al fine di avvantaggiarsi indebitamente nei confronti degli altri paesi; i giorni delle Angele Merkel con le loro belle mutandine rosa, sono finiti. E potete immaginarvi dove si mettano, Trump e soci, le minacce delle Angele e delle Moncherini "a non impicciarsi negli affari europei". Dio, che spettacolo sarà vedere il panico nei loro occhi velati dal Roipnol del fanatismo ideologico, quando crollerà la loro fasulla Babilonia di kapò, ubriaconi, pervertiti e parassiti dei rispettivi popoli. E' l'economia globale che ce lo chiede e, mi dispiace, essa è più importante della UE.

Un Monti insolitamente scravattato, forse per evitare spiacevoli allusioni, ha lamentato che:
"L'Unione Europea rischiamo davvero di perderla e non credo sia catastrofismo impiegare la nostra immaginazione nella costruzione di scenari in cui l'Unione Europea sia stato un importante fenomeno transitorio. Si sta facendo molto per perderla con azione positiva di piccone e azione negativa di equivoco e ambiguità. E' un dovere conservare l'Unione Europea". (fonte)
Sempre lucido il dottor Montenstìn che vede razionalmente la fine di una porcata alla quale, in piena coscienza e in pieno possesso delle facoltà mentali, accettò di partecipare in quel non lontanissimo 2011, con la creazione del suo mostro di governo. Quello che ormai, per le soffiate messe per iscritto da tanti autorevoli compagni di merende internazionali, fu nient'altro che un golpe di quelli silenziosi e subdoli che utilizzano i killer di nazioni al posto dei carri armati e dei generali.

Vorrei rassicurare coloro che si sono preoccupati della rimpatriata eurofila di Milano. In fondo è stata solo la grande seduta liberatoria di un gruppo di auto mutuo aiuto, dove tutti hanno potuto finalmente confessare i loro crimini e liberarsi di un peso.
Come i serial killer che: "Si, credo di averne ammazzate altre venti in questo stato. Se scavate in quel bosco al confine con il Michigan le troverete." 
E' mancato un finale in stile reverendo Jones con il giro sangria. Peccato. Sarebbe stato un gran colpo di teatro.
La confessione. Non riesco altrimenti a spiegarmi questo acting-out collettivo sull'orlo del burrone. Con ancora una volta americani e russi in procinto di dover intervenire in Europa per rimediare ad un casino provocato dalla Germania.
Con i media che già cercano di spacciare un Schultz tagliato male come l'anti-Merkel quando, dal punto di vista eurofilo, Schultz è ancora peggio di madame, in quanto desinistra. Citofonare sempre Tsipras.

Se la Francia ha una mezza speranza di cavarsela grazie ad un forte partito nazionalista, ovvero al recupero del principio che è giusto fare l'interesse dei prorpi cittadini prima di quello delle elite sovranazionali e deigli altri popoli, la Germania è fottuta, perché il senso di colpa nei confronti del nazionalismo divenuto buonismo autorazzista non permetterà mai ai tedeschi comuni di far diventare maggioritaria una vera alternativa ai partiti del mercantilismo, di fare qualcosa di equivalente al voto per la Brexit dei britannici.
Il mercantilismo è la vera potenzialita negativa, agisce ormai in formula pura al 100% senza nascondersi più dietro le svastiche, ma i tedeschi se ne rendono conto?
Purtroppo, senza una soluzione drastica e duratura "il problema con la Germania" ricomparirà, perché si alimenterà ancora una volta del senso di impunità. La questione tedesca si è già ripresentata tre volte in un secolo perché, nel momento in cui si aveva la giustificazione degli immensi crimini del nazismo, che non fu altro che la militarizzazione del mercantilismo, per farlo, non si è voluto porvi rimedio per calcolo di convenienza geopolitica e per scrupolo di coscienza. Lo stesso scrupolo che i Kohl, gli Schauble e le Merkel non ebbero poi nei confronti dei loro fratelli della DDR, e tanto meno dimostrano oggi nei confronti dei greci.
Morgenthau reloaded? Forse fu un errore fermarlo, perché il mercantilismo tedesco era il perfetto contraltare europeo dell'imperialismo giapponese ma solo il secondo fu stroncato, sappiamo come..

Marx scrisse (oggi l'ho già citato due volte): "La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa." La seconda guerra mondiale fu indubbiamente la tragedia ma ora, a parte i pagliacci che si agitano sulla pista del circo europeo, non riesco ad immaginarlo, un finale farsesco. Temo proprio che non ci sarà niente da ridere.

66 commenti:

  1. La farsa non esclude la tragedia.

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  2. “Credo che dobbiamo affrontare alcune questioni. La prima è che i duri programmi di austerity sono stati un fallimento completo. Ho viaggiato in Grecia, ho incontrato molti greci, ho amici professori in Grecia che dicono che questi piani di austerity stanno davvero danneggiando in modo profondo la popolazione e che la situazione, semplicemente, è insostenibile. Dunque, vale forse la pena di chiedersi se ci possa essere qualcosa di peggio rispetto a quanto sta avvenendo ora”. (Ted Malloch, probabilmente futuro abasciatore americano UE)

    <a href="http://www.wallstreetitalia.com/futuro-euro-si-decide-nei-prossimi-18-mesi-grecia-chiedera-di-uscire/> “Futuro euro si decide nei prossimi 18 mesi. Grecia chiederà di uscire”</a>

    Semplicemente vergognoso è scandaloso che queste parole debba dirle un americano.

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    1. http://www.wallstreetitalia.com/futuro-euro-si-decide-nei-prossimi-18-mesi-grecia-chiedera-di-uscire/

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    2. Anonimo06:44

      ma stamo ancora a credere che la grecia uscirà dall euro ahahahahahahahhahahhahahahahahahahh nel 2017 c'è ancora chi si beve queste fandonie

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    3. Anonimo08:52

      il problema è che l' elite TRADITRICE GRECA(*) non ha alternative al "restare nell' euro" anche se ciò dove costare la fine dell' intero "poppolo" greco.

      ws

      (*) in itaglia sarà lo stesso.

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  3. Cara Barbara, mi toglie una curiosità? Quanto prendeva mediamente nei temi? Io pochissimo e sempre insufficiente. La capacità di tradurre i pensieri in parole così è di pochi. Un saluto.

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    1. Caro Attilio,
      prendevo otto e anche nove ma grazie ad una maestra favolosa che mi insegnò l'italiano come si deve. La scrittura comunque nasce dalla lettura e, una volta che si inizia a praticarla, necessita di allenamento, come l'esercizio fisico.
      Grazie, un saluto.

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    2. In realtà, se permetti cara Barbara, il tuo italiano è sì perfetto, ma ciò che ti rende una fuoriclassa (mi si perdoni il boldrinovismo) linguistica è il tuo utilizzo qua e là, tagliente e quanto mai azzeccato, di neologismi e modernismi ad usum piddinorum
      Con immensa stima

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  4. Grande pezzo, come sempre. I radicali, lo dico anche perchè ne ho conosciuti parecchi, sono comunque coerenti: non solo da sempre liberisti ed euristi, caratteristica che li accomuna è l'integralismo acritico con il quale conducono le loro 'battaglie'.Un integralismo ideologizzato che non consente dialettica nè dissenso, e che prevede la negazione dei fatti quando questi non coincidono con la loro visione delle cose. Peraltro, non sono sicuro che essi ritengano fallito il priogetto europeo, nel senso che il dominio tedesco, lo smantellamento del tessuto economico italiano, la disoccupazione al 40%, la progressiva distruzione del welfare,l'immigrazione incontrollata in funzione di esercito industriale di riserva, sono obiettivi in gran parte raggiunti. Non è un caso che Monti fosse uno degli ospiti d'onore a quel convegno. Ovvio che vedano Trump come il nemico più pericoloso, sia perchè mette in discussione la supremazia germanica basata sull'abnorme surplus commerciale,sia perchè torna a parlare di difesa dell'economia reale e dei posti di lavoro, nonchè rilocalizzazione delle imprese americane, e per i radicali, fautori della globalizzazione più selvaggia, queste sono autentiche bestemmie.

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    1. D'accordo con tutto tranne che con "esercito industriale di riserva".
      Esercito e basta. Le truppe cammellate sono inadatte a diventare operai tedeschi o impiegati milanesi. La Merkel ci sta già sbattendo il muso contro questa evidenza mascherata dall'antirazzismo buonista.

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    2. A Los Angeles, il tassista del Bangladesh mi ha descritto i neri come una massa di dannosi fannulloni! A tutte noi persone "istruite" e "civili" questi discorsi non piacciono, ma...

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  5. Anonimo11:45

    Mi sorge il dubbio che i politici che vogliono difendere l'interesse dei nostri figli rafforzando l'Europa abbiano la prossima campagna elettorale per le europee già sponsorizzata dalle multinazionali statunitensi. Chissà perché mi è venuta questa sensazione?

    Il 13 novembre 2013 Ethan Nadelmann, direttore della Drug Policy Alliance, esprimeva in un convegno queste considerazioni sulla questione Cannabis riportate in questo post pubblicato su un sito finanziato dalla Monsanto. Osservate con attenzione i banners pubblicitari:

    http://naturalsociety.com/marijuana-legalized-around-world/

    Il 17 aprile 2015 Monsanto lancia la Canapa OMG:

    http://lagrandeopera.blogspot.it/2015/04/la-monsanto-crea-la-prima-marijuana.html

    Per conto dell'integruppo parlamentare Benedetto della Vedova, il 28 aprile 2015 incontra a New York Ethan Nadelmann, direttore della Drug Policy Alliance:

    https://it.wikipedia.org/wiki/Benedetto_Della_Vedova

    il 20 luglio 2015 si ufficializza sul sito

    http://www.cannabislegale.org/ l'intergruppo parlamentare.

    Basta prendere nota di chi fa parte dell'intergruppo parlamentare ed aspettare le prossime candidature siano esse nazionali che europee buttando un occhio sul tema liberalizzazione.
    Dino

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    1. Anonimo12:40

      Una piccola aggiunta: Della Vedova concludeva così un accorato discorso a un convegno dell'associazione lucacoscioni nell'ottobre 2016:

      "Sono gli stessi (i proibizionisti) che si battono contro la libertà di ricerca
      scientifica, contro gli Ogm, a cui bisogna spiegare che il mostro degli Ogm non è più americano ma
      europeo, perché la Monsanto è stata acquisita dalla Bayer, quindi è europea. Sono contro gli Ogm e
      sono anche contro le decisioni democratiche legittime che vengono dall’Unione Europea.
      Io credo che così come sulla legge 40, anche sulla cannabis perderanno loro e vinceremo noi. Prima
      lo si fa e prima si prende atto di questo e meglio sarà per tutti, perfino per i bilanci dello Stato.

      http://www.associazionelucacoscioni.it/wp-content/uploads/2016/10/DELLA-VEDOVA.pdf

      NO COMMENT sull'europeismo della Monsanto e della Bayer.

      Dino

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  6. In francese, La Vedova è la ghigliottina.

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  7. Dici che il nazionalismo è il principio per il quale "...è giusto fare l'interesse dei propri cittadini prima di quello delle elite sovranazionali e degli altri popoli". A prescindere dall'adozione o meno dell'euro, e sicuramente un buon affare per un popolo europeo fare anche l'interesse degli altri popoli europei, se non altro per il fatto che i popoli condividono tra loro i confini e gran parte degli scambi commerciali.

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  8. C'è qualcosa che non mi quadra. Ovvero:

    "nazismo, che non fu altro che la militarizzazione del mercantilismo"

    Per quanto rispetti e ammiri la fonte di questa teoria, amicus Plato sed magis amica veritas.
    Oggettivamente a me questo non sembra "mercantilismo":

    "7. Chiediamo che lo stato si impegni a provvedere innanzitutto alle possibilità di lavoro e di vita dei cittadini.
    11. L'abolizione dei redditi non derivanti dal lavoro.
    13. Chiediamo la statalizzazione di tutte le aziende a tutt' oggi già socializzate
    16.Chiediamo il potenziamento di un sano ceto medio e la sua difesa, la municipalizzazione dei grandi magazzini.
    22.Chiediamo l' abolizione delle truppe mercenarie e la formazione di un esercito popolare."

    Questi sono solo alcuni dei 25 punti del programma del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, stilato e presentato da Adolf Hitler il 24 febbraio 1920. Il testo completo è facilmente rintracciabile on line.

    A costo di beccarmi delle reprimende, di mercantilismo non c'é proprio nulla però magari ho letto male io.

    Se come punto di partenza invece prendiamo il 1933, faccio notare che l'aggettivo più utilizzato dagli storici di professione per definire le scelte di politica economica dopo il 1933 è questo: "keynesiane".
    Singolare, no?

    Non voglio fare il bastian contrario ma ho la sgradevole impressione che un fenomeno serio e preoccupante come il Nazionalsocialsmo tedesco (l'abbreviazione in "nazi" fu coniata dai comunisti tedeschi ed venive usata come dispregiativo)
    diventi una forma di "insulto" a prescindere dalla Storia.
    E se è vero, come ho letto altrove, che prima vengono i fatti e poi le opinioni, allora forse quei fatti è meglio conoscerli.

    Chinacat

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    1. Non è vero che se sei mercantilista devi essere nazista. E' soltanto una formula propagandistica, come dire che la UE è "fascista".

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    2. Anonimo17:11

      Infatti Bagnai ha blandamente rotto il cazzo.


      Matteo

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    3. Bagnai-sensei ha centrato il problema ma confucianamente parlando, ha mancato il bersaglio.

      "Possiamo trovare altrettante teorie economiche quanti sono i gruppi esistenti nella Germania nazista. Dobbiamo riconoscere, una volta per tutte, che la struttura del sistema economico nazionalsocialista non segue alcun piano, non è basata su alcuna teoria coerente, sia questa neomercantilista, corporativa, liberale o socialista."

      (Franz Neumann, "Behemoth - Struttura e pratica del nazionalsocialismo", pag. 254.)

      https://it.wikipedia.org/wiki/Franz_Leopold_Neumann

      Chinacat

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    4. Anonimo20:51

      La teoria che seguiva il nazionalsocialismo, viceversa, era estremamente coerente, e persino Churchill (che sicuramente non era un simpatizzante) lo ammise tranquillamente, e mi fido più di lui che di qualche cattedratico di storia dell'insipienza.
      Il che non assolve il nazionalsocialismo dai suoi crimini oggettivi, questo è ovvio.
      Semplicemente: BASTA PARLARE DI FASCISMO O NAZISMO PER L'UE.
      BASTA CAZZO, BASTA!!!
      L'Ue è l'apoteosi dei tre secoli precedenti di pensiero liberale, è la cosa più liberale, antifascista e assolutamente e coerentemente filoamericana che sia mai nata in questa valle di lacrime.
      Toqueville ci sarebbe andato a nozze, Hayek l'ha teorizzata, Leoni addirittura vi avrebbe sacrificato i figli sopra.


      Matteo

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    5. Si e no.
      Per due ordine di motivi.
      Intanto alcuni dei metodi utilizzati sia dalla UE che dal governo italiano, sono stati ampiamente utilizzati dai sopracitati soggetti. E se oggi possono utilizzarli nuovamente, allora è vero l'opposto: se ne è parlato troppo poco e troppo male.
      Inoltre sia il fascismo italiano che il nazionalsocialismo tedesco sono i due esperimenti più importanti (e unici) di manipolazione delle masse. Magari conoscere certi meccanismi vuol dire evitarli.
      Dimenticavo: forse la lettura de "La crisi dei regimi liberali e i movimenti fascisti" di Nolte potrebbe aiutare.
      Che i regimi liberali siano in crisi lo si vede; cosa sia successo la prima volta che è avvenuto è Storia; cosa avverrà oggi non lo so ma qualcosina posso impararlo.

      Quanto all'opinione di Churchill sul fascismo e sul nazionalsocialismo, stenderei un velo pietoso. Non tanto perché fosse un politico e quindi cambiava opinione tre volte al giorno ma perché definire un "Genio" Mussolini lo trovo un insulto all'intelligenza. E con la G maiuscola.
      Anche gli italiani si misero a ridere quando Starace li costrinse a scriverlo sui muri che era un Genio.

      Chinacat

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    6. Rassegnati, Matteo. Io ho sessant'anni, da una quarantina aspetto che la si pianti di tirare in ballo fascismo e nazismo dove c'entrano come i proverbiali cavoli a merenda, e da quarant'anni aspetto invano. Dopo quarant'anni che si aspetta un bus che non arriva, è ora di alzarsi dalla panchina e lasciar perdere.

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    7. Anonimo09:10

      nell' ansia di "fascistizzare" l' attuale elite "eurista" stavolta bagnai ha detto una cazzata, non sempre si può descrivere il presente con le categorie del passato.Ma due cose sono comunque evidenti:
      1) la UE si sta trasformando rapidamente in una dittatura ( da qui il richiamo al "fascismo")
      2) per giungere al potere Hitler liquidò l' ala sinistra del partito alleandosi con i grandi industriali tedeschi sui quali mai prima del 1944 riusci' poi ad imporre una reale pianificazione economica non dico paragonabile a quella sovietica ma nemmeno a quella , ugualmente "capitalistica" , americana (e la cosa gli costo' la guerra).
      ws

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    8. Esatto il punto 2. Sarei più prudente nell'uso della parola "dittatura", che è una cosa diversa da quel che è oggi la UE; anche perchè la UE non è uno Stato, e non ha i mezzi a disposizione di uno Stato per imporre una vera e propria dittatura.

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    9. Anonimo18:29

      Evito di rispondere alle banali provocazioni dell'utente di cui sopra, e comunque Nolte l'ho letto.
      Ma rimango religiosamente ancorato ai classici del liberalismo, mi perdonerete, in particolare Isaiah Berlin: liberalismo (dottrina della libertà negativa) e democrazia (dottrina della libertà positiva) sono MUTUALMENTE ESCLUSIVI, al punto che la seconda, senza abbondanti dosi del primo, porta necessariamente al fascismo (oggi si direbbe "populismo") ovvero ad una democrazia cesaristica, plebiscitaria e rousseauviana.
      Ora come ora il liberalismo ha risolto questo problema che lo attanagliava fin dai tempi di Constant, anche se non può più essere esplicitamente contro il suffragio universale come il liberalismo storico: semplicemente si è spostata la sfera decisionale in altra sede, indi il voto diventa futile.

      Caro Buffagni, ho il difetto di esserlo realmente fascista, indi tempo che mi sia impossibile arrendermi.


      Matteo

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    10. Caro Matteo, hai ragione anche tu. Se permetti un suggerimento da un vecchio, almeno mettiti comodo.

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    11. Allora, il nazionalsocialismo del 1920 non è il nazionalsocialismo del 1938. Mai sentito parlare di tradimento dei lavoratori, di sinistre che poi non mantengono le promesse?
      Il guaio di aver limitato l'analisi del nazismo unicamente all'aspetto Endlosung (soluzione finale) ha impedito di vederne la sua intrinseca matrice totalitaria in senso industriale. Ovvero, gli internati nei lager furono prima di tutto forza lavoro schiavistica, poi entrarono nel tritacarne della Endlosung. Leggete le testimonianze del processo a latere ai medici nazisti a Norimberga. Industrie farmaceutiche che chiedono "cavie umane" per la sperimentazione, come fosse una cosa normale, e c'era tutto un sistema perfettamente legale che lo permetteva. Però si parla solo di Mengele (uno su mille) che faceva gli esperimenti sugli zingari, come fosse stato un'eccezione.
      E' vero che il primo periodo economico del nazismo in mano a Hjalmar Schacht fu keynesiano. Per forza, i casini delle politiche procicliche devono essere rimediati solo mediante politiche anticicliche, ma poi dopo Schacht arrivò Funk e le cose deviarono in senso mercantilista. Ovvero, riemerse la natura immutabile del complesso chimico industriale tedesco che era poi quello che aveva voluto Hitler al potere. Complesso non meno dannoso di quello militare industriale USA. Con Funk si parla di nuovo ordine europeo, di moneta unica, insomma i temi classici del mercantilismo. Inizia la depredazione sistematica, grazie all'occupazione militare, dei paesi occupati. La differenza è la manu militari rispetto a quella del "ce lo chiede l'Europa", ma la sostanza è quella.tto Endlosung (soluzione finale) ha impedito di vederne la sua intrinseca matrice totalitaria in senso industriale. Ovvero, gli internati nei lager furono prima di tutto forza lavoro schiavistica, poi entrarono nel tritacarne della Endlosung. Leggete le testimonianze del processo a latere ai medici nazisti a Norimberga. Industrie farmaceutiche che chiedono "cavie umane" per la sperimentazione, come fosse una cosa normale, e c'era tutto un sistema perfettamente legale che lo permetteva. Però si parla solo di Mengele (uno su mille) che faceva gli esperimenti sugli zingari, come fosse stato un'eccezione.
      E' vero che il primo periodo economico del nazismo in mano a Hjalmar Schacht fu keynesiano. Per forza, i casini delle politiche procicliche devono essere rimediati solo mediante politiche anticicliche, ma poi dopo Schacht arrivò Funk e le cose deviarono in senso mercantilista. Ovvero, riemerse la natura immutabile del complesso chimico industriale tedesco che era poi quello che aveva voluto Hitler al potere. Complesso non meno dannoso di quello militare industriale USA. Con Funk si parla di nuovo ordine europeo, di moneta unica, insomma i temi classici del mercantilismo. Inizia la depredazione sistematica, grazie all'occupazione militare, dei paesi occupati. La differenza è la manu militari rispetto a quella del "ce lo chiede l'Europa", ma la sostanza è quella.

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    12. Madame Tampieri mi permetta di farLe notare un paio cosa. Lei scrive:

      1) Ovvero, riemerse la natura immutabile del complesso chimico industriale tedesco che era poi quello che aveva voluto Hitler al potere.

      A dire il vero la storiografia ufficiale non la vede affatto così. La spiegazione dell'ascesa al potere di Hitler come "braccio armato del capitalismo" è stata abbandonata parecchi anni fa.

      Ma la vera frase chiave, secondo me, è questa:

      "Inizia la depredazione sistematica, grazie all'occupazione militare, dei paesi occupati."

      Per poter occupare un paese lo devo sconfiggere militarmente, giusto?
      Il che vuol dire che PRIMA io debbo costruire un esercito, giusto?
      Ora.
      Nel 1933 la Germania non ha carri armati, non ha aerei, non ha cannoni e l'esercito ha 100.00 uomini in tutto. Messi così non avrebbero occupato neanche la Valle d'Aosta.
      Il che vuol dire che c'è un periodo, dal 1933 al 1939, dove l'economia tedesca non è affatto mercantilista e guarda caso sono proprio gli anni più importanti. E' lì che viene costruita la Wehrmacht, non dopo.
      Dal 1939 in poi la si definisce, giustamente, "economia di guerra" dove lo sfruttamento del paese occupato è una conseguenza di ma non la causa di. Funk il discorso lo fa nel 1941, quando hanno già occupato tutta l'Europa.

      "ha impedito di vederne la sua intrinseca matrice totalitaria in senso industriale"

      Per gli storici militari invece il punto di partenza di tutte le analisi è proprio quello industriale. Che altri non lo abbiano visto, è verissimo ma chi si è occupato di storia militare sa molto bene quale sia il rapporto tra l'economia e la guerra. E' fin troppo evidente il perché.
      Non è affatto un caso che gli studi più interessanti sull'argomento provengano o dall'ambito economico o dall'ambito militare.

      Chinacat

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    13. "Ovvero, gli internati nei lager furono prima di tutto forza lavoro schiavistica"

      Anche qui, calma e gesso perché c'é una evoluzione facilmente documentabile. La fase dello "schiavismo" arriva dopo il 1941. Cioé quando la maggior parte degli uomini in età lavorativa sono sotto le armi. A giugno del 1941, tra esercito, marina e aviazione, risultano circa 4.500.000 di soldati (Ersatzheer escluso)
      E già qui serve manodopera.
      A dicembre del 1941 1 milione di uomini è andato perso in Russia.
      A titolo di esempio: il "servizio obbligatorio del lavoro" in Francia inizia a giugno del 1942, non prima. E la Francia è sotto parziale occupazione dal giugno 1940.

      I primi, nella Germania della 1933, ad essere schiavizzati, furono i tedeschi. Questo, a mio avviso, è il punto importante che si finisce con il perdere di vista.

      Chinacat

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  9. "come dire che la UE è "fascista".

    Per usare una metafore letta altrove, il fatto che abbia due orecchie e una coda non vuol dire che sia un topo; potrebbe benissimo essere un elefante e sarà d'accordo che ci sono discrete differenze tra i due soggetti.

    Che il progetto "europeista" sia una catastrofe, sono perfettamente d'accordo; che abbia svoltato verso un marcato autoritarismo, sono perfettamente d'accordo; che l'egemonia politica tedesca stia rovinando il continente europeo, sempre d'accordo.

    Ma usare definizioni come Nazionalsocialismo o Fascismo lo trovo improprio; a volte i metodi coincidono ma non basta. Per dirla in modo diverso:
    "Alcuni studiosi, esasperati dall'usura del termine fascismo nel linguaggio corrente, sono inclini a negargli un significato utile e hanno seriamente proposto di limitarlo al caso particolare dell'Italia mussoliniana"
    (Robert O. Paxton, Il fascismo in azione, pag. 22)

    La mia personale opinione è che a forza di abusare della parola nazismo si perda di vista completamente il significato della parola e alla fine il nazismo diventa l'etichetta di una bottiglia dove dentro ci va a finire di tutto.
    Già se ne sa molto poco in proposito, se poi ci aggiunge il fatto che tutti pensano invece di sapere cosa sia stato...diventa una "formula propagandistica" che non fa certo gli interessi di chi la usa.

    Se posso lanciare una provocazione in stile noltiano: perchè non scrivere allora che "la UE è bolscevica"?

    Chinacat

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    1. E infatti eventualmente la UE somiglia più all'URSS che al Terzo Reich, l'ingegneria sociale e l'universalismo politico-ideologico sono gli stessi. Mancano, grazie a Dio, la Lubianka, i GuLag, il terrore di Stato, etc.; come d'altronde mancano la Gestapo, le SS, lo Herrenvolk, la divisione SS Leibstandarte, l'antisemitismo, i campi di sterminio, il razzismo, eccetera.
      Questi paragoni propagandistici non si limitano a lasciare il tempo che trovano, sono proprio fuorvianti, aiutano a NON capire. L'Unione Europea è stata voluta ed è diretta da tre grandi forze storiche: socialdemocrazia, cattolicesimo progressista, Massoneria di Rito Scozzese (liberali), le quali tutte hanno in comune l'accettazione, in forme e diverse, della modernità illuministica e dell'universalismo politico. A queste tre forze storiche si sono aggiunti gli ex comunisti riciclati dopo l'89, sia in Italia sia nel paesi dell'Est Europa. A chi ha una cultura politica di sinistra lato sensu e non ama la UE questo dispiace, e allora cerca di inventarsi dei colpevoli diversi. Com'è come non è, il colpevole sul quale va a incocciare è il Colpevole Di Tutto: il fascismo/nazismo. Il quale fascismo/nazismo ne ha fatte di molto peggio della UE, ogni paragone sull'ordine di grandezza dei disastri è ridicolo: ma questa colpa NON ce l'ha. Eppure, il riflesso condizionato continua a funzionare, e poi si dice che il consumismo fa passare di moda tutto... Ne ho parlato più volte anche sul blog di Bagnai, che appunto di recente ha tirato in ballo l'equivalenza mercantilismo/nazismo. Per capire che non è vero basta molto poco, ma è un poco che evidentemente è troppo. Di insistere mi sono stufato, e quindi non insisto più.

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    2. Se è vero, come dimostrano le crude cifre, che il ceto medio sta scomparendo, chi meglio dei bolscevichi se intende in quanto a "sterminio della borghesia"? Kulaki docet.

      Sulle forze che hanno messo insieme la UE ci sarebbe da discutere, non fosse altro che per il fatto che il conto, come dire, spesso finiva a Langley. E ci sta: nel 1946 una "Unione Europea" che faccia da muro ai "rossi" non è una brutta pensata.
      Ma l'evoluzione in senso autoritario degli ultimi anni è qualcosa di assurdo, sebbene sia antropologicamente interessante.

      Quanto all'equivalenza nazismo/mercantilismo, ho letto cosa scrive Bagnai-sensei ma avendo anche letto "The Wages of Destruction" di Adam Tooze (che gli storici di professione considerano il miglior testo sull'economia nazionalsocialista) non sono affatto d'accordo.
      Forse la causa è la "cultura politica di sinistra", poiché a parte Timothy Mason, non hanno mai capito realmente cosa fosse il nazionalsocialismo tedesco e forse per quello lo citano a sproposito.
      Peccato, perché la Repubblica di Weimar avrebbe un sacco da insegnarci: è la culla del nazionalsocialismo.

      Chinacat

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    3. La deriva autoritaria dipende dal fatto molto semplice che il progetto di unificazione europea by stealth era sballato, non ha il consenso necessario e previsto, e quando il consenso non c'è si ricorre alla forza. Per fortuna la Ue non può mandare le divisioni corazzate, e quindi le surroga con i provvedimenti amministrativi e la manipolazione dei media.

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    4. In linea teorica sono d'accordo con Lei ma per quanto stimi Occam ed il suo rasoio, i conti non mi tornano lo stesso.
      La manipolazione dei media è lampante ma il COME sia possibile, dato che quest'ultima prevede sempre due attori, chi manipola e chi viene manipolato, è una faccenda a mio avviso molto più complessa.
      Manipolare i media ed usare la propaganda era molto facile, sia nella Germania post 1933 sia nell'Italia post 1922.
      Ma le condizioni per poterlo fare oggi, "in teoria" non ci sono.
      Soprattutto, sempre "in teoria", non dovrebbero esserci in basso!
      Davanti alla costante privazione di diritti in Germania dopo il 1933, un osservatore tedesco dell'epoca notò sconsolato che in fondo, forse, a quei diritti non ci tenevano poi così tanto, vista la facilità con cui ne venivano privati (Joachim Fest - Hitler, una biografia)

      E' esattamente quello che sta succedendo in Europa oggi ma se debbo giungere alla stessa conlusione del tedesco del 1933, c'è da piangere. O andarsene a Tonga.

      Chinacat

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    5. Mah, secondo me le condizioni per poter manipolare le masse con i media ci sono più oggi di ieri. Ragioni: a) molto più diffusa la cultura (mezza cultura di massa, più manipolabile dell'ignoranza perchè più vanitosa) b) molto meno forti le istanze autorevoli tradizionali (Chiesa, Stato, scuola, famiglia c) MOLTO, MOLTO più sofisticate le tecniche di manipolazione, dopo un secolo di ricerche sulla pubblicità d) e infine, la sinistra lato sensu è molto più abile della destra lata sensu nella manipolazione di massa, perchè la destra diffida delle masse ed esplicita sempre la sua persuasione che senza gerarchie non si cava un ragno dal buco, mentre la sinistra le masse le manipola con l'egualitarismo, che ha un appello immediato sulle masse, e la gerarchia gliela appioppa lo stesso ma senza dirglielo, nella versione "siamo tutti compagni".
      Inoltre, alcuni reduci del '68 e sgg. si sono applicati MOLTO seriamente nello studio della direzione by stealth dei moti di massa, sostenuti in questo da grandi forze sociali: v. rivoluzioni colorate, CANVAS, Albert Einstein Institution, etc. Non c'è poi bisogno di ricordare che i mezzi tecnici disponibili sono molto più potenti e diffusi.
      Mussolini e Hitler, in confronto, sono dei dilettanti della manipolazione delle masse. Gli va riconosciuta la dignità di pionieri, ma furono artigiani, mentre oggi il settore si è industrializzato e sofisticato a livelli prima impensabili.

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    6. Anonimo09:23

      @ buffagni che scrisse
      E infatti eventualmente la UE somiglia più all'URSS che al Terzo Reich,
      Soprattutto nel suo fanatismo ideologico per la costruzione di una "nuova umanità" anche a costo di dovere ammazzare quella "vecchia" e distruggerne tutte le "vestigia".
      Comunque bisogna dare merito a bossi ( quello preictus) di aver coniato per primo il concetto di "unione sovietica d'occidente"; io allora ero leghista , l' ho sentito con i miei orecchi ad un comizio, ed era intorno al 2000
      ws

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    7. Giusto riconoscere l'intuizione di Bossi. Però, per amor di esattezza chioso che pure il nazismo voleva fare "l'uomo nuovo", solo che la novità era riservata ai popoli razzialmente certificati.
      D'altronde, se vogliamo trovare una somiglianza tra la UE (intesa come articolazione del globalismo), il nazismo, il comunismo (e in effetti c'è) la somiglianza va cercata proprio qui, nell'intenzione di creare un "uomo nuovo",di modificare - e nelle intenzioni di migliorare, va da sè - la natura umana. Questa è l'impresa progressista per antonomasia, e se fossimo un po' meglio centrati dovremmo accorgerci subito, tutti, che è un'idea seriamente malata: modificare la natura di qualcosa vuol dire snaturarla, distruggerla.

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    8. Anonimo18:40

      Ws leghista?
      Ora capisco molte cose, fra cui il suo sanfedismo antirisorgimentale e l'avversione esplicita per il popolo italiano.

      Per il resto, no, non esiste alcuna analogia fra nazionalsocialismo (che per me è semplicemente la versione tedesca, indi antiromana, del fascismo).
      Certo, costruire una nuova umanità o qualche balla retorica del genere, ma la china caro Buffagni diventa abbastanza pericolosa.
      Quale è stata la maggior opera di ingegneria sociale della storia, quantomeno della storia europea, e ben prima che nazionalsocialismo, fascismo, comunismo, ecc...vedessero la luce?
      Ogni forza che assuma l'egemonia culturale prima ancora che politica (Gramsci aveva capito tutto) plasma a sua immagine e somiglianza la società, e se gli si da abbastanza tempo, diciamo un paio di millenni, la cambia completamente al punto da renderla irriconoscibile.
      Quando qualcuno che sicuramente non era Hitler o Stalin (o, se è per questo, Junker) dice che "non esiste ne greco ne giudeo" cosa sta dicendo realmente dato che al lato pratico GRECI E GIUDEI ESISTONO?
      Sta esprimendo una prescrizione in forma di descrizione, più o meno come quelli che, anziché parlare di mondialismo (che è politica) parlano di globalizzazione (che è un concetto naturalistico), come se fosse un dato di fatto oggettivo ed assolutamente incontestabile.

      Matteo

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    9. OK Matteo, mi scuserai se io passo. Questo dibattito lo abbiamo fatto già tante volte, e da un canto non vorrei annoiare la padrona di casa, dall'altro non me la sento di ricominciare, sono vecchio e cerco di misurare le forze. Secondo me ti sbagli, secondo te mi sbaglio io. Mi stai simpatico e ti stimo, perchè sei intelligente, leale e vuoi bene sul serio alla nostra cara Italia, la povera invalida. Per me va bene così, l'apologetica non è il mio mestiere, e neanche (per fortuna, visti i chiari di luna che splendono sul colonnato del Bernini) il mio dovere. Ciao.

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    10. Anonimo19:42

      Hai ragione, probabilmente ho trasceso.


      Matteo

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    11. Ma no che non hai trasceso, stai tranquillo che non me la prendo. So come la pensi, immagino anche il perchè, sei sincero e onesto, va bene così.

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    12. Anonimo21:29

      caro matteo attento ad usare "aggettivi" per chi non conosci che poi vieni ripagato con la stessa moneta . E così ( chiedo scusa per questo al forum ) ora mi tocca precisar che:
      1) ERO leghista finche' la lega non e' stata IRRIMEDIABILMENTE "berluscata"

      2) non sono un "sanfedista ". Io considero i preti una jattura della penisola da almeno 800 anni

      3) posso essere anche classificato come " antirisorgimentale" in quanto considero "il risorgimento libbberale " una disgrazia .

      4)3) il "poppolo italiano" e' creazione massonica alla prova dimostratasi una massa di sterili egoismi. Non è un caso infatti che la propulsione culturale in italia sia progressivamente cessata a partire da "l' unita'". IL "conformismo europeo " tanto qui stigmatizzato è solo il seguito del "conformismo italico"in cui siamo immersi da 150 anni..

      ws

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    13. Anonimo21:33

      Patetico.
      Non vale nemmeno la pena citare (tanto le ho già citate, ma chi è sanfedista non ama leggere se non Blondet) le fonti storiografiche serie che inficiano le teorie del Gombloddo tanto caro a voialtri baciapile.
      La differenza fra te e Buffagni, che pure appartiene orgogliosamente all'infausta secta, è abissale.


      Matteo

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    14. @ Matteo

      Sai cosa ti frega, se posso dire? Questa frase:

      "nazionalsocialismo (che per me è semplicemente la versione tedesca, indi antiromana, del fascismo)"

      A parte il fatto che in storiografia il "per me" è un abominio anzi ogni volta che leggo "per me" metto mano alla Browning, resta un dubbio:
      se è vero, ma ne dubito, che hai letto qualcosa di Ernst Nolte, è evidente dalla frase sopracitata che non lo hai affatto capito.
      Si calcola che sul "fascismo generico" siano stati pubblicati circa 35.000 libri; io ne avrò letti si e no circa 500 ed ho ancora dei dubbi.
      Ma su una cosa non ne ho: se c'è un argomento sul quale TUTTI pensano di sapere qualcosa e invece ne sanno ben poco, è proprio il "fascismo".

      Gli studi di Ernst Nolte, da me citato, sono più cha validi MA a condizione che tu prima abbia letto Payne, De Felice, Paxton, Emilio Gentile, Gregor Mosse (!!) e almeno altri 6 o 7 autori di questo calibro.
      Il perchè è ovvio: come fai a sapere che valore può avere una sua interpretazione, se non la confronti con altre fonti e/o interpretazioni?
      Anche Nolte ha scritto delle inesattezze ma come fai a capirlo? O prendi per oro colato tutto quello che scrive?
      Prima di tirare in ballo Nolte, forse è il caso che tu prenda prima un libro sulla storiografia degli studi sul "fascismo" perchè è cambiata parecchio nel tempo; tra Friederick Meinecke e Joachim Fest c'è un lungo percorso in mezzo e te lo devi fare tutto. Inclusi , per inciso, tutti quelli citati da Nolte e che per forza di cose bisogna conoscere.
      Altrimenti si passa al "per me", con relativa Browning.

      Chinacat

      FYI: la massima autorità oggi riconosciuta in materia di "fascismo italiano" è il Prof. Emilio Gentile. Con una dozzina di libri te la cavi e se sei sveglio, su parecchie cose cambi idea.

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    15. @ Buffagni
      Su questo aspetto non concordo:

      "le condizioni per poter manipolare le masse con i media ci sono più oggi di ieri"

      Dall'alto è vero.
      Dal basso no.

      Oggi ci sono più media ma il ricevente è sempre lo stesso: il singolo essere umano che messo insieme crea l'odiosa parola "massa". E la manipolazione è sempre un affare a due.
      La ragione del mio non essere d'accordo, ovviamente, non è il "per me" (scherzo, Matteo) ma un dato di fatto che può facilmente verificare: la prima epoca degli studi sul fascismo va dal 1922 alla fine della guerra.
      La prima generazione di storici (vedi Meinecke o A.P. Taylor) tentò di spigarsi il fenomeno guardando solo "in alto".
      Ma la seconda generazione fu quella che fece fare il grande passo in avanti per una più chiara comprensione ed il motivo è che iniziarono a guardare attentamente al rapporto tra "alto" e "basso".
      Poi arrivò la terza generazione ed inserirono un terzo elemento: "alto", "basso" e "cosa c'era intorno".
      Quindi la chiave è in questi rapporti; presi singolarmente sono pezzi di un puzzle. Quando Lei scrive:

      "mezza cultura di massa, più manipolabile dell'ignoranza"

      Il pittore austriaco ha manipolato il popolo più istruito d'Europa passando da Goethe e Schiller ad Auschwitz e le SS. Ecco l'enigma del consenso. Questi mica erano ignoranti. Qui passò al nazionasocialismo l'intero blocco accademico tedesco, che in alcuni settori (fisica e chimica) era il più avanzato al mondo.

      E trasformando un popolo razionale ed evoluto ad adorarlo come un semidio essendo "il Fuhrer la sorgente di ogni diritto" (Carl Schmidt)
      Ma nemmeno un faraone usava un argomento simile e difatti si "paraculava" dietro gli dei.

      Chinacat

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    16. @ chinacat

      Grazie per lo spunto interessantissimo, la sintesi del quale è: "Il pittore austriaco ha manipolato il popolo più istruito d'Europa passando da Goethe e Schiller ad Auschwitz e le SS. Ecco l'enigma del consenso. Questi mica erano ignoranti. Qui passò al nazionasocialismo l'intero blocco accademico tedesco, che in alcuni settori (fisica e chimica) era il più avanzato al mondo."

      Per sciogliere questo enigma, ci soccorre Robert Musil con la sua conferenza "Sulla stupidità", tenuta a Vienna nel 1937. Musil distingue la "stupidità onesta, o schietta", e la "stupidità sostenuta, o intelligente". Con "stupidità onesta" si intende la mancanza di intelligenza (Verstand): insomma, le persone dure di comprendonio. Lo stupido onesto può essere una persona semplice, e vantare qualità preziose come lealtà, gentilezza, purezza di sentimento, etc. Se la posizione sociale che occupa non esige la qualità di cui difetta, lo stupido onesto è persona rispettabilissima e benefica per la sua comunità. La "stupidità sostenuta", invece, "è piena di pretese", dice Musil. "Questa stupidità sostenuta è la vera malattia della cultura [Bildung](ma affrontiamo subito un possibile malinteso: essa significa incultura, falsa cultura, cultura che si è costituita su false basi, sproporzione tra il contenuto e il vigore della cultura. [...] La stupidità a cui mi riferisco non è una malattia mentale, oppure è la più letale delle malattie dello Spirito; è una malattia pericolosa per la vita stessa." Qui Musil si riferisce, forse, al concetto di "pneumopatologia" formulato da Schelling. Non è la psiche ad essere malata, è lo spirito.
      [segue]

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    17. [segue dal post precedente]

      Nella società ellenica, i filosofi dell'epoca classica giungono alla definizione esperienziale di uomo in quanto essere costituito dal nous, la ragione. Nella società israelitica, la definizione esperienziale dell'uomo lo definisce come l'essere al quale Dio rivolge la sua parola, come essere spirituale aperto alla parola di Dio. Ragione e spirito sono le due modalità costitutive dell'uomo. Cosa significa che l'uomo è costituito da ragione e spirito? Che l'uomo esperisce se stesso come essere che non esiste a partire da se stesso. Esiste all'interno di un mondo già dato. Questo mondo esiste in ragione di un mistero, una causa divina, alla quale l'uomo partecipa tramite ragione e spiritualità. Se nous e spirito, che sono gli organi che consentono la partecipazione dell'uomo al suo fondamento divino, funzionano male,l'uomo affetto da queste patologie agirà in modo "stupido", nel senso tecnico dell'espressione. Per Platone è lo "amathes", l'uomo che non possiede l'autorità della ragione nè è capace di sottomettervisi. S. Tommaso traduce con "stultus". Questo stupido può benissimo essere molto intelligente. Hitler, per esempio, era un uomo MOLTO intelligente, come dimostrano non soltanto la sua veramente geniale abilità di politico, ma anche diversi passaggi del "Mein Kampf", che con tutti i limiti della sua cultura raffazzonata presenta alcune notevolissime intuizioni sulla meccanica della forza (Hitler è più intelligente della maggior parte dei suoi critici, se ne accorse Simone Weil). Quel che manca allo "stultus" è l'organo di senso della realtà dell'uomo, che lo trascende; ecco perchè, al posto della realtà prima, egli si crea una realtà seconda, per esempio ideologica (ma non solo). E siccome la realtà seconda NON funziona come la realtà prima, lo stultus prima o poi entrerà in rotta di collisione con la realtà prima, e naufragherà. Quando questa stupidità intelligente diventa socialmente rilevante - quando la persona stupida occupa un ruolo sociale che non ha il diritto di occupare, possa dare ordini o istruire altri - essa si trasforma in stupidità criminale. (Uno dei migliori studi sulla stupidità criminale è il "Re Lear").
      [segue]

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    18. [segue dal post precedente]

      Le stupidaggini di cui l'intelligentissimo Hitler infarcisce "Mein Kampf" e i "Tischgesprache" sono, nella loro quasi totalità, le stupidaggini del liberalismo positivista ottocentesco, diffuse con buffa sicumera dai rispettatissimi, intelligentissimi professori della università tedesche (gli stessi che EFFETTIVAMENTE toccarono i vertici del sapere nella fisica, nella filologia, etc.). Le stupidaggini grottesche profferite da Hitler sulla religione, per esempio ("...il dogma della cristianità si logora di fronte ai progressi della scienza...tutto ciò che rimane è dimostrare che nella natura umana non esistono frontiere tra organico e inorganico..., Tischgeprache) sono IDENTICHE alle stupidaggini di Ernst Haeckel, l'insigne scienziato che è anche l'inventore del termine "ecologia": "Che come zoologo io sia giustificato nell'includere persino l'opposta visione del mondo della teologia nell'ambito della mia critica filosofica nasce dal fatto che io considero tutta l'antropologia come una parte della zoologia e che non posso dunque escluderne la psicologia" (Die Weltratsel). Notare la mossa dell'intelligentissimo stupido Haeckel: che "l'antropologia sia un aparte della zoologia" non dipende dal fatto che sia effettivamente così, ma dal fatto che lui, Haeckel, la consideri tale. La seconda realtà funziona così.

      [segue]

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    19. La stupidità intelligente non è un microbo, e non è inevitabile esserne contagiati. Nel 1933, per esempio, c'erano persone intelligentissime e neint'affatto stupide, come Karl Kraus. "Nella satrapia di quel Streicher...una ragazza con la testa rasata è stata condotta da sei uomini in uniforme [delle SA] in tutti i locali in modo che il pubblico potesse sputarle addosso. Lo ha riferito una persona che ha visto questo spettacolo domenica 13 agosto [1933]: e il 'Times' dice che le è anche stato appeso al collo un cartello con le trecce tagliate appese sopra e le seguenti parole: 'Mi sono data a un ebreo'. Uomini delle SA le stavano attorno sul palcoscenico della balera ripetendo fra le imprecazioni il testo del cartello. La ragazza, 'magra, fragile e molto carina nonostante la testa rasata' è stata condotta in giro davanti a tutti gli hotel internazionali. E' inciampata più di una volta ed è stata rimessa in piedi dagli uomini delle SA, e anche sollevata in aria affinchè la potessero vedere da lontano. Intanto il pubblico la ingiuriava, e per scherzo la invitava a tenere un discorso."
      Come descrive questo fatto, l'intelligentissimo e NON stupido Kraus? Così:

      "Niente di simile è mai accaduto, nemmeno in un incubo. [Kraus lo sa benissimo che invece cose simili e peggiori sono accadute e sempre accadranno, ma sa anche che ogni volta che questo accade è per la prima volta: il solo pensiero di assuefarsi a queste cose è "stupido"].
      Qualche giorno dopo hanno comunicato che la ragazza è diventata pazza. Tutto lo spirito di vendetta di un'umanità disonorata dovrebbe impietrirsi alla vista del fantasma sanguinario che l'assedia - di fronte a questa azione, a questo destino, lo spirito di vendetta diventa una fiamma che brucia!" ("La terza notte di Valpurga").
      QUESTO è il resoconto di un uomo intelligente e NON stupido. Kraus non è stupido perchè in lui gli organi di senso della ragione e dello spirito funzionano, e quando alla sua intelligenza si presenta un caso come questo, lo descrive per quel che è, una bestemmia contro l'uomo: bestemmia, perchè l'uomo resta tale solo se lo si intende come "teomorfo". Gli stupidi criminali che hanno così atrocemente maltrattato quella sventurata ragazza sono riusciti a farlo solo perchè "l'hanno disumanizzata", come si suol dire, prima ancora di torcerle un capello, prima ancora di vederla: perchè in realtà, NON L'HANNO VISTA MAI.

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    20. Anonimo11:04

      Quale onore, pensavamo fosse Chinacat ed invece avevamo don Ferrante.
      Interessante poi la tesi: io per conoscere il liberalismo, e quindi capire che per definizione è antidemocratico, devo leggere Losurdo e non...i liberali.
      In quei 500 libri "sul fascismo" imagino non siano compresi i taccuini mussoliniani, ne le conferenze di Gentile.

      Passando a cose serie dopo le facezie, ovvero a Buffagni, ovviamente non concordo.
      In primo luogo perché è un mito che nella tradizione israelitica si parli dell'uomo.
      Si parla di UN CERTO UOMO, che è quello che da Abele in poi rifiuta la storia intesa come dimensione agonistica propria della sua specie e si piega quindi ad una visione escatologica della medesima per cui il fine ultimo sarà non solo concluderla, ma anche svilirne continuamente le opere.
      Quest'uomo si contrappone AD UN ALTRO UOMO, esemplificato da Caino, che è il fondatore di città e quindi l'uomo civilizzato che "vuole farsi un nome".
      Il secondo uomo non è nemmeno considerato tale, e deve essere distrutto alla fine dei tempi, insieme a tutte le sue opere che sono "superbia" che è il massimo peccato agli occhi di "un Dio geloso".
      L'Uomo, idealisticamente inteso come soggetto della storia e non come oggetto della filosofia, non ha ne può avere dignità in quanto cosa data una volta per sempre da quel "Dio geloso", ce l'ha di per se e se non ce l'ha se la prende e la strappa al mondo, che è tutto furche oggettivo, dato ed immodificabile, ed ovviamente non può esistere indipendentemente da noi, a meno di voler considerare l'assurdo logico di un oggetto privo di soggetto, indi di determinazione senza determinante.
      Vero che Hitler era imbevuto di positivismo liberale ottocentesco, non lo nego e non ho necessità di negarlo perché non ho nessuna particolare simpatia (ne antipatia ad essere onesti) per la persona più sopravvalutata della Storia, a cui vengono attribuiti crimini banalotti ed indimostrabili che impallidiscono di fronte a quelli commessi dai suoi nemici (Churchill, Roosevelt e Stalin).
      Meno vero è che la prova della stupidità sia l'ideologia.
      Se si vuole dimostrare che una certa visione del mondo sia "ideologica" ed un'altra sia "realistica" bisognerebbe che la seconda avesse maggior potere descrittivo della prima.
      Non credo che il cristianesimo, con il dio antropomorfo che impregna una mortale vanti questo primato.
      Il che non vuole ovviamente dire che il cristianesimo abbia una dignità minore rispetto a visioni del mondo ad esso ostili o comunque avverse: semplicemente laddove il cristiano, non potendo razionalmente dimostrare alcunché si trincera dietro la "fede", deve accettare che anche gli altri abbiano la propria fede, che caratterizza anche gli atei (i quali spesso sono i più bigotti ed insopportabili).
      Ma no0n esiste nessun mondo dato: il mondo è quello che la nostra mente partorisce, la nostra volontà forma e la nostra azione plasma.

      Matteo

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    21. Be', caro Matteo, lasciando da parte per ora Caino e Abele, io a Gentile ed Hegel, persone certo molto intelligenti che con il cristianesimo avevano un rapporto meno difficile del tuo (sebbene a mio avviso sbagliato), preferisco Aristotele e Platone, che dell'uomo e del mondo si facevano un'idea diversa e, sempre a mio avviso,più precisa. Ti segnalo en passant che non mi sto trincerando dietro la fede. Penso che il mondo e la realtà ci siano già, e che non dobbiamo plasmarceli noi con la nostra volontà e la nostra azione. Sarebbe più semplice se la filosofia greca classica non fosse stata ripresa dal pensiero cristiano e che i suoi concetti non si fossero così cristallizzati dogmaticamente. Eviteremmo tanti equivoci, ma è andata così, che ci vuoi fare? Comunque alla prossima e ciao.

      Elimina
    22. "In quei 500 libri "sul fascismo" imagino non siano compresi i taccuini mussoliniani, ne le conferenze di Gentile."

      Matteo, tu hai un SERIO PROBLEMA DI METODO.
      I taccuini di Mussolini (qualunque cosa essi siano) sono OVVIAMENTE stati studiati ed analizzati dagli storici. Il solo fatto di dovertelo spiegare è davvero sciocco. Scusa eh.... ma che pochezza di argomentazione.

      Chinacat

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    23. Anonimo21:22

      Ma Aristotele e Platone, sostanzialmente, avevano una visione del mondo non dico antitetica, di più.
      Direi che è stato un colpo di genio oggettivo essere riusciti a farli andare d'accordo, inventandosi una categoria del tutto folle come la "filosofia classica".
      Che è come dire che Fichte, Hegel e Marx in fondo la pensavano allo stesso modo.
      Ma non è vero, nemmeno Preve è mai giunto a questa enormità di "leggere imprecisioni": Hegel è un Fichte dogmatico, Marx è un Hegel positivista.

      Al di là di quella che può essere una mia interpretazione (ma anche la tua non scherza: definire "meno problematico del mio il rapporto di Gentile con il cristianesimo" è quantomeno azzardato, almeno secondo i suoi numerosi avversari cattolici, i cui nomi credo non sia il caso di ripetere visto che siamo entrambi persone di cultura reale non come il don Ferrante di cui sopra che ha letto ben 500 libri sul fascismo).
      Il punto reale è: il mondo (inteso come esternalità pretesamente oggettiva rispetto all'uomo) è dato da JHWH oppure no?
      Se la risposta è sì, pace ed amici come prima.
      Se la risposta è no, allora bisogna ammettere necessariamente che esso, semplicemente, non esiste come dato di fatto.
      Io sono rimasto sconvolto quando ai tempi dell'università ho dovuto studiare meccanica quantistica (esame di chimica fisica II) e mi hanno detto che non può esistere un esperimento che di fatto non influenzi il risultato del medesimo tramite l'azione dell'operatore.
      All'epoca già bazzicavo (ingenuamente, esattamente come adesso, come si sarà capito) la filosofia, e mi sono detto: "ma allora ha ragione Nietzsche".
      All'epoca non conoscevo ancora Fichte o Gentile, ma adesso direi: ma allora ha ragione Gentile.
      La domanda è semplicissima, la risposta è se possibile ancor più semplice: il mondo lo crea l'uomo, ovvero il profeta di Iddio (secondo la felice definizione di Mazzini, che non era certo un nichilista) oppure lo crea il Dio degli ebrei?

      PS: non ho mai pensato che ti trincerassi dietro la fede.
      Sei una persona estremamente razionale, ed infatti non sei cattolico, nemmeno di sfuggita.
      Sei come Manzoni o Dante, ovvero un anticristiano di ferro, che del cristianesimo rifiuta ogni singolo postulato ma non riesce ad uscirne e quindi ne usa il linguaggio.
      Benissimo, meglio Manzoni (dal mio personale e quindi non universalistico punto di vista) che l'ateo ed anticlericale e massone Cattaneo.


      Matteo

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    24. Oddio, Monsieur Buffagni, ridurre il totalitarismo nazionalsocialista ad una pur vasta categoria di "stupidità", mi pare alquanto riduttivo.
      Mi spiego meglio.
      Lei giustamente cita Adolf Hitler ma continua ad essere una visione dell'alto che non mi dice nulla sulle interazioni con il basso.
      E difatti, a mio modesto avviso, è più interessante il periodo che va dal 1919 al 1933 che quello successivo.
      Perché come saprà certamente, dal 1924 al 1930, non aveva seguito elettorale al di fuori di Monaco: nel 1930 che succede, diventano tutti stupidi una mattina?
      Dopo il 1933 la domanda cambia e diventa questa: come si fa a trasformare un popolo civile, educato e colto in una massa senza alcun diritto civile e senza alcuna protesta?

      Il volume di Max Domarus che raccoglie tutti i discorsi di Hitler è rintracciabile facilmente on line. E ci sono tutti, dai tempi delle birrerie a quelli dello Sportpalast.
      Dice sempre le stesse identiche cose. Una monotonia allucinante. Ma perché un giorno diventano credibili? Cosa cambia in basso?

      Visto che l'argomento Le interessa (non sono in molti a sapere dei Tischegesprache) Le segnalo questo:

      I verbali di Hitler. Rapporti stenografici di guerra. Vol. 1: 1942-1943.
      Vol 2: 1944-45 (Goriziana)

      E' un'opera che interessa maggiormente gli storici militari ma molto illuminante per capire il funzionamento del Terzo Reich durante la guerra.

      Chinacat

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    25. @ Matteo

      Questa è bellissima:

      "e visto che siamo entrambi persone di cultura reale non come il don Ferrante di cui sopra che ha letto ben 500 libri sul fascismo"

      E per sapere cos'é stato il Fascismo, secondo te, cosa dovrei fare? Leggere libri di botanica? Allevare criceti? Diventare vegetariano?
      Certo che è una bella pensata la tua.
      Se ho ben capito, una persona di "cultura reale" non ha bisogno di leggere libri sul fascismo per sapere cosa fosse: lo sa A PRESCINDERE.
      Favoloso.
      Totò non avrebbe saputo dirlo meglio.

      Chinacat

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    26. Be', caro Matteo, rinviando a una nostra discussione privata il dibattito filosofico, perchè da un canto siamo dilettanti entrambi, dall'altro secondo me stufiamo i lettori, per ora ti rispondo ringraziandoti d'avermi messo nella categoria "anticristiani" con Dante e Manzoni. Però, troppa grazia sant'Antonio! Per fare la proporzione tra me e quei signori ci vuole il calcolo infinitesimale, e sono fuori esercizio. Quindi pace e amici come prima.

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    27. @ chinacat

      Se legge con attenzione, vede subito che cosa intendo. Intendo dire che si può essere INSIEME molto intelligenti (diventare Cancelliere da balordo spiantato che si era, vincere il Nobel della fisica, eseguire a perfezione una operazione militare molto difficile come il Blitzkrieg contro la Francia, etc.) e molto stupidi (voler impiantare una specie di Impero Azteco in Europa, credere che la spiritualità dell'uomo e del paramecio differiscano per il solo grado, consegnare le FFAA e la casta militare prussiana a un criminale). E' un fatto molto interessante e anche molto attuale, perchè non è che questa commistione di intelligenza e stupidità (per esempio, stupidità ideologica) sia finita con la fine del nazismo (magari!).
      Tredici milioni di tedeschi hanno votato per Hitler. Ragioni d'ordine storico, economico, sociologico per questo risultato ce ne sono tante, e non sto a ripeterle perchè sono tutte analizzate a fondo negli infiniti libri sul nazismo. Hanno un grande peso, che non mi sogno di negare. Senza la crisi, senza i finanziamenti dell'industria tedesca (e senza quelli provenienti dall'anglosfera, conforme al disegno geopolitico di impedire l'alleanza Russia-Germania, scagliandole l'una contro l'altra) le cose sarebbero andate diversamente. Mi interessava però attirare l'attenzione sul fatto che i rappresentanti della società tedesca, cioè le sue classi dirigenti nel loro insieme, di Hitler e dei nazisti non hanno capito niente. E' una cosa che stupisce, appunto perchè la Germania era un paese di grande cultura. Eppure, è andata così. Lo stesso Hitler si stupiva che nessuno gli resistesse davvero: non gli industriali, non i militari, non le gerarchie ecclesiastiche, non gli alti funzionari dello Stato, non l'aristocrazia, non gli accademici; e questo non solo quando poteva fargli veramente paura, ma prima, quando era relativamente debole, quando una opposizione decisa avrebbe potuto rovesciarlo o almeno limitarne i poteri. La Chiesa cattolica, per esempio, tacitò le proteste interne contro il nazismo per poter firmare un Concordato con lo Stato tedesco, che le garantiva ampie franchigie. Nel testo del Concordato, però, c'era una formuletta alla quale non aveva prestato attenzione: che accanto alle franchigie concesse, si diceva "nel quadro legale". Dopo la firma, i nazisti hanno cambiato il quadro legale, e il Concordato non è più servito a niente. O meglio: a una cosa è servito. Il 20% circa dei militari tedeschi che facevano parte degli Einsatzgruppen, che eseguivano fucilazioni in massa di civili, era cattolico. Nessuno di costoro aveva mai sentito pronunciare una chiara condanna del nazismo e degli stermini da un pulpito o una sede episcopale, nè mai la sentì fino a guerra finita. (Per equità, aggiungo che i protestanti hanno fatto una figura anche peggiore). Per ogni categoria dei dirigenti tedeschi, c'è qualcosa del genere. Erano intelligenti, queste persone? Sì. Però erano anche molto stupide, stupide nella ragione e nello spirito, per non accorgersi di chi era Hitler, chi le persone capaci dell'atrocità (minore, se si vuole) contro la povera ragazza che era stata a letto con un ebreo, che ho riportato più sopra. A che cosa è servita, l'intelligenza di quegli uomini? A trovare infiniti argomenti per la loro stupidità spirituale; che infatti, come si vede, l'ha avuta vinta.

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    28. Aggiunta. E questo fenomeno della intelligente stupidità, della "stupidità sostenuta o intelligente", come la chiama Musil, si presenta ai nostri sguardi anche oggi (grazie a Dio senza stermini). Per esempio: coome fanno persone peraltro intelligenti, anche molto intelligenti, a credere alle rovinose, grottesche sciocchezze del politically correct? Come mai tante persone, intelligenti e anche molto intelligenti, continuano a sognare il "sogno europeo"? Certo, gli interessi, la forza d'inerzia dei sistemi, eccetera: tutte cose vere e importanti. Ma c'è un di più. C'è qualcos'altro; c'è un'adesione che non è dettata dall'interesse o dalla durezza di comprendonio. Mi sono spiegato?

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    29. Si ma.

      "Tredici milioni di tedeschi hanno votato per Hitler."

      Cioé il 37% circa dell'elettorato. E già è un enigma.
      Ma sono "solo" il 37% dell'elettorato. L'altro enigma, forse ancora più importante, è stato come convincere il restante 63%.

      "eseguire a perfezione una operazione militare molto difficile come il Blitzkrieg contro la Francia"
      E difatti non lo ha eseguito lui. E non lo ha nemmeno pianificato. L'ideatore si chiama Von Manstein e l'esecutore si chiama Guderian.
      L'unica cosa che ha fatto Hitler è stata quella di predersene il merito.

      "Come mai tante persone, intelligenti e anche molto intelligenti, continuano a sognare il "sogno europeo"?
      E come fanno a farlo senza il muro di costrizioni dello stato totalitario!! Altro enigma.

      Chinacat

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    30. Il restante 63% dell'elettorato tedesco non c'è stato bisogno di convincerlo, si è ritrovato cosa fatta, che capo ha. Una volta preso il governo, e trasformato il quadro legale, il gioco era fatto. Poi, di quel 63% alcuni, anche molti, avranno dato il loro consenso alle grandi realizzazioni del regime nazista, per poi cambiare idea dopo le sciagure. Dice Fest nella sua biografia di Hitler che se Adolfo fosse morto nel 1941, sarebbe annoverato tra i massimi statisti tedeschi, insieme a Bismarck (concordo). Il problema è che non potendo sapere che sarebbe morto al momento opportuno, le classi dirigenti tedesche che hanno dato semaforo verde a Hitler hanno commesso un errore di valutazione della sua persona e del suo partito assolutamente inmperdonabile.
      L'enigma vero sono le classi dirigenti tedesche nel loro insieme: è la classe dirigente che rappresenta il popolo, e che porta la principale responsabilità delle scelte giuste o sbagliate che fa. Il popolo, pro quota millesimale.
      Quanto alla campagna contro la Francia: so che fu von Manstein a progettarla (Hitler ebbe il merito di appoggiarlo, non era la prima opzione; detto per inciso, fu proprio la scelta controcorrente di Hitler per la Francia e il suo enorme, imprevisto successo a gettare l'incantesimo di "Hitler stratega invincibile e geniale" sulle sue scelte successive, anche catastrofiche). Il punto che sollevavo è: come mai la casta militare tedesca, così abile professionalmente da produrre per esempio un von Manstein, era così stupida da non capire con chi aveva a che fare? Così vile da permettere che Hitler dimissionasse von Fritsch con una montatura infamante, senza reagire?
      Quanto all'ultimo quesito sulla UE, anche qui il tema "stupidità intelligente" di Musil viene a proposito, non crede?

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    31. In quel 63% ci sono anche sia gli elettori della SPD (che a parere di molti storici, vedi Broszat, era la "spina dorsale" della Repubblica) sia quelli del più estremo partito comunista tedesco (KPD) eppure fecero ben poca opposizione (non da ultimo perché erano impegnati a scannarsi tra di loro). Ma se scendiamo un gradino più in basso, a prescindere dal "colore", la privazione dei diritti fondamentali colpiva tutti.
      Dato che ha citato il grande Fest, una delle testimonianze migliori è proprio la sua visto che è cresciuto nella Repubblica di Weimar.

      "come mai la casta militare tedesca, così abile professionalmente da produrre per esempio un von Manstein, era così stupida da non capire con chi aveva a che fare? Così vile da permettere che Hitler dimissionasse von Fritsch con una montatura infamante, senza reagire?"

      Questa è la domanda che si pose Liddell Hart quando si trovò di fronte quei generali, a Grizdale (Storia di una sconfitta).
      Le risposte dei generali vertono solo su un punto: non ci occupavamo di politica. Dal loro punto di vista, dopo gennaio 1933, Hitler era l'autorità politica legale dal quale prendere ordini e come fa notare Walter Warlimont (Inside Hitler's Headquarters) chiedere ad un militare di fare un colpo di stato come prima cosa, è chiedergli molto.
      Le riforme di Von Seekt, che crearono il soldato "apolitico" che tanto piaceva ai vincitori (ancora terrorizzati da Ludendorff) vanno viste in questa ottica. Il fatto stesso che si siano posti il problema (i primi complotti risalgono proprio all'affaire von Fritsch) e che siano stati gli unici a creare un movimento di "resistenza", a mio avviso la dice lunga sulla pochezza delle istituzioni civili di Weimar.
      Da professionisti quali erano, lo vedevano il baratro; fino a che punto potessero opporsi è discutibile (le SA erano milioni, la Reichswehr aveva 100.000 uomini).

      Oggi il baratro lo vedono meglio di tutti gli economisti ma a parte i soliti nomi, il resto si sta comportando esattamente come i generali di Hitler. Una casta di Lekkeitel.

      Chinacat

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  10. Anonimo14:16

    si può condividere un bel pò di questo articolo, però poi si mischiano le proprie certezze ideologiche con i fatti storici e come ha già fatto notare qualcuno il nazismo non era affatto mercantilista, anche per questo rimango sempre scettico verso alcune derive delle teorizzazioni sovraniste che spesso mi sembrano dei "poco consapevoli" revival verso un secolo "il novecento" che aveva un contesto storico completamente opposto a quello attuale. Alla fine conta lottare per il bene comune e saremo tutti sorpresi dal traguardo che raggiungeremo che spero non siano assolutamente i nazionalismi, versioni piccole del levatiano che è l'attuale ue.

    Orobos

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    Risposte
    1. Il nazismo non era mercantilista?
      Nazionalismi versioni piccole del Leviatano?

      Ritorni studiato.

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    2. Anonimo08:57

      tampieri , non è solo perche c'è chi confonde gli intenti con le realta fattuali , no , è anche dovuto al fatto che non si conoscono gli intenti .
      sta a vedere , adesso potrebbe anche palesarsi qualcuno che chiede di argomentare la sua inconsistenza, come se toccasse ad altri occuparsi della sua ignoranza.

      saluti

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    3. No, Madame Tampieri, il nazionalsocialismo non era "mertcantilista" e non perché lo affermi il sottoscritto che non conta nulla ma perché lo affermano e lo DOCUMENTANO gli storici che se ne sono occupati.
      L'elenco completo sarebbe lungo ma se vuole posso fornirlo.
      Una sola opera a caso tra le più importanti:

      https://en.wikipedia.org/wiki/The_Wages_of_Destruction

      Chinacat

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    4. Anonimo21:26

      Il nazismo era tutto, aveva tutti i difetti del mondo, ma con il mercantilismo non aveva nulla a che fare.
      Barbara, o te lo metti in testa oppure puoi tranquillamente ammettere di essere come Bagnai, ovvero di non sapere un cazzo di quello di cui parla.
      Dato che non mi sembra, direi che forse il problema è più che altro di linguaggio.

      Matteo

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