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giovedì 26 settembre 2019

Guardie rosse glitterate della rivoluzione verde


Ieri un amico commerciante di una città di Piddinia Democratica, parlando dell'imminente introduzione della ZTL nella strada - cruciale per l'accesso al centro storico - dove ha il negozio, mi ha raccontato un episodio sconcertante al quale ha assistito di persona. Il comitato di residenti che si oppone all'ennesimo provvedimento della serie "se si muove ancora, tassalo" (cit.) è stato ricevuto dalle autorità cittadine. Dopo aver ascoltato (forse) le ragioni del comitato, l'apposito assessore si è rivolto ai presenti in questo modo: "Voi che avete cinquant'anni dovete capire che finora avete inquinato e adesso è giusto che facciate dei sacrifici". Naturalmente ha aggiunto che il provvedimento relativo all'introduzione nelle città delle ZTL "ce lo chiede l'Europa". Proprio così, con le stesse identiche parole dell'ormai famigerato slogan.

Un assessore che si rivolga così, in maniera sprezzante e smaccatamente propagandistica e ideologica in periodo pre-elettorale (alle regionali si vota a gennaio e per le comunali sempre nel 2020) sarebbe stato impensabile solo qualche tempo fa in qualunque democrazia europea e anche nei mesi scorsi in Italia. Ora però che il loro leader bellino è tornato in auge, si sentono invincibili e sta cadendo ogni velo di pudore a coprirne le meschine vergogne. Come ad esempio quella di aver introdotto da gennaio e alla chetichella, perché sono cosacce che non si raccontano in giro, un "diritto di accoglienza in camera mortuaria" per chi muore a casa o in strutture per anziani "non convenzionate" e deve essere portato all'obitorio dell'ospedale per il commiato. Una tassa da cento euro secchi oltre al solito diritto di trasporto. Il Comune dice che "glielo ha chiesto l'ASL". Arieccoci, è sempre colpa di qualcun'altro. Ancora una volta la bella e piena confessione di non essere altro che gli agenti esecutori, i willing executioners di Qualcun altro. 

Il disprezzo sempre più palese verso i propri cittadini scomodi testimoni di quando Essi sembravano ancora umani e personcine perbene votate al bene collettivo si manifesta attraverso la vessazione economica di ogni tipo sulle fasce più deboli della popolazione - altro che privilegiati bianchi ma operai disoccupati cinquantenni che la pensione non la vedranno mai -  che si ostinano a non levarsi di torno per far posto ai nuovi elettori (ma si illudono), come già auspicano le prime guardie rosse glitterate da tastiera. Vedi questo mio tweet di ieri ed i commenti lasciati da quelli della parte giusta che auspicano, ad esempio, per i vecchi over 50 "iniezioni letali" come se fossero le punture ricostituenti di una volta e dove il Cervello Unico Progressista ha ritrasmesso a mononeuroni unificati il messaggio dei "cinquantenni che hanno distrutto il mondo". Casualmente lo stesso enunciato dell'assessore e dalla nota posseduta che, nella foga del mortacci vostri, ha rischiato di mandare in frantumi il Palazzo di vetro.


Ecco cosa succede quando si rilascia la licenza di odio libero solo ad una parte, la propria, e si permette che al gioco democratico partecipino, equiparate alle altre, forze politiche che democratiche non lo sono mai state. Altro che tradimento e cambiamento. Quella violenza è sempre stata nei testi sacri. Basta averli letti di persona e non esserseli fatti raccontare dagli amici interessati. Era una violenza che ci piaceva perché odorava di vittoria e di sangue e ai giovani piace l'odore del sangue perché sono convinti che non potrà mai essere il loro ad essere versato.
Volevamo vincere e invece avremmo scoperto che era solo la vittoria del Qualcun altro su tutti, no compresi.

Come se non bastassero i retaggi del passato, ci sta investendo il fallout di Aterg, la medium che parla per bocca delle manifestazioni sottili della propaganda del potere finanziario. Se la menzogna e la propaganda una volta erano erotiche, oggi sono pornografia pura e di quella dove si torturano i bambini. La facies stravolta della ragazzina posseduta dall'incubus bancario evocato durante una delle loro notti di Valpurga fa giustamente orrore agli specialisti della mente per come viene manipolata. Io la considero un fenomeno passeggero che finirà bruciato a breve, alle prese con un'aggressività repressa residua che in seguito potrebbe scatenarsi in forma di auto od eterodistruzione; o anoressia suicida o novella Doretta Graneris che stermina la famiglia a tavola. Terminato il quarto d'ora warholiano di Aterg-Greta, mi fa più paura l'idea ricorrente dei regimi di usare dei bambini per farne dei piccoli mostri da scagliare contro i nemici. I bambini fanno gola alle dittature perché sono capaci di grandi crudeltà se non viene insegnato loro cosa sia il bene. Sono più malleabili dei loro genitori e, potenzialmente sociopatici al punto giusto da poter compiere nefandezze. Chiedere a chi ha avuto a che fare con i bambini soldato.
Quando dico dittature, tra parentesi, intendo tutte e, si, anche quella.


C'è stato molto sdegno nei giorni scorsi per l'equiparazione tra Nazismo e Comunismo fatta dalla UE, la quale, non illudetevi, non ha alcun intento nobile, ambisce solo a superare entrambi come produttrice di orrori. Da brava entità-emanazione di un femminino rovesciato dove si accoglie la morte invece della vita, soffre di invidia nei confronti delle amiche e vuole rubare loro la scena. Il potenziale per riuscire a battere entrambi i primati potrebbe averlo. In fondo i finanziatori di oggi come di ieri giocano allo scoperto, non hanno più nemmeno bisogno di paramenti ideologici. Basta il "ce lo chiede l'Europa" per ordinare l'inimmaginabile. L'oscuramento di ogni passata dittatura in favore della prossima ventura è da parte loro non solo possibile, ma necessario. Dispiace che questa semplice motivazione banalmente invidiosa e femminea della UE di non ammettere rivali, più venusiana che marziana e forse inconcepibile a chi non è donna, forse non sia stata colta e si sia caduti nel tranello dell'indebita equiparazione e del reato di leso socialismo. 

Bisogna chiarire che la UE vuole cancellare il contributo sovietico alla sconfitta del nazifascismo innanzitutto per rispondere all'imperativo anti-russo tanto caro ai padri dell'Europa come Spinelli e, in secondo luogo, perché fu una vittoria di Stalin. Il globalismo dei senza confini, del caos permanente, vi piaccia o no, assomiglia come una goccia d'acqua a un'ideale grande vendetta di Trotzky, l'errore blu di sottovalutazione di un nemico compiuto da Baffone. Altra antica lotta tra primedonne. Sarebbe paradossale che, nell'applicazione del menopeggismo al socialismo reale, Stalin risultasse alla fine il meno disumano.

Primadonnismo UEterino a parte, è verissimo che il totalitarismo del Novecento ha avuto due facce, un mostro bicefalo partorito dallo stesso grembo, quel potere sovranazionale che fomenta guerre e rivoluzioni a proprio piacimento e convenienza, creando e distruggendo alleanze tra opposti. I famosi patti alla Von Ribbentrop-Molotov da rovesciare al momento giusto, per fare un esempio.  
Fino a qualche tempo fa si poteva dire liberamente che i totalitarismi furono due, non c'era alcun problema. Lo ammetteva anche chi, a sinistra, aveva interesse a demonizzare appunto Stalin in quanto lato oscuro del comunismo, contrapposto al lato buono degli eurocomunisti.
Perché oggi ci si scandalizza dell'ovvio e si ritorna ad una visione santificata e antistorica di un'ideologia che ha offerto un notevole campionario di violazioni dei diritti umani? Quelli base, non quelli cosmetici. 
Non sarà perché, a differenza del nazismo, del quale vi hanno raccontato ogni aspetto e bruttura fin nei minimi particolari e fino alla nausea, per il comunismo è stato il contrario, a parte i crimini del mostro Stalin, unico esempio di malvagità rossa da poter tramandare ai posteri?

Tornando ai bambini e ai giovani come strumenti di propaganda totalitaria, certo che i piccoli nazisti della Hitlerjugend erano arruolati dalla Gestapo in funzione anti-dissenso e usati contro i propri genitori ma obliterare con ciò i campi di rieducazione e gli ospedali psichiatrici, o gli "Esperimenti Pitesti" del blocco sovietico, per non parlare degli orrori del comunismo asiatico cresciuto sulle rive della Senna, screditando la verità storica come propaganda avversa come dei wuming qualunque, è vagamente canagliesco e non aiuta certo a riavvicinare a quell'ideologia chi se ne è allontanato. Anzi, ti sale proprio l'anticomunismo dalle anse intestinali, se volete saperlo.

Sull'attenzionamento nei confronti delle menti giovani mi torna in mente un episodio lontano. Ricordo che avevo più o meno undici anni e un ragazzotto decisamente più grande, per strada, voleva a tutti i costi vendermi il libretto rosso di Mao. Undici anni di allora erano equivalenti a tre di oggi, come maturità. Mi dispiace non averlo preso il libercolo, anche se non so nemmeno se avrei avuto i soldi per farlo, perché sarebbe stato un cimelio storico, però mi spaventai perché aggiunse "così capisci che devi ribellarti ai tuoi genitori". Come se alle soglie dell'adolescenza ci fosse bisogno di ricevere un incentivo ideologico alla ribellione naturale contro l'autorità. Farlo significa giocare con fiamme libere accanto ad un distributore.

Detto che, per fortuna, i giovani veri, quelli in carne ed ossa, non sono tutti fresconi o criminali in pectore, non vi rendete conto che la ricaduta di propaganda verde-putrescenza dell'ecologismo cieco e sordo, associata all'eliminazionismo generazionale da adolescenti arrabbiati con la rivoluzione permanente in testa, è più letale di qualsiasi nube radioattiva, ma potreste accorgervene presto.
Lo scatenamento contro i cinquantenni (ma presto il target scenderà a trent'anni) dei ragazzini che agitano il libretto verde delle fakenews di G., con obbligo di fiocco di neve e centrosocialismo, magari figli dei postpartigiani per sempre, non è da sottovalutare, cari professori. Un cappello d'asino da nemico del mondo e Grande Inquinatore come nella foto qui sotto non ve lo toglie nessuno, se non vi togliete prima l'antico prosciutto dagli occhi.
Forse converrebbe a tutti ripassare, o meglio studiare perché non ce lo hanno raccontato o lo hanno fatto in forma mitologica ed apologetica come per il Sessantotto, cosa fu la Rivoluzione culturale cinese alla quale attinsero anche certi ideologi italiani dell'educazione dei piccoli al superamento della materialità.

Potete giurarci che faranno di tutto per costruire una generazione di piccole guardie rossofucsia, tronfie della loro pneumatica vacuità, armate di una fenomenale ignoranza di ritorno, coltivata nel frattempo con amore in decenni come un bonsai, magari utilizzando anche quei virgulti precocemente strappati alle famiglie grazie ai noti "sistemi di ricollocazione minori". Guardie rosse alleate con coetanei allogeni accomunati dall'odio razziale e religioso contro i bianchi privilegiati. Tavistock è vivo e lotta assieme a loro. Succederà tutto e di peggio, se si vuole stravolgere la verità storica per paura di ammettere di essersi sbagliati.




immagini tratte da "44 Disturbing Pictures Of China’s Cultural Revolution".

5 commenti:

  1. Era ora12:00

    Alla fine una cosa nuova questo pseudoambientalismo da tastiera l'ha prodotta: mettere qualche privilegiato del boom economico di fronte a qualche responsabilità. Ovvoveh!
    Finora era sempre stata colpa degli "altri". La peggior generazione dai tempi dei Sumeri santificata a reti unificate.
    Vent'anni che spalate merda a tutto spiano sui giovani da VOI generati e istruiti a tal guisa, quand'ecco che il signor Karma ti confeziona un bel cetriolone.
    Ora non resta che scegliere il campo di battaglia, affrontare i gretini a viso aperto e sterminarvi a vicenda, due facce di un'unica medaglia, ma mi rendo conto di chiedere troppo e mi accontenterò di guardarvi sorseggiare una PICCOLA parte della vostra medicina sgranocchiando popcorn non vegani.

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    1. Te li danno tre euro al giorno per scrivere questi commenti?

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    2. Non ha torto, il ragazzo. Infatti la nostra lameduck, in genere tanto loquace, non è in grado di rispondere.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. A questo signore andrebbe ricordata la frase del presidente Clinton che disse, più o meno:"Alle riunioni ero sempre il più giovane e adesso sono il più vecchio". Senza gradualitá.

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