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venerdì 11 aprile 2025

ECCE PONCHO



Nel suo brillante più recente podcast, Andrea Cionci ha redatto una gustosissima rassegna stampa delle reazioni del mainstream all'improvvisa passerella del buon papa Francesco in San Pietro. Reazioni dettate, nella stampa italiana soprattutto cattolica, dalla negazione totale di un'imbarazzante evidente realtà e solo con qualche punta di inizio di leggerissimo sospetto in quella straniera meno emotivamente e utilitaristicamente coinvolta. 

Come è noto, per la prima volta Francesco si è mostrato senza alcun segno del suo status, senza zucchetto, anello o crocifisso, vestito di un paio di pantaloni neri, scarpe nere, una camicia o maglia bianca che si intravvedeva sotto una specie di coperta gettatagli addosso e che sulle prime era sembrata, forse per la presenza dei descamisados che lo accompagnavano, un tributo al Sud America e al mondo dei pamperos. In realtà, era proprio un telo o una coperta atta a coprire pietosamente una mise decisamente inappropriata per la situazione. Un "ma come ti vesti" che va oltre il galateo e la forma e segnala, segnala un sacco di cose. 

Escludendo come improbabile che un Bergoglio un po' confuso dalla leggera euforia da ossigeno sia scappato da Santa Marta eludendo la sorveglianza, vestito approssimativamente così come si trovava in casa, e che i descamisados l'abbiano intercettato all'entrata di San Pietro coprendolo con il primo telo disponibile recuperato in tutta fretta perché non prendesse freddo, ipotesi nonno monello in fuga, la presenza delle immagini accuratamente riprese dell'evento dimostrano che la cosa sia stata voluta, sebbene con un certo grado di sorpresa in stile blitz.

Dopo tutto se si vive nella società dello spettacolo, si è in pubblico e si recita un ruolo, allora si curano le movenze e i costumi e vi sono probabilmente uno sceneggiatore e un regista. Quindi è facile dedurre che Bergoglio, che raramente lascia spazio al caso, abbia voluto segnalare qualcosa.  Fare insomma quello che gli americani chiamano signaling. Mostrare, segnalare, comunicare qualcosa di preciso, soprattutto per testare la reazione degli spettatori.  Bergoglio deve avere meditato sull'atroce dubbio: "Mi si nota di più con il poncho o senza la papalina?" Di certo però non avrebbe mai immaginato che la cosa venisse raccontata dalla stampa suonata al contrario come "voler passare inosservato". E per stupire Jorge Mario ce ne vuole! 

Il messaggio è stato chiaro e forte e sintomo di un bel braccio di ferro interno al Vaticano, perché tutti hanno visto un papa per la prima volta non vestito da papa e nonostante poche ore prima, durante la visita privata dei reali inglesi, le immagini ce lo avessero mostrato normalmente con l'abito bianco e tutto. Detto che rimarrò per tutta la vita con la curiosità sul contenuto di quello scatolino rosso nelle mani di re Carlo ma senza essere certa di volerlo veramente sapere, la bizzarria di un papa che sembra potersi vestire da papa solo in casa e non in pubblico è talmente evidente e dirompente che se la si ignora è perché lo si vuole, in maniera cosciente o meno. 

Ora, c'è un concetto che è stato accuratamente seminato nella mentalità delle generazioni postbelliche, soprattutto in Europa, quello di Shock Culturale. Chi ricorderà la sapiente mitologia costruita per decenni sugli alieni avrà ben presente la frase: "I governi non lo possono rivelare (che esistono gli alieni) perché sarebbe uno shock culturale che provocherebbe il panico nella popolazione". Ecco creati in una sola mossa complotto e complottismo, tra l'altro.
Mentre si imponevano di sottecchi cambiamenti ben più traumatici, devastanti e subdoli dei fantomatici omini verdi,  la verità dietro ogni fatto storico e di cronaca è divenuta foriera di shock culturale dal quale difendere una  popolazione imprigionata nell'eterna fanciullezza del "sei troppo piccolo (inferiore) per capire".  Concetto umanamente intollerabile per degli adulti finiti che le domande se le fanno soprattutto quando si sentono in pericolo concreto di sopravvivenza perché minacciati da altri omini non di certo verdi, per cui, per difendersi dall'angoscia della consapevolezza della propria prigione, la reazione degli adultescenti è la negazione: se è democrazia e mi privano della libertà perché reclamo una libertà di scelta, non può essere privazione della libertà,  e così via fino al "se mi dicono che è il  Papa non può che essere il Papa". Lo shock culturale in questo caso, ovvero la rivelazione dell'usurpazione petrina provocherebbe senza meno il crollo della Cappella Sistina, lo spretamento di tutti i preti e la fine del mondo. Per cui i timorosi timorati non vogliono saperne.

Rasserenatevi, qualunque shock si supera e fa crescere, e quelli culturali a maggior ragione se si hanno solide basi in termini di consapevolezza delle proprie origini storiche e culturali e princìpi laici e religiosi. Le nazioni che presentano ben incastonate nel loro concetto di Patria queste caratteristiche sono quelle che danno filo da torcere a chi le vorrebbe destrutturare e distruggere. 
Noi purtroppo non siamo più per ora tra queste, perché ci hanno lavorato ben bene per decenni, soprattutto proprio gli anglosferici. Per i quali tuttavia, per una forma di nemesi, potremmo dire che se Roma piange, Londra non ha proprio niente da ridere. Le scene raccapriccianti di ieri a Ravenna, mi dispiace dirlo, sapevano di visita nella più esotica provincia del Commonwealth di due anziani monarchi in esilio dall'Albionistan, protagonisti del reality "Anniversari di matrimonio da incubo".

Ecco perché bisogna non avere paura e recuperare tutto ciò che ci è stato espropriato. Mollare il ciuccio e imbracciare l'amor proprio e nazionale. Gli shock li lasciamo a coloro che credevano di aver vinto e foreranno la gomma all'ultimo giro e all'ultima curva. 

Tornando alla "cumparsita" di Bergoglio, la reazione incredula dei cattolici, che perseverano diabolicamente nell'assurda convinzione che quello che segnala e chiede aiuto ai compari sia veramente il Papa, potrà tramutarsi effettivamente in uno shock quando la verità dell'antipapato verrà a galla ma sarà appunto uno shock salutare. Fino a quel momento godiamoci lo strip poker, sempre più ardito, con tutti i segni pontifici che cadono come i veli di Salomé sotto i colpi del diritto. Ribadita ovviamente la doverosa umana pietà per un uomo vecchio e molto malato.

Nel primo dei due video che mostrano l'entrata del nostro in sedia a rotelle in San Pietro, egli si ferma a salutare un bimbo biondo che poi lo saluta con un "Hi, Papa" o qualcosa del genere. Ecco, se l'innocente ci avesse donato quel fatidico "ma questo signore è senza vestiti, il Papa è nudo!" avremmo avuto il più grande momento "i vestiti nuovi dell'usurpatore" della Storia. La verità sfuggita e dichiarata in piena basilica. Portiamo pazienza, lo spettacolo è solo rimandato.


3 commenti:

  1. Anonimo17:12

    "Ecce poncho" é fantastica come espressione! :-D

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    1. Anonimo17:13

      Ah! ho dimenticato la firma: Angela :)

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