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giovedì 21 settembre 2006

L'infame "via dei topi"

Cosa provereste venendo a sapere che nella scuola che avete frequentato per anni, proprio nelle stesse stanze, è possibile che siano passati Josef Mengele, Klaus Barbie, Erich Priebke e Adolf Eichmann?
E' una storia che ho scoperto solo di recente navigando in rete.
Il 31 Luglio 2003 “Il Secolo XIX” di Genova iniziò la pubblicazione di un’inchiesta che ricostruiva l’intricata vicenda di quella che è stata definita la "ratline", la "via dei topi" organizzata in Europa nel dopoguerra per consentire la fuga, prevalentemente in Argentina ed in altri Paesi latinoamericani, di criminali di guerra nazi-fascisti ricercati per crimini contro l’umanità. Una vicenda in parte già nota da tempo, grazie ai libri di studiosi argentini come Jorge Camarasa e Uki Goñi, quest’ultimo autore di un libro pubblicato dopo la desecretazione dei documenti degli archivi della Direzione nazionale delle migrazioni in Argentina, resi pubblici nel luglio 2001 per volere del presidente Néstor Kirchner.

Secondo l’inchiesta del giornale genovese, i suddetti criminali nazisti dal 1947 al 1951 fecero tappa sotto la Lanterna dove ottennero i documenti per l’ emigrazione. Il "Secolo" pubblicò la mappa degli alloggi (via Ricci,via Balbi, eccetera) dove vissero temporaneamente Eichmann, Barbie e Mengele in attesa del passaporto con la nuova identità (nella foto quello rilasciato a Mengele).
Dal reportage risultò pure che Ante Pavelic, il feroce capo degli Ustascia croati, si imbarcò da Genova per l’Argentina con il falso nome di Pal Aranyos l’11 ottobre del ’48.

Fulcro dell’organizzazione era la D.A.I.E., la Direcion Argentina de Immigracion Europea diretta da Carlos Fuldner, amico di Peron ed ex ufficiale delle SS, che si occupava di far pervenire a Buenos Aires l'elenco dei criminali nazisti da mettere in salvo.
Ed ora viene il bello: la D.A.I.E. era situata allora a “Villa Bombrini” in via Albaro 38, l’attuale sede del Conservatorio di Musica. La scuola dove io ho studiato negli anni '70.
“Fuldner redigeva a via Albaro gli elenchi dei nazisti da far fuggire, li spediva in Argentina e da lì, in poche settimane, giungevano i visti di ingresso, completi delle foto dei criminali ma intestate a nomi fittizi. Da Genova, la pratica passava a Roma, dove la Sede della Croce Rossa rilasciava i passaporti relativi ai nomi falsi, rispedendoli a Genova. Fatto ciò, bastava trovare posto per i fuggitivi sulla prima nave che salpasse per l'Argentina. È ormai certo che, in quegli anni, passarono per Genova, e di lì fuggirono in Sudamerica, criminali del calibro di Klaus Barbie ("il boia di Lione"), Adolf Eichmann (il pianificatore dello sterminio degli ebrei, rapito dal Mossad nel '61 e impiccato in Israele l'anno dopo), Josef Mengele (il "dottor morte"), Erich Priebke, il dittatore croato Ante Pavelic. […]
Gli archivi della Croce Rossa svizzera, utilizzati da Uki Goñi per ricostruire la rotta dei nazisti verso il Sudamerica, dicono che anche Gerhard Bohne fece tappa a Genova nel gennaio del 1949. Bohne era una delle SS cui Hitler affidò nel 1933 il piano “Aktion 4“ per lo sterminio degli handiccappati fisici e mentali e che fece 62 mila vittime”. (tratto da ADISTA, Agenzia d'informazione sul mondo cattolico e le realtà religiose N°65 del 20 settembre 2003)

Particolarmente interessante, come emerge dall’inchiesta, è il ruolo della Chiesa nella vicenda. Il sacerdote croato Carlo Petranovic, dipendente della curia genovese, era in contatto con la D.A.I.E. e avrebbe gestito direttamente i rapporti tra Vaticano, Croce Rossa, Auxilium e Comitato nazionale emigrazione in Argentina. L’Auxilium, fondata dal cardinal Giuseppe Siri, e il Comitato Nazionale Emigrazione in Argentina erano particolarmente attive nel salvataggio di “anticomunisti” secondo una tesi contenuta già nelle risultanze della Ceana (Comisión para el Esclarecimiento de las Actividades del Nazismo en la Argentina, costituita da Menem nel '97) e raccontata nel libro "La via dei demoni", del giornalista di "Repubblica" Giovanni Maria Pace.
Conferme di ciò appaiono anche in una nota del Central Intelligence Group (C.I.G., creato da Truman nel '46 e sostituito alla fine del '47 dalla C.I.A.), datata 21 gennaio 1947 e ritrovata da Goñi durante le sue ricerche.
Non è un mistero che anche gli americani fossero interessati alla salvezza di noti esponenti nazisti e scienziati, per quella che è nota come Operazione Paperclip.
La rete di ecclesiastici impegnati nel facilitare la fuga di nazisti e fascisti faceva capo, in Vaticano, a mons. Alois Hudal, rettore fino al '52 del Collegio tedesco di S. Maria dell'Anima, e vescovo notoriamente filo-nazista che da Roma inviava le richieste di visti.
Scrive ancora "Il Secolo XIX": "Nella relazione conclusiva presentata dal CEANA (Comisiòn para el Esclaracimiento de las Actividades Nazi en la Argentina) nel 1999 si fa riferimento in particolare a una lettera del 31 agosto 1948 in cui il vescovo Hudal spiega a Peron che i visti richiesti non sono per profughi ma 'per combattenti anticomunisti il sacrificio dei quali durante la guerra ha salvato l'Europa dalla dominazione sovietica'".
Gli archivi della CEANA restituirono un primo elenco dei 65 nazisti riparati nel Paese sudamericano. Di questi ben 22 ottennero passaporti e visti a Genova. I dossier del Centro immigrazione di Buenos Aires confermarono che Mengele fu arrestato a Genova. Non fu riconosciuto e dopo due giorni fu rilasciato.

Quali furono le reazioni all’inchiesta del “Secolo XIX” nel 2003? L’allora vicepresidente della Camera Alfredo Biondi chiese subito, con un’interrogazione al presidente del Consiglio, di verificare la vicenda dei nazisti passati da Genova.
Il senatore diessino Aleandro Longhi richiese una commissione di inchiesta che non risulta sia ancora stata insediata secondo il sito del Senato.
L’arcivescovo di Genova, monsignor Tarcisio Bertone, dichiarò che la Curia genovese era all’oscuro degli aiuti che venivano dati ai nazisti e annunciò un’indagine storica negli archivi vescovili per appurare le eventuali responsabilità . Di tutte queste iniziative non si è saputo più nulla.
Petranovic, il “misericordioso”, che si allontanò da Genova nella primavera del '52, oggi ha quasi 90 anni e vive in Canada, in una zona al confine con gli Stati Uniti, ospite di una comunità di suore.


3 commenti:

  1. Salve Lameduck, mi é capitato di andare sulla voce dedicata a Siri in Wikipedia e ho visto che praticamente é un testo agiografico, dove non si fa minimamente cenno a qualsivoglia critica al suo operato. Forse é il caso di modificarlo, quanto meno di inserire tra i collegamenti esterni un link al tuo blog sulla "via dei topi", oltre ad altri link. Insomma, ampliare un pò l'orizzonte. Si potrebbe fare?

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  2. Chiedendo scusa a Lameduck, mi intrometto: certo che si può fare, materialmente.

    Resta da vedere se si leverà un coro di proteste e di obiezioni da parte di lettori di wiki e soprattutto di quelli che sono non so se moderatori, contributori accreditati o che. Ma dato che le voci sono molte e non tutte perbeniste, e spesso in dissidio fra loro, varrebbe la pena, insistendo fino all'eventuale richiesta di messa ai voti per mantenere in wiki la notizia o espungerla.

    Dico questo per esperienza personale, durante la quale del resto ricevetti notevole aiuto e sostegno da parte di una dei supervisori sia con l'intervento pratico a sistemare la formattazione, con link e con la sua autorevolezza e credibilità fu peraltro decisiva, credo, nell'orientare a favore la votazione.

    Per la cronaca: qualcuno obiettava all'inclusione della voce Giuliana Lanata, studiosa genovese di filologia classica e soprattutto di esegesi delle fonti di diritto romano compresi gli studi sulle Novelle di Giustiniano, con tanto di percorso accademico (compresa la fellowship al Max Planch Institute, che non si occupa solo di scienza, pubblicazioni e presenza negli studi internazionali.
    Per dire che, oltre a stare attenti al modo di confezionare le notizie nel rispetto della formattazione, dipende anche da ciò che si scrive e dal maggiore o minor lume delle persone in cui si imbatte, cioè un po' di culo, come al solito, e la determinazione di chi scrive può essere un punto di forza, se documenta le notizie.

    L'obiezione più becera fu che non si poteva dare spazio a tutti i bravi professori che ricordiamo, ah ah, ma fu una sola obiezione. Certo che, brava a o no, voterei contro la MIA inclusione in wiki, dato che nulla di men che oscuro faccio e ho fatto.
    E così mi sono pure sfogata.

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  3. Scusate tutti e in primis Lameduck.
    Ho appena inviato un commento alla domanda di cui sopra, dimenticando di firmare: mi chiamo Adriana.

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