Pagine

martedì 5 febbraio 2008

Non nominare la Rosa Bianca invano

Il duo Tabacci e Baccini, simile a quello di lei che suona il piano e lui la tromba, ha deciso di fondare un nuovo partitino e fin qui siamo nella normale espletazione delle funzioni corporee della politica italiana. Una neoformazione (oddìo sarà benigna o maligna?) di centro ed equidistante da sinistra e destra. Insomma buona per tutte le occasioni, come democristianamente si conviene.
Il problema sta nel nome scelto: La Rosa Bianca, che ha scatenato molte polemiche. Capisco lo scandalo, per qualcuno al limite della bestemmia, dell'utilizzo di un nome storicamente così significativo.


La "Rosa Bianca" era il nome con il quale un piccolo gruppo di studenti e docenti dell'Università di Monaco firmava nel 1943 dei volantini clandestini, nei quali venivano denunciate le nefandezze compiute da Hitler e dai suoi accoliti e si invitava la popolazione tedesca a ribellarsi al regime, in nome della dignità e della libertà. Le figure preminenti nel movimento erano i fratelli Hans e Sophie Scholl.

Gli Scholl avevano condiviso all’inizio, come la maggioranza dei tedeschi, la suggestione seduttiva del nazismo e avevano aderito alla gioventù hitleriana. Sentivano che dovevano fare qualcosa per la patria ed erano convinti che sarebbe stato qualcosa di buono. Il loro padre, è vero, li metteva in guardia contro coloro che aveva intuito sarebbero stati dei profittatori e degli ingannatori, ma il loro entusiasmo era sincero.

L'esperienza nella Hitlerjugend, all'inizio soddisfacente, volge in seguito verso il disinganno e una profonda delusione, soprattutto in Hans. Il comandante gli aveva proibito di cantare canzoni russe e norvegesi perché non appartenevano al suo popolo; gli aveva tolto dalle mani un libro di Stefan Zweig, proibito, ma soprattutto l'impatto con l'irreggimentazione e il grigiore del Congresso di Norimberga gli avevano procurato una profonda inquietudine, derivante dall'osservare la mancanza di libertà individuale nelle organizzazioni del partito.
Le notizie che filtravano a stento nella popolazione su coloro che sparivano nei campi di concentramento raggiunsero anche i cinque fratelli Scholl e la loro famiglia.
La sorella Inge, in un libro dedicato ai fratelli, ricorda:
"Oh, Dio! Il dubbio che inizialmente era solo una incertezza, si trasformò dapprima in una cupa disperazione, indi in una ondata di indignazione. Il mondo puro e fiducioso in cui credevamo cominciò a crollare, un po’ alla volta, nel nostro animo. Che cosa avevano fatto, in realtà, della patria? Non v'era più libertà né vita in fiore né prosperità né felicità per gli uomini che vivevano entro i suoi confini. Oh, no! Avevano posto, uno dopo l'altro, dei ceppi sulla Germania, fin quando non divenimmo tutti, man mano, prigionieri di un grande carcere".

Il contatto con l'ambiente universitario, e la scoperta di un diffuso malessere nei confronti della dittatura, spingono Hans all'azione. Nascono i primi volantini della "Rosa Bianca". Ha l'appoggio di un suo insegnante, il professor Huber, della sorella Sophie e di gruppo di amici e colleghi, tra i quali Christl Probst e Willi Graf. Poi seguono l'arresto del padre, oppositore da sempre del regime, condannato a quattro mesi di detenzione da un Tribunale Speciale e la guerra. Hans vede con i propri occhi gli effetti della odiosa persecuzione antiebraica.

Il ritorno a Monaco vede Hans e quelli della "Rosa Bianca" impegnarsi in varie iniziative, dalle scritte vergate sulla Ludwigstrasse, "Abbasso Hitler!", "Libertà", ai volantini da distribuire anche nelle università del resto del paese. Questi gesti sono solo apparentemente ingenui. Forse la Resistenza tedesca, paralizzata nell'impotenza, poteva solo accontentarsi di questi che sembrano gesti inadeguati di fronte all'enormità di ciò che succedeva in quel momento. Si potrebbe dire che allora in Germania occorresse più coraggio che altrove per scrivere "Libertà" su un muro. Oltre alla lotta contro il regime era in atto un conflitto, una lotta interiore contro un ideale nel quale si era creduto con convinzione fino all'impatto con la realtà.

In ogni caso, il regime rispose con ferocia alla ribellione dei suoi figli. Il 18 febbraio del 1943, Hans e Sophie furono arrestati e condotti in carcere, dove subirono interrogatori di giorni e notti sui loro presunti delitti. Anche gli amici furono condotti davanti al tribunale per un processo sommario. Poco dopo apparvero altri volantini a Monaco, questa volta rossi, con la scritta: "Sono stati condannati a morte per alto tradimento: Christoph Probst, di ventiquattro anni, Hans Scholl, di venticinque anni, Sophie Scholl, di ventidue anni. La sentenza è già stata eseguita".

Nel 2004 fu tratto un film dalla vicenda della Rosa Bianca. Rimane soprattutto impressa una scena, l'ultima, che vede Sophie avviarsi verso la ghigliottina. Un orrore senza fine, che rimanda ai ganci da macellaio ai quali furono appesi Claus Von Stauffenberg e gli altri ufficiali congiurati dell'attentato a Hitler del 20 luglio 1944. L'orrore assoluto che colpisce in ogni dittatura chi ha la sfacciataggine di non adeguarsi al regime, chi osa opporvisi.

Ecco, di fronte a dei ragazzi che sfidarono Hitler e furono decapitati dopo un processo sommario a poco più di vent'anni d'età, da veri martiri, capisco l'indignazione della presidente dell'Associazione La Rosa Bianca che si ispira alle gesta dei fratelli Scholl nel vedersi scippare il nome dal duo Tabacci-Baccini in cerca di voti con l'ennesima incarnazione della Balena Bianca. Una balena che non riesce proprio a nascondersi dietro ad una rosa.


OKNotizie
Vota questo post su OKNotizie!

16 commenti:

  1. Anonimo01:15

    ma che al limite della bestemmia...il limite è stato superato...e poi baccini non è quello che cantava "sotto questo sole, rossi col fiatone, ecc..."?? ;-)

    onore invece alla vera "rosa bianca", ottimo post "revisionista", cioè storico. magari l'avessero letto i due "pollici verdi" del nuovo partito.

    "cultivo una rosa blanca, en junio como en enero, para el amigo sincero que me da su mano franca"...José Martì.

    Che certo non è Baccini!!

    RispondiElimina
  2. Grazie Lameduck per avercelo ricordato.
    Quasi quasi ti copio il post... posso? :)
    Suerte.

    RispondiElimina
  3. Anonimo09:02

    Abbiamo ripreso involontariamente la stessa notizia, io per colpa di un malefico spam.
    Buona giornata!

    RispondiElimina
  4. @ alessandro
    no, Baccini era quello che voleva farsi Dolcenera.
    Credo sia un altro Baccini, comunque.
    I ragazzi della Rosa Bianca li conosco bene perchè dedicai a loro un capitolo della mia tesi di laurea. La Chiesa li usa ed abusa come prototipo di martiri cristiani moderni ma io penso che sia soprattutto importante il loro messaggio politico. Non si ha idea del coraggio che si doveva avere in Germania allora per opporsi al nazismo.

    @ elena
    citando le fonti è sempre possibile abbeverarsi alla fonte di Internet. ;-) Ciao

    @ negroski
    Ho letto, non sapevo della lettera spam. Ma tu guarda... Buona giornata anche a te!

    RispondiElimina
  5. Anonimo10:17

    scusa ma stai facendo un po' di demagogia. E' facile sparare a zero su chi crea un movimento alternativo al bipolarismo muscolare che ci attanaglia.
    provate a leggervi qualche post dell'On. Tabacci nel suo blog.brunotabacci.it vedrete che si tratta di una persona assennata e di buon senso e soprattutto con una avversione viscerale ai giochini del palazzo. Difatti chi sapendo che vincerà il cDX se ne esce contestandolo? in queste ultime ore tutti corrono da Silvio, la Rosa Bianca invece vuole contestare il modo di fare politica degli ultimi 15 anni.
    Credo che sia l'ultima alternativa vera che ci rimane.
    pensateci!

    RispondiElimina
  6. Ma secondo te conoscevano il riferimento storico?

    RispondiElimina
  7. Anonimo11:55

    "in queste ultime ore tutti corrono da Silvio, la Rosa Bianca invece vuole contestare il modo di fare politica degli ultimi 15 anni."

    Per tornare al modo di fare politica dei precedenti 45 anni? Wow!

    Cachorro Quente

    RispondiElimina
  8. la Rosa Bianca? io li chiamerei "Il crisantemo nero"

    RispondiElimina
  9. Anonimo12:12

    Il riferimento alla Weis Rose è chiaramente voluto! come la Weis Rose contrastava una dittatura, così la Rosa bianca vuole contrastare la dittatura bipolare!
    La Rosa Bianca vuole creare lo spazio per una politica del FARE, non dei muri contrapposti, per questo è alternativa sia al Berluskaiser che al Veltronix erede del Prodex

    RispondiElimina
  10. Anonimo12:28

    finalmente hai scritto qualcosa di positivo ed edificante.
    forse non sei solo piena di accidia e prevenzione come voui far credere in altre occasioni.

    RispondiElimina
  11. Anonimo13:11

    Gli splendidi ragazzi della rosa bianca ebbero il coraggio di sfidare Hitler.
    Spero questi altri abbiano il coraggio almeno di resistere a Berlusconi, ma ci credo poco...

    RispondiElimina
  12. Anonimo17:22

    Magari sarà il caso di andare a vedera anche cosa hanno da dire i diretti interessati, e soprattutto guardare a cosa hanno fatto nel passato.
    Poi si vedra

    RispondiElimina
  13. Anonimo23:16

    Bel post, sorella, davvero un gran bel post.

    RispondiElimina
  14. Anonimo10:06

    Per chi vuole approfondire segnalo un interessante articolo sulla Weisse Rose
    http://edicola.avvenire.it/ee/avvenire/default.php?pSetup=avvenire&curDate=20080206&goTo=A28

    per quanto riguarda la ROSA BIANCA gli ultimi sondaggi (ieri 6/2/08) la danno al 12% nella regione Lazio!

    RispondiElimina
  15. @ breg
    guarda che si contesta solo la scelta di un nome che evoca un episodio storico ben preciso e che c'entra ben poco con le miserie della politica italiana. Tabacci e Baccini possono fondare tutti i partiti che vogliono, ci mancherebbe.
    Vorranno anche contrastare la dittatura bipolare ma a me sembra francamente una bestemmia paragonarsi a gente che ci ha rimesso la testa, letteralmente, per le proprie idee.

    @ franca
    mah... chi lo sa?

    @ lu
    accidia??? Forse intendevi acidità?

    @ cima
    fratellino! Bentornato, che piacere sentirti.

    RispondiElimina
  16. Anonimo02:03

    La scelta di quel nome ricalca altre "rose" nei simboli di partito. Per farsi "riconoscere" altri ragruppamenti di fuorisciti si chiamano fratelli d'italia, tanto per restare in tema di grembiulini e non essere scambiati per qualcun altro.
    Hart

    RispondiElimina

SI PREGA DI NON LASCIARE COMMENTI ANONIMI MA DI FIRMARSI (anche con un nome di fantasia).