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domenica 3 aprile 2011

Fukushima mon amour

Fukushima, oggi
"E' una tragedia enorme, abbiamo visto diversi impianti chimici e di gas in fiamme. Mi sento di dire che al momento gli impianti nucleari hanno tenuto, hanno 'retto botta'. (Chicco Testa, 11 marzo 2011)
"Oggi, nel mondo, in oltre 14.000 anni-reattore di funzionamento, vi sono stati solo due incidenti molto gravi, di cui solo quello di Chernobyl ha avuto come conseguenza la perdita di vite umane e la contaminazione della regione circostante. Va al riguardo sottolineato che si è trattato di un incidente reso possibile dalla tecnologia di quel reattore, adottato solo nell'ex URSS e che non potrebbe in alcun modo aver luogo nei reattori di tecnologia occidentale (LWR). Il secondo, Three Mile Island, pur avendo comportato danni materiali molto gravi al reattore, non ha dato luogo a emissioni radioattive significative all'esterno del contenimento e non ha avuto alcun impatto sanitario sulle popolazioni locali. Eventi di questo tipo - causati da carenze progettuali, errori umani e organizzativi - con le centrali di terza generazione avanzata e con le attuali modalità di gestione e funzionamento sono sostanzialmente irripetibili (probabilità di evento catastrofico pari a meno di un caso ogni 100.000.000 di anni).
(fonte: ENEL - EDF - Ambrosetti -"Il nucleare, per l'economia, l'ambiente e lo sviluppo", estratto, pag. 19)
Fukushima, l'impianto nucleare giapponese a nord di Tokio danneggiato in maniera gravissima per quattro reattori su sei dal terremoto e tsunami  di tre settimane fa, è il miglior monumento possibile alle menzogne dell'industria nucleare. E' un fantasma, una grottesca maschera Kabuki che sghignazza delle previsioni probabilistiche sbagliate e della sistematica sottovalutazione dei rischi.
Altro che un incidente ogni 100.000.000 di anni, come scriveva l'opuscolo adorante il Dio Uranio, fabbricato dall'ENEL appena sei mesi fa.
Three Miles Island 1979, Chernobyl 1986, Fukushima  2011.  Sono tre incidenti gravi negli ultimi  trentadue anni. In media, un incidente ogni dieci anni.

Abbiamo tanto criticato, accusato e vomitato tutto il disprezzo possibile nel 1986 addosso alle autorità sovietiche che, secondo noi, non volevano raccontarci la verità su Chernobyl.
Beh, cosa sappiamo esattamente di cosa sta succedendo a Fukushima, nei famosi reattori a tecnologia occidentale che non avrebbero mai dovuto rompersi, in queste ore?
Se al tempo di Chernobyl si pretendeva la verità perché il radionuclide veniva da oltrecortina, oggi invece il sarcofago di silenzio ed omertà colpevole lo si costruisce sulla verità che proviene dal Giappone. Come ha scritto Luca Telese sul "Fatto quotidiano": "Ci sono rumori che servono a depistare e silenzi che servono per occultare."
Le parole d'ordine sono cincischiare, supercazzoleggiare e parlare per enigmi ed assurdità. Si, il tetto di un reattore è scoperchiato ma il nocciolo è solo parzialmente fuso. Anche gli altri sono parzialmente fusi. Fusi ma non troppo. Fusi ma anche no. Come se le barre d'uranio, improvvisamene senzienti, dicessero tra loro: "Oh, per carità, io non mi fondo, mi metto da parte, anzi, mi autoraffreddo così non arreco troppo disturbo alla TEPCO".
Balle, balle e ancora balle. Non sanno come dircelo che le loro preziose tecnologie occidentali, di fronte all'imponderabile, sono vulnerabili come i catorci a grafite dell'ex URSS. Con l'aggravante che qui in Occidente c'e anche il profitto da difendere, si ritardano i lavori di messa in sicurezza per non danneggiare i preziosi gingilli, mentre là fuori c'è già gente che sta già respirando la morte.

E, indovinate? Ora viene fuori che buttare sopra i reattori di Fukushima l'acqua di mare e quella dolce è stata una cazzata, che l'unico modo per seppellire tutto il calderone infernale (moltiplicato per quattro reattori) è costruirci un bel sarcofagone in cemento come quello che realizzarono i russi. Il problema però è che le falde sottostanti e il mare sono già inquinati e, se non c'è stata l'esplosione del nocciolo come a Chernobyl, qui è pure peggio perché il sarcofago potrebbe solo amplificare e rendere ancora più devastante un'esplosione che non si può ancora scongiurare.

Per il resto si vedono le stesse scene di venticinque anni fa. Il Moloch nucleare è talmente sicuro che richiede anche stavolta sacrifici umani. Sono ritornati i liquidatori. Passata l'emergenza si parlerà poco di loro, ancor meno di quanto se ne parli ora. Diranno che sono morti in pochi. Il famoso livello di rischio accettabile. L'OMS, in combutta con l'AIEA, si guarderà bene dal pubblicare uno studio sugli effetti di Fukushima sulla salute della popolazione mondiale. Niente studio, niente rischio. Se di un problema non si parla, esso non esiste.

Un attivista antinucleare giapponese ha scritto, nei giorni scorsi: "Se siete sicuri che siano così sicuri, perché non costruire gli impianti nel centro della città, invece che a centinaia di chilometri di distanza provocando la dispersione di metà dell’energia elettrica nel passaggio sui cavi?"

E' una buona domanda ma temo che non riceverà risposta tanto presto. Una buona risposta sui rischi del nucleare la possiamo però offrire noi italiani.
Il dodici giugno si va a votare per il referendum contro la volontà della casta di ributtarsi sul nucleare, alla faccia nostra ed in nome del loro profitto.
Ai nostri politici consiglio di giocarsi il 79, l'86 e l'11. Un bel terno secco in omaggio ai più gravi incidenti nucleari degli ultimi trentadue anni. Per quanto riguarda le barre d'uranio già esistenti e quelle future che sognano, sanno già come possono utilizzarle.

5 commenti:

  1. loro parlano di incidenti per anno di funzionamento.
    Es: 500 impianti * che lavorano simultaneamente fanno 500 anni reattore all'anno. Così è facile no?

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  2. Adetrax00:16

    Three Mile Island, ... non ha avuto alcun impatto sanitario sulle popolazioni locali.

    Dire "nessun impatto" vuol dire fare un'affermazione un po' azzardata, visto che un po' di gas radioattivi li hanno rilasciati, ma basta non dirlo così come basta non menzionare le decine se non le centinaia di piccoli incidenti che avvengono ogni anno, catalogati come livello 0 o 1 (qualche volta anche 2 o 3), per essere a posto con il grande pubblico.

    Se siete sicuri che ... provocando la dispersione di metà dell’energia elettrica nel passaggio sui cavi?

    A occhio e croce la dispersione per tratti di alcune centinaia di chilometri sarà del 5%, al massimo (con linee non nuovissime), non del 50% !

    In Italia "Terna", in particolare negli ultimi anni, si è data parecchio da fare per riorganizzare e ottimizzare la rete distributiva al fine di ridurre le perdite causate da linee vecchie e inefficienti; bisogna quindi dire che è stata proprio brava perchè i suoi dirigenti e tecnici sono riusciti a far risparmiare parecchie centinaia di MWh (l'equivalente di una piccola centrale a turbogas).

    L'altro lato della medaglia è che non chiamandosi "ambo" o "quaterna", è naturale sospettare che l'ottimizzazione e il relativo potenziamento di molte tratte non siano stati fatti perchè era bello farli, per favorire il solo risparmio o la sicurezza fine a se stessa, ma "anche e soprattutto" in previsione di qualcos'altro che era previsto (le famose nuove centrali).

    A quanto detto nell'articolo aggiungo quindi solo altre due considerazioni.

    1) Che ovviamente una centrale del 1970 non è comparabile con una del 2011 dato che sarebbe come comparare la sicurezza di un'auto di 40 anni fa con quella di una di oggi (gli incidenti mortali ci sono ancora comunque).

    2) Che il problema non è costituito solo da tipo di tecnologia di base, che comporta conseguenze terribili in caso di guasti seri (forte inquinamento per l'estrazione dell'uranio, ecc.), ma anche dal contorno "umanoide" che progetta, costruisce e gestisce tutto questo.

    Tanto per fare un esempio, Olkiluoto la stanno finendo di costruire adesso e hanno identificato migliaia di "piccoli" difetti, di cui alcuni però anche progettuali e quando un finlandese ti dice preoccupato: "be aware", "be very careful" (intendendo che altrimenti "quelli" ti fregano e sono felici di farlo), forse è meglio prendere in considerazione il consiglio.

    La movitazione principale però, ovvero la prova da "canna fumante", è che se in questo "affaire" mondiale i triangoli sono particolarmente coinvolti (praticamente a livello emotivo) è forse perchè sono affascinati, quasi ipnotizzati, dalle potenzialità sia energetiche che distruttive di questi novelli "Moloch" (come citato dall'articolo) e quindi per loro non è solo una questione economica e/o tecnica ma "quasi" di principio.

    P.S.
    Come previsto, dopo lo scherzetto dell'elicottero (una caduta a motori quasi spenti per centinaia di metri con la loro riattivazione all'ultimo momento utile) la Merkel ha "riponderato" e ora ha cambiato idea sulla dismissione delle vecchie centrali nucleari.

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  3. Anonimo00:51

    Da casa mia partiranno 4 SI'!
    Roberta da Sydney

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  4. Forse dovrei cominciare a preoccuparmi ultimamente sto diventando un pò troppo monotematico ;-)

    http://rossoallosso-lammazzacaff.blogspot.com/2011/04/sempre-di-cacca-si-parla.html

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  5. Sottoscrivo.. sottoscrivo !!!!

    Hai detto cose giustissime nella loro elementare essenza.

    C'è il tentativo evidente di occultare tutto l'occultabile, perchè è meglio una pietosa bugia che una angoshante verità!

    Forse parlare solo di nucleare è troppo, ma a ridosso del referendum dovremo tutti intensificare il fuoco informativo, e naturalmente portare la maggioranza di gente possibile a votare. Fosse anche trascinarla per i piedi e farla entrare in gabina elettorale a cazzotti.

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