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venerdì 5 gennaio 2007

Apocalypto is now

Mel Gibson “l’enigmista” è tornato con “Apocalypto”, parlato in antica lingua Maya di Yucateco e interpretato da attori non professionisti.
Il ragazzaccio con il barbone vagamente marxiano, che nel primo “Mad Max” offriva al cattivone da lui imprigionato ad un camion in procinto di esplodere l’unica chance di autoamputarsi il braccio o una gamba con una sega per liberarsi (ricorda niente?), colpisce ancora al basso ventre con un film-sanguinaccio dedicato alla dissoluzione violenta della civiltà Maya. Non guardate i Conquistadores perché per questa volta non hanno colpe, se non altro perchè al tempo in cui si svolge l'azione non erano ancora arrivati in America.

Dopo "La Passione di Cristo", con la flagellazione e crocifissione più iperrealistiche della storia del cinema, tali da far impallidire le corrispondenti scene de “L’ultima tentazione” di Scorsese, non certo un regista mammoletta, un altro film del sanguinario Mel offre lo spunto per un discorso sulla censura e sul divieto ai minori.

Da molte parti, guarda caso proprio a ridosso dell’uscita del film già preannunciata da molti mesi, si invoca il divieto ai minori della emorragica pellicola, tecnica che da sempre sortisce l’effetto esattamente opposto di riempire le sale di persone morbosamente attratte ad arte dal brivido del “proibito”.

L’indispensabile Ciccio Rutelli si è distinto nell’appello alla tutela dei ragazzini da decapitazioni, torture e massacri vari ed eventuali.
Quelli stessi ragazzini che, in possesso di una qualunque tessera da videonoleggio, mentre il Moige dorme beato, adorano noleggiare lievi storielle come "Cannibal Holocaust", il filmaccio-cult anni 70 in odore di snuff che vanta innumerevoli tentativi di imitazione e la partecipazione memorabile di un grande attore come Luca Barbareschi.

E’ noto che i film horror sono amati soprattutto dai più giovani, che certi videogiochi sono quanto di più violento dopo la realtà si possa immaginare ma invece di sedersi e parlare e discutere con i propri figli su argomenti importanti come la violenza e la morte si preferisce che su tutto cali la premurosa mannaia della censura centralizzata.

Meno male che lo Stato da noi delegato alla nostra tutela si avvale della preziosa collaborazione di illustri esperti di cinema e psicologia. Tra gli “esperti di cultura cinematografica” nominati dall’ex Ministero del beni culturali del governo Berlusconi nella Commissione Censura e forse, temo, tuttora in carica, sfavillano nomi come quelli di Solvi Stubing, Clarissa Burt, Francesco Pionati e Debora Bergamini.
Possiamo dormire sonni tranquilli.

11 commenti:

  1. Ma la nostra paperella di riferimento, di tutto quel sangue, non ha paura? :-D
    Attendiamo una fantastica recensione...
    cotta al punto giusto perché a noi la vista del sangue ci fa impressione. :-D

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  2. @ tackutoha
    no, non ho paura del sangue. ;-) Penso che lo andrò a vedere perchè Gisbon tutto sommato è un regista interessante.
    "La Passione di Cristo" mi è piaciuta molto nonostante la presenza di scene quasi insostenibili.

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  3. Però vuoi mettere... almeno avremo un'ottima birra!
    Non è il genere di film che amiamo e non lo andremo a vedere, però stamane c'era un parallelo tra quanti hanno rotto le p...le per un'innocua fiction di Banfi sull'amore gay che non dovevasi far vedere ai giovani e poi...

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  4. Anonimo19:43

    @lameduck
    "La Passione di Cristo" è un film mediocre, girato con una buona tecnica e ben recitato, ma privo di spessore artistico e intellettuale. Io ebbi la pessima idea di andarlo a vedere con la bocca ancora buona de "La passione secondo Matteo". Mi infastidì enormemente il battage pubblicitario che gli si organizzò attorno, imbastito su pruriti sadomaso, conversioni parossistiche ed una preziosissima ignoranza della storia del Cinema, tale da evitare confronti che non fossero con Zeffirelli. Accetto che i gusti sono gusti e può piacermi anche ciò che non è bello in assoluto... Però non vedrò quest'altro mattatoio, poiché il marketing sta suonando la stessa musica di allora e poiché non mi piace che si distorca la verità. Da giovane presi già un dirizzone per le civiltà precolombiane, dopo aver conosciuto le opere di Victor Von Hagen, allora molto popolare. Da quel che so, i Maya erano tra le culture più esotiche rispetto alla nostra, tali da renderci quasi comprensibili i riti aborigeni australiani e la loro organizzazione parentale secondo sogni totemici. Come questi ultimi essi avevano una cognizione (nel pieno senso antropologico, e quindi anche "percezione") ciclica del tempo, ed inoltre la loro gestualità è impossibile da rappresentare in modo comprensibile agli ignari spettatori. Gibson avrebbe fatto un figurone firmando un fantasy qualunque, rinunciando al baccano in botteghino. Fu per me abbastanza ripugnante la malafede di Bertolucci nel rappresentare Storia e Cultura della Cina assolutamente falsi ne "L'ultimo imperatore" (sono riconoscente a Terzani e tutti i viaggiatori che hanno rafforzato la mia opinione in proposito)... Qui siamo alla ribollita Walt Disney, con l'aggiunta di tanta salsa rossa

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  5. @ candido
    anch'io ricordo Victor Von Hagen! Siamo cresciuti con il mito delle grandi civiltà indigene spezzate dalla violenza occidentale. In questo caso specifico noi europei non c'entriamo e va bene. Forse questo film - che non ho ancora visto, premetto - vuole dirci che il buon selvaggio è un'utopia come il capitalismo che ci renderebbe tutti più ricchi. Ad ogni modo non trovo lo scandalo nel mostrare una decapitazione in maniera realistica. Quando a qualcuno fa comodo fare propaganda si fanno pure le copertine dei giornali con le teste mozzate (ogni riferimento a Giulianone è puramente casuale).
    Se fossero stati islamici piuttosto che i Maya si sarebbero organizzate visioni per le scolaresche.
    La Passione di Cristo. Rimasi scioccata e sai perchè? Perchè per la prima volta mi rendevo conto cosa fosse stata veramente la crocifissione. Ah, la meravigliosa sinergia emotiva che si crea tra tanti spettatori in una sala, dove senti i cuori sobbalzare tutti insieme!
    Al di là di ogni opinione religiosa, penso che sia stata una bella frustata in faccia ai cristiani e un modo per ragionare ancora sul mistero di Cristo, che comunque la pensiamo non si può ignorare tanto facilmente.
    Capisco che il film abbia toccato nervi scoperti e rivangato vecchi rancori. Era in un certo senso necessario, come quando a volte ci vuole un bello schiaffone per capire il discorso. Non si discute del suo valore estetico. E non si può nemmeno paragonare a Pasolini, che diceva cose meravigliose ma aveva un modo terribile di raccontarle per immagini.
    Riconosco infine a Mel Gibson un certo modo rivoluzionario di trattare argomenti scomodi. Ci fa tanti soldi è vero e potrebbe essere un gran filone, ma preferisco il suo stile emorragico ai santini alla Zeffirelli, comunque.

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  6. Anonimo12:15

    "Quelli stessi ragazzini che, in possesso di una qualunque tessera da videonoleggio, mentre il Moige dorme beato, adorano noleggiare lievi storielle come "Cannibal Holocaust""

    Non disturbare il Moige,quelli sono impegnati a cercare di distruggere il wrestling....

    Coyote Giallo

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  7. Anonimo16:05

    I politici ipocriti anzichè pensare a divieti su videogame o film violenti, dovrebbero pensare a tutti i criminali che hanno fatto uscire con l'indulto, criminali che hanno FATTO e RIFARANNO violenze REALI

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  8. Anonimo16:37

    In verità la commissione censura, come tu la definisci, non ha censurato un bel nulla...per questo rutellino, tanti diessini e margheritini si sono incazzati come belve....mai come in questo caso la censura è "sinistra"....e il censurato è un destro...

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  9. Anonimo16:39

    notizia sensazionale!
    MEL GIBSON LIBERO CON L'INDULTO DOPO AVERE PICCHIATO UN POLIZIOTTO IN QUANTO GIUDEO (IL POLIZIOTTO)

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  10. o camelottino, si chiama Commissione Censura da sempre, dai tempi dei fratelli Lumiére. Mel un destro? E perchè? Ma come fai a classificare tutti così, io a volte proprio non ci riesco.
    Io dicevo solo che dei membri così in commissione non mi sembravano proprio degli esperti, o no? Pionati, ma ti rendi conto?

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  11. Anonimo11:25

    @lameduck
    se debbo spendere il mio tempo e la mia attenzione, preferisco partecipare ad un evento artistico o culturale. Di tanto in tanto anch'io mi concedo sensazioni superficiali, per così dire più a pelle... Ma il cinema di Gibson è superficiale nel modo peggiore, perché è falso nelle intenzioni: una macchina per fare spettacolo impressionando la gente. Il Teatro del Grand Guignol ha più di un secolo, fu accoppato dal Cinema (che disponeva di ben altri mezzi) e mi fa piacere che del Cinema si riappropri di tanto in tanto... Una specie di vendetta poetica, visto che a rimetterci è la dignità di questa giovane, ambiziosissima arte. Ma per carità, non facciamoci conquistare (almeno troppo arrendevolmente) dal marketing: c'è più violenza in certi videogames diffusissimi tra i bambini che in tutti gli splatter del mondo. Percepisco che la violenza assume nel nostro spazio sociale una dimensione ancor più negativa, perchè priva di qualsivoglia etica: se il fine della civiltà è di reprimere i nostri istinti ed incanalare l'aggressività nella logica manifesta dei rapporti di classe, o nei riti funzionali al nostro senso di appartenenza... allora è per certi versi inedita l'attuale dialettica, che ci rende ad un tempo consapevoli delle regole e ci pone al di sopra di esse. Penso che la parabola del film non si traduce perciò contro il mito illuministico del buon selvaggio (che sarebbe, come intuisce Sciascia di "Todo modo",la maniera del laico di rigettare ai preti l'incombenza della propria integrità morale, colpevolizzandoli di non essere perfetti: ma perché la condotta -ribatte Don Gaetano- dev'essere perfetta?) quanto piuttosto nel pessimismo di Nietsche. Altro che scene cruente di caccia! Ha idea colui che scrive queste cazzate, di cosa succede nel mattatoio di una grande città? Nooo, dovremmo essere capaci di uccidere e scannare gli animali che mangiamo, o altrimenti essere vegetariani. Inquieta questa prospettiva del film, ma non voglio nobilitarlo oltre i propri meriti, c'è troppo kolossal attorno ad un cast che si vorrebbe modesto (quasi un ammiccamento neorealista)... Quanto alla violenza compiuta sul corpo di Cristo, è ( oppure era) un problema soltanto tuo: sei tu che hai rimosso la crudeltà dalla religione, non la Chiesa che ostenta invece la documentazione di un atlante di medicina legale. Ho visto piaghe, mutilazioni, torture classificate nelle tavole popolari con un furore erotico... Ricordo in particolare una incisione rappresentante dozzine di martiri appesi, bruciati, seviziati e accanto a loro gli strumenti di tortura, elencati ed arricchiti di didascalie e rimandi come in un foglio della Encyclopédie.
    E nella misura in cui la violenza è ritualizzata in qualunque civiltà, il nostro giudizio non può discostarsi da come essa si esprime nel proprio contesto. Dobbiamo mantenere per così dire gli occhiali sulla punta del naso e guardare contemporaneamente vicino e lontano: sincronicamente e storicamente (evolutivamente, se preferisci).
    Ma ripeto che i Maya, e con loro molte popolazioni amerinde, sono per noi autentici marziani. Avrei apprezzato che Gibson facesse di questa storia un fantasy, piuttosto che puntualizzare a posteriori, come ha fatto, che l'ambiente da lui rappresentato è tutto d'invenzione.
    E sei riuscita a farmi parlare ancora di questo film... bacione, perchè ormai sei di famiglia.

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