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martedì 9 gennaio 2007

Cozza nostra

Non mangio cozze dal 1973, o giù di lì. Vi erano stati dei casi di colera a Genova, attribuiti al consumo di mitili pescati in acque inquinate. Proprio in piena crisi sanitaria fui invitata a pranzo da una compagna di scuola la cui madre, evidentemente all’oscuro dei fatti di cronaca, aveva preparato un menu quasi interamente a base di cozze: impepate, impanate e ripiene, in guazzetto. Una tragedia. Ne assaggiai una e poi svenni.

Da quel momento ho una vera e propria avversione per la nera conchiglia e il suo zozzo abitante, rinforzata anni fa in occasione di un mio ricovero per tossinfezione alimentare. Tra i compagni di sventura del reparto, come volevasi dimostrare, ve ne era uno che aveva mangiato cozze crude, ovvero una specie di kamikaze.

In realtà in questo post non volevo parlare di cozze, ma in generale dei mali della globalizzazione.
Fa parte del mio lato maniacale, ma di ogni prodotto che soppeso ed eventualmente acquisto al supermercato io controllo sempre il luogo di provenienza perché da quando il miele è argentino, il tonno keniota, i merluzzetti sudafricani e gli asparagi cinesi, il mio lato fobico si sente molto a disagio.
Una volta il massimo dell’esotico erano le prugne dalla California, ma tutto sommato stavi tranquillo, l'America è l'America e ti facevi anche un viaggio virtuale sulla mitica Route 66.
Di questi tempi il posto più vicino dal quale provengono le zucchine è il Marocco, una volta fornitore dei più esotici datteri.

Sono certa che il mio sia un orrendo pregiudizio vagamente razzista e che le condizioni igieniche nelle quali vengono preparati cotali prodotti di origine esotica siano meglio delle nostre ma tant'è, ognuno di noi ha avuto un amico che in viaggio di nozze in Messico ha avuto la cagarella... Mogli e buoi, nel senso di bistecche, dei paesi tuoi.

Per quanto riguarda i surgelati, leggere le etichette sta diventando più traumatizzante per me della lettura dei “bugiardini” dei farmaci.
Le vongole, ad esempio, che io mangio regolarmente non essendone stata traumatizzata da piccola, mi aspetterei che provenissero dall’Adriatico, ovvero da dietro l’angolo. Invece l’altro giorno ti leggo “pescate nel Mar Nero”. I gamberi? Dal Vietnam. Le odiate cozze? Thailandesi. Quegli invitanti preparati per lo spaghetto “allo scoglio”? Pescati nel Pacifico.

Cosa pensa a questo punto il mio lato fobico? Che nel Mar Nero ci sarà sicuramente della contaminazione radioattiva per qualche sottomarino russo difettoso, che in Vietnam hanno usato i defolianti come l’Agente Orange, che in Thailandia hanno avuto lo tsunami e le cozze si nutrono di ogni schifezza che finisce in mare compresi i cadaveri, e che se l’hanno veramente pescato vicino a Mururoa, il tuo “scoglio” si vedrà anche al buio.

No, scusate ma non fa per me. Rivoglio le mie vongole dall’Adriatico e la mozzarella di Aversa. Oppure mi rifugio nella polenta e capriolo. Sempre che il capriolo non venga dalla Mongolia e sia veramente capriolo e non… ma non voglio nemmeno pensarci.

16 commenti:

  1. Anonimo01:19

    Tanto per cambare faccio il serioso e ricordo una conferenza di Connett, molto credibile, in cui si esponeva un piano alternativo all'attuale regime di smaltimento dei rifiuti. Riciclabile, Riutilizzabile, Compostabile; ma il vero pilastro di un mondo migliore sarebbero, oltre la raccolta differenziata, un programma responsabile sin dai modi di produzione ed un comportamento responsabile dei consumatori. Abolire il trasporto ed incoraggiare le microeconomie locali è indispensabile. Viva le cozze tarantine, il tartufo d'Alba (presto impareranno a farlo i Cinesi), l'abbacchio romano, i farabutti nostrani!

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  2. Le cozze sono comunque molto buone.
    Rivedi la tua posizione.


    Italo Pensatoio

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  3. Anonimo11:12

    Io faccio schifo! Mangio di tutto. Però le cose nostre sono buonissime. Pecorino carmasciano, mozzarella di bufala, noci, castagne, vino aglianico di Taurasi, Greco di Tufo e Fiano di Avellino. L'olio delle colline irpine è fantastico... Il cibo è di qualità eccelsa

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  4. Anonimo12:11

    Lameduck,non fasciarti la testa prima di essertela rotta!


    Coyote Giallo

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  5. Anonimo12:29

    non per girare il dito nella piaga (anche se non centra in pieno il discorso), ma ho letto di una legge americana, da poco promulgata, dove si sopprime l'obbligo di scrivere sulle etichette se la provenienza della carne è da animale clonato...
    a me questa cosa mi ha lasciata basita, anche per il principio che introduce.
    laura

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  6. @ candido
    mi ricordo un vecchissimo numero di Beppe Grillo sulle acque minerali. Se ho a 20 km le fonti di Pejo, mettiamo, perchè nel negozio devo comperare l'acqua che viene dall'Emilia? Erano i primissimi vagiti della globalizzazione. E poi diciamolo, la pizza fatta in Germania può andar bene quando hai molta ma molta fame, ma non è LA PIZZA.
    Sto diventando troppo sciovinista? ;-)

    @ brunius
    mai! ;-)

    @ tisbe
    mi fai venire un'appetito! Il vino aglianico di Taurasi poi lo devo assaggiare.

    @ coyote
    parlì a proposito del capriolo con la polenta? ;-)

    @ laura
    si, è il principio che è sbagliato. In teoria se ho una splendida vacca chianina che mi dà delle succulente bistecche e la clono avrò altre succulente bistecche perfettamente uguali. Ma chi può dire che dobbiamo stare tranquilli? Non si potrebbe lasciar fare alla natura?

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  7. Quoto Brunius. Mi sa che devi cominciare a farti le tagliatelle a casa. Le boragini te le mando io dall'orticello di papà :-)

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  8. Anonimo11:22

    Io sono stato in messico e la cagarella viene per l'eccessivo caldo umido in contrasto con i meno 20 dell'aria condizionata.. fidati..
    ;)

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  9. Un trauma giovanile lascia brutti segni, ma i muscoli (dalle mie parti le cozze si chiamano muscoli)son così buoni che forse varrebbe la pena fare un tentativo e rimangiarli. Cozze a parte, son arrivata qui da gidibao’s Cafe,dove ero arrivata guidata da Google alla ricerca di "collezionisti di papere". Se hai una collezione di papere, e se ne vuoi condividere le immagini, forse ti può interessare il mio sito www.mondopapera.net
    Altrimenti scusa il disturbo.
    Ciao
    P.S. mi piacciono i tuoi blog

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  10. Anonimo17:16

    ...gli Stati Uniti stanno introducendo un principio in base al quale non è un diritto del consumatore sapere di cosa si ciba, poter decidere cosa comprare e mangiare, ma lo decidono loro non facendolo sapere (non a caso mi pare siano i maggiori produttori di OGM e animali clonati).
    Tutto ciò è orrendo, se lo si unisce a tutto il resto della loro politica poi non ho più termini per definirlo.
    laura

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  11. @ ed
    le famose "burraxe", qui introvabili! Vanno anche nei "pansoti", mi pare. Oh, la mia cucina ligure, che nostalgia.... :-(

    @ beppone
    e ti dirò che non c'è bisogno di andare in Messico, si prende anche qui dalle nostre parti!

    @ nonnapapera
    grazie infinite per avermi segnalato il tuo sito (e il blog). Ti ho linkato perchè è troppo carino. Con calma me le voglio guardare tutte, le tue papere. Ne ho molte uguali anch'io.

    @ laura
    la cosa più terrificante che ho sentito è quella delle sementi della Monsanto. Una volta il contadino seminava, raccoglieva e poi riseminava con sementi derivate dalle stesse piante. Ora no. Semina con le sementi Monsanto, raccoglie, usa il diserbante (!!) per eliminare le piante residue e i relativi semi e deve ricomperare le sementi per la nuova semina. Una cosa totalmente contro natura.

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  12. Anonimo23:27

    Anche io mangio le cozze con diffidenza, anche perché il principio di conservazione che vorrebbe negozianti e ristoratori "onesti" che vendono/preparano solo cozze "sane perché non conviene rischiare il proprio buon nome per risparmiare" è pura utopia.
    Ma, poi, vuoi mettere un bel piatto di linguine con vongole e lupini?

    A.I.U.T.O.

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  13. Anonimo23:27

    Cozza Italia.

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  14. @ cima
    vongole e lupini???? Uhm, interessante connubio. Le vongole le mangio. Da noi, quelle cotte con aglio e prezzemolo le chiamano "pavarazze" (poveracce). Come le faceva la mia povera zia! La cosa più buona era il guscio (che ovviamente poi ti rimaneva nel piatto.) ;-)

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  15. Anonimo12:15

    Ciao paperotta! (è un sacco che non ti leggo, scusa!)
    Non ho amato le cozze fino a quando ho fatto un bellissimo viaggio in Bretagna e Normandia: lì ho mangiato le migliori cozze possibili e adesso ne vado ghiotto... ma solo nella speranza di mangiarle in quei posti (il primo: La Pointe Du Raz in Bretagna)!

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  16. Anonimo22:00

    Oggi mi è venuto in mente che nei nostri meravigliosi dialetti-idiomi i "lupini" non siano la stessa cosa.
    Per noi sono vongole meno nobili, più a buon mercato, che rendono al meglio con la pasta, ma non con un sauté.
    Oppure sono quei frutti (frutti?)... bacche (bacche?)... o cosa diavolo altro, di forma tonda, colore giallo-beige, con una pellicola sempitrasparente attorno che si aprono in bocca, si mangia il frutto interno e si sputa (rigorosamente!) la buccia.
    Ma non si mangiano con le vongole...

    A.I.U.T.O.

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