Pagine

domenica 2 marzo 2008

A letto con il nemico. Quarant'anni di sovranità limitata.

Nella storia d'Italia dal 1945 ad oggi, vi sono argomenti chiave che hanno sempre causato la rovina politica e anche fisica degli statisti che hanno osato farli propri e sono principalmente: la tendenza a porsi nelle vicende mediorientali dalla parte palestinese, l'opporsi alle indicazioni israelo-statunitensi in termini politico-energetici, il voler porre termine alla conventio ad excludendum per i comunisti al governo e la ribellione tout-court ai diktat imperiali.
Proviamo a fare qualche esempio concreto ricordando fatti storici importanti.

La politica energetica italiana asservita al potere delle Sette Sorelle, ovvero le compagnie petrolifere americane, provò a scegliere una via alternativa ed autonoma con Enrico Mattei nei primissimi anni sessanta.
L'idea di Mattei era semplice e rivoluzionaria allo stesso tempo: andare dai paesi arabi produttori e proporre un contratto di collaborazione 75-25. Il 75% dei ricavi ai paesi produttori e il 25% per la compagnia concessionaria, non il 50-50 proposto solitamente dalle Sette Sorelle. Mattei, che sapeva fare bene i suoi affari e usava la politica, non se ne faceva usare, avrebbe aperto anche agli scambi commerciali con l'allora Unione Sovietica. Bypassare gli americani, fare affari con gli arabi da pari a pari, comperare metano dai russi. Sono ragioni sufficienti per causare un piccolo incidente con un aereo?

Negli stessi anni un politico democristiano, Aldo Moro, apriva un dialogo con le sinistre, cercando di uscire dalla logica della conventio ad excludendum imposta dalla NATO.
Nel 1964, un tentativo di golpe con a capo il generale De Lorenzo, organizzato dalle stesse forze che hanno sempre cercato di mantenere il timone della politica italiana saldamente a destra e nella logica spartitoria di Yalta, cercò di rovesciarlo una prima volta. Una nota della CIA di allora, afferma:
"Qualunque formula di centro-sinistra venga adottata, fallirà inesorabilmente. L'unica soluzione è il rovesciamento dell'attuale coalizione di governo... Questa crisi è stata provocata dalla riluttanza della DC di agire contro la sinistra... Le forze di centro devono capovolgere l'attuale trend e ritornare a un governo di centro liberal-democratico".
Il golpe rientrò ma l'ostilità verso Moro da parte degli ambienti atlantici per il suo filo-arabismo, esercitato per molte volte come ministro degli Esteri, continuò anche a causa di presunti accordi segreti con l'ala militare dell'OLP, stipulati per risparmiare all'Italia atti di terrorismo.

Negli anni precedenti il 1978, la sua volontà di coinvolgere il Partito Comunista nelle responsabilità di governo si scontrò ripetutamente non solo con gli alleati americani, ma perfino con quelli europei.
Documenti recentemente desecretati parlano di un presunto progetto di golpe in Italia nel 1976 organizzato dai servizi britannici che si dicevano preoccupati per un eventuale partecipazione dei comunisti al governo. Al G7 di Portorico l'Italia si presentò senza un governo:
"Ci sono Moro e Rumor, ma solo per salvare le forme. Gerald Ford, Callaghan, Schmidt e Giscard d'Estaing si incontrano alle 12,45 di domenica 27 giugno al Dorado Beach Hotel per un pranzo di lavoro e qui si verifica un pietoso incidente. Lo descrive brutalmente Campbell, futuro ambasciatore britannico a Roma: "Quando arrivano per il lunch, ai due sfortunati ministri italiani viene impedito di entrare". È il massimo dell'umiliazione.

Appena chiuse le porte, si affronta il "problema Italia". Il verbale di quell'incontro viene redatto dal funzionario Fergusson. Pur riconoscendo che gli italiani devono decidere da soli, i quattro capi di Stato sono d'accordo che occorre fare tutto il possibile perché i comunisti restino fuori dal potere. Giscard propone di elaborare, in una prossima riunione da tenersi a Parigi, una bozza di programma di governo che gli italiani dovranno accettare in cambio di un sostanzioso aiuto finanziario". (da Repubblica, 1-2-3)
Lo scandalo Lockheed, scoppiato quello stesso anno, fu dominato dalla campagna contro "Antelope Cobbler", il fantomatico politico corrotto dietro al quale non si faceva fatica a riconoscere Aldo Moro, nonostante non venisse mai esplicitamente nominato. La campagna, fondata su false accuse, fu orchestrata dai nemici storici di Moro, il più accanito dei quali era Henry Kissinger.
Le prime allusioni a Moro come "l'Antelope Cobbler" nascono da un memorandum dell'assistente del Dipartimento di Stato americano Loewenstein, un uomo di Kissinger. La notizia fu divulgata alla stampa dall'ambasciatore Luca Dainelli, che l'aveva saputa dall'avvocato dell'ex ambasciatore a Roma John Volpe. Dainelli era stato consulente di Antonio Lefebvre d'Ovidio, il mediatore d'affari della vicenda Lockheed.

Lo scandalo Lockheed viene usato dal 1976, anno in cui la commissione Frank Church del senato USA cominciò le sue indagini sulle attività delle multinazionali, per orchestrare 'Watergates' contro le frazioni pro-sviluppo di tutto il mondo". E ancora: "Tra i principali accusatori... fu Luca Dainelli, membro dell'International Institute for Strategic Studies, ex ambasciatore italiano negli USA. Dainelli... è monarchico, tanto monarchico da non voler mettere piede nel Quirinale, che ritiene «usurpato» dalla Repubblica."

Era chiaro che, indicandolo come il destinatario delle bustarelle, si voleva assassinare politicamente Moro e far naufragare il suo progetto, ma il disegno non riuscì. La corte Costituzionale archiviò la posizione di Moro il 3 marzo 1978, e cioè tredici giorni prima dell'agguato di Via Fani. (fonte: Movisol)
Si è sempre parlato di minacce da parte dell'entourage di Kissinger a Moro negli anni precedenti il suo sequestro. Si è parlato di un incontro a New York con il segretario di Stato dal quale Moro uscì terribilmente turbato, tanto da sentirsi male poco dopo nella Cattedrale di St. Patrick, fatto testimoniato dalla signora Eleonora Moro in commissione d'inchiesta. La cosa è confermata da Giovanni Galloni, collaboratore di Moro, che l'anno scorso ha dichiarato in un'intervista:
«Nel 1974, il presidente Ford e Kissinger (allora ministro degli esteri e capo della Cia) convocarono a Washington il nostro presidente della Repubblica, che era Giovanni Leone e il ministro degli Esteri, Moro. Gli americani erano preoccupati per le frasi di Aldo Moro, quando, dopo il referendum sul divorzio, iniziò a parlare dell’attenzione che si doveva rivolgere al partito comunista. Ad un certo momento della riunione Kissinger chiamò Moro e gli disse chiaramente che se continuava su quella linea ne avrebbe avuto delle conseguenze gravissime sul piano personale».
Sempre Galloni ha rivelato come il presidente della DC gli avesse confidato, nelle settimane precedenti al sequestro, la notizia secondo la quale le BR sarebbero state infiltrate dai servizi americani ed israeliani. Moro aveva avuto l'informazione, definita certa, per vie traverse ma si lamentava ed era seriamente preoccupato del fatto che nessuno lo avesse avvertito per via ufficiale, essendo gli Stati Uniti ed Israele paesi alleati dell'Italia.



Il suo rapimento avvenne il 16 marzo del 1978, lo stesso giorno in cui il governo presieduto da Andreotti che avrebbe visto il sostegno diretto del PCI si presentava alle Camere. Coincidenze troppo clamorose per ingannare coloro che conoscevano bene gli ambienti del Potere.
"Il cervello direttivo che ha organizzato la cattura di Moro non ha niente a che vedere con le Brigate Rosse tradizionali. Il commando di Via Fani esprime in forma desueta ma efficace la nuova strategia politica italiana. Curcio e compagni non hanno nulla a che vedere con il grande fatto tecnicistico politico del sequestro Moro.
Le Br non rappresentano il motore principale del missile, esse agiscono come motorino per la correzione di rotta dell'astronave Italia".
Queste parole furono scritte sulla sua rivista "OP" da Mino Pecorelli, giornalista della P2 invischiato con i servizi segreti, ammazzato nel 1979, secondo la tesi più probabile, per aver minacciato di fare clamorose rivelazioni sul memoriale di Moro.
Sul caso Moro ritornerò estesamente nei prossimi giorni, ricorrendo il 30° anniversario di quella tragedia.

Passando agli anni '80, l'incidente di Sigonella del 1985, seguìto alla presa in ostaggio della nave "Achille Lauro" da parte di un commando palestinese, durante il quale vi fu l'assassinio dell'ostaggio ebreo-americano Leon Klinghoffer, fu probabilmente fatale a Bettino Craxi. Craxi si oppose al diktat americano, disobbedendo a Ronald Reagan in persona, negando l'estradizione di Abu Abbas nella base americana di Sigonella e minacciando addirittura uno scontro militare con gli americani.
Una curiosità, nella famosa telefonata tra Craxi e Reagan fece da mediatore Michael Ledeen, un personaggio (ora accreditato presso i Neocon ed il PNAC) che gironzolava anche durante il sequestro Moro per le stanze dei comitati di crisi zeppi di iscritti alla P2, assieme all'altro grande consigliori Steve Pieczenik, lo psichiatra incaricato dagli americani di condurre la PSYOP che doveva dichiarare Moro impazzito e in preda alla sindrome di Stoccolma, quindi inattendibile.

Tornando a Craxi, secondo tesi recenti, non si esclude che molte delle sue disgrazie del periodo di Mani Pulite siano cominciate proprio a causa di quella ribellione, oltre al fatto che anche lui, casualmente, in quanto a filoarabismo e come amico personale di Yasser Arafat, non scherzava. A margine si può anche ricordare come Craxi fosse l'unico politico disposto a trattare con le Brigate Rosse per la liberazione di Moro, rompendo il muro della fermezza dell'intero arco costituzionale di allora.

Tutto questo per tenere a mente che quando si parla di essere amici degli Stati Uniti e di Israele, viste queste strane ed inquietanti coincidenze passate, bisognerebbe ricordare agli alleati che l'alleanza prevede una situazione alla pari e non rapporti di sudditanza caratterizzata dalla necessità della sovranità limitata del suddito. Una riflessione da girare a qualunque governo abbia la (s)ventura di capitarci per le prossime elezioni.

Sarà un caso ma, dopo il pugno sul tavolo di Craxi, non si è più visto un politico italiano che abbia osato distinguersi nelle scelte di politica internazionale dai voleri imperiali.
Siamo andati allegramente a bombardare la Serbia, abbiamo preso il fuciletto a tappo e siamo partiti per la guerra al terrorismo in Afghanistan e in Iraq sperando di raccattare le briciole da sotto il tavolo. Non abbiamo detto no ad alcuna iniziativa militare di Israele, abbiamo ingoiato qualunque balla anzi, qualcuna l'abbiamo pure fabbricata noi, vedi Dossier Niger dove, non ci crederete, ma c'entra ancora una volta Ledeen. Ci siamo abbassati i pantaloni in qualunque circostanza perchè ci vantiamo di essere veri amici della vera democrazia, compresa quella tipo esportazione.
In attesa di riappropriarci di un minimo di sovranità nazionale.


OKNotizie
Vota questo post su OKNotizie!

23 commenti:

  1. Anonimo21:48

    L' Italia si cala i pantalon,
    è triste,però:
    -L' Italia non ha più otto milioni di baionette.
    -Gerri,Ronni e Giorg... SI.
    -Il Grande Timoniere,pensò:"Il potere politico è sulla canna del fucile" e iniziò la Lunga Marcia.
    -Uolter ndo va?
    -Il Cavaliere è già arrivato.

    RispondiElimina
  2. Anonimo10:20

    insomma, questo Craxi è un volgare ladro e grassatore, oppure l'unico vero statista e patriota che l'italia abbia avuto.
    Craxi è morto in esilio perchè aveva il coraggio di andare sia contro gli americani sia contro i comunisti per il bene dell'italia oppure perchè, con il suo PSI intercettava circa il 12% di tutte le tangenti che si pagavano in italia (fonte certa)?. ed il restante 88%??

    RispondiElimina
  3. Anonimo11:04

    Mi risulta che Moro fu assassinato dalle BR, e che venne scelto fra una rosa di personaggi, fra i quali Andreotti, solo pochi giorni prima di effettuare il sequestro. Che le Br agissero per conto degli americani è perlomeno azzardato, se non ridicolo. Basarsi quindi su queste argomentazioni rende fantasiosa la ricostruzione. Quanto a Craxi e a Sigonella, non mi pare si possa qualificare come coraggiosa l'azione di un primo ministro che favorisce la fuga di un terrorista che ha sequestrato una nostra nave ed ha ucciso un passeggero ridotto sulla carozzella gettandolo in mare, solo perchè ebreo. I metodi nazisti, usati dai palestinesi, non dovrebbero essere più tollerati in un mondo che si dice liberato dai nazifascisti. Questo comportamento un pò vile ha però fruttato all'onorevole Craxi la riconoscenza illimitata del mondo arabo, come si è visto, grazie all'ospitalità che ha ricevuto in seguito alle note vicende. A meno che anche Di Pietro e i comunisti non fossero manovrati dagli americani.....bè allora entriamo in fantasyland, per il divertimento dei nostri bambini.

    RispondiElimina
  4. @CrazyHorse, che le br fossero infiltrate è un dato di fatto, che fossero infiltrate da Cia & friends è un forte dubbio che attanaglia parte dell'italia che ragiona...

    RispondiElimina
  5. @Crazy Horse. Ti consiglierei un po’ più di cautela quando parli del rapimento e dell’assassinio di Moro. La versione ufficiale, alla quale sembri così attaccato, fa acqua da tutte le parti. A proposito di BR, basterebbe prendere in considerazione la biografia di Moretti, i suoi trascorsi prima, durante e dopo le BR, per capire che le cose sono molto meno semplici di come piacerebbe a te. Le minacce a Moro da parte di Kissinger, la P2, il ruolo di Pieczenick, i servizi segreti ultradeviati... tutto questo non è ridicolo, fa piangere. È invece molto triste che ci sia oggi ancora qualcuno capace di dire che non c’è un ruolo degli Stati Uniti in quel caso. Mi sembra che qui nessuno abbia detto che “gli americani” hanno assoldato direttamente le BR, ma che queste possono essere state manovrate per servire anche gli interessi americani.
    Io non stimo Craxi per niente, ma riconosco che nel caso citato da Lameduck si è comportato da uomo di Stato anziché da suddito, e di questo gli si può rendere merito. Ed è pur vero che quello è rimasto forse l’ultimo gesto di autonomia che l’Italia abbia potuto compiere.

    RispondiElimina
  6. buona la ricostruzione, è credibile (anche se non è detto che sia la verità), ma purtroppo faremo fatica a saperlo, in italia accadono troppe cose strane. Sul Corriere (o Repubblica) qualche giorno fa comunque è stato pubblicato che furono i social democratici tedeschi ad opporsi ad un golpe in Italia e queste sono notizie ufficiali (e non fantasyland), presenti negli archivi tedeschi... ricordo che da portella della ginestra a piazza fontana il coinvolgimento di agenti americani è un fatto. quale fosse il ruolo no. faccio più fatica ad immaginare Craxi come una vittima, anche se su sigonella aveva probablmente ragione. non so quali le sue reali motivazioni ma l'abbandono della nave da parte dei terroristi fu ottenuto da Abbas incaricato di negoziare da OLP e Governo italiano. Klinghoffer fu la prima vittima di una serie che fu fermata proprio dalla mediazione. a prescindere dalle valutazioni su Abbas, egli fu incaricato dal mediazione ed ottenne un risultato. consegnarlo agli americani sarebbe stato un tradimento degli impegni. poi c'è da dire che gli americani non "chiesero" ma si presentarono con le armi per prenderselo... un po' di dignità nazionale non guasterebbe, continuo a preferire un pessimo governo scelto da noi che scelto da altri (magari con un golpe)

    RispondiElimina
  7. Spesso si tende a confondere la democrazia con la "democrazia americana", un po' come con la "pax romana"...

    RispondiElimina
  8. Anonimo13:46

    Continuo a non vedere le BR come funzionali agli USA, ma fanaticamente dedite al loro progetto iniziale di avanguardie nella lotta per fare dell'Italia un paese comunista. Abbas è stato condannato per terrorismo da un tribunale italiano, peccato che era già stato fatto fuggire da Craxi in Jugoslavia. Le tanto invocate sentenze definitive dei nostri tribunali, sono state vanificate da un'operazione salva-assassini del nostro premier. Tutte le altre considerazioni sono solo ipotesi. Quanto a Moro, era noto che riteneva (sbagliando di grosso) che il PCI alla fine avrebbe vinto, di conseguenza era meglio per la DC fare una battaglia di retroguardia, e limitare i danni associandolo al governo. Non si era reso conto che il comunismo stava andando incontro al diluvio dell'89, cosa di cui Craxi invece si era accorto. Moro che era fortemente anticomunista, fu vittima delle BR che forse avevano capito bene, e meglio di tanti altri, a cosa tendesse la sua politica, e credo che si siano convinte che tali tendenze sarebbero state fra le più dannose per loro. Quanto alla sudditanza dell'Italia nei riguardi degli USA o dell'europa forte, sembra ovvio che chi ci ha portato alla guerra contro le potenze occidentali e l'ha miseramente persa, porti la massima responsabilità di ciò. Comunque la politica della forza ha sempre albergato nelle comunità umane, e chi aspira ad un maggiore equilibrio lo fa con nobiltà di intenti, ma dolorosamente cozza con la realtà delle cose, che è molto più prosaica.

    RispondiElimina
  9. premetto che credo la verità non sia sempre cosi semplice e lineare, per cui un po' di verità c'è da tutte le parti ed in tutte le "versioni".

    anche io credo che le BR non furono certo funzionali agli americani, ma il dubbio che qualche loro atto fosse sapientemente influenzato si.

    basta scorrere la storia di singoli brigatisti per capirlo.
    Abbas fu incriminato e condannato questo è vero, ma successivamente, quindi in quel momento l'unica cosa era che gli americani ne chiedevano l'arresto, anzi di portarselo via. come Abu Ommar.

    non credo che sia corretto pensare che le leggi italiane valgano a meno che gli americani dicano il contrario...

    moro non era certo un "comunista" e se è vero che non aveva capito dove andava finire il mondo perchè rapire lui?? .... Se le BR avevano capito che l'evoluzione l'avrebbe travolto come mai rapire uno che tra un po' non avrebbe contato più nulla? altri personaggi, tutt'ora in sella, da Andreotti a Cossiga apparivano allora (e tutt'ora) molto più abili a gestire il potere in senso filo americano...

    a meno che non vogliamo credere alla balla che fu scelto perchè obiettivo più facile... con 5 uomini di scorta..

    RispondiElimina
  10. Anonimo16:00

    x gli increduli
    se conoscete i fatti del delitto Moro non potete non sapere che il sequestro e l'assassinio furono gestiti ad altissimo livello con le BR che facevano solo da esecutori materiali (e poi fino ad un certo punto, perchè a Via Fani pare ci fosse anche un killer della 'Ndrangheta).
    Francamente sembra che non abbiate affatto letto l'articolo che si basa su fatti accertati dai diversi processi e commissioni d'inchiesta. Avete sentito cosa ha detto Galloni?
    Mi sembra che vogliate scagionare a tutti i costi i vostri amati americani, più che scoprire la verità. Ah, aggiungo che sicuramente il KGB sapeva e ha lasciato fare perchè anche all'URSS un partito comunista al governo per via elettorale non sarebbe andato giù. C'erano gli equilibri di Yalta da mantenere.

    RispondiElimina
  11. Però vorrei sapere perché i Br, che ormai non hanno più nulla da perdere, non rivelano tutta la verità.

    RispondiElimina
  12. gli americani non erano estranei al sequestro moro ma non credo neppure alle BR solo esecutori.

    credibile che le BR, gestite dalla CIA, riuscirono ad avere tante adesioni anche nelle fabbriche e nelle università italiane?

    c'era invece una situazione di conflitto e le BR rappresentarono una parte di quel malessere con i loro metodi. ma in un certo momento storico godevano di un certo consenso. troppo per una operazione costruita a tavolino

    più realistico che ci fossero degli infiltrati, come testimoniano alcuni episodi oscuri, come l'arresto di Franceschini e Curcio cui sfuggi Moretti che non aveva avvertito i suoi compagni. Arresto tra l'altro che gli consenti di prendere la direzione delle BR al posto di Curcio di cui non condivideva la linea.

    RispondiElimina
  13. l'idea di Mattei, si è misteriosamente schiantata con il suo aereo. Abbiamo perso tutti gli industriali migliori che avevamo (cito uno per tutti Olivetti), e ci siamo ritrovati i Romiti e i Berlusconi...

    RispondiElimina
  14. @ pantalon
    sembra una poesia futurista ;-)

    @ lu
    Triste dirlo ma, in confronto a Berlusconi, Craxi diventa un grande statista.

    @ crazy horse
    Su Moro. La ricostruzione potrà sembrare fantasiosa ma è tratta da fatti concreti e testimonianze processuali. I movimenti terroristici si possono infiltrare per poterli eterodirigere, si è sempre fatto. Ci sono interi manuali della CIA che danno le indicazioni sul come fare. E sono cose note e stranote anche a tutti gli altri servizi segreti.
    E poi, mai sentito parlare di Stay Behind e Gladio?

    @ gabriele
    esattamente.

    @ karlitosb
    in effetti Craxi si oppose ad un padrone che arriva e pretende di comportarsi come a casa propria. Pensiamo all'episodio Abu Omar dell'era berlusconi. La CIA arriva e preleva l'iman sequestrandolo, con le nostre autorità che dicono: ma prego, servitevi pure.

    @ crazy horse
    hai un'idea romantica del terrorismo rosso. All'inizio forse con Curcio ci poteva essere quest'idea di fare la rivoluzione ma non è un caso che è quando arriva Moretti che cominciano gli assassinii e le azioni più sanguinose.

    @ morticia
    esatto, anche il KGB dette una spintarella, magari suggerendo quella linea della fermezza che fu fatale a Moro. Una cosa è certa, il povero Moro era spacciato fin dall'inizio.

    @ alberto
    perchè non rivelano tutto? Perchè tengono famiglia.

    @ karlitos
    in ogni organizzazione terroristica c'è una componente d'immagine che serve per la propaganda e la realtà che può comportare giochi complessi ed alleanze sorprendenti. Guarda Al Qaeda, con il jihad, la liberazione dell'Islam e il barbone di Osama. In realtà leggi che Mohammed Atta ha ricevuto soldi dal capo del servizio pakistano che poi è andato a cena con i colleghi della CIA il giorno prima l'11 settembre.

    @ nicola andrucci
    allora meglio i Gormiti... ;-)

    RispondiElimina
  15. Anonimo12:21

    Il rapimento Moro è il VERO Mistero della storia italiana recente. Dico "vero mistero" perchè se si parla di Piazza Fontana, di Bologna, di Ustica... più o meno si sono capite le carte in gioco, le variabili, non si conoscono i particolari ma il quadro complessivo sì. La "strategia della tensione" (salvo che per pochi revisionisti, e che per gli ignoranti) è Storia, ormai, non cospirazionismo (per quanto riguarda Ustica, ormai, ci sono pochi dubbi sul coinvolgimento accidentale del DC-9 in un duello aereo, con successivo depistaggio da Guinnes dei Primati).
    Sul rapimento Moro invece ci si accapiglia ancora; ricordo infiniti topic sul forum di Indymedia (credo che se li ricordi anche Cloroalclero, che ogni tanto vedo su questi lidi). Un vero mistero perchè da una parte ci sono le confessioni degli autori materiali, un gruppo terrorista sulla cui autonomia d'azione (almeno prima di metà anni '80, quando ebbero contatti con i s.s. cecoslovacchi) ci sono pochi dubbi. Dall'altra ci sono tanti piccoli particolari inquietanti, dalla seduta spiritica alla falsa rivendicazione commissionata alla banda della Magliana, al covo in un palazzo di proprietà dei s.s, dal killer non identificato (forse della 'ndrangheta, come si diceva) che ha sparato la maggior parte dei colpi andati a segno durante l'agguato al ruolo del terrorismo internazionale...

    Io penso che se ci fu un'operazione dei servizi segreti (italiani o americani) nel corso del rapimento Moro, fu svolta molto ma molto bene (quanto per Ustica: in quel caso, non fosse precipitato a Lampedusa il Mig libico, il depistaggio avrebbe avuto pieno successo).
    E' possibile che le BR abbiano deciso indipendentemente di rapire Moro, ma che pressioni esterne ne abbiano determinato l'esecuzione, nonostante i terroristi avessero ottenuto da lui confessioni importantissime (Gladio ecc.) che potevano mettere in serio pericolo le istituzioni italiane.

    Nel "dopo-rapimento" invece si torna ai "misteri" con la "m" minuscola, visto che tutti sanno cos'è successo: il memoriale è stato fatto sparire senza troppi complimenti.

    Cachorro Quente

    RispondiElimina
  16. Anonimo12:31

    P.S. effettivamente, la biografia di Moretti (rimando a http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Moretti) e la storia del suo avvicinamento alle B.R. qualche dubbio lo lasciano. Alla domanda "Perchè non ha parlato" rispondo con due considerazioni:
    - è possibile che sia stato minacciato: in carcere a Cuneo fu oggetto di un'aggressione (un avvertimento?)
    - nonostante non abbia collaborato con la giustizia ha ottenuto la libertà vigilata nel 1994 (nonostante la condanna a 6 ergastoli). Ci sono brigatisti della prima ora che non hanno sparato un colpo e si stanno facendo decenni di carcere duro.

    Cachorro Quente

    RispondiElimina
  17. questo vale per tutti i brigatisti.

    se non hanno collaborato con i servizi non parlano, o perchè non sanno, o perchè, pur sapendo, hanno ben presente che parlando rischiano la vita.

    se hanno collaborato... perchè sputtanarsi e rischiare di esser fatti fuori?

    il vero problema è che tra cose vere e verosimili, tra rivelazioni e depistaggi, non sapremo mai come andarono veramente le cose... anche se con un po' di buon senso non è difficile immaginarlo

    RispondiElimina
  18. Nella storia d'Italia dalla seconda guerra mondiale ad oggi ci sono molti fatti oscuri.
    Trame volte a piegare le sorti del Paese.
    Molte nostrane, molte straniere.

    RispondiElimina
  19. @ cachorro quente
    già, un presidente della DC che fa clamorose rivelazioni ai brigatisti (magari per vendicarsi di coloro che lo vogliono morto) e questi sedicenti rivoluzionari non ne mettono a parte il popolo. Strano, vero?

    Nei gruppi terroristici contano i capi. Se i capi dicono "rapiamo quello piuttosto che l'altro" la manovalanza obbedisce. Se si riesce a piazzare uno dei nostri ai vertici di un'organizzazione terroristica le si fa fare ciò che si vuole.

    @ karlitosb
    lo stesso di potrebbe dire di Cossiga. Perchè non racconta come andarono le cose?

    @ bruno
    complimenti per la vignetta su Montezemolo ;-)

    RispondiElimina
  20. perchè Kossiga non parla???

    hai mai visto un manovratore che racconta i suoi trucchi mentre è ancora in attività?

    talvolta succede se il manovratore è in punto di morte e spera che così il padreterno si commuova, ma nella maggior parte dei casi no.

    e questo credo sarà uno di questi.

    RispondiElimina
  21. @ karlitosb
    per me non parla neanche davanti al prete con l'olio santo.

    RispondiElimina
  22. Penso che sia tutto abbastanza vero e corretto. Penso, però, che si debba aggiungere una cosa: l'Italia è uno stato che non conta praticamente nulla a livello mondiale, quindi, non potrà mai raggiungere una vera autonomia decisionale. Per altro, si adatta benissimo agli italiani un paragone che fu coniato per gli irlandesi: siamo un branco di cani bastardi che si azzuffa in continuazione; solo se si vede passare un magnifico e nobile cervo sappiamo unirci per ucciderlo. Poi torniamo a latrare ai passanti.

    RispondiElimina
  23. ventopiumoso20:13

    lame, concordo con questa stesura. e mi viene in mente una storia per certi versi parallela, quella di olof palme.

    RispondiElimina

SI PREGA DI NON LASCIARE COMMENTI ANONIMI MA DI FIRMARSI (anche con un nome di fantasia).