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domenica 16 marzo 2008

Trent'anni di cancrena italiana e sentirli tutti

Questa notte ho visto su Sky, canale RaiSatExtra, il fantasma di Aldo Moro. L'ho sentito parlare da un altro mondo, dal mondo di una politica che non c'è più e che ci scappa a volte di rimpiangere.
Non credo di aver mai avuto prima d'ora l'occasione di ascoltare per intero i suoi discorsi. Parlava un politichese bizantino, dicevano. A me è parso più chiaro di tanti politici di oggi. In confronto a Casini e Mastella sembrava di sentire parlare Dio dal cespuglio in fiamme.

Ho sentito un uomo parlare di cosa aveva fatto un governo appena caduto, con calma, senza insultare gli avversari, senza fare gestacci, strappare fogli, vomitare banalità propagandistiche e volgarità. Ho sentito parlare, al di là dell'essere pro o contro la sua weltanschauung politica, un vero statista.
Con una signorilità (non riesco a trovare un altro termine più adatto) ed educazione che sembra impossibile trovare oggi nella classe dirigente politica. Come se fossimo passati da un normale colloquiare tra persone civili alle intemperanze di un gruppo di indemoniati che ruttano, vomitano e scorreggiano senza ritegno e che purtroppo ci governano.

Oggi ricorrono trent'anni dall'agguato paramilitare a Via Fani a Roma, al quale parteciparono anche le Brigate Rosse, che massacrò i cinque uomini della scorta: Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino e permise il sequestro di Aldo Moro. Nel link, questi uomini ormai dimenticati dalle istituzioni se non nelle ipocrite rievocazioni di rito, vengono ricordati in un bell'articolo dal Tafanus.

Del caso Moro ho già scritto nei giorni scorsi: qui e qui. Questo sito ne offre un ottimo riassunto e Gabriele ha raccolto la storia dei difficili, per usare un eufemismo, rapporti tra Aldo Moro e le gerarchie atlantiche. L'archivio Flamigni è uno dei più ricchi di materiali di studio sul caso ed i suoi misteri per chi volesse altre informazioni.

Il contributo del cinema alla ricostruzione del fatto storico è stato multiforme.
Giuseppe Ferrara, nel 1986, ha realizzato "Il caso Moro", con un grandissimo Gianmaria Volontè (Moro) e un ottimo Mattia Sbragia nella parte di Moretti, tratto dal libro del giornalista americano Robert Katz "I giorni dell'Ira". Una ricostruzione ancora oggi tra le più fedeli e plausibili degli avvenimenti di quei giorni. E' anche un bel film da rivedere, con l'ambientazione e il ritmo dei poliziotteschi anni settanta.

Il più recente "Piazza delle cinque lune" di Renzo Martinelli offre spunti interessanti ma, scopiazzando palesemente "JFK" di Oliver Stone e mettendo l'X di Donald Sutherland dall'altra parte della barricata, non riesce a volte ad evitare un senso di involontario ridicolo.

La stampa mainstream online oggi dedica all'anniversario dell'eccidio di Via Fani o il quasi nulla delle gazzette del centrodestra Libero, Giornale e Foglio, quest'ultimo impegnato a contare fino ad un miliardo gli embrioni, o qualche paginetta sottovuoto spinto degli altri giornali, oppure grandi speciali che non aggiungono una virgola al già noto e stranoto come, in versione cartacea, il librone di Repubblica, tutto illustrato e patinato come Playboy.
Più interessante il libro allegato in edicola all'Unità, "Il golpe di Via Fani" di Giuseppe De Lutiis, che ricostruisce lo scenario internazionale del delitto attribuendo un ruolo non secondario agli interessi di Stati Uniti, Unione Sovietica ed Israele nella fine tragica di Moro, filoarabo e troppo incline al dialogo e alla mediazione tra le parti.

Il Corrierone online, affida ad un giornalista il compito di fugare i dubbi di coloro che mandano email maliziose e di spargere anestetico all'amobarbital con la pompa per il ramato:
"Perchè la Cia si è infiltrata nelle BR e ha ucciso Moro? Per via del "compromesso storico"? Andrea Bari
R. Io non so (e sinceramente non credo) che la Cia si sia infiltrata nelle Br, quindi…

"L'attenzione di Moro nei confronti del Pci creava problemi sia a destra che a sinistra, rompeva gli schemi nell'Alleanza Atlantica e nel Patto di Varsavia. La fine di Aldo Moro fu quindi inevitabile: "Una morte annunciata", come scrisse più tardi il fratello Carlo Alfredo Moro?" Francesco Fondelli - Firenze

R. Certamente la politica di Moro veniva seguita a livello internazionale, e certamente anche le superpotenze dell’epoca, Usa e Urss, erano interessate agli sviluppi della politica italiana così come Moro – insieme ad altri – la stava conducendo.. Ma di qui a immaginare un ruolo delle forze straniere nella decisione delle Br di uccidere l’ostaggio ce ne corre. Non foss’altro perché con le ipotesi senza prove (e in questo caso le prove mancano) non si può fare la storia. E’ comunque più verosimile – semmai – un condizionamento esterno degli eventi che possa aver indotto i brigatisti a uccidere Moro che non un intervento diretto sulle loro scelte.
Dietrologie, solo dietrologie... Ora girati dall'altra parte, fai una scorreggetta e dormi.

P.S. Il titolo allude a "Io se fossi Dio" di Giorgio Gaber, lungo rant contro la politica, censurato e ritirato dal mercato allora, 1978, per le frasi dedicate a Moro, definito "il responsabile maggiore di vent'anni di cancrena italiana".
Peccato che Gaber, nel dipingere un affresco iperrealistico delle brutture politiche di allora, dove c'erano tutti: giornalisti, radicali, socialisti, democristiani, sia caduto nel tranello di sposare le tesi brigatiste che, col rapire Moro, credevano di attaccare il cuore dello Stato e invece fecero solo un favore ai nemici dello statista democristiano.



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15 commenti:

  1. Anonimo20:05

    E pensare che Sciascia nel suo "L'affaire Moro" definì Aldo Moro un "politicante", e analizzò la sua transustanzione improvvisa da presidente della DC a statista. Perfortuna (per Sciascia, dico) è morto nel 1989, altrimenti chissà cosa direbbe oggi di questi poveracci con le pezze al culo che ci stanno mettendo sul lastrico.

    Per il resto, ho dedicato due immagini al caso Moro: e .

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  2. Anonimo20:07

    Ops: e .

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  3. @ lpr
    belle ed inquietanti.

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  4. Anonimo10:04

    la storia viene sempre scritta dai vincitori, che non sempre coincidono con quelli militari, ma più spesso con quelli che padroneggiano la cultura, i giornali, la scuola.
    chi come me c'era prima, ha partecipato durante ed ha partecipato dopo sa benissimo che gran parte delle dietrologie sono bei romanzi e nient'altro.
    le uniche cose certe, da documenti, prove e foto sono:
    le BR sono nate nell'ambiente ultra comunista di reggio emilia dal connubio fra vecchi partigiani irriducibili e giovani "rivoluzionari" in gran parte con formazione cattolica post concilio vaticano 2°.
    le BR sono state aiutate da elementi della RAF,dei servizi segreti cecoslovacchi e tedeschi est, che hanno inviato molti di loro in campi di addestramento in palestina.
    le BR erano infiltratissime nello stato perchè molti di loro erano figli di politici, grandi dirigenti statali, sindacalisti.
    le BR navigavano in un mare composto da decine di migliaia di possibili fiancheggiatori, che venivano dai famosi gruppi "extraparlamentari" come potere operaio e lotta continua ecc.
    questo non toglie che servizi segreti di paesi interessati allo scacchiere mediterraneo ed in particolare all'italia non abbiano cercato e siano riusciti ad infiltrare o ad entrare in contatto con le BR.
    però a questo punto non possiamo escludere quelli dei paesi arabi (libia in testa), della francia, e dell'inghilterra.
    la partita non si giocava solamente fra USA-URSS-israele.
    tutto questo mi fa pensare che chiunque tutti i giorni può ipotizzare una pista nuova e trovare elementi per suffragarla.
    tanto vale attenersi ai fatti certi: le BR da sole hanno rapito moro, andreotti e berlinguer non trattavano per paura che la liberazione di moro facesse venire a galla cose che distruggevano il loro avvicinamento, craxi voleva trattare proprio per scardinare questo e porsi come il solo che poteva gestire il futuro.
    com'è finita lo sapete.
    craxi riuscì lo stesso a sfuggire all'accerchiamento per un pò, grazie alla vicenda degli euro missili in cui riuscì a far staccare la DC dal PCI, non potendo la DC uscire dal campo americano ed il PCI da quello dell'unione sovietica.
    poi la 1° repubblica entrò in stallo fino a che qualcuno non decise che era ora di scardinarla con i metodi che sappiamo.
    tutto è crollato, nessuno sapeva cosa ricostruire, e ci siamo ritrovati berlusconi........

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  5. Lu, di fronte a qualcosa che è difficile da scandagliare ed interpretare tu ci offri la via più semplice: accontentarsi della versione ufficiale. Se invece usassimo le informazioni che abbiamo a disposizione in maniera critica, vedremmo che proprio quella versione fa acqua da tutte le parti. Qualche esempio basato su dati provati?
    - “Le BR sono nate nell'ambiente ultra comunista di Reggio Emilia...”. Sì, parliamo di Curcio e Franceschini, vero? Peccato che i due siano stati presto arrestati, mentre Moretti, miracolato da una fortuna incredibile, benché fosse noto alle autorità, non viene mai preso. Non prima di aver ucciso Moro, almeno. Pura casualità, of course. E la biografia di Moretti (quella vera, non quella da lui spacciata per i suoi fini) ci dice che “ultracomunista”, nel suo caso, è un termine un po’ “forte”...
    - “Le BR sono state aiutate da elementi della RAF,dei servizi segreti cecoslovacchi e tedeschi est, che hanno inviato molti di loro in campi di addestramento in Palestina”: pensa che figuraccia ci hanno fatto quando hanno constatato che, durante la sparatoria, i brigatisti non sapevano nemmeno usare le mitragliette che avevano (tre delle quali si inceppano e una delle quali non spara neanche un colpo); grandi addestratori, questi comunistacci! Oppure delle vere teste di legno, questi brigatisti dalla “geometrica potenza”!
    - “le BR da sole hanno rapito Moro”: certo, come no, infatti è per questo che ancora non sappiamo con certezza quanti fossero; per questo non sappiamo ancora chi fosse il killer che ha sparato, da solo, 49 dei 91 colpi; che cosa ci facesse l’agente dei servizi segreti Guglielmi in via Fani quella mattina (invitato a pranzo da un amico, dici? Un po’ in anticipo sui tempi, direi...),...

    L’ho fatta breve perché questo è un commento a un post, ma i mezzi per informarsi su questi fatti esistono, e Lameduck li ha ben indicati. Basterebbe usarli, arrabbiarsi un bel po’, e pretendere l’autodeterminazione, che è un diritto, non un optional.

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  6. Anonimo12:59

    Anch'io non mi accontento della versione ufficiale (che dice ben poco fra l'altro)
    Sono sempre stata convinta che durante la guerra fredda e con il PCI come secondo partito in Italia (in ascesa) gli Usa non fossero contenti della soluzione.
    E rapire Berlinguer?Sarebbe stato insensato per le BR.
    Quindi la scelta fù Moro (e non Andreotti per es: perchè?)che era l'unico nella DC con desiderio di avvicinarsi ad alcune proposte dell'altro grande partito italiano.
    Se non è un colpo di stato questo?

    Ho visto anch'io la puntata su rai-sat e devo dire che la sua voce e la sua consapevolezza di morire mi ha fatto una gran tenerezza.
    Fra l'altro come scrive Lameduck usa un linguaggio forbito ma che arriva alle orecchie (e al cuore)di chiunque.
    Molto + di altri in questi tempi moderni.

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  7. Anonimo15:26

    come volevasi dimostrare! chi vince sul piano storico e mediatico manda in onda ciò che vuole, costruisce i filmati come vuole, suscita le emozioni che vuole. in questo modo mette in testa ai giovani ciò che vuole.
    i giovani sono molto portati alla fiction, per cui le leggende si avverano. di moro e delle BR non si sa tutto, ma quello che si sa basta a costruire un quadro realistico (visto anche tutto quello che è successo dopo).
    certe "scoperte" che vengono sbandierate come novità erano argomento di dibattito già nel '78 e chi era inserito nella politica e nella società a quel tempo sapeva già molto di più di quello che si vorrebbe far credere come scoperto ora.
    la dietrologia si divide in esatta e sbagliata, quella sbagliata in genere non porta da nessuna parte.
    se poi uniamo la dietrologia sbagliata all'animosità, allora sbattiamo a vita la testa contro un muro. (ma non è colpa del muro)

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  8. @ lu
    se fosse come dici tu non si capirebbe come mai, ad esempio negli Stati Uniti, certi documenti non si possono consultare per motivi di sicurezza nazionale. O qui da noi perchè c'è il segreto di Stato sulle stragi.
    La tua ricostruzione dei fatti è altrettanto fantasiosa, se mi permetti, perchè si basa su verità rivelate, su dopgmi, non su dati di fatto.
    Gabriele mi ha rubato le parole di bocca nel suo commento, avrei citato gli stessi fatti "inspiegabili" per chiederti se secondo te parlano di eventi normali.
    Mi fai un esempio di dietrologia esatta?

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  9. Ho letto tutto il "trittico" dei tuoi post su Moro, e mi sono piaciuti molto.

    Credo che la prima cosa che farò sarà vedermi "Il caso Moro": mi ha incuriosito il tuo giudizio positivo. Non dev'essere semplice trattare esaustivamente e senza ipocrisie uno dei più grandi misteri del nostri paese...

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  10. Anonimo09:42

    non ho opposto tesi ad altre tesi, mi sono limitato a fare un discorso di metodo e ad evidenziare i pericoli di ricostruzioni che si basano sul metodo della fiction: partire da un postulato e sviluppare la trama e la sceneggiatura per rendere godibile, avvincente e realistico il racconto.
    ognuno è libero di credere a quello che vuole; c'è anche chi crede a padre pio!
    se però ad uno interessa capire la storia e non solo fare propaganda politica, con il vostro metodo non va da nessuna parte.
    la storia è un pò più complicata del: c'è un cattivone che è la causa di tutti i delitti possibili ed io faccio di tutto per smascherare le sue trame.

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  11. @ gg
    grazie. "Il caso Moro" è fatto veramente bene. Se non ricordo male Gianmaria Volonté vinse anche un premio (a Berlino?) per l'interpretazione di Aldo Moro.

    @ lu
    oplà, è lo stesso metodo che la destra applica da sessant'anni al comunismo: unica causa di tutti i mali.

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  12. Anonimo15:08

    lame
    anche da questo punto di vista, chi è colto e preparato dovrebbe avere un pensiero un pò più complesso degli incolti di destra.
    mi sembra però che ormai, sul piano internazionale il comunismo, come nemico n°1 sia stato sostituito dall'integralismo islamico.

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  13. Anonimo15:52

    X LU
    Dopo + di 10 anni!!!
    E cmq non in Italia almeno (a parte la Lega naturlich)!!!

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  14. Leggendo un po' in giro varie ricostruzioni:
    "17 marzo 1978, di sera.
    Alla direzione della Polizia giunge una segnalazione precisa: in via Gradoli, una traversa di via Cassia, al numero civico 96, vi è un covo delle Brigate Rosse. In quello stabile, all’interno 11, vivono da giorni Mario Moretti e Barbara Balzerani.
    18 marzo 1978, prima mattina.
    Agenti di polizia perquisiscono gli appartamenti di via Gradoli 96, tranne uno, quello occupato dai brigatisti".
    I misteri italiani sono tanti e, come sempre, la verità non si saprà mai...

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  15. Anonimo18:51

    > Se non ricordo male Gianmaria Volonté vinse anche un premio (a Berlino?) per l'interpretazione di Aldo Moro.

    Vinse l'Orso d'oro per la migliore interpretazione (anche se secondo me il Presidente - chiaramente ispirato a Moro - di Todo Modo, pur essendo una maschera, era addirittura più efficace, e inquietante, di quello "vero" interpretato ne Il caso Moro).

    > la storia è un pò più complicata del: c'è un cattivone che è la causa di tutti i delitti possibili ed io faccio di tutto per smascherare le sue trame.

    Appunto: la storia è più complicata di quella spacciata nelle versione ufficiali. Mi auguro che sia chiaro a tutti che il sequestro Moro è un delitto politico atipico, un delitto che non è riconducibile alla tipologia (già di per sè sfuggente) degli omicidi politici compiuti nella seconda metà del '900 (Kennedy, Palme etc).

    Nessuno ha mai parlato di cattivone: è vero piuttosto che nell'affaire Moro c'è stata una convergenza di interessi impressionante, parallela, che travalica ampiamente i ristretti confini nazionali e va ad inserirsi di prepotenza nello scenario geopolitico internazionale. La riduttività sta nell'attribuire solamente alle Br il sequestro, se non altro per il semplice fatto che i brigatisti stessi (almeno quelli coinvolti nel sequestro), anche a distanza di 30 anni, non hanno mai fornito testimonianze ampie ed esaustive.

    Gli articoli di Lameduck e i commenti qui sopra hanno ben evidenziato le incongruenze del e nel sequestro. Se poi si vuole continuare a credere che il covo sia sempre stato lo stesso, che il colonnello Guglielmi passava in via Stresa per caso, che la sabbia sulle scarpe di Moro sia stato un depistaggio delle Br (perchè poi? anche la sabbia sulla Renault serviva?), che questo e che quest'altro, continuiamo pure. Tanto è roba vecchia, no? Lasciamo ai complottisti i dubbi: che si divertano pure a scrivere belle sceneggiature.

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