"Per una evidente incompatibilità chiedo che ai miei funerali non partecipino autorità dello Stato, né uomini di partito perché non degni di accompagnarmi con la loro preghiera e il loro amore." (Aldo Moro, lettere dalla prigionia).Chi si fosse illuso ieri sera di sentire parlare, nella puntata di"Enigma" dedicata al trentennale del delitto Moro, delle ultime clamorose rivelazioni di Galloni sulle infiltrazioni dei servizi americani e israeliani nel terrorismo rosso, dell'intervista a Guerzoni all'Annunziata (nel link in versione integrale) e dei 100 faldoni su Moro, coperti dal segreto di stato giacenti negli armadi della Commissione Stragi, o magari del fatto, vero o no, che il governo Prodi sarebbe caduto anche perchè avrebbe dovuto decidere sul mantenimento o no del segreto di stato sul caso Moro, è rimasto appunto un illuso.
"Dobbiamo fare ogni sforzo per sopprimere quel genere di notizie [trattasi della controinformazione]. Se qualche resistenza compare, dobbiamo sottolineare con forza che essa viene da 'isolati' ostinati individui, mal informati o disonesti, che non sono affiliati a nessun gruppo o partito importante. [...] L'inevitabile sospetto che il colpo di Stato è opera delle macchinazioni della Compagnia [la CIA], può essere stornato attaccandolo violentemente e l'attacco sarà tanto più violento quanto più questi sospetti sono giustificati. Faremo uso di una selezione adatta e opportuna di frasi sgradevoli, [...] che restano utili come indicatori del nostro impeccabile nazionalismo".
(Edward Luttwak, "Strategia del colpo di stato").
La propaganda e la ragion di casta ormai entrano regolarmente a gamba tesa ogniqualvolta si tenta di togliere il velo dai misteri d'Italia, spezzando le gambe alla ricerca della verità storica. La storia sono loro, praticamente, e se la scrivono e riscrivono come pare a loro, cancellando ciò che non gli garba.
Ho provato pena a vedere Maria Fida e Luca, quell'allora bambino al quale Moro dedicò le più struggenti lettere dal carcere, sequestrati anche loro per due ore a sentire le appassionate ricostruzioni dell' "io c'ero" Beppe Pisanu (allora segretario di Zaccagnini e in seguito invischiato con faccendieri come Carboni e Calvi e nello scandalo P2) e soprattutto del falcone dei neocon Edward Luttwak, esperto nel raccontare la politica e la storia in forma omogeneizzata per un pubblico di bambini piccoli ed anche un poco deficienti. Uno che ha della vita la seguente visione:
"Tutto il potere, tutta la partecipazione, è nelle mani di una piccola élite istruita, benestante e sicura, e quindi radicalmente differente dalla vasta maggioranza dei suoi concittadini - praticamente una razza a parte".Immaginate la scena, con l'Augias che chiede all'amerikano se gli amerikani c'entrano con Moro. Assolutamente no, risponde Luttwak, perchè allora c'era Carter e Kissinger non contava più un cazzo. Figuriamoci, si parla di quel tipo di gente che i "presidenti passano ma loro rimangono" e che, dilettandosi di scrivere manuali sul golpe, dichiarano:
"Il nostro strumento sarà il controllo dei mezzi di comunicazione di massa. [...] Le trasmissioni radio e televisive avranno lo scopo non già di fornire informazioni sulla situazione, bensì di controllarne gli sviluppi grazie al nostro monopolio sui media". (Edward Luttwak, "Strategia del colpo di stato").Il bello è che, quando Luttwak assolve gli Stati Uniti da qualunque responsabilità, per principio, e perchè gli amerikani non fanno queste cose, invece di discutere delle numerose testimonianze di minacce, intimidazioni ed aperta ostilità provenienti a Moro da oltreoceano negli anni precedenti il suo sequestro, non c'è un solo giornalista tra i presenti, né il tenutario né i signorini seduti sul divano, che osi controbattere. Così, lo spettatore che crede che Luttwak sia veramente un politologo va a letto convinto che Moro l'abbiano ucciso i comunisti perchè voleva portare i comunisti al governo.
Il falcone assolve anche l'ex Unione Sovietica ma le sue conclusioni sono altrettanto assurde. Non possono essere stati nemmeno i russi perchè non hanno mai ucciso nessun capo di stato europeo e quindi non possono essere stati loro.
Tra l'altro, non c'è uno straccio di agente o ex del KGB in studio che possa dire la sua a conferma o in antitesi a ciò che afferma l'amiko amerikano.
A proposito, si è parlato, nella puntata, anche del presunto ma molto probabile attentato a Berlinguer durante un viaggio in Bulgaria. Sicuramente la guerra fredda è stata lotta senza quartiere tra bande avverse ma che il KGB abbia tentato di far fuori Berlinguer non vuol dire che abbia fatto lo stesso con Moro.
E' francamente ridicolo anche terminare la puntata andando a parare nella stantìa ipotesi del Grande Vecchio Igor Markevitch che agiva per conto dell'Est, con Paolo Mieli che dà la sua benedizione pontificia, giusto per non parlare del terrorista anomalo Moretti, dei comunicati BR scritti su macchine per scrivere di proprietà dei servizi segreti, dei covi mai scoperti in appartamenti di proprietà dei servizi, della Scuola Hyperion di Parigi, del ruolo della 'Ndrangheta a Via Fani, della Banda della Magliana, della P2 e dei servizi segreti. E di quello psichiatra americano, Steve Pieczenik che dava consigli a Cossiga nel comitato di crisi e che Luttwak ci ha rivelato essere suo vicino di casa.
Il caso Moro è una delle pagine chiave della nostra storia. L'ipotesi che potrebbe venir confermata un giorno dagli storici è che un sequestro ideato inizialmente da un gruppo rivoluzionario comunista sia stato preso in carico, attraverso il gioco delle infiltrazioni, da chi, in occidente, aveva interesse a liberarsi di un politico scomodo e troppo fiero come Aldo Moro. Con i sovietici che sono stati a guardare e hanno lasciato fare perchè anche a loro i comunisti italiani al governo per quella terza via berlingueriana non sarebbero andati a genio.
Moro muore e sono tutti contenti.
La cosa sconvolgente è che la previsione di Pecorelli che un giorno sarebbe arrivata un'amnistia a tutto condonare si è avverata. I brigatisti coinvolti nel sequestro e omicidio sono quasi tutti fuori e la cosa per fortuna è stata rimarcata anche nella puntata di "Enigma". Però anche chiedersi il perchè di una cosa tanto strana, tra una trama del KGB e l'altra, non sarebbe stato male. Giusto per fare informazione e non flanella.
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anche io sono rimasta molto delusa dalla trasmissione di Augias, che non ha aggiunto una virgola a quanto era già bello e risaputo da un pezzo. E il fatto che non vi siano nuovi elementi svelati dai brigatisti o da altre fonti fa sempre di più sospettare che sotto ci fosse qlcsa di ben più terribile e realistico del fantomatico grande vecchio.
RispondiEliminaMa ieri sera sembrava che di tutto si volesse parlare tranne che...del caso Moro
ogni volta che sento Luttwak, mi sale una gastroenterite acuta...
RispondiEliminail popolo della sinistra, che si passa la vita a leggere fumetti, a correre al cinema pensando di fare cultura, che si innamora della "fiction", è sempre pronto a credere a qualunque realtà romanzata che si racconti o che qualcuno inventi.
RispondiEliminapurtroppo il più delle volte la realtà è solamente quello che si sa e si vede: molto più banale di qualunque "fiction".
x lu
RispondiEliminail popolo della destra, che si passa la vita ad ingoiare le balle di Berlusconi, non si è ancora strozzato con il pelo?
a lu: e infatti a buttare giù l'itavia di ustica sono stata io con la fionda.
RispondiEliminavabbè, transeat, volevo solo complimentare lameduck per la consueta capacità di sintetizzare brillantemente l'analisi. ;)
Ma veramente qualcuno poteva pensare che la trasmissione di Augias potesse rivelare qualcosa?
RispondiEliminaSveglia! Siamo in Italia...
Luttwak lo odio.
RispondiEliminaun solo dubbio io non sono sicuro che anche all'inizio siano state le BR da sole per me almeno qualcuno le ha consigliate, o almeno il dubbio mi resta.
Il giornalismo in Italia è una legenda
I soliti abominevoli inciuci, d'altronde li hanno sempre fatti e ce ne stiamo quasi assuefacendo.
RispondiEliminaParlando di Luttwak, ho letto qualche suo libro e ho visto parecchie trasmissioni con lui come ospite.
Questo ebreo-rumeno non sembra cattivo ma e` vissuto in molti luoghi alcuni dei quali un po' dubbi, quasi quanto la rapidita' della sua carriera, inoltre pare essere morbosamente attratto dal potere in stile romano: la pax romana, la magnanimita' e la spregiudicatezza dell'imperatore, la guerra spietata e cinica, i violenti giochi circensi, ecc.
Quando Bush ripeteva nei suoi discorsi, "sono il vostro comandante in capo all'esercito", ecc. mi ricordava tanto quel vecchio stile mai sepolto.
Bisogna dire che l'uomo Luttwak e' anche coerente, in effetti secondo il suo quarantennale pensiero, le strategie di 2000 anni fa sono ancora ottime per la gestione del potere; ad esempio l'anno scorso consiglio` di ridurre il numero di soldati in Iraq e di rinchiuderli in basi-roccaforti per eventuali / decise azioni di pronto intervento militare (secondo il modello degli oppida fortificati).
Give war a chance !
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