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martedì 31 agosto 2010

Cervellini sumeri


" CiAo! SoNo uNa rAgAzZa eStReMaMeNtE StYlOsA, bAsTa gUaRdArE Il mIo tEmPlY HiHiHi!! pOtReI EsSeRe lA TuA FiDaNzAtA, o, La tUa mIgLiOrE AmIkA Se sEi uNa fEmMiNa, CmQ Nn mI PuOi kOnFoNdErE, iO SoNo iO!! SoNo mOlTo vAnItOsA, qUaNtO StYlOsA, kIaKkIeRoNa, SoCiEvOlE, sOnO uNa HoUzEtTaRa! sTaTe aTtEnTi a fArMi iNkAzZaRe kE Io dIkO Le kOsE In fAcCiA SeNzA PeNsArCi!! aMo iL RoSa E lE mIe TeShOrE hOuZeTtArE! TuTtO KuElLo kE FaCcIo è sTyLoSo! LeGgI I MiEi pOsT E Mi iNvIdI PeRkÈ Io Ho sTyLe e tU No, PeRkÈ Io fAcCiO KoSe kE Tu nN FaI E Nn hAi mAi fAtTo e nN FaRaI MaI!! KrEdI Di rIuScIrE A GiUdAkArMi sOlO Da kOmE SkRiVo e kOsA SkRiVo, Ma fIdAtI Ke nN PuOi! E Se lO FaI VuOl dIrE Ke sEi iNvIdIoSo/a!! kUeStA SoNo iO: uNa rAgAzZa eStReMaMeNtE StYlOsA! LoVVo: L'EsTaTe, Il rOsA, iL FuCsIa, Le vAkAnZe, NeW YoRk, GlI StAtI UnItI In gEnErAlE., lE KoSe StYlOsE, lA HoUsE, lE DiSkO, l'aLtRo mOnDo sTuDiOs, TuTtE Le kOsE KoN Le sTeLlInE, iL MiO NuOvIxImO TaGlIo dI KaPeLlI Tr HoUse, AnDaRe dAlLa fRaNcY E dAlLa sAlLyNa, AnDaRe a cEnA FuOrI KoN MiKy, JaCkY, kAlDa, La jEsSy e lA NiKa e pOi tAnTe aLtRe kOsE!! hate: La sKuOlA, l'iNvErNo, TuTtI I KoLoRi kE Nn sIaNo iL RoSa e iL FuCsIa, TuTtE Le kOsE Nn sTyLoSe, tUtTi gLi sFiGaTi, TuTtI I VeStItI Nn fIrMaTi, La mIa eX MiGlIoRe aMiKa kE È UnA SfIgAtA ImPoX!!! sKrIvErE SeNzA "k", lE SkArPe sEnZa tAkKo, Nn aNdArE In dIsKo, Nn aVeRe i sOlDi nEl cElL, lE XsOnE FaLsE, Le RiKoPiOnE EcC..!! NoN E' bElLo cIo' Ke è bElLo, Ma è bElLo cIò kE È HoUsE! Mi dRoGo dI HoUsE MuSiC, sEmPlIcEmEnTe iO, sOnO StRoNzA Ma cOn sTyLe! lE StElLe sTaNnO In cIeLo, Ma iO SoNo l'eCcEzIoNe! iO ReGnO SeMpRe e oVuNqUe QuEsTa E'lA PrInCiPeSsA HoUzEtTaRa! Se CoPi iL MIO mOtTo, FaI pRoPrIo PeNa! NoN hAi StYlE! "

(Anonima bimbaminkia, trovata per caso navigando a vista)

Casomai qualcuna si facesse prendere dal rimpianto per un figlio mai nato o le saltasse l'uzzolo di farlo a 54 anni come la Gianna. Per la serie "lo chiameremo Giovanni Battista".
Guardate su, tentate di leggere senza farvi venire un ictus e pensate a cosa poteva capitarvi.
Una bella dislessia di ritorno ed aver bisogno di un decriptatore per crackare un figlio cuneiforme che parla come i Sumeri. E pure stronzo ma con StYlE.

sabato 21 agosto 2010

La coscienza di zelo


"...selvaggia bellezza a cavallo di una tecnologica moto d'acqua tra le acque cristalline di Bermuda ricorda Galatea, la più bella fra le Nereidi, dalla pelle bianco latte...".

Il brano è tratto dall'ultimo numero di "Chi", lo trovate dai migliori parrucchieri. Uno, leggendo, pensa immediatamente alla bellissima e burrosa Scarlett Johannsson e invece Alfonso Signorini, che in fatto di bellezza femminile forse ha le idee un po' confuse, speriamo che con gli uomini abbia più gusto, intendeva quel gran pezzo di portafogli della tusa nana, la Marina.
Chissà perchè ora, rileggendo quella prosa simildannunziana e pensando non più a Scarlett ma a Marina, viene da ridere. Non è per cattiveria, è che anche lo zelo del più zelante dei direttori di giornaletti di famigghia dovrebbe conoscere un limite di pura decenza.

Ha detto proprio così, invece, nella foga di compiacere il papi: "la più bella delle Nereidi". Chissà com'erano le altre.

Chi compera e sfoglia "Chi" non lo sa perchè è abituato a guardare solo le figure anche nella vita ma questa ganza tutta tana, mostrando due poppucce di plastica come se ne vedono anche sulla spiaggia libera di Casalborsetti, crede di farci dimenticare il furto con destrezza compiuto ai danni del Fisco, cioè nostro, grazie all'ennesima legge ad aziendam voluta da papi che ha salvato la sua Mondadori dal pagamento di circa 173 milioni di tasse evase. Ne pagherà solo 8 e noi ce lo saremo presi ancora una volta nel didietro.
Chissà, quei soldi li tireremo fuori noi dalle nostre buste paghe, perchè no?

Ecco perchè ci sono volute ben 25 pagine tutte preziosamente umettate con la saliva dell'intera redazione per descrivere quanto gozzovigliano, quanto sono contenti questi Berlusconi e perchè lei fa la lap-dance con la scopa.
"Poi, finito di mangiare, ha iniziato a ballare inscenando per gli amici e i parenti anche una sorta di scherzosa lap dance con una scopa, bruciando così le calorie che eccedevano quelle consentite dalla dieta".
Con un papi al governo che le risolve i guai e un Signorini che le grida: "Marinaaaa, sei una forza della naturaaaa, sei una gran figaaaa", pensando di distrarre i contribuenti, si possono anche spaccare le montagne. E solo un'invidioso comunista potrebbe fare l'associazione finale inevitabile tra scopa, bruciando e strega.

giovedì 19 agosto 2010

Scalpi quotidiani

La storia dei pensili da cucina non è ancora finita. Esaurite le preziose testimonianze dei mobilieri di Cantù, restano quelle dei commessi dell'IKEA di Bologna Casalecchio e magari del famoso tabaccaio di Montecarlo, quello della curva. Il Giornale continuerà sicuramente a prendere a sbadilate chi si frappone tra Iddu e la Gloria e a marchiare i ribelli a punta di coltello.

Al manipolo di basterdi arruolati dal sire duca nano di Brianza per far fuori tutti coloro che hanno smesso di leccarlo, con l'ordine di accanirsi, da buoni teppisti, sulle di loro famiglie ed affetti, oltre ai Feltri e ai Bondi si è aggiunto l'Hugo Stiglitz della critica d'arte.
Il redivivo Sgarbi - nomen omen - già in passato star dell'one man show di killeraggio politico "Scalpi quotidiani", in onda sull'ammiraglia del nano, si è incaricato del duro compito di far sapere al mondo intero e magari alla galassia circostante che la compagna di Fini era una che "lo andava a trovare a casa". E siccome bisogna farlo capire proprio bene di che pasta è la traviata che ha traviato Fini aggiunge, nell'intervista rilasciata al compiacente "Corriere", che anche La Russa la frequentava, tanto per restare in famiglia AN, con il Benito Maria che non nega né conferma.
Che uomini! Soprattutto che gentiluomini!
Non solo arrivista, assetata di denaro e campionessa del free-climbing sociale assieme al parentado ma, suggeriscono questi veri cavalieri, con la chiappa facile di ordinanza. Ovviamente tutto serve a far intendere che la ribellione del congiurato è dovuta solo agli effetti collaterali dell'innamoramento, per non dirla in maniera più volgare. Con una rasoiata sola se ne colpiscono due: Zozza Mary e pazzo Gary.

Orbene, se questi uomini onesti, questi uomini probi che fanno le pulci agli altri si accompagnassero abitualmente con figlie di Maria giunte vergini al matrimonio e pronte a sacrificare la vita per difendere la virtù, capirei.
Ma il colmo, quello che rende la loro faccia ancor peggio del culo, è che presentano al pubblico ludibrio la presunta immoralità degli altri mentre sono dei consumatori compulsivi di donnine a pagamento. Lavorano per uno che normalmente arruola una quarantina di sgallettate per allietare le feste in casa e si porta le escort a due per volta nel letto e vogliono far credere al popolaccio che le puttane sono le mogli degli altri.

E' tipico dell'uomo di potere con il debole per la donna da saloon, per l'attricetta vistosa e arrivista, Peron docet, demolire l'avversario politico a colpi di donna. Anzi di puttana, l'unico tipo di donna che sembra popolare il suo mondo. L'unica della quale crede di poter comperare il silenzio, nel senso di azzittirne anche le opinioni, pagandola o ricompensandola in vario modo con regali e regalini.
Il vero uomo di potere non si fa sopraffare dalla donna. L'avversario politico da demolire di solito lo ha fatto.
Così, non solo l'attricetta assetata di soldi ha circuìto ed inscimunito il Presidente della Camera ma lo ha pure fatto deviare dalla retta via. Magari è pure di sinistra.
Quel gran pezzo del Silvio, da par suo, è pronto a giurare che l'Elisabetta voleva venire a Palazzo Grazioli a fare la ola ma, respintane, ha fatto come la strega cattiva della fiaba, ha giurato di vendicarsi.

Quanto odio misogino affligge questi presunti amatori di donne, tutte trattate come le pupe del gangster.
Usano i diminutivi coccolosi: Evita, Claretta. Le portano fin sugli altari del potere, le fanno diventare pure, sante ed immacolate, magari ministre o presidentesse ma solo per far vedere quanto sono buoni. Se però la prescelta si ribella o esce solo per un attimo dallo schema "succhia e taci" ecco giungere il rinfaccio dell'averla raccattata per strada, il fatidico "zitta, troia". Ricordate il "Velina ingrata" inciso con il pennino sulla candida pelle di Veronica Lario, con tanto di vecchia foto tette-al-vento sbattuta in prima pagina sul "Giornalaccio", ai tempi del divorzio annunciato?
Sono pronta a scommettere qualsiasi cifra che se, per pura lontanissima ipotesi, la Carfagna e la Gelmini si rivoltassero al ciarlatano potremmo finalmente sapere cosa si dicevano per telefono tempo fa a proposito del loro principale. In barba al divieto di pubblicare le intercettazioni ed in spregio alla privacy. In prima pagina sul "Giornale" a puntate e, con la prima uscita, il CD della versione integrale uncut in regalo.


mercoledì 18 agosto 2010

Muto come una tomba

Oggi, in via eccezionale ed in segno di lutto, se dovremo farne il nome lo scriveremo con la C, la kappa osserverà un minuto di silenzio.
Il rispetto per i morti ci induce anche all'astensione dalle battutacce, come quella che da ieri ci martella nella testa un diavolaccio tentatore, inducendoci all'irriverente e blasfemo accostamento da punteggio calcistico tra attrezzi da scavo, tra vanga e piccone, che eviteremo di pronunciare.

La vera tragedia è che, assieme all'emerito presidente, stiamo perdendo sempre più la possibilità di conoscere mandanti ed esecutori materiali di tanti infami delitti politici del nostro passato.
A meno che Andreotti non se ne esca con un clamoroso colpo di teatro in articulo mortis e decida di vuotare il sacco, lasceremo questa terra anche noi senza sapere nulla di Piazza Fontana, di Gladio, di Ustica, dei servizi deviati, del terrorismo, di come Moro fu condannato a morte, della strategia della tensione e di quella complessa questione che attiene alla sovranità nazionale.
Con la rabbia di sapere che tanti altri morti, morti senza rimorsi a macerarli per il resto della loro vita, resteranno ancora una volta gabbati, senza che nessuno si preoccupi di scrivere un coccodrillo tutto per loro. Con la consolazione che di solito, però, quelli ignorati dalla stampa sono i morti per i quali si piange davvero.

In suo onore, si dice, si potrebbe cambiare l'inno nazionale da "Fratelli d'Italia" a "Misteri d'Italia". Ma sapeva veramente o ci ha torturato con sadismo per anni facendoci credere che sapesse mentre non sapeva niente nemmeno lui? C'era o ci faceva? Magari la vera tragedia di Cossiga è che passerà alla storia come colui che sapeva tanto e non voleva dire mentre non poteva dire niente perchè non sapeva nemmeno lui. In fondo ciò che ha rivelato di quando in quando erano cose note perfino ai lampioni.
Non so perchè ma ho l'impressione che con lui scenderanno nell'avello meno segreti di quanti siano sepolti assieme a Renatino in Sant'Apollinare.

domenica 15 agosto 2010

Ferragosto

La vignetta è nata ieri ed ha portato bene, visto che oggi sulla Romagna splende il sole. Occorreva crederci proprio, con l'acqua a secchiate che è venuta giù tutto il pomeriggio e il cielo che offriva un preassaggio di tutte le delicatessen ottobrine, inclusa la malinconia. Le previsioni locali annunciavano il ritorno del bel tempo per Ferragosto ma ho sentito qualcuno, di fronte al cielo plumbeo, insinuare che fosse una manovra occulta degli albergatori della Riviera, in grado perfino di comperare e taroccare i bollettini meteo per accaparrarsi i turisti.
Tutto è bene ciò che finisce bene. Chi può oggi vada al mare e si goda la splendida giornata di sole sulla spiaggia.

A proposito, era da parecchio tempo che d'estate non frequentavo il mare romagnolo e quest'anno che ho potuto trascorrervi qualche domenica in qua e in là, non ho potuto fare a meno di notare come gli anni passino inesorabilmente ma alcune cose rimangano immutabili nei secoli.
Per esempio i negozi con le cianfrusaglie da spiaggia, ovvero il regno della gomma: materassini, salvagente, le bisce finte, le ciabatte. E poi le confezioni con paletta e secchiello, il retino per acchiappare non si sa cosa, i solari e doposole, le cartoline, i costumi e copricostumi. L'unica differenza con il passato è che i negozi sono ormai tutti gestiti da asiatici.
Mi sono resa conto che molte delle cose che osservavo quarant'anni fa quando frequentavo la spiaggia di Cesenatico sono ancora lì, intatte, perfettamente conservate. Cose che noti appena arrivi, come i risciò famigliari e l'odore di pizza fritta o quando fai la passeggiata regolamentare sul bagnasciuga. Almeno un paio di chilometri al giorno con l'unico dilemma: "Vado verso l'Agip o dall'altra parte?"

E' incredibile ma resistono all'usura dei secoli secchiello, paletta e formine. Sono proprio quelle di una volta. I terrificanti bambini tecnologici di oggi, incredibile, ci giocano ancora. Almeno fino a quando non imparano la parola Nintendo. Il trastullo con paletta e secchiello degli impuberi avviene di norma in riva al mare. Se c'è qualche adulto a supervisionare, di solito i babbi, si può osservarne la regressione improvvisa e spontanea all'infanzia e allora si apre il cantiere e si costruisce il castello di sabbia. Lo costruisce il babbo, l'unico che si diverte, mentre il bimbo di solito preferisce la demolizione a colpi di paletta dei manufatti appena eretti.
Parlando ancora di bambini, se cammini sul bagnasciuga non puoi farti mancare: il treenne scarso che, provenendo dall'ombrellone ti taglia la strada all'improvviso, direzione mare, come un capriolo sulla Statale Alemagna, incurante del rischio di franarti addosso. Noi psicologi lo chiamiamo egocentrismo infantile. Per il ninno non c'è altri al mondo che lui, sei tu che devi scansarti, fate largo che arriva.

Sulla spiaggia ci sono ancora: i juke-box, le docce calde e fredde, il coccobello & frutta fresca venduto sdraio a sdraio da ragazzotti che parlano un dialetto campano ancora più stretto di quello di Gomorra. Manca forse l'arzdora biancovestita con la cassetta degli spiedini di frutta caramellata e i bomboloni caldi. Io a Cesenatico non l'ho vista ma se qualcuno l'ha avvistata mi farebbe piacere sapere che c'è.
E poi gli aeroplanetti con la pubblicità attaccata alla coda, il gioco del tamburello, la pallavolo nella gabbia di rete, la radiospiaggia, la motonave che parte per la meravigliosa gita al largo delle piattaforme petrolifere oppure vi porta giù a Rimini a vedere lo spettacolo dei delfini, al ritorno pesce e vino per tutti.
Per fortuna pare siano state debellate definitivamente le famigerate clic-clac che ci torturarono un'estate intera negli anni settanta.

Forse, a pensarci bene, qualcosa del passato è scomparso dalla spiaggia romagnola. I vucumprà, ad esempio. Non c'è più una bancarella in spiaggia. Eliminati con le buone o con le cattive, non si sa. Spariti anche i massaggiatori abusivi, i lettori di mano, i senegalesi con la cassetta con le collanine e i marocchini con gli 'sciugamà . I tedeschi. Io non ne ho visto mezzo, nemmeno la scorsa domenica d'agosto.
Scomparsi anche i mitici bagnini. Si, ci sono ancora ma non sono più, mi dispiace, quelle apparizioni mariane di muscoli e testosterone che erano una volta e che soprattutto si davano un gran daffare con le turiste. Tutte, come Don Giovanni, pur che portino la gonnella. Ora mi sa che si smuovono solo, come minimo, per una supertop. Diventati anche loro esigenti di palato.

Tra le novità, poche per la verità, della vita di spiaggia, rispetto al passato, una che osserva i bagnanti si domanda: "Perchè io non ho un tatuaggio?" Ormai in spiaggia non si legge più, si guardano le figure.
C'è il fitness sul bagnasciuga e a volte l'aquagym. Ecco, a proposito ancora di maschi, scusate se insisto. Non sperate neanche lì di trovare il fustacchione. Ho visto istruttori decisamente fuori forma saltellare al ritmo di Lady Gaga in evidente debito di ossigeno e con maniglie dell'amore ondeggianti tipo tricheco. Cari Enti del Turismo, no, così non va. Si prega di rimediare per l'anno prossimo. Mica un supertopo, ma un caro vecchio manzo nostrano con tutti gli argomenti al posto giusto, non ci farebbe schifo.


domenica 8 agosto 2010

Governo alla frutta e PD all'ultima spiaggia

Stamattina, durante la passeggiata sul bagnasciuga di Cesenatico, mi è stata rifilata da dei simpatici finti bagnini una sportina contenente una pesca nettarina e un depliant. Visto che si trattava di un'iniziativa del PD, con tanto di bandiere e cartelloni, mi sono fermata volentieri a leggere lo slogan prescelto e che spiegava il motivo della nettarina: "Il governo è alla frutta!" Visto che sono bastarda dentro e fuori mi è subito uscita la battuta conseguente: "e il PD è all'ultima spiaggia".

Il depliant l'ho letto dopo sotto l'ombrellone e mi ha fatto piacere leggere delle belle proposte concrete che non includevano più, finalmente, la "risoluzione del conflitto di interessi". Meno male, tanto quando lo promettono e vanno al governo non lo fanno. Abbiamo fatto un passo avanti. Un piccolo passo per il PD e un doppio carpiato con avvitamento all'indietro per l'umanità.
Sono notoriamente fissata con la questione dell'inciucio e del collaborazionismo, per cui non mi è parso vero, intanto che ero lì tra nettarine e pedalò, di fermarmi per rivolgere ad uno dei volontari un bel rimprovero da elettrice delusa. "Però non si doveva permettere a questo individuo di arrivare dove è arrivato. Ci sono delle responsabilità precise dell'opposizione, in questo paese". Come dire, il governo è alla frutta ma voi gli avete permesso intanto di mangiarsi antipasto caldo e freddo, tris di primi, secondo con contorno, grigliata mista, assaggio di fritto, dessert, caffè e grappino. Il riferimento era chiaro e lampante ma niente, non ho ricevuto risposta. Tantomeno quella che un tempo si sarebbe chiamata autocritica. I revisionisti mandati in giro con il cappello d'asino. Niente, tanatogramma piatto. Solo un rassegnato "Eh, si..." come se stessimo parlando dell'inevitabilità di un meteorite che viene giù dal cielo.
Volevo aggiungere: "Con questi presupposti, col cavolo che vi voto se ci saranno le elezioni anticipate" ma ho avuto pietà e ho lasciato perdere.

Mentre addentavo la nettarina e ne osservavo un'altra, mordicchiata e gettata tra le onde, da buona genovese mi sono chiesta: "Con questa crisi, quanto saranno costate* le sportine di tela griffate PD distribuite ad un ben considerevole numero di bagnanti una domenica d'agosto?" Probabilmente non tanto ma il ridursi a fare da spalla alle battuta di una caustica blogger non mi pare dignitoso, per il maggiore partito d'opposizione.

* Leggo adesso sul sito del PD: "5mila sportine con il logo del PD, oltre 40mila volantini con le proposte del partito per un'Italia più giusta, 5 quintali di pesche della Romagna". Apperò!

martedì 3 agosto 2010

Viale del Tremonti

Ci sono cose che non si reggono più, neppure con sforzi inauditi di sopportazione e il Giobbe mode on a tavoletta.
La prima in assoluto è l'individuo denominato Berlusconi con il suo voler restare aggrappato allo scoglio peggio di una tellina infetta, nonostante stiano cercando in tutti i modi di scalzarlo con il coltellino.
Da vecchia diva incapace di ammettere di approssimarsi al capolinea biologico, oltre che di avere obiettivamente sciroppato i maroni con i suoi isterismi, non ha ancora capito che c'est Fini, BigBen ha detto stop. Che non basteranno i compassionate journalists come Max Minzolini e Max Fede a recapitargli lettere farlocche di fans con le mutandine bagnate allegate e sondaggi sempre più pietosi a suon di 80% di consensi per tenerlo su. Non c'è niente di male ad avere il 36% dei voti se non se ne vuole avere più del 50.
Norma Desmond vuole il suo primo piano. E dateglielo, purchè dopo si levi dai coglioni. Possibilmente in saecula saeculorum.

La seconda cosa che non si regge più è Bersani quando crede di dire cose di sinistra. Per la verità bisognerebbe dire che non si regge più Bersani e basta, con tutto il cucuzzaro piddino e, temo, la sinistra in generale.
Prima delle vacanze ho visto "Draquila". La cosa più agghiacciante del film è la parte sul PD, quando la Guzzanti fa vedere la tristissima tenda che dovrebbe essere la sede del maggiore partito di opposizione nelle aree terremotate, vuoto, disabitato, forse dichiarato inagibile come l'intera pericolante sinistra italiana.
Ecco, la più devastante immagine dello stato dell'arte dell'opposizione italiana si evince dall'opera di un'artista di sinistra ed il bello è che loro, i piddini grigi, i dirigenti, non si accorgono della loro insostenibile inutilità. La sinistra, quando si siede alle scrivanie degli uffici dirigenti, perde la capacità di vedere i propri difetti. Resta inamovibile nella sua ottusità e nelle sue antipatie.
No Grillo no, puah, che schifo. Non solo Grillo o Di Pietro, ma chiunque non risponda a certi canoni prestabiliti come il grigiore cadaverico e il rigor mortis mentale, l'attitudine all'inciuciamento con il nemico e l'eloquio politichese vecchio stile, non può essere ammesso a diventare leader dell'opposizione. Un vero leader de sinistra, mica pizza e fichi. Anzi, pizza e Nichi.
Magari si buttano su uno come Vendola che, con tutta la buona volontà, come avversario di Berlusconi non ha più chances di un Diliberto dei tempi andati, uno che al Caimano le ha cantate meglio dei tre tenori a cappella.
Sono così, hanno gli innamoramenti estivi, i piddini. Prima er Uolter, ora il Nichi. Credono che nel paese dove lo sport nazionale sta diventando, soppiantato il noiosissimo pallone, il "picchia un gay ogni giorno, lui sa perchè" e gli omofobi fanno gran carriera grazie ai dirigenti piddini, il Nichi possa soppiantare il vecchio wannabe trombatore con la pompetta. La folla è femmina, non è un bel maschione, purtroppo.
Nichi Vendola si, quindi, e Beppe Grillo no, perchè al piddino gli sta antipatico. Perchè non aveva la tessera. Basterebbe dire che nemmeno Grillo ha la stoffa di un leader e bona lé, invece ci si accalorano proprio. Di Pietro, ohibò, Grillo puah. Stomaci delicati. Poi masticano da anni D'Alema e Fassino. Hanno perfino ingoiato la Binetti con il cilicio puntuto rischiando la perforazione dell'esofago.
Leggo anche laceranti lamentazioni sul fatto che la sinistra si lasci ormai rappresentare da Fini. Ohibò, l'ex fascista. Se i discorsi che fanno i dirigenti del PD sono quelli che si sentono e soprattutto le azioni politiche sono quelle che sono, un inciucio schifoso dopo l'altro, non ci si deve meravigliare che uno poi si butti a destra.

E' tempo di riportare qualche perla appena schiusa, uora uora, dalla preziosa conchiglia di Bersani, il segretario acclamato a condurre il PD al definitivo naufragio, un bel comandante del Titanic in alta uniforme con i pennacchi.
Il nostro, intervistato oggi, ha dichiarato che un eventuale nuovo esecutivo non potrebbe essere guidato da Berlusconi (è ovvio, Monsieur LaPalisse) e che le elezioni con questa legge elettorale (che anche loro hanno contribuito a varare!!) non sono auspicabili, e che Tremonti forse, magari, potrebbe andare bene. E' noto che Tremonti viene da Urano e non dal partito di Berlusconi.
Andiamo avanti.
"Un grande partito come il Pd" non puo chiudersi "nella boria" ma "deve pensare all'Italia" e deve "avere disponibilità e generosità".
Che cosa vi sia da andar fieri nel PD è un mistero. E poi, dobbiamo dedurre che finora il PD non ha pensato all'Italia? Io temo che abbia pensato soprattutto, negli ultimi dieci anni, a non danneggiare Berlusconi'.
"Qui succede l'ira di Dio e la televisione (della Rai) che fa? Va in vacanza! E allora dovremmo tagliare il canone del mese di agosto!''
Già, chi ha lasciato che la RAI finisse ingoiata nella gola profonda del berlusconismo mediasettico? Chi non ha mosso un pelo intrachiappico contro il conflitto di interessi?
La più bella però è quando Bersani dice:
"Qui non è in discussione il sistema bipolare che è nel dna degli italiani. Il bipolarismo può essere migliorato dando flessibilità e radicamento di democrazia parlamentare efficace e non populista".
Da bravo quadro gli è scappato un vento di politichese e un accenno di supercazzola prematurata di sbiriguda con la proporzionale secca come fosse Fanfani.
Il sistema bipolare nel DNA degli italiani??? Bersani confonde il guelfoghibellinismo ed il più recente tifo da stadio con l'alternanza democratica tra parti politiche tipica dei paesi civili. Ma Cristosanto, in che mondo vive? Crede di stare a Downing Street e invece è in curva al suono di "chi non salta comunista è".

La grande trovata per uscire dalla crisi, in definitiva, se dobbiamo affidarci al genio politico di Bersani, è accontentarsi di un Tremonti premier al posto del Caimano. Un'Italia sul viale del Tremonti, appunto.