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venerdì 29 aprile 2011

Nozze da principessi


Visto un matrimonio li hai visti tutti. Sono sempre le solite situazioni, le solite scene, più o meno uguali a tutte le latitudini e su tutti i gradini della scala sociale. Lo sposo, la sposa, i parenti, i suoceri, gli invitati, i fiori,  la predica sulla sacralità della famiglia, il ricevimento, il bouquet lanciato come la palla ovale del rugby, la mischia delle damigelle, le foto, i paggetti, la torta, il mal di piedi, la sbornia e il mal di testa finali.
Qui, trattandosi di reali, ci hanno risparmiato la seconda parte della festa, quella della sposa senza scarpe sotto il tavolo e con il diadema sulle ventitré e lo sposo con la divisa slacciata e un bel rutto liberatorio postprandiale.

Notavo stamattina, durante l'interminabile passerella degli ospiti, che la capienza di Westminster potrebbe tranquillamente raddoppiare se si abolissero i cappelli a larga tesa d'ordinanza. Guardando le fogge in cui erano acconciate tutte quelle teste più o meno coronate si capisce come un personaggio come il Cappellaio Matto non poteva che essere stato creato in Inghilterra. 
Ma non parliamo di cappelli, nemmeno della signora in giallo, come è stata ribattezzata subito da chi commentava in rete in diretta l'evento, la Nonna Betty. Qualche buontempone si è domandato se a guidare la Rolls reale ci fosse per caso Ambrogio e se la regina avesse già il languorino. Poi dicono che la pubblicità non condiziona la gente.
Gli ospiti erano tutti ordinaria amministrazione, niente di particolare, a parte Victoria Beckham che ha scambiato uno dei quattro matrimoni per un funerale e si è vestita tutta di nero con tanto di muso lungo un metro. Da oggi sarà per noi Beckhamorta.
Delusione per i papiminkia nostrani, non c'era B. Meglio così. Se fosse stato presente al matrimonio avrebbe toccato il culo a Kate e raccontato una barzelletta su Diana.

Il clou di ogni matrimonio, ovviamente, sono gli sposi. Stavolta, secondo me, hanno un po' deluso. Lui, William, ha una faccia da bambino su una testa che sta andando inesorabilmente in piazza, con un vago effetto Benjamin Button. Vicino alla sposa la faceva sembrare molto più vecchia, Certo, se la divisa fosse stata azzurra come si conviene al Principe, sarebbe stata tutta un'altra storia. Quel rosso guardia faceva pensare a dove mai gli fosse caduto il cappello di pelliccia durante il tragitto da casa a chiesa.

La sposa. La Kate Middleclass che forse tra cent'anni sarà regina, se Betty non diventa definitivamente immortale, a me è parsa niente di che, ma proprio scialba. Una di quelle facce, avrebbe detto Oscar Wilde, che viste una volta non te le ricordi più. Una Barbie mora, troppo secca e parecchio ingessata e, ahimé, con una sorella che, dietro di lei come damigella, rubava la scena sia per l'acconciatura che per il culo parlante sotto il raso dell'abito, tra l'altro molto più bello del suo. E' proprio il caso di dirlo. Alla sposa, la sorella-damigella gli ha fatto una Pippa.
Detto che, rivisto oggi, il vestito di Diana, la suocera buonanima, farebbe quasi ridere, con le mongolfiere al posto delle maniche e tutto l'eccesso tipico degli anni ottanta, rispetto a quello, comunque, l'abito di Kate sembrava preso al "Paradiso della Sposa". Senza contare che, aver copiato quello di Grace Kelly, anch'essa stampatasi in auto sfilando una curva, sembra un voler sfidare un po' troppo la sorte. Come se non fossero bastati la Bechkamorta in lutto stretto, il celebrare il matrimonio nella stessa cattedrale del funerale di mamma Diana ed Elton John che cantò, sempre in quell'occasione, la Messa da Requiem e che oggi, forse ci ha risparmiato la candela nel vento. Roba da non mollare la presa per tutta la cerimonia.

A parte il look deludente gli sposi mi sono parsi freddini. Va bene che stavolta lei non è affetta da quel meraviglioso pudore virginale di Diana che le infiammava la gota (buongustaia!) e che, fidanzati da tanto tempo ormai, faranno l'amore con il pilota automatico, ma il bacio al balcone, mioddìo, con lui che nemmeno la tocca, che strazio. Proprio il bacio di chi non si bacia più. 
Vuoi mettere Jessica e Ivano? Anche l'anello che non calza loro lo rendevano molto più interessante di 'st' inglesi ingessati. 'Tacci loro!

mercoledì 27 aprile 2011

L'inno del corpo (elettorale) sciolto

Ieri il malefico ha nominato i "sondagi", giustificando la mossa antidemocratica e decisamente vigliacchetta di voler togliere la parola agli elettori del referendum antinucleare con la scusa che costoro sarebbero scossi dalla tragedia di Fukushima e quindi si troverebbero più o meno in stato confusionale, con il rischio di rigettare anche il legittimo impedimento che riguarda le sue costose terga. Un comportamento da pischello di sette anni che, siccome il pallone è suo e non vogliono farlo giocare, è disposto perfino a bucarlo e portarselo via.
Abituato a vincere facile e con la roulette truccata più di lui, il piccolo vuole il 2-0 a tavolino. Perché? Perché sa che i referenda li perderebbe e che forse rischia la mutanda piena anche nelle elezioni normali, politiche ed amministrative. 
Lo dimostrerebbero i risultati dei sondaggi condotti dalla Università LUISS, Centro Italiano Studi Elettorali, pubblicati ieri. Manca solo che i media televisivi e cartacei ne diano notizia ma, in presenza di cotanti maggiordomi pietosi che preferiscono lasciare il vecchio all'oscuro e prigioniero dei suoi deliri, lasciamo che siano i blog a riprendere la notizia. (Io l'ho trovata su Facebook).

Come vediamo nel primo grafico, a differenza dei referenda scorsi, che di tendenza attiravano sempre meno elettori fino a non raggiungere il quorum, questa volta, nonostante la domenica di giugno, il mare e tutto il cucuzzaro festivo, un sorprendente 87% di intervistati dichiara di voler andare a votare per i referenda. Quorum assicurato se il risultato dovesse mantenersi tale nella realtà. 
Le intenzioni di voto per tutti e quattro i quesiti sono per il SI, ovvero per l'abrogazione delle leggi relative: ritorno al nucleare, entrata dei privati nel settore dell'acqua pubblica e legittimo impedimento.


Alla domanda se in Italia si dovrebbero costruire nuove centrali nucleari, il 69,9% degli intervistati risponde con un no risoluto.

Il 64,3% degli intervistati si dichiara contrario ad affidare la gestione dell'acqua pubblica ai privati.

Infine, riguardo al legittimo impedimento, il 56,5 degli intervistati si dichiara per niente d'accordo con la pretesa dei membri del governo di rinviare i processi a loro carico. Si noti che non viene nominato B. ma si parla in generale di membri del governo. 
Come si dice? En plein?

Alla domanda più generale, se fosse auspicabile reintrodurre l'immunità parlamentare, il 63,7% del campione ha risposto no. Altro segno che i privilegi di casta sono sempre meno graditi dall'elettorato.

E le intenzioni di voto per le elezioni politiche? Per chi voterebbero oggi gli italiani del campione intervistato dal CISE? Anche qui il risultato è abbastanza sorprendente. Il centrosinistra è al 44,1%, il centrodestra al 41,2%.
Non dite a Bersani che rischia di vincere, però. Se no si caca addosso.

martedì 19 aprile 2011

Salti tu, salto anch'io!


E' da un po' di giorni che ho in mente il Titanic. Sarà per le orchestrine che continuano a suonare imperterrite nonostante l'allarme affondamento imminente e perché si cominciano a vedere topi e tope che abbandonano la nave (l'ultima in ordine di tempo Stefania Craxi che ha rilasciato un'intervista, già a bordo della scialuppa di salvataggio e bardata di salvagente, dove scongiura il comandante di abbandonare la nave).

Oggi l'annuncio che il governo rinuncia al nucleare. Le cinquanta centrali cinquanta entro il 2020 sognate dal piccolo Brunetta e dall'ineffabile Scajola rimarranno un sogno. Anche perché erano francamente irrealizzabili, un sogno appunto, e il tanto sbandierato accordo con la Francia per la costruzione delle centrali, firmato tempo fa dai due nani premier, quello nostrano e quello transalpino, era solo un pour parler, un "vedremo in futuro, casomai".
Il rilancio del nucleare italiano, visti i costi stratosferici che sarebbero ricaduti solo sulle finanze pubbliche, cioè nelle nostre tasche, era chiaramente l'ennesimo bluff di questo governo aerostatico e Tremonti deve avergli detto, ad un certo punto, ai vari nanicurie: "Bambole, non c'è un euvo".
Pensando poi che si sono spesi dal 1987 ad oggi 9 miliardi di euro per un decommissioning che non è mai partito del tutto, figuriamoci come e dove si sarebbero trovati i soldi per nuove centrali e nuovi problemi. 

Ricordo, a chi stesse per dire che ci sono pur sempre i privati per costruirle, che in nessun paese del mondo il nucleare riesce nemmeno a porre la prima pietra senza un poderoso aiuto statale. 
E' cosa stranota ma giova ripeterla. Quando la Thatcher provò a privatizzare il nucleare britannico negli anni '80, le gare d'appalto andarono deserte. Non c'era allora e non c'è oggi alcun imprenditore al mondo in grado di investire subito capitali enormi con la prospettiva di cominciare ad averne un ritorno, se tutto va bene, tra non meno di una quindicina d'anni. 
Il nucleare è il modo più costoso mai inventato dall'uomo per produrre acqua calda ed è anche il più pericoloso perché, se salta la pentola a pressione, bisogna demolire non solo la cucina e il ristorante ma smobilitare tutt'attorno per decine di chilometri città intere e per sempre. 
Ammesso poi che la centrale andasse in funzione e operasse senza incidenti, la sua vita sarebbe non più lunga di un'altra ventina d'anni in media, quindi nascerebbe il problema del decommissioning e dello smaltimento non solo delle scorie ma di tutto l'ambaradan contaminato da livelli più o meno alti di radiazioni. La  famosa riduzione  "a prato verde" dell'impianto, ovvero il suo totale smantellamento, compreso il nocciolo del reattore, è  finora risultata possibile in pochissimi casi, visto che non esiste al mondo un sito dove stoccare in piena sicurezza tutto questo materiale radioattivo. Nemmeno il famoso megadeposito di Mount Yucca negli Stati Uniti, mai entrato in funzione e costato al contribuente americano $ 11 miliardi.

Detto questo, io non canterei tanto vittoria, pensando alla decisione del governicchio B. (Barnum) di rinunciare ai sogni di Brunetta e Scajola. Non è affatto una vittoria del fronte antinucleare ma l'ennesima fregatura.
Prima di tutto perché l'emendamento deve pur sempre essere ancora approvato e bisognerà controllare che il testo finale non nasconda inghippi atti a rianimarlo più avanti, passata la festa (referendaria) e gabbato lo santo. 
Secondo, perché si tratta di un volgare espediente per evitare il pronunciamento democratico degli elettori al referendum del 12-13 giugno e, terzo, perché dietro alla rinuncia al nucleare c'è in realtà ancora una volta l'ombra del culo del nano da salvare. 

E' noto che una vasta partecipazione al referendum sull'onda della preoccupazione per gli sviluppi dell'incidente di Fukushima avrebbe potuto trainare il quorum anche per gli altri importantissimi quesiti referendari: i due sull'acqua pubblica e il quarto sul legittimo impedimento, che ora rischiano di saltare assieme al quesito sul nucleare.
L'Ego ipertrofico del nano non avrebbe sopportato l'eventuale ferita narcisistica di una trombata elettorale sul suo diritto all'impunità, così hanno gettato via il bambino con l'acqua radioattiva. Poco importa se tutti coloro che avevano fatto le bave sulle nuove centrali, i relativi appalti pubblici eccetera, rimarranno con l'uccello di fuori.

Non mi meraviglierei se uscissero nei prossimi giorni dei manifesti che attribuiscono a B. in persona il merito, nella sua infinità bontà, di aver salvato il popolo italiano dal rischio del radionuclide impazzito. Sarei quasi pronta a scommetterci. 
C'è un precedente, già raccontato nella puntata "L'eredità" di Report da Milena Gabanelli che rafforza la mia ipotesi. Qui l'intera puntata, per chi fosse interessato alla storia del decommissioning italiano ed alla situazione delle scorie in Italia. L'eredità - 2 - 3 -  4 - 5 - 6 - 7 - 8.

Ecco l'aneddoto. Nel novembre del 2003 eravamo, dicevano loro, in piena emergenza terrorismo e, temendo che a Bin Laden saltasse l'uzzolo di fare un attentato a Caorso o Trino, Berlusconi individua in quattro e quattr'otto un sito dove stoccare in maniera permanente le scorie radioattive d'Italia. Viene dichiarato lo stato d'emergenza e il generale Jean, commissario straordinario e presidente della Sogin, azienda incaricata del decommissioning italiano, punta il dito su Scanzano Jonico, in Basilicata. Nei paesi normali gli studi per individuare un sito permanente di stoccaggio delle scorie nucleari richiedono anni ma da noi si fa in fretta e si agisce per decreto, anzi per decretatio praecox. 
Il premio Nobel Carlo Rubbia dichiara il luogo inadatto, a causa della sua sismicità e della vicinanza al mare, che ne erode costantemente la costa e, soprattutto, la popolazione si rivolta, dando luogo alle proteste pacifiche di quel vasto movimento popolare che animerà "i giorni di Scanzano".
Alla fine del mese, il montare delle proteste costringe il governo B. a rinunciare al progetto e il 27 novembre il nome di Scanzano Jonico viene cancellato dall'elenco dei siti di stoccaggio per le scorie.
E qui viene il bello. Il giorno dopo, sui muri della Basilicata, a cura delle sezioni di Forza Italia, appaiono i seguenti manifesti:

“Scanzano ha vinto grazie al popolo lucano ed alla sensibilità di Silvio Berlusconi!”


Dalla puntata di "Report"

lunedì 18 aprile 2011

Voce del verbo inculcare


"Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori". (B., febbraio 2011)

"I genitori oggi possono scegliere liberamente quale educazione dare ai loro figli e sottrarli a quegli insegnanti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia". (B., aprile 2011)

Certo, frequentando certi insegnanti di istituti religiosi privati non si corre certo il rischio di essere inculcati.

domenica 17 aprile 2011

Cellule impazzite


L'altro giorno ci siamo giustamente indignati per il solito florilegio di infamie scritte da alcuni lettori del "Giornale" di Nosferatusti, a seguito della notizia del rapimento di Vittorio Arrigoni. La solita robaccia tipo "se l'è cercata", "era un comunista, uno di meno", "poveri genitori di cotanto figlio" eccetera.
Sono talmente dopati dall'aridità morale, allenati all'insensibilità, al ricacciare indietro ogni rigurgito di pietas che scambiano lo shock di una madre che non riesce ancora a piangere su un figlio, per indifferenza.  "Ma se nemmeno sua madre piangeva, in tv!"
Le stesse cose che questi borghesi piccolissimi scrivono sempre quando qualche giovane che crede ancora in un nobile ideale e non solo nell'I-Phone ultimo modello, muore in circostanze tragiche. Scrissero le stesse cose per Carlo Giuliani, e perfino per il mite Enzo Baldoni che non aveva neppure il passamontagna, ricordate? A nominargli la giustizia e l'uguaglianza questi sociopatici vanno in bestia, perché il loro mondo instabile e virtuale, fatto di vacuità ed impermanenza, costruito com'è su un'entità astratta come il denaro, da loro tramutata in divinità metafisica da venerare oltre ogni cosa e di cui i miliardari sono i suoi profeti, rischia di crollare di fronte alla santità di alcuni individui ed alla forza devastante dell'etica di cui essi sono portatori.

E' come quando Vittorio Arrigoni risponde a Roberto Saviano che affabula nel salottino buono di una Tel Aviv luccicante piena di vita notturna da portare ad esempio di democrazia, ricordandogli che, nello stesso preciso momento, fuori da quella mondanità, c'è un'umanità a Gaza che di luce non ne vede, che vive da viva nell'oscurità della morte. Per colpa anche di qualcuno che in quel momento sta a gozzovigliare in discoteca fregandosene dei diritti di un popolo fratello.


Quel videomessaggio è uno shock, guardatelo, è la più fenomenale frantumazione di un idolo mediatico compiuta unicamente con le armi della forza morale di fronte alla superficialità di chi ha visto quel mondo in guerra solo passando da uno Sheraton all'altro.
Non è colpa di Arrigoni se dopo aver visto questo filmato Saviano risulta un ominicchio, un superficiale di cui ci chiediamo come abbia fatto prima a scrivere quelle cose sui Casalesi e 'o sistema. E' questo il punto. Saviano finché parla di cose che conosce è potente e persuasivo. Quando si abbassa al marchettone propagandistico, parlando di realtà che non conosce se non attraverso la lezione imparata a memoria da un'unica campana, ecco che  viene distrutto dall'immensità della passione e della testimonianza in prima persona di Arrigoni.

Ma torniamo agli infami che in queste ore stanno brindando alla morte di un martire. 
Per esempio questo bel tomo che sembra il nipote di Chewbecca, tenutario del sito www.stoptheism.com, quello stesso che aveva segnalato Vittorio come bersaglio da eliminare qualche tempo fa. Era stata aperta un'inchiesta da parte di Interpol su queste minacce ma poi non se n'è fatto nulla e il sito è stato riaperto, a quanto pare, e continua a spurgare odio.
Ecco il suo commento in homepage alla notizia della morte di Vittorio:

"Non riesco a pensare ad un modo migliore per promuovere la pace nella regione che incoraggiare i terroristi a rapire ed uccidere più terroristi e più apologeti del terrorismo. Posso preparare una lista di candidati, se qualcuno di questi gruppi terroristici ne volesse una. Lasciamo che la Hitlerjugend dell'ISM salti in aria sul suo stesso petardo terrorista!
Confesso che, dopo il primo bicchiere di vino al seder di Pasqua bevo altri tre bicchieri di succo di pompelmo, ma non quest'anno!  Saranno quattro bicchieri di vino!"

I lettori più bastardi del "Giornale" non sono nessuno, in confronto, ammettiamolo. Credevo non si potesse dire di peggio ma mi sbagliavo. Lo stesso Kaplan linka un articolo di Arutz Sheva, un giornale online israeliano, dove altri lettori da tutto il mondo commentano l'esecuzione di Vittorio Arrigoni.
Gente che sghignazza, che si rallegra, che invita i terroristi ad ammazzarne ancora. Idioti, forse, come tanti ne girano su Internet, ma quello che è agghiacciante è che tutti i commenti sono di quel tono, non ce n'è uno che dica un banale "povero ragazzo" che si può trovare perfino sul "Giornale".
"Ha avuto quello che si meritava per essersi mescolato a quei subumani."
"Giaceva con i cani". (ovvero si è preso le pulci.)

Ma il commento più osceno, il più stupido e razzista è questo:
Deve essere stato respinto dalla mafia da tanto era sfigato, così ha cercato qualcosa da fare a Gaza. Bene, un perdente è un perdente ovunque vada. Arivaderci Vittorio. E salutami Hitler quando lo incontri all'inferno. 

Sara, Chicago (04/15/11)



I commenti lasciati su un paio di giornali online di estrema destra probabilmente non fanno statistica sul pensiero di ampi gruppi sociali o di paesi interi.
I razzisti e i fascisti sono dappertutto. Per non andar troppo lontano, chiedetelo a chi, come Daniele Sensi, ha lo stomaco di ascoltare Radio Padania per riportarne l'ideologia, i deliri e le cattiverie su ogni tipo di diverso.

E' un problema globale. C'è un sistema politico-economico che alimenta il razzismo, il pregiudizio, l'ineguaglianza e lo scontro tra gruppi come prassi quotidiana. Le opposte tifoserie che si combattono fino all'ultimo sangue e per fortuna che in casi come questo usano solo la lingua, non meno letale della spada.


Questo fascismo globale genera i soggetti che poi si esprimono con l'anestesia completa dell'empatia e dell'umanità. Addestrati a non avere nessuna pietà del nemico e a vilipenderne i cadaveri, come quei soldati resi dementi dalla guerra che si fanno fotografare con i trofei umani in Afghanistan.


E' come se l'umanità fosse affetta da un cancro che la sta divorando. Una malattia che potrebbe portarla all'autodistruzione.  In Italia, negli Stati Uniti, in Padania. Neppure Israele, questo paese quasi mitico nell'immaginario ideologico del sistema, è immune da questo cancro.

Sarebbe bello che, dopo il solito 
 piantino su quanto sono ingiuste le accuse ad Israele per la morte di Arrigoni e quanto sono malvagi gli arabi, oltre ad averci ricattato con la piaga dell'antisemitismo, si riflettesse su questo piccolo problema di metastasi naziste che, chissà come, si sono innestate nel tessuto del sionismo. In un popolo che dal nazismo è stato sterminato a milioni si sarebbero dovuti sviluppare dei potenti anticorpi contro la disumanità ed invece in posti come Gaza si agisce per una patologica coazione a ripetere. A quando una bella riflessione su questo?

Riguardo all'attualità dell'omicidio di Vittorio Arrigoni, sembra che sia stato tutto risolto, con una velocità d'indagine sbalorditiva come nemmeno nei film. Tutto risolto in un battibaleno. I giornali israeliani (che evidentemente conoscono ogni foglia che si muove a Gaza) scrivono che Hamas ha arrestato diverse persone che hanno confessato il sequestro e l'omicidio. Un giordano sarebbe indicato come la mente dell'agguato con nome, cognome, indirizzo e codice fiscale. Questo mentre i salafiti prima smentiscono ogni responsabilità poi danno la colpa a delle "cellule impazzite". Tutto chiaro, tanto il governo italiano non chiederà mai un supplemento di indagini. Ho sentito Frattini sconsigliare le ONG a recarsi a Gaza. Ecco, meglio non andarsi a cercare dei guai. Forse è meglio per tutti. Amen.
Rimane solo una fastidiosa impressione. Che la cellula impazzita sia la nipote del pazzo solitario.

venerdì 15 aprile 2011

Come fare adesso a restare umani?


Ci racconteranno una storia:

"C'era una volta un ragazzo, troppo idealista e generoso, forse un po' esaltato, che voleva fare il pacifista e aveva scelto di vivere a Gaza, per aiutare i palestinesi. Un brutto giorno fu rapito da islamici cattivi, anzi ancora più cattivi di quelli normalmente cattivi, che lo ammazzarono. Non bisogna mai fidarsi degli islamici e Gaza non è un buon posto per fare l'attivista, se a qualcuno venisse in mente di andarci."

Per uno di quei presentimenti che non riesci a spiegarti, quando ieri sera è stata data la notizia del rapimento di Vittorio Arrigoni al telegiornale, ho capito che non ne sarebbe uscito vivo. Troppo brutta quell'immagine di un uomo malmenato, sanguinante e bendato, già sulla scaletta del patibolo, che non si aveva nemmeno interesse a mostrare in buona salute al fine di ottenere il cosiddetto riscatto o contropartita. 
Ma quale contropartita,  la morte di Vittorio Arrigoni è stata un'esecuzione. Fare il pacifista in territorio di guerra è più pericoloso che andare a sminare. Ancora più pericoloso se sei l'unico che, nel silenzio omertoso e mafioso dell'Occidente, racconta ogni giorno ciò che succede a Gaza: assolutamente niente per la maggioranza dei media, un lento ma inesorabile massacro di uomini e dignità umana per quei pochi che ne erano testimoni come lui.

Vittorio, alias Vik o Utopia, dava fastidio. Non è un luogo comune. Come idealista e uomo di pace probabilmente dava fastidio a tutte le fazioni in lotta a causa della manifesta incompatibilità dell'idealismo con la politica. La sua invocazione preferita era "Restiamo umani", titolo anche del suo libro. 
Era stato arrestato dagli israeliani quando, con la Freedom Flotilla, voleva portare aiuti e forzare il blocco imposto alla popolazione di Gaza dalle autorità israeliane. Addirittura era nell'elenco dei ricercati. Gli avevano sparato dalle motovedette in altre occasioni mentre era con i suoi amici pescatori, ma lui era rimasto a vivere a Gaza ed a testimoniare.
Oltre al blog Guerrilla Radio, sul quale scriveva regolarmente, lasciava le sue note giornaliere su Facebook. Era una di quelle tante voci che riescono a rendere il social network qualcosa di socialmente utile e perfino di rivoluzionario, spezzando la consegna del silenzio dei media ufficiali. 

Si può anche credere che una fazione estremista islamica lo abbia ucciso perché portava la corruzione morale occidentale a Gaza ma ci vuole una tale fede, come quella che necessita per credere ad Al Qaeda o ad altre incarnazioni del Male come il Diavolo, che io temo di non avere.
Sicuramente da delitti come questo la politica dei guerrafondai di ogni genere trae beneficio e ci sono morti che riescono ad accontentare entrambi i contendenti, nemmeno i due si fossero messi d'accordo.
Ecco un noioso pacifista di meno, una voce fuori dal coro che tacerà per sempre sui crimini di una parte e la corruzione dell'altra e, con l'occasione, ecco un po' di odio rinfocolato per il nemico globale. Quel nemico islamico che, rassegnamoci, dovremo imparare ad odiare, anche a calci se necessario, per almeno altri trent'anni. 

Della morte di Vittorio siamo però colpevoli anche noi che non abbiamo avuto la voglia di riprendere le sue note, i suoi scritti, per aiutarlo a divulgarli amplificando la conoscenza. Ci siamo illusi per comodità che fosse al sicuro ma era invece un morto che camminava. Lo sapevamo ma abbiamo lasciato perdere. Lo abbiamo lasciato solo, ci siamo lasciati distrarre in massa dai bunga bunga e dalle faide mafiose che devono tenerci impegnati per non pensare all'infinita ingiustizia del mondo. 
Avremmo dovuto sapere che correva dei rischi ma forse per capire cosa è Gaza e cosa è la guerra, cosa è la realtà vista dagli occhi di chi soffre, bisogna proprio vederla con i propri occhi, altrimenti non ci credi. 

giovedì 14 aprile 2011

Don't cry for me Angelino


Prove tecniche di successione. Cosa c'è di meglio di un avvocato, di un prezioso consigliere reclutato tra i fedelissimi yesmen per sostituire l'unico boss virile sul viale del tramonto?
Ho l'impressione però che Isabelito Alfano non riuscirà a fare il miracolo di sostituire il Peron nano al comando della cosca, pardon, del governo. Troppo alto. 
E poi, sapete, in un popolo inscimunito dalla televisione temo si rischi il "Vota Alfano", "Alfano chi, già? Quello che cantava con Romina?"

mercoledì 13 aprile 2011

Immunodelinquenza acquisita


Casa dello Studente l'Aquila
Cirio
Thyssen Krupp
Fincantieri
Eternit
Ilva di Taranto
Crac Parmalat
Clinica S. Rita Milano
Strage di Viareggio
Moby Prince
ed altre migliaia di processi per reati gravissimi.

Ecco, a questo proposito, un
ELENCO DEI REATI INTERESSATI DAL DDL SULLA PRESCRIZIONE BREVE:

articolo 314 del codice penale (PECULATO).
articolo 315 del codice penale (MALVERSAZIONE).
articolo 316 del codice penale (PECULATO PER ERRORE ALTRUI).
articolo 316 bis del codice penale (MALVERSAZIONE AI DANNI DELLO STATO).
articolo 316 ter del codice penale (INDEBITA PERCEZIONE DANNI STATO).
articolo 317 del codice penale (CONCUSSIONE).
articolo 318 del codice penale (CORRUZIONE).
articolo 319 del codice penale (ATTO CONTRARIO A DOVERI D’UFFICIO).
articolo 319.ter del codice penale (CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI).
articolo 320 del codice penale (CORRUZIONE INCARICATO DI PUBBLICO SERVIZIO).
articolo 322 del codice penale (ISTIGAZIONE ALLA CORRUZIONE).
articolo 322.bis del codice penale (PECULATO/CONCUSSIONE/CORRUZIONE COMUNITA’ EUROPEA).
articolo 323 del codice penale (ABUSO D’UFFICIO).
articolo 324 del codice penale (INTERESSE PRIVATO IN ATTI D’UFFICIO).
articolo 326 del codice penale (RIVELAZIONE SEGRETI D’UFFICIO).
articolo 328 del codice penale (OMISSIONE DI ATTI D’UFFICIO).
articolo 336 del codice penale (VIOLENZA A PUBBLICO UFFICIALE).
articolo 337 del codice penale (RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE).
articolo 338 del codice penale (VIOLENZA O MINACCIA AD UN CORPO POLITICO, AMMINISTRATIVO O GIUDIZIARIO).
articolo 340 del codice penale (INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO).
particolare prevedendo un aumento del tempo necessario a prescrivere il reato di cui all’articolo 347 del codice penale (USURPAZIONE DI FUNZIONI PUBBLICHE).
articolo 348 del codice penale (ESERCIZIO ABUSIVO DI UNA PROFESSIONE).
articolo 355 del codice penale (INADEMPIMENTNO DI CONTRATTI DI PUBBLICHE FORNITURE).
articolo 589 del codice penale (OMICIDIO COLPOSO).
articolo 609.bis del codice penale (VIOLENZA SESSUALE).
articolo 609.quater del codice penale (ATTI SESSUALI CON MINORENNE).
articolo 609.quinquies del codice penale (CORRUZIONE DI MINORENNE).
articolo 609.octies del codice penale (VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO).
articolo 416.ter del codice penale (SCAMBIO ELETTORALE POLITICO-MAFIOSO)
articolo 419 del codice penale (DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO).
particolare prevedendo un aumento del tempo necessario a prescrivere il reato di cui all’articolo 420 del codice penale (ATTENTANTO A IMPIANTI DI PUBBLICA UTILITA’)
articolo 423 del codice penale (INCENDIO)
articolo 423.bis del codice penale (INCENDIO BOSCHIVO)
articolo 424 del codice penale (DANNEGGIAMENTO SEGUITO DA INCENDIO)
articolo 432 del codice penale (ATTENTATO ALLA SICUREZZA DEI TRASPORTI)
articolo 624 bis del codice penale (FURTO IN ABITAZIONE).
articolo 628 del codice penale (RAPINA)
articolo 629 del codice penale (ESTORSIONE)
articolo 640 del codice penale (TRUFFA)
articolo 641 del codice penale (INSOLVENZA FRAUDOLENTA)
articolo 648 del codice penale (RICETTAZIONE)
articolo 648.bis del codice penale (RICICLAGGIO)
articolo 514 del codice penale (FRODI CONTRO LE INDUSTRIE NAZIONALI)
articolo 583.bis del codice penale (PRATICHE DI MUTILAZIONE DEGLI ORGANI GENITALI FEMMINILI)
articolo 648.ter del codice penale (IMPIEGO DI DENARO, BENI O UTILITA’ DI PROVENIENZA ILLECITA)
articolo 646 del codice penale (APPROPRIAZIONE INDEBITA)
articolo 614 del codice penale (VIOLAZIONE DI DOMICILIO)
articolo 610 del codice penale (VIOLENZA PRIVATA)
articolo 644.bis del codice penale (USURA IMPROPRIA)
articolo 644 del codice penale (USURA)
articolo 643 del codice penale (CIRCONVENZIONE DI INCAPACI)
articolo 2621 del codice civile (FALSE COMUNICAZIONI SOCIALI)
articolo 2622 del codice civile (FALSE COMUNICAZIONI SOCIALI IN DANNO DELLA SOCIETA’ DEI SOCI O DEI CREDITORI).
articolo 2623 del codice civile (FALSO IN PROSPETTO).
articolo 2624 del codice civile (FALSITA’ NELLE RELAZIONI O NELLE COMUNICAZIONI DELLE SOCIETA’ DI REVISIONE).
articolo 2626 del codice civile (INDEBITA RESTITUZIONE DEI CONFERIMENTI).
articolo 2627 del codice civile (ILLEGALE RIPARTIZIONE DEGLI UTILI E DELLE RISERVE).
articolo 2628 del codice civile (ILLECITE OPERAZIONI SULLE AZIONI O QUOTE SOCIALI O DELLA SOCIETA’ CONTROLLANTE).
articolo 2629 del codice civile (OPERAZIONI IN PREGIUDIZIO DEI CREDITORI).
articolo 349 del codice penale (VIOLAZIONE DI SIGILLI).
articolo 337.bis del codice penale (OCCULTAMENTO CUSTODIA O ALTERAZIONE DI MEZZI DI TRASPORTO).
articolo 341.bis del codice penale (OLTRAGGIO A PUBBLICO UFFICIALE).
articolo 351 del codice penale (VIOLAZIONE DELLA PUBBLICA CUSTODIA DI COSE).
articolo 334 del codice penale (SOTTRAZIONE O DANNEGGIAMENTO COSE SEQUESTRATE NEL CORSO DI UN PROCEDIMENTO PENALE).
articolo 335 del codice penale (VIOLAZIONE COLPOSA NELLA CUSTODIA DI COSE SEQUESTRATE NEL CORSO DI UN PROCEDIMENTO PENALE O DALL’AUTORITA’ AMMINISTRATIVA).
articolo 612.bis. del codice penale (STALKING)
(fonte)

Ora manca solo il Senato e se Napolitano firmerà questa merda tutti questi processi moriranno e non vi sarà più alcuna giustizia per le vittime, che dovranno pure pagarsi le spese per essersi costituiti parte civile. Una casta di potenti e delinquenti è stata dichiarata oggi immune da ogni pena. Salvare un culo per farsene cento, di inermi cittadini.
Ecco il vero bunga bunga, fottuti idioti che lo avete votato credendo che sareste diventati ricchi come lui.

Lui, la pietra dello scandalo, prima o poi scapperà all'estero da vigliacco. Ottenuto ciò che voleva, un paese ai suoi piedi ed una oscena impunità sancita per legge per i suoi reati, perderà interesse nel gioco e si ritirerà in una delle sue maledette ville ad Antigua a molestare ragazzine anche di giorno. Speriamo portandosi dietro tutte le sue metastasi famigliari. 

Noi però segniamoci i nomi e stampiamoci bene in mente le facce dei 314 che lo hanno salvato oggi dalla condanna sicura al Processo Mills,  delle petulanti zoccole fasciste di entrambi i sessi che ci sono toccate come governanti, dei pennivendoli che hanno consumato lingua e inchiostro in suo favore, perché non se li porterà certo dietro.
Li lascerà qui, nel paese che ama, a render conto di questi anni di vergogna ad un popolo che starà cominciando a  subire le conseguenze di questa nefasta Licenza di Delinquere estesa ad ogni sorta di criminale. Allora, anche se il popolo italiano, per averlo votato, si meriterebbe la peste bubbonica, sette anni di guai e le dieci piaghe d'Egitto tutti assieme, forse, se la rabbia che sta montando nel paese si tradurrà in furiosissimo sdegno, può darsi che ci divertiremo un po'.

martedì 12 aprile 2011

Uomini e isotopi


Dopo un mese di estenuanti interrogatori il governo giapponese ha confessato. Fukushima è come Chernobyl, un bel livello sette. Siamo quasi sollevati. 
L'altra notizia di oggi dice che c'è  il rischio, denunciato dai "Verdi" campani, che la Camorra importi abusivamente pesce surgelato radioattivo proveniente dal mare del Sol Levante. E mo', magnateve 'o sushi.

sabato 9 aprile 2011

Dead blogger walking


Oggi ho letto un articolo interessante sul "Fatto quotidiano" che però mi ha lasciata parecchio perplessa. Si parlava di nuovo, come succede sempre più spesso in questi ultimi tempi, della crisi dei blog e dei loro tenutari, di coloro che, secondo Daniele Sensi, sono morti che non si rendono conto di esserlo, come Bruce Willis nel "Sesto Senso". A Danie', famme da' na grattatina.
Strano perché avevo appena letto su Repubblica che in America i blogger sono sempre più considerati opinionisti degni di rispetto e dei veri guru dell'informazione, più ascoltati dei giornalisti.

Dobbiamo pensare che in Italia stia invece scoppiando la bolla dei blog? Cosa non ha funzionato? Perché la gente non li legge più (sempre che sia vero?) 
E' perché i blogger sono dei pallosi che la menano sempre con le stesse cose (ancora Sensi dixit)? La colpa è forse di Facebook dove, ohibò, i blogger stanno a cazzeggiare tutto il giorno invece di sforzarsi gli sfinteri per scodellare il post quotidiano?

Detto, tra parentesi, che io considero Facebook semplicemente uno dei tanti mo(n)di possibili per comunicare e che, per lanciare una battuta fulminante o un commento al volo su qualcosa che si sta seguendo tutti assieme (come una trasmissione televisiva o un evento di massa) scrivere una nota sul social network è molto più pratico e sensato che fare un post di due righe su un blog che, se va bene, sarà letto qualche ora dopo che è trascorso l'attimo fuggente, io penso che la crisi dei blogger non abbia nulla a che fare con Facebook, Twitter e tutto il social cucuzzaro.
Non è assolutamente un problema di mancanza di idee, di crampo del blogger, di sindrome da "il mattino ha l'oro in bocca". 
Innanzitutto credo che dobbiamo parlare di crisi delle blogstar, più che di crisi dei blogger.

Leggendo l'articolo del "Fatto", mi sorge il dubbio che il mondo del blogging, inteso come piani alti dello stesso, sia caduto in un equivoco che lo sta a poco a poco distruggendo. 
Dice l'articolo:
"In Italia fare il proprio diario telematico in maniera professionale è sempre più difficile. I blogger nostrani hanno infatti sempre un "secondo" lavoro: medici, commercialisti e soprattuto giornalisti. Chi invece non ha altre entrate, spesso è costretto a chiudere il proprio sito. Troppo pochi gli inserzionisti pubblicitari."
Come, come? Entrate, inserzionisti, pubblicità, soldi? La crisi non fa arrivare i blogger a fine mese? Professionalità? Il blogger come "primo lavoro"? Ma di che stanno parlando?

Io scrivo su un blog da cinque anni, ormai. Scrivo post quasi ogni giorno dal 2006. Mi considero quindi una blogger professionista anche se magari non sono nei primi posti delle classifiche. Non ho mai guadagnato un centesimo dal blog ma la ritengo una cosa perfettamente normale. 
D'altra parte, non mi pare di aver mai dovuto sostenere spese per questo passatempo (segnatevi la parola: passatempo). 
Ovviamente ho bisogno di una connessione ADSL. Sono venti euro al mese, che però servono anche per la navigazione normale, la lettura dei giornali online, i giochi della Zynga, Facebook e tutto il resto.
La piattaforma che mi ospita il blog è gratuita, come i siti per le immagini e i programmi che utilizzo per creare le mie vignette. Beh, veramente ho acquistato FilterForge ma si è trattato di una trentina di dollari. Riesco a mangiare lo stesso.
Per le ricerche che devo fare per scrivere alcuni post che necessitano di documentazione vado su Internet al costo della connessione ADSL di cui sopra. Se anche dovessi andare in biblioteca a consultare qualche testo, è tutto gratuito, al massimo qualche euro per le fotocopie.
Mi si potrebbe dire, "grazie, tu fai 7-800 contatti al giorno, con traffici più intensi la banda costa". Ok, ne riparleremo quando avrò 20.000 contatti al giorno ma per ora il blog non mi costa nulla e non ho bisogno di contributi e pagamenti con PayPal. Non mi considero una ONLUS. Che facciamo, devolviamo il 5x1000 a Beppe Grillo?
E se anche putacaso volessi trasferire il blog su un dominio di mia proprietà, che già possiedo, sarebbero 25 euro circa all'anno. Nemmeno una pizza per due con birra media.

Leggo che qualcuno dei lamentosi dice che scrivere costa in sé, in quanto impegno quotidiano.
Essendo la scrittura sul blog un passatempo, non considero il tempo che impiego a mettere assieme un post un tempo monetizzabile al pari di un'ora lavorativa.
Sarà un mio limite da vecchia romanticona ma credo che debba esistere il modo di fare ancora qualcosa gratis per sé stessi e gli altri. 
Ecco perché la pubblicità non c'è sul mio blog (anche per coerenza, perché la odio), perché non ho mai pensato che un blog potesse diventare un "lavoro" e perché ritengo che duecento euro al mese in più per vedersi scritto da Google "Voti Silvio Berlusconi? Ricevi le riviste di centrodestra" non siano dignitosi. Chiedere un contributo ai lettori e sostenitori? E perché mai, se ho un primo lavoro che mi permette di mantenermi più che dignitosamente?

Allora, se io sono una blogger che non ha motivo di lamentarsi del non arrivare a fine mese per colpa della crisi - e pensiamo per piacere a chi veramente fa la fame perché la sua fabbrica delocalizza in Serbia, che è meglio - se leggiamo la classifica di BlogBabel, a cui tutti fanno riferimento per individuare le cosiddette blogstar, vediamo che il 90 per cento dei blog lo sono per modo di dire.
Il blog è nato come cosa assolutamente amatoriale, senza scopo di lucro e fatta per il puro piacere di scrivere e condividere le proprie opinioni e pensieri. Una cosa fatta da chi non scrive già per mestiere. 
Quindi mi spiegate che c'azzeccano il giornalista, il comico,  il politico (!) con il sito patinato che costa, quello si, un pacco di soldi tra grafici, webdesigner, gente che ti pompa le visite con le tecniche del web marketing per cui tutti dicono "ammazza che bravo 'sto blogger, diecimila contatti!" e, dio non voglia, i ghostwriter che scrivono il post al posto tuo. Ecco, se questi sedicenti blogger sono in crisi, ben gli sta perché hanno voluto snaturare il fenomeno, ma non parliamo di crisi dei blog perché i blog sono altra cosa. Ci sono decine e decine di altri blogger che continuano a scrivere e a produrre informazione alternativa, racconti, satira, vignette e quant'altro. Ho detto blogger, non blogstar.

Quindi, cari amici, un conto è scrivere sul blog e un altro è scrivere per un giornale. Pretendere di guadagnare scrivendo per il blog sarebbe some scrivere gratis per un giornale, un controsenso.
Chiediamoci piuttosto altre cose, se vogliamo discutere di crisi del blogging.
Se è vero che la gente si disaffeziona, non sarà che ci sono troppe blogstar della serie "Ehi raga, oggi tutto rego?" "Cazzo, oggi no ho voglia di scrivere niente" - e giù 400 commenti? Che la controinformazione è poca e il cazzeggio tanto, come è tanta l'attenzione più alla forma che alla sostanza?
Qualcuno mi spiega perché le donne blogger sono così poche, e pochissime tra le blogstar, mentre invece io leggo sempre le cose più nuove, divertenti e creative nei blog scritti da donne?

In conclusione, il blog è un piacere, un passatempo. Il blogger è un tizio che scrive per passione e se qualcuno lo legge e lo segue, tanto meglio. Altrimenti, pace. E il denaro non c'entra niente.

P.S. della domenica.
Giusto per parlare di classifiche, in quella di Wikio, sezione politica, ci sono, al 36° posto. Unica donna (se non mi sbaglio) assieme a Sonia Alfano nelle prime cinquanta posizioni. Mi sembra un ottimo risultato per un blog low cost come il mio. In BlogBabel invece sono al 501° posto in classifica generale (413° in Wikio). Ma si sa, BlogBabel è solo per le blogstar. 

domenica 3 aprile 2011

Fukushima mon amour

Fukushima, oggi
"E' una tragedia enorme, abbiamo visto diversi impianti chimici e di gas in fiamme. Mi sento di dire che al momento gli impianti nucleari hanno tenuto, hanno 'retto botta'. (Chicco Testa, 11 marzo 2011)
"Oggi, nel mondo, in oltre 14.000 anni-reattore di funzionamento, vi sono stati solo due incidenti molto gravi, di cui solo quello di Chernobyl ha avuto come conseguenza la perdita di vite umane e la contaminazione della regione circostante. Va al riguardo sottolineato che si è trattato di un incidente reso possibile dalla tecnologia di quel reattore, adottato solo nell'ex URSS e che non potrebbe in alcun modo aver luogo nei reattori di tecnologia occidentale (LWR). Il secondo, Three Mile Island, pur avendo comportato danni materiali molto gravi al reattore, non ha dato luogo a emissioni radioattive significative all'esterno del contenimento e non ha avuto alcun impatto sanitario sulle popolazioni locali. Eventi di questo tipo - causati da carenze progettuali, errori umani e organizzativi - con le centrali di terza generazione avanzata e con le attuali modalità di gestione e funzionamento sono sostanzialmente irripetibili (probabilità di evento catastrofico pari a meno di un caso ogni 100.000.000 di anni).
(fonte: ENEL - EDF - Ambrosetti -"Il nucleare, per l'economia, l'ambiente e lo sviluppo", estratto, pag. 19)
Fukushima, l'impianto nucleare giapponese a nord di Tokio danneggiato in maniera gravissima per quattro reattori su sei dal terremoto e tsunami  di tre settimane fa, è il miglior monumento possibile alle menzogne dell'industria nucleare. E' un fantasma, una grottesca maschera Kabuki che sghignazza delle previsioni probabilistiche sbagliate e della sistematica sottovalutazione dei rischi.
Altro che un incidente ogni 100.000.000 di anni, come scriveva l'opuscolo adorante il Dio Uranio, fabbricato dall'ENEL appena sei mesi fa.
Three Miles Island 1979, Chernobyl 1986, Fukushima  2011.  Sono tre incidenti gravi negli ultimi  trentadue anni. In media, un incidente ogni dieci anni.

Abbiamo tanto criticato, accusato e vomitato tutto il disprezzo possibile nel 1986 addosso alle autorità sovietiche che, secondo noi, non volevano raccontarci la verità su Chernobyl.
Beh, cosa sappiamo esattamente di cosa sta succedendo a Fukushima, nei famosi reattori a tecnologia occidentale che non avrebbero mai dovuto rompersi, in queste ore?
Se al tempo di Chernobyl si pretendeva la verità perché il radionuclide veniva da oltrecortina, oggi invece il sarcofago di silenzio ed omertà colpevole lo si costruisce sulla verità che proviene dal Giappone. Come ha scritto Luca Telese sul "Fatto quotidiano": "Ci sono rumori che servono a depistare e silenzi che servono per occultare."
Le parole d'ordine sono cincischiare, supercazzoleggiare e parlare per enigmi ed assurdità. Si, il tetto di un reattore è scoperchiato ma il nocciolo è solo parzialmente fuso. Anche gli altri sono parzialmente fusi. Fusi ma non troppo. Fusi ma anche no. Come se le barre d'uranio, improvvisamene senzienti, dicessero tra loro: "Oh, per carità, io non mi fondo, mi metto da parte, anzi, mi autoraffreddo così non arreco troppo disturbo alla TEPCO".
Balle, balle e ancora balle. Non sanno come dircelo che le loro preziose tecnologie occidentali, di fronte all'imponderabile, sono vulnerabili come i catorci a grafite dell'ex URSS. Con l'aggravante che qui in Occidente c'e anche il profitto da difendere, si ritardano i lavori di messa in sicurezza per non danneggiare i preziosi gingilli, mentre là fuori c'è già gente che sta già respirando la morte.

E, indovinate? Ora viene fuori che buttare sopra i reattori di Fukushima l'acqua di mare e quella dolce è stata una cazzata, che l'unico modo per seppellire tutto il calderone infernale (moltiplicato per quattro reattori) è costruirci un bel sarcofagone in cemento come quello che realizzarono i russi. Il problema però è che le falde sottostanti e il mare sono già inquinati e, se non c'è stata l'esplosione del nocciolo come a Chernobyl, qui è pure peggio perché il sarcofago potrebbe solo amplificare e rendere ancora più devastante un'esplosione che non si può ancora scongiurare.

Per il resto si vedono le stesse scene di venticinque anni fa. Il Moloch nucleare è talmente sicuro che richiede anche stavolta sacrifici umani. Sono ritornati i liquidatori. Passata l'emergenza si parlerà poco di loro, ancor meno di quanto se ne parli ora. Diranno che sono morti in pochi. Il famoso livello di rischio accettabile. L'OMS, in combutta con l'AIEA, si guarderà bene dal pubblicare uno studio sugli effetti di Fukushima sulla salute della popolazione mondiale. Niente studio, niente rischio. Se di un problema non si parla, esso non esiste.

Un attivista antinucleare giapponese ha scritto, nei giorni scorsi: "Se siete sicuri che siano così sicuri, perché non costruire gli impianti nel centro della città, invece che a centinaia di chilometri di distanza provocando la dispersione di metà dell’energia elettrica nel passaggio sui cavi?"

E' una buona domanda ma temo che non riceverà risposta tanto presto. Una buona risposta sui rischi del nucleare la possiamo però offrire noi italiani.
Il dodici giugno si va a votare per il referendum contro la volontà della casta di ributtarsi sul nucleare, alla faccia nostra ed in nome del loro profitto.
Ai nostri politici consiglio di giocarsi il 79, l'86 e l'11. Un bel terno secco in omaggio ai più gravi incidenti nucleari degli ultimi trentadue anni. Per quanto riguarda le barre d'uranio già esistenti e quelle future che sognano, sanno già come possono utilizzarle.