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martedì 12 luglio 2011

Il figlio matto

Aldo Togliatti, 1925-2011
Un figlio malato, malato fisicamente di qualunque malattia organica, anche la più inesorabile e devastante, raramente viene respinto dai genitori e lasciato al suo destino. Qualche padre o madre possono decidere di fuggire, di rifiutarsi di accettare una vita di sacrifici da costruire attorno alle esigenze del figlio sfortunato ma è più frequente l'accettazione, fino all'eroismo, del proprio destino.
Tra i casi più estremi di eroismo genitoriale tutti ricordiamo la storia commovente e incredibile della famiglia Oddone, di quei genitori che si reinventarono biologi per scoprire la sostanza che avrebbe potuto alleviare le sofferenze del loro figlio Lorenzo affetto da adrenoleucodistrofia

Questi genitori agiscono spinti dall'amore e dalla consapevolezza che un figlio malato ha ancora più bisogno di amore e dedizione.
La modernità e un nuovo senso di civiltà dei rapporti umani, dopo averci permesso di piangerne la morte come qualcosa di profondamente ingiusto ed innaturale, ci hanno insegnato che i figli hanno diritto alle cure e all'amore anche e soprattuto se imperfetti o deboli. La Rupe Tarpea ci fa orrore, l'aborto selettivo e le teorie eugenetiche che pretenderebbero di ripulire le razze eliminando gli infelici con il gas sono stigmatizzate culturalmente come disumane ed illegali. 
Avere un figlio malato o disabile non costituisce più di solito motivo di vergogna e di emarginazione sociale. Ci si aspetta che la famiglia in questione riceva comprensione e aiuto dalla società, e comportamenti diversi dalla solidarietà nei confronti di una madre con un figlio affetto da leucemia o distrofia sarebbero considerati sicuramente bizzarri o devianti.

Cosa succede però se il figlio malato è malato di mente? Cosa succede se quegli stessi genitori devono avere a che fare con un figlio schizofrenico, maniaco-depressivo, bipolare; imprevedibile, a volte violento, ingestibile perché appare assolutamente riottoso ad ogni regola sociale? 
Non rendendosi conto che anche la malattia mentale è una malattia organica come le altre, perché la follia è vista ancora oggi come qualcosa di misterioso e chi ne è toccato, anche trasversalmente in quanto famigliare del matto, è come fosse maledetto; non sapendo che il malato non ha alcuna colpa di esserlo e che le sue bizzarrie non sono volute ma subite da una mente sconvolta, questi genitori si trovano completamente impreparati a gestire un figlio del genere e la reazione è quella di rifiuto, di distacco e di profonda vergogna per essere stati colpiti dalla peggiore delle disgrazie: avere un figlio matto.  
Se per qualunque altra malattia la società ha fatto indubbiamente passi da gigante per riconoscerne il diritto alla cura ed al sostegno alle famiglie che hanno malati al loro interno, per quanto riguarda la malattia mentale siamo fermi ad un misto di superstizione ed ignoranza che non curano ma perpetuano la sofferenza di chi ne è coinvolto.

Il malato di mente, da questo punto di vista, è la persona più sola, disperata e disgraziata della terra. Alla sofferenza patita a causa della malattia, di uno stato mentale in cui la realtà e il sogno si mescolano in un caos ingestibile, oppure dalla malinconia che ti rode dal di dentro ogni speranza per il futuro, si aggiunge il rifiuto palese e percepito di coloro che dovrebbero invece amarti e proteggerti ed anzi, arrivano a dirti che si vergognano di te. I veri dimenticati della terra sono i matti. Leggere "Il cimitero dei pazzi - I quattromila dimenticati di Cadillac" per rendersene conto.

Ci sono motivi sociali e psicologici per i quali avviene il rifiuto nei confronti del malato di mente anche se questi è tuo figlio.
Un genitore è capace di accettare che un figlio "dia di matto" perché un medico gli ha detto che la mielina che sostiene i suoi neuroni è distrutta, ma non ne sarà altrettanto capace se un figlio "dà di matto" e basta, magari è un po' troppo ribelle e libero per i suoi gusti e non c'è alcuna dotta spiegazione medica a giustificarne il comportamento. Di un figlio matto allora ci si può vergognare ed averne paura perché la sua follia ci ricorda che potenzialmente possiamo impazzire tutti e la cosa ci terrorizza. Il terrore di perdere il controllo che la società ci impone così rigidamente di osservare. Si può soltanto maledire il destino che ci ha colpiti così ingiustamente. 
Non è necessario neppure che il figlio sia matto veramente, per innescare il meccanismo del rifiuto del suo disagio e viverlo non come una sua disgrazia ma nostra. Anche la devianza comportamentale, la tossicodipendenza e la ribellione innata causano rifiuto e separazione.
Se qualcuno sosterrà che le mie sono esagerazioni generalizzanti e che un figlio, anche matto o drop-out, è sempre un figlio per qualunque genitore, rispondo che, certo, ci sono genitori che sostengono ed amano disperatamente i figli disturbati mentalmente o semplicemente affetti da disagio psicologico, ma sono, almeno per la mia esperienza, molto più rari degli eroi alla Oddone. Più che eroi occorrono, in quel caso, dei veri santi.

La psichiatria repressiva ha aiutato per centinaia d'anni le famiglie a liberarsi dei figli matti o presunti tali  affidandoli agli istituti ed ai manicomi, prigioni disumane per chi non aveva altra colpa che l'essere malato, dove si subivano abusi e violenze di ogni tipo. 
L'abbandono di un figlio matto in un istituto ha sempre evocato la pietà per i poveri parenti, piuttosto che per il disgraziato condannato all'oblio sociale perpetuo. Anche quando il manicomio serviva più che altro ad eliminare uno tra gli eredi di grosse ricchezze. E' proprio negli ambienti ricchi e di potere che la vergogna per un figlio matto e le dinamiche di espulsione del soggetto malato dalla famiglia per motivi di convenienza o mero interesse sono più crudeli e violente. E ancora maggiore è lo stigma sociale di avere una mela bacata all'interno se si pretende di far parte di un'élite di esseri superiori.

La notizia della morte di Aldo Togliatti dopo trent'anni di istituto psichiatrico, mi offre lo spunto per ricordare le vicende altrettanto tragiche di Rosemary Kennedy e Benito Albino Dalser. Tre vite accomunate dalla sofferenza provocata dal disagio mentale e ancora più dal rifiuto delle rispettive famiglie e condizionate pesantemente dalla politica, dal potere e dalla ragion di Stato.
Tre storie dove i padri ebbero forse più il compito di annientare la volontà anticonformista e ribelle dei figli che di assicurarne l'innocuità e la cura all'interno di strutture sociali di contenimento. 

Aldo, figlio del segretario del PCI e di sua moglie Rita Montagnana, ricevette una diagnosi di schizofrenia nel 1950 e, dopo decenni di cure apparentemente inefficaci e di disperata solitudine, "adottato" infine dal Partito Comunista, entrò nel 1980 in un istituto e vi rimase, praticamente dimenticato, fino alla morte.

Benito Albino Dalser, figlio di Benito Mussolini
Benito Albino Dalser era figlio di Ida Dalser e di Benito Mussolini.  Per tutta la sua infelice vita Ida sostenne disperatamente di essere l'unica legittima consorte del Duce. Fu internata in manicomio e lì vi morì e la stessa sorte toccò al figlio, condannato ad essere matto per proprietà transitiva, visto che lo era la madre, e rinchiuso per togliere di mezzo uno scomodo errore di gioventù dell'uomo che doveva essere perfetto per governare un paese di imperfetti. Benito Albino, la cui vicenda è narrata nello splendido "Vincere" di Marco Bellocchio, morì probabilmente a causa delle troppe iniezioni di insulina praticate per la terapia dello shock insulinico.

Ancora più terribile è la vicenda di Rosemary Kennedy, figlia del vecchio patriarca e sorella di presidenti e ministri.
Rosemary, dichiarata instabile di mente o ritardata ma solo probabilmente troppo libera di costumi e mentalità per il suo ruolo e per quell'epoca, fu rinchiusa in un manicomio e sottoposta per volontà del padre a lobotomia.
Un intervento che la rese un obbediente e mite vegetale. La vittima di una pratica disumana ed abietta che serviva negli anni '50 come puro strumento repressivo di una società terrorizzata dall'inarrestabile voglia di libertà e cambiamento dei suoi cittadini e soprattutto delle sue cittadine. Rosemary sottoposta a mutilazione cerebrale femminile come la bella ed infelice Frances Farmer, la diva ribelle. Donne il cui cervello faceva talmente paura da desiderare di distruggerlo da vive, per annientarle meglio.

Rosemary prima e dopo la lobotomia.

20 commenti:

  1. Brava Lame, un tema che mi tocca da vicino ... forse perchè mi sento un po' matta :-)

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  2. Non ho (per fortuna,e qui mi tocco)elementi per giudicare,di certo la tua disamina non fa una grinza,non c'è posto nella nostra società per pesi ritenuti morti o al difuori degli schemi imposti,esempio lampante è la figura di Edoardo Agnelli sulla cui morte poco si dice anche se molto si sa

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  3. In effetti siamo dei cervelli che pilotano macchine fatte di muscoli e di ossa.
    Se non funziona il cervello non siamo più niente.

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  4. Nick8007:44

    Complimenti. Uno dei pezzi più belli che abbia mai letto nel blog. Equilibrato, preciso, razionale, intelligente, umano.

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  5. Mi spiace dirlo ma affermi cose mai provate da nessun esperimento scientifico; la malattia mentale, se è mentale non è organica, ma se è mentale non essendo organica non è una patologia, ma una condizione del pensiero, e dire che i pensieri sono malati è qualcosa di assolutamente ridicolo.

    per altro la scienza richiede che si possano utilizzare criteri diagnostici chiari per differenziare i "malati di mente" da chi non lo è.

    Gli esperimenti condotti in tale senso hanno portato al fallimento più totale, vedi esperimento di rosenham

    Se il cervello è l'organo meno conosciuto del corpo umano, la mente è ancora un grande mistero che nessuno psicologo psichiatra psicanalista ha mai saputo sondare.

    La psichiatria del resto è espressione di sopraffazione e violenza senza limiti, basta girare per i reparti psichiatrici d'Italia (io ne ho visti tanti, ed in diverse città, oltre ai manicomi) per capirlo

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  6. @ Corrado

    Mi dispiace dirlo ma sei tu che dici cose sbagliate, forse perché non possiedi le competenze specifiche in materia. Ad esempio dici che se la malattia è mentale allora non è organica. Mi spieghi allora come potrebbero funzionare gli psicofarmaci su qualcosa che non è organico? Depressione e schizofrenia sono malattie mentali delle quali è stata dimostrata ormai da molto tempo la base organica.
    Solo per fare alcuni esempi, vecchi come il cucco. La schizofrenia è legata alla funzione della dopamina, un neurotrasmettitore.
    La depressione nasce da una carenza di serotonina, altro neurotrasmettitore. Se il cervello non ne produce più a sufficienza compaiono i sintomi depressivi. I farmaci antidepressivi vano a ristabilire il meccanismo di take e reuptake della serotonina.
    Altro esempio: le droghe. Gli stati alterati di coscienza che provocano, solo perché le molecole delle sostanze si legano ad appositi recettori sui neuroni, sono in tutto e per tutto riproduzioni artificiali di stati psicotici.
    Ultimo esempio. Un tipo di cortisone, il prednisone, può provocare come effetto collaterale delle crisi psicotiche acute paranoidee, oltre che sintomi depressivi. Una pazzia artificiale che, una volta smesso il farmaco, scompare.

    Il cervello non è slegato dalla mente, sono una cosa unica e funzionano grazie ai meccanismi della neurochimica e ad impulsi elettrici. Materia, pura materia.
    La tua è una visione più religiosa che scientifica della mente che risente della dicotomia corpo e anima. Dicotomia che nella medicina orientale, ad esempio, non esiste.

    Ovviamente la terapia farmacologica della malattia mentale non è sufficiente per il benessere del paziente, deve essere affiancata da altri interventi terapeutici come il colloquio, il coinvolgimento in attività e, forse la cosa più importante, l'amore.

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  7. Nick8010:45

    L'interessante esperimento citato da Corrado non mostra il fallimento della psichiatria, mostra il fallimento dell'istituzionalizzazione del paziente. Leggere l'"Istituzione negata" per capire, con parole asciutte e semplici, la realtà lager-manicomio.
    E' sempre spassoso vedere gente che si improvvisa medico, ingegnere, economista: internet è una fucina inesorabile di questi personaggi.
    "Ma io ho seguito un corso accelerato di wikipedologia all'università online di toboga e ho passato intere ore seduto sul cesso di casa a studiare l'argomento!" è più o meno quello che ti risponderanno ogni volta.
    Ignorando che un medico, un biologo,un ingegnere ha alle spalle un'ammontare di circa una decina d'anni della sua vita di studi quotidiani, di approfondimento, di ricerca, di master di perfezionamento, di dottorati.
    Un po' meno spassoso quando questi personaggi diffondono bufale che toccano la salute della gente. Non è questo il caso.

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  8. Grazie per avermi fatto scoprire Frances Farmer, Duck: le dedicherò un pezzo quanto prima (quest'anno ricorre l'ottantesimo anniversario di Dio Muore, il saggio che scrisse a scuola).
    In pratica fu lobotomizzata in quanto ritenuta un pericolo pubblico, solo perché aggredì degli sbirri che erano venuti per arrestarla... embeh? Fosse vissuta nell'Italia dei nostri giorni, avrebbe avuto buone chances di diventare ministra (Roberto Maroni docet).

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  9. In effetti la mia coinquilina è autistica e ha avuto molti problemi con la famiglia. Hanno sempre tentato di insabbiare la cosa e hanno rifiutato di curarla, attribuendo anzi i suoi problemi a una sua intrinseca "cattiveria". Dipenderà di sicuro dal fatto che si tratta di una ricca famiglia messicana, supercattolica e estremamente conservatrice... ma c'è da dire che all'università alcuni suoi professori dicono di avere paura di lei. Una professoressa ha cercato di farla espellere, sostenendo che era un pericolo per le lezioni. E, in generale, altri professori e l'assistente sociale tendono a considerare i suoi eccellenti risultati come se non contassero per davvero, perchè credono che si limiti ad imparare tutto a memoria e che sia una specie di macchinetta priva di pensieri, incapace di relazionare le cose fra di loro.
    E invece è una ragazza con le contropalle, che ha saputo togliersi da una famiglia che la stava distruggendo e che le ha sempre negato cure che ora le sono molto utili, è emigrata da sola e si è conquistata la cittadinanza per continuare a studiare ed ora ha compiuto anche questo passo enorme di cercare di condividere casa con qualcuno.
    Queste persone si limitano a sparare stronzate (scusate i francesismi) senza informarsi e senza cercare di conoscerla meglio. Se la conoscessero meglio saprebbero che la cosa più pericolosa che può fare è accovacciarsi e dondolare picchiandosi la testa e che non potrebbe mai fare del male a nessuno e se fossero meno ignoranti, capirebbero che il suo è un autismo lieve, che non si limita semplicemente a ripetere le cose macchinalmente, altrimenti non avrebbe amici, conoscenti, altrimenti non potrebbe convivere con noi e ridere, fare battute, mantenere normali conversazioni.
    Niente da fare: nessuno guarderebbe con paura e sospetto una ragazza sulla sedia a rotelle, una diabetica o una malata di sclerosi multipla. Lei invece non solo combatte contro tutti i suoi demoni personali ogni santo giorno, le tocca anche di combattere contro l'idiozia degli altri e l'ignoranza. E attenzione: frequenta biologia, mi sarei aspettata qualcosa di meglio da gente "scientifica".

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  10. michail tal12:21

    Ciao Lame,

    splendido post, e ti ringrazio di avermi fatto conoscere la storia di Frances Farmer. Pare ci abbiano scritto su una canzone anche i Nirvana, oltre al film con la Lange.

    Solo una curiosità: dal tuo post sembrerebbe confermarsi la dicotomia organico / psichico fra coloro che ritengono essere di origine organica tutti i nostri malesseri psichici e chi invece crede nella possibilità di una terapia psicoanalitica per curare le nevrosi e tutte quelle patologie che ritengono essere di origine non organica.

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  11. Michail Tal14:39

    Scusa ho troncato senza formulare la domanda. Mi interessava sapere se credi nelle terapie psicoanalitiche oltre a quelle strettamente medico - psichiatriche (scusa se non padroneggio bene il linguaggio, ne ho una conoscenza superficiale).

    Tra l'altro leggere questo post mi ha fatto venire in mente una splendida canzone di De Andrè, "un matto"


    Tu prova ad avere un mondo nel cuore
    e non riesci ad esprimerlo con le parole,
    e la luce del giorno si divide la piazza
    tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa,
    e neppure la notte ti lascia da solo:
    gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro

    E sì, anche tu andresti a cercare
    le parole sicure per farti ascoltare:
    per stupire mezz'ora basta un libro di storia,
    io cercai di imparare la Treccani a memoria,
    e dopo maiale, Majakowsky, malfatto,
    continuarono gli altri fino a leggermi matto.

    E senza sapere a chi dovessi la vita
    in un manicomio io l'ho restituita:
    qui sulla collina dormo malvolentieri
    eppure c'è luce ormai nei miei pensieri,
    qui nella penombra ora invento parole
    ma rimpiango una luce, la luce del sole.

    Le mie ossa regalano ancora alla vita:
    le regalano ancora erba fiorita.
    Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina
    di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina;
    di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia
    "Una morte pietosa lo strappò alla pazzia".

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  12. @ Tig
    E' vero, a volte una famiglia o un ambiente possono distruggerti se non te ne allontani in tempo. Verissimo.
    E la tua amica dimostra che ha tutte le carte in regole non solo per farcela ma per farcela ancor meglio di chi non ha dovuto sopportare quello che ha sopportato lei.

    @ Michail Tal
    La psicoanalisi non è adatta, secondo me, per gestire ogni disturbo mentale. La depressione, ad esempio, bisogna trattarla con dei farmaci che agiscano in tempi brevi perché non si può tenere il paziente nella sofferenza per i tempi lunghissimi della terapia psicoanalitica.
    E' ovvio però che i farmaci da soli non bastano. Ci vuole un colloquio o una vera e propria terapia che coadiuvi l'azione dei farmaci. Ci vogliono soprattutto comprensione, empatia ed amore. Moltissimi malati si sono ammalati per mancanza d'amore.
    Ci sono delle ottime terapie brevi, che si prefiggono dei risultati in, diciamo, qualche settimana, e si focalizzano su un problema specifico alla volta prima di affrontarne altri.
    La psicoanalisi classica, quella che dura anni e anni, secondo me non è proponibile al giorno d'oggi per risolvere situazioni d'emergenza.

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  13. Anonimo01:58

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  14. Sai Paul, un po' di quei mille colori si vedono anche da qui. Non ti preoccupare per la poesia. Ci sono le altre 999 cose.

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  15. Anonimo22:49

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  16. Le affermazioni che gli psicofarmaci funzionano per curare le "malattie mentali" sono assolutamente antiscientifiche: gli psicofarmaci sostanzialmente BLOCCANO alcune funzioni cerebrali impedendo alle persone di utilizzare alcune funzioni cerebrali; ovviamente i pazienti così trattati non danno fastidio e i medici dicono che la cura funziona.

    Quanto alla competenza in materia ho girato i reparti di psichiatria di mezza Italia e ho collaborato alla liberazione di molte persone illegalmente incarcerate in quegli squallidi posti.

    Come studioso di filosofia della scienza ho potuto verificare che la psichiatria non ha alcuna validità scientifica come non ne ha la teologia. Se di Dio dovessero poter parlare solo i preti dovremmo ammettere per forza l'esistenza di Dio.

    L'idea che la schizofrenia o altre "malattie" siano legate a modificazioni biochimiche sono assolutamente antiscientifiche.

    Hai forse modo di dimostrare che l'alterazione precede la sintomatologia? E se ne seguisse lo sviluppo? L'adrenalina è la causa della paura? No, la paura è la causa del rilascio di adrenalina.

    Insomma non diciamo cose che sono state smentite da tempo dalla corretta applicazione del metodo scientifico.

    Vedi quanto afferma uno dei pochi psichiatri seri, Peter Breggin: TRATTAMENTI DISABILITANTI IL CERVELLO IN PSICHIATRIA

    La lettura dei libri di Breggin è illuminante sugli orrori della psichiatria e l'inutilità delle cosiddette cure.

    Del resto l'esperienza della suina dovrebbe mostrare che l'OMS stesso è impegnato a favorire le multinazionali e ad avvelenarci. La sanità pubblica è ormai contro il cittadino. Tant'è vero che le cure per il cancro vengono nascoste al cittadino ed i medici che le scoprono vengono ostracizzati se non condannati. L'esempio più illustre e sconosciuto: la cura a Pantellini dal costo assolutamente irrisorio e senza effetti collaterali

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  17. Corrado, io sono perfettamente consapevole del fatto che BigPharma crei ad hoc malattie ed epidemie inesistenti per vendere dei prodotti inutili e dannosi. Però non mi puoi venire a propagandare le idee di uno psichiatra che è uno e dire che tutto il resto è merda, perché non è vero.

    Scientifico o antiscientifico sono termini precisi, non devono essere usati alla cazzo. Le origini neurochimiche della schizofrenia e della depressione sono dimostrate da decenni. Io ho sofferto di depressione per 12 anni, fino a quando non mi hanno prescritto il Survector e sono guarita. Sai quando ho riavuto sintomi depressivi? Con il prednisone, un tipo di cortisone che, oltre alla depressione, provoca crisi paranoidee. Smesso il farmaco, cessati i sintomi. Come me lo spieghi se non con un'origine neurochimica di questi sintomi?

    Cosa vuol dire "gli psicofarmaci bloccano alcune funzioni cerebrali"? Quali, dove, come, quando? Cos'è, eliminano l'uso della favella, la motricità, anestetizzano il motoneurone, annebbiano la vista? Queste solo ne funzioni cerebrali. Al limite i narcotici possono indurre il sonno e i barbiturici inibire il R.E.M. ma per favore, siamo precisi, non spariamole così, oppure io ho solo sognato quando ho studiato sul Kandel&Schwartz, tanti anni fa.

    Con l'esempio dell'adrenalina mi confondi la fisiologia con la patologia. L'adrenalina è ovvio che è provocata dalla reazione di allarme (paura ma anche eccitazione) ma il sintomo schizofrenico causato dalla dopamina in eccesso non è fisiologia, è patologia. E nei parkinsoniani il sintomo schizofrenico artificiale è effetto collaterale della terapia.

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  18. Grazie Paul ma devi ascoltare soprattutto te stesso. Da qualche parte dentro di te, magari nascoste, ci sono le chiavi giuste per aprire tutte le porte. Devi solo trovarle.

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  19. continui a far finta di non sapere che l'alterazione di un qualsiasi neurotrasmettitore può essere CAUSATA da uno stato mentale invece che esserne la caisa

    non essendo capace di dimostrare l'assunto la tua è mera speculazione

    se poi non sai che gli psicofarmaci bloccano le funzioni cerebrali forse non sei mai stato a contatto con le persone rimbambite da quei farmaci, ormai letteralmente incapaci di pensare e spesso in preda ad allucinazioni e paranoie causate dai farmaci (vedi il bugiardino.

    L'effetto del primo tipo di psicofarmaco entrato in commercio veniva definito "LOBOTOMIA CHIMICA", questo dovrebbe ben spiegare che razza di gente sono gli psichiatri che hanno sostituito lo shock insulinico e l'elettroshock con questi farmaci che inibiscono funzioni cerebrali vitali ed hanno effetti collaterali spesso permanenti dopo mesi di cura (discinesia tardiva per esempio)

    Quanto a quello che hai studiato è certo che sui libri di testo universitari tendono a tranquillizzare i futuri medici/psicologi/psichiatri sottacendo gli effetti devastanti delle droghe psichiatriche. Io invece ho visto dal vivo i loro effetti e (come gestore di una ML sull'argomento) sono in contatto con centinaia di persone DISTRUTTE dalla psichiatria. Difficile chiamare gli psicofarmaci con nome differente da DROGHE.

    A parte questo voglio precisare che a casa ho il DSM4, e che leggendolo ho potuto constatare quanto sia squallido e antiscientifico, che la psichiatria è assolutamente cattiva nei confronti della donna e che le diagnosi rispecchiano non criteri scientifici ma pregiudizi sociali: vedi l'esempio del santa Maria della Pietà

    Ti consiglio di leggere quelle diagnosi; se dopo credi ancora che la psichiatria sia una scienza io allargo le braccia. Sono diagnosi degli anni '70 non del medioevo!

    Del resto se non si guarda il cielo cosa si puo' capire della cattiveria del sistema che ci opprime?

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  20. @ corrado
    Scusa, il tuo ultimo commento era finito nella spam.

    Che ti devo dire? Ho preso anch'io degli psicofarmaci, quando ero depressa, e avevo nausea e altri disturbi. Però, nel lungo periodo, posso dire che sono guarita grazie ai farmaci, perché se aspettavo gli effetti della psicoterapia, condotta alla cazzo, addio.

    Quindi, secondo te, uno stato mentale può provocare uno scompenso neurochimico; però, a quel punto, tu ti rifiuti di riequilibrare, ad esempio, la serotonina con dei farmaci, perché se no dài ragione agli odiati psichiatri. Non vedo logica in questo approccio.
    Se poi la buttiamo sulle scie chimiche... addio nini!

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