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lunedì 23 gennaio 2012

Strategie di difesa in tempo di crisi. Intervista a "Il Grande Bluff"


Proseguendo i miei incontri virtuali con i top blogger economici, sono lieta di presentarvi questa conversazione con Stefano Bassi, blogger de "Il Grande Bluff", che ho iniziato a seguire da qualche tempo e che è sempre sulla notizia, anche attraverso il suo seguitissimo twitter. Si parla di crisi ovviamente, e soprattutto dei suoi effetti sui nostri risparmi e di come difendersene. Buona lettura.

Nel profilo che troviamo sul tuo blog "Il Grande Bluff" ti definisci un ex trader, attualmente top-blogger economico-finanziario-esistenzialista. Ci spieghi meglio il tuo percorso?

Ho fatto un po' di tutto. Prima ho lavorato all'Università, ho fatto l'imprenditore informatico e web, poi ho fondato nel 2000 Borsarumors, diventata la seconda community italiana per utenti dopo finanzaonline, basata su un gruppo dei migliori traders italiani. Ho fatto il trader con successo per svariati anni e poi ho incominciato a fare il blogger e l'ho trasformato in un mestiere.

L'Italia ha varato una manovra finanziaria anticrisi definita "impressive" dalla Merkel ma che tuttavia qualcuno considera recessiva e perfino inefficace contro la crisi globale. Come se non bastasse, la politica vuole intervenire per modificare qui e tagliare di là, dando l'impressione di voler andare a parare nella solita soluzione all'italiana del cerchiobottismo. 
E' serio, per dire, rimangiarsi il discorso sull'ICI perchè lo chiede il centrodestra e fare concessioni sulla riforma pensionistica perchè così vuole la sinistra? Un governo tecnico non dovrebbe fare e basta, senza rimangiarsi tutto il giorno dopo? E' perchè stanno lavorando con la fretta alle calcagna o anche il governo Monti sarà destinato ad arrendersi al gattopardismo del cambiare tutto per non cambiare nulla? Non si starà dimostrando che la democrazia è sempre più incompatibile con il governo dell'economia e quindi, in situazioni di emergenza, vige la legge marziale? E' questo principio, di rinunzia alla propria sovranità, che in fondo questa crisi vuole imporre al mondo?

Dieci domande in una e di politica pure... Io nel mio blog cerco di parlare di economia e finanza in modo il più asettico ed imparziale possibile e lontano dalla politica, che ormai ha perso buona parte del suo significato come ha perso significato la distinzione destra-sinistra.
Il mondo ormai è in mano alla finanza ed all'economia, conta solo quello perchè tutti pensano ormai solo a fare soldi. Dunque i governi ormai contano soprattutto per le loro finanziarie, soprattutto adesso che ci troviamo in una crisi epocale.
Il governo Monti, secondo me, sta perseguendo i suoi obiettivi celermente e senza troppe marce indietro.
Ormai sono i "trader" e la finanza a governare in modo molto veloce, via spread e affini: sono loro che  fanno cambiare velocemente i governi.
Con la Grande Crisi abbiamo sprecato una grossa occasione: si poteva depotenziare e limitare uno dei grandi responsabili  - anche se non l'unico-  ovvero la finanza ed invece è stata salvata e tamponata in tutti i modi, sbracando i conti pubblici. Adesso la finanza fa come prima e peggio di prima.
Purtroppo c'è ben poco da fare perchè ormai è tutto trasversale e globalizzato: se fai delle normative limitative, queste vengono aggirate, magari spostandosi in Mongolia.
Abbattendo prima di tutto la leva finanziaria 1 a 50 molte cose cambierebbero ma non lo faranno mai, anche perché una manovra del genere ci farebbe tornare ad un'economia anni '50 e molti dovrebbero rinunciare a cambiare auto ed I-phone come cambia i calzini.

Perché non vogliono proprio accettare il Piano Rubik? Non piaceva a Tremonti e pare non piaccia neppure al governo Monti. E' perché hanno tutti i soldi in Svizzera, oppure ha ragione Giarda a dire che sarebbe dopotutto un condono e quindi non s'ha da fare - anche se lo hanno già fatto Germania e Gran Bretagna?

Bisogna senz'altro colpire chi ha portato soldi in nero in Svizzera ma se non lo fai in fretta servirebbe a poco perché tutti quei furboni li stanno già spostando alle Bahamas.
Il Piano Rubik non è la soluzione con la S maiuscola ma è una cosa da fare e che, coinvolgendo molti amici degli amici in Italia, si fatica a fare.
Bisogna però distinguere nettamente gli evasori da tutti gli italiani che stanno portando soldi in Svizzera LEGALMENTE  e regolarmente li dichiarano nel 740.
Questa è una tendenza assolutamente sensata ai tempi della Grande Crisi: tutto è globalizzato, quindi perchè non globalizzare i risparmi? Differenziando e delocalizzando riduci i rischi che tutti i tuoi onesti e sudati risparmi vadano in fumo, soprattutto con un euro in bilico come abbiamo ora.
I risparmi sono l'ultima difesa dell'Italia e se ce li giochiamo male non abbiamo più nulla per difenderci. Bisogna essere pragmatici e realisti ma è anche una battaglia ideale: delocalizzandoli, si tolgono legalmente i risparmi da un'Italia in mano alla Casta che la soffoca da 20 anni e dunque si toglie ossigeno alla Casta stessa.

Ti sei fatto un'idea del perché stiamo tutti al capezzale dell'Euro e del cosa l'ha fatto ammalare? E' perchè è una moneta nata male, perché era diventata troppo forte e dava fastidio ad altre divise - principalmente il dollaro - e quindi la stanno avvelenando lentamente oppure è proprio la stupidità degli europei che non sono capaci di mettersi d'accordo sul bene comune? Chi sta facendo più male all'euro in questo momento: l'incertezza della Merkel, la scelleratezza dei PIIGS, l'ambiguità della Gran Bretagna che vuol stare sia dentro che fuori all'Europa ma per poter fare meglio i suoi interessi, compresi quelli speculativi, oppure altri?

Il fatto che l'euro rischi di saltare è una questione complessa che ha decine di cause.
L'importante è stabilire delle priorità d'importanza e non dare la colpa principale a complotti fantasmatici o alle agenzie di rating.
La colpa principale è imputabile a noi stessi che abbiamo creato un'unione monetaria con già dei gravi difetti di nascita che poi non ci siamo premurati di risolvere. Non abbiamo fatto passi avanti verso l'integrazione fiscale e politica. Per questi motivi, una semplice unione monetaria ed un'Unione Europea con istituzioni inefficienti tra loro non può funzionare in tempi di crisi epocale tra paesi diversisimi tra loro, quando hai Stati che crescono del 3% di PIL ed altri che scendono del 2%; quando hai stati che pagano sui titoli di stato decennali il 2% ed altri il 10%.
La colpa principale della crisi dell'euro risiede dunque qui in Eurozona, nelle nostre profonde divisioni e debolezze, nella Germania che pensa solo a se stessa, ecc.
Gli altri, e quindi anche gli speculatori, ci marciano sopra perchè il mondo non è un asilo nido dove si prendono cura di te se ti metti a frignare ma è una jungla dove vince il più forte e se sbagli ti sbranano.

Cosa comporterebbe per l'Italia - e per gli altri paesi dell'eurozona - uscire dall'Euro e tornare alle divise a nazionali?

Difficile a dirsi perchè sarebbe un caso senza precedenti, a parte la caduta dell'impero romano e l'uscita dal sesterzio...
Diciamo che ci troveremmo con una new-lira svalutata anche del 50% con tutti i pro ed i contro del caso. La parte positiva è che la nostra economia tornerebbe ad essere molto competitiva e che l'export andrebbe come un treno.
La parte negativa è che i nostri risparmi perderebbero valore, che rischieremmo un'inflazione galoppante che abbatterebbe si il debito ma anche tutti noi.
Purtroppo in questi tempi moderni globalizzati ed iper-competitivi svalutare non basta più, soprattutto se hai ancora tutte le palle al piede che tirano giù l'Italia da 25 anni.
Ormai ci vogliono cure e strategie "totali e complesse" ad ampio spettro e non strategie iper-focalizzate.

Se la situazione è grave, ci sono manovre pratiche di autodifesa da adottare? C'è chi pensa di portare i soldi in Svizzera, di ritirare il contante dalla banca ed affidarlo al caro vecchio materasso, di investire in dollari, di comperare casa sull'Unter den Linden a Berlino, di farsi un tesoretto in valuta estera da tenere in cassetta di sicurezza. Ci dai un consiglio, a parte quello di tirare un bel respiro e cercare di calmarsi? E secondo te, nella peggiore delle ipotesi, cosa potrebbe veramente succedere ai nostri soldi?
Parto dalla fine: cosa potrebbe succedere ai nostri soldi?

Potrebbero svalutarsi del 50% se l'euro crolla, potrebbero svanire parzialmente dai conti virtuali se le banche saltano o comunque ne verrebbe limitato l'accesso come in Argentina durante il default.
Come ho spiegato più volte i punti per difendersi sono tre:
1) Non tenere solo soldi virtuali su conti virtuali che con un click me li rigirano come vogliono e che effettivamente LA BANCA NON POSSIEDE. Pensate se dovessimo metterci tutti assieme a prelevarli...
Le banche hanno leverage bancari assurdi: da 1:20 ad 1:50, ovvero per 1 euro reale che possiedono si giocano da 20 a 50 euro.
2) Non tenete solo soldi in euro che se dovesse saltare l'euro, ecc. ecc. 
3) Non tenete solo soldi su banche perchè il sistema finanziario è tecnicamente fallito (chi più e chi meno) e sta in piedi solo grazie a mega-tamponi governativi.
Per avere maggiore protezione, relativamente parlando visto che il safe haven assoluto non esiste più, bisogna adottare una strategia di differenziazione dei risparmi ma anche di delocalizzazione legale in Nazioni diverse.
Le soluzioni sono parecchie. Faccio alcuni esempi ma ciascuno può trovarne altri.
Comprare una Casa a Berlino, aprirsi un conto (legalmente) in Svizzera, comprarsi una casa in USA in un'asta fallimentare a -60% del suo prezzo di qualche anno fa e, scegliendo la zona giusta, farsi un portafoglio FISICO di valute estere e metterle (per ora) in cassetta di sicurezza - gli Argentini che durante il default avevano dollari fisici se la cavarono alla grande -  e così via.
L'obiettivo deve essere la globalizzazione dei propri risparmi in svariati investimenti/assets: non ci si può più permettere di tenere tutto in un solo stato, tantomeno l'Italia.

In conclusione, esiste la possibilità che nessuno sappia come risolvere veramente questa crisi globale perché la situazione è sfuggita di mano all'apprendista stregone? Augurandoci che non sia così, è meglio essere pessimisti senza illusioni, ottimisti alla Berlusconi od ottimisti con cautela?

Io attualmente non vedo soluzioni alla Crisi via bacchetta magica ma solo soluzioni LUNGHE E DOLOROSE: abbiamo banchettato per anni su un sistema marcio e finanziarizzato vivendo oltre alle nostre possibilità, abbiamo accettato una delocalizzazione selvaggia perchè all'inizio faceva comodo anche a noi mentre adesso ci massacra posti di lavoro e tessuti produttivi. Beh, IL CONTO prima o poi va pagato. Punto.
Io non sono nè pessimista nè ottimista ma realista: il Mondo non finirà ma cambierà, l'etimologia di Crisi è cambiamento. Basta capire le nuove tendenze, anticiparle e mettersi sul giusto binario.

5 commenti:

  1. Robertone15:07

    Complimenti! , vedo con piacere che sei sempre sul pezzo!
    Il blog è ulteriormente migliorate e merita , secondo me di essere più famoso.
    Adesso ho finito con l'adulazione e sto arrivando a bomba:
    Quando si comincerà a parlare delle "manovre competitive?"
    mi spiego, siano nel pieno del paradosso del panettiere:
    un forno ha problemi , i clienti non comprano più pane perché hanno finito i soldi.
    Arriva un consulente e gli dice che la soluzione è vendere pane più scadente a un prezzo più basso.
    Quindi si finisce con vendere meno pane ad un prezzo più basso per guadagnare di più......
    Adesso per rilanciare l'economia occorre un taglio deciso degli stipendi e delle pensioni , ovvero le persone che guadagneranno meno correranno a consumare come dei matti per rilanciare l'economia.
    Dato che provo a fare l'indovino diciamo a Marzo-Aprile?
    Penso che si comincerà con il dieci per cento , per arrivare al 20 per cento per tutti.
    Al''inizio ci sarà una campagna mediatica contro gli stenografi della camera che guadagnano troppo e i super pensionati , la popolazione accetterà una sforbiciata dei loro stipendi , per poi , piano piano arrivare a tutti.
    quando si riparlerà dell'Omsa? ho appena parlato con un professionista che ha seguito la faccenda e ho succose novità.....
    (p.s. La Serbia ha pagato due anni di stipendi di ogni operaio nuovo assunto , temo che l'abbiano fatto con fondi comunitari, a noi italiani Tafazzi ci fa una pippa)

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  2. Posso fare qualche domanda pure io?

    Vista l'impossibilità per la Grecia di onorare il debito é stato annunciato un ritorno alla Dracma, si dice per salvare la zona euro.Ora io chiedo la Grecia e i greci che fine faranno,sprofonderanno nell'Egeo? Noi che fine faremo, visto che stiamo seguendo il medesimo percorso greco e data la nostra accertata insolvenza,
    saremo sotto ricatto nei secoli a venire o ci faranno tornare alla Lira?E Spagna e Portogallo? Sia in un senso che nell'altro saremo un sud(intesi come paesi colonozzati) nel nord o è tutto il nord che sta sprofondando a sud a beneficio dei soliti noti, pochi colonizzatori?

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  3. Robertone21:57

    Purtroppo ho a che fare on un cliente greco che , simpaticamente ha pensato di non pagarmi le ultime fatture.....
    Devo dire che laggiù le cose si stanno assestando in una nuova normalità, ovvero anche alla crisi ci si abitua.
    Senza essere drammatici pare che la crisi derivi dal fatto che i Greci si rifiutano di pagare le esose asse volute dal governo , ovvero:
    tassi l'auto?
    restituisco le targhe
    tassi il metano?
    mi riscaldo a legna
    Mi metti l'ici nella bolletta della luce?
    la paga uno solo che da l'energia altri tre appartamenti , e poi ci dividiamo le spese.
    Ma non per una pretesa furbizia dei Greci , è per la mancanza cronica di soldi, se non ci sono si fa di tutto per non darli allo stato.
    Quindi ogni giro di vite fiscale si risolve in una diminuzione dei consumi tassati , e ad una conseguente riduzione delle imposte.
    Faccio un esempio Italiano, a Milano c'è la simpatica tassa di 5 euro su ogni auto che entra in città.
    Cosa fanno i muratori brianzoli?
    Si alzano alle quattro di mattina ,e cercano di arrivare prima delle sette e trenta della mattina , per non pagare la tassa, per poi andare a casa distrutti alle quattro.
    Per un lavoratore cinque euro al giorno sono soldi, e ai non residenti non danno un pacchetto di "ingressi gratis".
    Poi tutti i supermercati di grosse dimensioni sono fuori dalla zona tassata e i milanesi devono utilizzare una cinquantina dei sessanta ingressi gratuiti per fare la spesa.
    Diciamo che è una tassa di almeno mille euro all'anno a residente.
    cosa posso dire? secondo me gisuto limitare il traffico , ma almeno ci vorrebbero servizi pubblici decenti.
    Mi ricordo dal mio ultimo viaggio ad Amsterdam , a parte che i mezzi la costano molto di più che in Italia ce ne sono molti , funzionano abbastanza bene (per non parlare delle biciclette) e rimango sconvolto quando vedo parcheggi liberi in centro , alle dieci della mattina!
    Già e spesso sono gratuiti (oddio , mi dicono che la le macchine le usano poco , perchè costano , ma non so come funziona)
    c'è molto da scrivere su questo e altre cose..

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  4. Durante la crisi del 1973, quando si andava a piedi la domenica perché di benzina non ce n’era, sui giornali si leggevano gli stessi consigli che leggo qui sopra: mettere i soldi sotto al materasso (la cassetta di sicurezza è la stessa cosa, solo più classy), investire nel mattone (fuori o dentro l’Italia sempre di mattone si parla), diversificare la valuta e fare frequenti pellegrinaggi in Svizzera.
    Nulla è cambiato in 40 anni.
    Quindi non è che serva una laurea in economia per salvarsi dalla crisi, basta ricordarsi cosa diceva nonno, e cosa faceva quella ricca vacca della zia Marta: tutti hanno - o hanno avuto - una zia Marta, ricca e vacca.
    La sostanza è che da 40 anni stiamo rimescolando gli oggetti – gli oggetti economici - dentro allo stesso contenitore, scatole, casa ben sapendo che lì dentro quegli oggetti non ci stanno e non ci staranno mai.
    Però rimescoliamo, rimescoliamo e continuiamo a rimescolare, con la malcelata, impossibile, illusione di risolvere qualcosa, almeno per un po’, ma com’è ovvio senza risolvere mai niente. Neanche per un po’.
    Questo perché manca il coraggio collettivo, o la voglia di pochi, di vedere la verità: non si risolve niente rimescolando sempre nella vecchia scatola economica, ormai vecchia e oltrepassata, obsolescente. È la scatola che deve essere cambiata, e sempre con più urgenza ormai, prima che si rompa completamente e che tutti i nostri amati, libidinosi oggetti della cara vecchia ossessiva economia capitalista/consumistica cadano a terra e si rompano in mille pezzi.
    Dopo si che ci sarà da ridere, a raccattare.

    PS: a parte lo scrivente, che una casa in America già la possiede (in quella del Sud, però, dove abita), credo che tutti gli altri lettori e lettrici di questo blog si siano precipitati negli USA a comprarsi una casa, magari svariate case: melius abundare quam deficere.
    Commosso ringrazio a nome di tutti per il prezioso, utilissimo, consiglio.

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  5. Hiei, come c'è scritto qui sopra, chi tenta di attizzare dei flames viene accompagnto all'uscita. Di troll ne abbiamo abbastanza. Non assumiamo.

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