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domenica 23 dicembre 2012

La mossa del Palio d'Italia


Siena è di moda. Non solo a causa del suo Monte Paschi, del quale siamo diventati finanziatori a nostra insaputa ma soprattutto perché in questi ultimi giorni la politica nazionale sta cominciando ad assomigliare sempre più alla mossa del suo celebre Palio, assorbendone le dinamiche e i modelli comportamentali.

L'avete visto tutti almeno una volta in televisione, se non dal vivo nella Piazza del Campo. Uno per uno, i dieci fantini delle contrade sorteggiate a disputare il Palio vengono chiamati a schierarsi dietro al canape della linea di partenza. L'ultimo ad essere chiamato partirà di rincorsa, dietro a tutti gli altri. 
Avrete notato che questa operazione, la mossa, viene ripetuta per molte volte prima che la gara possa iniziare. Se uno solo dei cavalli non è in posizione, il mossiere rimanda tutti fuori e si ricomincia con la chiamata. Due, tre, fino a dieci volte e più. Non c'è un limite se non alla sopportazione di chi, da non senese, non riesce ad apprezzare la bellezza di questa manfrina.

Degli amici senesi mi spiegarono come funziona la mossa e perché sembra quasi impossibile riuscire a far finalmente partire una decina di cavalli imbizzarriti ed ingovernabili, guidati da fantini altrettanto incontrollabili.
La mossa, nonostante sia regolata da norme, ne prevede l'assoluta inadempienza. Tutto è lecito in quei momenti.
I fantini si agitano e non rispettano volutamente la posizione assegnata, aiutati da cavalli parecchio alterati se non a volte strafatti; parlottano tra loro, si spingono, si danno di nerbo, si insultano e soprattutto contrattano. Pare che in quei concitati momenti prima della mossa, girino soldi, molti soldi. Ogni fantino ha un budget messo a disposizione dalla sua contrada per comperare avversari e consolidare alleanze. Perché quando la fiasca decide l'ordine di partenza, accanto potrai ritrovarti la contrada amica o quella nemica. Il tuo fantino potrà scegliere tra lealtà e tradimento. Se rispettare i patti o farsi convincere dagli avversari.
In ogni caso, e questo è il bello della gara, una volta superata la mossa, le strategie, i tradimenti e i colpi bassi, non contano più. Contano i cavalli e la bravura dei fantini a superare gli ostacoli e ad arrivare in fondo ai tre giri di campo. Il risultato finale rimane governato dal caso, dal grado di inclinazione con il quale il cavallo affronterà la curva di S. Martino.

La politica italiana e il Palio di Siena. Mi candido, non mi candido. Ovvero, entro o non entro dietro al canape; posso e voglio stare a fianco di quello o no? Se entri tu allora esco io. Quello mi spinge, l'altro mi prende a nerbate. Allora non mi candido e si ricomincia, perché gli altri, per decidere cosa fare stanno aspettando la tua mossa.
C'è il drappo in palio, appunto, ma potrebbe esserci qualcosa di più concreto, che vale tutto l'anno e gli anni a venire e non solo i pochi frenetici minuti della gara al massacro. L'equivalente delle strategie durante la mossa, appunto, che probabilmente governano la città di Siena per tutto l'anno successivo. Tanto per essere chiari: Monti corre per il Palio delle elezioni o per il settennato al Quirinale? 
Ecco, la retrocessione al Medioevo dell'Italia passa anche attraverso la riduzione a disfida tra contrade della cosa pubblica. Sperando che dopo il Medioevo ci sia di nuovo un Rinascimento e non ancora un balzo all'indietro nella preistoria delle clave.

Nella mossa che precederà le prossime elezioni, ci sono contrade amiche e nemiche ed altre che fingono di esserlo. Ci sono cavalli dopati, cavalli bolliti, cavalli sopravvalutati e quelli che dopo aver vinto una gara non hanno vinto più nulla. C'è quello che è già predestinato a spezzarsi la zampa alla curva del Casato e quello che farà l'exploit, la giovane promessa. 
Forse si rispetteranno le regole e forse no. A differenza della gara di Piazza del Campo, questo è un gioco che coinvolge un continente, se non il mondo intero, non una città. Anche qui girano soldi, ma molti di più di quelli che può intascarsi il più scafato dei fantini e più di quanti possiamo immaginare. 
Mi candido, non mi candido. Forse mi candido se si candida lui e se non si candida quell'altro, ma quell'altro sta aspettando che non si candidi quello così non mi candido io. E noi siamo solo spettatori, come quelli del Palio vero.

5 commenti:

  1. Adetrax15:12

    "E noi siamo solo spettatori, come quelli del Palio vero."

    Dato che i fantini rappresentano i comandi secondari di PREDATOR, si potrebbe pure "fargli la festa" (politicamente parlando), così, giusto per movimentare un po' la solita noiosa scenetta mimica.

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  2. in altre parole tutti si candidano ma nessuno è "candido",qualcuno avrà ha la candida e qualcuno la polio necessari per correre il palio non senza una innaffiatura di "vin santo" o di birra dove pocciare il cantuccino secondo ricetta medica

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  3. Adetrax09:53

    @rossoallosso

    Altro che candida, molti hanno almeno la sifilide, metaforicamente parlando.

    Comunque si è già visto in questo inizio di campagna elettorale che c'è un numero spaventoso di persone che ragionano ancora come se fossero nella dimensione di Alice nel paese delle meraviglie (ed per questo che spero che si passi presto dall'uso improprio degli ombrelli a pali-ariete, così, per vedere se c'è ancora qualcuno che dice che è giusto e che gli piace).

    Per il resto, sarà utile analizzare gli argomenti portati avanti da tutta questa pletora di partiti e partitini-zombie.

    A proposito, con PREDATOR non si dialoga con i normali "strumenti" di comunicazione. :-)

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  4. Cara amica Lameduck,



    tanti auguri per un sereno Natale a te e a tutti i tuoi lettori.

    Ciao Davide

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  5. Ciao Davide,
    grazie per gli auguri che contraccambio di cuore.

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