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mercoledì 27 febbraio 2013

Hic sunt cabrones


Non contenti di esserci inflitti ed avere esacerbato negli ultimi anni il bipolarismo che spacca l'elettorato nella classica situazione Guelfi vs. Ghibellini, alla fine, grazie alla fenomenale legge elettorale Calderoli aka porcellum, che tutti volevano cambiare ma poi alla fine nessuno ha voluto cambiare, ci regaliamo ora un bel mexican standoff, uno stallo alla messicana nella versione speciale a tre. 
PD, PDL e M5S che si tengono reciprocamente sotto tiro e non hanno nessuna intenzione di abbassare le armi, ovvero il reciproco 25-30%, aspettando solo il minimo passo falso degli avversari per scatenare un'inferno di fuoco. Situazione che non può che finire in una carneficina autodistruttiva, in una tarantinata ad alto tasso di emoglobina.

Gli italiani sono dei pavidi che non hanno avuto le palle di punire fino in fondo chi li aveva per maggior tempo vessati, presi per il culo con promesse da marinaio di ogni genere e spolpati vivi di tasse. Si sono accontentati di vendicarsi solo sull'ultimo arrivato professor Morti e sui partiti più deboli - se no che vigliacchi sarebbero - e hanno continuato imperterriti a votare PD e PDL, ovvero l'espressione del più bieco conservatorismo, il Mulinobianco e il Dash, che poi con i punti ti danno anche i regali.
Solo un 25%, un quarto di elettorato, ha avuto coraggio di provare a non mettere il segno sempre sulla stessa roba e ha scelto di assaggiare un piatto nuovo, rischiando magari che non fosse poi di suo gusto. Per fortuna che c'è ancora chi crede nel detto che bisogna provare tutto nella vita.
Se non ci fosse stato il Movimento Cinque Stelle a sparigliare le carte alla casta degli intoccabili e ad imporsi come terzo incomodo, avremmo replicato pari pari la situazione del 2006. Ve la ricordate, vero? Il PD (o la sua precedente incarnazione) che tre mesi prima delle elezioni canta già vittoria e arriva al voto sicuro di vincere facendo sfracelli; poi gli italiani si ricordano all'ultimo momento di avere un duce, di essere fascisti dentro e lo votano per paura di sfigurare nel salotto delle coscienze. Perché nel segreto dell'urna Dio non ti vede ma Silvio si. Risultato finale: PD che vince si, perché i piddini sono tanti, milioni di milioni, ma per il classico rotto della cuffia e poi governa con il freno tirato e il fiato del puzzone sul collo. 
Del resto ormai è dimostrato che PD e PDL sono due mostri siamesi che, se dovesse morirne uno, l'altro gli morirebbe appresso. L'unico modo per sconfiggerli è negare a entrambi il voto separandoli ma si, figurati se puoi sconfiggere le vecchie del dash, i piddini ad vitam, le passerottine, i teletossicodipendenti con il televisore piombato su Italia1 e tutta la fauna elettorale che si sente tranquilla solo se vota il peggio a disposizione e che tutti votano.

Nella classifica dei partiti uscita dai risultati elettorali, dopo i tre PD, PDL e M5S, Monti, che sembrava dovesse coagulare chissà quale forza moderatacentristamodaiolabocconiangiuilasofista è stato notevolmente ridimensionato e Scelta Civica è solo il quarto partito con un deludente 8%. 
Segue la Lega che, nonostante i minimi storici (4,1% alla Camera), ottiene, grazie all'alleanza con il puzzone, il governo delle regioni del Nord Lombardia e Veneto e potrà menarla a lungo con il neoconcetto della macroregione che ha sostituito quello ammuffito della Padania. Il porcellum, per le sue immonde alchimie infatti, permette a partitelli locali e infimi di ottenere un potere di veto che all'ONU è concesso solo alla potenza imperiale statunitense.
Tra gli altri salvati grazie all'ancoraggio alle coalizioni principali ci sono SEL (3,2%) e Centro Democratico di Tabacci, Fratelli d'Italia di Crosetto-Meloni-Mogol-Panzeri e l'UDC dell'indistruttibile ai raggi gamma Pierferdinando Casini. 

Per fortuna che, ad ogni elezione, a parte esercitare il conservatorismo, gli italiani si liberano da qualche zavorra politica. Stavolta si sono privati di diversi vecchi ordigni inesplosi, come Di Pietro, Fini e i radicali. 
Nei sommersi ci sono anche Ingroia con Rivoluzione Civile, i turboliberisti di Giannino e le destre estreme da Storace a Casapound. Puniti perché hanno voluto correre da soli. Gli italiani non amano chi non si imbranca nel gruppone. 

Adesso, in pieno stallo messicano, c'è grande incertezza per il futuro. Bersani, che pur avendo tecnicamente perso, ha vinto solo per un'incollatura, si sente investito del diritto divino di formare un governo. Possibilmente convertendo last minute una masnada di grillini molto motivati ad aprire la famosa scatoletta di tonno e quindi a rispondergli picche. L'altro, er puzzone, attende il da farsi e non è escluso che faccia il gesto magnanimo di aiutare il presunto rivale Bersani. Tanto il suo problema è continuare a presentare in tribunale la giustificazione del legittimo impedimento. 
L'unica cosa saggia, in questo momento, sarebbe formare un governo incaricato dal Presidente della Repubblica di realizzare solo una legge, quella elettorale e di gestire l'ordinaria amministrazione per un periodo di soli tre mesi. Niente riforme strutturali o costituzionali, solo la legge elettorale poi si torna alle urne, sperando che ne esca finalmente una maggioranza che possa definirsi tale. Ci riusciranno o dovranno invocare di nuovo il terminator della situazione, magari quel Giuliano Amato già noto per essersi introdotto nottetempo nei conti correnti degli italiani nel lontano 1992? 


venerdì 22 febbraio 2013

Perché lo faccio


Lo faccio per Napolitano che, il giorno dopo il voto, toh! va in Germania. Spero ad incontrare una Merkel assai incazzata per i risultati. Perché a lei il voto italiano interessa, eccome se interessa.
Lo faccio per lo spietato e sociopatico Monti e i suoi ministri, per le sue riforme che spero cadano per terra e gli rimbalzino dove sapete voi sotto forma di enorme schwanzstuck. Anch'esso tedesco, che gli piace tanto.
Lo faccio per il grigio apparatchik fallito Bersani che, in una piazza Plebiscito dove tra un manifestante e l'altro potevano correre dei bimbi in triciclo, e in un atmosfera di infinita tristezza piddina, dove nemmeno le bandiere ci credevano, ha detto ancora che con Grillo si andrà fuori dalla democrazia. Con il MES e il pareggio di bilancio invece no.
Lo faccio per Renzi che chiede il voto utile grillino per parare il culo a chi l'ha trombato alle primarie. 
Lo faccio per Vendola, che si mette con Bersani facendo finta di non sapere quali trattati capestro ha promesso di rispettare per entrare a far parte del fogno europeo.
Lo faccio per Ingroia che ha solo riassemblato dei pezzi di una sinistra che non sta assieme nemmeno per miracolo e che non ha avuto il coraggio di un vero rinnovamento.

Lo faccio per B., per la sua faccia da morto in camera ardente che ancora non sa di esserlo, per le sue oscene bugie da ricco senza vergogna che illudono i fessi poveri che lo votano. 
Lo faccio per il pensionato che ha fatto la fila con la sua lettera in mano e al quale mi rivolgo: mi raccomando, domenica rivotalo!
Lo faccio per la Lega, per il suo spirito rivoluzionario venduto al miglior offerente per un piatto di cassoeula.
Lo faccio per Casini e per tutti i democristiani ancora in circolazione, compresi quelli che impestano gli altri partiti, come l'arrogante nostra dipendente Rosy Bindi.
Lo faccio per Giannino, anzi per le sue giacche. E poi per gli altri economisti liberalcicisbei del suo movimento che non conoscono nemmeno il cambio esatto dell'euro.
Lo faccio per Fini, per la sua incapacità di creare una vera destra moderna. Uno che quando ne ha avuta la possibilità, si è fatto frenare dal DNA.
Lo faccio per Crosetto e Meloni, anche loro vittime del loro DNA.
Lo faccio per i radicali che, se dio vuole, spariranno nello zerovirgola che si meritano dopo averla data a tutti.

Lo faccio per quelli che hanno più paura di Casaleggio che dei Casalesi.
Lo faccio per l'intera classe politica italiana, soprattutto per coloro che ho votato in passato e che con il mio voto ci si sono nettati e ora lo pretenderebbero di nuovo in nome del voto utile a continuare a fregarmi.
Lo faccio per i giornalisti e i massmediologi che credono ancora nel potere assoluto della televisione e non riescono più ad interpretare cosa sta succedendo veramente tra la gente.
Lo faccio per tutti questi esseri inutili e dannosi affinché si prendano la sbadilata in fronte. Lo faccio come atto rivoluzionario. Di protesta ma anche di infinita rottura di coglioni. Faccio qualcosa assieme al mio popolo, fosse l'ultima cosa folle che faccio nella vita. Non mi interessa se è la scelta giusta. Viste le proposte alternative, credo non si possa fare altrimenti e dovranno pur tenerne conto. 
Voto Movimento 5 Stelle. E se anche loro ci deluderanno allora sarà rivoluzione davvero.


P.S. Prima di starmi zitta fino ad urne riaperte, qualche consiglio pratico. Se non ve la sentite di votare nessuno di questi cialtroni e nemmeno vi fidate del corrusco Casaleggio, almeno non votate scheda bianca perché è materia prima per i brogli. Piuttosto annullate la scheda scrivendoci sopra un bel pensiero poetico oppure fate verbalizzare la vostra intenzione di non votare rifiutando e facendo annullare la scheda. 
Però, già che siete lì, perché non pensare alla faccia del vostro politico preferito in senso negativo, - ne avrete uno? - quando leggerà i risultati martedì?  Quando vi ricapita? Pensateci.

giovedì 21 febbraio 2013

L'uno e trino


L'altra sera su La7 purpurea di Cairo, nel programma di Mentana "Bersaglio mobile" (che titolo da cecchino) ho visto un attore interpretare tre politici diversi o tre attori diversi interpretare lo stesso politico. Mi riferisco all'intervista separata in casa a Bersani, B. e Monti, i tre candidati mainstream a queste elezioni politiche fuori stagione, espressione della volontà del grande occhio di Euron. 
Sono riuscita a seguire parzialmente i deliri di Bersani e B. ma, sul finire di B. mi sono addormentata e mi sono risvegliata solo sul finale di trasmissione con la vocetta di HAL9000 che ripeteva i suoi proclami filotedeschi.
L'impressione generale è stata quella di aver assistito ad una visita psichiatrica a tre pazienti e di aver ascoltato con un misto di sconcerto e pena i loro deliri. 
L'anziano con i dané che molesta altri anziani inviando loro lettere ricattatorie, l'altro che si esprime con una pittoresca e paesana insalata di parole e molesta altri anziani nel bar del circolo, per imitare l'altro, promettendo loro di togliergli il ticket (ci sarebbe da scrivere un intero pezzo solo su questo poveruomo che ha perso completamente il contatto con la realtà del suo paese). 
Infine quello che, tolto dal suo ambiente ad atmosfera controllata e messo in un altro ruolo troppo impegnativo per lui, non ha retto al burn-out e ora sbarella di delirio di onnipotenza peggio di Norma Desmond sul set di DeMille, millantando crediti dai mercati, dagli altri statisti europei e permettendosi perfino di dire agli elettori italiani che "la Merkel non approverebbe un governo di sinistra nell'anno delle sue elezioni". 

Se il Ph. D. Mentana voleva farci capire meglio con chi abbiamo a che fare prima del voto ci è riuscito in pieno e lo ringrazio per il contributo alla decisione di tanti italiani di guardarsi bene dal votare questi figuri. 
Sono tre pazzi e pure pericolosi perché da queste elezioni hanno tutto da perdere e cercano di annaspare per non finire nelle sabbie mobili dei loro reciproci fallimenti personali e di partito aggrappandosi alle nostre giacche e tirandoci giù con loro. Noi invece, come direbbe un economista tedesco senza il master a Chicago ma bravino lo stesso, da questo voto abbiamo da perdere solo le nostre catene e saremo ben lieti di sfuggirgli.
Questa entità elettorale una e trina è un bel bersaglio mobile da impallinare con un voto che consegni la triade all'archivio delle esperienze politiche fallimentari della nostra storia di povero paese provinciale ma con la vanità e la spocchia di potenza mondiale che avremmo potuto essere se il gatto non ci avesse mangiato i libri.

I tre dell'Ave Maria sono terrorizzati perché c'è nell'aria, lo si respira, qualcosa di indubbiamente simile alla vigilia di un clamoroso atto collettivo che andrà contro la politica tradizionale, al di là delle bandiere, dei colori e delle ideologie. Un atto che nasce dalla consapevolezza che non si può fare altrimenti. La gemmazione spontanea di una rivoluzione culturale di cui il famigerato Grillo è solo il catalizzatore forse perfino inconsapevole.
Hanno voglia l'ambiguo Santoro e la penosa Unità a tirare in ballo gli slogan fascisti da appiccicare al Movimento 5 Stelle. Sono tentativi disperati di gente che è disposta invece a votare chi li ha già consegnati mani e piedi legati al neoegemonismo del complesso chimico-industriale tedesco. Infami traditori che cercano per l'ennesima volta di spaventare i loro piddini, papiminkia e borghesacci con il solito ricatto del voto utile e della minaccia comunista da una parte e berlusconiana dall'altra (cioè la minaccia fantasma) che, tra parentesi, intanto si becca forse un'altra televisione ma, non temete, appena al governo il Bersani vi fa il conflitto di interessi, vi scende il cane e vi ridipinge pure casa.

Abbiamo ancora un giorno e mezzo per liberarci di altri inutili partitelli in mano a vanesi cicisbei o altri residuati bellici inesplosi. Quello che il triumvirato dei falliti non capisce è che la gente adesso indaga, controlla, verifica, non si fida più e, se scopre l'inganno, s'incazza. Prendetevela con Google, invece che con i vostri elettori se non accettano più passivamente chiunque si candidi. Ieri in rete è stato un massacro. Sono stati sacrificati al pubblico ludibrio il gagà che non aveva detto agli amici Giannino, l'atroce video piddino degli smacchiatori, le lettere ricattatorie di B. fotografate e sbattute sui social con su scritto il messaggio di risposta. Nessuna pietà. 
Parlate pure, vomitate dallo schermo tv le vostre cazzate e false promesse, non vi ascoltiamo più e ci rivediamo martedì. Sarà un piacere diventare massa critica e rompervi gli schemi.

Martedì sarà un gran bruciar di culi. Sarà bello registrare le loro facce sui DVD e farle passare e ripassare sul teleschermo nei futuri momenti di tristezza. 
Non sarà una passeggiata, però. Martedì scopriremo il concetto di democrazia che hanno le figure istituzionali e i partiti mainstream quando scopriranno che non tutti gli italiani hanno seguito i diktat di questa arrogante casta di servi padroni. 
Vedrete che ci prenderemo altro che dei coglioni, dei senzatesta, degli sciagurati. La prima cosa che diranno è che bisogna tornare al voto, che non vale perché loro non hanno vinto. Verrà fuori il loro lato peggiore da dittatori dentro, la loro ira funesta di incantatori disattivati. 
Aspettatevi il monito del presidente peggiorista, sconvolto dalla disfatta del suo esecutore fallimentare di riferimento. Aspettatevi l'ira del nano che griderà sicuramente al broglio e quella dei piddini che saranno riusciti ancora una volta a "farsi fregare le elezioni". 
Intanto però assisteremo, speriamo, all'addio ai Casini e ai Fini ed al conseguente coma etilico di B. 
Qualunque cosa accada speriamo faccia capire agli italiani che la democrazia, con tutti i suoi difetti, è l'unica cosa che può salvarci e che non permetteremo che ce la tolgano. Se lo ricordi, l'uno e trino.

lunedì 18 febbraio 2013

Via dalla Fortezza Bastiani


Vorrei aggiungere qualche considerazione all'articolo di Comandante Nebbia su MenteCritica, che condivido in pieno, sul falso problema del "gran rifiuto" di Beppe Grillo di andare in televisione per un'intervista a Sky, prima annunciata e poi smentita, con grande disdoro dei giornalisti di regime che oggi parlano di scarsa serietà e di fuga dalle domande del leader del Movimento 5 Stelle. 
Considerazione oltremodo ridicola, pensando alle loro abituali interviste a carponi ai politici dove le domande non sono domande ma domande con la risposta già incorporata.
Dimostrando che il mondo che servono, quello dei padroni della televisione, è ormai scollato dal resto della società. Difatti non capiscono che il gesto più rivoluzionario dei nostri tempi è quello appunto di rifiutare la televisione, rifiutare di chiudersi nella Fortezza Bastiani per mettersi ad urlare ed inveire non solo contro i tartari  che ciascuno rinomina a suo piacere in comunisti o populisti, ma gli uni contro gli altri, piccoli uomini ampollosi che scambiano la politica, la vita delle persone, l'amministrazione della democrazia per un reality show dove far venir fuori il loro lato peggiore.

Ascoltate questo intervento di Ezio Mauro di Repubblica, che non si capacita di come possa un  candidato alle elezioni politiche considerare più importanti le piazze vere di quelle virtuali dell'audience televisiva. Le piazze attive  fatte di gente che respira, si agita e si emoziona, ride e piange,  contro quelle televisive fatte di gente che subirebbe passivamente dibattiti interminabili fatti di vanità, superbia e menzogna e dai quali invece ha imparato a difendersi addormentandosi, cadendo in un coma pietoso e provvidenziale che li salva dall' "io non l'ho interrotta".
Mauro e gli altri non hanno capito il senso del voler marcare la separazione tra un movimento che, con tutti i casaleggi possibili è fatto comunque da gente in carne ed ossa, e i partiti tradizionali con i candidati di plastica e i sostenitori cagnolini da parabrezza. Eppure già in questa celebre intervista di Enzo Biagi a Pier Paolo Pasolini, fantasma che viene sempre più spesso ad accarezzarci di notte di questi tempi, il pur grande giornalista crollava sotto il peso della banalità, del come mai non le piace la televisione, di fronte a chi ha capito come funziona il mezzo e sa difendersene, non lasciandosene scalfire l'anima.



Chi pensa che la televisione abbia ancora il potere di vent'anni fa perché le si è venduto e si sente in debito di ricambiarla a vita ed ha questa immagine anni '60 del salotto televisivo, con i passivi in attesa del Verbo, non conosce le nuove piazze mediatiche dei social network dove la televisione è messa in sottofondo magari su una pagina del browser e i suoi contenuti, soprattutto quelli dei talk show di stampo politico, vengono commentati, sezionati sul tavolo autoptico, messi alla gogna e gettati in pasto ai cani, il tutto nei 140 caratteri di Sodoma. E' il neosadismo della critica attiva, lo sferruzzare delle tricoteuses contro il falsume dei dibattiti che pretendono di decidere del nostro futuro perché noi non saremmo in grado di farlo.
Attenti però che le tricoteuses stanno studiando economia, stanno imparando a riconoscere le balle a prima vista e sono talmente incazzate che tutto questo non lo accetteranno più.

Quando questo popolo che ricrea l'agorà in rete, grazie alla comunicazione si ricongiunge con quello delle piazze vere, della gente in carne e ossa, la televisione cessa di esistere come Grande Fratello e ridiventa solo il luogo del divertimento dove guardarsi in santa pace lo spignattamento d'alto bordo di Masterchef.
Tutto questo per dire che se passa davvero il messaggio che la politica può fare a meno della televisione, per loro questa volta è davvero finita. Forse i tartari arrivano finalmente.


domenica 17 febbraio 2013

S'adda 'mpiccià


Non bastassero i candidati leader mainstream che si arrabattano per suggerirci il voto più utile (a loro), che vogliono prenderci per mano perché, essendo dei poveri dementi, occorre accompagnarci nel seggio come la nonna Adelina e magari anche guidarci la mano sul segno giusto (per loro), questa volta abbiamo anche l'onore dell'impiccio da fuori, dell'ingerenza da parte di presunti amici e sedicenti alleati. Forse amici più del famigerato giaguaro, che nostri.

Il coro delle suocere bulgare affinché le nuore italiane intendano comprende i tedeschi come il ministro delle finanze di Angela Merkel Stranamore-Schäuble,  terrorizzato che un governo non più appecoronato e legato stile shibari alla follia dell'euro possa rovinargli i sogni di Quarto Reich Milionario. Ma comprende anche il coretto delle voci bianche degli utili funzionari idioti dell'euroregime. Gli Stanlii e gli Olli delle comiche di Bruxelles.
Vi dono un  florilegio di queste clamorose ingerenze nella nostra sovranità nazionale come promemoria da settimana prima del voto.

«Berlino sta con Monti. Il premier uscente ha dato stabilità all'Italia e a tutta Europa. Ora non bisogna ostacolare il suo cammino». (Wolfgang Schäuble

"Tra agosto e novembre 2011  il governo Berlusconi ha deciso di non rispettare più gli impegni presi in estate con l’Europa e in questo modo ha soffocato la crescita economica italiana. Questa situazione ha portato alla fine del governo Berlusconi e alla formazione del governo di Mario Monti che poi è riuscito a stabilizzare la situazione in Italia". (Olli Rehn)

“Il governo italiano ha avviato un processo di riforme che ha creato le basi per la crescita economica. Monti ha dimostrato grande leadership e coraggio”. E' auspicabile che chiunque vada al governo continui il processo di riforme in una prospettiva di stabilità e crescita di lungo periodo”. (L’ambasciatore ed economista statunitense David Thorne)

“Abbiamo bisogno di un’Italia diversa in Europa. Il Pd di Bersani è la sola grande forza politica italiana fortemente europeista. Per questo siamo qui, e per questo abbiamo bisogno di Bersani e del Pd per un’Italia più giusta e per un’Europa più giusta." (Martin Schultz, presidente del Parlamento Europeo)

"Un governo di centrosinistra con Monti primo ministro o ministro delle Finanze sarebbe ben accolto dai mercati, dato che proseguirebbe sulle riforme. Anche un governo di sinistra [n.d.r. sic!] guidato da Bersani manterrebbe le riforme, con qualche  ostacolo sul fronte del mercato del lavoro e una possibile riforma fiscale per la crescita. E' possibile un Parlamento bloccato attraverso il controllo del Senato dalla coalizione guidata da Berlusconi, uno scenario che i mercati difficilmente vedrebbero come positivo." (da un report di Goldman Sachs, gennaio 2013)

Tutti pazzi per Monti e Bersani, insomma.

Vi è stato però un endorsement alla conservazione controrivoluzionaria ancora più clamoroso, anche se è stato smentito con la nota tecnica psicotica della negazione della realtà. Vi segnalo questo articolo di Repubblica che è un capolavoro di arrampicata a mani nude sugli specchi in difesa dell'indifendibile.
Riassunto dei fatti per coloro che erano distratti dal Papa, dagli asteroidi e da Sanremo.
Il presidente Napolitano, a pochi giorni dall'importantissimo e, per certi versi, cruciale voto italiano, va casualmente in visita ufficiale negli Stati Uniti a trovare Obama e signora portando un cabaret di cannoli per le pupe.
Obama, visto il momento e al di là dei puri convenevoli del tipo "l'Italia ha fatto un buon lavoro nell'ultimo anno", non si sbilancia e si guarda bene dal far trapelare qualsiasi preferenza imperiale riguardo a candidati e partiti in lizza. Napolitano però, durante la conferenza stampa in terra americana dichiara:
"I progressi fatti con Monti devono continuare. Deploro le critiche di chi l'ha sostenuto". 
A casa mia si chiama un endorsement bello e buono per Scelta Civica e un'allusione neanche troppo velata a B. come spauracchio da battere. Ma non doveva, il presidente della Repubblica, rimanere super partes, eccetera eccetera? (Poi dice che uno finisce per dover dare ragione a B.)
A quel punto la Casa Bianca non può che rimediare il papocchio e dichiara ufficialmente: "Gli Usa non si schierano e non appoggiano partiti in occasione delle elezioni in altri Paesi. Sulle elezioni in Italia è il popolo italiano che decide."
Una frase che rischia di risultare ancora più imbarazzante per chi conosce la nostra storia degli ultimi settant'anni. Una barzelletta dei tempi del bandito Giuliano, che però non fa affatto ridere.

P.S. Caro Bersani, messaggio in codice: il giaguaro, anche se lo smacchi, ha sempre tanti amici. Il tacchino è sceso dal tetto. Ripeto: il tacchino  - è  - sceso - dal - tetto.


sabato 16 febbraio 2013

Silenzio


Shhh, non diciamolo, stiamo zitti. Tanto loro non fanno vedere le piazze al caviale e non raccontano la realtà ma solo il loro reality show televisivo.  
Zitti, facciamogli credere che voteremo per loro, per questi dinosauri che stanno attirando gli asteroidi. Giochiamo pure a far finta di essere puffi piddini sottomessi  a Gargamella; papiminkia ansiosi del ritorno di Mr. Spockia perché lui ci renderà più giovani, ci spianerà le rughe e ci farà pure il bonifico in banca. Raccontiamo in giro che quei nuovi partiti così nuovi ci piacciono un sacco, che siamo incantati dai Giannino fashion, dai giudici prestati all'archeologia politica, dai fratelli e sorelle d'Italia, dai Casini e dai Fini e che se potessimo li voteremmo tutti, tutti, abbiamo solo l'imbarazzo della scelta.

Shhh, stiamo zitti, non lasciamoci sfuggire nulla. Facciamogli la sorpresa.

Non è caviale, sono persone.

lunedì 11 febbraio 2013

Loro e gli altri

Gian Boy, febbraio 2013
Ultime due settimane di sofferenza prima del voto. Unica nota positiva: ci risparmieremo i sondaggi, del resto attendibili come gli oroscopi, visto che vengono commissionati da un cliente che non si può scontentare del tutto e che finisci per far sempre risultare vincente e felice in amore. 
Nel centrodestra si sa che la Ghisleri ha il compito di scrivere a Norma Desmond le finte lettere di ammiratori dal francobollo sospetto ma, quando questa pena elettorale finirà, vedrete che ci sarà anche chi organizzerà la caccia ai sondaggisti di partito che davano già la sinistra per stravincitrice prima di avere il famigerato gatto chiuso nel sacco. Tra parentesi, devono essere gli stessi menagramo del 2006. 
Ma come, direte, come osi, i sondaggi sono una scienza, eccetera eccetera, sono fatti da gente seria e richiedono sofisticate operazioni di elaborazione dati. Vedete, è come l'attuale ricerca scientifica. La multinazionale vuole lanciare un farmaco sul mercato e tu gli prepari una bella ricerca che ne dimostra la necessità. E se la malattia per quel farmaco non c'è, te la inventi, magari abbassando l'asticella di certi valori ematici per creare dal nulla milioni di nuovi malati. Così poi i malati si convinceranno di esserlo veramente.

Non sentiremo la mancanza dei sondaggi anche perché il sospetto sempre più forte è che finora abbiano nascosto certi risultati e ne abbiano drogato altri. Sondaggi utilizzati più come suggerimento di voto che come registrazione di un'intenzione. E il suggerimento era di premiare comunque la conservazione, lo status quo, sia quello più retrivo ed intestinale dell'affabulatore di minchiate che quello apparentemente nuovo ed europeo, più cerebrale, dei professori e dei loro reggisacco. 
Che però le cose stiano andando diversamente dalle previsioni - e sempre peggio per i committenti - lo si capisce da tante sfumature, dall'acchiappo dell'ultimo minuto da parte dei candidati ancient régime di argomenti hard come il ripristino della sovranità monetaria e dalla sensazione di scollamento tra la realtà degli elettori e del popolo e quella virtuale degli artistocratici candidati. Un distacco che rischia di ampliarsi ancor di più in queste ultime due settimane.

Detto che una campagna elettorale così degradata e degradante non si era mai vista, e non solo per colpa del solito pagliaccio ma di chi si illude di batterlo sul palcoscenico dell'avanspettacolo, impresa quasi impossibile, ormai è chiaro che il bipolarismo in campo non è più tra destra e sinistra, ma tra Loro e Gli Altri. 
Loro, i grandi partiti (il concetto di grandezza qui è solo a livello numerico e di ingombro), quelli ormai già dichiarati inutili dal golpe europeo del 2011, che per salvarsi hanno aderito tutti al PUDE (Partito Unico dell'Euro), per nascondere agli elettori che il loro programma è a menu fisso bavarese - birra e salsicce al sangue nostro - devono inventarsi una rivalità interna posticcia e totalmente fasulla. 
Bersani, Berlusconi e Monti, con annessi gli appositi Casini e Vendola, sono la squadra dei "Loro" e conducono la pantomima disgustosa ed insultante di copertura ad un accordo già sottoscritto sotto ricatto in camera caritatis. Pantomima che, non a caso, conducono sulle reti televisive in mano loro, il loro forte Bastiani.  La televisione viene considerata la discarica dove tutti i messaggi più falsi, i percolati di menzogna più puzzolenti, le promesse più marinaie vengono riciclati e compostati da un pubblico considerato meno senziente delle povere bestie che questi vecchiacci maltrattano, brancicandole senza pietà in diretta nei boudoir dei loro giornalisti compiacenti, credendo così di commuovere la vecchia canara ed acchiapparne il voto.

Le intenzioni di questi partiti del Loro non sono rivolte al bene del paese - che hanno contribuito attivamente e consapevolmente a portare al disastro - ma sono di pura sopravvivenza ed autoconservazione. La lotta disperata del virus per resistere al sistema immunitario che lo sta  distruggendo.
Non commettiamo l'errore di pensare che il virus sia solo B. Da ottimo passista lui conduce il gioco di un inseguimento tra partiti che non esiste. Certo, è quello che più sfacciatamente fa capire che le sta studiando tutte per salvarsi: promettendo, copiando le idee degli avversari, lanciando SOS più di una nave in avaria agli amici atlantici, agli amici degli amici ai quali aveva promesso grandi opere e che farà sicuramente appena eletto, al Diavolo in persona perfino. Siamo alla promessa del suo regno per un cavallo. Più promette cose impossibili e più fa capire a chi vuol capire che è alla canna del gas.
Siccome però se crolla lui crollano anche gli altri, ormai si è capito, perché una mostruosità come il PD è impensabile senza la grande operazione di copertura delle proprie magagne che è l'antiberlusconismo, i due amici-nemici si puntellano gli uni con gli altri tenendo in vita artificialmente il conflitto tra destra e sinistra che non esiste più da anni.

Ci sono poi i piccoli partitelli di disturbo, i satelliti del Loro, le liste civetta portasfiga, quelli che mendicano un posto in parlamento o cercano disperatamente di rientrarci, come l'ammucchiata degli ex comunisti vintage accoccolati sotto l'ala protettrice di Ingroia.
Ha senso votare questi partitini, presi dal disgusto per i più grandi? Se dicessero qualcosa di veramente alternativo a Loro, cosa non immediatamente evidente per coloro che ne leggono i programmi, si. Con la consapevolezza però che sarà un miracolo se raggiungeranno il quorum e la partita, questa volta, è troppo importante per permettersi di scegliere la qualità rispetto alla quantità. Non perché rischia di rivincere B. ma perché rischiamo di vederci infliggere il pareggio di bilancio a vita.

Quella fasulla e truccata come il Drag King di Arcore è la campagna elettorale per come appare sui media, soprattutto in televisione, regno del Loro.  Si percepisce la presenza di un convitato di pietra che non viene mai nominato e che i sondaggi sottostimano non credo proprio involontariamente ma di cui, come si è detto, i più disperati stanno cominciando a copiare le idee. Avete notato che B. ieri sera da Porro&Telese, le due ultime spalle in commedia, ha perfino usato il turpiloquio e si è appropriato di diverse idee del Movimento 5 Stelle spacciandole per proprie? Lo fa perché è ancora convinto che il popolo guardi la televisione bevendosi tutto come negli anni '80 ed i sondaggisti considerano un campione rappresentativo di elettori gli abbonati di rete fissa con il telefono nero di bachelite con la rotella.

E' una sensazione strana guardarsi in rete i filmati dello Tsunami Tour e delle piazze strapiene in tutta Italia, che la TV ignora . Ti dà la sensazione che Loro siano asserragliati dentro la cittadella fortificata dalla quale lanciano promesse e briosche e l'Italia stia da un'altra parte, immune ai loro cagnetti leccati ed dalla loro spocchia di aristocratici che credono di comprarsi la carrozza per Varennes con i loro fantastiliardi.
Il copione di Grillo è sempre uguale in ogni città, a parte qualche piccola variazione locale, dal Sulcis al Trentino. In fondo è uno spettacolo anche quello e certi concetti sono chiaramente segno di una strategia comunicativa molto sofisticata. Però colpiscono i candidati che ogni volta salgono sul palco, effettivamente gente normale che ha una voglia matta di credere in ciò che fa. E' questo che fa paura, non c'è dubbio, all'aristocrazia, tanto da costringerla a nascondere l'evidenza di una realtà che prenderà molto di più di quel ridicolo 15% dei sondaggi a pedale. E' un voto di protesta, certamente, forse illusorio, ma che rischia di diventare l'unico gesto rivoluzionario e forse coraggioso di una campagna elettorale che all'unisono ci chiede non solo di confermare il voto all'aristocrazia, ma di concederle di accompagnarci tutti per mano sul patibolo al posto suo.

martedì 5 febbraio 2013

Pioggia dorata


Se i mercati, JPMorgan, lo spread, le agenzie di rating, il parrucchiere della Merkel, le Borse mondiali, l'Economist, le istituzioni europee, la stampa collaborazionista e tutto il cucuzzaro reazionario finanziario si sono presi paura dell'ultima monelleria via etere di abberluscone e "lanciano l'allarme", ciò può voler dire una cosa sola e molto semplice. Mi dispiace ripetermi ma sembra proprio tutto un gioco del quale anche B. faccia parte. Altrimenti nessuno avrebbe dato tanto peso ad un leader mummificato ormai fuori uso ed innocuo.
Al gioco ci si è probabilmente prestato già un anno fa - a proposito di trattative, sarà interessante tra vent'anni indagare su questa - e oltre ad aiutare a minare ancor di più la democrazia italiana, che da ultrareazionario qual è non dovrebbe essergli difficile, sapendo di non essere più il prescelto per governare, alza la posta per ottenere qualche ulteriore vantaggio personale. Magari il famoso salvacondotto giudiziario che avremmo dovuto dargli già vent'anni fa, fossimo stati preveggenti. Insomma il nostro unirebbe l'utile al deplorevole.

Tornando al Defcon 2 dei mercati. No, ma veramente pensate, come quelli di Repubblica, che JPMorgan e la finanza casinò si stiano angustiando per noi e del fatto che B. potrebbe ancora okkupare l'Italia per anni, dopo averne ipnotizzato gli elettori, facendoci sprofondare nel baratro, poeri nani?
Quella è gente che si è inventata i Credit Default Swaps, scommesse sul fallimento di aziende prima e poi di interi paesi. Più ti avvicini al baratro - quello reale, dei lavoratori e delle imprese, non quello propagandistico dei bocconari - più perdi il lavoro e più avresti voglia di attaccarti una corda al collo e più loro guadagnano, allargando a dismisura il differenziale tra noi 99% e loro 1%. 

La posta in gioco in Europa è troppo grossa. L'euro mantiene l'eurozona sulla graticola e gli shock esterni finanziari ricorrenti ne minano sempre di più la resistenza - segnale che il tessuto economico reale è ormai immunodeficitario - è in AIDS. Finora la Germania e gli altri paesi del centro hanno goduto dei vantaggi del neomercantilismo che strangola i paesi della periferia e la finanza ci ha fatto sopra il suo gioco sporco di scommesse, ma se il giocattolo dovesse rompersi, magari perché la Francia tirerà fuori la grandeur di salvataggio e rovescerà il tavolo, provocando una reazione a catena in altri paesi ormai stremati dal laccio dell'euro, qualcuno potrebbe cominciare a perdere i sudati guadagni e gli vantaggi economici slealmente ottenuti a danno dei soci. Ecco perché è importante continuare a piazzare i propri esattori e collettori di credito nei punti strategici.

B., in questo gioco al massacro, impersona (benissimo, da attore consumato e bisunto qual è) il ruolo che in Grecia è assegnato ad Alba Dorata. Inserire una minaccia antieurista in un paese per aver ancora più ragione a difendere l'euro e il regime antidemocratico che lo sostiene e spingere ancora più a fondo l'acceleratore verso la messa in discussione della democrazia. E' la strategia dell'infiltrazione. Sono degli sbirri, dopo tutto.
Sapete quanto possa avere in uggia gli elettori di B. Gente boccalona e con incrostazioni di ignoranza inattaccabili dall'acido muriatico che da vent'anni non sa distinguere tra Vanna Marchi - con tutto il rispetto - e uno statista. 
Però, questo messaggio neanche tanto subliminale che gli italiani sono pericolosi perché potrebbero fare una scelta sbagliata alle elezioni rivotando er puzzone e quindi prendiamoli per mano e guidiamoli verso il grande occhio di Euron perché da soli non sono in grado di autodeterminarsi, dovrebbe preoccupare chiunque, soprattutto i Doncamillopepponi che smaniano all'idea di governare un protettorato tedesco per procura  con l'ideologia dello gnocco fritto e del farsi belli con le banche. 

Potrebbe finire come la Grecia, con elezioni da rifare subito perché il risultato non è gradito alla Regina di Prussia, ad esempio se Grillo otterrà più del 20%. Oppure con un risultato a PD azzoppato stile 2006, provvidenzialmente favorito dal porcellum che nessuno ha avuto interesse a sostituire con una nuova legge elettorale,  che costringa la "sinistra" ad assoggettarsi ai voleri del P.U.D.E. (Partito Unico dell'Euro) e con B. nel ruolo di disturbatore ufficiale del manovratore. 
Il proliferare di piccole liste che in un sistema maggioritario non hanno alcuna possibilità di vincere dovrebbe far capire che l'interesse è ancora una volta l'ingovernabilità dell'Italia. Inoltre si inventeranno qualcosa per blindare gli attuali equilibri di forze in senso conservativo e sempre più antidemocratico. Magari con un Monti al Quirinale. Lui dice che non ci pensa, quindi sapete già chi sarà il prossimo dopo Re Giorgio.





sabato 2 febbraio 2013

E' gente strana, se bevono 'o té


Ieri sera mi sono fatta del male, ho seguito il programma di Lucia Annunziata "Leader", allegro e beneaugurante come il  backstage di un funerale. 
Il candidato di Scelta Cinica, Sua Supponenza Monti, mi ha confermato la solita impressione: una persona che non ho paura di definire pericolosa se in grado di ottenere sociopaticamente e malauguratamente più potere di quanto ne abbia avuto finora. Un egocentrico anaffettivo dall'eloquio  soporifero (ma come fanno i suoi studenti? Red Bull direttamente in vena, altri stimolanti?) e incapace di accettare qualunque contraddittorio e la messa in discussione delle sue banalità, espressione di un bagaglio ideologico fatto di shock economy da applicare senza indugi ad un popolo di vivisezionandi. Stanotte, sarà stata l'atmosfera da anticamera della tortura ed il retrogusto necrofilo ma sono stata tormentata da incubi con medici giapponesi dell'Unità 731 intenti ad operare esodati e pensionati da svegli con una voce inconfondibile che li incitava: "Ve lo chiede l'Europa". 

Detto che le domande rivolte al castigabaratri sono parse spuntate come spade da teatro, che il rito funebre è stato completato dalla lettura con voce rotta di un commosso ricordo della defunta Italia da parte di un trio di bocconari saputelli, l'unico movimento registrato dal tanatogramma è stato quando un giovane cucciolo di rottweiler ha azzannato il prof da destra, assestandogli quel colpo fatale che il direttore dell'Unità Sardo aveva mancato, pur impegnandovisi con onore. 
"Lei non ha privatizzato, privatizzato, privatizzato!! Non ha fatto le riforme che doveva fare!" ripeteva con la bava alla bocca il botolo. Si trattava di uno di quei baldi ggiovani del Tea Party Italia, suppongo l'ennesima incarnazione dell'ingerenza atlantica neocon nei nostri fatti privati tramite il vetusto strumento della propaganda da guerra fredda.
Monti, dall'alto del suo sussiego non ha risposto alle provocazioni della carognetta, ha azionato la modalità luce soffusa ed è ri-asceso al Cielo della Politica a miracol mostrare. Ci sarebbe stato tanto bene dalla platea un "Facce Beatrice!"

Ed è stato in quel momento che mi sono resa conto che esistono ricette di liberismo spezzaossa ancora più estreme di quelle del Megabocconiano, roba che Saw l'Enigmista in confronto è un collezionista di coniglietti di peluche. Ho capito che c'è gente veramente convinta che affidare tutto ai privati sia cosa buona e giusta per tutti, che estirpare welfare e ruolo di controllo dello Stato sia l'orgasmo multiplo e  che non esiste per loro altra visione economica del talebanesimo liberista in varie salse. Dall'amaro té dei neocon al -stato+mercato dei baffi a manubrio. 
Soprattutto ho capito che, nonostante queste teorie si siano dimostrate fallimentari e genocide - ma loro danno la colpa alla speculazione finanzaria, un'enorme bolla che viene da Marte - questi figli di una Thatcher hanno tutta l'intenzione di continuare ad imporcele, se glielo lasciamo fare.

Consoliamoci. Dall'altra parte c'è chi così si esprime sulla questione sopravvivenza dalla trappola dell'euro, doping supremo di quella Lance Armstrong economica che è la Germania ed espressione della shock economy made in Europe : 

"Bisogna stare attenti a questa battute da due soldi - spiega Pierluigi Bersani (riferendosi alle dichiarazioni di ieri di B., n.d.r.) -  perché se avessimo fatto i compiti che dovevamo fare dopo l'euro, certamente la Germania avrebbe ben meno da rimproverarci e potremmo parlare con voce più chiara anche alla Merkel".

Requiescat in pace, amen.