Non contenti di esserci inflitti ed avere esacerbato negli ultimi anni il bipolarismo che spacca l'elettorato nella classica situazione Guelfi vs. Ghibellini, alla fine, grazie alla fenomenale legge elettorale Calderoli aka porcellum, che tutti volevano cambiare ma poi alla fine nessuno ha voluto cambiare, ci regaliamo ora un bel mexican standoff, uno stallo alla messicana nella versione speciale a tre.
PD, PDL e M5S che si tengono reciprocamente sotto tiro e non hanno nessuna intenzione di abbassare le armi, ovvero il reciproco 25-30%, aspettando solo il minimo passo falso degli avversari per scatenare un'inferno di fuoco. Situazione che non può che finire in una carneficina autodistruttiva, in una tarantinata ad alto tasso di emoglobina.
Gli italiani sono dei pavidi che non hanno avuto le palle di punire fino in fondo chi li aveva per maggior tempo vessati, presi per il culo con promesse da marinaio di ogni genere e spolpati vivi di tasse. Si sono accontentati di vendicarsi solo sull'ultimo arrivato professor Morti e sui partiti più deboli - se no che vigliacchi sarebbero - e hanno continuato imperterriti a votare PD e PDL, ovvero l'espressione del più bieco conservatorismo, il Mulinobianco e il Dash, che poi con i punti ti danno anche i regali.
Solo un 25%, un quarto di elettorato, ha avuto coraggio di provare a non mettere il segno sempre sulla stessa roba e ha scelto di assaggiare un piatto nuovo, rischiando magari che non fosse poi di suo gusto. Per fortuna che c'è ancora chi crede nel detto che bisogna provare tutto nella vita.
Se non ci fosse stato il Movimento Cinque Stelle a sparigliare le carte alla casta degli intoccabili e ad imporsi come terzo incomodo, avremmo replicato pari pari la situazione del 2006. Ve la ricordate, vero? Il PD (o la sua precedente incarnazione) che tre mesi prima delle elezioni canta già vittoria e arriva al voto sicuro di vincere facendo sfracelli; poi gli italiani si ricordano all'ultimo momento di avere un duce, di essere fascisti dentro e lo votano per paura di sfigurare nel salotto delle coscienze. Perché nel segreto dell'urna Dio non ti vede ma Silvio si. Risultato finale: PD che vince si, perché i piddini sono tanti, milioni di milioni, ma per il classico rotto della cuffia e poi governa con il freno tirato e il fiato del puzzone sul collo.
Del resto ormai è dimostrato che PD e PDL sono due mostri siamesi che, se dovesse morirne uno, l'altro gli morirebbe appresso. L'unico modo per sconfiggerli è negare a entrambi il voto separandoli ma si, figurati se puoi sconfiggere le vecchie del dash, i piddini ad vitam, le passerottine, i teletossicodipendenti con il televisore piombato su Italia1 e tutta la fauna elettorale che si sente tranquilla solo se vota il peggio a disposizione e che tutti votano.
Nella classifica dei partiti uscita dai risultati elettorali, dopo i tre PD, PDL e M5S, Monti, che sembrava dovesse coagulare chissà quale forza moderatacentristamodaiolabocconiangiuilasofista è stato notevolmente ridimensionato e Scelta Civica è solo il quarto partito con un deludente 8%.
Segue la Lega che, nonostante i minimi storici (4,1% alla Camera), ottiene, grazie all'alleanza con il puzzone, il governo delle regioni del Nord Lombardia e Veneto e potrà menarla a lungo con il neoconcetto della macroregione che ha sostituito quello ammuffito della Padania. Il porcellum, per le sue immonde alchimie infatti, permette a partitelli locali e infimi di ottenere un potere di veto che all'ONU è concesso solo alla potenza imperiale statunitense.
Tra gli altri salvati grazie all'ancoraggio alle coalizioni principali ci sono SEL (3,2%) e Centro Democratico di Tabacci, Fratelli d'Italia di Crosetto-Meloni-Mogol-Panzeri e l'UDC dell'indistruttibile ai raggi gamma Pierferdinando Casini.
Per fortuna che, ad ogni elezione, a parte esercitare il conservatorismo, gli italiani si liberano da qualche zavorra politica. Stavolta si sono privati di diversi vecchi ordigni inesplosi, come Di Pietro, Fini e i radicali.
Nei sommersi ci sono anche Ingroia con Rivoluzione Civile, i turboliberisti di Giannino e le destre estreme da Storace a Casapound. Puniti perché hanno voluto correre da soli. Gli italiani non amano chi non si imbranca nel gruppone.
Adesso, in pieno stallo messicano, c'è grande incertezza per il futuro. Bersani, che pur avendo tecnicamente perso, ha vinto solo per un'incollatura, si sente investito del diritto divino di formare un governo. Possibilmente convertendo last minute una masnada di grillini molto motivati ad aprire la famosa scatoletta di tonno e quindi a rispondergli picche. L'altro, er puzzone, attende il da farsi e non è escluso che faccia il gesto magnanimo di aiutare il presunto rivale Bersani. Tanto il suo problema è continuare a presentare in tribunale la giustificazione del legittimo impedimento.
L'unica cosa saggia, in questo momento, sarebbe formare un governo incaricato dal Presidente della Repubblica di realizzare solo una legge, quella elettorale e di gestire l'ordinaria amministrazione per un periodo di soli tre mesi. Niente riforme strutturali o costituzionali, solo la legge elettorale poi si torna alle urne, sperando che ne esca finalmente una maggioranza che possa definirsi tale. Ci riusciranno o dovranno invocare di nuovo il terminator della situazione, magari quel Giuliano Amato già noto per essersi introdotto nottetempo nei conti correnti degli italiani nel lontano 1992?