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domenica 9 novembre 2014

Ci stiamo schiantando contro il muro di Berlino con venticinque anni di ritardo

I compagni di Zwischenmahlzeiten

A reti unificate sta andando in onda la melassa murista, ovvero la celebrazione del 25° anniversario della caduta dell'odioso Muro di Berlino. Odioso perché, dopo averci rovinato l'infanzia con le tristi immagini dei poveri tedeschi dell'Est prigionieri del comunismo, ci sta rovinando la maturità con le conseguenze della sua eliminazione, che non ha affatto significato la liberazione dell'Est dal comunismo ma la diffusione pandemica del capitalismo sociopatico con annessa shock economy in tutta Europa e la riproposizione, per la terza volta in un secolo, come infezione opportunista, della Germania con l'elmo cornuto alla conquista del continente.
Oltre ai muri, è bene che ogni tanto crollino anche i miti.

Nella foto, assai emblematica, con il senno di poi, del congresso della CDU del 1991 a Dresda, l'ex cancelliere Köhl sembra passare idealmente il testimone alla Merkel, mentre Schäuble applaude. Köhl e Schäuble furono gli artefici della fase uno, la "riunificazione tedesca", o dell'Anschluss, come viene definito da Vladimiro Giacché nel suo libro, e la Merkel è colei alla quale è stata affidata la riproposizione del grande Reich, che altro non è che un tentativo di Anschluss su larga scala, come già si proponeva il Piano Funk.

Perché Angela? Perché proviene dall'Est, è l'ennesimo "tedesco di frontiera" (come l'altro, l'austriaco) da mandare in prima linea a combattere. Tosta, scialba a puntino e caricata a balestra dalle privazioni della gioventù e dal senso di inferiorità dell'appartenere ai tedeschi di serie B ma anche sopravvissuta, visto che tutto ciò che poteva essere classe dirigente dell'Est dopo la riunificazione fu completamente annichilito, come nemmeno accadde a quella nazista, e quindi grata per sempre a chi l'ha salvata. Mai sottovalutare la sindrome di Stoccolma. Portata all'Ovest e vestita con la divisa da badante in libera uscita che cambia colore per confonderci come il camaleonte ma che dentro è più inamovibile della roccia, con un pensiero così perfettamente rigido ed incistato da un doppio totalitarismo che mai cederà alla ragione ed al buon senso, è una perfetta esecutrice dell'ossessione nevrotica luterana per la colpa e della sua pedagogia nera ("i compiti a casa"), così funzionale da sempre, nonostante la fatale probabile deriva psicotica, alle mire del capitalismo tedesco e del suo mercantilismo, oggi in versione monetaria. Se la scateniamo contro i popoli inferiori del Sud, avranno pensato le élite tedesche, e lasciamo che proietti la sua nevrosi da Ossie su di loro, a base di sensi di colpa e "ve la siete cercata", la figlia del pastore farà faville. Infatti.

Dal film di Michael Haneke "Il nastro bianco"
Ieri pomeriggio ho ascoltato l'eccezionale prolusione di Vladimiro Giacché al convegno organizzato dall'associazione a/simmetrie "L'Italia può farcela". Giacché ha raccontato un episodio che rivela meglio del luminol l'impronta del frame of mind della cancelliera tedesca. Durante una riunione europea, in occasione della crisi greca, in una fase piuttosto concitata e come fuori-onda, la Merkel disse:

"Sono cresciuta in uno stato che ha avuto la fortuna di avere la Germania Ovest che l'ha tolto dai guai ma nessuno farà lo stesso per l'Europa.
La vita non è giusta. Se avete mangiato troppo e siete ingrassati, mentre altri sono magri, vi aiuto a pagarvi il dottore. Aiutare chi non si può aiutare da solo richiede della comprensione da parte nostra." 

Sembra effettivamente un dialogo dal film di Michael Haneke "Il nastro bianco", sul periodo prenazista ossessionato dall'idea di purificazione. 
Giacchè ha però raccontato soprattutto cosa è stata veramente la riunificazione tedesca. Non la celebrazione della libertà e l'evento romantico di cui stanno allucinando le varie Tele Elysium, con gli imbolsiti Gorbaciov e Walesa a far la passerella di fronte alla porta di Brandeburgo al suono dei tamburi (che immagine inquietante, per chi ha presente i film della Riefenstahl), non la favola bella di cui parla Wikipedia (vedi sotto), ma sangue e merda. Un'operazione di distruzione sistematica di una nazione e di un popolo che fa quasi pensare che esista effettivamente un carattere necrofilo, una pulsione di morte caratteristica del capitalismo tedesco, che si esplica nella coazione a ripetere ciclicamente un percorso di auto ed eterodistruzione.

Come viene ricordato in questo articolo, la parola "debito" in tedesco si traduce "Schuld", che è anche sinonimo di "colpa". In inglese invece esistono due parole distinte: "debt" e "guilt" e così in italiano. Se notiamo anche come nella denominazione del European Redemption Fund si parli di redenzione, mi chiedo se non ci troviamo di fronte ad un tipo di fondamentalismo morale applicato al governo dell'economia.
Che l'economia di un continente  sia lasciata guidare dal fondamentalismo etico-religioso è grave, visto che il debito, e il suo concetto simmetrico credito, rappresentano il principio fondante del capitalismo e poco hanno a che fare con le questioni morali. Si potrebbe forse affermare, alla luce delle troppe ricorrenze storiche, che qualsiasi interpretazione tedesca del capitalismo, essendo viziata da questo bias etico nei confronti del debito, risulti incompatibile con il senso profondo del capitalismo stesso e quindi rappresenti una versione negativa, un anticapitalismo che quando entra in contatto con il capitalismo provoca l'annichilimento reciproco. La Merkel è fisica, capirebbe cosa intendo.
Anche ammettendo di trovarci invece di fronte alla lucida e razionale spietatezza del creditore, è praticamente impossibile che un creditore possa credere veramente di poter riavere i soldi del prestito se ammazza tutti i debitori e di poter interpretare il ruolo del creditore per sempre, se non è in preda ad un delirio di potenza.

Per tornare alla riunificazione tedesca e a ciò che ci ha raccontato Giacché, la RDT fu annessa alla RFT in fretta e furia nel 1990 appena pochi mesi dopo l'apertura del muro di Berlino. Fretta che non pareva necessaria, visto che si trattava di un progetto in itinere da tempo, nonché temuto da non poche inascoltate Cassandre, anche nostrane, reso finalmente possibile dal cambio di clima a Mosca ed alla glasnost di Michail Gorbaciov. 
Il problema era il flusso migratorio dalla RDT alla RFT, in quei mesi inarrestabile, di fratelli tedeschi in cerca di quella vita migliore che era stata loro promessa per anni dalla propaganda occidentale e quindi, per chiaramente difendere il primato della RFT, al posto del muro fu eretta la barriera di classe creando una Germania di serie A e una Germania di serie B, prodromo di ciò che il vincolo monetario dell'eurozona avrebbe fatto tra paesi A del centro e paesi B della periferia. La prova che esistono ancora le due Germanie di cui parlava Andreotti è nella disparità, a venticinque anni di distanza, tra i salari dell'Est e quelli dell'Ovest e nel fatto che il PIL dei Länder orientali sia poco più del 60% di quelli tedesco-occidentali. Il flusso migratorio interno da est ad ovest non si è arrestato e continua ma i lavoratori Ossie guadagnano ancora oggi meno dei lavoratori dell'ovest. Di quale riunificazione quindi stiamo parlando?
C'è da dire che, con le riforme Hartz del mondo del lavoro dei primi anni duemila, i lavoratori dell'ovest, al di là della propaganda dell'Operaio della Volskwagen che Guadagna 6000 Euro, stanno impoverendosi come i fratelli Ossie e questo dimostra come il capitalismo tedesco, oltre a perseguire il genocidio economico dei paesi sui quali agisce la propria tendenza mercantilista, finisce sempre per opprimere ed impoverire il proprio popolo. Segno della persistenza, oltre alla tendenza distruttiva, di un problema di classe che è fermo ai tempi di Karl Marx. Con la differenza che oggi la lotta di classe parte dall'alto e non dal basso.

La lezione storica della RDT dice che nel 1990 una nazione sovrana, con un insieme di leggi e un sistema economico peculiare di tipo socialista fu letteralmente fagocitata dalla Repubblica Federale, con il criterio dell'emergenza e della legislazione speciale e fu costretta, nello spazio di un mattino, a trasformarsi in economia di mercato, per giunta di tipo ultraliberista.
Anche allora fu utilizzato il principio del "fate presto" e uno dei motivi accampati per la rapidità di esecuzione dell'Anschluss fu il paventato rischio di default della Germania Est. Rischio rivelatosi poi assolutamente infondato e sovrastimato, visto che il debito della RDT ammontava ad appena 20 miliardi di marchi (paragonate l'entità di quel debito a quella di qualunque debito sovrano odierno). Come si direbbe oggi, la RFT truccò i conti per poter mettere le mani sugli asset tutt'altro che da disprezzare dell'Est. Non si parla soltanto di aziende ma di esercizi commerciali, immobili, infrastrutture, foreste: tutto ciò che prima apparteneva nominalmente al popolo fu privatizzato.
La terapia dello shock iniziale fu, come sempre, di tipo monetario.
Senza nemmeno dare il tempo al popolo di abituarsi al cambiamento della riunificazione, e prima ancora della riunificazione politica, fu introdotto nel mercato dell'Est il marco della RFT ad un cambio 1:1 (prima dell'Anschluss i due marchi ovest-est erano cambiati 1:4,44), cosa che fece impennare il costo della vita ad Est (alcune stime parlano del +350% di aumento dei prezzi), affossò la domanda interna e provocò milioni di disoccupati.
Ma la cosa più sconvolgente ed incredibile che si legge nel libro di Giacché è la seguente.
Quella della RDT era un'economia socialista pianificata a circuito chiuso dove le fabbriche di proprietà dello stato ricevevano finanziamenti dallo stato e i "ricavi" tornavano ad esso. Dopo la riunificazione, non solo le imprese della Germania Est furono privatizzate, con criteri assai discutibili che potevano implicare la vendita di imprese per la cifra di un marco, lo smantellamento di quelle potenzialmente concorrenti con quelle dell'Ovest (leggete il caso del frigorifero Foron a pag. 107) ma i finanziamenti statali pregressi alle imprese furono trasformati in debiti, esigibili dai nuovi proprietari! 
La prima apparizione del debito come arma di distruzione di massa e sostituto delle Panzerdivisionen che ormai conosciamo bene anche noi europei in questa che nient'altro è che la Terza Guerra Mondiale.

L'esito della chemioterapia somministrata dalla RFT ai fratelli tedeschi dell'Est fu, per citare le parole di Giacché: "Una distruzione di proporzioni immani" che comprese anche la demolizione di case e palazzi per fini di speculazione immobiliare. Il tessuto economico industriale della RDT fu distrutto, la popolazione declassata a serbatoio di manodopera a basso costo e ridotta a tassi di natalità mai così bassi dai tempi della Guerra dei Trent'Anni.
La ricca Germania, mentre faceva mea culpa delle atrocità passate, ma essendo stata assai più tollerante con gli ex nazisti che con i comunisti della RDT per le note questioni della guerra fredda, stava applicando al proprio stesso popolo quel Piano Morgenthau che i vincitori della Seconda Guerra Mondiale avevano inizialmente pensato per lei.
La tragedia della Germania Est è riassumibile nelle ammissioni successive di coloro che la vollero, come il presidente della Bundesbank Karl Otto Pöhl: "La RDT fu sottoposta ad una cura da cavallo che nessuna economia sarebbe in grado di sostenere." 
Difatti, la "pastoralizzazione" della RDT non ha avuto eguali nel resto del mondo ex-comunista, pur anch'esso sottoposto in quegli anni alla conquista della shock economy occidentale.

Ciò che è inquietante di quella storia legata al dopo caduta del Muro di Berlino, è che ormai sappiamo che è stata il modello, la giurisprudenza sulla quale è stata modellata l'Europa dell'eurozona.  Un modello di suddivisione a carattere razzista tra Nord e Sud, tra Nord a guida tedesca più i valletti lussemburghesi e gli altri bambolotti arruolati nei paesi già collaudati in passato in quota collaborazionista, e il Sud formato da cialtroni corrotti da poter depredare a piacimento dopo averli fatti sentire in colpa per il proprio benessere. Una suddivisione tra giusti, onesti protestanti e peccatori da redimere. Esiste forse un fondamentalismo luterano altrettanto nefasto e criminale di quello islamico?

Tra l'annessione dell'Est e le attuali mire da Quarto Reich,  la Germania ha vissuto gli ultimi vent'anni in uno stato di esaltazione da doping economico, approfittando allegramente sia dei fratelli dell'Est che dei propri cittadini dell'Ovest, fino ai cosiddetti alleati europei, soggiogati grazie ai trattati sbilanciati in suo favore ed alla nefasta moneta unica, il supermarco somministrato in stile Anschluss a cani e porci senza tenere conto degli effetti collaterali. Ha campato in costante stato adrenalinico sul mercantilismo. Soprattutto le è stato permesso di indebitare in maniera incontrollata i paesi mediterranei, come aveva indebitato i fratelli dell'Est attraverso i trasferimenti fatti affinché comperassero i prodotti dell'Ovest, per poter poi ergersi, in ultima analisi, a Sommo Creditore Mondiale.
La Germania però si è anche lasciata sedurre dalla creazione del denaro dal nulla (lei che soffre della fobia da inflazione!), dall'ebbrezza del flusso incontrollato dei capitali, dell'export e del surplus alle stelle e dei paradisi artificiali della speculazione finanziaria. Il suo spirito distruttivo è parso straordinariamente funzionale al nichilismo anti-industriale ed economicida dell'ultraviolenza finanzaria.
Paradossalmente, guardando allo stato delle banche tedesche, gli unici alla fine ad aver vissuto veramente al di sopra delle proprie possibilità, sono stati proprio i virtuosi tedeschi abituati a vedere il peccato solo negli altri.
La Germania, che ha finito per dannarsi per la terza volta in un delirio faustiano di godimento illimitato, è destinata all'ennesimo frontale con la Storia quando la figlia del pastore non cederà di un millimetro, l'Europa imploderà e Mefistofele andrà a reclamare la sua anima alla Porta di Brandeburgo, brandendo i trilioni di euro dell'esposizione sui derivati delle sue banche.

Benito Mussolini disse, ultima intervista concessa nell'aprile del 1945: "Scoppierà una terza guerra mondiale. Democrazie capitalistiche contro bolscevismo capitalistico."

La guerra è già cominciata ma potrebbero vincerla quelle élite sovranazionali che hanno interesse che gli europei e ciò che resta della dialettica politica democratica si scannino tra loro, che la Germania si schianti sul muro definitivamente, per poi poter imporre i trattati capestro voluti dalle multinazionali sociopatiche. Dio non voglia.



Appendice n° 1



L'intervento integrale di Vladimiro Giacché al #goofy3


Appendice n° 2

Brothers Grimm are back. Ecco come Wikipedia, considerata una fonte autorevole di riferimento, racconta la riunificazione tedesca:
"I costi della riunificazione sono stati un grosso fardello per l'economia tedesca e hanno contribuito a una più lenta crescita economica negli anni recenti.[2] Il costo della riunificazione è stato stimato intorno ai 1.500 miliardi di Euro (secondo Freie Universität Berlin). Questa cifra è più grande del debito nazionale dello stato tedesco. La prima causa di tale spesa fu la debolezza dell'economia della Germania Orientale, specialmente a confronto di quella della Germania Occidentale, combinata con la decisione, motivata politicamente, con la quale venne definito il tasso di conversione tra il marco della Germania Orientale e quello occidentale.[3] Tutto questo si concretizzò in un notevole difetto di competitività delle industrie tedesche orientali rispetto a quelle occidentali, il che fece collassare le prime in breve tempo. A tutt'oggi uno speciale trasferimento di 100 miliardi di Euro ogni anno viene dato ai territori dell'ex-Germania Est per la "ricostruzione".
Fornire beni e servizi alla Germania Orientale ha posto sotto notevole sforzo le risorse della Germania Occidentale.[senza fonte] Le industrie della ex-DDR in perdita, tecnologicamente arretrate nel confronto con la Germania occidentale, precedentemente sostenute dal governo tedesco orientale, sono state privatizzate.
Come conseguenza della riunificazione, la maggior parte della ex-RDT ha subito una de-industrializzazione, che ha causato un tasso di disoccupazione di circa il 20%. Da allora centinaia di migliaia di tedeschi orientali hanno continuato a migrare verso l'ovest per trovare lavoro. Ciò determinò una significativa riduzione della popolazione nei Länder orientali, specialmente per quanto riguarda i professionisti altamente qualificati.
Al 2009, il PIL pro capite dei Länder orientali corrispondeva al 68,7% di quello occidentale: sempre nel 2009, l'Institut der deutschen Wirtschaft di Colonia ha stimato che nel 2020 sarebbe giunto al 78%.[4]"
(fonte )

Appendice  n° 2

Benito Mussolini, del resto, da bravo socialista, aveva anch'egli il fogno europeo e aveva creduto fino all'ultimo che la Germania fosse veramente nostra amica.
“Ho parlato sempre col Führer della sistemazione dell’Europa e dell’Africa. Non abbiamo mai avuto divergenze di idee. Già all’epoca delle trattative per lo sgombero dell’Alto Adige, controprova indiscutibile delle sue oneste e solidali intenzioni, il Führer dimostrò buon volere e comprensione”.
La sistemazione dell’Europa avrebbe dovuto attuarsi in questo modo:
“L’Europa divisa in due grandi zone di influenza: nord e nord-est influenza germanica, sud, sud-est e sud-ovest influenza italiana. Cento e più anni di lavoro per la sistemazione di questo piano gigantesco. Comunque, cento anni di pace e di benessere. Non dovevo forse vedere con speranza e con amore una soluzione di questo genere e di questa portata? 
“In cento anni di educazione fascista e di benessere materiale il Popolo italiano avrebbe avuto la possibilità di ottenere una forza di numero e di spirito tale da controbilanciare efficacemente quella oggi preponderante della Germania.
“Una forza di trecento milioni di europei, di veri europei, perché mi rifiuto di definire gli agglomerati balcanici e quelli di certe zone della Russia anche nelle stesse vicinanze della Vistola; una forza materiale e spirituale da manovrare verso l’eventuale nemico di Asia o di America.
“Solo la vittoria dell’Asse ci avrebbe dato diritto di pretendere la nostra parte dei beni del mondo, di quei beni, che sono in mano a pochi ingordi e che sono la causa di tutti i mali, di tutte le sofferenze e di tutte le guerre." 

11 commenti:

  1. Anonimo23:20

    La mia opinione è che la Germania è il CANCRO di questo continente. Le due guerre mondiali che la Germania ha provocato, non sono un caso. E naturalmente non è un caso che oggi ci troviamo in questa situazione anche per causa della Germania.

    MA LA GERMANIA SI SCHIANTERA' PER LA TERZA VOLTA IN UN SECOLO E QUESTA VOLTA SAREMO TUTTI PERDENTI.


    Zugzwuang

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  2. Amico Zug, io ti voglio bene ma calma & gesso.
    Le responsabilità della Germania nello scatenare la Prima Guerra Mondiale sono molto discutibili. Ci sarebbe da tenere presente le responsabilità delle altre nazioni e cioé Inghilterra, Francia e Russia.
    La Seconda Guerra Mondiale, che poi è la "prosecuzione" della prima fu certamente scatenata dalla Germania nazista ma anche in questo caso ci sono delle grosse responsabilità delle altre nazioni, Italia inclusa ("Der Faschismus" in fondo lo abbiamo inventato noi) e che hanno un nome e cognome ben preciso: Trattato di Versailles.
    Potrei citare, per il lato economico, quel genio di J.M. Keyenes ed il suo "Le conseguenze economiche della pace"; una lettura davvero molto utile.
    Meno noto ai non "addetti ai lavori" è il lato militare: quando Ferdinand Foch (uno dei pezzi grossi dell'esercito francese) lesse le condizioni del Trattato di Versailles disse: "Questo non è un trattato di pace ma un armistizio di 20 anni." **
    Ci prese in pieno visto che era il 1919. E soprattutto visto che il Trattato di Versailles fu una porcata epocale.

    E la stessa cosa sta succedendo adesso: la Germania ha delle responsabilità? Si, certo e pure tante. Ma non posso far finta di non vedere le corresponsabilità dei suoi vicini, nessuno escluso.

    Se poi ci aggiungi che la qualità della vita del "tedesco medio" è decisamente peggiorata (il coefficente di Gini è spettacolare) il quadro si fa più complicato: sembra quasi che il convento sia ricco ma i frati siano poveri.
    Anche LORO sono stati presi per il culo e forse anche più degli italiani, come dimostra il libro di Giacchè.
    Ma dato che nell'immaginario collettivo dell'italiota, il tedesco è superiore all'italiano, allora non può essere preso per il culo. Dimenticando che l'inventore della propaganda si chiama Goebbels e che per la miseria, la propaganda FUNZIONA ! !

    (dopo la Seconda Guerra Mondiale la parola "propaganda" è stata sostituita con la parola "pubblicità" nello stesso modo in cui la parola "bomba atomica" è stata sostituita da "deterrente atomico". Sai com'è, la parola BOMBA ha un non-so-che di esplosivo... vuoi mettere quanto è più soave l'espressione deterrente? :)
    A mio parere avremmo dovuto mettere al bando sia le bombe atomiche che la propaganda, vista la pericolosità)

    Se si vuol vincere una guerra, la prima cosa da fare è capire chi è il nemico. E, mia opinione personale, non credo sia la "Germania."

    Chinacat

    ** La citazione proviene dal libro "La Prima Guerra Mondiale" di B.H. Liddell Hart, un tizio che sta alla guerra quanto J.M. Keynes sta all'economia. Fondamentale.

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    1. Anonimo21:27

      Invocare le corresponsabilità serve solo a far nebbia sulle responsabilità.

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  3. Anonimo14:51

    Uhm... una qualche idea o piano i tedeschi l'avevano all'inizio della prima guerra: Septemberprogramm


    http://it.wikipedia.org/wiki/Septemberprogramm

    E' vero questo piano non venne mai adottato ma il solo fatto di averlo elaborato diciamo che è quantomai sospetto? :-)


    Zugzwuang

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    1. Tutti avevano dei "piani" anche se ammetto che la caratteristica di elaborare piani per qualsiasi cosa è una caratteristica davvero molto tedesca. Ma ripeto: tutti avevano dei piani. A partire dall'Italia, il cui "piano" fu grosso modo questo: "noi entriamo in campo con chi ci offre di più."
      Il piano dell'Italia, magistralmente analizzato da Richard J. Bosworth nel libro "Italy, the Least of the Great Powers: Italian foreign policy before the First World War" era quello di recuperare ed acquisire quanto più "lebensraum" possibile e non importava con chi. Ovviamente noi non lo chiamavamo "lebensraum" ma "irredentismo" che fa un pò meno paura.
      Oh si, il concetto di "spazio vitale" mica è monopolio del nazionalsocialismo, anzi esisteva da ben prima che il nazionalsocialismo entrasse in scena. C'è sempre stato e a tutte le latitudini: nel 1937 il Giappone invade la Cina (facendo il bis con la Guerra Sino-giapponese del 1894 per il controllo della Corea) e per cosa? Spazio vitale e risorse economiche.
      Capire non vuol dire giustificare: lo dico subito perchè altrimenti qualcuno potrebbe fraintendere :)

      Chinacat

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    2. Con la differenza che, dopo due testate nucleari, il Giappone l'ha capita che le Nanchinate non si possono più fare e non si azzarda più a uscire dal paese del Sol Levante.

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    3. Giusto. Ma anche i tedeschi hanno capito che non serve a nulla uscire dal loro paese: basta far uscire i capitali e si fanno sfracelli lo stesso e senza rischio di fall-out.
      La conditio sine qua non è avere dei vicini abbastanza scemi da accettare quei capitali. O meglio: dei vicini che possono manipolare l'informazione, facendo credere ai propri cittadini che quei capitali sono "cosa buona e giusta", quando in realtà si tratta di un contropaccotto, come dicono a Napoli.
      Tu sei una goofysta come me (anche se ammetto che questo giro il prof. non mi ha convinto affatto; Boldrin è un autorazzista di merda e mi scusa per la parolaccia cioé Boldrin) e quindi sai cosa hanno combinato i capitali tedeschi in Spagna e Grecia.
      Sono responsabili le banche tedesche? Assolutamente SI.
      Sono responsabili i governi spagnolo e greco? Assolutamente SI:
      Ecco perchè non mi piace demonizzare la "Germania": si finisce con assolvere tutti gli altri.
      E l'idea di assolvere l'ebete fiorentino mi fa ribollire il sangue.

      Chinacat

      PS

      Una chicca: https://archive.org/details/ExtremelyRareMussoliniSpeechInEnglish

      Mentre cercavo un libro ho trovato questo. Ho anche trovato il libro, se può interessare a qualcuno. E cioè questo:

      "Hitler and I" di Otto Strasser

      Mai pubblicato in italiano, è una delle pochissime testimonianze dall'interno sull'evoluzione del NSDAP dal 1925 al 1933. E' dipsonibile sia in PDF che in EPUB.

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  4. Caro Chinacat


    Hamburger Nachrichten 1.08.14
    Hamburger Nachrichten 7.08.14

    Le responsabilità sulla 1° Guerra mondiale non sono molto disqutibili, almeno per la maggior parte degli storici.
    Tranne un piccolo gruppetto che vuole dare la colpa agli inglesi o francesi o russi, molto citati è amati negli ambienti neonazisti. In Germania tra l'altro c'è il Frame, lanciato da think thanks tedesci negli ultimi 3-4 anni, che la Germania non abbia nessuna colpa sulla 1° Guerra mondiale. Questo Frame si vuole anche estendere sulla 2° Guerra mondiale, dai stessi think thanks.
    Che la germania abbia attacato il belgio senza dichiarargli guerra è senza avvisarlo non dobbiamo disqutere.
    Che la germania abbia compiuto dei crimini di guerra sia nel belgio che in francia, francia dove si è combattuto la maggior parte delle battaglie della 1° Guerra mondiale nemmeno. Un consiglio, vai un pò a visitare i posti dove la germania a raso al suolo interi paesi è città saggegiato, ucciso è violentato con una ferocia incredibile la popolazione locale è prova a disqutere con la gente sulla 1° guerra mondiale. Questo è il motivo del atteggiamento rigido dei francesi nei trattati di pace. americani è inglesi erano molto meno rigidi, ma la loro patria non fù toccata dalla guerra.
    Anche come la monarchia k.u.k. trattò i popoli balcanici, sopra tutto i serbi non bisogna disqutere. L'atteggiamento degradante degli austriaci nei confronti degli alleati italiani anche, ma questo solo a parte.
    Oggi si sà anche che il piano tedesco "Lebensraum ost" esisteva già ai tempi della 1° guerra mondiale.

    Liddell Hart era molto vicino a Chamberlaine è Chamberlaine credette tutto quello che diceva Hitler, cioè che non voleva nessuna guerra, anche dopo l'annessione della Checoslovacchia è Austria. Hitler persino fino a poce settimane prima del 1. sett. 1939 il giorno del attaccò alla Polonia, anche qui SENZA DICHIARAZIONE DI GUERRA disse alla altre potenze europee che non aveva nessuna intenzione di incominciare una guerra. L'unico che cappì la situazione era Churchill, discraziatamente Mussolini non gli credette è non gli diede ascolto. E' non dimentichiamo il patto Ribbentrop/Molotov.

    I trattati di Versaille secondo mè non centrano niente con la 2° guerra mondiale. L'objetivo principale di Hitler era il "Lebensraum Ost" con schiavizazione è annientamento parziale del popolo slavo è l'annientamento totale della razza ebraica.(Mein Kampf) Hitler non volle una riscossa sui francesi o Varsaille che i tedesci tra l'altro non mantennero mai, fino a letteralmente fregarsene completamente del trattato di Varsaille dal 1933 in poi.

    Io invece di Hart ti consiglioHelmuth von Moltke and the Origins of the First World War di Annika Mombauer.

    I revisionismi strorici attualmente in germania stanno sbucchando fuori come i funghi, nò miccha dai soliti pirla neonazisti ma nel Mainstream tedesco è questo mi preocupa un pocchettino. Quello che 10 anni fà nessuno ebbe il corraggio di pronuciare oggi è Mainstream è se va avanti così arriveranno a dire che la shoah è colpa di Rothschild o Rockeffeller o l'alta finanza o non so chì tranni i tedesci naturalmente.
    L'NSDAP non sarebbe mai, ripeto MAI potuto andare al potere senza il finanziamento è l'appoggio della pressochè intera elite del industria tedesca.

    E' se capisci il tedesco ti consiglio anche di leggerequesto è questo

    mo mi fermo.



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    1. "Le responsabilità sulla 1° Guerra mondiale non sono molto disqutibili, almeno per la maggior parte degli storici"

      Ma il punto non sono le responsabilità della Germania, che ci sono. Il punto sono le responsabilità degli "altri". Naturalmente è abbastanza difficile discuterne con chi, come te, la butta sul piano "sentimentale" e non razionale. Per esempio:

      "vai un pò a visitare i posti dove la germania a raso al suolo interi paesi è città saggegiato, ucciso è violentato con una ferocia incredibile"

      Embè? Si chiama guerra e per 5000 anni la si è fatta così. O pensi che Tamerlano facesse le sue campagne regalando fiori? Oppure: tu hai idea dei massacri compiuti dagli italiani nel 1935 in Etiopia? Ne dubito. O nei Balcani tra il 1941 ed il 1944?
      Ma questa non è Storia: è fegato.

      "Liddell Hart era molto vicino a Chamberlaine"

      Dal che si deduce che tu non abbia la più pallida idea di chi sia Liddell Hart, Peccato (per te).

      "I trattati di Versaille secondo mè non centrano niente con la 2° guerra mondiale."

      Dopo questa mi fermo e ti consiglio di comperare diciamo 40 o 50 libri sull'argomento Ti servono. E soprattutto ti consiglio di leggerli prima di scrivere perchè stai facendo la figura del fesso.
      Per non parlare di questa "perla":

      "L'NSDAP non sarebbe mai, ripeto MAI potuto andare al potere senza il finanziamento è l'appoggio della pressochè intera elite del industria tedesca."

      Questa colossale BUFALA è in circolazione dalla fine della guerra e di chi solito chi la scrive non ha mai letto le opere di:

      MARTIN BROSZAT
      NORBERT FREI
      JOACHIM FEST
      IAN KERSHAW
      GEORGE MOSSE

      (questi sono tra i migliori ma ce ne sono altri)

      Tanto per darti le dimensioni della bufala: Franz Neumann era un sindacalista della SPD e scappa dalla Germania nel 1933. Arriva negli USA e nel 1941 pubblica un libro (Behemoth, struttura e pratica del nazionalsocialismo) che ancora oggi è considerato fondamentale per chiunque studi in maniera SERIA il nazionalsocialismo. Ebbene, nemmeno a Neumann è mai venuto in mente di scrivere una boiata simile.

      Ora: io non pretendo che la gente si metta a "studiare" il nazionalsocialismo. Ma c'è chi, come il sottoscritto, lo fa da circa 15 anni. Io non salgo in cattedra a fare lezione ma ti consiglio, se sul serio ti interessa l'argomento, di LEGGERE e pure tanto. Perchè il rischio di cadere nei luoghi comuni è molto ma molto serio. E soprattutto, cosa da evitare tassativamente, è l'utilizzo del "fegato" quando si tratta di Storia perchè i discorsi del tipo "si ma loro ne hanno ammazzati più di noi" li trovo del tutto senza senso.

      Chinacat

      "Non si ammazza abbastanza!"

      (Mario Robotti, generale italiano)

      Tu non lo sai ma alla fine della guerra fu chiesta l'estradizione di circa 2.000 (DUEMILA) militari italiani per crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Nemmeno UNA fu concessa.

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    2. "One of the major themes of Mr Taylor's book is the inability of historians writing on the inter-war period to overcome their horror at the atrocities committed by the National Socialist regime; this horror has led them to mistake the general moral responsibility of the Third Reich for the greatest barbarities in the history of Western civilization for an assumed, concrete historical responsibility for the outbreak of the Second World War. There is certainly much truth in this contention, and Mr Taylor has made a greater effort than any previous historian to achieve an emotional and moral detachment from the subject matter."

      (Tim Mason, commentando il libro di A. J. P. Taylor "The Origins of the Second World War", contenuto in "Nazism, Fascism and the working class" di Tim Mason)

      "to achieve an emotional and moral detachment from the subject matter."

      Questa è la chiave di lettura più seria, sebbene non sia la più facile.

      Chinacat

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  5. Anonimo14:48

    Ancora oggi le poche buche sulle strade, riscontrabili in Germania, si trovano quasi solo all'Est.

    Hart

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