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lunedì 2 febbraio 2015

Il terzo papa


Bene, ci parli del nuovo presidente della Repubblica. 
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Scena muta. Imbarazzo. Format c: in testa. Interminabili minuti nei quali ti torna in mente, parafrasandolo, solo l'aforisma di Karl Kraus: "Su Sergio Mattarella non mi viene in mente niente". Non puoi nemmeno giustificarti con il classico "a casa la sapevo". Che vuoi sapere, questo è un enigma avvolto in un mistero. Anzi, è Enigma, la macchina infernale della quale ti manca il codice per decifrarne i messaggi. Hai solo un indizio, una specie di centuria di Nostradamus da interpretare.
Subito dopo l'elezione, Mattarella è andato alle Fosse Ardeatine, ovvero in un luogo dove centinaia di italiani furono massacrati da tedeschi e ha detto: "L'alleanza tra Nazioni e popolo seppe battere l’odio nazista, razzista, antisemita e totalitario di cui questo luogo è simbolo doloroso. La stessa unità in Europa e nel mondo saprà battere chi vuole trascinarci in una nuova stagione di terrore."
Spero non sia un presagio dei sacrifici umani richiesti sull'altare dell'Euro Moloch, una riedizione delle lacrime della Fornero, ma certo è inquietante. Che avrà voluto significarmi? E' da quel gesto, per caso, che dovremmo iniziare ad interpretarlo?

Ancora? Vediamo. E' in politica da almeno trent'anni, è stato ministro svariate volte, ma finora era noto solo per il Mattarellum, la legge elettorale pre-Porcellum. Ah, ecco, si, il Mattarellum, che prende nome da lui.
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Proviamo con le associazioni: 
Se fosse un colore sarebbe quello del can che fugge, se fosse un brano musicale, la Valse Triste di Sibelius, l'unico brano musicale dove le parti in tono maggiore sono ancora più tragiche di quelle in minore. 
Se fosse un personaggio di un film di fantascienza sarebbe il lavoro in pelle pensato dalla Tyrell Corporation per interpretare un presidente della Repubblica. Se fosse un fiore sarebbe quello dell'aspidistra. Se fosse uno dei presidenti della Repubblica precedenti sarebbe Oscar Luigi Scalfaro. Se fosse un piatto sarebbe una minestrina con il dado.

Il Foglio ha raccolto una serie di aneddoti e citazioni in questo gustoso articolo.
Massimo Gramellini ha scritto su La Stampa: 
«Al confronto Monti era il carnevale di Rio. Ho guardato e riguardato l’unica intervista a Sergio Mattarella disponibile su YouTube, ambientata su un divano a fiori non vivacissimi. In quattro anni ha ricevuto zero commenti. Parla per sei minuti senza mai variare il tono della voce né muovere un muscolo del volto. A metà, per alleggerire, racconta una storiella del quarto secolo avanti Cristo».
Scusate, non so altro. Aspettiamo di ascoltarne domani il discorso di insediamento per inquadrarlo meglio e cercare di capire cosa attendersi da lui.
O è un gelido replicante o nasconde un fuoco divampante tenerezza come l'Aldo Moro che scriveva al piccolo Luca e che non avremmo mai detto.
A me, comunque, più che un presidente pare un Papa. Il terzo, dopo Ratzinger e Bergoglio. Tre papi, ai vertici di un triangolo. Per un punto non ha avuto 666 voti, il che sarebbe stata un'atroce beffa diabolica per un sant'uomo devoto come lui. Il terzo papa, o l'antipresidente.

5 commenti:

  1. Anonimo22:09

    Non vorrei sembrare precipitoso nel giudizio; ma, per adesso, mi ricorda molto quell'altro politico di cui Fortebraccio ebbe a dire: "Si aprì la porta e non entrò nessuno: era ....."

    franco

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  2. Anonimo11:31

    Prima di tutto complimenti per il blog, nei giorni scorsi a Rosy Bindi, intervistata sull'allora ipotesi di Mattarella presidente, è stato chiesto se non fosse un grigio burocrate... lei ha risposto che innanzi tutto è bianco... a me è venuto in mente Gandalf... :)
    Ciao
    Gianni

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    1. Grazie per i complimenti. Ma, vedi, Gandalf il Bianco è un rivoluzionario. Questo mi ricorda la nottola.

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  3. Anonimo15:59

    Magari ci fosse un Gandalf qui, adesso!
    Cristina

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  4. Concordo!
    Aggiungo che dopo il papa emerito, abbiamo il presidente emeritoooooo!!!!
    Pe carità!

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