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martedì 3 febbraio 2015

Ve lo dico papale papale


Come dovrebbe sentirsi un italiano dopo aver ascoltato il discorso del neo-presidente Mattarella? Voi come vi sentite?
La mia impressione complessiva è stata sconsolante, un momento di grande depressione, sconforto ed anche una certa rabbia impotente. No, non mi è piaciuto nemmeno un po'. Non che mi aspettassi chissà che ma si spera sempre di doversi ricredere, altrimenti l'alternativa è un tuffo preventivo dove l'acqua è più blu. 

Non entro nel merito della persona, che non conosco, come il 99% degli italiani e che assai probabilmente è degnissima e specchiata, usando l'aggettivo che si tira fuori dall'armadio in queste occasioni. Mi riferisco al ruolo, alla personae - in senso junghiano - che ha pronunciato il discorso e che si è presentata al cospetto dei suoi concittadini.
Il discorso. O meglio, ciò che il programmatore di un sistema esperto implementerebbe come set di frasi da insediamento presidenziale modello anni sessanta-settanta tra Saragat e Leone, pronunciate da un fin troppo austero e vagamente lugubre signore che ricorda l'archetipo andreottiano - anche nella silhouette, ma senza riuscire a replicarne per ora l'aura di statista. 
Abbiamo ascoltato una sequela di affermazioni con obbligo di applauso, che lo hanno chiamato spudoratamente per una quarantina di volte in trenta minuti ed alle quali non si poteva far altro proprio che applaudire con le spalle al muro. Frasi scontate e disarmanti per banalità, ricattatorie come i "condividi se sei contro la violenza sui bambini". E che vuoi dire, che ne sei a favore?
Non ci siamo fatti mancare nulla: dai giovani al Mezzogiorno, dalle donne ai disabili, dai profughi alla pace. Tutto proclamato con emozione fin troppo trattenuta, senza i guizzi passionalmente sanguigni di Pertini o quelli più sottilmente perfidi e taglienti di Cossiga. 
Mi è parso di fare un salto all'indietro nel tempo ma senza il beneficio della ritrovata giovinezza e la sensazione è stata di devastante inadeguatezza della personae, appunto, rispetto al momento storico che necessiterebbe di ben altro piglio decisionale, di ben altra pasta. Di un leader, perbacco, non di uno che non dovrà parlare al manovratore Renzi.
Basti pensare che l'unico momento autoreferenziale di percezione di sé come capo è stato l'annuncio che sarà arbitro imparziale. Excusatio non petita, visti i rumors di subalternità a poteri sovranazionali del suo predecessore o mancanza di fantasia o ancora consapevolezza che per molti arbitri vige ahimè la legge della sudditanza psicologica?

Mattarella, per chi lo conosce, è grande custode della Costituzione e saprà farla rispettare. Non ho motivo di dubitarne, ma allora perché questo passaggio del discorso, che a me ha lasciato un senso di profonda inquietudine?
"La democrazia non è una conquista definitiva ma va inverata continuamente, individuando le formule più adeguate al mutamento dei tempi. E' significativo che il mio giuramento sia avvenuto mentre sta per completarsi il percorso di un'ampia e incisiva riforma della seconda parte della Costituzione.
Senza entrare nel merito delle singole soluzioni, che competono al Parlamento, nella sua sovranità, desidero esprimere l'auspicio che questo percorso sia portato a compimento con l'obiettivo di rendere più adeguata la nostra democrazia. Riformare la Costituzione per  rafforzare il processo democratico."  
My too cents following. La Democrazia è una, non esiste una Democrazia adattabile alla realtà ma una realtà che deve adattarsi alla Democrazia. Se si afferma che la Democrazia deve "adeguarsi" bisognerebbe aggiungere a chi o a che cosa. Il mutamento dei tempi non è condizione necessaria e sufficiente. Altrimenti le costituzioni di mezzo mondo dovrebbero essere modificate di continuo. Non sto notando attualmente altrettanta fregola di cambiare quelle americana e francese, per esempio. 
Ed inoltre, temo, il riferimento successivo nel corso del discorso alle maledette riforme, non fa presagire nulla di buono. Sappiamo che le riforme, quelle che saranno scritte sotto dettatura da chi non vuole certo il bene di questo paese, andranno contro alcuni dei dettati costituzionali, soprattutto in tema di diritti del lavoro. Ecco quindi che il riferimento alla Resistenza ed ai suoi valori, dei quali la Costituzione è espressione, e che si dichiara di voler rispettare ed applicare, entra a parer mio in stridente contraddizione con l'auspicio della sua modifica. Fatta, per giunta, da un Parlamento e, di conseguenza, da un governo, che l'organo al quale Mattarella è appartenuto fino a ieri ha giudicato incostituzionale. Voluta o meglio, imposta, da uno stato di crisi assolutamente eccezionale durante il quale non si dovrebbe mai mettere mano alle regole fondamentali di funzionamento dello Stato e della cosa pubblica. Chi vuole farlo a tutti i costi si può presumere abbia mire antidemocratiche, voglia cioè alla fine meno democrazia. End of my two cents.

Tra i passaggi che ho apprezzato di meno del discorso più applaudito dell'universo vi è stato il ringraziamento particolarmente intenso a Napolitano e il riferimento alla crisi che ha inferto ferite al tessuto sociale, dimenticando che forse le più letali sono state procurate proprio dai governi non eletti e post-golpisti voluti da Napolitano, come quello Monti. Dobbiamo forse dedurre che non vi sarà soluzione di continuità tra la presidenza precedente e questa a guida Mattarella?
Per uscire dalla crisi, dice il Presidente, occorre una robusta iniziativa di crescita, da articolare innanzitutto a livello europeo. Qui, come in gran parte del discorso, ho sentito aleggiare la presenza di una cara amica.
Clamoroso il passo successivo, che riporto per intero:
Nel corso del semestre di Presidenza dell'Unione Europea appena conclusosi, il Governo - cui rivolgo un saluto e un augurio di buon lavoro - ha opportunamente perseguito questa strategia.
Stiamo ancora aspettando gli esiti di questa mirabolante strategia ma non disperiamo. Con Tsipras e Renzi sulla stessa lunghezza d'onda abbiamo inserito il pilota automatico e possiamo farci un riposino. Tra qualche ora atterreremo sani e salvi fuori dalla peggiore crisi dal 1929. L'importante è crederci, come di fronte ai giochi di prestigio.

Tralascio di commentare il rosario dei "significa" all'insegna di una botta a tutti, belli e brutti, che ha chiamato i più stucchevoli e falsi applausi, fino ad un effetto quasi grottesco, pensando a chi stava applaudendo, a quali pendagli da forca stavano nascosti tra i banchi del Parlamento.

Attenzione al passaggio logico successivo del discorso che ha unito con un'unica retta la corruzione alle mafie ed al terrorismo. Terrorismo di cui è stata ricordata curiosamente una vittima sola, un punto preso, non credo casualmente, soprattutto dopo la visita alle Fosse Ardeatine, nella galassia delle centinaia di vittime della stagione della strategia della tensione. Terrorismo che quindi è di una sola matrice, deve essere di una sola matrice, quella che è in guerra contro l'Impero d'Occidente. Altri terrorismi vari ed eventuali, ad est e ad ovest, e le loro vittime, non saranno ricordati, come certi bombardamenti umanitari nei Balcani. Saranno anzi dimenticati. Bambini altrettanto innocenti e meritevoli di applausi.

Vi era ovviamente grande attesa per le parole che il neo-presidente avrebbe rivolto all'Europa:
"Nella nuova Europa l'Italia ha trovato l'affermazione della sua sovranità; un approdo sicuro ma soprattutto un luogo da cui ripartire per vincere le sfide globali. L'Unione Europea rappresenta oggi, ancora una volta, una frontiera di speranza e la prospettiva di una vera Unione politica va rilanciata, senza indugio."  
Niente smancerie di sogni o fogni, che ho apprezzato, ma un'altra bella contraddizione in termini, visto che se c'è una cosa che l'Unione Europea, soprattutto l'Eurozona, è in grado di limitare fortemente è proprio la sovranità. Senza contare che l'Unione politica è una chimera irrealizzabile se non in senso totalitario. Quindi non ci è stato risparmiato, nemmeno questa volta, il "ci vuole più Europa". QED.

Ho apprezzato alcune cose,  però, del discorso di Mattarella. Non ha indulto in bizantinismi linguistici morotei e ha proprio detto divario digitale, non digital divide. Alla faccia del Jobs Act.


13 commenti:

  1. beatrice03:39

    Credo che gli serviva qualcuno che rendesse giuridicamente e costituzionalmente accettabili l'italicum, il jobs act, l'eleminazione del senato e tutte le porcherie che verranno .Chi meglio di questo signore che secondo molti conosce bene la costituzione ed e' al di sopra di ogni sospetto?!

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  2. Anonimo08:28

    ... oppure è un gran burlone che ha preso atto di essere nel mondo all'incontrario di Calvino (il nostro non il franco svizzero) e si è comportato di conseguenza davanti alle camere. Se avesse fatto un discorso a reti unificate magari avrebbe detto tutt'altro. Un po' di pazienza e sapremo di che morte si morirà (a occhio e croce direi dal ridere)

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  3. La Democrazia è una, non esiste una Democrazia adattabile alla realtà ma una realtà che deve adattarsi alla Democrazia.

    Penso anch'io che cominciamo male, malissimo.

    La Democrazia stà al territorio come la realtà stà alla carta geografica; metterla in discussione è come voler cancellare il Monte Bianco da una carta geografica e andare poi sul luogo a spianalo.

    Dal mio punto di vista, Democrazia è quel postulato che i Francesi hanno sintetizzato nel motto: (le) Libertà, Uguaglianza, Fraternità.

    Limitare la sovranità significa, appunto, dover mettere in discussione la Democrazia ovvero cominciare a spianare il Monte Bianco.

    Brutto, bruttissiomo inizio di presidenza...

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  4. Scelto senza difficoltà proprio perchè già conformato al frame.
    Il tempo del secondo mandato di Napolitano è stato utile a trovare il successivo presidente, controllabile e ideologicamente schierato per il vincolo esterno.

    Un altro presidente che odia questo Paese, non meritiamo questo ennesimo castigo.
    Rabbia

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  5. Lei ha chiesto come ci siamo sentiti alla fine del discorso dei Mattarella
    Devo confessare che io mi sono commossa, ma di una commozione che nasce dalla nostalgia e dal rimpianto nel sentire il contrasto tra quelle parole relative alla crisi che stiamo vivendo, al rispetto per i principi costituzionali, all’importanza del Parlamento e alla difesa della democrazia e i vuoti, retorici, insignificanti applausi della platea che questi valori ha impunemente calpestato.
    A prescindere dalle letture che possono essere diverse (io, per esempio vedo positivo il richiamo alla difesa dei principi democratici e dell’identità nazionale) sono gli ascoltatori la nota stonata del discorso.

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  6. Il primo discorso del nuovo Presidente? Dalla banalità del male al male della banalità. Spero fortissimamente di sbagliarmi.

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  7. La Democrazia è una, non esiste una Democrazia adattabile alla realtà ma una realtà che deve adattarsi alla Democrazia. Se si afferma che la Democrazia deve "adeguarsi" bisognerebbe aggiungere a chi o a che cosa. Il mutamento dei tempi non è condizione necessaria e sufficiente. Altrimenti le costituzioni di mezzo mondo dovrebbero essere modificate di continuo. Non sto notando attualmente altrettanta fregola di cambiare quelle americana e francese, per esempio.
    .
    Paperella mia... sei sicura?
    .
    "In questi archivi, dal dieci all'uno, sono contenuti brani di realtà su cui gli esperti devono dare un giudizio definitivo: se siano cioè trasformabili in nuova realtà conforme allo spirito dei tempi, o mantengano caratteristiche di verità irredimibile e pericolosa o comunque assai difficile da manipolare.
    Abbiamo qui molti degli avvenimenti politici e sociali degli ultimi anni: colpi di stato, attentati, trame, insabbiamenti, e una sterminata massa sovrapposta di teorie e dibattiti. Abbiamo stragi oscure e oscuri delitti su cui sta per calare il sipario di una festosa indifferenza. Abbiamo biografie di persone oneste che si cercherà di disperdere nella sterminata burocrazia del cinismo, e vite di fetentissimi personaggi che si spera di riportare alla ribalta e a gli onori del paese. Ma è davanti all'archivio Zero che il più cinico dei cinici arretra spaventato. E' l'inferno del dolore, della sofferenza, il magma silenzioso che sta al centro della storia del mondo. L'urlo inascoltato, il cadavere irriconoscibile, la morte inutile, il ricordo umiliato. Dall'archivio Zero, nulla deve tornare alla luce."

    .
    Stefano Benni: Baol, 1990

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    1. Sarà che non ho letto il libro, ma questo brano che mi dovrebbe venire a significare?

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  8. Anonimo14:40

    Da: Giambenedetti Sandro. Roma
    Dott.ssa Tampieri seguo il presente blog con interesse e simpatia. Non posso dire di condividere totalmente ogni Sua osservazione, come è ovvio che sia, ma sono attratto dalla fecondità della Sua Intelligenza unita ad una personalità non comune. Credo di interpretare correttamente il passaggio inerente una realtà che deve adattarsi alla Democrazia come il non poter essere aleatorio e/o volubile il concetto di Democrazia. Ma la frase in sé (…. realtà che deve adattarsi …) può sembrare indefinita. Se per REALTA’ si intende, ad esempio, società tutto quadra; viceversa se si intende ciò che esiste in se materialmente (il monte Bianco) allora non è adattabile. Con altissima stima.

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    1. Anonimo15:15

      Hai portato gli anelli? (dai, si scherza)

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    2. Caro Sandro questa è la realtà: "Germany also wants Athens to stick to an agreement to reduce general government employment by 150,000, implement pension reforms that establish a close link between contributions and benefits, keep the lowered minimum wage and make wider use of decentralized wage bargaining."

      Metafora, non crede che se la "carta geografica" contiene un errore debba essere cambiata prima che qualcuno spiani il Monte Bianco?

      Nel frattempo, mentre riflette, si legga QUESTO. È di un suo giovane concittadino "de RRoma"; per tanti giovani se la "carta geografica" contiene un errore...


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  9. Ciao Barbara dopo aver sentito il "discorso" mi sono reso conto che ha ragione LBC: "L'evoluzione non gli consentirà decisioni "sfumate": si saprà senza discussioni che direzione vorrà prendere. O, peggio, che alla fine "potrà" prendere... Ci siamo? Per ora purtroppo ce ne staremo a guardare ma, la crisi morde e tutto può succedere.. Complimenti e grazie per il costante aggiornamento del frame.
    Quanta cultura gratis in rete...finchè dura!!

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  10. DA: European Central Bank / Frankfurt am Main

    A: Gianbenedetti Sandro / Roma

    OGGETTO: Democrazia

    https://www.ecb.europa.eu/press/pr/date/2015/html/pr150204.en.html

    Se il messaggio non Le fosse abbastanza chiaro, consigliamo la visione di questo:

    https://www.youtube.com/watch?v=n6LX4bx6GnU

    Noi, a Frankfurt am Main, la democrazia la concepiamo così: o ti adatti o ti facciamo adattare noi.

    Mario Von Draghen

    (Chinacat)

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