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martedì 10 febbraio 2015

Soci furbi e soci fessi


Molti credono - troppi, a dirla tutta - che la gestione dei debiti pubblici e privati e dei rapporti economici tra paesi vengano gestiti con criteri di altissimo livello tecnico, morale ed istituzionale, da persone con degli ideali iperuranici così. 
Invece, basta avere qualche minima dimestichezza con il funzionamento delle piccole e medie società e si capisce che anche nei rapporti tra stati le dinamiche sono le stesse che si osservano quando soci furbi modello avvoltoio incrociato con la volpe incontrano soci fessi e questi ultimi sono soci morti.
Il socio furbo è quello che ha l'idea, che ha in mano il progettone, la pensata geniale che non può fallire e che vi renderà tutti più ricchi con un minimo investimento iniziale. I soci fessi sono coloro che di solito gli credono e ci mettono, con grande sacrificio, i capitali. Non c'è bisogno di dirvi che il socio furbo ha tutta l'intenzione di essere l'unico a guadagnarci dall'affare.
Infatti il bello della società è che, rispetto alla s.r.l. unipersonale, dove il guadagno è tutto tuo ma anche il rischio, puoi socializzare le perdite e, se sei abbastanza abile, guadagnare a spese degli altri anche se le cose vanno male e si rischia il fallimento. Le società più redditizie, per i soci furbi, sono quelle tra ineguali, non solo nel senso di peso economico ma in quello di acume e fesseria. L'importante è che tu sia quello brillante e che i tuoi soci siano disposti a credere nella tua specchiata onestà, che sbandieri ogni giorno, e il più è fatto.

Facciamo un esempio pratico?
Siete stati convinti a partecipare ad una società con una quota per realizzare un grande progetto ideato dal più brillante e lungimirante dei vostri soci. Una quota all'inizio piccola, poi sempre più grande, fintanto che le vostre possibilità ve lo hanno permesso. Quando non ce l'avete più fatta, il socio vi ha prestato altri soldi "tanto me li ridarai con comodo" e vi siete indebitati.
C'era però tra gli altri soci chi si era più indebitato di voi e, quando la crisi è arrivata, il socio di maggioranza ha richiesto a tutti di rientrare. I soci più indebitati non ce l'hanno più fatta ma a voi è stato fatto credere che, pagando al posto loro, avreste salvato la società intera e quindi anche il vostro guadagno futuro, per il quale vi siete spesi così tanto. Oltretutto era questione di vita o di morte. Di malavoglia ma avete acconsentito, vi siete svenati, siete andati a chiedere i soldi ai lontani parenti, ma l'avete fatto. Avete pagato per i più piccoli.
Peccato però che i soci in difficoltà ora stiano peggio di prima e i soldi che avrebbero dovuto andare in loro aiuto se li sia pappati il socio furbo, il quale però ora vi ha concesso il privilegio di essere a vostra volta creditori nei confronti degli altri soci. Lui ormai è rientrato e lascia che i fessi, tra i quali ci siete anche voi, si scannino tra di loro. Il progetto probabilmente fallirà ma tanto il guadagno per il socio furbo c'è stato e chi se ne frega.
Non vi ricorda qualcosa, questa storiellina, diciamo sul macroeconomico?

P.S. Scusate, ho dimenticato una cosa importante. Uno giustamente può chiedersi: "Perché i soci fessi si fanno vessare dal socio furbo di maggioranza e non se ne vanno?" Perché il suddetto li ha legati con un vincolo contrattuale dicendo che non avrebbero potuto recederne; cosa falsa ma che loro credono vera (se no lui non sarebbe furbo e loro fessi). Secondo la Convenzione di Vienna sui trattati internazionali - perché qui mi riferisco alla metafora macroeconomica - qualora uno stato non possa più onorare un trattato, compreso il caso in cui uno dei partecipanti si comporti in maniera fraudolenta nei confronti degli altri, è prevista la possibilità di dichiarare nullo il trattato stesso attraverso un'apposita procedura. (Giuristi in ascolto, corigetemi se sbalio). 

4 commenti:

  1. Ma si, mi sembra proprio che assomigli a qualcosa che ho già visto...aspetta che mi concentro...certo che ci fai sempre sudare Barbara !
    Ogni tanto però il socio fesso e bastonato si incazza e va a chiamare lo zio grosso e cattivo, e son dolori !

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  2. Anonimo07:27

    Lo ritengo decisamente più probabile come progetto, rispetto a quello di un quarto reich a volte insinuato.

    Riccardo

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  3. Anonimo11:01

    Da Gianbenedetti Sandro (lo so prima il nome poi il cognome……)
    Vengo e mi spiego:
    -la gestione dei debiti pubblici e privati e dei rapporti economici tra paesi vengano gestiti con criteri di altissimo livello tecnico, morale ed istituzionale, da persone con degli IDEALI iperuranici-–
    Prima il nome: Pier Carlo Pàdoan-- > Pier NO! Pietro! Ma Pier è più chic .
    Pàdoan NO! Padoàn . Ma Pàdoan è più chic. (Padoàn è troppo terra terra )
    Profilo del ministro chic che criticava, sulla rivista Critica marxista, il pensiero keynesiano.
    Ce ne faremo una ragione

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  4. Giuseppe16:47

    Sì, mi ricorda qualcosa... Ma per uscire dalla storia e avvicinarsi alla realtà, bisogna aggiungere che ogni socio fesso è in realtà composto da una pluralità di individui, a loro volta distinti tra i pochi detentori del potere che sanno che le loro decisioni sono sbagliate ma hanno un interesse personale nel prenderle, e la massa di uomini senza potere che non solo subiscono sulla loro pelle le conseguenze degli errori dei primi, ma in gran parte non se ne rendono conto e li sostengono (perché "qualcuno che per noi l'ha inventato ci costringe a sognare in un giardino incantato").

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