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venerdì 29 maggio 2015

Votare Under-Underwood



Ricordo quando vedevo Berlinguer in televisione che, nell'ultimo appello agli elettori, diceva, tutto curvo e con quel tono da nobile ed apparentemente innocuo gatto morto: "Votate e fate votare Partito Comunista". Con modestia, austerità e preclara moralità, s'intende. 
Dalla pianura padana alle piramidi il popolo di sinistra rispondeva compatto. L'astensione, almeno nelle regioni rosse, era fenomeno sconosciuto. Foss'anche piovuto sangue, incluso il proprio, si sarebbe andati a votare per il partito. Percentuali da 80% come minimo. Questa fedeltà di appartenenza, agita attraverso la croce sulla scheda, bisogna ammetterlo, non è mai più stata eguagliata da alcun partito di successo. Non certo dal Fascismo perché allora non usava votare, non dalla Democrazia Cristiana, che ha sempre avuto pur bisogno dei preti che minacciassero i fedeli tentati dall'adulterio elettorale con l'anatema e l'immagine di Malebolge, e nemmeno dai seguaci del pur amatissimo Berlusconi proconsole d'Italia. Colui che - è l'ultima in ordine di tempo - disse a Gheddafi "che era una bestia e che l'avrebbe addomesticato". Non è sempre adorabile? Ammettiamolo.

Oggi che viviamo in una "democrazia illusionistica sempre più inadeguata all'integrazione internazionale" e quindi il nostro contributo al prestigio da realizzare può essere solo quello del "c'è qualche gentile signore del pubblico?" fino a quando ci diranno "grazie, non abbiamo più bisogno di voi, facciamo da soli", l'appello agli elettori  sta diventando superabile.
Rimangono gli eredi del PCI, appunto, che ti scrivono a casa perché frequenti da paziente lo stesso poliambulatorio del medico candidato, ti blandiscono con sfalci di prati e spuntature di siepi incolti da anni, riverniciature di strisce pedonali e asfaltature last minute ad una settimana dal voto. Lo fanno perché coloro che dopotutto li amano ancora si accontentano di queste sveltine ma è pur vero che questi  neisecolifedeli cominciano a vedere una flebile luce nell'oscurità. Quelli fra loro che, colti dal dubbio, dopo una tirata al cilicio dell'appartenenza, ritornano ciechi e devoti seguaci dovrebbero diventare sempre più rari. I più scelgono la protesta dell'astensione che, al prestidigitatore che domani trarrà il suo consenso dal cilindro e non più dall'urna, non può fregare di meno.

Si, va bene ma, che c'entra Frank Underwood in questo discorso e con le elezioni amministrative italiane?
C'entra perché sbagliamo a pensare che la televisione non sia istruttiva. Per quanto possa valere la mia opinione, "House of Cards" in questo senso è meglio del Maestro Manzi.
No, aspettate, non è perché Renzi pare ispirarvisi, come ha ironicamente notato in un tweet l'autore del soggetto.

In fondo se questa serie ha tanto successo è perché lo schema è Macbeth e gentile signora. Niente di nuovo ma un archetipo in piena regola trattato con il piglio shakespeariano che ben si adatta a qualunque tragedia storica, come quella in corso. Una ricetta infallibile come le lasagne - o la torta di mele, quando devi mettere a tavola tante persone.
C'è però da ricordare una cosa importante, e cioè che i personaggi del cinema non sono come quelli reali. Nel senso che quelli reali sono assai peggio, fanno cose peggiori e possono essere decisamente meno affascinanti. Non solo perché affamano popoli e organizzano guerre. Pensate a questo:

La Cancelliera in versione V-Visitors
 o quest'altro.


Nel mondo reale, più che del pericolo degli Underwood, ovvero dei singoli Macbeth guidati appunto dalla pura ambizione come il personaggio interpretato da Kevin Spacey (che in realtà è tutt'altra cosa), dobbiamo temere gli Under-Underwood, i sotto-Underwood. Quelli cioè che, ieri come oggi, eseguono gli ordini impartiti dai superiori e non sono necessariamente né intelligenti né affascinanti e che oggi sono sempre più numerosi.
Pensiamo a George W. Bush, ad esempio, il prescelto proprio per le sue scarse qualità, messo sul trono della Casa Bianca grazie alle discusse elezioni del 2000 e docile esecutore dell'agenda del PNAC dopo il colpo di stato dell'11 settembre per conto di un consorzio al confronto del quale Underwood con i suoi omicidi da provinciale pare solo un povero scemo.
Ecco, fate fatica a concepire qualcosa come un colpo di stato nel cuore della più grande democrazia occidentale, vero? Capisco. Infatti anche in questo articolo si legge che "House of Cards" sarebbe implausibile perché "negli Stati Uniti, mai un presidente ha occupato la Casa Bianca senza vincere regolari elezioni."
Già, e difatti oggi si parla di suo fratello Jeb Bush, l'ex governatore della Florida, di quella Florida, come candidato alla presidenza mentre l'agenda di cui sopra si arricchisce di nuovi stati canaglia e nuovi spauracchi.

Per la legge del racconto cinematografico si capisce benissimo che alla fine Macbeth-Underwood e la sua Lady finiranno male, ma state tranquilli che gli Under-Underwood - come Renzi - non finiranno mai, perché vi saranno sempre giovanotti e giovanotte  (o canuti professori all'occorrenza) pronti a sostituire il birillo precedente appena caduto. Al giorno d'oggi chi è colui al quale, se possiede come semplice requisito la capacità del "fuck thy neighbour", viene negato il quarto d'ora di nefandezza in politica? Quanti ne abbiamo collezionati noi italiani in soli quattro anni, tre?
E' proprio questo il simbolismo più potente, il senso più profondo di Frank Underwood che ci viene svelato dalla sua raffigurazione: vestito come l'agente Smith di Matrix, seduto con le mani insanguinate sul trono "littorio" di Abramo Lincoln. Il piccolo che simboleggia qualcosa di più grande.
Guardandolo bene, superandone  la fascinazione, ci accorgiamo che non è affatto un politico, non è un singolo individuo ambizioso che fa suonare  il sogno americano a rovescio sotto quella bandiera satanicamente rovesciata, riuscendo a piegare magicamente e praticamente indisturbato il potere imperiale ai suoi voleri (ecco la sublime irrealtà della finzione) - ma è un sicario del potere, di cui è ineffabile emblema.
I sicari come lui vengono inviati ad governare i sudditi o le lontane colonie e protettorati e non sono politici, ma figure create per sostituirsi progressivamente ad essi. Sono perfettamente intercambiabili, per tutte le stagioni e il potere ne ha armadi pieni. Qualcuno di loro può essere abile come l'archetipo cinematografico e correte quindi il rischio di votarlo. Se non sarà facile evitarli in futuro, finché sarà possibile è necessario evitare come la peste di votarli.


P.S.
Ricordate che l'astensione è solo un'estensione del premio di maggioranza.
Praticate il voto di protesta, il voto contro. Gettate nel cesso la fottuta appartenenza.Osate qualcosa di diverso, di nuovo.
Come per tutte le elezioni è vivamente sconsigliata la scheda bianca, strumento di tentazione di addomesticatori di risultati. Piuttosto annullatela con qualche frase creativa e pensiero ibrido.
E se ancora non vi basta, c'è quest'altra ultima chiamata  per l'imbarco.

Good night and good luck.



8 commenti:

  1. Ho fatto anch'io un post su analoga lunghezza d'onda circa il voto CONTRO quando non può essere PER. L'importante è che le roccheforti del Pd, cadano:

    http://sauraplesio.blogspot.it/2015/05/il-pd-deve-cadere.html

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  2. "Praticate il voto di protesta, il voto contro."

    Approvo !
    Lo farò !
    Voterò CONTRO !

    Voterò PD per contrastare i cripto-fascisti della Lega, il grillume ed il morto che cammina (Berlusconi)

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  3. Anonimo09:47

    Nel mio piccolo, il 10 maggio ho lanciato un'appello a votare sempre e invariabilmente contro Renzi e il piddì in ogni regione interessata al voto. Batterli sul loro terreno, in pratica, quello politico, trasformando le amministrative in elezioni politche. Un "plebiscito" contro il partito unico e il suo capoccia. Non si deve votare "per" qualcuno, ma "contro" qualcuno e lo si deve fare, se necessario, "turandosi il naso". Se molti astenuti "ritorneranno" per una volta dall'astensione di lungo periodo, potranno fare (ma quanti?) il mio ragionamento e provare ad affossare - senza correre alcun rischio - i candidati del piddì.
    Temo, però, che anche questa volta, complice l'imbecillità di massa che imperversa in Italia, l'ignobile piddì ce la farà ...

    Cari saluti

    Eugenio Orso
    http://pauperclass.myblog.it/

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  4. Anonimo15:01

    http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2015/5/31/SPY-FINANZA-Quell-oro-usato-contro-l-Italia/613081/ .Le cose stanno peggiorando. Claudio

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  5. OT

    Dedicato al Pontifex maximus francesco. Si prega ai buonisti di astenersi dal leggere.
    Serge Boret Bokwango

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    1. Anonimo13:34

      I congolesi sono razzistissimi. La Kyenge ha preso spesso le distanze dal regime oggi al governo. Con il che, Bokwango ha detto una verita' che tutti gia' conoscevamo: qui ci mandano quasi solo gli scarti.

      G.Stallman

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  6. Alle europee sono stati gli 80 euro, ora sarà dipeso dal fatto che i mass media hanno sbandierato hai quattro venti la squallida bugia sull' italia fuori dalla crisi e in ripresa. Siamo pochi, non contiamo un cazzo. Ogni giorno è sempre più triste.

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