A cosa servono i convegni sulle modificazioni climatiche e gli annessi Green Pride con i palloncini colorati, i manifestanti fresconi "per l'ambiente e per la pace" a beccarsi le mazzate e quelli coglioni che prendono a calci i lumini dei morti per permettere ai generaletti Pétain di indignarsi; i soliti Black Bloc a chiamata e i lacrimogeni lanciati stile Piedigrotta che offrono l'opportunità dell'ennesima esercitazione preventiva contro il dissenso che verrà?
A cosa serve il frame "c'è un cambiamento climatico in atto che potrebbe distruggere il mondo e dobbiamo fare qualcosa subito", che genera un'epidemia di espertologia tra film, libri, dibattiti televisivi a schiuma frenata e la contrazione delle sopracciglia di tante damazze della San Vincenzo del Male, ovvero l'ONU? Per non parlare dell'elogio del decrescitismo, un altro modo per obbligare il middle class a fare a meno dell'acqua - "fate la doccia in quattro che si risparmia" - per lasciare al ricco il privilegio della piscina con idromassaggio.
A cosa serve la melassa ambientalista caramellata ad ogni ora sui media canaglia se il primo atto del neo presidente di un paese appena ritornato tra le grinfie dei suoi torturatori economici e incidentalmente avvelenato dal glifosato, è la nomina a ministro dell'Agricoltura (per ora solo della provincia di Buenos Aires) di un ex dirigente della Monsanto?
A cosa serve lo zucchero filato della propaganda renziana quando nel decreto Sbloccaitalia (meglio chiamarlo Scardina&Scassaitalia) è stato inserito l'ennesimo virus incostituzionale che prevede il rilascio di un titolo concessorio unico alle compagnie petrolifere (indovinate di quali paesi?) che permetterà l'esproprio di terreni non solo quando vi fosse effettivamente trovato petrolio o gas ma anche in fase di ricerca, in base al “carattere di interesse strategico […] di pubblica utilità, urgente e indifferibile”?
Avete la vaga idea di che cosa ciò significhi una volta che sarà approvato il TTIP? E capite perché abbiano scelto, per commettere questo crimine, gente che alla parola esproprio ha un orgasmo spontaneo?
Leggete questo articolo, di cui pubblico un estratto che analizza gli ennesimi problemi costituzionali, che spiega cosa ci attende, e pensate cosa potrebbero diventare i nostri mari e come non potremmo opporci a livello locale a qualunque tipo di trivellazione anche in aree sismicamente attive.
Per tornare alla domanda iniziale. A cosa serve tutto agitarsi in favore di telecamera sulle questioni ambientali quando sul mondo domina incontrastata l'economia dei disastri? A nulla. Serve solo a creare il solito diversivo e l'illusione che l'opinione degli inferiori conti qualcosa.
Le modificazioni climatiche esistono ma non viene mai spiegato se esse siano dovute al caso o al capriccio del solito dio biblico che si diverte ad ammodernare le sette piaghe d'Egitto, globalizzandole; oppure siano la pura conseguenza del progresso, fino all'ipotesi che possano essere anche vere e proprie manipolazioni volute dall'uomo.
Tutte le sperimentazioni sulle modificazioni climatiche, in atto fin dalla fine del secondo conflitto mondiale, sono state giustificate dalla lotta all'effetto serra ma - non è strano? - nonostante ciò, si continua ad inquinare impunemente perché anche quella è una prerogativa del privilegio imperiale.
D'altra parte è ovvio che nessuno ormai oserebbe opporsi a manovre atte a contrastare un fenomeno grave come l'effetto serra che, ohibò, rischia di distruggerci. Soprattutto se l'appello proviene dagli ineffabili organismi internazionali che sostengono anche la necessità del ripopolamento per immigrazione.
Ma cosa accadrebbe se il contrasto all'effetto serra (che magari se ne sbatte il belino di qualunque cosa faccia l'umanità tanto alla fine questo pianeta, se dio vuole, si scrollerà di dosso questa marmaglia imbarazzante) diventasse solo una scusa per vendere un domani la protezione contro i cataclismi? Mi pare di sentirli: "Che bella riviera, sarebbe un peccato che un tornado anomalo la distruggesse."
L'economia dei disastri e la sua evoluzione in economia dei cataclismi a comando è proprio così fantascientifica ed improbabile? Pensiamo al potere di pressione sugli stati canaglia o su quelli semplicemente indisciplinati sui conti pubblici e i compiti a casa. Le scaramucce a base di spread dei thugs of rating diventerebbero un'innocua cazzabubbola del passato. "Ti opponi al trattato? Oh, tutte quelle povere opere d'arte invase dal fango, che perdita irreparabile sarebbe."
Cominciate a ragionare come i mafiosi e ci arrivate anche voi.
In fondo l'invasione programmata di potenziali dropout multicolore e religiosamente aggressivi, mi ripeto ma non importa, è già l'antipasto di ciò che sarà l'economia della protezione armata, offerta a prezzi sempre più concorrenziali da monopolisti in grado di proporre un'ampia scelta tra nerboruti contractors di quartiere, infallibili snipers, fino a veri e propri squadroni della morte per le grandi pulizie etniche. Tutto già sperimentato a livello militare e di black ops e pronto per essere immesso sul Mercato che tutto trangugia e digerisce senza farsi troppi scrupoli morali.
E' pensar male, lo so, ma quando il profitto è l'unico valore dominante bisogna cominciare a ragionare come se tutto fosse fonte di profitto, anche la mera sopravvivenza e il punto d'arrivo fosse la tassa sul respiro.