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martedì 10 ottobre 2017

Il crescendo polpottiano


Chissà se gli americani, noti per delegare i propri interessi a chi si rivela sempre la biscia che si rivolta al ciarlatano, stanno capendo che aver affidato un paese strategico come l'Italia a ciò che restava del comunismo, la componente trotzkista internazionalista tanto cara ai neocon, ripassata nella padella globalista, è stata proprio una cattiva pensata.
Finchè hanno tenuto in piedi il teatrino della democrazia posticcia e la finta alternanza con il centrodestra di Berlusconi, con la pantomima dei governi di sinistra che evitavano di danneggiare Berlusconi e i governi Berlusconi che avevano bisogno della sinistra per non danneggiare gli interessi del cavaliere, tutto è sembrato funzionare. Male ma funzionava. Si poteva ancora addirittura votare.

Dopo il golpe del 2011 con il licenziamento in tronco manu judici di Berlusconi e il via libera dato ai sicari della UE e nonostante l'introduzione della figura del gatekeeper in seconda (il M5S) con mansioni di controllo sulla ditta appaltatice (PD) della demolizione controllata di ciò che restava della sovranità italiana, le cose sono andate precipitando. 
Una volta raggiunto il tanto agognato potere politico - promesso fin dai tempi dell'immunità dalle inchieste di Mani Pulite -, dopo aver conquistato quello giudiziario ed aver occupato il sistema mediatico e culturale, la vecchia anima liberticida del partitaccio rosso si è ringalluzzita e ora, più che a Berlinguer, sembra impegnata in un avvitamento polpottiano.
Perché, davvero, cercando all'indietro nella storia, l'unico regime  che mi viene in mente che abbia tentato altrettanto scientificamente di annientare il proprio popolo è il regime dei Khmer Rouge cambogiani. 
Non siamo (ancora) ai killing fields ma ogni atto di questo governo sembra votato al nostro annientamento. Facciamo un elenco delle sue infamie, che potete anche ampliare con i vostri contributi, in caso mi dimenticassi qualcosa?

* la distruzione del tessuto economico e della domanda interna;
* La strage delle PMI;
* La svendita delle migliori imprese, inclusi gli asset strategici, a interessi economici stranieri;
* La cessione gratuita e incomprensibile perfino di tratti di mare alla Francia;
* La tassazione vessatoria e dissennata nei confronti di chi in Italia produce;
* Il clima da leggi razziali che non fa mistero di voler privilegiare in futuro, su base razziale, appunto, i cosiddetti "nuovi italiani", inclusi soprattutto i clandestini senza alcun diritto di rimanere sul territorio;
* La scientifica opera di agevolazione dell'invasione del territorio da parte di individui sconosciuti, inclusi quelli potenzialmente pericolosi, che comporta inevitabilmente:
* la messa in pericolo dell'incolumità fisica e psicologica dei propri cittadini;
* la volontà di imporre l'assoggettamento degli italiani alle richieste degli stranieri, come nel caso dei "corsi di arabo per i bambini italiani";
* l'indifferenza nei confronti del disagio dei cittadini ed anzi, la loro stigmatizzazione come fascisti, xenofobi e razzisti;
* l'introduzione di leggi (come quella dei dieci vaccini obbligatori) che violano quelle parti della Costituzione che sanciscono il divieto del trattamento sanitario obbligatorio in assenza di situazioni particolari di emergenza;
* come contraltare, l'importazione senza controllo di individui provenienti da regioni del mondo dove sono endemiche malattie come malaria, AIDS, meningite, ecc;
* l'abbandono sociale sistematico di anziani, disabili e famiglie italiane in difficoltà;
* la distrazione di fondi provenienti dal lavoro italiano a favore del mantenimento di clandestini;
* la progressiva distruzione del welfare costruito sui contributi da lavoro dei cittadini italiani;
* la vendita, in dobloni sonanti, dei dati sensibili sanitari di milioni di italiani a multinazionali quali IBM e Glaxo per scopi non dichiarati;
* la volontà di introdurre prossimamente l'obbligo delle vaccinazioni anche per gli adulti, ulteriore atto incostituzionale di violazione della libertà di scelta e di integrità del proprio corpo;
* leggi che limitano la libertà di espressione, che violano la privacy individuale e introducono un regime di controllo poliziesco da polizia politica;
* l'insofferenza crescente nei confronti dell'inviolabilità della proprietà privata;
* la gestione della cosa pubblica affidata a persone non solo platealmente incompetenti ma ostentatamente prevenute nei confronti dei propri connazionali, tali da poter essere considerati veri e propri nemici interni;
* il collaborazionismo assurto a valore morale;
* lo stigma del razzismo e la valorizzazione morale dell'autorazzismo;
* la discriminazione nei confronti dei cittadini italiani quando vengono messi in competizione con gli "altri" (come nell'assegnazione di alloggi);
* l'introduzione dell'ideologia gender nella scuola;
* l'indottrinamento dei bambini atrtraverso i libri scolastici;
* la persecuzione del dissenso;
* la manipolazione continua dell'informazione;
* la volontà di creare, con leggi falsamente umanitarie come lo ius soli, truppe cammellate di elettori per sostituire quelli italiani in fuga;

ecc. ecc.

Fin dove potrebbe spingersi quest'opera di destabilizzazione senza provocare conseguenze sullo scacchiere internazionale? Secondo Raphel Lemkin, il creatore della definizione moderna di genocidio, ciò che ho elencato e che stiamo subendo come italiani, può essere indizio di genocidio culturale, precursore in altri tempi di genocidio vero e proprio ma il problema non è solo questo. 
Un'Italia definitivamente in mano a questi criminali a chi gioverebbe veramente? Si vocifera di un piano americano di intervento militare "in quei paesi NATO nei quali dovessero configurarsi situazioni di pericolo per gli interessi strategici degli Stati Uniti".
Tifare golpe o Navy Seals non è bello, ma non paiono esserci molte alternative, non potendo fermare in altro modo i nostri aguzzini. Ad esempio con una Mani Pulite 2.0 con gli interessi maturati dal 1992, e tutta per loro.

127 commenti:

  1. Sarà, ma io tutti questi comunisti non li vedo...trotskisti??? Khmer rossi??? Ma di cosa stiamo a parlare? Io vedo ordoliberisti accaniti, lei vede comunisti??

    Questo parallello col comunismo è totalmente inappropriato e distorcente, tanto quanto è distorcente credere che il PD sia comunista, o l'erede di qualcosa di comunista, o anche solo di tenue sinistra!
    Il comunismo non c'entra nulla, lasci perdere. Forse anni e anni di pericolo cumunista ripetuto a reti unificate hanno lascito il segno...

    Nemmeno la sinistra c'entra, a dire il vero. Anzi l'unico modo di parlare di sinistra è analizzare il suo fallimento.

    PS l'ideologia gender non esiste. Non ci si puo' lamentare che l'informazione sia manipolata e contemporaneamente urlare contro una fake news come l'ideologia gender. A meno che non si ammetta che dando una bambolina alla propria figlia e un soldatino al proprio figlio li si stia educando secondo l'ideologia gender...


    Il mio consiglio è: se deve sparare prenda la mira, è più efficace. Sparare a rosa non colpisce nessuno.
    Jay

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    1. La sua esistenza è la prova che ho ragione.
      La parola ordoliberista la lasci a chi pensa che viviamo in un regime liberale e crede nel sol dell'avvenire.

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    2. Solo una domanda: se l'ideologia gender 'non esiste', come mai abbiamo dei ministri dell'istruzione e buona parte del corpo insegnante che si impegnano attivamente per utilizzare la scuola pubblica (e perfino gli asili nido) come strumento di propaganda di quei principi?

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    3. Nella sua intervista ad Oliver Stone, in riferimento alla teoria Gender, Putin ha risposto che in Russia è tollerata ogni forma di diversità, ma non la propaganda di essa, specialmente quando può essere rivolta a sensibilità ancora immature e quindi fortemente influenzabili come quelle dei bambini e degli adolescenti.
      In Italia è evidentissimo lo sdoganamento di tali comportamenti in tutto il circuito mediatico.
      Non esiste una sola trasmissione nel nostro Paese (in Europa poi...basta ricordare quella tizia con la barba che vinse l'Eurofestival) che non sia stata contaminata da questa "moda" sospinta da palinsesti creati appositamente.

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    4. Effettivamente io ste politiche comuniste proprio non le ho viste in questi 30 anni.

      Prendiamo le privatizzazioni. ARCHITRAVE DELLA DISTRUZIONE PROGRAMMATA DEL PAESE.
      Fatte INTEGRALMENTE da quelli che Lei defisce comunisti. E parliamo delle piu' colossali privatizzazioni viste al mondo negli ultimi 30 anni. Battuta persino quell' altra nota comunistona della Thatcher...

      Stano. Io ricordo infinite discussioni con chiunque per esprimere la mia contrarieta' alle privatizzazioni all' epoca e negli anni successivi.
      Stranamente TUTTI finivano per darmi del comunista...

      La seguo e la apprezzo.

      Pero'.
      Onestamente.
      La delusione e' grande per questo Suo uso improprio e truffaldino dei termini della Nostra gloriosa lingua nazionale.

      L' usare a sproposito il termine comunsta e' complementare e -cosa grave- rafforzativo di un altro uso improprio della Nostra lingua in riferimento al termine fascista.

      Oggi (e in epoca recente) non c' e' un solo fascista (o un solo comunista) che abbia deciso qualcosa a livello politico in Italia e nel mondo "occidentale"!

      E' evidente a chiunque abbia -anche minime- facolta' intellettive.




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    5. Il sistema è TECNICAMENTE ordoliberale (non ordoliberista: non vuol dire assolutamente nulla) almeno stando alla definizione che di esso ha dato Walter Eucken, che qualcuno considera il suo "padre nobile".
      Se hai altre notizie al riguardo Barbara postale e le leggerò come sempre con estremo interesse.
      Più interessante in effetti notare perché le classi dirigenti di sinistra siano le più prone nell'esecuzione di programmi volti esplicitamente alla distruzione delle nazioni europee sotto il profilo politico, economico e culturale.
      Direi che hai azzeccato quando hai evocato il trotzkysmo, salvo evidentemente (non è Francesca...) rifiutarti di tratte le dovute considerazioni genealogiche.
      L'obiettivo del comunismo l'ha esplicitato perfettamente Engls: superare famiglia, proprietà e Stato, molto semplicemente per un secolo i comunisti si sono illusi che la strada maestra fosse il socialismo, che però putacaso ha sortito l'effetto diametralmente opposto.
      Non a torto hanno visto che il liberalismo alla lunga sortisce gli stessi effetti, perfettamente prevedibili oltretutto.

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    6. "l'ideologia Gender non esiste"...c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di dire questa cosa? Ahahah

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    7. Il "Maestro e Margherita" ben descrive gli orrori della coabitazione. Oggi sono le multinazionali, allora era lo Stato. L'aggravante di oggi e' che prima di confiscartele, le case te le compri coi tuoi soldi! E' la mia piccola speranziella, che gli Italiani non mollino la loro casa senza combattere. Senza casa e' come essere morti, forse anche peggio.

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    8. Anonimo08:21

      C' è un metodo hegeliano , l' ho già scritto altre volte ma lo ripeto a beneficio dei kapò para-comunisti di passaggio
      tesi (o azione): kapitalismo (per i ricchi)
      antitesi ( o reazione) : socialismo
      sintesi ( o soluzione): kapitalismo per (pochi) ricchi e "socialismo" per tutti gli altri
      e a questo servono i kapò para-comunisti attualmente al potere per conto dei ricchi.
      quindi cari para-komunsiti , andate a fare in kulo !
      ws

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    9. Per il nostro amico Giolla, che sostiene che l'ideologia Gender non esista:
      https://www.macrolibrarsi.it/libri/__unisex-enrica-perucchietti-libro.php

      Magari riesce anche a dire che Alfred Kinsey e John Money non sono mai esistiti?

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  2. Anonimo12:24

    Io aggiungerei anche la sistematica proletarizzazione delle libere professioni, fortemente voluta dalla nostra sinistra in nome di vecchie antipatie di classe. Molto khmer rossi, in effetti.

    Tra la dissoluzione odierna e certi cascami marxisti esiste un legame chiaro ed, a parer mio, evidente. Altro che falsa sinistra e scuse di comodo varie.
    Se già il marxismo classico, perlomeno occidentale, negava, con il concetto di “ sovrastruttura”, ogni concezione di territorialita’ delimitata da confini, di tradizioni nazionali, basandosi soltanto su di una condizione di sottomissione e servitu’ , senza considerare alcun ideale, che non fosse di tipo economico e materialistico, con la teoria critica della Scuola di Francoforte, e le sue successive interpretazioni, le maglie di certe concezioni si sono allargate sino agli effetti drammatici che abbiamo sotto al naso.
    Semplificando: la Scuola, pur mutuando da Lukacs (da cui fu sempre fortemente influenzata, essendone stato uno dei padri fondatori) l’attitudine aggressiva verso la cultura occidentale, ne assolutizzò drammaticamente lo spettro d’azione, rivolgendolo non più solo contro quegli aspetti che avevano favorito l’affermarsi della borghesia e del capitalismo, ma contro lo stesso concetto di civiltà europea in sé.
    Per la creazione di una nuova umanità e di un nuovo ordine, essa doveva essere completamente annientata.
    Vale a dire, la cultura occidentale -di regola patriarcale, gerarchica, orientata verso il patriottismo e la sovranità nazionale- doveva essere scardinata da forze ad essa interne, ma da sempre discriminate ( o ritenute tali) e sottovalutate: le donne, gli omosessuali, gli allogeni di origine non europea, gli studenti.
    Dal processo restavano esclusi i proletari autoctoni, i quali secondo Marcuse, non aspirano altro che divenire “borghesi”.
    Assai significativo è un passaggio dello stesso Marcuse, da tolleranza repressiva del 1965: “Le piccole minoranze senza potere che lottano contro la falsa consapevolezza e i suoi falsi beneficiari devono essere protette. La loro esistenza è più importante della conservazione di diritti e libertà abusati che garantiscono diritti costituzionali a coloro che opprimono queste minoranze.”
    Ricorda qualcosa?
    Tale follia, pienamente realizzata, è stata partorita in seno alla sinistra che, da un certo punto in poi, ha pensato bene di mettere fine ad ogni equivoco e di camminare a braccetto con il capitale. Chi ha sfruttato chi non è importante: di fatto, da almeno 50 anni, “sinistra” e neocapitalismo non rappresentano altro che due facce della stessa medaglia. Tale contiguità è evidente non solo nel nostro paese, ma in tutto l’occidente.
    Quanto all’inesistente ideologia gender - come affermato sopra - che dire, basti pensare che qualche giorno fa a Napoli è stato impedito il passaggio di un bus, colpevole di riportare la scritta «I bambini sono maschi, le bambine sono femmine». Una scritta rivoluzionaria ed offensiva, non c’è che dire. Oppure alle deliranti proposte di Podemos in Spagna (vera o falsa sinistra?) di permettere ai bambini di cambiare sesso senza il consenso dei genitori.
    Per quanto mi riguarda, vera o falsa che sia, la sinistra occidentale va annullata, vaporizzata ed infine dimenticata.
    Saluti.
    Costantino.

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  3. Anonimo15:09

    Oggi ho fatto un giro per dei giardini perché ero in anticipo per un appuntamento. Ti avrei fatto vedere la quantità di negri ed islamici che bivaccavano per non dire peggio. Una cosa mostruosa. Cosa sono diventate le nostre città?!?
    Tutto questo fa parte di un preciso disegno di distruzione del nostro paese e della nostra gente. Chi dice il contrario è un bugiardo o un corrotto oppure un semplice mentecatto.
    Cordialmente
    Marcello

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  4. Anonimo06:30

    Prima gli antifa senza fascismo ed adesso gli anticomunisti senza comunismo. Così non si fa analisi.

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    1. Esatto !
      E la cosa che piu' mi fa incazzare e' che si avvalora la "grammatica" che vogliono inculcarci in tutte le maniere.

      La "caccia ai comunisti" e' proprio il segno di non voler capore un cazzo. Esattamente come gli "antifa" odierni.

      Una subalternita' culturale (= sconfitta in partenza) agli odierni dominantori che proprio non ti aspettesti da una persona come la Timperi...

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    2. Calma un secondo: Barbara ha RAGIONE DA VENDERE quando se la prende con gli imbecilli del "questa non è la vera sinistra", per il semplice fatto che...QUESTA è L'UNICA SINISTRA STORICAMENTE INVERATASI.
      Semplicemente, difetta di genealogia, forse perché non ha letto Spengler o forse perché essa stessa vittima di una forma abbastanza paradossale di rimozione.
      Sarà che vengo da un'altra "famiglia", ma non riesco veramente a capire la difficoltà con cui ci si rifiuti di ammettere semplicemente che cambiare i mezzi non vuol dire cambiare i fini.

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    3. Allora.
      Facciamo un attimo di chiarezza sul concetto destra/sinistra.


      La sinistra difende gli interessi dei lavoratori.
      La destra quella dei capitalisti.

      Non mi pare proprio che governino delle politiche di sinistra oggi.

      Hanno invece co-governato nel trentennio d' oro (cosi detto) qua in Europa.

      E si.
      La sinistra, come vedi, si e' "inverata" non solo in URSS.

      Ripeto. E' disonesto intellettualmente dare responsabilita' della odierna situazione alle POLITICHE DI SINISTRA, assenti da almeno 35 anni in Italia.
      Cosi' come sarebbe assurdo incolpare politiche fasciste che non si vedono da 73 di anni.

      Il governo odierno; tecnicamente; e' la forma oligarchica (unica assonanza col fascismo e col marxismo storici) denominata PLUTOCRAZIA.
      Ovvero quanto di piu' lontano dalle destre nazionali e esattanente all' opposto dello spettro politico delle sinistre.

      Quindi. Basta cazzate!
      Ridiamo un senso alle parole; non un (pre)giudizio estetico ad esse su basi totalmente emozionali.
      Proprio come vi hanno insegnato i "giornalai cattivi"

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    4. Che la sinistra difenda i lavoratori, è un semplice pregiudizio.
      O meglio, una semplice petizione di principio, che però ha lo stesso significato dell'immacolata concezione: un dogma destoricizzato.
      Disraeli era, secondo il nostro distorto lessico, di destra, mentre i suoi oppositori Whig di sinistra.
      Chi ha fatto meglio al proletariato britannico?
      De Gaulle era di destra, i suoi oppositori sessantottardi di sinistra.
      Chi ha fatto meglio al popolo francese?
      Bismark era di destra, i suoi oppositori socialdemocratici di sinistra.
      Chi ha fatto meglio al popolo tedesco?
      Tralascio l'Italia perché poi si finisce con la solita diatriba sul fascismo, ma in effetti anche nel dopoguerra a me risulta che lo Statuto dei lavoratori non lo dobbiamo esattamente ai comunisti ed alla Cgil.

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    5. Ma quale pregiudizio ?

      Quello e' il significato della dicotomia destra sinistra (conflitto capitale/lavoro).

      Per me puo' chiamare i due poli politici Pippo e Carolina. Basta capirsi... Ma in italiano si chiamano destra e sinistra.

      Non ho espresso alcun giudizio.

      Se vuole. Glielo esprimo adesso.

      Casa Paund e' il partito piu' a sinistra d' Italia. Oggi.
      E' abbastanza evidente. Se le parole hanno un senso.

      Allende stava a sinistra di Pinochet. Ci siamo ?
      Mussolini stava a sinistra di Einaudi.
      Hitler stava a sinistra di Bruning.

      Chiaro ?

      E nemmeno la difesa dell' interesse nazionale e' esclusiva delle destre nazionali.
      Sta alla BASE di tutti i movimenti sicialisti. DA SEMPRE. Per il semplice fatto che e' prenessa essenziale della sinistra stessa (vedi sopra).

      Senza stare a citarti Gramsci, Basso, ecc. Ti citero' il motto (oggi "fascista" per i giornalisti e per i loro inconsapevoli epigoni) "Patria o muerte" di Che Guevara (che per altro detestava NOTORIAMENTE i negri)

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    6. Indi, mi confermi che la distinzione è destoricizzata, e quindi superflua.
      Perfetto, allora siamo d'accordo.

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    7. @ BARGAZZINO

      Una domanda: quindi il Fascismo è "nazionalista"?

      Chinacat

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    8. Anonimo23:17

      Per l'Italia rompo gli indugi e propongo: Fanfani era di destra, i suoi oppositori di sinistra. Chi ha fatto meglio per il popolo italiano?
      La sinistra italiana è quella formazione politica che si appropria pure dei benefici creati dalla destra alla vita sociale del nostro paese...altroché politiche di sinistra terminate 35 anni fa, quelle non sono mai iniziate.

      Guido

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    9. Certo.
      La "destoirizzi". (o NON "MOMENTIZZI" alla contingente situazione politica)

      Marx apprezzerebbe (-:

      Tassello essenziale della presa di coscenza delle classi subalterne (di vari colori abbindate)

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    10. @Ciunacat
      Si. E tutti i partiti socialisti sono nati sul "campo di battaglia" nazionale (L' UNICO PERCORRIBILE)


      ANONIMO
      Fanfani era il capo della corrente denominata "sinistra DC".
      E le parole all' epoca un senso ancora ce l' avevano.
      A dofferenza d' oggi...

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    11. @ BARGAZZINO

      Scusa però mi sono già perso: come si fa e che senso ha "de-storicizzare" un fenomeno storico? Posso "de-storicizzare" alcune componenti, posso scomporlo ed analizzarlo nelle sue varie parti ma come si può "de-storicizzarlo" del tutto?

      Quanto a Marx, da quel che sto leggendo in questi giorni, "storicizzava" eccome; non credo che appoggiasse Lincoln ed il partito repubblicano per ideologia, giusto?

      Detto queste: se anche "de-storicizzi" il concetto di "nazionalismo", cosa ne vien fuori? Che Giulio Cesare era un nazionalista tanto quanto il mio vicino di casa che sventola la bandiera italiana quando qualcuno fa gol?

      Chinacat

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    12. Scusate.
      Il concetto e' questo:
      Ci sono interessi contrapposti.
      Capitale e lavoro.
      Punto.
      Il lavoro ha perso. Ora crollera' anche il capitale. E' matematico. Solo questione di tempo e di modalita'

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    13. Anonimo00:55

      Bargazzino,
      le parole all'epoca avevano ancora un senso a tal punto che la parola sinistra non veniva quasi mai usata. Sinistra è un termine entrato in voga post Tangentopoli ed utilizzato per instillare nelle nostre menti quanto segue: 1)la destra fa politiche di merda? Politiche di destra 2)La destra fa buone politiche? Politiche di sinistra 3)La sinistra fa politiche di merda? Politiche di destra. La quarta possibilità non riesco proprio a contemplarla, a memoria mia non è mai accaduto.

      Guido

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    14. Mi limito a segnalare che Fanfani aveva idee oggettivamente diverse da Sturzo.
      Per dire.
      Per il resto e' abbastanza vero. In Italia.
      Il killerafgio ideologico-linguistico cercato e ottenuto e' stato alla parola socialista.

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    15. Mi limito a segnalare che Fanfani aveva idee oggettivamente diverse da Sturzo.
      Per dire.
      Per il resto e' abbastanza vero. In Italia.
      Il killerafgio ideologico-linguistico cercato e ottenuto e' stato alla parola socialista.

      Elimina
    16. Sono perfettamente d'accordo con Guido.
      In effetti, anche solo l'utilizzo sempre più pressante, secondo la moda anglosassone, della dicotomia destra-sinistra, nasconde una trappola politica ineludibile: l'adesione necessaria al sistema liberal-capitalista, di cui si intende essere o la parte perbenista o quella frociofila.
      Persino Togliatti constatava che nella Costituente c'erano quelli di destra, quelli di sinistra, e poi i comunisti.
      Proprio perché all'epoca i comunisti erano avversi al sistema liberal-capitalista (lasciamo perdere che poi quello da loro sognato fosse anche peggio), e quindi trovavano sconveniente mettersi sullo stesso piano di un Nenni qualunque.

      Elimina
    17. @ BARGAZZINO

      Spiacente, amico mio, ma il Fascismo non era nazionalista allo stesso identico modo in cui tu oggi consideri cosa vuol dire essere nazionalisti. Il motivo è abbastanza semplice: il concetto stesso di "nazione" era diverso.

      "The pioneer of a radical and aggressive kind of social nationalism in the Austrian world, however, was the pan-German publicist and agitator Georg Ritter von Schonerer. Schonerer's shrill racial nationalism, which invoked a high degree of militarism and imperial expansion."
      (Stanley G. Payne, Fascism, comparison and definition)

      Dubito seriamente che tu oggi consideri il nazionalismo come lo considerava questo von Schonerer oppure un Maurras in Francia oppure un Corradini in Italia. La parola è la stessa ma il significato è completamente diverso. Quindi il concetto di "nazionalismo" per quanto riguarda il Fascismo italiano lo devi inserire all'interno dell'ideologia fascista e quel che ne viene fuori è qualcosa di radicalmente diverso da quel che tu oggi consideri "nazionalismo".

      Se per te il "nazionalismo" significa, come ha scritto un tizio, "Chi ha fatto meglio per il popolo italiano?" allora il Fascismo non era affatto nazionalista. L'etichetta non corrisponde al contenuto perché il concetto di "nazione" per il Fascismo italiano è diametralmente opposto a quel che tu pensi.
      Molto probabilmente, per esempio, quando tu pensi agli italiani, ragioni in termini di "cittadini". Tu stesso ti consideri un "cittadino".
      Il Fascismo non contemplava l'idea del "cittadino", gli italiani erano semplicemente "un gregge di pecore", dei minus habens incapaci di governarsi da soli e che andavano saltuariamente "bastonati" perché erano fondamentalmente scarsi ed anche poco intelligenti. Ci sono tre classi immutabili, organizzate secondo una gerarchia che non prevede nessuna possibile variazione di classe ma che non sono nemmeno italiani: sono italiani SOLO SE sono fasciste. Altrimenti vanno eliminate FISICAMENTE.
      Questo è il concetto di "nazione" che aveva il Fascismo e dubito che corrisponda al tuo concetto di nazione". E dubito che un concetto simile ti possa piacere.

      Che nel 2017 ci siano ancora italiani che pensino al Fascismo in termini di "ha fatto tanto bene al popolo italiano" dimostra semplicente l'abissale ignoranza degli italiani in materia ed anche questa è una forma di "killeraggio": stiamo ammazzando la storia.

      Chinacat

      PS
      Per avere idea di come il Fascismo considerasse gli italiani, occorre leggere come venivano valutati all'epoca. Per esempio, cosa ne pensava il capo del Fascismo degli abitanti della Sardegna? Questo:

      "E' una RAZZA rimasta a uno stato di SUPERBA PRIMITIVITA'. Sarebbe augurabile CHE RIMANESSE COSI'". (OO, vol XXXI, pag.67)

      Mica male eh? I sardi, secondo il Fascismo, sono dei PRIMITIVI e sarebbe meglio lasciarli così perchè in fondo essere dei PRIMITIVI non è malaccio, anzi sono SUPERBI.

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    18. Anonimo00:34

      Matteo, esattamente la moda ed il potere anglosassone. Quella moda che ha imposto agli italiani un altro termine, inglobandoci in esso e praticamente a noi sconosciuto fino ai primi anni '80: occidentale, quando per occidentale si dovrebbe esclusivamente intendere la cultura UK+USA+AUS+NZ+un pezzetto del Canada(prendendo a prestito la definizione di C.Preve). Risultato ed utilità di questa operazione di marketig geopolitico? Da nazione placidamente adagiata a cuscinetto tra Europa continentale e Nord Africa, a frontiera colabrodo con l'Africa Nera ed addirittura, visti i flussi smodati nella mia città, con il Pakistan distante 5.000 km da noi (mentre scrivo odo le urla bestiali dei soliti selvaggi impegnati nell'ennesima rissa a colpi di cestini dei rifiuti sradicati dal terreno sicuri dell'intervento tardivo delle povere Debolezze dell'Ordine umiliate e ridotte loro malgrado a pungiball per teppisti stranieri irregolari). Tornando al concetto di sinistra, ricordo perfettamente negli anni '70 come qualsiasi formazione politica tentasse di smarcarsi da questa appartenenza: i comunisti si definivano comunisti punto e basta, così come i socialisti oppure i democristiani e la tassonomia politica degli appartenenti alla famiglia della sinistra non esisteva proprio. L'accettazione di questo termine da parte di un coacervo di forze politiche arcobaleno avvenne, se non sbaglio, non tanto con la caduta del Muro di Berlino, ma con il referendum sul taglio della scala mobile del 1985. Il passo successivo fu la retrodatazione a fasulle politiche di sinistra di quei provvedimenti sociali (equo canone, indicizzazione salariale) intrapresi da governi a guida DC.

      Guido

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    19. Anonimo08:40

      I para-komunisti ripetono sempre la loro fedeistica palingenesi che una volta "crollato il lavoro" ( grazie anche a loro tradimento) crollera' anche "il kapitale" per la famosa "rivoluzione komunista" che "addavenì" come il "giudizio universale" dei cristiani.
      In questo diffusione del loro fideismo essi fanno l' ultima marketta soporifera per conto del kapitale che semplicemente , quando vi si troverà costretto dalla rivolta dei suoi sottoposti, instituirà una nuova società servile come ce ne sono state per migliaia di anni prima della rottura de l' "ancien regime".
      L' unica cosa diversa sarà nella avanzata tecnologia applicata all' asservimento delle masse: la tecnozoologia ben desctritta da marco della luna.
      Quindi il richiamo POL POT è congruo, c' e' un progetto "zoologico" ( come quello di pol pot )per tutti i noi e i fessi para-komunisti lo portano avanti per conto del kapitale
      ws

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    20. Caro Guido, sono solidale con te per la sopportazione della teppaglia subumana allogena dal Qi pari a quello di un primate.

      Tornando in tema, esiste una percezione quasi psicotica oramai della storia. Ho sentito tranquillamente una professoressa di liceo parlare della lotta della destra di Silla contro la sinistra di Mario.

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    21. @ MATTEO

      "Tornando in tema, esiste una percezione quasi psicotica oramai della storia"

      Ci mancava un fascista che si occupa di "storia". Come vedere un cane che cerca di fare le tabelline.

      Toh, barboncino, fatti una Kultura:

      "Sotto il fascismo, in seguito all’abolizione della libertà di associazione sindacale e all’istituzione nel 1926 di un regime corporativo, il livello dei salari veniva concordato tra le rappresentanze padronali e il sindacato fascista, riuniti nelle ‘corporazioni’ di settore. Diventava in tal modo possibile adeguare le retribuzioni nei diversi comparti alle supposte esigenze della produzione nazionale attraverso provvedimenti che avevano valore di legge. RIDUZIONI CONSISTENTI DEL SALARIO furono così imposte nel 1927, nel 1930 e ancora nel 1934."
      (Giovanni Favero, docente di Storia economica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia)

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    22. Trovo sempre divertenti i processi mentali dei coglionazzi che, sentendosi esclusi da una conversazione, tentano in tuti i modi di rientrarvi attraverso l'attacco ad personam.
      Praticamente li trovi in qualunque pallosa cena di famiglia, indi su internet, dove tutti sono leoni da tastiera e possono addirittura parlare di cose che non conoscono (tipo la perla per cui il fascismo avrebbe inventato i lager) senza un interlocutore che li possa sbeffeggiare.
      Mi spiace: io parlo con gente come Buffagni che contrariamente a te ha letto qualcosa di diverso da Repubblica.
      Buona serata.

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    23. Anonimo00:51

      Caro Matteo, grazie per la sincera solidarietà. Purtroppo ormai siamo oltre la sopportazione di questa teppaglia multietnica e dopo l'aggressione, probabilmente a scopo di rapina da parte di un nigeriano (riconosciuto in foto segnaletica e probabile richiedente asilo), in certi orari sempre più estesi anche alle prime ore pomeridiane, si cammina per il quartiere con un piccolo manganello telescopico o spray di difesa rischiando pure sequestro e denuncia in caso di controllo (in realtà molto improbabile) da parte delle Forze dell'ordine. A questo siamo arrivati...che dire...un altro bel lascito di quella cosa che tu giustamente chiami L'UNICA SINISTRA STORICAMENTE INVERATASI. Riguardo invece la vera sinistra, quella sognata, giusta ed illibata, mi viene in mente soltanto questo...https://www.youtube.com/watch?v=ALvtYER4Iqg

      "Ci sarà ancora un'Italia con voi?"

      Guido

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    24. Lei non se ne preoccupi, caro Guido.

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  5. La distruzione della lingua italiana, tramite lo svuotamento di significato di alcuni suoi termini e la confusione del significato di altri. Perché se si dimentica il nome delle cose se ne perde la conoscenza, e nessuno è disposto a lottare per qualcosa privo di significato.

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    1. Quanto sono d' accordo !

      Chi semina codesta discordia e' mio sommo nemico

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  6. Il comunismo realmente esistito è questa cosa qui:
    "Infine, il comunismo è l'espressione positiva della proprietà privata soppressa, e quindi in primo luogo la proprietà privata generale, Il comunismo comprendendo questo rapporto nella sua generalità è: I) nella sua prima forma soltanto la generalizzazione e il compimento della proprietà privata. Come tale si mostra in duplice forma: anzitutto, il dominio della proprietà sulle cose è così grande ai suoi occhi che esso vuole annientare tutto ciò che non è atto ad essere posseduto da tutti come proprietà privata; vuole quindi prescindere violentemente dal talento, ecc. Il possesso fisico immediato ha per esso il valore di unico scopo della vita e dell'esistenza; l'attività degli operai non viene soppressa ma estesa a tutti gli uomini; il rapporto della proprietà privata rimane il rapporto della comunità col mondo delle cose [...] Questo comunismo, in quanto nega ovunque la personalità dell'uomo, non è proprio altro che l'espressione conseguente della proprietà privata, la quale è questa negazione. L'invidia universale, che si trasforma in una forza, non è altro che la forma mascherata sotto cui si presenta l'avidità, e in cui trova ma soltanto in un altro modo la propria soddisfazione. L'idea di ogni proprietà privata come tale è per lo meno rivolta contro la proprietà privata più ricca sotto forma di invidia e di tendenza al livellamento, tanto che questa stessa invidia e questa stessa tendenza al livellamento costituiscono persino l'essenza della concorrenza. Il comunista rozzo non è che il compimento di questa invidia e di questo livellamento partendo dalla rappresentazione minima. Egli ha una misura determinata e limitata. Proprio la negazione astratta dell'intero mondo della cultura e della civiltà, il ritorno alla semplicità innaturale [IV] dell'uomo povero e senza bisogni, che non solo non è andato oltre la proprietà privata ma non vi è neppure ancora arrivato, dimostrano quanto poco questa soppressione della proprietà privata sia una appropriazione reale."
    Karl Marx, "Manoscritti economico-filosofici del 1844".
    In seguito, lo stesso Marx afferma che per necessità storica (= per magia) da questa prima forma di comunismo rozzo si passerà al comunismo vero e proprio, del quale però non si può dir nulla in dettaglio perchè non si scrive "il menu per le osterie dell'avvenire".
    Purtroppo le osterie dell'avvenire hanno continuato a passare la stessa rozza minestra qui sopra icasticamente descritta dal nostro chef, il giovane Karl.
    C'entra tutto ciò con la situazione attuale? C'entra e non c'entra. C'entra perchè il liberalismo condivide con il comunismo alcuni elementi fondamentali, tra i quali spiccano l'ateismo, l'economicismo, l'universalismo, il costruttivismo sociale, etc. Per tutto il resto, non c'entra niente. Oggi, poi, ci sono ancora dei comunisti (pochi) come ci sono ancora dei fascisti (pochi) ma non ci sono più nè il comunismo nè il fascismo, se non come comunismo e fascismo ideali eterni o come pretesto e manovra diversiva.

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    1. O magari, caro Roberto, come adesione eticamente e non psicologicamente motivata :)
      Certo, parlo punto sul vivo, è chiaro.

      Nel merito: liberalismo, comunismo ed anarchismo condividono sostanzialmente una cosa (quegli aspetti che tu citi sono conseguenze storicamente necessarie), ovvero il rifiuto dello Stato inteso come mediazione politica del conflitto, negato per motivazioni di natura escatologica.
      Alla base di tutto vi è l'identificazione Lockiana di libertà e natura, ovvero di libertà intesa come rifiuto delle culture concretamente determinatesi e fra di loro irriducibili, viste (seppur con infinite sfumature) come meri "accidenti" storici.
      Io ritengo che questo non sia altro che la secolarizzazione protestante del millenarismo cristiano, che a sua volta discende dalla cultura ebraica, ma in fondo non è nemmeno importante, non esistendo nemmeno più il cristianesimo se non come pretesto o manovra difensiva (dai che scherzo Roberto).
      Quello che conta è che se è esistito in effetti un "tradimento" delle classi politiche di sinistra rispetto a quello che teoricamente sarebbe il loro mandato, questo NON è STATO PERCEPITO COME TALE dall'elettorato medesimo, da sempre abituato a considerare la Patria un residuato bellico, una scusa per turlumpinare i poveri, un errore storico da rettificare.
      Non vi è differenza fra la visione del mondo di Lord Palmestorm e di Engels.

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    2. Caro Matteo,
      non ho scritto che esistono i cattolici ma non esiste il cattolicesimo solo perchè non si parlava di quello, ma posso tranquillamente sottoscrivere l'affermazione. Il cristianesimo effettivamente esiste, in quanto cultura, nella forma di "cristianesimo ideale eterno" o di "pretesto e manovra difensiva". La diagnosi di Nietzsche sulla morte di Dio (e sul colpevole) è corretta, come la gran parte delle diagnosi nietzscheane, per esempio questa: "“L’intera nostra civiltà europea si muove torturata da una tensione, che si accresce di decennio in decennio, verso la catastrofe.” Il nuovo periodo sarà caratterizzato da: “All’esterno: un’epoca di guerre immense, rivoluzioni, esplosioni. All’interno: a causa della sempre crescente debolezza degli uomini, gli EVENTI come ECCITANTI.” (1880, "Volontà di potenza", corsivi di N., cito a memoria); per tacere della "invenzione della felicità" e del suo inventore, l'Ultimo Uomo, di recente protagonista della farsa catalana. (Unico aggiornamento da fare: oggi, l'Ultimo Uomo non chiederebbe più "Che cos'è stella?" perchè sa la risposta, "Stella" è un'attrice molto famosa, quasi sempre americana. (Sulle diagnosi N. ci prende quasi sempre, io non concordo sulle terapie ma l'occhio clinico è eccezionale).
      L'unica differenza, non da poco, tra il cristianesimo e il comunismo o il fascismo o il liberalismo, è questa: che il cristianesimo è - sempre sul piano della cultura -la trascrizione dottrinale, culturale, istituzionale di una esperienza reale del trascendente, non una dottrina politica. Le esperienze del trascendente, dell'Oltre e del Principio, ci sono e continueranno a esserci perchè l'uomo è fatto (anche) così. Quindi, il cristianesimo come cultura e istituzioni che la perpetuano nel tempo può (può, non è affatto detto, dipende da singoli uomini e dalle loro personali esperienze del fondamento divino, che possono iscriversi e poi trascriversi nel simbolismo cristiano oppure no a seconda di un'infinità di circostanze imprevedibili) riprendere vita; oppure, può finire sugli scaffali delle biblioteche insieme al giainismo e alle guide del Touring, eccetera. Si affaccia nel mondo la neocristianità ortodossa russa, e per quanto io le auguri con tutto il cuore in bocca al lupo, non ho la più pallida idea del reale stato di salute del cristianesimo russo (non leggo il russo, non posso seguire direttamente gli eventi di colà, quindi tiro a indovinare). A occhio e croce, qualcosa di autentico e di sorgivo mi pare che ci sia, soprattutto perchè il ritorno al cristianesimo viene dopo quattro generazioni che hanno vissuto una tragedia immane, e che dunque sono state costrette a interrogarsi a fondo su chi siamo, che ci stiamo a fare al mondo, cos'è il bene, cos'è il male, eccetera; e se sono riuscite a ricavare un ordine dal caos abietto in cui erano precipitate, qualche risposta, qualche indicazione di massima devono averla ricevuta. Ma ripeto: non ne ho la più pallida idea.
      Dal fascismo, dal comunismo, dal liberalismo e dal cristianesimo si possono certo "prendere dei pezzi" e usarli per pensare o per agire politicamente. Cannibalizzare il passato, però, non è trovare un ordine simbolico. Quello verrà, se verrà; e se non verrà nel tempo delle nostre vite, ci toccherà continuare a vivere il disordine e il caos. Per ora, l'unica è fare come suggerito da Tarkovskji nella meravigliosa scena della campana in "Andrej Rublev". La campana - nella cultura russa voce di Dio e voce del popolo - si fa a) perchè si è costretti (sennò il principe taglia la testa) b) senza sapere sul serio come si fa (il maestro è morto, fa un apprendista che ha visto fare ma non ne ha mai fatto una) c) con la collaborazione di tutti d) sperando che Dio la mandi buona e che finisca come nel film (bene, la campana dà un rintocco chiaro e squillante).

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    3. Caro Roberto.
      Ovviamente, io non credo che il cristianesimo sia un'esperienza di trascendenza incarnata, se non altro perché prima di ammetterlo dovrei sapere chi diavolo ha scritto i suoi testi sacri.
      Cionondimeno, da attualista coerente, posso ammettere che quantomeno il cristianesimo di positivo (nel 99% di abiezione, perversione e depravazione che ha storicamente incarnato, e rispetto al quale nessuna punizione sarà mai abbastanza) ha avuto che ha oggettivizzato la natura, indi ha aperto la strada alla rivoluzione scientifica.
      Ha ragione Zichichi, quando dice che la scienza è nata in casa cristiana e non poteva nascere altrove, perché tutte le religioni non cristiane (compreso il mio amato paganesimo, lo ammetto da persona intellettualmente onesta come spero sia chiaro) trattavano la natura come un soggetto trascendente.
      Però ora come ora siamo in difficoltà, caro Roberto. Io vorrei essere dalla parte della Chiesa nella battaglia anti-darwinista, anti-malthusiana, anti-ambientalista.
      Eppure...mi risulta (se sbaglio mi corriggerai) che banche questa unica cosa bella che aveva la tua Chiesa è andata perduta.
      Io come devo comportarmi di fronte ad una superpotenza economica che gioca attivamente per la mia estinzione?
      Spiegamelo, non sono ironico in nessun senso.
      Vorrei fare pace con i miei amici clericali, ma mi sembra sempre di essere su una barca che sta affondando mentre loro cantano le lodi dei barracuda.

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    4. Anche, non banche.

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    5. Caro Matteo,
      provo a risponderti.
      1) I testi sacri della Chiesa, come tutti gli altri testi sacri di tutte le religioni, sono stati scritti da uomini. L'esperienza del trascendente è disponibile per tutti, perché la natura umana è costituita dal suo rapporto con la trascendenza, rapporto che non necessariamente si esprime in forma di religione confessionale (si può esprimere anche in forma filosofica o artistica). La scienza moderna della natura nasce in ambito cristiano perché il tipo di esperienza del trascendente che si inaugura con il cristianesimo "sdivinizza" il cosmo, mentre il tuo caro paganesimo lo esperisce in forma compatta, appunto cosmologica, popolandolo di dèi.
      2) Le scienze moderne della natura sono una splendida cosa, non è una splendida cosa lo scientismo, che si caratterizza per tre dogmi: 1) il presupposto che la scienza matematizzata del fenomeni naturali sia il modello a cui tutte le altre scienze devono uniformarsi 2) che tutti i domini dell'essere siano accessibili ai metodi delle scienze dei fenomeni naturali 3) che tutte le realtà che non siano accessibili ai metodi delle scienze dei fenomeni naturali siano o irrilevanti, o illusorie. Questi dogmi implicano due negazioni fondamentali: nega la dignità di scienza alla ricerca della "sostanza" (nel senso che la parola assume nella filosofia greco-romana e poi cristiana, quella che Kant chiama elegantemente "la cosa in sé") nella natura, nell'uomo e nella società, come nella realtà trascendente, e nella sua forma più radicale, nega l'esistenza stessa della sostanza. E' la distinzione tra scienza dei fenomeni e scienza della sostanza. Il primo ad accorgersi del problema è stato Giordano Bruno, che infatti dice: "Sostanza ed essere sono indipendenti dalla quantità e dal numero, e di conseguenza misura e numero non sono sostanza ma accidenti della sostanza, non essenza ma accidenti dell'essenza...quel che è moltitudine nelle cose non è la loro essenza, non la cosa in sé stessa ma solo l'apparenza che si presenta ai sensi, e solo alla superficie delle cose." ("De la causa, principio et uno", cito a memoria perché ho prestato il libro).
      1,segue

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    6. 2, segue dal post precedente

      Il problema serio, oggi, è lo scientismo (non la scienza). L'utilità della scienza è, come evidente, immensa, la potenza che rende disponibile immane. La civiltà occidentale ha stravinto la lotta per la potenza proprio grazie alla scienza dei fenomeni naturali, e agli impieghi a cui essa si presta. L'idea che la struttura e i problemi dell'esistenza umana possano essere risolti per mezzo del segmento utilitaristico dell'esistenza (che naturalmente esiste ed è importante) è , altrettanto evidentemente, una scemenza; equivale all'idea che si possa cambiare la natura umana (per es. creando "l'uomo nuovo") senza distruggere l'uomo, o che l'ordine spirituale possa essere preterito o negato senza disordinare l'esistenza tutta. Se si prova a fare queste cose, si distrugge la civiltà. Sono scemenze che avrebbero fatto ridere un filosofo come Giordano Bruno o come Leibnitz, per non citare quelli della squadra cristiana. (Inciso: mi ha spiegato una volta uno scienziato che Leibnitz criticò il concetto di spazio assoluto di Newton, con il quale era in corrispondenza; Newton non capì la critica, Leibnitz morì e non poté spiegargliela per filo e per segno. Gli scienziati hanno poi continuato così per un paio di secoli, perché comunque "funzionava" lo stesso. Arriva Einstein con la teoria della relatività, e sorpresa: la teoria della relatività accoglie, a insaputa del suo autore, la critica di Leibnitz a Newton. Non spiego nei dettagli perché è lunga, se vuoi in altro post). Il fatto che qualcosa sia evidentemente una scemenza non importa, però, che sia inefficace nell'effettualità, specie se la scemenza mette a disposizione una potenza immane. E infatti, la scienza è diventata un idolo che magicamente curerà i mali dell'esistenza e trasformerà la natura dell'uomo. Così è iniziata l'impresa di applicare i metodi della scienza dei fenomeni all’ esistenza umana nella storia, un'altra scemenza dalla enormi conseguenze. E' una scemenza perché l'efficacia delle scienze dei fenomeni non dipende dal genio degli scienziati, dipende dalla struttura obiettiva del regno dei fenomeni, che consente di introdurre l'azione umana nella catena delle cause e degli effetti, una volta che la legge ne è stata scoperta. Il regno dell'esistenza umana, personale e storica, che fa parte del regno delle sostanze, NON è il regno dei fenomeni, e NON risponde alle stesse leggi. Se si prova a trattarlo allo stesso modo, ci si garantisce l'enantiodromia (vuoi fare A, fai Z, come spiega benissimo Vico). Qui la partita è assai più difficile, e infatti, la saggezza di Socrate e Platone non ha impedito il suicidio di Atene, come la sintesi di San Tommaso non ha impedito la fine della cristianità imperiale.

      2,segue

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    7. 3, segue dal post precedente

      ) Il pippone precedente sullo scientismo è motivato da questo: che la Chiesa cattolica, specie quella rappresentata da Papa Francesco, sta facendo una scemenza colossale che è anche un suicidio in piena regola. Vale a dire che, per “aggiornarsi” (= per stare dalla parte del più forte) butta nel cesso la principale se non unica ragione per la quale esiste in quanto istituzione autorevole sul piano culturale (ometto l’aspetto teologico e mistico in quanto over my paygrade). La suddetta ragione è: spiegare che cos’è la natura umana e fornire un manuale di istruzioni decente su come trattarla, vale a dire indagare e spiegare le leggi del regno delle sostanze. La Chiesa cattolica, invece, imita, con l’ipercorrettismo del neofita, la scemenza del progressismo scientista, per esempio emanando una enciclica papale sulla raccolta differenziata e il riscaldamento climatico e dunque sposando una ipotesi scientifica (giusta o sbagliata non importa) che pertiene alla scienza dei fenomeni naturali. E’ un gesto di stupidità autolesionista ineguagliato, perché naturalmente a) essendo suo compito dire che cos’è l’uomo, il mondo e Dio e NON come funzionano i fenomeni naturali, la sua adozione della prospettiva delle scienze dei fenomeni implicitamente fa intendere che essa vale anche per l’uomo, il mondo e Dio, una cazzata senza precedenti b) quanto precede implica anche che in questo modo, la Chiesa adotta o almeno vidima o tollera la visione antropologica scientista: l’uomo è materiale biologico+ volontà arbitraria, e per farsi rilasciare dai powers that be un certificato di esistenza in vita vi aggiunge l’eccipiente “bontà” (per tutti, nella speranza di allargare la clientela). Ne consegue che una persona appena appena di buonsenso si chiede, “Perché preferire la copia sbiadita all’originale?” e giustamente se ne frega della Chiesa, di Dio, del trascendente, e così via, e si inginocchia davanti alla scienza che invece gli porta in casa l’elettricità e l’acqua corrente, gli fornisce l’automobile, e promette di farlo vivere duecento o trecento anni felice e contento. Le puttanate darwiniane, malthusiane, ambientaliste che giustamente ti fanno schifo sono sottoprodotti dello scientismo, come il progressismo in generale (non è un’esclusiva delle sinistre, lo scientismo è un dio democratico e lo possono adorare tutti, vedrai che i razzisti lo useranno se già non lo usano per giustificare il loro razzismo).
      4) Ecco perché i tuoi amici clericali lodano i barracuda mentre la barca affonda. Papa Ratzinger aveva provato a tappare la falla, e infatti ha incentrato la sua azione pastorale sul recupero della filosofia greca, soprattutto Aristotele com’è naturale, e del concetto di natura umana “sostanziale”. Ma il buco era evidentemente troppo grande (sono cinque o sei secoli che si allarga), i marinai si sono ammutinati, lui non è un eroe, è andata come è andata. Se mi chiedi che cosa devi fare tu con i tuoi amici clericali, be’: digli di smettere, digli anche che il suicidio non è il martirio e anzi è proibito.
      Fine

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    8. Rispetto alla critica allo scientismo, salvo una piccola sfumatura, sono perfettamente d'accordo.
      E lo sono da chimico, indi da "aspirante tecnocrate" (come mi ha definito una cara amica di sinistra).

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    9. W la scienza, abbasso lo scientismo.

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    10. @ Matteo ed eventuali altri aspiranti tecnocrati: qualcuno sa valutare questo articolo?

      http://italiaeilmondo.com/2017/10/15/batteri-geopolitici-di-gianfranco-campa/

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    11. Domani ci guardo con calma e, se le mie scarse competenze me lo consentono, risponderò alla domanda.

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    12. è dagli anni '70 che ce la menano con qualunque forma di catastrofismo possibile per desertificarci dal punto di vista produttivo, imporre nuove tasse ed ovviamente nuovi "trattati internazionali" volti a creare delle camarille "indipendenti" per controllare il popolaccio ed i suoi politici corrotti e clientelari.
      Il fatto poi che l'unica fonte esistente rispetto alle cifre grottesche sull'uso degli antibiotici negli allevamenti italiani sia una Ong onusiana-animalista-globalista mi fa prudere la base del cranio.
      Non dico sia falso, Iddio ce ne scampi. Dico solo che mi sa di "già visto", soprattutto per il fatto che non tiene conto di realtà oggettive come la continua riduzione dell'utilizzo degli antibiotici nel settore aviario.
      Mi puzza caro Roberto, mi puzza assai.

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    13. a voler pensare male... sembrerebbe prodromico alla comparsa (ma guarda un po' che jella) di un indebellabile agente infettivo globale... salvo scoprire poi che gli insetti da allevamento ad uso alimentare non necessitano di antibiotici... va da sè.

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  7. Quasimodo00:20

    e la Lega dove la mettiamo nel cescendo polpottiano? Tra un saltimbanco e un Nano per metterla in culo al popolo sovrano

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    1. Anonimo08:47

      come no, la svendita del paese, l' adesione all' €urolager, e la sostituzione etnica sono tutte kolpe della lega e il " para-komunismo" ( il comunismo dei parakuli) non c' entra nulla ...😎
      ws

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  8. Aggiungerei, anche se ne hai accennato:

    - incoraggiamento costante dell'anomia e dell'amoralità (ribaltando ciò che si riteneva "morale") per controllare definitivamente un'umanità snervata, piatta, senza riferimenti
    - distruzione totale dell'insegnamento per forgiare un'umanità puramente tecnica e dalla vista cortissima (per tacere della memoria)
    Pol Pot, tuttavia, aveva responsabilità minori.
    Uccidere non è il peggio.
    A volte è addirittura preferibile per le vittime una repressione sanguinosa: compatta e incita all'azione.
    Deprimere, sopire, deviare, pervertire mezzo miliardo di europei ... c'è un disegno apocalittico in tutto questo.

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    1. @ ALCESTE

      Sulla memoria a cui fai riferimento:

      "“La distruzione del passato, o meglio la distruzione dei meccanismi sociali che connettono l’esperienza dei contemporanei a quella delle generazioni precedenti, è uno dei fenomeni più tipici e insieme più strani degli ultimi anni del Novecento."
      (Eric Hobsbawm, Il secolo breve)

      Il passato viene distrutto per poter riscritto a piacimento ed è quindi preferibile che i soggetti da lobotomizzare non abbiano gli strumenti (l'insegnamento) per poter capire.
      6 italiani su 10 non hanno MAI letto un libro.

      Chinacat

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    2. @ alceste.
      Grazie delle aggiunte, assolutamente pertinenti.
      Secondo Lemkin, tutto ciò si configurerebbe come "genocidio culturale". Una categoria che l'ONU, in seguito alla codifica della definizione generale di genocidio, ci tenne, nello specifico, a cancellare.

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    3. Grazie a te Barbara per questa notizia che ignoravo (fra le tante che ignoro).
      E grazie a chinacat per la risposta. Ci tengo a sottolineare che 6 su 10 è una percentuale benevola, ottenuta grazie a limature, rimpolpamenti e altri trucchi statistici (come il conteggiare gli inserti dei quotidiani). Gli Italiani effettivi che leggono (e capiscono ciò che leggono) sono circa il 15-20%.

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  9. insomma... Barbara lancia il sasso (talvolta il macigno) nello stagno... ma le onde che solleva nei commenti! Un Bignami di pensiero forte e pure, contradditoriamente, approfondito!!!

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  10. Anonimo00:17


    Potrebbe essere anche : Genesi 1,26
    E Dio disse: « Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra ».
    Bell'idea.

    lr

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  11. Anonimo00:23

    è saltato: < la scienza è nata in casa cristiana e non poteva nascere altrove >

    lr

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  12. Mentre si sta qui a farsi le pippe sulle solite questioni delle etichette socio-politiche-filosofiche il progetto di distruzione antropologica procede a gonfie vele. Come ha ben sintetizzato nell'articolo la nostra anfitriona. Basta leggere i 24 protocolli dei savi di sion per sapere che la funzione degli intellettuali goyim è proprio quello di produrre false idee che depistino e distraggano l'opinione pubblica informata, quella che potrebbe davvero cambiare le cose.
    Alla lista dell'autrice aggiungerei solo: devirilizzazione dei maschi italiani.
    Vivo al sud ed è incredibile come qui il maschio medio sia cambiato negli ultimi 20 anni. Oggi vedo in giro quasi solo femminucce fragili e nevrotiche, se non non veri e propri gay manifesti od occulti. Basta farsi un giro in un qualsiasi centro commerciale, in special modo nei punti vendita H&M e Zara, per rendersene conto.

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    1. Guarda che i Protocolli dei Savi di Sion li ha scritti la polizia segreta zarista. Lascia perdere queste sciocchezze, guarda con gli occhi che hai in dotazione e pensa con la tua testa.

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    2. Allora la polizia zarista aveva alle sue dipendenze un profeta, perché i protocolli ci azzeccano spaventosamente. Considerato che sono stati pubblicati la prima volta intorno al 1905 è impressionante quanto siano attuali oggi.
      A partire dal concetto di idea virale, ben esplicitato nei protocolli e assurto agli onori delle scienze cognitive contemporanee nei tardi Anni 90 con le prime teorizzazioni sui memi.
      Ma questo è solo un piccolo esempio, basta leggere i protocolli, con i propri occhi e con la propria testa, per capire che non possono essere un falso.

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    3. Sì, Maurizio, la polizia segreta zarista contava tra i suoi funzionari l'inventore della macchina del tempo, purtroppo con la rivoluzione d'ottobre voluta dagli ebrei se ne è impossessato Parvus, ebreo ispiratore di Lenin, e ha ordito il piano Kalergi. Ma per fortuna, un altro agente della polizia segreta zarista, Fedor Dostoevskji...Ma scusa, forse non lo sai: l'autore de "I demoni" non è l'ingegner Dostoevskji. Con la scusa della fucilazione e della grazia all'ultimo istante, la polizia segreta zarista gli ha sostituito un suo agente, valente letterato slavofilo incaricato della missione di denunciare le schifezze dei nichilisti (ebrei, come sai D. era antisemita). Dostoevskji, dicevo, il geniale agente della polizia segreta zarista, ha affidato al mare della storia, come un messaggio nella bottiglia, la sua opera; poi raccolta da A. Solgenitsin e infine da Putin, che grazie alla sua permanenza in Germania come capo-stazione del KGB è entrato in contatto con Himmler (che ha solo fatto finta di suicidarsi e si è invece rifugiato in un allevamento di polli comunisti, travestito da uovo) che gli ha spiegato tutto e lo ha messo sulla retta via. Manca solo il recupero della macchina del tempo tuttora nelle mani di Sion, ma se non ci scoraggiamo e non lasciamo che gli ebrei, i froci e i negri contaminino i nostri fluidi vitali, vedrai che ce la faremo e vivremo per sempre felici e contenti.

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    4. Quando sento parlare dei "protocolli" metto istintivamente mano alla fondina.

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    5. Pensare che esista ancora qualcuno che li prende per buoni è desolante per chiunque abbia una visione umanistica della vita.

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    6. PS: Roberto: dimmi che la citazione sui fluidi deriva dal Dr Stranamore...

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    7. Certamente, e da dove sennò?

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  13. Sul tema di questo articolo, "somiglianze tra il comunismo e la liberaldemocrazia progressista", c'è un libro recente molto interessante e profondo di Riszard Legutko. Il titolo della traduzione inglese è: "The Demon in Democracy: totalitarian temptations in free societies", Encounter Books: New York 2016, disponibile come ebook su Amazon.
    Il libro è particolarmente interessante perchè Legutko, un filosofo polacco, studioso soprattutto di filosofia antica, è stato uno dei principali dirigenti di Solidarnosc (dirigeva la rivista di filosofia clandestina del movimento). Dopo il crollo del regime comunista, è stato Ministro dell'Istruzione. Insegna all'Università Jagellonica di Cracovia. All'origine del libro c'è la sua personale esperienza: dopo il crollo del comunismo, si accorge che i primi a essere cooptati nella classe dirigente polacca sono gli ex comunisti, mentre gli anticomunisti vengono ostacolati; non solo: gli ex comunisti ci si trovano benissimo, nel nuovo regime progressista, e non soltanto per ragioni di convenienza, è che proprio si sentono a casa loro. La cosa è curiosa, e solleva molte domande. Il libro risponde in modo esauriente.

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  14. Legutko è firmatario, insieme a Roger Scruton, Rémi Brague, Robert Spaemann e altri intellettuali europei di serie A, di un manifesto-appello sull'Europa di grande interesse, "Un'Europa in cui possiamo credere", che è uscito da pochi giorni e di cui raccomando la lettura (c'è anche la versione italiana):

    https://thetrueeurope.eu/uneuropa-in-cui-possiamo-credere/

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  15. Ricordiamo che la liberaldemocrazia (anglosassone) postula l' uguagliaza FORMALE.

    La socialdemocrazia l' uguaglianza SOSTANZIALE.

    Notare la differenza concettuale.

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  16. Ricordiamo che la liberaldemocrazia (anglosassone) postula l' uguagliaza FORMALE.

    La socialdemocrazia l' uguaglianza SOSTANZIALE.

    Notare la differenza concettuale.

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    1. Io la noto, la differenza, però non so se tu noti il fatto che l'eguaglianza sostanziale è impossibile. E' possibile una redistribuzione della ricchezza più decente, è possibile il welfare, NON è possibile l'eguaglianza sostanziale perchè l'eguaglianza sostanziale è esattamente quel che cerca il "comunismo rozzo" così ben descritto da Marx; e non ci è riuscito manco lui, per la semplice ragione che non ci puà riuscire nessuno. L'unica eguaglianza sostanziale che sia possibile perchè reale è l'eguaglianza di dignità delle persone (davanti a Dio se uno ci crede).

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    2. Il concetto stesso di eguaglianza è una porcata orrenda.
      Io non voglio essere eguale a nessuno.
      Meglio il marchese del Grillo: io sono io...

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    3. Il concetto di uguaglianza sostanziale l'ha inventato colui che prima di entrare a lezione, chiedeva al compagno di banco di fargli copiare il compito a casa perché non era riuscito a farlo.

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  17. Certo che e' impossibile assolutizzare il concetto nella realta'.

    Si osservi che la Repubblica Democratica Tedesca si chiamava cosi' per motovi ben precisi. Benche' a noi oggi ci appaiono (giustamente, ritengo) comici.

    Quel che volevo sollecitate non era un giudizio ma una riflessione sulla radicale contraposizione ideoligica tra i due termini. Tra le due visioni del mondo.

    L' uguaglianza formale e' pero' una contraddizione in termini...

    Questo per dire cosa ?
    Per dire che il fanatisno ideoligico di OGGI e' figlio del campo liberale. Non gia' del campo socialista.

    E per dire anche che le teorie "democratiche" di stampo liberale sono insite nei trattatti europei, con, infatti, e non a caso, principi fondanti esattamente contrapposti a quelli della Costituzione italiana. Scritta, lo ricordiamo, da democristiani, socialisti e comunisti. Questi ultimi accettarono (forse o probabilmente - poco conta) il compromesso democratico. I liberali non incisero in nulla. Praticamente. Si "accontentarono" di alcune poltrone pesanti grazie ai loro protettori d' oltre oceano evidentemente; giacche' la quantita' di voti di cui disponevano era quella che era.

    E si noti anche la differenza di metodo (dunque di sostanza...) per la legittimazione di tali basi sociali:

    -Da una parte abbiamo un assemblea costituente con membri eletti a suffraggio universale (col "proporzionale")

    -Dall' altra ....mmmmh....

    Caro Matteo.
    Io invece la vedo cosi'.
    Siamo tutti uguali proprio perche' siamo tutti accomunati dalla stessa caratteristica: essere unici e irripetibili.

    RispondiElimina
  18. Desiderabile o no che sia, l'eguaglianza sostanziale è impossibile perché:
    1) per realizzarla, è necessario intervenire sulla realtà sociale non egualitaria
    2) per intervenire sulla realtà sociale ci vuole il potere
    3) il potere non può situarsi nelle mani di tutti (sennò l'eguaglianza ci sarebbe già)
    4) il potere si situa invece nelle mani di alcuni (come sempre il potere, che è per sua natura un differenziale di potenza, + potente: - potente)
    5) risultato: più eguaglianza si vuole ottenere, più dispotismo risulta necessario
    6) alla fine delle operazioni, si ottiene molta eguaglianza per i molti, molto potere per i pochi.
    Esemplare e iperbolico il caso a cui è intitolato il post di Barbara, quello del compagno Pol Pot, uno che in fatto di coerenza logica non scherzava.
    Questo paradosso dell'eguaglianza è noto da duemilacinquecento anni circa (cito un testo solo, la "Politica" di Aristotele, scritto chiarissimo e breve disponibile gratis su internet in tutte le lingue del mondo), è uno dei problemi fondamentali della democrazia, ed è una concausa della sua tendenza alla degenerazione tirannica.
    Il liberalismo è un'altra cosa rispetto alla democrazia, e infatti NON nasce democratico: è una ideologia politica preoccupata anzitutto e quasi esclusivamente della protezione dell'individuo e delle sua proprietà dall'ingerenza dello Stato, della Chiesa, delle comunità storiche e naturali (= tutte le comunità che non si costituiscano volontariamente, su base contrattuale, quindi anche la famiglia almeno nel suo aspetto di relazione tra genitori e figli, i quali ultimi non firmano il consenso informato prima di venire concepiti).
    1, segue

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    1. segue dal post precedente

      L'attuale versione del liberalismo che informa l'Unione Europea è la liberal-democrazia progressista, ha radici filosofiche comuni con il liberalismo classico, ma c'entra molto poco con la realtà politica e culturale nella quale il liberalismo classico è nato, che è la lunga convalescenza dell’Europa (quella vera) dopo il trauma delle guerre di religione, uno scontro frontale di dogmatomachie che l’ha spopolata.
      La disamina storica è lunga e la salto. Vado invece al dunque odierno, e segnalo che l'ircocervo liberalismo+democrazia progressista UE e mondialista funziona così.
      Il coté liberalismo dell’animale mitologico si attiva per cancellare con la scolorina tutto quel che non è individuo, e struttura le politiche oligarchiche UE. Il liberalismo, infatti, per attuarsi implica sempre il governo diretto e/o indiretto (=egemonia culturale) di una oligarchia ideologicamente orientata che protegga la società nel suo insieme sia dall'ingerenza reazionaria di religione, ideologie incompatibili con il liberalismo (cioè tutte le altre tranne la democrazia nella sua forma puramente procedurale, le celebri “regole” kelseniane) & comunità naturali e storiche, sia dalla "dittatura della maggioranza" che è una tipica degenerazione democratica, per es. quella che ti manda al potere Hitler o mette fuori legge una minoranza qualsiasi, ideologica, etnica, religiosa, etc. Di qui gli infiniti trucchetti antidemocratici della UE, dai referendum sulla Costituzione europea annullati ai colpi di stato molli tipo Italia e Grecia, alle leggi sui reati d’opinione e sugli “hate speech”, vietando tendenzialmente tutto per proteggere la tolleranza e la libertà (è una cosa che si chiama “eterogenesi dei fini”, magistralmente illustrata un duecentocinquanta anni fa da Giambattista Vico, altro autore reperibile gratis in rete).
      L'aspetto "democrazia" si attiva invece implementando l'eguaglianza, che in effetti è il valore cardine della democrazia: eguali i cittadini tra di loro, eguali gli autoctoni agli immigrati, eguali gli omosessuali agli eterosessuali, eguali gli uomini alle donne, eguali gli Stati tra di loro, eguali le monete, e così via, in una tendenza irresistibile a cancellare tutte le gerarchie comprese le culturali e morali. Eguaglia oggi, eguaglia domani, la linea tranviaria “1 vale 1” giungerà al capolinea, nel Paese di Cuccagna dove ci sono “laureato in Qualcosa con l’ausilio dei punti Star = genio multiforme” e “predatore pedofilo = fidanzatino di Peynet”, perché chi sono io per giudicare? Il giudizio non è democratico. Infatti, come è agevole notare per chi abbia la mia età (61), la media ponderata culturale e morale del pueblo italiano e occidentale in genere non pare aver spiccato il volo verso vette himalayane, negli ultimi decenni democratici, e anzi l’impressione di alcuni osservatori è che stia precipitando in vite in un vertiginoso burrone.
      2, segue

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    2. Ma per implementare l'eguaglianza democratica è necessario, come illustrato sopra, che ci sia un nucleo dirigente più eguale degli altri (es. i liberal-democratici DOC, la Germania, gli organismi UE, i filosofi e gli economisti piddini, le vittime dell’oscurantismo illiberale tipo donne, omosessuali, immigrati, etc. che vanno risarcite e dunque empowered con quote rosa, verdi, arcobaleno + droit du seigneur mediatico-culturale). E qui ritorna in campo l'aspetto "liberale" dell’ircocervo, con le oligarchie che lo implementano e fanno un bel giochino poliziotto cattivo-poliziotto buono con l’amica democrazia.
      Liberalismo+democrazia, che non si mescolerebbero come olio e aceto, vengono emulsionati tipo maionese dal progressismo, una ideologia utopistica (utopia = pericolosa scemenza programmatica irrealizzabile e infondata) che postula la necessità assoluta di "progredire" verso un futuro sempre migliore, "modernizzando" la società e liberandola dall'oscurantismo, dall'arretratezza, dalla violenza e dal conflitto, quindi spazzando via la religione, la famiglia, i costumi nazionali e locali, le tradizioni culturali, le differenze etniche, etc. Questa dimensione utopica è la più importante analogia tra comunismo e liberal-democrazia progressista. Il comunismo ha impiegato dosi massicce di violenza per realizzare i suoi obiettivi, la liberal-democrazia progressista no: ed è molto più efficace, perché persuade le persone a fare il 90% del lavoro e ad appiattirsi e omogeneizzarsi da sole in cambio di un po' di perline (scopata libera con la qualunque, chat su Whatsapp con scambio di foto porno, gite organizzate à la recherche du Big Bamboo perdu, persuasione di sapere più verità di quegli oscurantisti di Dante, Shakespeare, Goethe, Platone & Gesù Cristo in quanto posizionati all'avanguardia della cultura e della storia per merito anagrafico, e altra chincaglieria piddina a piacere).
      Il problema è questo qui: bisogna far cambiare idea a tante persone, e persuaderle che mediocrità non è uguale a felicità. Per essere vero è vero, ma è anche un bel colpo all'autostima, e dunque non è un prodotto facile da vendere. Diventa più facile da vendere, anzi si vende da solo quando le vicende storiche ti abbiano fatto un corso in full immersion sulla realtà del mondo e dell’uomo, tipo guerra in casa tua, anarchia politica con criminali sanguinari al potere, e altri aspetti spigolosi e perentori della condizione umana, vedi per esempio le traversie dei popoli che si sono gustati il lecca-lecca dell’utopia comunista. Sarebbe meglio poterne fare a meno. That’s all, folks.

      3, fine

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    3. Il punto e':
      Dove siamo oggi ?
      Ponendo agli estremi il comuunismo dogmatico e il liberalismo classico (che ovviamente condividono una idea intrinsecamente schiavista basata sul consolidamento sine die dei rapporti di forza esistente).

      Ecco. Onestamente credo che il pendolo stia decisamente a destra (o nel campo liberale). Oggi vediamo i risultati di una stagione che va tutt' altro che verso una eguaglianza (dei redditi).
      O no ?

      I dati a supporto di codesta tesi non mi sembra che manchino...

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    4. @ bargazzino

      "Dove siamo oggi" ho cercato di indicarlo nel mio ultimo intervento, ma vedo che non sono stato chiaro, perchè non ci intendiamo. Ci riprovo molto in breve:
      1) il "comunismo dogmatico" (presumo tu intenda "il comunismo reale", tipo URSS, patto di Varsavia, eventuali exploit tipo Pol Pot) e il "liberalismo classico" (non ho capito a cosa ti riferisci, forse a Locke? a Tocqueville? una minidefinizione l'ho data, sopra, ti collima con l'idea che ti fai?) NON condividono "una idea intrinsecamente schiavista basata etc." che, ti confesso, non si capisce bene cosa sia. Vuoi dire che "comunismo dogmatico e liberalismo classico", qualunque cosa siano, la tirano entrambi in quel posto al lavoratore? Se è così, ti sbagli. Se "comunismo dogmatico" = comunismo sovietico, bene: dopo alcuni milioncini di morti, un dispotismo bestiale, la delazione come way of life, una incompetenza sistematica sbalorditiva, etc., il comunismo sovietico, quando si stabilizza, al lavoratore dà piena occupazione, lavoro con ritmi più che tollerabili, soddisfazioni d'amor proprio (realismo socialista), sanità e abitazione magari squallide ma gratis, salario magrissimo ma garantito e consumi da terzo mondo ma costanti (Valeva la pena tutto questo macello perchè il lavoratore sovietico ottenesse questi risultati? Non so, vedi tu). Il liberalismo classico, invece, garantisce al lavoratore una strenua difesa della libertà di parola, di pensiero, di religione, e di libera scelta del ponte sotto il quale dormire, il resto se il mercato lo passa bene, se no ritenta, sarai più fortunato.

      2) Oggi NON c'è nè "il comunismo dogmatico" nè "il liberalismo classico", c'è la liberaldemocrazia progressista che ho tratteggiato sopra.

      3) La stagione non va verso l'eguaglianza dei redditi perchè a) l'eguaglianza dei redditi non c'è stata mai, neanche con il comunismo sovietico, per le ragioni che ho esposto sopra: a) la piena eguaglianza sociale sostanziale è impossibile, come è impossibile che domattina il sole sorga ad ovest b) il compromesso socialdemocratico, vale a dire il compromesso fra liberalismo, cristianesimo sociale, socialismo democratico, è finito con la fine del comunismo sovietico perchè serviva a combatterlo, e non tornerà mai più.

      4) Esistono altri modelli possibili di organizzazione sociale e regime politico, oltre al liberalismo e alla democrazia. Per esempio il repubblicanesimo, una tradizione politica antica e tuttora viva (non è = La Malfa, cercando su internet trovi un po' di informazioni, è un regime misto la cui prima formulazione teorica risale alla repubblica romana), il conservatorismo che spesso assume valenze "sociali", etc.

      5) Ti sconsiglio vivamente di pensare di in termini di "destra" e di "sinistra". Fallo solo se specifichi e riempi di significato storico le parole. Se invece usi "sinistra" = "i lavoratori stanno bene" e "destra = i lavoratori stanno male" non ci capisci più niente. La liberal-democrazia progressista, per esempio, è insieme "di destra" nel senso che i lavoratori ci stanno male assai, e "di sinistra" nel senso che i lavoratori, non come lavoratori ma come consumatori e cittadini, godono di una libertà di fare quel cazzo che che mai e poi mai un regime "di destra" precedente il 1989 si sognò di concedere neanche ai matti del manicomio.

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    5. 1) chiedevo solo se i redditi stessero seguendo una tendenza convergente o divergente. A partire dalla spartizione della remunerazione tra le componenti capitale e lavoro. Ammesso che Lei ne accetti l' esistenza.

      3 "La dittatura del proletariato", "la mano invisibile", "l' equilibrio di mercato" ecc. sono storie poco meno credibili della favola di Babbo Natale. A mio modestissimo parere. "L' eguaglianza piena sostanziale MITIZZATA come ecc. ecc." e' un utopia (in quanto tale intrinsecamente distruttiva se perseguita acriticamente; insomma una barbarie) , la ponevo semplicemente a vertice nello "schema politico" socialismo/liberalismo (dove al vertice opposto potremmo trovare "la legge della giungla allo stato puro o la "(non?)societa' dell'homo homini lupus". Insomma. Un altra barbarie distopica (vista "da quaggiu'"; "utopica "da lassu'"). Quella che definivo "visione della vita intrinsecamente schiavista")

      5)Il "vecchio" paradigma "progressisti/conservatori". La "mobilita' sociale" come dicono oggi.
      Le vanno bene quali categorie politiche ?
      Quanto sarebbe utile oggi avere dei buoni (=capaci) progressisti (o scalatori sociali, se preferisce), considerate le gesta dei conservatori (DELLO STATUS QUO) ?



      Spero sia ironico quando afferma che
      "Il liberalismo classico, invece, garantisce al lavoratore una strenua difesa della libertà di parola, di pensiero, di religione [...]"il resto se il mercato lo passa bene, se no ritenta, sarai più fortunato (se la mano "invisibile" ce lo concede).
      Vero ?

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    6. Certo che sono ironico quando dico etc., e ci mancherebbe, pensa che sia un mostro o un capitalista di Grosz? Ma per l'amor di Dio!
      Ora ho capito meglio, le rispondo:
      1) Certo che "accetto l'esistenza" della ripartizione sociale della ricchezza. Non sono economista, ma non c'è bisogno di esserlo per constare che il Capitale ha stravinto sul Lavoro, e quindi i lavoratori vedono diminuire la quota di ricchezza sociale a loro destinata (salario diretto e indiretto)
      2) D'accordo sulle utopie che sono "distruttive". Le utopie sono la soluzione finale del problema vita. La invito però a notare che a queste "favolette di Babbo Natale" ci ha creduto e ci crede tanta gente, ancor oggi. Anche la favoletta progressista ("domani sarà meglio di ieri") è una utopia, eppure ordina o meglio disordina la testa di tante persone.
      3)No, non mi vanno bene le categorie politico-ideologiche "progressisti/conservatori" perchè come le usa lei (e come le usa il senso comune) non corrispondono per niente alla realtà, anzi la oscurano. Lei e il senso comune intendete: "progressista=amico dei lavoratori", "conservatore=nemico dei lavoratori", e questo è totalmente falso. Il capitalismo e i suoi amici sono più progressisti e anzi più rivoluzionari di chiunque, Lenin e Stalin compresi, e ai lavoratori non vogliono per niente bene, come lei giustamente constata. Un conservatore, se a questa parola si dà il significato che le appartiene, di persona che vuole conservare la tradizione del suo popolo e della sua civiltà, sarà nemico dei progressisti, e poco ma sicuro, molto più amico dei lavoratori di loro (non ci vuole molto).

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    7. Aggiungo una piccola postilla alla pur esauriente esposizione di Roberto Buffagni, giusto per integrare (perdonami Bargazzino: mi stai sinceramente molto simpatico e capisco quello che intendi ma devi mangiare ancora tanti ovini per discutere al livello culturale di Buffagni).
      Il liberalismo di per se è (come giustamente osservato) INCOMPATIBILE con la democrazia per il fatto che parte da un concetto di libertà ad essa avverso: la libertà negativa (emancipativa) anziché positiva (partecipativa). I maestri della libertà positiva sono noti, essenzialmente sono tre: Aristotele, Machiavelli e Rousseau (che infatti era un accanito lettore dei precedenti due), ed in effetti il liberalismo consciamente ha sempre rifiutato il portato filosofico di questa idea.
      Dico consciamente, proprio perché da antiliberale coerente non ho alcun problema ad ammettere che nella storia non è mai esistita una dottrina che abbia avuto dei pensatori parimenti COERENTI, PREPARATI ed ORGANICI.
      Mai una sbavatura, nemmeno momentanea, sul tema, almeno a partire da Benjamin Constant. è questo il punto di forza di una ideologia per definizione anti-umana come il liberalismo, non il fatto che sia la dottrina dei ceti agiati come sostengono i miei amati amici di sinistra.
      Anche il cristianesimo era la dottrina delle classi alte dirante il feudalesimo, ma appena la gente ha iniziato a leggere (Rinascimento, in particolare Dante, Machiavelli e Bruno) esso è miseramente crollato sotto il peso delle sue intrinseche ed insanabili contraddizioni.
      Il liberalismo viceversa è un maglio d'acciaio, un monolite praticamente inscalfibile sotto il profilo teoretico. Per questo alla fine ha assorbito anche il suo fratellino scemo (il comunismo): è come un cancro che sovrasta un raffreddore, non c'è alcuna partita.
      Personalmente non mi preoccupo, io ho Mazzini e Gentile.

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    8. E pero' mo' basta mettermi in bocca le lodi dei comunisti.

      Non le ho mai fatte.
      Ho cercato solo di capire se siamo "anmalati" piu' di capitalismo liberale COSMOPOLITA (per definizione) o di comunismo/socialismo. Parlo proprio a livello di rincoglionimento alienante indotto nelle masse mediante propaganda atto all' accettazione delle "riforme" (ovviamente komuniste...Tipo le privatizzazioni della qualunqe; e il "flusso migratorio incontrollato" e relativa "accoglienza"). una "narrazione" CHIARAMENTE recepita e -fino ad oggi- accettata dal popolo. Con tutte le conseguenze sotto i nostri occhi.

      Percio' credo sia importante cercare di capire quale e' il tarlo iniettato nelle menti dei nostri connazionali.

      Dunque. Il comunismo (che nasce dal socialismo). Dicevamo.
      Quello si e' storicamente realizzato e quello e' l' esito di quel sistema sociale utopico.

      E pero' anche basta scambiare TUTTI i fanatici con i comunisti (o coi "fascisti").

      Tutti i comunisti sono fanatici (ci puo' anche stare).
      Non tutti i fanatici sono comunisti.
      E neanche tutti gli scemi, i venduti, ecc. ecc.

      L' idiozia piu' demente che ho sentito in questi ultimi tempi e' quella di comunisti="immigrazionisti"

      Ora.
      Se c' e' un ideologia furiosamente (eufemismo) avversa ai flussi transanazionali di persone, quella e' quella comunista. E pure quella socialista. Le ragioni sono ovvie e implicite nella "ragione sociale" di QUELLA propaganda. Letteralmente imprenscindibile fondamento teorico della loro "fede atea" (da qui l' immancabile cogettura : atei=comunisti. Manco a dirlo)

      L'immigrazione nel "comunismo storicamente inveratosi"
      era vista con "sospetto" (eufemismo).L' emigrazione; praticamente bandita armi alla mano!
      I comunisti i muri l' han sempre costruiti. Altroche' abbattuti.
      I confini miltarmente presidiati a costo di far scorrere il sangue dei propri "compagni". Altro che ideologia delle frontiere aperte!
      Provate a andare in Korea del nord (se ci riuscite. Magari con un barcone delle delle "ONG" pagate dalle CIA (ari-ovviamente "komunista")

      Attribuire ai comunisti (qualsiasi cosa vogliate intendere) l' idea di aprire i confini a capitali, merci e persone e' semplicemente demenziale.
      Infatti questa e' da sempre la richiesta dei plutocrati transnazionali. Capitalistici e imperialisti. Esattamente in quest' ordine di importanza strategica: capitali; merci. Persone.
      Stiamo parlando "appena" del fondamento propagandistico-ideologico posto a base dell' attuale totalitarismo imperante.

      Ecco. Quegli stessi che -
      30,10, 5 anni fa', l' anno scorso fino all' altroieri; ancora oggi (i piu')
      -rinfacciavano all' ideologia comunista di "imprigionare" i suoi cittadini in uno Stato,Immancabilmente "ladro" in quanto -per definizione- "comunista/socialista" e dunque "asfissiante" e "liberticida".
      Ecco.
      Esattamente quelli son quelli che maledicono i kommunisty che c' "hanno rovinato con la loro (ah ah ah ah) iddeologggia.

      (Segue)

      Elimina
    9. (Segue) Non e' una discussione meramente semantica.

      Il comunismo era "antirazzista" proprio perche'... be' perche'... Come fai a discriminare su base raziale in Korea del nord con una popolazione al 100% o giu' di li koreana (e se eventuali non koreani ce ne sono. Sicuro non lo han portati/fatti venire loro).
      L' anti razzismo e' "tendenzialmente" soppresso nell' ideologia comunista; per "impraticabilita' del campo"...

      Ma all' orecchiante "contro"propagandista basta arrivare a: "comunismo antirazista" per fare la geniale correlazione capace di identificare il nemico...

      E dov' e' invece che c'e' la libbbbberta' di movimento dei "migranti", tanto che. Guarda un po si ritrovano i conflitti raziali in casa?
      In Korea del Nord certo. Come no.
      O forse a casa se li trovano gli imperi capitalistici "liberali" (E liberali lo sono sempre. Perche'..perche'... il liberalismo e' stato sempre propagandato dagli inglesi. Per l' ottimo motivo -dal loro punto di vista del tempo- che e' il metodo piu' rapido e efficacie per instaurae irrimedibilmente la legge del piu' forte per dirimere le "controversie" multi-NAZIONALI sorgenti all' interno dell' impero.

      Si sono letteralmente inventati una sfilza di intellettuali lunga cosi'. Tutti liberali. Tutti per l' accettazione presso le masse sfruttate della "legge del piu' forte" (che per puro caso caso erano loro) come ordine "natutale"
      Cioe'. Qualcuno pensa che un Darwin; o un Malthus nascano cosi'. Per caso. A no. 'Spe. Erano i "piu' bravi". Cioe' i piu' "meritocratici"...

      Ecco. Ascoltatevi il testo di "Faccetta nera". Se lo sentono quelli del PD lo fanno diventare lo slogan per lo Ius Soli.

      :-)

      Ebbene si. Il fascismo e' stato ANCHE quello. Un impero MULTINAZIONALE capitalista. Con tutto il corollario di propaganda "immigrazionista".

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    10. (Segue) Non e' una discussione meramente semantica.

      Il comunismo era "antirazzista" proprio perche'... be' perche'... Come fai a discriminare su base raziale in Korea del nord con una popolazione al 100% o giu' di li koreana (e se eventuali non koreani ce ne sono. Sicuro non lo han portati/fatti venire loro).
      L' anti razzismo e' "tendenzialmente" soppresso nell' ideologia comunista; per "impraticabilita' del campo"...

      Ma all' orecchiante "contro"propagandista basta arrivare a: "comunismo antirazista" per fare la geniale correlazione capace di identificare il nemico...

      E dov' e' invece che c'e' la libbbbberta' di movimento dei "migranti", tanto che. Guarda un po si ritrovano i conflitti raziali in casa?
      In Korea del Nord certo. Come no.
      O forse a casa se li trovano gli imperi capitalistici "liberali" (E liberali lo sono sempre. Perche'..perche'... il liberalismo e' stato sempre propagandato dagli inglesi. Per l' ottimo motivo -dal loro punto di vista del tempo- che e' il metodo piu' rapido e efficacie per instaurae irrimedibilmente la legge del piu' forte per dirimere le "controversie" multi-NAZIONALI sorgenti all' interno dell' impero.

      Si sono letteralmente inventati una sfilza di intellettuali lunga cosi'. Tutti liberali. Tutti per l' accettazione presso le masse sfruttate della "legge del piu' forte" (che per puro caso caso erano loro) come ordine "natutale"
      Cioe'. Qualcuno pensa che un Darwin; o un Malthus nascano cosi'. Per caso. A no. 'Spe. Erano i "piu' bravi". Cioe' i piu' "meritocratici"...

      Ecco. Ascoltatevi il testo di "Faccetta nera". Se lo sentono quelli del PD lo fanno diventare lo slogan per lo Ius Soli.

      :-)

      Ebbene si. Il fascismo e' stato ANCHE quello. Un impero MULTINAZIONALE capitalista. Con tutto il corollario di propaganda "immigrazionista".

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    11. Di bestemmie ne ho sentite molte nella vita, ma questa direi che le batte tutte.

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    12. E' tanto corretto il suo modo di intendere il termine "conservatore" (tant' e' che lo trovo correto) quanto lo e' il mio: chi sta al potere/ha una posizione di forza tendera' (salvo rarissime eccezioni; anmesso che ve ne siano realmente) a conservare tale posizione di forza. Tutto dipende dalle capacita' di chi esercita il principio di conservazione del potere.

      Io sto con Dante. E probabilmente con Machiavelli.



      Il parametro era la contendibilita' del potere. E di norma io; tendo a diffidare da chi lo vuol rendere poco contendibile. (le norme hanno le loro eccezioni. Chiaramente)

      Sinceramente non mi piacciono molto questi termini che possono dire tutto e il contrario di tutto. Soprattutto mi piace poco la "religiosita'" che si fa di questi termini che in realta' sarebbero neutri. Uno puo' -stando proprio alla sua corretta definizione- essere conservatore su alcuni aspetti e non esserlo su altri. Se lo si e' su tutto (ammesso e non concesso sia possibile...) si e' dei fanatici parimenti a certi progressisti che correttamente ritiene -per l' appunto- fanatici.
      Non tutti i fanatici di oggi sono progressisti. Non tutti i conservatori non sono fanatici (quelli dell' Isis lo sono per esempio)
      Non parliamo del termine "progressista".
      Ogni ordinamento politico ha la Sua idea di progresso.
      E per me si. Lo deve avere.
      Hitler era un ultra progressista. Proprio strettamente da un punto di vista materialista. Non parliamo di Stalin. Ha portato l' URSS dalla vanga allo spazio in 50 anni...
      Pure Pol Pot era un progressista. Dal suo legittimo punto di vista.

      In Europa si sono chiesti e ottenuti in certi periodi storici dei progressi sociali nel senso di civilizzazione dei rapporti sociali. Sara' una favola ma si e' concretizzata pure quella visione di progresso. Io personalmente la condivido quella visione. Il che non vuol dire condividere acriticamente e nemmeno integralmente tutti quei progressi (o evoluzioni sociali). Sara stata anche una favola. Ma qualche volta s' e' realizzata pure quella...

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    13. @ bargazzino

      Per capirci meglio.

      1) Qualunque posizione religiosa, culturale e politica hai suoi fanatici, il fanatismo è un atteggiamento interiore, psicologico. Ci sono poi posizioni politiche e culturali o religiose che attirano i fanatici come un potente magnete, e sono quelle che promettono una trasfigurazione immediata del mondo e dell'uomo: il fanatico è fanatico perchè trova intollerabile vivere come vive, e spera (invano) da un evento esterno la soluzione finale di tutti i suoi problemi. Quindi, ci saranno molti più fanatici tra i rivoluzionari che tra i conservatori, tra i credenti in una religione messianica (domani arriva l'Apocalisse o il Mahdi) che tra i credenti in una religione cosmologica (il mondo è pieno di dèi e non muta), etc.

      2) Nel lessico quotidiano, "progresso" significa "andare avanti", e come tale è neutro, nè buono nè cattivo. Se lei studia il cinese, progredisce nella conoscenza del cinese. Se mi viene un tumore, il tumore progredisce. Chiaro?

      3) Nel lessico politico e culturale, "progressismo" significa invece una cosa precisa, questa. Una posizione che ritiene a) che la storia sia orientata, il tempo lineare (non un ciclo, ma una linea direzionata) b) che tutto ciò che è più moderno (anche il pensiero, il modo di vivere e ordinare la società, la spiritualità) sia per necessità qualitativamente migliore e più vero di ciò che lo è meno c) che la storia umana sia insomma un percorso dall'illusione e dall'oppressione (premoderno) alla verità e alla libertà (moderno). Da questo modo di intendere la storia discendono una serie di giudizi, che oggi sono correnti e formano il senso comune, per esempio l'idea che Medioevo=secoli bui, oscurantismo, che le rivoluzioni siano un fatto sempre positivo, che le scienze della natura siano in grado di spiegarci tutta la verità sul mondo e sull'uomo (ne ho parlato più sopra), etc.

      1, segue

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    14. Il Fascismo non ha governato un (relativamente piccolo) impero capitalistico. Multinazionale. Multietnico. Multiraziale ?
      Si o no ?
      Sara' una bestemmia. Ma e' anche la realta' storica mi sa.
      Questo porta INEVITABILI conseguenze.

      Poi. Si. Su facetta nera ho voluto fare una piccola provocazione.
      Ma fino a un certo punto...

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    15. Il Fascismo non ha governato un (relativamente piccolo) impero capitalistico. Multinazionale. Multietnico. Multiraziale ?
      Si o no ?
      Sara' una bestemmia. Ma e' anche la realta' storica mi sa.
      Questo porta INEVITABILI conseguenze.

      Poi. Si. Su facetta nera ho voluto fare una piccola provocazione.
      Ma fino a un certo punto...

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    16. 2,segue dal post precedente

      4) Nel lessico quotidiano, "conservare" significa mantenere, cosa nè buona nè cattiva. Se lei conserva i capelli, non diventa pelato. Se io conservo il vizio del fumo, mi intaso i polmoni.

      5) Nel lessico politico, "conservatorismo" è una posizione secondo la quale il tempo storico NON è orientato necessariamente verso il meglio e il vero (non è una linea, ma un ciclo o una spirale); e secondo la quale, esistendo una cosa che si chiama "natura umana", cioè una struttura permanente dell'uomo che può configurarsi in modi diversi ma non mutare radicalmente, nella storia si ripresentano, in forme diverse ma analoghe, i medesimi problemi; e dunque, è certo possibile che vi sia progresso costante in certi campi dell'attività umana, per esempio le scienze, la tecnologia, etc., perchè qui il sapere si accumula, ma in altri campi quali l'arte, la politica, la filosofia, la religione, insomma tutte le attività spirituali, il progresso costante NON ci può essere perchè i problemi che si ripresentano sono sempre gli stessi, e sempre gli stessi i principi e i valori a cui ci si può richiamare per tentare di risolverli. Il conservatorismo può essere religioso oppure no. Una cosa che il conservatorismo NON può essere è utopico, cioè non crede che vi siano cose come la fine della storia, l'uomo nuovo, il regno della libertà, eccetera.

      6) Sempre per restare nel campo politico, chiunque detenga il potere lo vuole conservare, anche se è un progressista o un rivoluzionario. Se lei lo chiama "conservatore" per questo, non ci si capisce più niente.
      2, segue

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    17. 3, segue dal post precedente

      Quello che mi pare lei dica,in sintesi, è che c'è stato un periodo della storia recente italiana, grosso modo quello tra il secondo dopoguerra e gli anni Ottanta, in cui si è trovato un compromesso accettabile tra capitale e lavoro, e ai lavoratori è stata garantita una sicurezza e una dignità che oggi non hanno più. E' vero. Mi dispiace dover aggiungere che non c'è il tasto rewind, e che a questo compromesso non si tornerà. Se ne può trovare un altro, ma, per farla molto breve, per porre un limite al Capitale è indispensabile una nuova alleanza tra Stato nazionale e Lavoro, perchè solo lo Stato, democratico o cesaristico che sia, può porre limiti al Capitale. Questa nuova alleanza tra Stato e Lavoro non potrà replicare esattamente quella del periodo lieto a cui lei si riferisce, perchè le forze politiche, le ideologie, la cultura sono profondamente mutate. Uno di questi mutamenti, uno dei più significativi, è proprio il passaggio delle forze politiche della sinistra nel campo del Capitale. Personalmente non credo reversibile questo passaggio di campo della sinistra, il tempo dirà se mi sbaglio.

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    18. "per porre un limite al Capitale è indispensabile una nuova alleanza tra Stato nazionale e Lavoro, perchè solo lo Stato, democratico o cesaristico che sia, può porre limiti al Capitale".

      Assolitamente d' accordo .

      Quindi. In riferimento alla impossibilita' di tornare (tra 10; 100 o 1000 anni) a un tipo di equilibrio come quello da Lei descritto dobbiamo assumere fideisticamente
      Che la Storia e' una linea retta ecc.
      Be' allora mi dicichiaro conservatore. Conseguentemente Lei e' progressista. Stando allo schema da Lei proposto.

      Una domanda:
      La tolleranza e' uno dei principi fondanti il cattolicesimo. Chiara identita' e tradizione nazionale italiana (e lo e'. E io ne sono fiero e felice).
      Come si pone in riguardo a tale principio. Lo vuole superare (principio progressista) o lo vuole mantenere (principio conservatore) ?
      O ancora:
      La secolarizzazione della religione cattolica e' figlio e avversario del cattolicesimo al tempo stesso.
      In quale campo dovrebbe porsi il coerente conservatore ?

      Il conservatore coerente deve o non deve salvare le tradizioni culturali frutto del progressismo dei tempi passati opure no ?
      Il progressista coerente. Di contro. Deve o non deve assumere posizioni conservatitrici in riferimento al mantenimento di tradizioni che stanno alla base di taluni progetti progressisti ?

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    19. @ bargazzino
      Guardi che se c'è qualcosa che non cambia mai, è il fatto che le cose cambiano sempre. Non è che il conservatore quando gli si fulmina una lampadina non la cambia perchè altrimenti diventa progressista.
      Io penso che non sia possibile riproporre il compromesso socialdemocratico perchè le forze che l'hanno stipulato non ci sono più, e la situazione è profondamente mutata. Penso invece che sia possibile e auspicabile un NUOVO e DIVERSO compromesso tra le forze realmente esistenti oggi. Il fine di oggi è lo stesso (porre limiti alla dinamica capitalistica) ma non si può perseguire con gli stessi mezzi di ieri. Qui "il principio conservatore" è: a nessuna forza sociale deve essere permesso di svilupparsi illimitatamente, perchè i valori da conservare sono molti, e in conflitto tra di loro, e dunque va cercato un equilibrio tra di essi bilanciando forza contro forza, in questo caso Stato e Lavoro contro Capitale. Chiaro?
      La tolleranza NON è "un valore fondante del cattolicesimo", come non lo è di nessuna religione, neanche le più tolleranti e aperte come la religione romana in età imperiale, che per quanto celebrasse tutti gli dèi nel Pantheon esigeva la venerazione della divinità dell'imperatore, e a chi si rifiutasse tagliava la testa.
      E' invece un principio di governo molto importante, specialmente in una situazione come l'odierna, in cui c'è pluralità di fedi, opinioni, etc. La verità NON va imposta, per due motivi: a) non bisogna violare le coscienze b) non bisogna scatenare l'odio e il conflitto religioso o ideologico. Quindi sono favorevolissimo alla tolleranza. Le segnalo però che la tolleranza è SEMPRE limitata, quale che sia la cultura o la religione dominante (anche l'ateismo). I limiti possono essere più larghi o più stretti, ma ci sono sempre.
      Per rispondere alle altre domande che mi fa ci vorrebbe un saggio di un centinaio di pagine. Me la cavo dicendole che nella prospettiva di un conservatore, il principio regolatore dell'azione politica è il limite e la prudenza (=saggezza). Chi pensa di cancellare per via politica le posizioni culturali o politiche che non condivide è un fanatico, non un conservatore. Quel che non muta sono i principi, mutano invece i modi per implementarli, per quanto possibile, nella realtà storica. E non esiste la procedura o la regola garantita al 100% e applicabile nel 100% delle situazioni. La politica è un'arte, non un protocollo scientifico.

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    20. Il comunismo è una religione che non ammette l'ateismo. Non ce la fate a sciogliere le concrezioni di un credo che sta disperatamente negando il fallimento e rimuovendo la consapevolezza che, oltre al comunismo mitologico sconfitto nell'89, ne è esistito un altro parallelo che è sempre stato in combutta con l'odiato Capitale.
      L'unica attenuante che hanno è che sono proprio degli idealisti.
      Un piccolo esempio: Leon Trotski, inseguito dai sicari di Stalin, si rifugiò in Messico, accolto a braccia aperte dai compagni locali. Finì con una piccozza in testa manovrata da un antenato di Christian de Sica. Indovinate chi può averlo tradito? Nel caveau di una banca di New York non avrebbe corso alcun rischio ma non sarebbe morto da comunista.

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    21. Buffagni.
      Sono assolutamente d' accordo.

      Il punto e' che io ragiono secondo logiche diverse.
      Tipo: alto/basso ; fanatismo/moderatismo.
      Li trovo schemi piu' utili OGGI.

      La ringrazio. Davvero.
      Per quanto non sia completamente d' accordo su un solo punto.
      Al fanatismo si puo' arrivare con eguali effetti partendo da ovunque.

      Io solo, non vorrei che il cambio di paradigma necessario si risolvesse in una nuova egemonia culturale che ci propina (solo) "nuovi" cinepattoni tipo "Komunisty a Wall Street".
      Non so se ho reso l' idea.

      Elimina
    22. Buffagni.
      Sono assolutamente d' accordo.

      Il punto e' che io ragiono secondo logiche diverse.
      Tipo: alto/basso ; fanatismo/moderatismo.
      Li trovo schemi piu' utili OGGI.

      La ringrazio. Davvero.
      Per quanto non sia completamente d' accordo su un solo punto.
      Al fanatismo si puo' arrivare con eguali effetti partendo da ovunque.

      Io solo, non vorrei che il cambio di paradigma necessario si risolvesse in una nuova egemonia culturale che ci propina (solo) "nuovi" cinepattoni tipo "Komunisty a Wall Street".
      Non so se ho reso l' idea.

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    23. @ bargazzino

      Non c'è di che.

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  19. Aggiungo in ordine sparso:

    - la totale messa in confusione del sistema scolastico statale e la contemporanea criminalizzazione della scuola privata (vista come scuola per ricchi che sottrae risorse alla "buona scuola" pubblica per i poveri: siamo quindi di fronte ad un attacco contro la scuola a 360°);

    - la crescente emigrazione dei nostri giovani;

    - l'assalto al patrimonio immobiliare costituito dalla prima casa di proprietà (vedi "House Rich, Cash Poor - rigorosamente titolato in Inglese - della Fondazione Cariplo);

    - l'identificazione degli anziani come un peso per la società in quanto improduttivi e costosi da assistere (vedi "La morte moderna" di Wijkmark);

    - l'istituzione di imposte distruttive del tessuto economico, patrimoniale e produttivo del Paese (vedi abolizione dell'Ilor sostituita da ICI/IMU ed IRAP.

    RispondiElimina
  20. Aver rubato la speranza a milioni di giovani che si sono divisi in NET, sotto occupati, emigrati.
    Da non dimentericare gli insulti: “choosy, sfigati, bamboccioni, mammoni ecc...".
    Inoltre aver instigato il senso di colpa nelle vittime per i loro fallimenti o difficoltà invertendo l'onere della colpa dai carnefici ai primi. Il più odioso crimine che forse ha tramutato la rabbia (che doveva esserci) in disperazione mortale.
    #Bastardi #Infami.

    RispondiElimina
  21. @bargazzino & chiunque ne abbia voglia

    Un esempio buono e recentissimo di posizione conservatrice sull'Europa e sulla UE si trova qui:

    https://thetrueeurope.eu/uneuropa-in-cui-possiamo-credere/

    Raccomando vivamente la lettura attenta. Gli estensori del documento sono studiosi di valore mondiale, chi non li conosce cerchi su wikipedia (meglio in inglese, più completa) e veda i curriculum.
    Faccio notare che pur in linguaggio garbato e riflessivo, il giudizio che viene portato sulla UE è durissimo, una condanna senza mezzi termini a cui fa seguito un invito a reagire politicamente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie.

      Tra le varie dicotomie che sto cercando di assorbire c' e' anche questa:

      https://thetrueeurope.eu/uneuropa-in-cui-possiamo-credere/

      Mi torna molto con le mie rudimementali conoscienze culturali. Rimango pur sempre un vil popolano! Anche se; parlando (dunque ragionando) con la lingua di Dante (+ o -) tanto vile non mi sento ;-)

      Interpreti la mia petulanza come come la vox popoli (VOCE IDDIO) che disperatamente invoca l' aiuto delle migliori intelligenze e competenze culturali figlie della Nostra gloriosa civilta' (di cui posso trovare effetti materialistici nei tortellini della mi mamma)

      E non si curi troppo di promuovere una oggettiva rivoluzione (PER I TEMPI CORRENTI).

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    2. Grazie.

      Tra le varie dicotomie che sto cercando di assorbire c' e' anche questa:

      https://thetrueeurope.eu/uneuropa-in-cui-possiamo-credere/

      Mi torna molto con le mie rudimementali conoscienze culturali. Rimango pur sempre un vil popolano! Anche se; parlando (dunque ragionando) con la lingua di Dante (+ o -) tanto vile non mi sento ;-)

      Interpreti la mia petulanza come come la vox popoli (VOCE IDDIO) che disperatamente invoca l' aiuto delle migliori intelligenze e competenze culturali figlie della Nostra gloriosa civilta' (di cui posso trovare effetti materialistici nei tortellini della mi mamma)

      E non si curi troppo di promuovere una oggettiva rivoluzione (PER I TEMPI CORRENTI).

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    3. "Le società del Mare sono quelle del liberalismo. La civiltà della Terra è quella dei socialismi di sinistra o di destra (corporativismo), per adoperare queste dizioni improprie che però rispondono al LESSICO COMUNE"

      Credo le sia chiara la mia polemica con le modalita' propagandistiche della Timperi.
      O no ?

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    4. *Volevo scrivere : non si curi troppo di contraddire i suoi principi promuovendo una oggettiva rivoluzione

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    5. Cosa mi tocca leggere Buffagni!

      L'ideologia regna sovrana quando mancano LEBBASI :-)


      (e le "basi", come sanno gli epistemologi, hanno dei "lievissimi" risvolti nell'organizzazione del pensiero...)

      Elimina
    6. @ Bazaar

      Vedi, secondo me e non solo secondo me LEBBASI sono un'altra cosa, questa qui: https://youtu.be/RtIO5Pb4-hA

      Non c'è bisogno di leggere, basta ascoltare, attività che forse ti riesce meglio della lettura, visto che leggendo quel che ho scritto hai capito zero, e hai frainteso la mia argomentazione sull'impossibilità di realizzare l'eguaglianza sociale con quella di Tugan-Baranovskji, che con la mia c'entra come i cavoli a merenda.

      TB motiva la sua critica del socialismo con la differenza di capacità tra gli uomini, che naturalmente i marxisti non hanno mai negato, come chiunque non sia completamente stupido o ubriaco; io dico invece che realizzare la piena eguaglianza sociale - "l' abolizione delle classi" come scrive Lenin - è impossibile, perché l'abolizione della diseguaglianza e delle classi implica una minoranza che la persegue politicamente, e che conquistando il potere diventa volens nolens classe dominante, tanto più dispotica quanto più grande e completa sarà l'eguaglianza sociale che vuole implementare. Dunque, se "The abolition of classes means placing all citizens on an equal footing with regard to the means of production belonging to society as a whole" essa non si realizzerà MAI, perché ci sarà SEMPRE una classe dominante “with a different footing with regard to the means of production".
      Che è esattamente quel che è avvenuto in URSS e negli altri paesi di socialismo/comunismo realizzato, dove tutti erano uguali, ma alcuni più uguali degli altri.

      Per trovare l'argomento svolto a fondo, tra i moderni puoi leggere con profitto Roberto Michels e Gaetano Mosca.

      "The puzzled reader may ask: how could a learned socialist professor have forgotten these elementary axioms familiar to anybody who has read any exposition of the views of political realism? The answer is simple: the personal qualities of present-day socialist professors are such that we may find among them even exceptionally stupid people."

      Elimina
    7. Roberto, conosco piuttosto bene come affronta la questione la letteratura a cui fai riferimento. (Con cui tra l'altro è difficile essere in disaccordo su molti aspetti)

      Mi piacciono molto gli scrittori conservatori non liberali. (Tra l'altro citi Mosca, e il suo collega Pareto usa la medesima argomentazione di "Tugan-Baranovskji", ma transeat)

      Comunque se ci ho messo il piccolo smile c'è un motivo...

      Vabbè: la questione epistemologica andrà affrontata. Altrimenti non si capisce perché dei grandissimi studiosi come Voegelin o Strauss abbiano asfaltato quel povero idiota di Popper e, al contempo, insieme ai Mosca, ai Pareto e passando dagli Schmitt, abbiano altrettanto asfaltato la strada del neoliberismo e del processo di mondializzazione (a cui, per esempio, Strauss era assolutamente avverso).

      Già Dugin, che mi piace moltissimo, (ma anche Michéa dal fronte europeo) la questione del socialismo la tratta ben diversamente.

      La Storia racconta questo: la "rivoluzione conservatrice" ha spianato la strada alla distopica "società aperta" di Popper e Hayek. Volenti o nolenti.

      (Infatti criticavano tanto il liberalismo ma, alla fine, furono sempre sostenuti e finanziati dal "capitalismo liberale". Fascismo e nazismo compresi)

      Il keynesismo, invece, che le disuguaglianze tra classi le ha effettivamente temperate, è stato possibile proprio a causa dello spauracchio bolscevico.

      O no?

      Il ruolo di questa ideologia "conservatrice" oggi rimane ovviamente quella che ha avuto ieri: un gatekeeping un po' più colto rispetto all'analfabetismo intellettuale della tradizione liberale moderna.

      Come il cattolicesimo romano: sussidiarietà "morale" e "sociale" all'elitismo e al classismo.

      « tra i quali spiccano l'ateismo, l'economicismo, l'universalismo, il costruttivismo sociale »

      Ora: nessuna persona che abbia anche solamente approcciato un filologo che tratti il pensiero socialista riassumerebbe mai così i pilastri del pensiero marxiano (Marx è l'unico che ha prodotto un pensiero scientifico sul socialismo e, infatti, è il padre delle scienze sociali moderne). E non aggiungo altro. È un tipico frame liberale da guerra fredda. (Sì, di quelli usati in modo pop da Pop-per...)

      Almeno che non si ricorda che esiste una tradizione liberale del cattolicesimo che affonda le sue radici nella filosofia morale scolastica della Scuola di Salamanca, arrivando e passando da Sturzo. (Ed il motivo è ovvio, se si ha ben chiaro cosa è il liberalismo e cosa è il materialismo storico, visto che la chiesa romana ne è la più longeva testimonianza)

      Le contraddizione ad organizzare il pensiero politico sono quelle riassumbili in questo passaggio:

      « La nuova posizione delnociana si presenta come un tentativo di superare nello stesso la posizione rivoluzionaria e quella reazionaria. Se la sinistra cattolica, con il giudizio positivo sul marxismo come momento della modernità che può essere salvato, aveva rappresentato un rovesciamento della posizione reazionaria (la quale invece negava liberalismo e socialismo condannando in blocco il mondo moderno), la nuova posizione rappresenterebbe un tentativo di superamento, ossia un ritorno alla critica del marxismo, ma senza ricadere nella posizione reazionaria, dunque rivalutando il momento del liberalismo ». (T. Dell’Era, Del Noce filosofo della politica, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2000, pag. 244)

      Ora: queste contraddizioni sono patenti e, se non sono evidenti, potrebbe esserci un problema di cecità ideologica.

      Visto il momento che stiamo attraversando e la povertà del dibattito, certe "categorie" usate in modo assolutamente permeistico (o peggio, come sviluppate dai think tank made in CIA) possono produrre solo ulteriore confusione e falsa coscienza.

      Credo che confrontarsi a livello epistemologico sia dirimente (a parità di interessi materiali e coscienza morale).

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    8. p.s.

      Come ricordava Engels, e come sa qualsiasi antropologo, le "classi" non sono sempre esistite. Nella storia umana è sociologia relativamente moderna.
      Vabbè, ma occorrerebbe magari ricordare anche ai "monoteisti" che in Egitto, come è pacifico tra gli egittologi, la schiavitù non esisteva...

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    9. @ bazaar

      Io mi confronto volentieri con te e con tutti a una sola condizione: rispetto reciproco, buonafede e cortesia. Quindi, se ti rivolgi a me nel tono che hai usato nel tuo ultimo intervento dialogo volentieri, se invece prosegui sul tono del tuo penultimo te la suoni e te la canti da solo, o meglio ancora, ci incontriamo di persona per discuterne in luogo appartato.

      Ti replico in breve.

      1) L'esistenza in vita dell'URSS socialista fu un fatto politicamente positivo, perché controbilanciava la potenza statunitense, e costringeva il campo occidentale al "compromesso socialdemocratico", come anche al compromesso tra liberalismo e cristianesimo, altri due fatti politicamente e socialmente positivi. Buona la formulazione di Putin, "Chi vuole rifare l'URSS è un pazzo, chi non considera una tragedia la sua sparizione uno stupido" (cito a memoria).
      2) La valutazione di una realtà politica non coincide con il giudizio su una filosofia, anche se naturalmente tra realtà politica, filosofia e ideologia i rapporti ci sono eccome.
      3) Una critica un minimo seria del marxismo eccede i limiti di uno scambio come questo. Mi limito a dire che la mia obiezione di fondo al marxismo è la seguente: che il marxismo rifiuta non solo la religione, ma ogni ontologia e metafisica, e dunque anche il concetto di natura umana, comunque inteso; dunque, il marxismo è insieme un utopismo e un nichilismo (malgré soi). Una argomentazione del tema marxismo-nichilismo che condivido è questa, di C. Preve: “Nichilismo, individuo, universalismo reale” http://www.comunismoecomunita.org/?p=4044
      In generale, condivido la critica al marxismo elaborata da Preve. Ho avuto la fortuna e il piacere di discuterne a lungo con lui. Trovi riassunti i punti principali della sua critica in questa intervista a Preve, curata da me: https://www.scribd.com/document/24533533/Costanzo-Preve-interviewed-by-Robert-Dannin
      L’intervistatore è un antropologo americano amico mio. Insieme a lui cercammo di far pubblicare Preve negli Stati Uniti (presso le edizioni City Lights Bookstore, un’editrice storica della sinistra americana) per aggirare il silenziamento di cui era vittima in Italia e che lo costrinse a rivolgersi a case editrici di destra come “Settimo Sigillo”, il che naturalmente forniva alimento alle calunnie e al silenziamento della sinistra. Purtroppo non ci riuscimmo neanche negli USA, problemi identitari pure lì.

      1, segue

      Elimina
    10. 2, segue dal post precedente

      4) Dalla critica al marxismo di Preve la mia posizione si differenzia in questo: che a mio avviso, la natura umana NON è soltanto immanente. Qui l’argomentazione svolta da Voegelin, sinteticamente e da par suo: http://www.fritzwagner.com/ev/failure_of_immanentist_metaphysics_pt1.html http://www.fritzwagner.com/ev/failure_of_immanentist_metaphysics_pt2.html

      5) Non condivido il tuo giudizio – non espresso qui - sul liberalismo come matrice del fascismo (interpreto il fascismo come un tentativo, fallito, di risposta sia al liberalismo sia al comunismo). La “riscoperta del liberalismo” di Del Noce è da un canto politicamente obbligata dall’anticomunismo, dall’altro va intesa come tentativo di riprendere e approfondire la distinzione crociana tra liberalismo e liberismo, o liberalismo economico, il quale ultimo non piace né a Del Noce né a me. Non era un tentativo facile, e non ha dato grandi frutti. Mi sembra più fruttuoso il tentativo di Voegelin, che distingue tra filosofie aperte alla trascendenza e alla metafisica, e filosofie che le negano; tra le quali ultime va certo annoverata l’odierna edizione del liberalismo, la liberal-democrazia progressista (più sopra ne ho abbozzato lo schema di funzionamento) che anzi è la più compiuta ed efficace negazione della trascendenza che mai sia apparsa sulla faccia della Terra.
      6) Per concludere, ti invito a distinguere i piani del giudizio filosofico e del giudizio politico, imparentati ma non coincidenti. Il conflitto tra ideologie politiche con radici metafisiche incompatibili è necessario, e detto per inciso, lo descrive bene Dugin (che apprezzo anch’io) nel suo “Radici metafisiche delle ideologie politiche”, http://www.4pt.su/it/content/le-radici-metafisiche-delle-ideologie-politiche . E’ invece controproducente far coincidere l’analisi politica, che va condotta sulla situazione effettuale in ragione dei mezzi disponibili per l’azione, con l’analisi filosofica.

      fine

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    11. « il marxismo rifiuta non solo la religione, ma ogni ontologia e metafisica, e dunque anche il concetto di natura umana, comunque inteso; dunque, il marxismo è insieme un utopismo e un nichilismo »

      Questo è falso. E sono le basi (in senso epistemologico... ok?)

      Tra l'altro credo significhi pure aver capito poco Hegel, ma passiamo oltre: te lo dico meglio: a me della tua posizione ideologica (perché di ideologia si tratta) non me ne può fregar di meno. O meglio, la trovo al contrario dialetticamente interessante. Lo scrivente di ideologie non ne ha: non sono né comunista né fascista né ateo né religioso (sono un democratico perché appartengo alla classe proletaria e, come scrive Marx nel Capitale, credo che « il cristianesimo sia l'unica religione [eticamente] utile »). Capisco piuttosto bene la dottrina marxiana e, capendola, sono cosciente del motivo per cui il marxismo stesso è diventato sempre più "falsa coscienza". Perché per me queste sono le "ideologie".

      Le critiche su chi difende il progressismo sociale (perché questo è il "progressismo" in politologia, ossia la "categoria" politica: ok? tutto il resto è tendenzialmente permeismo o propaganda atlantica) hanno senso se vengono da chi lotta (o dovrebbe lottare) per l'emancipazione dei ceti subalterni.

      Quindi se TU - che abbracci determinate correnti di pensiero ed interessi materiali - fai una critica all'elitismo e al liberalismo (come nel caso della UE) ha un senso e sei un "interlocutore" in senso dialettico e sinergico.

      Se invece ti metti a portar delle critiche al campo "progressista" senza una coscienza della sua dottrina principale, il problema si pone.

      Ora: ci sono persone che non hanno proprio la testa per un certo tipo di confronto (LEBBASI...). Per te, che mi sei sempre sembrato colto oltre che erudito, la questione è di carattere epistemologico. QUINDI, se sai di cosa parlo, anche di coscienza morale.

      Siamo in quattro gatti e ne ho pieni i coglioni di persone in gamba ed intelligenti che inquinano i pozzi. Chiaro?

      Vorrei sgomberare il campo da equivoci.

      Escatologie mediate da terzi (dove i "media" possono essere parrocchie o quotidiani di partito) hanno il problema del riscontro empirico-filologico-storico. Per questo ti ho provocato sulla questione della schiavitù in Egitto.

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    12. Il materialismo storico non è altro che applicare una critica alle categorie borghesi che portano all'empirismo "cieco" di Hume, al positivismo, al determinismo economicista (!!!) rimettendo sotto una prospettiva pratico-materiale l'idealismo. Ovvero, stando col Luporini, con un approccio « fenomenologico » alle scienze sociali. In breve: la sociologia conflittualista descrive la Storia politica come conflitto tra classi. Questa è un'ovvietà che è ripresa dai liberali stessi, almeno fintanto che non si sono saldati alla vecchia classe egemone (e si sono "convertiti" al funzionalismo sociologico come da tradizione del cattolicesimo romano). Tutto il resto è moralismo volto non a "descrivere" - quindi tanto meno a "significare" - ma a produrre "spin politico" in funzione (altrettanto ma di segno inverso) "costruttivista": cioè: "se fa tutto schifo è perché è colpa vostra, fate come io (rentier) vi dico affinché la realtà diventi "naturale" e "funzionale", pacifica e senza conflitti".

      Questo è il neoliberismo: non descrive la realtà: dice come dovrebbe essere. Questo è il senso del moralismo e della relativa manipolazione del senso di colpa. Perché questo è sempre stato e sempre sarà l'elitismo, ossia il rifiuto PER MOTIVI MATERIALI del fatto che la fenomenologia dello Spirito si estrinesca nell'esperienza materiale e nelle fondamenta materiali.

      Le categorie "immanenza" e "trascendenza" rimangono e diventano pregne di ben altro significato.

      La dottrina marxiana è la sintesi di metodo scientifico e filosofia idealista (che "significa", "dà un senso" al becero materialismo senza senso del positivismo).

      L'obiettivo è la liberazione dell'uomo da questa struttura IMPERSONALE che è il capitalismo con la sua organizzazione classista, oppressiva e parassitaria: l'obiettivo è quindi l'autocoscienza tramite il superamento dell'alienazione spirituale dovuta allo sfruttamento materiale.

      Ciò che conta, quindi, per trasformare la realtà sociale, è l'acquisizione di coscienza. Il resto lo ha detto Hegel.

      Ognuno tenga pulito il proprio praticello: che Preve come TUTTI i FILOSOFI marxisti abbia dei limiti evidenti (la dottrina marxiana descrive come "primum agens" della Storia politica la "struttura sociale", e la struttura sociale è descritta dalla scienza economica: TUTTI i FILOSOFI marxisti non studiano la scienza economica... a differenza di Marx ed Engels) è una critica che, ad esempio, è corretto venga fatta da chi è progressista. Così come i limiti dell'URSS o di qualsiasi battaglia per l'elevazione dello spirito che comporta l'emancipazione dai vincoli materiali. Vincoli che lo opprimono in una esistenza bestiale.

      Quando passo dalle tue parti ti avviso. Vedi te se preferisci un incontro su un ring o a cena con Pier Paolo.

      Saluti.

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    13. @ bazaar

      Ti ringrazio del tono civile della tua replica, dalla quale però si evince un problemino che non si risolve né sul ring né a cena.
      Il problemino è che risulta piuttosto difficile dialogare con chi ti dice che:
      a) lui di ideologie (nel senso deteriore) non ne ha e descrive la realtà, tutti gli altri che non accettano "le basi" epistemologiche che lui pone come uniche vere non solo fanno ideologia (nel senso deteriore) ma lavorano per l’oppressione dell’umanità
      b) chi "non ha le basi" e non può addurre deficit mentali a scusante della sua incapacità di acquisirle è moralmente malvagio
      c) le critiche al progressismo, inteso unicamente come dice lui, o sui limiti dell’URSS, etc., hanno senso e sono accettabili solo se vengono da chi lotta, esclusivamente nel modo che dice lui, per l’emancipazione dei ceti subalterni. Tutti gli altri “inquinano i pozzi”.
      Da questa premessa metodologica derivano due conseguenze, a seconda della situazione effettuale:
      1) Se tu ne hai i mezzi, metti come minimo a tacere me e chiunque non condivida le tue “basi”; in effetti, se è vero quanto sostieni, egli è un nemico del genere umano, e quindi si merita anche di peggio, per esempio un bel campo di lavoro in condizioni climatiche estreme o un colpo alla nuca in cantina.
      2) Se non hai i mezzi per mettere a tacere chi non condivide le tue “basi”, dialoghi solo con chi le condivide, e siccome chi le condivide è una percentuale minima dei quattro gatti da te citati, formi una setta di Perfetti Spirituali, i “Testimoni delle Basi”, che hanno scoperto il segreto dell’uomo, dell’universo e della storia e sono stati incaricati dallo Spirito della missione di liberare il genere umano. I Testimoni delle Basi canteranno e suoneranno tra di loro le lodi eterne delle Basi, rigettando in purgatorio gli Psichici (chi non ha le basi ma ha la modestia e il buon gusto di limitarsi a criticare elitismo e liberalismo) e all’inferno i Carnali (chi non ha le basi e s’azzarda a criticarle), così combinando nel vasto mondo multiforme un bello zero; e per fortuna, perché se i Testimoni delle Basi combinassero qualcosa o addirittura prendessero il potere si passerebbe alla temibile situazione 1).

      1, segue

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    14. 2, segue dal post precedente

      Le questioni di cui stiamo parlando sono molto difficili e serie. Non mi sembra questo il modo più produttivo di affrontarle. Capisco che tu sia profondamente persuaso di essere nel vero, ma ti viene mai il dubbio che forse non è proprio così? Che nell’uomo e nella storia c’è più mistero di quel che Hegel e Marx hanno svelato? Che non necessariamente chi non è hegeliano o marxista è un agente del neocapitalismo e lavora per l’oppressione dell’umanità? Che le strutture economiche forse non spiegano e non motivano tutto, nella storia? Che nella religione cristiana ci potrebbe essere altro di serio e di vero, oltre alla sua “utilità etica” vidimata da Marx, bontà sua, nel Capitale? Che le tue “basi” somigliano a un letto di Procuste dove stendi l’uomo, e quando il letto è troppo corto ne tagli un pezzo, quando il letto è troppo lungo gli sloghi le giunture e lo allunghi per farcelo stare a pennello? Pare di no.
      Perché vedi, qui il problema, per quanto riguarda la possibilità di un dialogo, non è che cosa pensi, è COME lo pensi. Sul contenuto del marxismo e del materialismo storico, il contenuto della filosofia di Hegel, la storia, l’Unione Europea, il mondo di Qua e di Là, io sono ben lieto di dialogare con te e con tutti, nei limiti delle mie capacità (non sono un filosofo, uno scienziato della politica, un economista, sono solo un dilettante di buone benché un po’ antiquate letture). E posso naturalmente fraintendere, sbagliarmi, ignorare, essere sviato dai pregiudizi: ne ho, come tutti. Trovo arduo dialogare con chi mi intima “o con me nella Verità e nel Bene o contro di me nella Falsità e nel Male” e non mi dà almeno qualche prova indiziaria di essere il Messia.
      La cosa buffa, e triste in verità, è che proprio perché “siamo quattro gatti”, mentre i problemi politici, sociali, ideali che l’odierna situazione ci imporrebbe di affrontare sono quarantamila tigri, sarebbe necessario che il dialogo fosse il più largo e il più aperto possibile. Non dico il dialogo fra te e me, che se c’è bene, se non c’è pace: non saremo noi due a trovare la soluzione finale al problema vita & storia. Dico il dialogo fra tutti coloro che designano un nemico politico comune. “La base” per il dialogo, come la intendo io, è questa. Solo che, vedi: il dialogo è possibile solo se ciascuno è disposto a mettere in discussione, o perlomeno a non imporre come premessa metodologica, le sue “basi”: stavolta nel senso in cui le intendi tu. E la formazione di alleanze culturali e politiche, delle quali ci sarebbe bisogno come dell’aria e del pane, è possibile solo se si cerca l’et-et, non l’aut-aut. Va be’, andrà come deve andare.

      fine

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    15. MOLTO INTERESSANTE: un battibecco fra un comunista ed un cattolico in cui il bigotto è il comunista.
      In realtà la cosa non mi stupisce più di tanto, in particolare conoscendo la setta del LBC, il berluscones dalla cravatta più ampia d'Italia ed Etiopia.
      Roberto, citerò il più grande poeta pagano di tutti i tempi: "non ti curar di loro, ma passa e va".

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    16. Matteo, ho letto le tue preziose puttanate.

      Roberto ha almeno qualcosa da dire, una cultura: tu hai un mononeurone grippato.

      Roberto tra "moderazione tra opposti estremismi", concezione sui generis dell'epistemologia, tacciamento di stalinismo falqui, moralistica "malvagità", relativismo assiologico e monopolio del "c'è qualcosa in più oltre alla realtà empirica dell'Uomo", rimane un rispettabile "liberale" delnociano da popperiana guerra fredda.

      Ti lascio a caccia di comunisti insiema ai ghostbusters e a farti delle gran pippe alla memoria di quelle bigotte che non te l'hanno mai data. E un motivo ci sarà stato.

      Salutami gli amici del bar dello sport.

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    17. Matteo, ho letto le tue preziose idiozie.

      Roberto ha almeno qualcosa da dire, una cultura: tu hai un mononeurone grippato.

      Roberto tra "moderazione tra opposti estremismi", concezione sui generis dell'epistemologia, tacciamento di stalinismo falqui, moralistica "malvagità", relativismo assiologico e monopolio del "c'è qualcosa in più oltre alla realtà empirica dell'Uomo", rimane un rispettabile "liberale" delnociano da popperiana guerra fredda.

      Ti lascio a caccia di comunisti insiema ai ghostbusters e a farti delle gran pippe alla memoria di quelle bigotte che non te l'hanno mai data. E un motivo ci sarà stato.

      Salutami gli amici del bar dello sport.

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    18. Ussignur...il "mio amico" Bazaar...

      Sapeste che sollevazione interessarsi di antropologia..., ci si evita tutti sti mal di pancia.
      L'ho spiegato in estrema sintesi nel mio ultimo post:La sinistra produce un paradosso estremo; che è quello di basare tutto il proprio pensiero partendo dal paradigma secondo il quale tutti gli esseri umani sono "sostanzialmente" uguali (quel "sostanzialmente" resta ancora cosa misteriosa), CHE E' UN PARADIGMA NATURALE!!! (e dato che l'altro mantra della sinistra è CULTURA CULTURA CULTURA!!!...)

      Se non la capite va bene lo stesso.
      Ma se volete metterla sul materialismo storico restate comunque in una traiettoria d'impatto sicuro (in cui avrete sempre la peggio).

      (...io, il lavoro dei filosofi lo lascerei fare ai medesimi, purtroppo, attualmente, va di moda la retorica senza fondo di verità, quindi, tocca a un illetterato come me, rimettere le cose al loro posto...--- e questa è una sconfitta di molti intellettuali...)

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  22. http://m.espresso.repubblica.it/plus/articoli/2016/12/22/news/voglio-un-selfie-con-stalin-1.291924

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  23. @ Marco Zorzi

    Scusi se mi intrometto. Il riferimento "ai trotzkysti" non è sballato come lei pensa, e come effettivamente può sembrare a prima vista. Certo, se uno pensa ai simpatici Testimoni di Geova della IV Internazionale, per esempio a Lotta Comunista, si mette a ridere. Si ride meno se constata che l'ideologia e spesso la storia personale dei neoconservatori americani, quelli che dopo la caduta dell'URSS si sono installati solidamente in posizioni dirigenziali nell'amministrazione USA, viene proprio dal trotzkysmo (diverse personalità di rilievo del neoconservatorismo sono ex trotzysti). Il punto di contatto tra l'ideologia neocon e il trotzkysmo è anzitutto il mondialismo, e la sua affermazione per mezzo di due strumenti: una piccola setta ideologizzata professionale e un grande paese imperiale che fa da base di potenza per l'espansione del progetto ideologico in tutto il mondo. Alla parola d'ordine della "rivoluzione comunista mondiale" della IV Internazionale, i neoconservatori, che vengono quasi sempre dalla sinistra americana, sostituiscono la "rivoluzione democratica mondiale" da implementarsi attraverso l'imperialismo USA; insomma, come Trotzky voleva utilizzare l'URSS per affermare il comunismo nel mondo, i neocon vogliono utilizzare gli USA per affermare nel mondo la democrazia. Non è l'unica fonte dell'ideologia neocon, ma è una fonte importante e reale. C'è anche Leo Strauss, ma qui il discorso è lungo e un fuori tema "trotzkysmo e comunismo".

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  24. E' fuori tema con il post questa polemica sul comunismo e su Trotsky ritornando invece al tema del post i media oltre a racconti "edificanti" fa terrorismo nucleare:roba da far morire d' invidia quei"simpatici burloni"(sarcasmo)dell' isis .L' ho sentita questa mattina alle 7.e30 in macchina mentre tornavo dal lavoro:la tramissione su radio 1 rai ha già un titolo che fa capire tutto "Caffè Europa".Il servizio di Anna Notariello parte con la notizia che il Regno Unito non potrà curare i malati ci cancro per l' uscita dall ' Unione e quindi dall' Euratom.Terrorismo puro,smentito in parte poi durante il servizio dall' intervista ad un collaboratore della Stampa Emmanuele Bonini ;comunque un chiaro sintomo che i media non ci stanno e l'ultima affermazione della "giornalista" sulle 100 tonnellate di plutonio stoccate nell' Irlanda del nord"utili per costruire 20.ooo bombe atomiche è il piatto forte del "servizietto".L' audio è dal minuto 9.30 al minuto 13.30.Un ulteriore chicca è che l' Ue ha proposto ,in caso di controversie l' arbitrato della Corte di giustizia Europea:i britannici hanno rifiutato,cissà perchè???http://www.radio1.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-c8da0a82-ab22-4377-9100-8139023b819a.html

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