domenica 24 agosto 2025
L'ARMATA SBRANALEONE
giovedì 14 agosto 2025
Una lettera inedita ma non troppo e i boomerang che ritornano
"Tosatti accenna a una incapacità [di Benedetto XVI, ndr] di gestire il rapporto con i media. A mia opinione, pur riconoscendo questo evidente vulnus comportamentale, c’è anche di più dietro. C’è la mancata volontà di fare il bene delle anime. Chi vuole, chi anela, al bene delle anime, non si comporta così. Semplice."
Lo stesso Marco Tosatti ha parlato di "estremo pasticcio" compiuto da Joseph Ratzinger con le dimissioni, accusandolo di non essere stato chiaro a riguardo negli anni seguenti.
A proposito di Tosatti. Mi sono tornate in mente le interviste che gli feci negli anni 2019-2020 sull'Orizzonte degli Eventi e sono andata a riascoltarmele. Ne ha già parlato nei suoi podcast Andrea Cionci (1, 2, 3) ma mi piace qui ricordare ciò che il celebre vaticanista affermò in quelle interviste.
Per esempio Tosatti era allora convinto che le dimissioni di Ratzinger rappresentassero un mistero nel quale non si potevano escludere elementi preternaturali di tipo escatologico, in linea con l'interpretazione del filosofo Giorgio Agamben pubblicata già nel 2013. Nel 2019 Tosatti lodava la lucidità e limpidezza di pensiero di Joseph Ratzinger e, alla mia dichiarazione di volerlo chiamare ancora Papa Benedetto, rispondeva "E' ancora papa! E' ancora papa!" Addirittura accennava alle preoccupazioni di mons. Gaenswein dopo il viaggio a Cuba del 2012, quando il segretario di Benedetto XVI gli avrebbe confidato di aver allora temuto di "non riuscire a riportare Benedetto XVI vivo a Roma".
Ma soprattutto mi piacerebbe sapere proprio da Marco Tosatti come mai non è ancora stato scritto il libro con la verità sulle dimissioni di Papa Benedetto XVI che un suo amico importante del mondo finanziario, che evidentemente sapeva, aveva promesso di dettargli dopo la morte di Ratzinger. Aggiungendo che l'altra metà delle rivelazioni l'avrebbe fornita mons. Viganò. Di questo libro, che evidentemente aveva bisogno di attendere anche la morte di Bergoglio, essendo trascorsi tre anni da quella di Ratzinger, Tosatti parla in entrambe le interviste del 2019. Che fine ha fatto?
Il sospetto crescente che Viganò possa essere il convitato di pietra dell'Operazione Bux lo conferma forse inconsapevolmente proprio Tosatti, pubblicando oggi su Stilum Curiae il commento del monsignore alla vicenda della lettera inedita ma non troppo pubblicata dalla Bussola. Peccato che non sia affatto un pezzo inedito ma null'altro che il famoso articolo del novembre 2024 che avevo commentato allora nel mio post sull'ipercubo viganiano e che conteneva tutto il peggio dell'antiratzingerismo dell' "americano" sull'abominio assoluto del papato scomposto.
Riassumendo. Il carteggio Bux-Ratzinger era il segreto di Pulcinella e la lettera pubblicata non dimostra nulla di ciò che viene millantato. La verità sulle dimissioni di Benedetto XVI la conoscono mons. Bux, mons. Viganò, mons. Gaenswein, i finanzieri vaticani, oltre ai vaticanisti, ai cardinali, ai dipendenti e a chiunque viva o abbia vissuto all'interno delle mura leonine. Una verità che nel 2015 poteva essere tranquillamente rivelata anche ai semplici visitatori della santa sede, come racconterò in un post a parte.Mi si perdonerà il paragone storico forse azzardato ma non sarà che un certo mondo tradizionalista cattolico che si intravede sempre più nitidamente dietro all'Operazione Bux ha avuto la sua "Baia dei Porci", ricordando l'esito della fallimentare incursione americana del 1961 a Cuba, fallita a causa proprio della mancanza del pieno appoggio presidenziale alla missione?
(Ogni riferimento all'isola caraibica riguardo a Papa Benedetto non è mai puramente casuale).
venerdì 8 agosto 2025
Il nocciolo della quaestio e la nube purpurea sul Vaticano
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lunedì 28 luglio 2025
Siamo già al principio di iperrealtà?
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Immagine generata da Grok |
Accolgo l'invito dell'amico Andrea Cionci ad approfondire il discorso sul rapporto tra principio di piacere e principio di realtà, che lui tratta in uno dei suoi ultimi podcast.
domenica 20 luglio 2025
I social nuocciono gravemente a sacerdoti e fedeli? Ulteriore risposta a padre Giorgio Maria Faré
Sono debitrice di una risposta a padre Giorgio Maria Faré perché nella sua live del 16 luglio intitolata "Don Minutella e A. Cionci: facciamo un po' di chiarezza...!" mi ha tirata in ballo trascinandomi nell'ennesima alluvionale campagna di denigrazione a mezzo video che dal 12 maggio scorso, un po' chiamandolo per nome e un po' appellandolo con il termine impersonale di "qualcuno", egli sta dedicando con frequenza e minutaggio impressionanti ad Andrea Cionci.
"[...] il Leone come simbolo cristico divenuto emblema delle predicazioni di padre Giorgio Maria Faré - il quale considera Prevost un antipapa per motivi procedurali canonici [...]
LE FONTI
"Don Minutella e A. Cionci: facciamo un po' di chiarezza...!" dal min. 1:10:23 al min. 1:13:33 e dal min. 1:45:24 al min. 1:47:17.
martedì 1 luglio 2025
HIC SUNT LEONES (UN PO' TROPPI)
"Una Babele abitata da para-gnostici, dove ognuno si sente ormai libero di esprimere la propria carica eretica e creatività scismatica [...] e la disobbedienza al Papa è il prerequisito per una gigantesca transizione di genere verso la gnosi, comprendente l'individuazione di un "demiurgo malvagio" che, nel caso dei tradizionalisti, è sempre il papa precedente."
domenica 22 giugno 2025
IN DUBIO PRO LEO
lunedì 9 giugno 2025
TRENTA GIORNI DA LEONE
21 giugno 2024 - Il card. Pietro Parolin inaugura la sede della CCEE a Roma. Al suo fianco il futuro Papa Leone XIV Robert Francis Prevost. |
Decisamente più interessante è la posizione di coloro che, venuti a conoscenza dell'illegittimità di Bergoglio e avendola denunciata attivamente, invece di optare per il dubbio ed invocare la necessaria trasparenza a riguardo, senza alcuna prova o certezza che potrebbe venire solo da un atto ufficiale della Santa Sede, propugnano la teoria dell'illegittimità, diciamo, ereditaria di Leone. Il dubbio è sempre lecito ma qui si cade in un curioso fenomeno. Dopo la morte fisica di Bergoglio, sembra che non si abbia il coraggio di lasciarlo andare per sempre verso il destino che Dio ha previsto per lui, con il rischio che possa sopravvivere come Eggregoro, come forma pensiero ancora in grado di far danni. Il migliore rimedio esorcistico in questo caso è richiedere a gran voce l'atto di trasparenza a chi di dovere su Leone XIV, per chiudere subito la questione e non trascinarla nuovamente per anni. Gli strumenti per riconoscere gli antipapi stavolta li abbiamo e non abbiamo paura di usarli.
Spenderei ora gli ultimi spiccioli di attenzione verso il mondo tradizionalista, questo blocco settario granitico-farisaico inamovibile dal 1958, per il quale chiunque si affacci dalla loggia delle benedizioni, papa o antipapa, fino a Robert Francis Prevost compreso, non può più essere considerato legittimo per il peccato originale del Concilio Vaticano II. La questione della legittimità canonica e del valido conclave non interessa loro minimamente e del resto essi stessi definiscono la situazione della Chiesa come "senza soluzione", nonostante invochino un papa della tradizione "che li confermi nella fede". Viene il dubbio che perfino Nostro Signore alla sua seconda venuta verrebbe appellato di modernista, eretico e postconciliare. Essi nel frattempo peccano di superbia accusando di eresia tutti i papi dagli anni '60 in poi. A che serve questa posizione? Quale alternativa può mai offrire oltre ad un provvidenziale stallo messicano in forma di assist a tutto ciò che di devastante è stato fatto alla Chiesa, inclusi i dodici anni di Bergoglianesimo, equiparando di fatto il dialogo tra le religioni al culto della Pachamama e l'adamantina teologia di Ratzinger ai meme di Luce, la mascottina dolce? Leggere le analisi di Radio Spada de Foco su Leone XIV è per l'ennesima volta sconfortante.
Quali sarebbero i meriti di Viganò tali da meritare il perdono? Egli ha detto peste e corna di Bergoglio, lo ha definito "non-papa e anti-papa" ma evitando accuratamente di spiegare perché e rifugiandosi anche nelle ultime affermazioni in quella ridicola invalidità per vizio di consenso che serve unicamente ad evitare di dare il dovuto credito al gesto apocalittico di Benedetto XVI, il quale è stato da lui ripetutamente definito eretico e modernista nonché autore del Papato Scomposto, vera e propria interpretazione teologico-teratologica del suo gesto cristico, divulgata senza problemi su siti e social compiacenti. Un conto è denunciare un antipapa, un altro è ergersi a giudici degli ultimi legittimi e perfino santi Vicari di Cristo ai quali si deve solo obbedienza.
Chi meriterebbe senza dubbio la piena riabilitazione e cancellazione della riduzione allo stato laicale sarebbe piuttosto don Fernando Maria Cornet, colpito dalla sanzione per aver scritto un libro documentatissimo sull'invalidità della rinuncia di Benedetto XVI e dell'elezione di Bergoglio, dove ha rivelato quella faccenda della sparizione del certificato di diaconato dell'ex arcivescovo di Buenos Aires che potrebbe suffragare ipotesi clamorose sulla evidente astensione forzata di Bergoglio dal celebrare la S. Messa.
Tornando a Viganò, la sua reazione all'elezione di Leone XIV è stata molto meditata ma non pare scostarsi dal giudizio riservato ai suoi predecessori. L'implacabile livella viganiana così si è espressa il 24 maggio scorso, riportata in un articolo di Aldo Maria Valli:
«La conferma di un eretico notorio alla cattedra di San Gallo in Svizzera; la nomina di una suora come segretario di Dicastero in linea con la nomina di una Prefetta da parte di Bergoglio; i ripetuti richiami ai documenti ereticali del predecessore e al Concilio Vaticano II; le dichiarazioni su ecumenismo e sinodalità e infine l’accettazione della frode climatica pongono Robert Francis Prevost in evidente e inquietante continuità con il predecessore, e non saranno certo la stola e la mozzetta a cambiare la realtà».
Come volevasi dimostrare. Perseverare autem diabolicum.
sabato 17 maggio 2025
A PADRE FARE', UNA FILIALE PEER REVIEW
"Dalla morte di Benedetto XVI, a nessun altro che non sia eletto da un valido conclave, con cardinali di nomina legittima (pre 2013), si può trasmettere il munus petrino.".
"Queste sono solo prime impressioni a caldo. Sono contento perché al 75% credo che la legittima successione petrina sia stata restaurata.Finché non arriva una prova inequivocabile del fatto che Leone XIV sia stato eletto dai veri cardinali non posso considerarlo al 100% un legittimo papa. Però credo che se è un legittimo papa gradualmente farà verità con la saggezza di un padre."
"Il mio è un cauto ottimismo sul fatto che Leone XIV possa essere un legittimo pontefice e che sia stato eletto dai 25 cardinali elettori di nomina pre2013 perché appunto ricordiamo che solamente l'elezione da parte dei veri cardinali lo renderebbe un vero papa con il munus Petrino, questa investitura di origine divina che è fondamentale per i cattolici..."
c) Nell'intervista a Stefano di Radio Radio, L'elezione del nuovo papa Leone XIV del 9 maggio, Cionci altresì afferma:
"...il punto è sempre quello: lui [Leone XIV] il Munus ce l'ha o non ce l'ha: è un vero papa o non è un vero papa e questo dato ve lo può fornire solo lui stesso divulgando i verbali della sua elezione e facendo sapere al mondo che lo hanno votato, come mi auguro, solamente i 25 cardinali aventi diritto. [...] C'è un dogma che si chiama dell'indefettibilità della Chiesa che dice che la successione petrina sarà perpetua ma questa successione avviene solo in un conclave regolare, non avviene in conclavi inciucio, in pastette in cose che vanno contro la legge perché se si va contro il diritto canonico si va contro il diritto divino."