Pagine

domenica 26 aprile 2015

Sovranità l'è morta. Dal salto quantico della sinistra al cavaliere simbolico. Parte II


Nella prima parte abbiamo visto come il PCI, che aspira, più di ogni altra cosa, più ancora che andare al governo, ad ottenere il potere, negli anni settanta accetta di rinunciare a Keynes e di rinascere come neoconservatore. 
Nel 1981 l'Italia è ancora un paese infestato dal terrorismo. Ronald Reagan sale alla Casa Bianca e dopo nemmeno tre mesi dall'inauguration si beccherà una pistolettata fraterna. Un'altro colpo di pistola (di risposta?) ferirà il Papa a maggio, e sempre a maggio salirà al potere Mitterrand. La Thatcher è primo ministro britannico dal 1979.
I Chicago Boys, compresi quelli in abito talare, lavorano alacremente per introdurre l'economia di mercato all'Est in procinto di essere "liberato", soprattutto nella Polonia del devoto (a Von Hayek) Lech Walesa.
Il PCI è impegnato con i laceranti diversivi dell'eurocomunismo e della questione moralistica (cosa non si fa per farsi accettare in società) e già allora pone in discussione certi aspetti limitanti - per il datore di lavoro - dello Statuto dei Lavoratori. Bettino Craxi viene eletto segretario del PSI e presto assume movenze dittatoriali all'interno del partito, che oggi non avremmo difficoltà a definire renziane, ma non ditelo ai piddini. 
Il cerchio comincia a stringersi attorno a Licio Gelli ed alla sua loggia civetta che era riuscita a reclutare mezza Italia che conta, compreso Silvio Berlusconi che pagò centomila lire per la celeberrima tessera n° 1816.
Ma soprattutto, per riannodare il filo del discorso, in luglio divorziano Carlo Azeglio Ciampi (Banca d'Italia) e Beniamino Andreatta (Tesoro), ovvero si pongono le basi per giustificare tutta la letteratura economica mainstream successiva che avrà da lamentarsi per un trentennio abbondante dell'immenso debito pubblico italiano. Debito pubblico di cui sarà incolpato, tra le altre cose, Bettino Craxi, a cui appartiene il decennio degli anni 80, la decade delle cicale, degli sperperi e della bella vita. Insomma della rinuncia dell'Italia alla durezza del vivere ed all'austerità per diventare il quinto paese più industrializzato del mondo. Ovviamente vivendo al di sopra delle proprie possibilità. Come se si potesse governare l'economia di un paese con la sovranità monetaria limitata. 

da Goofynomics
Mi accuseranno adesso di voler riabilitare Bettino, però vorrei poter trovare un dirigente del PCI-PDS-DS-PD affermare nel 1997, quindi cinque anni prima dell'euro, che "i parametri di Maastricht vanno rinegoziati" perché se no l'Europa sarà un inferno. Altro che nuovo ordine mondiale. Se lo trovate segnalatemelo, per favore.
Nonostante tutto, sotto Craxi l'Italia sorpassa la Gran Bretagna per ben due volte, nel 1987 e nel 1991, quando diventa addirittura la quarta potenza industriale del mondo. Era decisamente troppo. 
Un anno dopo, nel 1992 scoppia Tangentopoli. Vorrei fare un elenco dei nemici che Craxi si era fatto nel frattempo ma temo che il post diverrebbe troppo lungo. Ricordiamo anche che l'Italia è dal 1943 un paese a sovranità limitata e ogniqualvolta un suo proconsole cerca di fare a modo suo viene eliminato. O fisicamente, come Mattei e Moro, o politicamente, come Craxi e Berlusconi. 

Pensare che l'ouverture di Tangentopoli, la grande sinfonia della corruzione, era iniziata con i quattro colpi bussati alla porta del PCI per il miliardo passatogli da Raul Gardini tra il 1989 e il 1990. Alla fine, dopo innumerevoli inchieste che toccheranno i più alti papaveri del partito, l'unico colpevole rimarrà Primo Greganti e il suo "Gabbietta", insomma il solito compagno che sbaglia. I tempi della giustizia, che si erano incredibilmente ristretti per processare Craxi e condannare il pentapartito, tornarono a dilatarsi fino a giungere alla prescrizione dei reati che riguardavano il filone dei finanziamenti al partito comunista e sue mutazioni successive. Tutti i partiti di un sistema corrotto alle fondamenta e, secondo tutti gli analisti, dal malaffare generalizzato - come succede anche al di fuori dell'Italia - furono spazzati via tranne uno. Non è curioso?

Ciò che venne dopo aiuta a capire cosa può essere accaduto a quelle forze politiche che furono traghettate praticamente incolumi da Caronte nella Seconda Repubblica.
Per la penetrazione definitiva del dogma monetarista in Europa - e per la realizzazione del nuovo ordine mondiale americano (ovvero elitario) annunciato da G. Bush, occorreva smantellarne lo stato sociale e la potenza contrattuale sindacale e per far ciò risultò utile riunificare la Germania, in modo da utilizzarne il vizio mercantilista come piede di porco per scardinare le resistenze e sottomettere le economie dei paesi del Sud Europa attraverso il vincolismo monetario, presentato come primo passo verso gli Stati Uniti d'Europa. Questa denominazione, alla luce del TTIP, non assume un tono ancora più sinistro?
 L'Anschluss della Germania Est nel 1990, presupposto per lo scatenamento del mercantilismo tedesco nel continente europeo negli anni dell'euro, fu un'operazione di shock economy esemplare, come quelle realizzate negli altri paesi dell'Est ma fu anche e soprattutto una prova generale di ciò che sarebbe stato fatto ai paesi mediterranei qualora fosse sopraggiunto un provvidenziale e propiziatorio shock esogeno a mettere a nudo il carattere totalitario del vincolismo. Le cavie della DDR fornirono importanti suggerimenti su come, in seguito, trattare, ad esempio, la Grecia.
La Germania, come già successo in passato, potrebbe essere quindi stata usata come chiave per farsi aprire il portone dell'Europa.

Ora che l'inferno europeo è dispiegato, come aveva previsto Craxi e non D'Alema, rimane una sola operazione da compiere. Eliminare definitivamente la mediazione politica tra interesse privato e gestione pubblica dell'economia. 
La politica non è nuova o vecchia, è politica. La corruzione in ogni paese è funzionale alla penetrazione sempre più invasiva dell'interesse particolare di gruppi industriali e finanziari nella gestione dell'interesse collettivo per sostituirlo con il proprio. All'inizio, in presenza di un sistema democratico, è assolutamente necessario corromperne i politici per assicurarsi che promulgheranno leggi favorevoli o per lo meno non contrarie a questi interessi, anche in contrasto con l'interesse generale. Si chiama in gergo capture. In seguito è opportuno che gli stessi portatori di interessi particulari entrino in politica e gestiscano la sala comandi in prima persona, per legiferare ancor più nel proprio interesse. Alla fine, quando l'interesse privato di industria e finanza avrà completato la sua penetrazione nello Stato ed avrà creato una propria struttura di dominio, della politica non ci sarà più bisogno e cesserà anche di conseguenza e finalmente, per la gioia dei moralisti,  il fenomeno della corruzione.
C'è un problema, però. Il mercato, lungi dall'autoregolarsi, senza regole democratiche e controllo diventa un cancro che prolifera distruggendo il sistema. Senza regole democratiche vengono meno le stesse regole del mercato, come la libera concorrenza. La legge del mercato diviene la legge della giungla. Nascono i monopoli ed i cartelli. C'è quindi la gradevole consapevolezza che un giorno vi sarà l'inevitabile scannamento reciproco ed all'ultimo sangue, come usa tra dominanti, dei membri dell'élite, perché l'uno non può essere formato da più di uno ma, come dice Keynes, probabilmente per quel lungo periodo saremo tutti morti e non avremo il piacere di assistervi.
Saremo morti anche perché, dopo la politica, sarà la democrazia a morire. Sono due gemelli siamesi e se muore Eng, dopo un po' muore anche Chang.

Dal punto di vista della capture, dopo Tangentopoli si posero le basi per la successiva privatizzazione - non di aziende decotte inutili e carrozzoni statali, come avrebbe sostenuto la leggenda dei moralisti, ma quella ben più sostanziosa e remunerativa dei grandi asset ancora in grado di competere alla pari ed in concorrenza con i paesi dominanti alla quale stiamo assistendo ora. Quell'operazione di saccheggio già vista in Argentina e nella DDR.

Nella fase di transizione tra gestione politica dell'economia e gestione in prima persona, da consiglio di amministrazione, da parte dell'élite di interi paesi, la figura del leader perde progressivamente i caratteri di autonomia e capacità per diventare un mero simbolo, una figura attentamente costruita a tavolino, che dovrà solo eseguire gli ordini. La quintessenza del governante fantoccio.
La transizione di Tangentopoli è anche in questo senso. Dal politico, che magari ruba ma è un fior di politico, si passa al politico che magari non ruba ma è totalmente incapace di governare. Ed anche se vi si provasse non gli sarebbe permesso se non con minimi gradi di libertà.

Silvio Berlusconi è il candidato ideale, nei primi anni novanta, ad essere il primo premier simbolico d'Italia. La sua discesa in campo è un'operazione pubblicitaria in grande stile e non si capirà mai il suo successo se non si tiene presente il lavoro degli spin doctors in politica. Il suo personaggio è ideale. Simpatico (al contrario di Craxi), seduttore, malandrino, ricco ma parvenu, il personaggio di Alberto Sordi che parla milanese e quindi non ti accorgi che è il solito magliaro. Un self-made man del tipo particolare di self-made man italiano che non può essersi fatto da solo, quindi qualcuno l'ha aiutato ed è sicuramente qualcuno di innominabile. In questo c'è del vero ma è perfetto perché il simbolo, per essere intercambiabile al momento giusto, dovrà essere ricattabile.
C'era un altro personaggio allora che avrebbe potuto competere come leader simbolico, più o meno con le stesse caratteristiche di appeal ed era Raul Gardini ma purtroppo si suicida in piena Tangentopoli senza lasciare impronte sulla pistola e tracce sulle mani. Ma questa è una storia forse ancora tutta da scrivere.

Una volta che Berlusconi riempie il vuoto lasciato dalla "vecchia politica" e gli italiani si gettano nelle sue braccia senza remore, dando ragione a Mussolini sul carattere femmineo e passivo della folla, inizia la più colossale pantomima del dopoguerra, basata su una pura illusione, un prestigio in grande stile. Ovvero la lotta di Berlusconi per impedire che i comunisti giungano al governo. Nello stesso tempo i comunisti intraprendono la lotta contro Berlusconi, il mafioso e padrone responsabile di tutti i lutti addotti ai lavoratori, per impedire che i fascisti ritornino al governo.
Questo accade negli anni novanta, ricordiamolo, in completa assenza di comunismo e fascismo per intervenuta dipartita dei suddetti. Il capolavoro di questa vera e propria operazione psicologica di propaganda fu di mantenere il popolo italiano, già addestrato alle dinamiche di contrapposizione alla Don Camillo vs. Peppone, nell'illusione di un bipolarismo che non c'era. Nascondendo la vera partita che era quella tra la democrazia e i suoi nemici.
Qualcuno ancora si meraviglia degli aiuti di D'Alema a Berlusconi, della mancanza della legge sul conflitto di interessi, delle leggi vergogna votate dai "comunisti", dell'alternanza, all'insegna della perfetta e sostanziale continuità, negli scopi perseguiti, tra centrodestra e centrosinistra?

Ed eccoci al 2011 ed alla svolta decisiva. Il download della dittatura finanziaria è quasi completato, la democrazia è agli sgoccioli. Berlusconi, leader simbolico, ha provato ad allargarsi un po' troppo, si è fatto amici che non piacciono agli amici, si è impicciato di gas e petrolio e chi tocca queste cose muore. La guerra che gli fanno i giudici da decenni lo ha solo scalfito. La sua fortuna è che è talmente ricco da poter sostenere economicamente anni e anni di processi, e c'è pur qualche Penelope nella giustizia che di notte disfa la tela. La crisi però ha accelerato i tempi e occorre procedere.
Al governo dell'Italia, ovviamente senza alcuna opposizione da parte della sinistra, subentreranno direttamente organismi sovranazionali e non eletti dal popolo. Il provvidenziale scandalo delle ragazzine minorenni che vanno per i 35, riesce a scalfire la tradizionale tolleranza degli italiani per le questioni di letto dei politicanti e, dopo un'estate intera di bombardamento mediatico, finalmente gli italiani accolgono con sollievo la cacciata dell'ultimo leader, nel bene e nel male, eletto democraticamente da loro. Più per sopravvenuta rottura definitiva di coglioni, che per altro.

A lui seguiranno altri tre leader simbolici e perfettamente intercambiabili, secondo il principio che l'intercambiabilità dei premier dovrà assomigliare a quella degli allenatori di calcio. E infine secondo il principio ancora più fondamentale che ciò che conta è la struttura, non chi la governa al vertice, che è sempre sostituibile in ventiquattr'ore.
Il simbolismo di questi leader-allenatori da cacciare appena cominceranno a prendere troppe palle in porta sarà sempre più annacquato e di facciata, fino al nulla ripieno di elio di Matteo Renzi, al quale si contrapporranno, per mantenere una parvenza di bipolarismo, altri leader o pseudo leader altrettanto simbolici: il gatekeeper, il dissidente interno, il minorato della minoranza, l'apprendista stregone, la fata cattiva, il joker, il figliol prodigo, ecc.
Ormai che chi doveva governare è saldamente in plancia, i politici possono lentamente dissolversi, diventare ectoplasmi, andare ad aggirarsi in Italia come il vecchio Berlusconi. Fantasma di un potere che anche lui si illuse di avere. Tanto gli italiani non reagiscono, non partecipano, hanno rinunciato a votare. Secondo voi abbiamo speranze?

27 commenti:

  1. Se si creasse in fretta una resistenza in Germania e, soprattutto, in USA, guidata da intellettuali con le palle, ci si salterebbe fuori, certo: sarebbe una lotta contro il tempo sicuramente, dato "l'ultimatum demografico ed ecologico".

    Però, non ci accostare il Banana e Cinghialone a Mattei e Moro... :-)

    Dopo che Bottino ha firmato tutto il firmabile da bravo euro-elitista, ed essere uno dei principali responsabili politici ad averci messo in 'sta merda... bè... troppo comodo elargire perle di saggezza dalle spiagge nordafricane. Anzi, dimostra proprio che ha sempre saputo - nei suoi limiti cerebrali - cosa stava firmando.

    Tangentopoli è stato un golpe finanziario che ha sostituito una classe di vili traditori (anche se per necessità storica) con veri e propri microcefali vassalli.

    Il Banana pare sia stata una carta giocata da una parte di interessi nazionali che non voleva finire completamente schiacciata dalla "mafia delle coop"... come non capirli, ora!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una resistenza in Germania? Come l'altra volta? Pochi, inefficaci e senza appoggio esterno?
      Ecco, sugli USA ci credo già di più, se non altro hanno avuto un Jefferson e gente che amava l'odore della ghigliottina al mattino presto. E Marx scrisse, mi pare, che la Rivoluzione sarebbe partita dall'America.

      Eh, ma il cinghialone è stato fatto fuori come gli altri. Sai, non gli sarò mai grata abbastanza per aver mandato affanculo Reagan tramite Michael Ledeen. Le palle, se uno non ce l'ha non se le può dare. Ce lo vedi Renzi?
      E poi, sbaglio o il divorzio fu firmato durante il governo di Spadolini con ministro Andreatta? Mo' che sia tutta tutta colpa di Craxi...

      I vili traditori si sono salvati e sono ancora lì che parlano. Altro che sostituiti. ;-)

      Sul Banana concordo.

      Elimina
    2. Craxi tra l'83 e l'87 fu uno di coloro che propose di continuare lo SME (da "lungo macchiato caldo" a "ristretto"), fu colui che propose la "lira pesante" e che sosteneva le riforme neoliberali contra costitutionem: certo, fai notare giustamente che era un gigante rispetto ai lilliput post-mani pulite. Poi certo, fu fatto fuori, comegli altri del CAF... non servivano più. Ma non sicuramente perché si son messi di traverso come Mattei e, in senso lato, anche Moro.

      Ho parlato di resistenza in Germania e USA, in ordine, sicuramente per "non dare risposte depressive", ma comunque conformemente a quella che è la prospettiva del conflitto in senso marx-weberiano. Insomma, in funzione dei rapporti di forza nella "race struggle".

      È evidente che se accetti questa visione sociologica, e si antepone la "class struggle" alla "race struggle", solo se prendono forza le classi subalterne "al centro dell'impero" (e, di conseguenza, nel suo maggiore kapò, la Germania) si alleviano le tensioni internazionali.

      Salvo "cigni neri", l'alternativa rimane la sconfitta con il blocco orientale. Per quanto ami slavi e orientali, si cadrebbe dalla padella alla brace.

      Comunque hai fatto bene a linkare il portale della Fondazione Cipriani: pensa che ho cominciato a interessarmi di politica dopo averci passato intere serate a spulciare informazioni....

      Ti avverto, dà dipendenza e si rischia di diventare marxisti ortodossi ;-)

      Elimina
    3. Bazaar, sai da quant'è che conosco l'Archivio Cipriani? Da quando ero marxista ortodossa. ;-)

      I tedeschi non andranno mai contro l'interesse della Germania, nemmeno se da questa scelta dipendesse la salvezza della Germania. Le classi subalterne da sole non hanno mai fatto le rivoluzioni, per le quali ci vuole un'elite illuminata che le guidi. Oppure ci raccontiamo che Lenin, Trockij e Stalin erano espressioni del popolo.
      Anche adesso ci vuole che una parte dell'elite capisca che senza un equilibrio tra profitto e interesse generale può esserci solo il caos. Temo che chi cerca solo la vendetta non sia adatto allo scopo.

      Elimina
    4. Sull'ortodossia bisognerebbe aprire un'indagine interna al partito, e ascoltare prima le testimonianze dei compagni sul territorio... :-)

      Quando si parla di "lotta di classe" o di "conflitto tra razze", che preferisco chiamare "inter-dinastico", non si parla di "vendetta", magari nel senso di andare a prendere a sprangate i "piccoli borghesi". Si parla e si contestualizza il "conflitto distributivo".

      Questa non vuole essere una lezzzioncina, come direbbe Alberto, che, guarda a caso, le uniche analisi in cui ha cileccato sono quelle riguardo il rapporto tra Germania e USA. (Sì, anche nel Tramonto dell'euro auspicava ad un intervento degli USA - debitori - per mettere "sulla retta via" la Germania - creditrice: non è ovviamente stato così, e non è semplice "deformazione professionale", è non aver ben stampato in mente il modello conflittualista).

      Lo dico solo per chiarire il contributo, che al di là di qualche asserzione buttata lì, ha una cornice concettuale ben precisa.

      Il conflitto tra classi e dinastie, è un dato di fatto; ed è la visione materialistica e pragmatica della sociologia tanto reazionaria (delle élite) quanto progressista di genesi marxiana, che, in realtà, non ha fatto altro che aprire "al pubblico" concetti ben noti da sempre tra le aristocrazie.

      Si potrebbe anche dire che Marx abbia preso, ad es., l'approccio machiavellano e l'abbia applicato in una logica storicistica, ribaltandone i contenuti reazionari in ottica progressiva.

      Attualmente la Germania è la "longa manus" degli USA in Europa (almeno che i russi le "prestino le bombe atomiche"), quindi è inutile focalizzarsi tanto sull'intransigenza del capitalismo tedesco, quanto "sull'antropologia alemanna" in generale. Non è l'antropologia che fa la Storia: la Storia è fatta dai rapporti di forza.

      Se si ha in modo ben chiaro che gli USA sono l'Impero, che la UE è un progetto NATO capeggiato dalla élite USA, la resistenza delle classi subalterne tedesche è, al limite, interessante solo nei rapporti di forza con l'est: sosterrebbero le élite naziste (ovvero la confindustria teutonica) per un'alleanza con "gli slavi".

      Ma i media tedschi, come notoriamnete tutti i media europei, sono sotto il diretto controllo degli anglosassoni: la stessa propaganda razzista teutonica verso i paesi del sud è parto di volontà NATO. Sono uscite inchieste sui giornalisti tedeschi a libro paga dei servizi english speaking, a riprova di ciò.

      Un articolo come questo non dovrebbe più stupire. Divide et impera.

      Se questa presa di coscienza dei lavoratori tedeschi non avviene, comunque, non è determinante: proprio perché sono gli USA che stanno "facendo la Storia da più di un secolo". Quindi le classi subalterne che dovrebbero prendere coscienza identitaria, sono i lavoratori americani.

      Ma questi, gravemente "sezionalizzati" dal favoloso mondo delle "società multietniche", si danno le managanellate a vicenda tra ispanici, negri e sangue blu della Mayflower.

      Quindi sì, arriviamo alle stesse conclusioni: se gli "intellettuali illuminati" sono, a diffenza dei lavoratori, "cosmopoliti", dovrebbero iniziare e depiddinizzare gli USA.

      Sia chiaro, io sono assertivo e promuovo questo approccio, ma rimane sempre e comunque un'analisi personale.

      Elimina
    5. Scusa, quando mi riferivo alla vendetta intendevo quella dell'élite. Per il resto, concordo che il bubbone è negli Stati Uniti. Anche se, gratta gratta, l'impero attuale è qualcosa che trascende anche il concetto di impero americano. L'aggettivo americano serve soprattutto agli americani per convincerli di contare qualcosa e di essere protagonisti ma il vero potere è sovranazionale, denazionalizzato e proteiforme. E' pura forza del male, dietro la quale c'è il nulla nel senso di nihil.

      Elimina
  2. Assolutamente marginale rispetto alla totalit dell'articolo, ma mi spieghi questa frase ?
    "Il provvidenziale scandalo delle ragazzine minorenni che vanno per i 35|"
    Altra cosa ,marginale anch'essa,
    Nella teoria dei giochi ;-) uno spettro è tuttaltro che un morto finito,innoffensivo,ma un pericolossissimo avversario che le normali armi non riescono ad uccidere (dai che il signore degli anelli lo conosci bene, i servitori dell'anello di Sauron). Quello di Marx ci ha dato il socialismo reale ed il welfare.
    Poi un articolo con dentro di tutto anche se nelle sue linee di fondo condivisibili rischia di risultare superficiale ,magari solo per il gusto narcisistico di mettere una frase ad effetto in più( conosco personalmente questo difetto dello scrittore).
    I vari presidenti (per es.degli Stati Uniti )avevano un loro potere od erano/sono simboli di facciata?
    Quando " sotto Craxi l'Italia sorpassa la Gran Bretagna " quanto c'entra per l'Italia essere sotto e Craxi sopra ?
    Mi piacerebbe sapare qualcosa su quali sono stati gli eredi di Moro e (della Resistenza ) rispetto alla svolta Liberista . Ma ad asclotare Caffè non c'era nessuno ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, dipende da che prospettiva si osservano gli eventi.
      Per esempio lo spettro di Marx potrebbe aver "causato" centodieci milioni di morti (la I° WW è ascrivibile all'antica visione imperialistica che scorre imperturbata dall'impero romano fino alla rivoluzione industriale con l'unica "anomalia" della rivoluzione francese. La riforma agraria di Mao negli anni 50 no.).

      Elimina
    2. La regola è che non svelo le citazioni cinematografiche. E se non conosci questa è grave. ;-)

      La teoria dei giochi? Quella che doveva permettere a Vatruffakis di sbaragliare la Troika? S'è visto.
      Il welfare non ce l'ha assolutamente dato Marx, perché deriva dalla democrazia che è di uno stampo precedente.

      Sui presidenti americani la risposta dovresti già saperla. Basta che confronti un Nixon con un Bush (figlio).

      Elimina
    3. Anonimo10:17

      "Quello di Marx ci ha dato il socialismo reale ed il welfare"

      Sbagliato. Tutti e due ce li hanno dati quelli come Bismarck e Mussolini. 2 noti marxisti... E' un dato di fatto. Per non parlare dei cattivissimi nazisti, quando gli operai tedeschi andavano a zonzo per il mondo in crocere gratuite e gli inglesi vietavano l'approdo al naviglio perche' il proletariato inglese non ne fosse troppo scioccato. E non diciamo nemmeno del proletariato USA che sappiamo come era ridotto da "The Grapes of Wrath". Altra cosa in URSS, dove da un sistema feudale sono passati in un batter d'occhio ad un'industrializzazione forzata, ma sappiamo quanti morti ammazzati e' costato il "cambiamento" come lo chiamano oggi. Ne' si spiega come possa fare la Rivoluzione operaia una nazione dove di operai ce ne sono solo due o tre. Il fatto e' che nelle nazioni che l'industria l'avevano gia', la Rivoluzione socialista ha preferito strade nazionaliste, mentre e' stata realizzata proprio dove di industrie non ce n'erano quasi. E poi e' talmente vero che senza la Finanza non ci sarebbe stata alcuna rivoluzione che e' fino imbarazzante il doverlo ricordare. Marx ammirava gli USA in quanto Stato davvero laico e "non cristiano"; salutava con ammirazione la creazione delle S.P.A in quanto strumenti di eguaglianza. Forse non aveva previsto tutto... ti pare che Wall Street sia uno strumento di eguaglianza ?

      Non so se sei mai stato nella vecchia DDR. Honecker veniva appunto soprannominato scherzosamente "Bismarx". Noto che anche del Marxismo rimane solo la mitologia. Che ve ne fate della "Critica" se della storia avete una concezione cosi' "antifascista" ? Che l'Antifascismo lo trovi nel Manifesto o in Das Kapital ? Che l' "anti-razzismo" non ha favorito la costituzione di immensi eserciti di riserva ? Con cio' non intendo dire che l'Emancipazione sia sbagliata in se' e per se', ma quando viene cosi' declinata, la stessa dottrina marxista basata sul Lavoro quanto lo erano le varianti socialiste nazionali va allegramente a bagasce.

      Noi siamo in pieno regime internazionale. Ecco perche' i parametri di ieri sono saltati. Se ricordo bene dovremmo essere nella fase antecedente il "Comunismo superiore". Che dice Marx del Capitalismo mondiale (la Globalizzazione) ? Lo saluta con favore perche' sara' proprio questo a distruggere gli Stati borghesi culla del Capitalismo... come fa notare giustissimamente Barbara, che le Multinazionali sono meno capitaliste ?

      G. Stalmann

      Elimina
  3. Barbara, secondo te qualcuno dell'alta finanza transnazionale in quante lingue avrà bestemmiato, dopo che Nixon decise, in maniera unilaterale, di abolire il gold exange standard nel 1971?

    RispondiElimina
  4. Cara amica Lameduck, interessante quello che hai detto. Però la Thatcher è andata al potere nel 1979 non nel 1981.

    Ciao Davide

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono rimasta vittima di un refuso. Mi sono fidata della fonte. Chiedo venia e correggo, maestrina fatina. ;-)

      Elimina
  5. Giulia05:53

    L'unica speranza e' il fallimento del Nuovo ordine mondiale così come si sta prospettando oggi. Troppe variabili, troppi contropoteri (Cina, Russia, India, Brasile.. affermazioni keynesiane in centro e sudamerica, resistenze ancora confuse in Europa). La risposta alla grande Fratellanza e' la Carboneria. Si, Garibaldi e Mazzini: societa' segrete popolari e democratiche. Obiettivi? Creare alternative informatiche di comunicazione alle grandi gestioni di google ecc., ripristinare senso di comunità e solidarietà comunitaristica, produzione di cibo locale, società' orizzontali a bilanciare società verticali. Il principio? Resistere.
    Grazie della lucidità

    Giulia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giulia, la Carboneria è fratellanza. Ogni fenomeno ha due facce e Garibaldi e Mazzini non erano per nulla popolari ma erano parte di un'elite. Anche la rivoluzione russa fu gestita da un'elite rivoluzionaria. Però, come dici tu, se il fronte, compreso quello reazionario, non è unito ma spaccato in più correnti, si può sperare in una possibilità di inserimento di forze che vi si contrappongano. Abbiamo bisogno che una parte dell'elite si renda conto che non è possibile andare contro all'autodistruzione.

      Elimina
  6. Anonimo08:40

    Barbara, Il problema è: Come è possibile che la gente non lo abbia capito da tempo? DA: nonnepossopiù

    RispondiElimina
  7. Giulia12:00

    Concordo pienamente Barbara, senza elite non esiste rappresentanza ne guida. Ma se il Potere ha imparato da tempo ad infiltrare le elite per spingerle (con le buone o le cattive) a fare il 'salto quantico' per menare per il naso le masse che dovrebbero rappresentare vuol dire che qualsiasi testa o gruppo di teste e' destinato all'infiltrazione e allo snaturamento o alla distruzione anche fisica? Lo schema e' tu nasci come movimento ti strutturi con una leadership e io ti infiltro la leadership, oppure la spavento, la minaccio, la massacro.
    Ad ogni mossa corrisponde una contromossa. Qual'e' la contromossa?
    Ovviamente il caso italiano e' aggravato dalla situazione delle mafie ormai sfuggita di mano e dal completo controllo dell'informazione.
    Con affetto
    Giulia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anonimo13:24

      Peggio ancora. Creano addirittura i movimenti per meglio controllare chi poi vi aderisce. Infiltrare l'elite e' relativamente piu' difficile anche se i rapporti di fedelta' interni fossero quelli militari che vigevano in tutte le avanguardie. Anche la segretezza che doveva caratterizzare l'antica sovversione e' impossibile con gli strumenti di oggi. Quindi va fatto tutto alla luce del sole, non nelle botteghe dei carbonai.

      G.Stallman

      Elimina
    2. Anonimo13:42

      PS
      le mafie sono proprio il tipico esempio di Carboneria a cui ti riferisci. E questa e' la ragione per cui la "lotta alla mafia" di oggi ha assunto toni che non aveva nemmeno ai tempi del Prefetto Mori. Quando l'avevano davvero debellata, al che gli USA si affrettarono a ripristinarla prima dell'invasione della Sicilia, facendo ricorso ai legami familiari tra italiani e americani. Evidentemente e' perche' queste mafie non le controllano. E non le controllano perche' sono "abbastanza" impenetrabili in ragione dei rapporti familiari informati ad una legittimazione religiosa. Anche la lotta alla famiglia ed alla religione perseguono lo scopo di rendere impossibile qualunque aggregazione solida. E si sa come queste "lotte" possano facilmente essere scambiate per l'applicazione di una sorta di Marxismo culturale, tant'e' vero che molti ci cascano dentro con tutti i piedi. E' gente che non ha dimenticato nulla. Dispone di una strategia che e' la summa di un'esperienza secolare e puo' fare ricorso a mezzi infiniti.

      G. Stallman

      Elimina
  8. D'accordo su tutto meno che la carboneria somigli alla mafia. A parte, infatti, la segretezza gli scopi sono diametralmente opposti. La Carboneria era ..'una società segreta rivoluzionaria italiana, nata nell'allora Regno di Napoli durante i primi anni dell’Ottocento su valori patriottici e liberali' .. la segretezza era una necessità per gli adepti di mantenere il più stretto riserbo, di non affidare a scritti o documenti le tracce di un'attività che, se scoperta dalla polizia, poteva portare in carcere o al patibolo'. Mi sembra che la mafia abbia altri scopi.. Saluti
    Giulia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
  9. Cara Barbara, leggo ed imparo dai tuoi frequentatori. Grazie.

    RispondiElimina
  10. Ecco l'intervista di Bettino Craxi del 1997 quando profetizzò che nella migliore delle ipotesi, l'Europa sarebbe stata un Limbo, nella peggiore delle ipotesi, un Inferno:

    https://www.youtube.com/watch?v=bxVG72PauQo

    Beh, siamo all'Inferno, non c'è che dire.

    RispondiElimina
  11. Anonimo08:20

    E' che nell'opinione comune le mafie sono considerate solo organizzazioni criminali, mentre non erano altro che l'amministrazione del Potere prima che questo passasse di mano. La loro segretezza ha la stessa origine di quella della Carboneria, con la quale condividono un analogo impianto iniziatico. Sono societa' iniziatiche spesso su base familiare. Credi che la Carboneria di una volta non si occupasse di contrabbando ed altre attivita' illegali per finanziarsi ? Del resto era considerata illegale la sua stessa esistenza. Ma io volevo dire che lo smantellamento delle organizzazioni mafiose non e' animato da fini nobili. E' un po' come per lo smantellamento di Gladio e della struttura stay-behind alla vigilia del crollo sovietico. Aldila' dei maneggi che possono aver fatto i Servizi e delle stragi realizzate per conto dell'alleato (sulle quali la verita' e' ancora di la da venire), il pericolo costituito da una tale rete "patriottica" era che questa venisse usata per altro che non l'opposizione ad un'improbabile invasione sovietica. Magari proprio oggi dopo la costituzione della UE. E per la Mafia vale lo stesso. Sono organizzazioni armate, radicate in alcuni territori e finanziariamente autonome. Se al mafioso tal dei tali venisse in mente di fare il patriota, potrebbe dare seri problemi. Mi sono spiegato meglio ?

    G.Stallman

    RispondiElimina
  12. Anonimo09:57

    Dott.ssa Barbara la sua analisi è condivisibile e inoppugnabile. Trovo cavillose le osservazioni circa la differenza tra Mattei e Craxi o tra Moro e Berlusconi. La sua analisi riguarda uno schema politico e non una analisi comparativa. Le scrivo perché non vorrei che cadesse nell’oblio la figura storica del Prof. Dr. Ing. Felice Ippolito il quale, (per i capziosi), può guardare negli occhi sia Mattei che Moro. Nelle applicazioni nucleari grazie a lui l’Italia del dopoguerra perseguiva, riuscendoci, una politica di autonomia da un punto di vista energetico e di tecnologie da poter esportare. Nell’Energia nucleare l’Italia fu tra i paesi leader sia nella progettazione che nella costruzione di centrali nucleari. Il know-how delle aziende del settore indotto ed i nostri tecnici erano i più richiesti al mondo. Sono ben note, poi, le vicende che portarono Ippolito in prigione e quindi fecero morire ogni velleità dell'Italia.
    La magistratura romana , il porto delle nebbie, eseguendo ordini superiori ed esterni (esteri) , scatenò una offensiva senza precedenti stroncando Felice Ippolito con accuse risibili. Nel 1996 l'Accademia Nazionale delle Scienze detta dei Quaranta gli consegnò una medaglia d'oro per meriti scientifici e, nello stesso anno, il Presidente Scalfaro gli concesse la massima onorificenza italiana, la Croce al merito della Repubblica. Appena un anno prima della scomparsa avvenuta a Roma il 24 aprile 1997.
    ***Questo commento non intende riaccendere l’annosa questione del nucleare in Italia ****
    Il presente commento intende solo aggiungere un tassello all’analisi di Lameduck.
    Firmato nonnepossopiù

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie davvero per l'aggiunta, che va ad arricchire la sterminata pubblicistica degli attacchi all'autonomia italiana.

      Elimina
  13. Anonimo16:30

    Altra piccola chiosa. Se ricordo bene, gia' nel 1977 Berlinguer parlava dei benefici dell'austerita'. Evidentemente questa era gia' la linea del PCI, non solo del "serpentone metamorfico" della successiva evoluzione democratica. Padoa Schioppa - Kostoris e Fornero vengono da li', non dal PSI ne' dal PNF. Pertanto, chiunque, e sottolineo _chiunque_ abbia mai fatto l'opposto, Craxi compreso, si mise in rotta di collisione con poteri internazionali perfettamente delineati, nei quali il PCI godeva gia' di una legittimazione de facto: Moro o non Moro. Su Berlusconi andrebbe fatto un discorso diverso. Anche lui ricevette il sigillo da Craxi, ma andrebbe distinta la sua personalita' da quelli che l'hanno votato; tra cui ci furono tutti gli orfani di Tangentopoli (mezzo parlamento) piu' non pochi transfughi dallo stesso PCI. Pur considerando la democrazia quer pasticciaccio brutto, bisogna ammettere che Berlusconi ha ridato casa a tanti che non l'avevano piu', il che e' equivalso al ripristino della democrazia dopo un golpe. Altra cosa e' quello che ha fatto e gli interessi che rappresentava, ma se si fosse chiamato in un altro modo sarebbe stato votato lo stesso dallo stesso numero di elettori (che furono proprio tanti). Quello costituzionale italiano non mi pare essere il modello del Partito unico. Su quanto sia durata la sua vicenda giudiziaria e quale sia stato il suo esito, si sa, ma se l'immunita' fosse stata conservata e non abolita all'epoca di Tangentopoli, sarebbe rimasto sulla scena molto meno. Anche questo e' stato uno dei motivi che hanno compattato i suoi elettori, ai quali non si puo' dare sic et simpliciter la patente di cretini come si usa "a sinistra". Non e' mai un buon investimento per il futuro il trattare i cittadini da scemi. Comunque, ormai tutti gli scenari sono aperti e pare evidente che le regole truccate della democrazia non potranno mai piu' cambiare lo status quo.

    G. Stallman

    RispondiElimina

SI PREGA DI NON LASCIARE COMMENTI ANONIMI MA DI FIRMARSI (anche con un nome di fantasia).