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mercoledì 1 giugno 2016

L'Intersezionale, futura disumanità



Conoscevate il Femminismo Intersezionale? No? Nemmeno io fino a quando ho letto questo interessante articolo di Chris Beck, "Il culto velenoso del femminismo intersezionale."

Per riassumere brevemente gli episodi precedenti; il femminismo classico, quello anni settanta della liberazione della Donna in generale  senza distinguo, della Donna e basta, si è ormai da tempo rivelato un movimento elitario, in grado di liberare veramente solo le donne appartenenti alle classi medio-alte, mentre quelle dalla middle class in giù, che avevano sempre dovuto lavorare per vivere, continuano a dover lavorare e, per giunta, a dover servire le liberate dei piani alti. Ad esempio allevando in loro vece quei figli che ormai non possono più permettersi di fare in prima persona, in quella che è forse la più atroce forma di discriminazione intrafemminile.

Insomma, il femminismo sembra essere rimasto impigliato nella rete del più elementare schema sociale capitalistico fondato sulla vecchia ed intramontabile lotta di classe. Senza nemmeno, rispetto agli altri movimenti libertari di sinistra, quella coscienza infelice che permetteva ai borghesi di una volta di immedesimarsi e soffrire per le sorti del proletariato al punto di desiderare di alleviarne le pene accettando di dividere con esso il proprio benessere.
Le liberate invece, le figlie-di, mogli-di, amanti-di, sorelle-di, eccetera-di, lasciate gentilmente assurgere ai vertici delle carriere e del potere - per mantenerlo in famiglia e all'interno del branco, mica per le loro belle facce o vagine - non chiedono affatto di andare a sciorinare i panni nell'acqua gelida del fiume al posto della colf honduregna, ma pretendono un esercito sempre pronto di donne di servizio con svariate mansioni, senza preoccuparsi troppo della loro emancipazione. Al massimo, e proprio proprio, possono indignarsi per innocue e gassose questioni di principio, come l'uso del "corpo femminile" nei media e nella pubblicità, per il linguaggio sessista, per le desinenze in A e per altre questioni di lana caprina come le quote rose, ma una volta tornate a casa la serva deve costare pochissimo e lavorare per quattro. Perché la serva serve e la sorellanza è una fratellanza che è nata disgraziata.

Ora, grazie al femminismo intersezionale, questo esercito di filippine, sguattere del Guatemala, mamie, tate e badanti sembrerebbe debbano avere la loro vendetta  ma, come vedremo, si è soltanto preso il femminismo inquantodonnista, vi hanno aggiunto dosi letali di piagnonismo minoritario, una bella presa di razzismo nella variante suprematismo nero e, alla fine, chi c'è andata di mezzo non è la sciuretta, la zia ricca o la falsissima inquantodonna desinistra, fottute sfruttatrici di merda come i loro uomini, ma la donna bianca in generale. Caratterizzata proprio in base al colore della pelle.

Definito pomposamente "teoria" come tutte le boiate che pretendono non solo di interpretare ma di stravolgere le relazioni intime umane e che sgorgano come liquami dalle sopravvalutatissime università americane, anche il F.I., come la "teoria" del gender, nasce dalla mente di una donna, Kimberlé Williams Crenshaw che, essendo nera in un mondo politicamente corretto, ha avuto la fortuna di non trovare alcuno che osasse contraddirla con una dozzina di schiaffi a tarantella per le sue oscenità.
Io mi permetto di farlo almeno metaforicamente, in quanto, come vedremo, vittima della sua visione del mondo profondamente razzista.

Come scrive Beck:
"ll fulcro del femminismo intersezionale [d'ora in avanti F.I.] è la credenza che gli oppressi conoscano meglio i fatti della vita e siano gli unici titolati ad esprimersi. Le donne nere hanno sofferto di più e sono maggiormente oppresse di quelle bianche. [Apro un'altra parentesi quadra: chi alleva i piccoli uomini neri che, assieme agli uomini bianchi, opprimono le donne nere?]
Per questo le bianche dovrebbero parlare di meno e ascoltare le nere, mentre gli uomini bianchi, che traboccano privilegio (che siano poveri o ricchi) dovrebbero proprio tacere del tutto e stare ad ascoltare tutti gli altri."

In una società dove nessuno conta un cazzo a meno che non faccia parte di una minoranza piagnona che riesca a frignare più forte delle altre, era inevitabile che, seguendo il principio della intersezionalità, andando oltre lo schema femminista della persecuzione dell'uomo sulla donna, si venissero a creare tanti sottoinsiemi di perseguitate, in una gara a chi, specchio delle mie brame, è la più oppressa del reame. Secondo Beck:

"In un movimento dove la percezione della mancanza di potere si traduce in effettivo potere, vi è stata la corsa alla autocertificazione di "persona oppressa". La complessa dialettica intersezionale del "privilegio bianco" impone ad esempio di rispondere alla domanda se una donna trans, mulatta, musulmana che non parla inglese sia più o meno oppressa, ovviamente dal patriarcato bianco, di una donna genderqueer, nera, cristiana non particolarmente attraente."
Tutto ciò, aggiungo, per mettere uno contro l'altro ed evitare di indicare chi siano i veri nemici dell'umanità da combattere.

Essere donna non basta più quindi per definirsi svantaggiata, Per essere veramente oppressa devi essere nera o comunque non-bianca. Magari musulmana o ebrea, possibilmente lesbica, non-magra, non-bella (il nonqualcosismo fa sempre curriculum), a basso reddito, disabile o malata di mente. Comunque non aderente a qualunque modello base occidentale. 
Va bene, ma se sono musulmana o ebrea, lesbica, non-magra, non-bella, a basso reddito, disabile o malata di mente ma bianca? 

In questa pagina vengono offerte delle linee guide per chi, da bianca, volesse azzardarsi a definirsi femminista intersezionale:

Non sono nera.  Perché dite che non possono definirmi femminista intersezionale? 
Se sei bianca, non chiamarti femminista intersezionale, perché
  • non stai sperimentando il tipo di oppressione per il quale il termine è stato coniato
  • esso viene usato dalle femministe bianche come scudo per giustificare un comportamento bigotto
  • l'iintersezionalità è spesso utilizzata senza nominare le ideatrici del concetto (donne nere) 
  • reclamarla da parte di una donna bianca cancella le donne nere e mette da parte la questione dell'anti-negritudine
Mi dispiace, dicono le sorelle, il bianco non conta, perché il bianco è il colore dell'oppressione, la lettera scarlatta, la stella gialla, il marchio d'infamia. E' il colore del privilegio. Qualunque bianco, anche il peggior sfigato del mondo, se è bianco è comunque un privilegiato. E, in quanto privilegiato, sempre oppressore e sempre più oppressore dell'arabo che ti lapida o decapita in piazza. 
Indovinate chi è, per le erinni come la Crenshaw, il nostro nemico comune? Lo shortista che specula sul fallimento di interi paesi? Gli ultimi capitalisti maialoni alla Georg Grotz? I mestatori sempre alla ricerca del modo in cui plasmare il mondo per renderlo il peggior mondo possibile? I fanatici della sharia? No, è il maschio, bianco, eterosessuale. E, ovviamente la sua femmina.

Ricordo ai miei lettori ormai increduli che nessuno taccia di razzismo, e della peggior specie, quello basato sul pregiudizio, chi propugna il concetto creato dalla signora Crenshaw. 
E invece si dovrebbe bastonare, e non con un fiore, questa piccola nazista, perché la focalizzazione sul privilegio produce una visione immorale (e razzista) dove la persona con meno privilegi è sempre meritevole per sé di essere difesa, anche quando mente sul proprio grado di oppressione o accusa qualcun'altro ingiustamente di opprimerla, mentre quella "privilegiata" ha sempre torto.
Giustamente Beck osserva: 
"Il F. I. ha prodotto un vittimismo solipsista, chiuso nel proprio ghetto, incapace di tendere la mano ad altre sorelle che sono in stato di bisogno.Guardate cosa è accaduto a Colonia, in Germania, a Capodanno, quando centinaia di mediorientali e nordafricani hanno compiuto un assalto sessuale preordinato ai danni delle donne della città.
La femminista Laurie Penny ha potuto twittare ai suoi 129.000 followers: "Sono così stanca dei razzisti che, con la scusa di difendere i diritti delle donne, trovano lo spunto per attaccare i musulmani."
Le donne di Colonia sono state abbandonate oppure, come suggerì la loro sindachessa, invitate a cambiare il loro atteggiamento. Un perfetto caso di colpevolizzazione della vittima, ciò contro cui fecero grandi battaglie le femministe storiche, e che non sarebbe mai avvenuto se gli aggressori fossero stati bianchi."

Beck ha ragione. Questa mi pare la migliore spiegazione dell'inspiegabile silenzio delle femministe sui fatti di Colonia. Non ha contato nemmeno il fatto che persone omosessuali e transessuali siano rimaste vittime anch'esse del taharrush. Si trattava di bianchi e quindi di non-vittime per definizione.
Spero riusciate a comprendere l'enormità di questa ideologia e la pericolosità di una sua applicazione come prassi a livello legale. 
Se nessun bianco potrà mai proclamarsi vittima di qualsiasi sopruso, per principio, siamo già alla pseudospeciazione, all'espulsione dalla specie umana. Alla giustificazione per un genocidio. Abbiamo già i nuovi ebrei, se il paragone non risulterà offensivo per quella minoranza. 

Del resto alcune leggi sudafricane del meraviglioso mondo del post Mandela, come quella sull'Esproprio (ai danni dei bianchi) e sul lavoro (che avvantaggiando i neri discrimina i bianchi) sono un esempio di leggi razziali già in vigore e da nessuno obiettate. Giustificate naturalmente dai progressisti di tutto il mondo come "risarcimento" per la passata oppressione subita dalle vittime-per-definizione che non possono essere razziste perché i razzisti sono solo da una parte, quell'altra.
A proposito di Sudafrica, progressisti e femminismo intersezionale, segnalo la sonora contestazione, durante un incontro pubblico, alla teorica lesbica del gender Judith Butler da parte di uno studente nero che l'ha zittita "in quanto bianca e quindi non titolata a parlare". Meraviglioso.

Un ex agente del KGB fuggito all'Ovest, una volta spiegò come venissero considerati  in Unione Sovietica i radicali dei paesi occidentali che essa desiderava controllare. Erano definiti idioti utili solo nella fase di destabilizzazione precedente alla rivoluzione. Una volta che la rivoluzione avesse trionfato sarebbero stati i primi ad essere allineati contro il muro e fucilati. E ciò perché, credendo di andare a far parte della nuova struttura di potere, sarebbero divenuti pericolosi una volta che avessero scoperto che ciò non era in programma.

Mi pare evidente che invece il Capitalismo Shockeconomista, sul punto di gettare via il Socialismo Reale alla fine degli anni ottanta, possa aver desistito dal farlo, pensando che, per distruggere la Democrazia occidentale, esso potesse ancora tornare utile, magari in aggiunta a quell'avanzo di nazismo in fondo al frigorifero.

Il F.I. infatti è un movimento antidemocratico che condivide alcuni tratti dei totalitarismi del secolo scorso come l'accettazione di teorie assurde, la violenza estremistica e l'opposizione alla libertà di parola. E' una teoria della cospirazione i cui aderenti vedono cose che altri non vedono e che ha successo solo perché troppe persone sono suscettibili alla narrativa vittimistica delle minoranze. Rappresenta anche un tradimento del femminismo originario che tendeva purtuttavia all'egualitarismo e che, sebbene come abbiamo visto classista, non aveva mai osato porre al centro della questione femminile, oltre alla lotta di genere, discriminanti di tipo razziale. 

Alla fine, se, come recita un celebre slogan di Milo Yannoupoulos divenuto virale, "il femminismo è il cancro", il femminismo intersezionale potrebbe benissimo diventare la sua forma metastatica.


56 commenti:

  1. Anonimo08:07

    E la nana dell'Ange Gardien e' da ascriversi al diversamente femminile o al diversamente umano ? La proverbiale bellezza angelica non soffre di questa traslazione di paradigma ? Sui media USA, questi fenomeni erano gia' propagandati ancor prima degli anni '70. Non fanno altro che dissezionare ulteriormente il cadavere. Quando si arriva a questo, ci troviamo di fronte a fenomeni metafisici che non possono piu' essere indagati con i mezzi delle ordinarie discipline scientifiche, sociologiche, politiche; e ancor meno da quelle economiche. Non rimane che il buon vecchio Satanasso.

    G.Stallman

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    1. Il freak più il pensiero magico. Oltre Barnum e l'infinito. Uno dei peggiori prodotti televisivi di tutti i tempi (e io mi sono fatta parecchie telenovelas brasiliane, a suo tempo).

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  2. Anonimo08:13

    PS
    in questa weltanschauung, l'uomo e' gia' ridotto ad una specie di gadget. Tutto avviene nell'ambito del femminile, come la costruzione delle classi.

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    1. Anonimo08:21

      riPS
      ovviamente, qui il bianco lo si da gia' per scomparso.

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    2. Il buon vecchio Satanasso sta facendo gli straordinari. Il brand della stupidità puntigliosa, del vuoto maleodorante, della cattiveria che corrode anche l'intelligenza oltre all'anima è inconfondibile. La cosa veramente sorprendente è che la solita metafora ("è Satanasso") somiglia sempre di più a una pacata descrizione.

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    3. Anonimo18:53

      E' una pacata descrizione perche' la sua immagine non spaventa piu' nessuno. Ormai ci e' familiare. Il Paradiso e' un luogo noioso, mentre l'Inferno, affascinante e dinamico. Non e' questo che insegnano oggi ? Tanto all'eternita' non crede piu' nessuno: e' poco scientifico, se non e' misurabile. La Metafisica usava paradigmi molto terra terra, quando voleva, e sapeva essere molto convincente. Non solo premio e punizione, ma addirittura eterni... Nel regno dell'irresponsabilita' assoluta tutto cio' non funziona piu'.

      Ora mi spoglio dello Spirito della Pesantezza che ogni tanto mi domina.

      G.Stallman

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    4. @ Roberto
      L'alta concentrazione di streghe in tutti i gangli vitali del potere è il segno più tangibile di questo satanismo. In fondo il principio del godimento illimitato del nostro tardo capitalismo non è altro che il "fa ciò che vuoi" di Crowley, ma con il distinguo importante che esso è limitato all'élite. Le classi subalterne possono solo fornire gli oggetti del piacere. Uno scenario che Pasolini prefigurò correttamente (forse per testimonianza diretta?) in "Salò".

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    5. Vero (anche se le classi subalterne fanno del loro meglio per seguire l'esempio). Quanto a Salò, concordo. Pasolini ha messo in scena la sua esperienza personale, lo scenario sadomaso + rapporti di classe che costituiva la sua croce & delizia. Che caspita c'entrasse il fascismo solo Dio lo sa, ma va bene così, il fascismo ha le spalle larghe...

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    6. Aggiunta. La versione USA di "House of Cards" (ce n'è una molto bella e molto diversa british) mette in scena due protagonisti che sono satanisti D.O.C. Addirittura il protagonista, Francis Underwood, in chiesa si rivolge al crocefisso e PREGA SE STESSO (non PER se stesso: se stesso). E' una versione del satanismo, tra l'altro maggioritaria in termini numerici. Speriamo che al Monte Athos i monaci ci diano dentro con le preghiere...

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    7. Anonimo10:25

      Io Le Vay l'ho letto, e fra le tante cose ci ho anche trovato un'esaltazione vitalistica della vendetta, della violenza, e del dominio.
      Mi spiace per Barbara, ma io non vedo satanismo (in senso stretto) in questi fenomeni di piagnisteo miserabile come quello riportato nell'articolo.
      Anzi, ci vedo tutt'altro codice etico da schiavi.


      Matteo

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    8. L'ho letto anch'io, La Vey. Hai ragione su di lui e sul satanismo in generale. Le cose di cui parla il post sono l'altra faccia del nichilismo/satanismo attivo di La Vey e C.. Prima viene il solve, poi il coagula. Sul piano soggettivo, invece (quel che pensano i propagandisti di questo egualitarismo demente) hai ragione al 100%. E' una parodia satanica del tema cristiano della vittima sacrificale (tu dirai: l'effetto inevitabile etc.)

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    9. Anonimo11:09

      Non inevitabile.
      Non ho una visione hegelo-marxista della storia, indi per quanto mi riguarda l'unica cosa inevitabile è la morte fisica.
      Quella spirituale si può sempre e comunque evitare con la propria sola forza di volontà.

      Matteo

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    10. Ho visto la bellissima versione inglese (l'originale dai romanzi di Dobbs) di House of Cards dove, però, la parte femminile della coppia è molto più sullo sfondo, anche se non meno letale. Gli americani giustamente hanno ritenuto di mettere Claire in primo piano e dimostrare che, in fondo, Francis è un bamboccio nelle sue mani. Poi, ovviamente, da perfetta Lady Macbeth, è lei che causa la rovina di tutto.

      Io non credo che i satanisti che governano il mondo (nel senso della controiniziazione) lo facciano con alti scopi intellettuali e rifacendosi a testi "sacri". Non a caso si sono scelti come ideologo di riferimento quel cialtrone di Kalergi. Del resto sulla visione del mondo cowboy vs. indiani di Adolf Hitler ebbero grande influenza i romanzi westernpopolari del Salgari tedesco Karl May più che testi di alta filosofia.

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    11. Nel programma sociale della Chiesa di Satana esiste un punto (il n. 4)che propone la creazione di 'compagni artificiali' per l'élite, cioè di schiavi perfetti ai quali far fare (e ai quali fare) tutto ciò che si vuole. Un altro punto (il n. 5)insiste sulla creazione di 'ambienti totali', sorta di parchi giochi per superricchi e potenti, dove chiunque possa permetterselo avrà il proprio paradiso artificiale nel quale sfogare ogni sua voglia, senza alcuna limitazione. Ebbene, se è vero che la Chiesa di Satana conta pochi iscritti (i dati sono tenuti segreti, ma si tratta comunque di quattro gatti), è altrettanto vero che l'influenza di La Vey non va sottovalutata, vista la diffusione delle sue opere. Peraltro, a parte l'insistenza sulla figura (simbolica) di satana, il suo pensiero non è originale: si è ispirato in gran parte ad Ayn Rand e a un darwinismo sociale spinto fino alle conseguenze più estreme. Si noti peraltro la fascinazione di La vey per il romanzo 1984 di Orwell, che descrive una società rigidamente stratificata in cui il politicamente corretto maschera una realtà orripilante. Benché le élite che tentano di controllarci non abbiano la "crimson card" della church of satan, si comportano spesso secondo le linee indicate dal "papa nero" californiano. Quando Lloyd Blankfein dice seriamente che lui 'fa il lavoro di dio' non ripete forse l'esortazione che si legge in uno dei capitoli cruciali della Bibbia satanica laveyana, ossia create your own god, namely yourself?

      Gianluca Perrini,
      Mandaniresaka, Antsirabe, Madagascar

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    12. Anonimo11:26

      Fuochino.
      Il dio a cui si riferisce Blankfein è quello descritto in un libro un pochino più antico di quello di Le Vay.
      è quel dio, per intenderci, che ordina la pulizia etnica dei luoghi conquistati.


      Matteo

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  3. Anonimo08:57

    Una semplice domanda : quanto potrebbe durare una "societa'" cosi'? Perche io mi ricordo bene quando ci rompevano i coglioni con la " decolonizzazione " de "l' affrica agli affricani" salvo poi scoprire subito la semplice banalita' che emerge tutti i giorni nel "liberato" sudafrica , che senza "i bianchi" TUTTi i "neri" ci impiegano al massimo due generazioni a "tornare nella giungla".

    Quindi e' abbastanza ovvio come finira'; scomparsi " i bianchi" ( TUTTI compresi i piddioti di ogno ceto ovviamente :-) ) verranno dei "gialli" che rimetteranno " i neri" ( e gli idioti TUTTI ) nella loro "giusta posizione". E con quei " gialli" non ci saranno "teorie giudaico-cristiane" tali da fargli cambiare " punto di vista" :-)
    ws

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  4. Anonimo09:57

    Per una vita ho considerato il femminismo come una semplice questione di aviopenia, convinto in questo dal fatto che ho sempre avuto molto più successo con le ragazze di sinistra che con quelle di destra.
    Sinistre che poi fra le coperte improvvisamente iniziavano ad apprezzare il patriarcato.
    Ho iniziato ad affrontare seriamente l'argomento dopo un fatto chiarificatore che mi ha aperto gli occhi: le reazioni allo spettacolo di qualche anno fa di Luttazzi (non ricordo nemmeno l'occasione) in cui egli usava una metafora fondata sulla penetrazione anale.
    E giù indignazione, il coito anale come forma suprema di machismo e di sottomissione della donna alla fallocrazia romagnola.
    E li ho iniziato a pensare: ma sono le stesse femministe che mi chiedevano di essere legate e sodomizzate?
    Allora sono andato a consultare un pochino i sacri testi: "il mito dell'orgasmo vaginale" di Anne Koedt; "Eterosessualità obbligatoria ed esistenza lesbica" di Adrienne Rich; "il corpo lesbico" di Monique Wittig.
    Mi è parso chiaro subito una cosa: il problema non è la penetrazione anale, è la penetrazione in toto che è collegata al maschio di cui si deve distruggere il ruolo sociale.
    Uno strumento fondamentale per creare contraddizioni sociali INESISTENTI (non esiste lo sfruttamento della donna in Europa) in luogo di quelle (quella) realmente esistente: pochissimi super-ricchi e tantissimi poveracci.
    è una ideologia alto-borghese per signorine annoiate dalla vita di società che vogliono ritagliarsi un qualche ruolo attivo, mentre mia madre (e con lei tutte le donne proletarie o piccolo-borghesi) avrebbe dato volentieri il deretano di cui sopra per non dover lavorare 10 ore al giorno ed essere mantenuta dal marito.
    Paradossalmente, la prima vittima del femminismo è stato proprio il movimento operaio negli anni ’70, spaccatosi – soprattutto nelle nazioni anglosassoni – in “oppressori” dotati di cromosoma Y ed oppressi.
    Il diritto al lavoro è una truffa perché in realtà è un obbligo. Quasi nessuna famiglia può vivere con solo uno stipendio. In compenso, si è persa la serenità del vivere la propria mascolinità, che se per un frigido ed effemminato anglosassone non è poi gran che, per un sano maschio mediterraneo, e per una donna non avvelenata dalle corbellerie di genere, è una tragedia.
    Sono maschilista?
    Si, lo sono sempre stato.
    Ho troppo rispetto per la società patriarcale dei miei nonni i cui ultimi echi ho vissuto, che si reggeva sulla forza e sulla testa delle donne.


    Matteo

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    1. Non sei maschilista, gentile Matteo. Sei maschio, come me, ma di fatto devi far finta di non esserlo - perche' donne ed uomini sono giustamente ancora quelli delle caverne, ma solo piu' ipocriti. Per fortuna c'e' il porno su Internet. Sul lavoro femminile, sono pienamente d'accordo che e' 100% nocivo alla famiglia, intesa come micro ambiente di sviluppo armonioso di nuove persone. D'altro canto, poter produrre reddito e' la chiave dell'indipendenza e parita'. Come sempre, i principi servono meno della carta igienica, sono i NUMERI che contano: l'insieme marito+moglie puo' vivere dignitosamente e far studiare i figli con diciamo 50/60 ore complessive di lavoro settimanali? Ovvero uno dei due lavora a tempo pieno e l'altro no, e provvede a figli, casa? E, piu' importante, entrambi dispongono di tempo libero per VIVERE assieme? Entrambi non sono esposti ai capricci del capitale - per cui il part time e' gia' un antico privilegio da dimenticare? Last, alla mia dolce meta' (ed a quasi tutte le sue colleghe), dopo una decina d'anni, toglieranno il telelavoro. Tutti zitti, perche' e' gia' tanto che si lavora... e cosi' il padrone delle ferriere gode sempre piu'. La resa dei conti sara' spaventosa, troppe tensioni si accumulano nel silenzio.

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    2. Anonimo13:38

      Matteo e a perfect world
      Non e' che siamo uomini delle caverne: siamo uomini e basta. Se la femmina di sinistra si comporta poco ideologicamente a letto, non e' perche' la sua evoluzione sia solo superficiale, ma perche' questo tipo di evoluzione non e' naturale. La femmina di destra e', paradossalmente, piu' evoluta perche' tra i suoi Io e Se c'e' meno distanza. L'ipocrisia non sta nell'accettazione superficiale di una visione del mondo e nel suo rifiuto nel profondo. Sta nella visione del mondo stessa.
      Poi c'e' la questione del possesso. Altro problemuccio da niente. In un mondo che rifiuta la schiavitu' e il possesso dell'uomo sull'uomo (quindi sulla donna), l'ultima frontiera sara' l'abolizione dei rapporti sessuali tra i sessi opposti. Ma la loro sostituzione con rapporti sessuali tra i rispettivi generi (soprattutto quelli maschili), non risolvera' il problema, in quanto sempre di possesso si tratta. Anzi, ancor piu', in quanto anche in etologia la sodomia ha a che vedere con l'affermazione del potere del dominante sul dominato. Secondo me gli strumenti giusti per capire queste cose non stanno nella Sociologia.

      G.Stallman

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    3. L'aspetto migliore delle cultura individualistica è l'individuo autonomo e responsabile. Il problemino è che questo individuo autonomo e responsabile, ammesso che lo sia davvero (raro), quando desidera e ama incontra un paradosso: amando, non si è più autonomi, perchè si dipende dall'oggetto d'amore e lo si vuole possedere (in forme diverse, certo, dalle più primitive alle più sublimate, ma lo si vuole possedere). Essendo amati, non si è più responsabili soltanto di sè, ma anche di chi ti ama. A questo punto, di solito l'individuo autonomo e responsabile si dice, ma chi me lo fa fare? e comincia a fare i conti dell'utilità marginale che ricava dal suo investimento amoroso. Finiscono prima o poi per essere deludenti, per lui o per l'altra. E si ricomincia daccapo a far girare la ruotina da criceti della autonomia e della responsabilità. Kali Yuga, arriviamo a questo capolinea, ti prego! Vorrei tanto scendere...

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    4. Anonimo08:34

      Ma... io credo che sull'Individualismo ci si siano fatte troppe illusioni. Alcuni lo confondono con la Personalita', che e' ben altra cosa, essendo l'interfaccia tra individuo e societa', anzi, credo che sia proprio l'interpretazione piu' diffusa. Infatti nel Cristianesimo coesistono due visioni incompatibili tra loro: la predeterminazione e il libero arbitrio, la cui dicotomia viene proprio dal dualismo classico.

      Per quanto riguarda il possesso, e' insito nell'antropologia, quindi eradicarlo e' impossibile. Basta vedere l'atteggiamento dei bambini al riguardo. Del resto, qualche buon compromesso lo si era gia' ottenuto, ma ormai siamo all'estremizzazione: il ricco ha il diritto di possedere tutto e il povero nulla. Nemmeno l'aspirazione gli viene riconosciuta. Ti lascio immaginare di quale "liberta'" possa godere l'individuo privato di tutto. E, per riprendere le tematiche tipiche del Socialismo, se togli all'individuo anche la possibilita' di possedere la propria prole, non puoi nemmeno piu' definirlo "proletario". E' un cambiamento mica da niente...

      G.Stallman

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    5. Concordo. Aggiungo che l'individualismo, anche nel suo aspetto migliore, non sta in piedi, è contraddittorio non solo nella filosofia ma nel fatti sociali; è una finzione ideologica: l'individuo non esiste proprio senza la comunità.

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    6. Caro Matteo,
      naturam expellas furca, tamen usque recurret. Purtroppo, in attesa che ritorni, tanta inutile confusione e dolore vano.

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  5. Anonimo10:24

    La consapevolezza di classe è stata sostituita dalla pseudoconsapevolezza femminista. Di fatto anche le proletarie donne bianche occidentali sono state soggiogate dai capitalisti al pari dei proletari uomini bianchi occidentali. Il femminismo è un passo avanti nella distruzione dell'unità di classe e dell'unità familiare.
    neo

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  6. Anonimo13:44

    Un ulteriore spunto polemico. L'Eguaglianza su base universale ha gia' per presupposto l'Individualismo, quindi la pretesa antitesi con il Collettivismo e' erronea in se' e per se': la collettivita' dell'eguaglianza e' appunto l'insieme di individui uguali. L'Eguaglianza sulla base del sesso e', da una parte, la negazione di quella universale, mentre dall'altra un'ulteriore specializzazione: c'e' chi e' piu' uguale dell'altro. Deja vu ? Eppure lo si poteva capire anche tanto tempo fa, anche prima di vederne gli effetti nella carne. L'alternativa e' la societa' organica (quella cosiddetta "naturale", come la famiglia...), nella quale l'Homo Sapiens Sapiens vive accettando il proprio status naturale, magari cercando di migliorarlo, ma non di superarlo. Quando si vuole superare il livello umano si finisce comunque nel disumano, indipendentemente da come lo si voglia edulcorare con piu' o meno affascinanti aggettivi. La creazione, o l'accettazione di uno o piu' Dei, serve a stabilire questo limite invalicabile. Il concepire un sesso autosufficiente, che puo' fare a meno di quello opposto grazie alla tecnologia, appartenente ad una razza ibrida e particolarmente incline al solipsismo autistico, e' di per se' stesso disumano. E fare una sociologia del disumano e' un lavoro di parecchio ozioso.

    G.Stallman

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    1. La sociologia del disumano (bella definizione) è una branca della vecchia teologia.

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    2. Anonimo20:04

      Beh, Roberto, devo ringraziare letture come queste. I luoghi comuni sono talmente tanti che se solo ti fermi a riflettere un momento vengono fuori con la cadenza di un vecchia MG 42 (non modificata). Se ci pensi bene, le "Scienze umane" declinate in codesto modo, che hanno piu' di umano ? E non parliamo del divino...

      G.Stallman

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    3. Anonimo21:00

      Quando sento parlare di teologia metto mano alla fondina.
      Teologia...ovvero la falsificazione dei greci per farli combaciare con la superstizione abramitica.
      Indicativo in tal senso Tommaso, il supremo imperatore del falso filologico, che ha trasformato l'enorme saggezza di Aristotele in quattro minchiate feudalistiche.
      è così difficile da capire che il frutto non cade mai lontano dall'albero?
      Che se si inizia a sputare sul sacro, prima o poi si finisce per cagare in bocca anche ai santi?


      Matteo

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    4. Anonimo07:35

      Me l'aspettavo Matteo... non era mica la "cultura" ?
      La Metafisica tomistica viene gia' smantellata dall'interno dalla stessa Chiesa, quindi la vendetta pagana e' vicina. E' sempre stata una fissa della Massoneria, del resto. Paradossalmente, e' stata proprio quella che ha consentito di mantenere tutta l'eredita' classica all'interno del Cristianesimo, che ormai sta tornando ad essere una "religione del libro" come gli altri due monoteismi, in vista della loro fusione nel pappone universale di cui l'uomo in bianco fa la sua comparsata. Anche da un punto di vista esterno, non credo ci sia molto di che congratularsi: ne' Hegel, ne' Kant farebbero i salti dalla gioia. Certo, ha comportato una specie di riduzionismo della visione classica all'impianto cristiano, ma se non ci fosse stata avremmo sperimentato gia' ottocento anni fa cio' che sperimentiamo oggi; e di greci e romani avremmo la stessa idea che abbiamo oggi degli egizi. Per non parlare dei documenti antichi e del modo di interpretarli, cosa della quale ho qualche conoscenza. Per quanto possa essere azzardato io penso che, senza la Tomistica non vi sarebbe stato nemmeno Gentile. Eppure io sono di quelli che non crede alla visione lineare del mondo. Comunque, vedremo come i cambiamenti del futuro riusciranno ad espungere totalmente l'eredita' classica dal mondo nuovo.

      G.Stallman

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    5. Guarda, Matteo, da cattolico ti dirò che con quesgti chiari di luna, se si presentasse alle elezioni a dittatore d'Europa Giuliano l'Apostata farei campagna elettorale per lui, gratis et amore Dei (non deorum).
      In attesa della sua candidatura, forse potremmo sospendere il fuoco di annientamento su S. Tommaso, che ne dici?

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    6. Anonimo10:32

      Quando i cattolici la smetteranno di lavorare attivamemente alla mia personale estinzione fisica, comunitaria, sociale, culturale e politica, allora ben volentieri.
      Magari rifacciamo anche un bel concordato.
      Dato che però la setta degli "uomini in nero", nella sua assoluta totalità, è passata armi e bagagli con i fratellini sovversivi, e manca totalmente un Dante che mette papi all'inferno, direi che bisogna fare una gerarchia di personalizzazioni.
      In altre parole, prima del salafismo e prima del mondialismo, c'è il tizio vestito con una lunga sottana bianca.


      Matteo

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    7. Fuor dallo scherzo, Matteo, volevo dire solo questo: che a parer mio, il legato della cultura greco romana al quale non solo tu sei affezionato sopravvive solo se sopravvive la cultura cristiana. E' alquanto dubbio, dipende dall'Ortodossia e dalla Russia: se tengono loro, forse ce la fa, se mollano, ciaone. L'attuale tizio vestito di bianco e i suoi amici lavorano sodo dall'altro lato della barricata. Non vedo un'altra forza storicamente esistente in grado di conservare il lascito di Atene e di Roma (posso sbagliarmi, naturalmente); perchè non vedo possibile un ritorno diretto a quelle fonti, se non in termini di cultura personale, che va bene ma non basta.

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    8. Anonimo11:37

      La Controriforma, che dal punto di vista di un italiano non è stato altro che lo strangolamento del Rinascimento, mi sembra indicare altro.
      Il problema di voi cattolici in buona fede (non parlo degli ipocriti baciapile alla Giovanardi o Formigoni) è che avete questa tendenza a rimuovere 2 millenni di nefandezze per concentrarvi al massimo sulla critica di qualche aspetto contemporaneo marginale.
      Come se l'argentino fosse molto diverso dal polacco, per intendersi.
      è l'errore che fanno anche i "tradizionalisti": concentrarsi verso la critica di una manciata di papi che per qualche speciosa ragione sarebbero "illegittimi" (in base a non ho mai capito quale sotterfugio dialettico) per poter così venerare criminali anti-italiani del calibro di Pio IX o simili.
      Il fatto è che la Chiesa non è mai cambiata, e con il CVII si è semplicemente rifatta il trucco.
      Non che ovviamente i protestanti siano meglio, anzi.
      Però sono molto meno pericolosi, perché sono più espliciti: vogliono la Gerusalemme Celeste e faranno di tutto per ottenerla, si tratti dell'impero britannico ieri o di quello americano oggi.
      Basta essere chiari.
      La Chiesa è molto più subdola, avendo secoli e secoli di esperienza diplomatica alle spalle: vuole la distruzione dell'Europa, e l'estinzione fisica soprattutto degli Italiani (che ha sempre trattato come bestie), ma usa parole di miele.
      E non da oggi, ripeto.
      Da sempre.
      Se bisogna salvare la Chiesa perché ha "salvato" qualche libro (cosa su cui prima o poi bisognerà fare chiarezza) allora non ha senso nemmeno essere ostili all'islam.
      Non ci hanno forse riportato i classiconi?
      Quelli che però la Chiesa aveva "salvato"?


      Matteo

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    9. Va bene, Matteo. Capisco e conosco la tua posizione, che non è la mia. La rispetto anche, perchè non è priva di fondamento e di senso. Discuterne è molto interessante e utile, ma supera i limiti di questo genere di scambi.

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    10. Anonimo15:04

      Capisco.
      Ma ti dico una cosa caro Roberto.
      Un giorno ai cattolici sarà chiesto di scegliere fra la Patria ed il Vaticano esattamente come fu chiesto a quel santo uomo di don Tullio Calcagno.
      La sua risposta fu netta, sofferta ma netta.
      Io della tua sono assolutamente sicuro.
      Di molti altri francamente meno.
      Dal canto mio, da bambino volevo farmi prete.


      Matteo

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  7. Anonimo14:45

    Suppongo che le generalizzazioni comunque non giovino e che le situazioni vadano analizzate singole per aree geografiche e ovviamente culturali.
    Neri o bianchi, uomini o donne che siano, coloro che sono nelle condizioni di potere utilizzano medesimi sistemi comportamentali, forse la crudeltà del parvenu è ancora più sottile. Machiavelli o Rousseau? Un amico che è stato in Ruanda all'epoca mi ha raccontato cose indicibili, sotto quelle soglie il nulla.

    @Matteo
    Settantenne, figlio di lavoratrice, assegnato al nido dopo non molto essere stato sfornato. Questo per l'imprinting. Nel corso della vita erotica non mi è mai capitato di voler legare una partner con la salvia in bocca come l'arrosto imbottito e arrotolato, nè tantomeno mi sia mai stato richiesto (questo in esercizio operativo con 'fauna' nazionale ed estera - uomo cacciatore? mah -), il kamasutra volgarizzato dopo i primi festival dello yoga anni '70. Certo che dal mio stretto punto di vista geriatrico qualche risparmio da destinare allo psicologo forse andrebbe previsto sia per chi lega e guarda il pacco dono che per la legata all'Houdini. Nel settore ... de gustibus.
    Non si tratta di maschilismo, l'homo invertebrato comunque non piace; per estrema semplificazione l'homo zerbino nasce zerbino e la femmina affonda il coltello fin dove il burro cede.Storia vecchia, nihil novum sub sole. Scusate per la semplificazione.

    ****

    [..] università americane sopravvalutate.

    Non si finirà mai di affermarlo e diffonderlo nel mondo.

    lr

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  8. Chercher la fem....emh, l'identitè.

    Quest-ce que ce sera?

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  9. Anonimo09:04

    "All’indomani dell’ennesima manifestazione di protesta dei migranti i numeri, freddi, parlano: la Caritas ha servito 316 pasti, assai più dei 150 che si contarono nel pieno della crisi del 2011."
    " Martedì sera, il parroco colombiano Don Alvarez ci ha messo una pezza, aprendo il salone parrocchiale sotto la chiesa di Sant’Antonio a 120 migranti. Ma l’emergenza non si è placata, anzi, tanto che gli stranieri a bussare in chiesa in poche ore erano diventati 240."
    http://www.ilsecoloxix.it/p/imperia/2016/06/02/ASoxtExC-presenze_migranti_distribuisce.shtml
    Ma vi siete mai chiesti perché i "profughi" arrivano in Italia???
    Ma perché qui sanno che intanto c'è la Chiesa che li aiuta e gli dà una mano! E lo sanno tutti che è la Chiesa che comanda in Italia e non solo!!
    Sveglia cattolici, diventate cristiani una buona volta, chiedete la separazione di Stato e Chiesa!!
    Don Abbondio

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    Risposte
    1. Caro don Abbondio,
      andrebbe specificato "quale Chiesa", e la risposta è tutt'altro che scontata, a occhio e croce ce ne sono almeno due...

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    2. Anonimo09:16

      Intanto che la Chiesa aiuta i "poveri profughi", gli italiani continuano a suicidarsi:
      Fermo: Dramma senza fine, un altro imprenditore si impicca nel suo magazzino
      http://www.crisitaly.org/fermo-dramma-senza-fine-un-altro-imprenditore-si-impicca-nel-suo-magazzino/
      Choc a Recanati, imprenditore si impicca sul posto di lavoro
      http://www.crisitaly.org/choc-recanati-imprenditore-si-impicca-sul-posto-lavoro/
      Bolognetta: Problemi economici, 53enne si suicida con un colpo di pistola
      http://www.crisitaly.org/bolognetta-problemi-economici-53enne-si-suicida-un-colpo-pistola/
      VERGOGNATI BERGOGLIO, PIANTALA DI DIRE CHE GLI ITALIANI SONO CONSUMISTI, STANNO MORENDO DI FAME, E AVREBBERO DIRITTO A CONSUMARE PER AVERE UNA VITA DIGNITOSA. TU STAI OSCURANDO LA REALTA', STAI INCENTIVANDO I PROFUGHI A VENIRE IN ITALIA SEMPRE DI PIÙ, L'ITALIA NON È IL TUO PAESE! È IL PAESE DEGLI ITALIANI E NON DEI FINTI PROFUGHI CHE TU VUOI FAR ARRIVARE A MILIONI!!

      Don Rodrigo

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    3. Anonimo09:19

      @ Buffagni
      La stessa Chiesa che, dopo la seconda guerra mondiale, ha fatto fuggire i criminali nazisti in mezzo mondo, criminali che hanno avuto supporto e aiuti nelle parrocchie CATTOLICHE in giro in tutta Italia.

      Don Abbondio

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    4. Anonimo17:48

      In effetti ce sta a scassa' mica poco. Ma il pensare che il PD, la UE e l'ONU siano succursali del vaticano e' poco ragionevole.

      Don Lurio

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    5. Anonimo19:55

      Riconfigurare i rapporti con la S.Sede ? Certo, ma prima bisogna andare al governo. Togliere alla Caritas (senza la h) il monopolio dell'assistenza ? Vedi sopra, ma tenere presente che fino a che lo Stato non se ne occupa direttamente, alla fame ci finiscono anche i nostri poveracci. Il caso degli stranieri e' oltremodo semplice anche senza la Caritas: non sussiste alcuna ragione per cui indigenti stranieri debbano essere mantenuti in Italia. Ma se non sei al governo, hai un bel voglia a dirlo e a farlo. La C assiste cristianamente tutti, ma e' lo Stato, il Superstato, l'Oltrestato che vanno a pescare gente e poi la portano qui. Basta non portargliela che la C. non deve dare loro da mangiare. E finiamola con i nazisti salvati dal vaticano. Sono stati piu' gli ebrei, se e' per questo, tanto e' vero che il rabbino romano Zolli si e' convertito al Cristianesimo dopo la fine della guerra. Ci fossero stati i russi avrebbero salvato pure loro. Non c'e' alcun bisogno di evocare l'Anticristo di Nietzsche, la consorteria internazionale ha gia' provveduto a collocarne uno di sua fiducia. E' a lui che bisogna rivolgersi, semmai. E nessuno si sogni anche lontanamente di darmi del bigotto, che sono sempre stato un mangiapreti. Ma quando e' troppo e' troppo.

      G.Stallman

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    6. Grazie, Stallman, mi hai risparmiato la replica.

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    7. Anonimo13:24

      Figurati Roberto. Io conosco la posizione dei neo-pagani e parzialmente la condivido, ma liquidare duemila anni da un giorno all'altro, non e' possibile. E soprattutto non lo e' per chi pone il culto della Terra e dei Morti a proprio paradigma. Non si puo' essere tradizionalisti solo a partire dalla Pizia. E' passata un tantino di acqua sotto i ponti nel frattempo. C'e' un bell'articolo su di un sito neo-pagano che leggo spesso con molto interesse:

      http://www.ereticamente.net/2016/06/un-autore-dimenticato-jules-soury-alfonso-de-filippi.html

      Dopo aver elencato cio' che l'autore intende per responsabilita' del Cristianesimo, inteso come punta di lancia della lotta tra ariani e semiti, ed averle stigmatizzate piu' volte, l'autore conclude con:

      "“Cattolico, io morirò nella religione in cui sono nato, nella Chiesa Cattolica, non… perché io abbia fede, ma perché nutro rispetto e amore per le tradizioni, le tradizioni famigliari e le tradizioni nazionali.”

      Cosa della quale l'articolista non riesce a darsi spiegazione visto lo sconquasso odierno del quale sicuramente anche la Chiesa cattolica e' responsabile. Confondendo con cio' la responsabilita' dottrinaria con quella politica che non sono sempre e necessariamente coincidenti. Altrimenti il Papa non avrebbero dovuto cambiarlo al volo come in una partita di pallacanestro.
      L'Anticristo di Nietzsche era parecchio piu' evoluto di questo.

      G.Stallman

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    8. Anonimo13:32

      PS
      comunque, tra le diverse posizioni politiche e religiose ce n'e' una che se ne avvantaggia comunque e non compare quasi mai. Il che e' un punto a favore dei neo-pagani, anche se vengono trumentalizzati come tutti gli altri.

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    9. Grazie, articolo interessante. Del resto, che luogo ha scelto per la sua devotio Dominique Venner?

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    10. Anonimo00:18

      Venner ha scelto Notre Dame per ragioni opposte a quelle che si puo' pensare. Il suo gesto e' stato un atto di denuncia nei confronti del Cristianesimo in quanto tale e della Chiesa cattolica che ha rinnegato fino i suoi maggiori luoghi di culto, ma alla fine e' tutta la corrente civilta' che riteneva responsabile. Sulla prima parte avrei qualche riserva, ma sulle altre due sono senz'altro d'accordo. E' stato comunque un gesto che pochi sarebbero in grado di comprendere oggi, cosi' come pochi si rendono conto a quale livello di abiezione questa civilta' sia ormai giunta. Comunque la si possa pensare, soprattutto circa la blasfemia del gesto, di un uomo simile non si puo' che avere rispetto.

      G.Stallman

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    11. Caro Stallman, io mi limito a registrare quel che Venner ha scritto nella sua ultima lettera: "Je choisis un lieu hautement symbolique, la cathédrale Notre-Dame de Paris que je respecte et admire, elle qui fut édifiée par le génie de mes aïeux sur des lieux de cultes plus anciens, rappelant nos origines immémoriales."
      Direi che c'è tutto. La religione di Venner non è la mia, ma un gesto come il suo impone a chiunque non sia proprio irrecuperabilmente frivolo un momento di silenzio e di serietà. Non trovo blasfemo il gesto (manca l'intenzione blasfema). Gesti blasfemi ne compiono come se niente fosse fedeli e celebranti cattolici, per esempio quando applaudono in chiesa come se fossero a teatro, quando vi ospitano "opere d'arte" di un nichilismo sbalorditivo, etc.
      Lo trovo terribilmente serio e grave. Non so se Venner intendesse celebrare un vero e proprio sacrificio efficace, con la sua devotio (perchè di questo si tratta, oggettivamente: del sacrificio volontario di un capo che nel momento di massimo pericolo per i suoi si getta nella morte, così invocando il soccorso del numinoso). Secondo me, sì. Penso volesse riattivare il sacro in un luogo "édifiée par le génie de mes aïeux sur des lieux de cultes plus anciens". Non ho la più pallida idea delle conseguenze metafisiche di un sacrificio così concepito ed eseguito.

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    12. Anonimo12:54

      Come sanno bene i rabbini ebrei, che contrariamente ai cristiani non hanno mai rinunciato all'esoterismo, ogni sacrificio che preveda lo sgorgare del sangue è efficace, e non a livello metafisico, ma metastorico.
      Perchè il sacrificio costringe chi ne è "investito" a mostrarsene degno.
      Iddio o chi per lui se ne fotte bellamente di chi lo prega, ed anzi lo deride e lo disprezza. Ma di fronte al sangue, la divinità si piega alla volontà.



      Matteo

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    13. Anonimo14:04

      Roberto: non pretendo di conoscere a fondo le motivazioni di Venner, ma l'interpretazione che ne darei e' quella che si puo' trovare nella Tradizione e nell'eredita' biologica, che poi e' la stessa del Soury. Significa: non accetto, anzi rifiuto come estranea, una religione che ha contribuito all'estinzione della mia razza, ma accetto l'eredita' dei miei progenitori la cui testimonianza e' ancora visibile nelle loro opere. Sul significato del sacrificio, Matteo da una migliore spiegazione di quella che potrei dare io.
      La blasfemia e' una questione teologica interna alla Chiesa cattolica, infatti, se ricordo bene, una chiesa deve essere riconsacrata. Nei fatti, invece, la blasfemia (o l'apostasia) e' ormai la dottrina prevalente nella CC.

      Matteo, per la mia educazione cattolica non sarei disposto ad accettare una visione simile, ma a livello piu' profondo mi parrebbe molto piu' naturale. Chi si e' ritrovato coinvolto in qualche conflitto armato e' piu' incline a capirlo di chi vive solo nel mondo delle idee.

      G.Stallman

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    14. Per il cristianesimo, l'ultimo sacrificio efficace è il sacrificio di Cristo sulla Croce, che si rinnova nell'Eucarestia. Gli altri sacrifici sono proibiti, non dichiarati inefficaci (a meno che non si assuma il punto di vista, molto interessante, di René Girard).
      Giusto il rilievo di Stallmann riguardo la blasfemia, che io avevo inteso nel significato corrente e non rituale.
      Concordo poi con Stallman che chi si è trovato in zona di guerra non può che prendere sul serio l'efficacia del sacrificio di sangue, poco ma sicuro.

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  10. Anonimo14:31

    Cara lameduck, comunque tra un po il problema sollevato dal tuo articolo non si porrà piú, perché nel futuro ci saranno solo individui transgender, ermafroditi, meticci, ricombinati, sterili, atomizzati, autocompleti senza bisogno di altre metà, e cosí facendo l'elite vivrà felice e contenta
    Amanda

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  11. Anonimo11:35

    Assideramento indotto.
    L’esposizione prolungata al freddo genera l’arresto delle funzioni vitali penultimo il cervello che anticipa solo il cuore.
    Nell’assideramento l’arresto delle funzioni del cuore sono anticipate solo dall’arresto del cervello .

    C’è un’analogia tra gli effetti del’assideramento corporeo e quello sociale in entrambi muore prima il cervello e poi il cuore .
    C’è una differenza tra l’assideramento corporeo e quello sociale , in quest’ultimo il tempo può non essere attesa per questa la ragione nell’assideramento indotto è utile somministrare sempre più freddo.
    Qui in questo stadio di assideramento indotto il tempo è attesa perche fa sempre più freddo.
    luigi

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  12. Anonimo18:20

    "VENTIMIGLIA - Per sfamare i migranti presenti nella parrocchia di Sant'Antonio a Ventimiglia i volontari hanno dovuto cucinare quasi un quintale di pasta. Basterebbe questo dato per comprendere il peso della situazione che la città di confine sta sopportando ormai da tempo. Stamani le colazioni distribuite sono state circa 400, con i migranti in fila per ricevere un po' di latte, un pezzo di colomba e qualche biscotto."
    http://www.primocanale.it/notizie/ventimiglia-quasi-un-quintale-di-pasta-per-sfamare-i-migranti-172146.html
    E CHI LI SFAMA GLI ITALIANI?????
    AH, LO SO, PER PAPA BERGOGLIO GLI ITALIANI SONO TUTTI RICCHI E CONSUMISTI CHE DEVONO SFAMARE I "POVERELLI MIGRANTI" E ACCOGLIERLI NELLE LORO CASE.
    Don Don

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  13. Anonimo08:42

    Le parole del Grande Mazinger:
    INSERIAMOLA IN QUESTO CONTESTO
    Roma - 11 febbraio 2013 - "Chi lascia la propria terra lo fa perché spera in un futuro migliore, ma lo fa anche perchè si fida di Dio che guida i passi dell'uomo, come Abramo. E così i migranti sono portatori di fede e di speranza". Lo diceva un mese fa, al termine dell’Angelus in piazza san Pietro, Benedetto XVI. Pochi giorni prima, nella solennità dell’Omelia della notte di Natale, aveva posto “la grande questione morale su come stiano le cose da noi riguardo ai profughi, ai rifugiati, ai migranti”, mentre “riempiti da noi stessi, non lasciamo spazio agli altri”.

    Nel suo breve pontificato, Joseph Ratzinger ha parlato molto spesso di immigrazione, esortando i cattolici all’accoglienza e al rispetto dei diritti e della dignità di chi lascia il suo Paese per fuggire a guerre, persecuzioni e miseria, o anche solo per inseguire la speranza di una vita migliore. Lo ha fatto attraverso interventi “estemporanei” o, più programmaticamente, nei suoi messaggi annuali per la Giornata del Migrante e del Rifugiato.

    Nell’ultimo messaggio, pubblicato lo scorso ottobre, ha sottolineato tra le altre cose che “ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune, ma sempre assicurando il rispetto della dignità di ogni persona umana. Il diritto della persona ad emigrare è iscritto tra i diritti umani fondamentali, con facoltà per ciascuno di stabilirsi dove crede più opportuno per una migliore realizzazione delle sue capacità e aspirazioni e dei suoi progetti”.

    Un giorno, parlando ai ragazzi dell’Azione Cattolica, il papa chiese loro di “essere generosi, accoglienti, solidali, e soprattutto comunicatori della bellezza della fede”. “Tanti uomini, donne e giovani – ricordò - vengono a contatto con il nostro mondo, che conoscono superficialmente, abbagliati da immagini illusorie, e hanno bisogno di non perdere speranza, di non barattare la loro dignità. Hanno bisogno di pane, di lavoro, di libertà, di giustizia, di pace, di veder riconosciuti i propri inderogabili diritti di figli di Dio”.

    Guardando alle migrazioni Ratzinger ha sempre considerato l’impatto distruttivo che possono avere sulle famiglie e ha chiesto norme che ne tutelino l’unità . “Occorre augurarsi – disse qualche anno fa rivolgendosi agli ambasciatori - che i bisogni di coloro che emigrano siano presi in considerazione da legislazioni che facilitino il ricongiungimento familiare e concilino le legittime esigenze della sicurezza e quelle dell'inviolabile rispetto della persona”.

    Benedetto XVI ha sempre invitato tutti a vedere nei migranti il volto di Cristo. “Gesù – disse nel corso di un viaggio apostolico in Africa - ha voluto prendere il volto di quanti hanno fame e sete, degli stranieri, di quanti sono nudi, malati o prigionieri, insomma di tutte le persone che soffrono o sono messe da parte; il comportamento che noi abbiamo nei loro confronti sarà dunque considerato come il comportamento che abbiamo nei confronti di Gesù' stesso”.

    Del resto, come ha ricordato più volte il pontefice, “Anche i genitori di Gesù dovettero fuggire dalla propria terra e rifugiarsi in Egitto, per salvare la vita del loro bambino: il Messia, il Figlio di Dio è stato un rifugiato''.

    EP
    http://www.stranieriinitalia.it/attualita/attualita/attualita-sp-754/benedetto-xvi-papa-dalla-parte-dei-migranti.html
    ricongiungimento familiare, diritto per i migranti a stabilirsi dove si vuole, moralismo nei confronti dei paesi che dovrebbero ospitarli, c'è tutto già in Mazinger, prima ancora che in Bergoglione
    dON dON

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