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lunedì 29 aprile 2013

Il governo primavera del Dottorino Morte


Non so se siete a conoscenza del fatto che questo nuovo governo Letta bello de zio  è convinto di andare in Europa (diciamo meglio, in Germania) a "rinegoziare" i patti e le condizioni di partecipazione al Battle Royale dell'euro. Insomma, questi fanno credere al popolo stremato dalla crisi che andranno là con il ditino alzato ad agitarlo in faccia alla Merkel, che lei si impietosirà e cancellerà il Fiscal Compact chiedendo pure scusa.
Che rimedieranno invece in risposta un pernacchio con la mano molle, anche se chi glielo farà sarà tedesco e non partenopeo, evitano di aggiungerlo. Eppure quel simpaticone di Schauble ha già fatto preventivamente capire che non se ne parla nemmeno di discutere il primato teutonico e le regole da Piano Funk reloaded applicate ai vicini europei. Manco era fatto il governo e già dettava le condizioni per la nostra sopravvivenza

Quindi, secondo il mio modesto parere, questo governo parte già con un piede affondato in una menzogna non da poco, direi colossale. Una menzogna che potrà non sembrare tale al piddino che è convinto che l'euro ci abbia salvato dall'iperinflazione delle carriole ma che appare insultante e disgustosa a chi sa qual è il problema e cosa occorrerebbe per risolverlo.
Vedremo come riusciranno a rivendere in casa la figura da peracottari e le quattro palle che rimedieranno a Berlino. I media dovranno sfoggiare veramente tutte le loro doti di persuasione e manipolazione della realtà per far ingoiare la balla agli italiani.

Per il resto, che si può dire di questo governo di Große Inkulation, dove viene sancita l'inevitabilità dell'accettazione del ricatto berlusconiano e la disponibilità del PD a fare di tutto pur di tornare al potere?
Dal punto di vista umano, essendo un governo TINA, potevano andar bene anche il mio parrucchiere, il tuo fruttivendolo e il suo gommista.
Sembra il governo dei bimbi in colonia dai preti in montagna e si ha la sensazione che abbiano mandato in campo la primavera. Nomi tutto sommato sacrificabili se le cose dovessero andare male. Per esempio se il Re Nano non fosse soddisfatto di come gli hanno impiattato il salvacondotto e, con il malcontento crescente per le manovre lacrime e sangue che dovranno indubbiamente fare per "morire per Maastricht", non decidesse di rovesciare il tavolo ed andare ad elezioni per vincere di nuovo. Tanto questo è un governo a DNA piddino, lui non c'è e non c'è alcun  nome importante PDL presente, stanno tutti in panchina, anzi in tribuna d'onore. Non ci sono nemmeno pezzi da novanta piddini, quelli che se la cavano sempre, per la verità, a parte bello de zio, quindi l'ipotesi primavera (e inciucio) è confermata. Governo di pupi, di AmbrAngiolini Alfani con l'auricolare collegato al puparo. Gente che esegue gli ordini, non abbaia e non sporca.

E' un governo di ggiovani, secondo il parametro italiano secondo il quale a quarant'anni sei ancora un poppante con il latte sulle labbra. Un governo di ministri immagine, con una bella dose di paraculaggine tipicamente cattocomunista e centovetrine pour épater le piddin
Le sette donne, ad esempio, come se l'esperienza Fornero non dimostrasse che essere donna non basta, se non a fare demagogia e femminismo vista mare; la dottoressa di colore utile per far saltare subito il salvavita razzista della Lega e sviare l'attenzione, visto che lo ius soli, mi dispiace, non è argomento da economia di guerra quale stiamo vivendo, ma materia per tempi di vacche grasse.
La ex campionessa tantobbrava, il giovane turco, la vecchia marpiona radicale, il banchiere all'economia, i ciellini a mazzetti. 
Le pidielline che da settimane monopolizzavano tutti i talk show e ora capiamo perché: una, la De Girolamo,  convinta che la lontra sia un uccello, all'agricoltura e Meg Ryan Lorenzin paracadutata alla salute (sempre meglio comunque di Sacconi che aveva la mogliera in Farmindustria) e che forse è giusto capisca poco di medicina, tanto lì si dovrà solo privatizzare, mi sa. 

Come è la reazione del popolo al nuovo governo? Il piddino si è subito mutato in una nuova specie: il potevandarepeggista, variante del vediamoliprimalloperista. La congolese e la campionessa, le migranti modello lusso funzionano perfettamente: fanno dimenticare il Quagliariello alla manipolazione della Costituzione ad usum caimani e i tecnici superstiti del governo Monti ancora tra le palle. Noto un certo entusiasmo nei piddini, poeri nani. Non sarà il meraviglioso governo di cambiamento di Bersani che il Grillo bastardo e cattivo ha impedito loro di fare ma questo dei bimbi in colonia potrà accontentarne comunque  l'aspirazione alla mediocrità e permetter loro di identificarcisi in pieno.

Noi che abbiamo votato altrimenti e siamo cani fuori dall'uscio non ci sentiamo rappresentati da questo governucolo ma è un bene, è un motivo d'orgoglio. Vederli oggi, chiusi al Trianon a suonar campanelle a morto per l'Italia e festeggiare mentre fuori la follia o la disperazione (sperando non si tratti di altro) colpivano i soliti innocenti, li ha allontanati ancora di più dal mondo reale e dalla nostra comprensione.
Non solo, ma sentirli pronunciare quelle parole sacre, quel "giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne le leggi, nell'esclusivo interesse della nazione, ecc.", ecco, soprattutto quell'esclusivo interesse della nazione, pensando a condoni, insabbiamenti e patti inconfessabili, a me ha fatto l'effetto di un porco***  in chiesa.

sabato 27 aprile 2013

La misura è colma




Dal PUDE Pravo di stamani:
"Giustizia, il piano del Cavaliere: "Congelare i processi ora si può" E punta alla nomina a senatore a vita.
Il centrodestra con le larghe intese spera di creare un clima di pacificazione, per evitare che i processi aperti a carico di Berlusconi (Mediaset, Ruby, Unipol, De Gregorio) arrivino a una condanna e all'interdizione dai pubblici uffici. Trattativa più dura per le difficoltà del Pd su corruzione, prescrizione e anti-riciclaggio."

La Santanché ieri sera da Lerner parlava addirittura di un risarcimento che spetterebbe a B. per tutti questi anni di persecuzione. Sono d'accordo. Già che quelli sono pronti a cedere su ogni fronte, perché non approfittarne per ricapitalizzare?

Quello che fa salire la rabbia blu nel sangue è che quelli del Partito Bestemmia non se ne vergognano di mostrare il motivo vero dell'inciucio, ne parlano orgogliosi attraverso i loro organetti di regime, con i giornalisti cazzuti che ancora scrivono o ci torturano con il dibattito serale di autocoscienza piddina spaccamaroni a reti unificate. 
Non se ne vergognano probabilmente perché così, in cambio, salveranno le loro amate banche e i loro amministratori corrotti che supervalutano le autostrade; le loro migliaia di tirapiedi, simpatizzanti, zdore, parassiti e apparatchiki.

Io non ce la faccio più a sentire piddini che danno la colpa a Grillo (ovvero all'ultimo arrivato signor nessuno) della nostra situazione. Dopo una trattativa tra Stato e Mafia nata sul sangue di Falcone e Borsellino, dopo vent'anni di governo consociativo lega-mafioso che ha vietnamizzato l'Italia, dopo l'euro, dopo la colonizzazione selvaggia dei paesi economicamente dominanti e dopo vent'anni di collaborazionismo affaristico della sinistra che è stata comperata a suon di banche e posti sicuri nelle partecipate per i loro tirapiedi corrotti, passati immuni sulle braci ardenti della Prima Repubblica proprio per servire da ricattabili nella seconda. 

Non ce la faccio più a sentire queste minchiate. Ad ascoltare gente talmente stolta da non accorgersi di essere stata venduta come gli schiavi a poteri che hanno solo in mente la conservazione del privilegio ai nostri (e loro, dei piddini) danni, la continuazione della lotta di classe con altri mezzi; gente i cui ideali sono stati barattati per il classico piatto di lenticchie da traditori che la storia giudicherà come i peggiori mai esistiti. E' solo questione di tempo.

E' colpa di Grillo, già, dell'unica nota stonata nel concerto, dell'unica stecca di corno, non dell'orchestra e del direttore; di una classe dirigente di sinistra da vomito, tenuta per le palle da vent'anni dal più innominabile dei poteri e che ha arraffato tutte le briciole che esso le ha lasciato e poi, ingolosita ha accettato di partecipare alla spoliazione definitiva del popolo. Con dei sindacalisti che il primo maggio, dopo il concerto dei soliti chitarrosi di partito pagati con i nostri soldi pubblici, fanno il muso feroce  con il cappellino da Cipputi  all'indietro e poi il giorno dopo ridono e si scompisciano a tavola con i padroni. La merda ha più dignità di costoro.

Andate avanti così, piddini, che fate i delusi e i dolenti con il lutto fresco ma ancora non volete capire chi esattamente vi ha fottuto perché la fine del sogno sarebbe troppo dura da accettare per voi. 
Gettatevi nel baratro con gli altri lemmings contenti ed orgogliosi di aver partecipato alla buffonata a pagamento delle primarie, la bella pensata che ha consentito ai vostri dirigenti di avere il tempo di trovare meglio il buco da fottervi e di ridere anche dopo alle vostre spalle.

Io non ce la faccio più a sentirvi ma so che dovrò purtroppo subire sulla mia pelle i frutti della vostra incommensurabile imbecillità. E ora toglietemi pure l'amicizia, smettete di seguirmi su Twitter, non leggete più questo blog e annatevene affanculo.

giovedì 25 aprile 2013

Morire per l'euro?


E così hanno mandato a praticare l'eutanasia alla povera ragazza in coma il dottorino giovane che rassicura tanto e dal quale non ti aspetteresti mai l'iniezione letale ma solo il Buscopan. Un giovine perfetto pour épater le piddin, così ammodino, cattolico e pure de sinistra, questa parola ormai così squalificata, come avrebbe detto Gaber. L'inganno perfetto, il torturatore buono che ti illude che il tormento sia finito ma che ti riconsegnerà presto nelle mani dei peggiori sadici.

Questo Gauleiter piddino scelto da chi comanda davvero per mettere a ferro e fuoco le ultime resistenze italiche e sottometterle all'Europa (alias Germania) è veramente perfetto per il ruolo. Un caso in cui il film si reggerà proprio sulla scelta felice del casting e del protagonista. Era da tanto che ci sperava, e mica solo dal 2011, quando s'offrì tanto per la causa montiana del governo tecnico, come dimostra questa celeberrima missiva che Monti, (casualmente?), regge ben in favore di telecamera. A futura memoria. Manca solo il "riveriamo".

Il pizzino inviato nel 2001 da Letta a Monti e da lui mostrato (casualmente?) in favore di telecamera

Nel post "A Letta con il nemico" del 2008 descrivevo il suo fervore anti-antiberlusconiano, preludio al coming out e successiva ufficializzazione matrimoniale della relazione ventennale tra il suo partito e il vecchio e il suo proporsi come berluschinogiovane modello terza repubblica per un futuro governo d'inciucio.
Apro una brevissima parentesi commemorativa. Rivolgiamo un pensiero affettuoso a Matteo Renzi che, anche lui, ci aveva tanto sperato e s'era offerto, ma che s'è beccato invece un "ragazzo, lasciaci lavorare" ed è stato messo solo a fare il palo fuori dalla banca. Così, se passa il metronotte, ci scambia qualche battuta in toscano e lo distrae.

Banca, perché ho detto banca? Mah, perché questo inciucio immondo sembra proprio la conferma di ciò che sospettavamo. La difesa della robba prima dell'invasione. Mediaset da una parte e Monte Paschi dall'altra. Forse hanno promesso di non toccargliele mentre si dedicheranno allo stupro di guerra di ENI, SNAM, Finmeccanica e ciò che resta dei nostri asset - per non parlare delle povere imprese indifese - sotto gli occhi del primo liquidatore, il Draghi Smaug a guardia del tesoro.

E non pensate che la cosa sia nata dalla mente geniale di giorgionapolitano in questi ultimi giorni. Come preannunciavo in questo post, ci hanno trattato come i greci, come gente che ha votato alla cazzo e ora deve essere rieducata.
Ce l'hanno diluita in modo omeopatico ma la porcata era un'agenda ben pianificata. La pantomima attorno all'incarico a Bersani nella parte dell'utile idiota con l'abile mossa di dare a bere ai piddini che la colpa del mancato glorioso governo di rinnovamento era colpadigrillo (così avrebbero avuto già bell'e pronta la negazione psicotica della realtà come prima fase dell'elaborazione del lutto per la perdita del partito di riferimento). Poi la seconda pantomima con lo psicodramma piddino del Quirinale, con il pepe del redde rationem tra i compari d'anello e i compagni di merende. La terza, con il sacrificio di napolitanogiorgio e il gran finale col botto dell'incarico al nipote di suo zio. Hanno fatto tutto i piddini da soli, eh? B. e gli altri assistevano solamente. Il famoso pilota automatico.

Ormai perfino i piddini più ottusi cominciano ad intuire che abbiamo qualche problema con l'euro e con il predominio della Germania (per onestà intellettuale bisogna ammettere che i berlusconidi  ci sono arrivati da un pezzo, ahimè).
Ebbene, vi annuncio con magno gaudio che Enrico Letta è un fanatico dell'euro. Addirittura, come recita il titolo di un suo libercolo del 1997, vorrebbe morire per Maastricht. La sua idea non è però il kamikaze solitario che si lancia sulla portaerei americana al grido di "Tenno heika banzai!" ma il suicidio di massa stile Guyana del Reverendo Jones. Dobbiamo morire tutti per Maastricht, sostiene questo bel tomo. E il fatto è che possiede tutta l'ingnoranza per farlo.

Dalla presentazione sul sito IBS del libercolo si legge: 
"La strategia argomentativa di Letta presenta l'unione monetaria come il primo approdo di un coerente percorso verso l'unità, durato un quarantennio. L'originalità del percorso - prima l'economia, poi la politica - non comporta rischi secondo l'autore. Riflette piuttosto un'acquisita "simbiosi" di politica ed economia, di cui i parametri di Maastricht sono un'espressione sostanzialmente corretta e che ha già dato buona prova di sé nel risanamento economico degli ultimi anni. Il processo non va interrotto, ma semmai completato, anche attraverso un maggiore e più consapevole contributo italiano." 
E' tutto qui, il prossimo suicidio di massa italiano. Credo di aver spiegato ormai alla nausea, riprendendo autori assolutamente autorevoli di ogni parte del mondo, che l'aver cominciato dalla moneta unica prima di completare l'unione politica, fiscale, economica e culturale dell'Europa (per chi ci teneva tanto a questa immane minchiata, il famoso fogno) ha rappresentato un errore fatale di programmazione che, quando è arrivato lo shock esterno nel 2008, ha mandato il sistema in schermata blu.
Lo sapevano che sarebbe successo, non solo perché stava scritto fin dal 1961 nella teoria dell'Area Valutaria Ottimale (che un bimbetto sveglio come Letta non dovrebbe ignorare, visto che è un fondamentale). Lo sapevano i leader degli anni ottanta, i tanto bistrattati Thatcher e Craxi, che oggi rischiano di apparirci come inascoltati salvatori della patria che, dio non voglia, dovremo rimpiangere.

Quindi questi euromorituri o sono idioti o sanno perfettamente cosa stanno facendo. E cosa stanno facendo è ormai chiaro. I collaborazionisti di coloro che hanno scatenato, approfittando di un casino globale provocato dai guastatori finanziari, una guerra economica di espansione verso il Lebensraum mediterraneo.
Finirà male per tutti, anche per chi oggi dà quattro palle a tutti, perché l'economia ha poche regole, forse solo una, la legge della domanda e dell'offerta, e quando non ci saranno più importatori e compratori, morti per fame, esportatori e venditori creperanno anche loro. Come diceva Keynes?

P.S. Oggi 25 aprile l'ELetta, offerto in streaming per noi, con il suo eloquio da ipnotizzatore democristiano, un vero marine della politica, di quelli da assalto, ha messo agilmente in buca il duo Crimi-Lombardi. Due pischelli rei, agli occhi dei twitteri, di non essere lui un Che Guevara e lei una Evita Peron.
Come sempre ci si è concentrati sul dettaglio e sull'apparire e non sull'essere e sul totale. Nessuno ha notato il fatto non marginale che i due non governeranno e che il nipote prodigio, ogni tre parole, ci infila l'Europa, non l'Italia.
L'Europa che sappiamo, che ci sbeffeggia attraverso quel frustrato di Schauble al quale oggi nessuno ha risposto, di questi Quisling traditori da quattro soldi, con un bel "fatti i cazzi toi, vastaso!"
Schauble che ha mandato a quel paese proprio il Letta che aveva detto agli amici che sarebbe andato in Europa a rinegoziare e a romper culi. La risposta della Germania l'ha avuta prima ancora di cominciare. E una risposta l'ha avuta anche, se vogliamo, Grillo che vuole essere invaso dall'efficienza teutonica. (Un'idea nemmeno originale.)

Cari piddini e affini, affidatevi pure alle cure del giovane primario e, se la paziente Italia muore, datene pure la colpa all'addetto all'obitorio.

martedì 23 aprile 2013

Farsi belli col sol di luglio. Perché il partito antieuro tedesco non mi convince del tutto


Questo articolo del blog "Voci dalla Germania" , strumento assolutamente indispensabile per capire cosa accade relativamente ai fatti economici all'interno del core 'ngrato europeo, presenta le motivazioni ed illustra il programma del neo partito antieuro tedesco Alternative für Deutschland, fondato dall'economista amburghese Bernd Lucke appena il 14 aprile scorso (bel numero il 14, soprattutto pensando al mese di luglio).
C'è molta attesa per la prima prestazione elettorale in autunno di questa nuova entità politica che si presenta come fortemente critica delle politiche economiche della signora Merkel e di tutto l'impianto dell'eurozona. I sondaggi - da prendere sempre con il forcone - le attribuiscono un 17% di consensi come entry level. Staremo a vedere.
Intanto vediamo cosa si propongono di fare i suoi leader e se la loro ricetta antieuro potrebbe essere vantaggiosa anche per noi o si tratta di una mezza sòla come certi prodotti tedeschi made in China.

Nel programma elettorale di AfD si legge:
"Chiediamo uno scioglimento ordinato della zona Euro. La Germania non ha bisogno dell'Euro. Altri paesi sono stati invece danneggiati dalla moneta unica."  [articolo citato]
Sullo scioglimento ordinato e sul fatto che l'euro abbia danneggiato altri paesi non ci piove. E' sul fatto che "la Germania non ha bisogno dell'euro" che nascono le prime perplessità.



La Germania ha avuto bisogno eccome dell'euro, come ammette perfino Romano Prodi in questo ormai famosissimo video.
Vi ricordate la Germania malata d'Europa nel post guerra fredda che, porella, non riusciva ad accumulare surplus? Senza nulla togliere all'operosità, serietà e produttività teutoniche, nel grafico qui sopra si vede chiaramente che, dall'introduzione dell'euro, la Germania dal 2003 al 2008  è cresciuta costantemente di più dell'Italia ed ha potuto riprenderci molto meglio dopo lo shock esterno finanziario del 2008 che ha provocato l'attuale crisi economica.
Guardiamo i livelli di produttività del 1994 per entrambi i paesi, che grosso modo si equivalgono. Ad oggi quello della Germania è aumentato considerevolmente, mentre noi siamo ritornati alla casella di partenza del 1992. Con l'aggravante che tutto ciò che avevamo costruito in vent'anni, nonostante la casta, la cricca, la corruzione e le mafie, che non ci avevano impedito comunque di arrivare ad essere la quinta potenza economica mondiale, è stato distrutto. Vent'anni sprecati e regalati alla concorrenza senza neppure un grazie in cambio.
Perché l'euro, pensato più come supermarco che come vera moneta unica europea, ha creato uno squilibrio tra il centro e la periferia meridionale (come era stato ampiamente previsto) ed ha imposto il principio della concorrenza che, se nel libero mercato tra aziende porta vantaggi, tra paesi legati ad un vincolo di cambio provoca solo miseria, distruzione e morte per i più deboli e un vantaggio drogato per i più forti. Non solo, ma la Germania si è avvantaggiata anche grazie a deroghe ai trattati europei in barba agli altri soci, come ricorda Antonio Maria Rinaldi:
"Pochi sanno che nello stesso Trattato di Maastricht, firmato il 7 febbraio del 1992, vi erano previsti per vent’anni, ma ancora inspiegabilmente non abrogati, aiuti statali in deroga ad appannaggio dei territori ex DDR! Aiuti che non sono stati mai previsti o concessi dalla Commissione Europea neanche a favore delle aree più depresse dell’Unione Europea e che continuano a favorire oltremodo la competitività delle aziende tedesche specialmente nei confronti delle nostre, uniche in grado di contrastarle sul piano tecnologico."
Insomma, la Germania deve ringraziare l'euro con preci e ceri alla Madonna, altro che "non ne ha bisogno". Per giunta, l'euro diventato l'arma da usare contro paesi presunti alleati divenuti invece competitors ha prodotto un vantaggio che non è andato a favore del popolo tedesco ma dei soliti  Scheiße Kapitalisten, come dimostrano altri dati sempre più preoccupanti sull'impoverimento e l'aumento della diseguaglianza sociale in Germania.
E' stato proprio a causa di questo impoverimento, della solita privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite, con lo spauracchio di dover mantenere popolazioni straniere percepite dal tedesco medio sottoposto alla propaganda eurista come sfaccendate e mangiapane a ufo ed uniche responsabili delle loro miserie, che è alla fine nato un partito come Alternative für Deutschland. Altrimenti, se la crisi e l'ingiustizia sociale non fossero arrivati a toccare il Volk, mi verrebbe da dire che col cavolo qualcuno in Germania parlerebbe di uscire dall'euro.

Veniamo al punto che ancor meno mi persuade del programma di AfD. Cito sempre da "Voci dalla Germania":
"AfD chiede "la reintroduzione delle monete nazionali, oppure la creazione di unioni monetarie più piccole e più stabili". La reintroduzione del D-Mark non dovrebbe essere considerata un tabù.
Come dovrebbe realizzarsi la dissoluzione dell'Eurozona non è pero' scritto nel programma. Lucke  tuttavia ha spiegato in alcune interviste e negli articoli specialistici che pensa all'introduzione di alcune valute parallele. Nei paesi in crisi i governi ormai di fatto insolventi potrebbero introdurre una nuova valuta accanto all'Euro, ad esempio una nuova Drachma. La nuova moneta si svaluterebbe, semplificando l'adeguamento dei prezzi.  I vecchi contratti, i beni e le proprietà resterebbero denominati in Euro, in modo da evitare un bank-run e le conseguenti turbolenze, chiarisce Lucke. Dopo una prima fase di passaggio, i paesi avrebbero la possibilità di uscire definitivamente dall'Euro. Questo permetterebbe loro di ripartire, secondo Lucke, dopo essere rimasti intrappolati in una spirale di recessione e tagli. "[articolo citato]
Sulla reintroduzione del D-Mark siamo d'accordo, purché significhi: 1) l'uscita unilaterale della Germania dall'eurozona, con il cosiddetto piano Dscenario considerato tutto sommato meno traumatico per l'intera eurozona che l'uscita per disperazione di Grecia o Cipro o prossimamente di  Italia o Francia, non dovessero bastare per quest'ultima le concessioni della BCE a stampare moneta, a noi ovviamente negate. Oppure: 2) Un più conveniente liberi tutti. Eliminare l'euro completamente e ritornare ognuno alla propria moneta nazionale, applicando il principio della LEX MONETAE.
Questo parlare da parte di AfD di reintrodurre il marco oppure frammentare l'unione monetaria in altre più piccole, oppure, oppure, oltre al non parlare chiaramente del COME, dimostra un'indecisione che non convince ma che forse è motivata, diciamo meglio, condizionata, dall'indubbia situazione di vantaggio della Germania rispetto ai partners dell'eurozona rispetto all'euro.

Del resto, in questo articolo uscito su Le Monde nel 2011 (tradotto da Carmen Gallus di "Voci dall'estero", altra fonte inesauribile di informazione economica), un gruppo di economisti francesi, tra i quali Jacques Sapir, proponeva un progetto di uscita dall'euro molto interessante e più deciso, dal quale traggo tre passaggi significativi.

1) Nei singoli paesi dell’area saranno ricreate delle valute nazionali. Ciò avverrà scambiando un euro attuale contro un’unità della nuova moneta. Per i biglietti, occorrerà semplicemente un breve periodo di transizione, durante il quale sulle vecchie banconote – emesse da ciascuna banca nazionale, ora recanti un segno distintivo per paese (contrassegnate con “U” per la Francia) – sarà impresso un timbro, prima che venga stampata una quantità sufficiente di nuove banconote in vista dello scambio. Per le monete, lo scambio potrà essere fatto molto rapidamente, poiché hanno già una faccia nazionale.
2) Alla data di uscita dall’euro, i tassi di cambio delle nuove valute nazionali tra loro, saranno definiti di comune accordo, per ripristinare normali rapporti commerciali. Ecco l’unico modo valido per risolvere il problema principale, che è il debito estero netto. Si prenderà in considerazione l’aumento dei prezzi in ciascun paese dopo la creazione dell’euro, e la situazione del commercio estero. Le svalutazioni e le rivalutazioni necessarie saranno definite nei confronti di una unità di conto Europea, il cui valore internazionale sarà calcolato come media ponderata dei tassi di cambio delle valute nazionali, come è avvenuto per il vecchio écu.

3) All’interno di ogni paese rimarranno invariati, alla data dell’uscita, i prezzi di beni e servizi, nonché i valori delle attività e dei conti bancari. La scomparsa dell’euro farà sì che il debito pubblico di ciascuno Stato sia convertito nella moneta nazionale corrispondente, a prescindere dei creditori, con esclusione di coloro che detengono dei crediti commerciali. Al contrario, i debiti esteri di operatori privati, come i loro crediti commerciali esteri, saranno convertiti nell’unità di conto Europea. Sebbene questa soluzione favorisca i paesi forti e discrimini i paesi più deboli, è l’unica soluzione realistica per garantire la sostenibilità dei contratti precedenti. [fonte]

I francesi parlano di unità di conto europea, non di euro, riguardo al debito privato con l'estero. Non è una cosa da poco. Come abbiamo visto, questa unità di conto europea risulterebbe dalla media ponderata dei tassi di cambio delle nuove valute nazionali.
Lasciare invece il debito estero in Euro, ovvero con il vincolo del cambio fisso, come vuol fare, se non ho capito male AfD, fa venire il dubbio, se mi perdonate la volgarità, che i tedeschi vogliano fare i sodomiti con l'ECU degli altri ovvero, ancor più volgarmente, non vogliano rimetterci un centesimo.

L'impressione è che, in uno scenario di euro exit nel quale non sarebbe esclusa affatto per i  paesi membri l'ipotesi del default e della ristrutturazione dei debiti nazionali (un modo elegante per dire "non paghiamo"),  i tedeschi, anche quelli "buoni" di AfD, non vogliano comunque perdere il vantaggio che gli deriva dall'essere creditori dei paesi periferici.
Mi piace anche il fatto che, dopo questa "prima fase" de passaggio, ovvero dopo essere usciti ma anche no dall'eurozona e l'aver prima pagato i debiti contratti con il creditore tedesco in euro,  i paesi della periferia avrebbero la possibilità di uscire definitivamente. Un biglietto d'uscita da pagare, insomma. "Chi siete? Dove andate? Quanti siete? Due euro."
Grazie  Bernd, ma per allora, se avremo ancora a che fare con l'euro in qualunque modo, come direbbe Keynes, saremo tutti morti.

AfD inoltre vuole rinegoziare i trattati europei affinché venga contemplata la possibilità di uscita dalla moneta unica e la libera scelta della propria moneta da parte di ogni paese ma, guaglio', se usciamo tutti dall'euro, non facciamo prima? Tanto non è che ci ricaschiamo e che AfD creda molto nel sogno europeo, visto che afferma: "Respingiamo con decisione una Transferunion e uno stato centrale europeo". Ovvero i requisiti fondamentali di un'Area Valutaria Ottimale, unico modo per far funzionare senza troppi danni una moneta unica.

In conclusione. L'impressione che ho tratto da questo primo incontro con il programma di AfD, per quanto riguarda ciò che interessa anche noi italiani, in quanto periferia danneggiata dall'euro, è la seguente.
Sembra che questo nuovo partito non sappia ancora bene cosa vuole e paghi il limite del dover contenere i danni inevitabili al predominio tedesco nell'eurozona derivanti dalla rottura del giocattolo euro e il ridimensionamento forzoso del sogno tedesco di dominio, non più militare ma economico, e dall'altra giustificare comunque la necessità dell'uscita dall'euro. Dovrà lottare non solo contro il complesso industriale tedesco che non vorrà rinunciare ai vantaggi della moneta unica ma con un'opinione pubblica fortemente condizionata dal moralismo propagandistico sui mangiaspaghetti del sud che sarà indotta a pensare che uscire dall'euro è male e che la disuguaglianza e l'impoverimento non sono attribuibili all'euro ma a qualche "nemico" esterno. Non sarà facile. Auguri.




(P. S. Ho iniziato ad interessarmi di economia da quando l'economia ha cominciato ad interessarsi insistentemente a me. La mia analisi non è quindi esente da eventuali errori ed omissioni. Se sbalio mi corigerete. Senza tirare in ballo però carriole, cavallette e rate del mutuo che se no m'incazzo. L'antidoto alle eurominkiate, per chi ne ha bisogno, è qui. )

domenica 21 aprile 2013

O mio piddino caro


"I presidenti passano, io resto". (L'uomo che fuma, X-Files)

Lo so che gli italiani che avevano creduto potesse cambiare qualcosa almeno al Quirinale sono delusi e parecchio incazzati ma guardiamo al lato positivo della cosa. E' finita l'atroce diretta TV delle chiamate e votazioni, quella fetusissima rottura di cabbasisi che andava avanti da tre giorni, quella sfiancante maratona di gang-bang che ha visto protagonisti giornalisti piddini alla disperata ricerca di un senso da attribuire agli acting-out apparentemente psicotici ma in realtà di scopo di Bersani e soci.

Per chi si fosse svegliato solo ora da un coma, riassumo brevemente i fatti. Bersani ha bruciato in pieno Parlamento come bonzi prima Marini, un vecchio ex sindacalista innocuo e per questo gradito a B.; un pezzo da novanta come Romano Prodi - che il PDL mai avrebbe votato - e alcuni sparsi tronchetti della felicità come Chiamparino, per poi infine andare a Canossa da Napolitano a scongiurarlo di farsi rieleggere perché se no, poracci, non sapevano proprio chi metterci al Quirinale. Ci sarebbe stato da votare, volendolo, Rodotà; si, uno di sinistra ma candidato di Grillo e di sinistra appunto, quindi giammai.
Insomma, nel vuoto pneumatico di personalità spendibili, c'era il rischio reale di dover eleggere una donna. A quel punto napolitanogiorgio, secondo la leggenda, si è sacrificato e, come l'uomo del colle, ha detto si. Dopo che aveva dichiarato, appena pochi giorni fa, il 14: "“Ora ci vuole il coraggio di fare delle scelte, di guardare avanti, sarebbe sbagliato fare marcia indietro. Sarebbe ai limiti del ridicolo”. Ecco, il limite è stato superato. Nuovo record italiano. Ora alziamo ancora l'asticella. 

Più passano le ore e più sale il sospetto che questa buffonata fosse stata programmata già dal giorno dopo le elezioni, di fronte allo stallo messicano e all'imprevisto della pesante affermazione del M5S. 
Sembra di vederli e sentirli. "Giorgio, mo' che facciamo?" "E che vvuo' fa, l'unica via di uscita è mettersi d'accordo."
Un giorno sarà interessante scoprire quali sono stati i termini di scambio, il celo-manca tra i reciprocamente ricattabili. Fimmine, banche, telefonate, zozzerie, ladrocinii, io brucio quello se tu distruggi quell'altro, tu mi dai l'immunità permanente in qualche modo, magari con una legge supervergogna e io accetto buono buono anche la distruzione economica di questo paese.
Già, perché secondo voi il centrodestra non ha proposto nessuno dei suoi? Perché ha lasciato fare tutto al PD? Perché sapeva che sarebbe alla fine rimasto il grande garante ginapolitano? Si, erano già d'accordo.  Hanno fatto un po' di teatro per noi poveri gonzi. Soprattutto per i piddini che non si accorgono che la democrazia partecipata che offre loro il partito per 2 miseri euro a botta è come il softair, non una guerra vera ma per finta, con armi più adatte ad impallinare, appunto, che ad uccidere. Scegli tu il candidato, tanto poi facciamo come cazzo ci pare.

Eh, però stavolta non l'hanno presa bene i piddini della base. Non tanto per Marini  - chissà perché tanto astio, poraccio - ma per la pubblica combustione di Prodi, quello che ha sconfitto due volte il caimano nella loro mitologia e perciò sacro come la vacca per gli indu.
Ma pure i piddini dell'altezza, i quadri, i dirigenti, si sono sentiti, come dire, traditi dalla segreteria, quando hanno visto che il mancato sostegno al candidato Rodotà diventava, ora dopo ora, la prova dell'inciucio imminente. Malumori, rivolte, sconfessioni pubbliche e plateali dichiarazioni di voto fuori linea.
Il PD quindi, mentre dava fuoco ai suoi candidati, ha bruciato anche inavvertitamente il partito, e Bersani non ha potuto fare altro che confermare le dimissioni preannunciate ieri sera, a ruota di quelle della Bindi.
Ora si andrà a congresso per ridarsi una segreteria, una controsegreteria, una corrente della corrente della controsegreteria ecc. Cazzi loro.

Nel frattempo gipuntonapolitano, il peggior migliorista, si prenderà il tempo appena necessario per proclamare B. senatore a vita, in modo da annoverarlo tra coloro che hanno dato lustro a questo paese e ad ufficializzare il coming out dell'inciucio, incaricando un piddino di riserva, magari il muletto Enrico Letta, di formare un governo che comprenda Alfano, la Lega, Monti e kitammuort. Poi farà il nobile gesto di ritirarsi, non potendo più nuocere ulteriormente a questo paese, dato che per allora le peggiori scelte economiche per noi saranno state interamente rimesse nelle mani del Draghi e dei nazisti di Schauble. 

Come scrive oggi Alberto Bagnai:
"In questo momento nel quale sarebbe indispensabile tirar fuori un minimo di dignità e presentarsi in Europa con proposte alternative credibili, con un piano B, come abbiamo recentemente ribadito con Antonio [Antonio Maria Rinaldi, n.d.r.], stiamo mandando per l'ennesima volta al potere persone che sono vissute finora nell'assurda, astorica, psicotica visione dell'irreversibilità dell'euro. Persone quindi strutturalmente incapaci di avere qualsiasi capacità di ritorsione e di contrattazione nel caso in cui i tedeschi "ci dicano di no", come giustamente rileva Claudio Borghi, e certo anche incapaci di capire cosa stanno firmando qualora i tedeschi gli dicessero di sì."
Ecco, questo è lo step finale che manca ai piddini per rendersi conto della trappola mortale nella quale li ha condotti e vuole rinchiuderli per sempre la loro dirigenza e che permetterebbe loro di prendere finalmente i forconi ed assaltare le sedi dove si annidano quei disgraziati. Altro che napolitanogiorgio e perchénorodotà.
Voglio applicare le attenuanti generiche. Non è tutta colpa loro se non ne hanno un'idea della questione euro ed hanno una visione macroeconomica di genere fantasy.
Conoscere che cosa è stato, che cosa è capace di fare e cosa non potrà mai fare di buono il "sistema euro" è un tipo di informazione che il PD ha volutamente nascosto ai suoi sostenitori. E' una conoscenza esoterica che viene protetta, in ogni occasione in cui si accenna ad uno straccio di dibattito, da una coltre impenetrabile di "non se ne parla nemmeno", "ma figuriamoci", e "there is no alternative". E lo ha fatto per un solo motivo. Perché far capire al piddino quanto è buono il formaggio con le pere significherebbe svelare il vergognoso tradimento di una classe politica che, per sghei e servilismo, ha venduto le classi lavoratrici europee al peggior capitale.

L'ultimo strato corneo di dabbenaggine piddina è quindi rappresentato proprio dal persistere dell'infantile sogno europeo e dal mito del tessoro unico - per non parlare del fideismo sull'onestà dei propri dirigenti - che è stato inculcato per anni nella massa di simpatizzanti ed elettori anche grazie a figure apparentemente rassicuranti e bonarie come Romano Prodi.
Temo che sarà la cronaca  dei prossimi mesi ad obbligare i piddini ob torto collo a confrontarsi con questo argomento e ad aprire gli occhi e forse la finiranno con le minchiate come "la svalutazione al 50%", "l'andremo a fare la spesa con la carriola" e "i mutui che andrebbero alle stelle" che una classe dirigente criminale ed in pieno conflitto di interessi ha venduto loro come verità incontrovertibili. Si accorgeranno anche magari che la colpa di tutto questo sfacelo non è di Grillo, come la loro coglionaggine in queste ore gli suggerisce per difendere a spada tratta i dirigenti lazzaroni del Partito Bestemmia.
Ecco, se un giorno mai il piddino realizzerà cosa gli hanno fatto al patrimonio ed al futuro, chissà se a bruciare la prossima volta saranno solo le tessere.

Ma il grande trombato, a proposito, come l'ha presa? 
Ieri sera hanno intervistato il semaforico Romano Prodi al ritorno dal Mali, chiedendogli se fosse deluso da ciò che era accaduto ieri e lui ha risposto ovviamente "nooo" ma con l'espressione di Hannibal Lecter che  sta aspettando l'arrivo del vecchio amico per cena. 

sabato 20 aprile 2013

venerdì 19 aprile 2013

A Bersani non rimane che il rigatino


Che si può dire oggi all'amico piddino, agli ex amici nonniminkia che ti hanno tolto l'amicizia su Facebook perché criticavi Bersani sotto elezioni prevedendo da perfetta Cassandra tutto ciò che sta succedendo?
Che fare con quello che ancora ci crede e, come dicono gli psicanalisti, razionalizza e nega, ovvero cerca giustificazioni all'operato ingiustificabile del de cuius per lenire il senso di perdita? Come finire di abbattere l'ultimo avamposto dell'atroce credulità piddina, ovvero l'incredibile "fiducia nell'assoluta onestà di uno come Bersani"?

Un bel "te l'avevo detto" per tutti, scuotendo la testa, potrebbe essere il colpo di grazia per i dolenti, lo ammetto, ma alla fine, perché avere pietà degli stolti in un mondo che più darwiniano non si può? Che si estinguano e amen. Che finiscano tra le specie fantastiche come il catoblepa.
Sono anni che questo partito informe di materia organica anfibia comunemente detto Piddì ha eliminato qualunque residuo di sinistra al suo interno ed è il camuffamento più efficace che sia riuscito alla vecchia Democrazia Cristiana. Con la differenza che la DC aveva fior di statisti come Moro e Andreotti e questa mutazione, lasciamo perdere. Sono anni che ha tradito la sua classe di riferimento per buttarsi a destra ma questi hanno sempre continuato a votarlo perché "partito di sinistra".
Hanno avuto bisogno della tranvata e della pubblica smerdata di un candidato di bandiera platealmente rigettato da un plebiscito al contrario per svegliarsi e rendersi conto che vedevano i partiti morti.

Gennaro Carotenuto ha twittato stamattina che dietro al consenso a Marini da parte di PD e PDL di ieri vi sarebbe stato un accordo per fare senatori a vita Berlusconi e Prodi. Con le ovvie implicazioni di salvacondotto per il pluripregiudicato.
Avevate qualche dubbio a riguardo? Pensavate, come i piddini dolci di sale, che B. non chiedesse qualcosa in cambio per i suoi voti ad un candidato espressione del PD? Suvvia.
Eppure l'accordo è saltato perché alla fine nemmeno la Fassina e la Moretti se la sono sentita di avallare la bersanata.
E, inoltre, l'abbraccio di Bersani ad Alfano, un abbraccio a B. per procura, ha fatto traboccare il vaso e suonare la sveglia ai militanti che hanno visto finalmente l'inciucio grande come un condominio.
I piddini sconvolti dall'ipotesi Marini (Franco) sono scesi in Piazza Montecitorio con cartelli tipo "Non vi rivotiamo più", (ma dicono sempre così poi gli passa), "Non fatelo" e alcuni iscritti hanno dato fuoco alle tessere.

Bersani, di fronte alla rivolta della base e soprattutto del partito, ha capito e stamattina ha fatto di nuovo le instant primarie al cinema Capranica (ormai è un partito indoor) per scegliere un nuovo nome da gettare in pasto ai leoni. Il candidato uscito dalla spremitura a freddo delle meningi bersane è Romano Prodi. Quello che, guarda caso, sta spopolando su Youtube con un video sulla crisi economica in cui afferma che "nella vita c'è anche il suicidio".
Risultato della terza votazione: Romano Prodi 22 voti, Stefano Rodotà 250, schede bianche 465.

Ieri un buontempone ha votato Raffaello Mascetti, il personaggio di "Amici Miei" interpretato da Ugo Tognazzi.
Ecco, vista la mala parata, io consiglierei a Pierluigi Bersani di fare il rigatino. Chi ha visto il film capirà.


Per le esequie è stata scelta la cremazione.

martedì 16 aprile 2013

Angela si toglie il würstel di bocca per noi.


Se chiedeste ad uno qualsiasi di coloro che hanno il fogno europeo, si sdilinquiscono di fronte alla bandieruccia con le stelline gialle (attenzione, nel link video per stomaci forti) e si commuovono fino alla polluzione all'idea che l'unione europea abbia allontanato dal continente le guerre; se interrogaste insomma uno come, altro esempio, il piddino golfista Adinolfi (altro contributo video hard, anzi quasi uno snuff movie), sul ruolo dell'Europa e della Germania in Europa, vi risponderebbe con qualcosa di molto simile al titolo di questo post. Ovvero con l'idea di una mamma Germania, una Madre Coraggio veramente nostra amica, che sta facendo di tutto per salvare l'euro, ovvero il dono del cielo, il tessoro che ha permesso a noi rotondi mangiapastaalpomodorosottoilsole di ambire finalmente a diventare virtuosi, sgobboni e quadrati come i tedeschi. 

Ebbene, come direbbe Merlino: "Un sogno per alcuni, un incubo per altri". Dopo che avrete letto  cosa sta pensando di fare Mutti ai suoi bambini del Sud Europa, a questi mascalzoni bastardi concepiti fornicando dietro le cabine con bagnini greci, spagnoli e romagnoli, avrete un brusco risveglio con i palazzi che crollano tutt'attorno come in "Inception" ma è necessario farlo, è necessario svegliarvi per il vostro bene, tesori.
Intanto cominciate a ripensare a Pollicino, al Pifferaio Magico e a tutte quelle belle favole teutoniche che, nonostante vi siano state inculcate nella zucca fin da cuccioli, non vi hanno insegnato nulla, testoni, non vi hanno fornito i fondamentali per riconoscere in tempo il lupo tedesco.
Per non parlare della Storia che state scoprendo, ahimè, essere l'unica materia utile che andrebbe studiata a scuola ma che purtroppo vi tengono nascosta. Oppure che vi raccontano solo per la parte che fa comodo a loro.
Per esempio io ricordo benissimo la lezione alle medie sulle carriole con i Millionen Mark per andare a fare la spesa nella Repubblica di Weimar "che furono il motivo per il quale arrivò Hitler." Sto parlando dei primi anni '70. Pensa come già stavano preparando bene il lavaggio del cervello sul terribile flagello dell'iperinflazione. La mia prima lezione di Shock Economy; che emozione e che ricordi!
Poi a cinquant'anni scopri che non era vero niente, che non furono le carriole ma la disoccupazione creata da politiche deflazionistiche post Weimariane molto simili a queste dei tecnici bocconiani a favorire l'ascesa del partito nazionalsocialista. 

Torniamo alla destrutturazione del sogno europeo. Qual era uno degli argomenti forti del primo video piddino? Ah già, la pacificazione dell'Europa dopo secoli di guerre, l'ultima delle quali con milioni di morti. Perché voi eravate rimasti alla Seconda, vero? Avevate creduto al marchettone scandinavo del Nobel per la pace?
Ebbene, questa che stiamo vivendo, signori, è la Terza Guerra Mondiale e la terza nata in Europa per colpa della Germania; un fronte della guerra della neoaristocrazia globale del denaro alla classe media  e la prosecuzione della lotta di classe contro le conquiste dei lavoratori, aperto nel continente dal suo braccio armato, il complesso chimico-industriale tedesco. Guerra che potrebbe finire, come sostengono osservatori dall'occhio fino, in una rivoluzione. Perché, come insegna la rivoluzione francese, è quando costringi la borghesia produttiva all'inazione e all'impotenza che essa trova la forza di reagire e le teste cominciano a rotolare.

Perché sarebbe ancora colpa della Germania? Perché averla disarmata militarmente dopo la Seconda Guerra Mondiale non è servito a farle passare il vizio ricorrente di mettersi in testa di dominare i propri vicini. Non è più con la Wermacht che combatte le guerre di conquista ma per mezzo di quel potere industriale che non ha pagato per i crimini commessi durante il nazismo, che è rimasto silente durante la Guerra Fredda e il periodo della post-riunificazione e che ora si sente libero di riprovarci e  rivuole i suoi lavoratori schiavi dei lager, così produttivi e a costo zero.
Se vi avessero fatto studiare il ruolo fondamentale dell'industria tedesca nel sistema concentrazionario nazista non vi stupireste di nulla di ciò che sta accadendo: delle politiche di svalutazione interna sui salari, della compressione della domanda interna, dell'impoverimento della popolazione come metodo, del lavoro come unica redenzione, dei vecchi tedeschi sempre più ridotti in miseria. Arbeit Macht Frei.
L'euro, la moneta unica, è stata il mezzo con il quale la Germania ha intravisto nuovamente il Grande Reich all'orizzonte e purtroppo, visto che ha trovato ancora una volta i suoi volonterosi carnefici e zelanti collaborazionisti negli altri paesi europei, e rifiuta di ascoltare i suoi Schacht, si è ributtata a corpo morto nell'impresa di dominare il continente. Senza ricordare che, ogni volta che ci ha provato, ci si è sempre rotta le corna.

Se è ingiusto generalizzare ed  accusare i tedeschi comuni  di nazismo, ché probabilmente un po' di lezione l'hanno imparata, tuttavia non bisogna avere alcuna pietà dei loro dirigenti politici ed economici e chiamarli con il loro vero nome. Sono dei nazisti e lo stanno dimostrando con la protervia con la quale si rifiutano di aiutare i paesi della periferia in crisi per colpa loro e del loro maledetto surplus, della loro spregiudicatezza e scorrettezza nel voler far ricadere sugli altri le colpe delle loro banche.
Siccome io non credo alla contrapposizione tra paesi virtuosi e paesi non virtuosi, ho il sospetto che questi bastardi vogliano solo mettere le zampe sulla nostra roba.

Stanno uscendo parecchi articoli sulla stampa tedesca dove si auspica che i paesi della periferia in crisi rinuncino alle loro ricchezze nascoste (soprattutto il patrimonio immobiliare) e se ne privino per evitare che a pagare gli aiuti siano i contribuenti tedeschi. Come accadrebbe in una vera area valutaria ottimale con i trasferimenti tra regioni ricche e regioni povere.
Tradotto per noi: cosa ve ne fate della casa di proprietà? Noi non ne abbiamo bisogno perché siamo frugali, non abbiamo il mito del mattone e viviamo in affitto. Vi costringeremo quindi con i nostri trattati capestro tipo Fiscal Compact a svendere le vostre proprietà, perché noi non possiamo e soprattutto non vogliamo continuare a mantenervi.
Capito?  E' il tedesco comune che parla, quello che si accontenta dei 400 euro al mese della riforma Hartz IV e che ci considera mangiapane a tradimento, ma è il caro vecchio capitalista, quello disegnato dalla satira di Weimar come un maiale, che gli suggerisce il concetto nell'orecchio e che nel frattempo sta accumulando, alla faccia del suo concittadino crucco, profitti su profitti con i quali vuole aggiudicarsi all'asta fallimentare il Colosseo e il Partenone.

Sempre per il vizio di aver studiato la storia, non può non ritornare in mente, come atroce metafora, l'opera di sistematica spoliazione dei prigionieri dei lager. Denudati e privati di tutto; con le loro cose, preziose e non, catalogate ed ordinate in modo maniacale in quegli osceni mucchi. Perché nulla venisse sprecato della ricchezza conquistata, perfino gli umani potevano diventare sapone.
"Le confische dei beni delle vittime prevedevano modalità dettagliate per la loro distribuzione; in teoria tutto il bottino era di "proprietà del Reich" e veniva distribuito sotto la direzione del WVHA di Pohl ed in particolare del Amt A (amministrazione) diretto da August Frank. La ripartizione prevedeva che il denaro, i titoli mobiliari, metalli rari, oggetti preziosi, gioielli, perle, oro, denti, fossero inviati alla Reichsbank; i tessuti, vestiario, oggetti vari, biancheria, andavano assegnati al VOMI (Volksdeutsche Mittelstelle, l'organizzazione di aiuto dei tedeschi etnici), i capelli servivano per confezionare calzature di feltro per gli equipaggi degli U-Boot e per i dipendenti delle ferrovie tedesche. I prodotti più scadenti venivano assegnati ai detenuti dei campi di concentramento. La Reichsbank organizzò vasti depositi per raccogliere i beni preziosi raccolti nei centri di sterminio; i proventi dalla vendita di questi beni erano depositati in un conto speciale fittizio intestato a "Max Heiliger", mentre una parte servirono a creare i "fondi Reinhardt" utilizzati dalle SS per finanziare le loro attività industriali." [R.Hilberg, La distruzione degli ebrei d'Europa, pp. 1058-1065.]
So che è brutto ricordare queste cose e può farmi accusare di spirito antitedesco ma se non si riconduce il nazismo al suo significato economico, troppo spesso nascosto dal folklore e dalla pretesa ed astratta pura cattiveria fine a sé stessa della sua natura, non si è in grado di capirlo fino in fondo e di spiegarlo come neoplasia del meccanismo di accumulazione capitalistica.
E' il lato oscuro che il capitalismo fa emergere periodicamente dall'animo tedesco, sotto forma di invidia per la proprietà altrui che si traduce in distruttività e infine si ritorce contro di sé a causa del senso di colpa creato durante secoli di pedagogia nera. I tedeschi, quando partono per distruggere gli altri ed appropriarsi delle loro ricchezze, finiscono sempre per autodistruggersi e lo faranno anche stavolta se si farà mancare ancora una volta il sostegno alla loro resistenza interna. Come accadde ai Von Stauffenberg ed ai Bonhoeffer.

In Germania è appena nato un partito antieuro - che i nostri TG collaborazionisti, il Rude Pravo e i vari Völkischer Beobachter nostrani hanno già delegittimato e sminuito assimilandolo al grillismo.
In realtà si tratta di resistenza, appunto, di tedeschi mossi da Eros e non da Thanatos che hanno riconosciuto il vecchio vizio auto ed eterodistruttivo e vogliono provare ad invertire la rotta di una politica economica fallimentare che hanno capito essere nefasta anche per loro e non solo per i "fannulloni" del sud. Se il partito otterrà un certo peso politico alle prossime elezioni, cosa che auspicherei di cuore, potremo avere qualche speranza di ricondurre l'Europa a qualcosa di positivo, qualcosa che assomigli di nuovo a quel famoso sogno.

Fino a quel momento, quelle stelle gialle che commuovono tanto i piddini, cominciano purtroppo solo a ricordare altri sogni-incubi di Lebensraum e, in quanto appartenente a paese ritenuto inferiore, non so voi, ma io la stellina me la sento appuntata sulla giacca ogni giorno di più. Stiamo ebreizzandoci, miei cari, ed è un bene, così capiremo finalmente una volta per tutte che cosa si provava. Stanno venendo a prendere noi per ultimi.

***

(Bugiardino per sdrammatizzare. )

Questo post può provocare:

- sentimento antitedesco
- angoscia di castrazione
- würstelfobia
- conversione al veganismo di stretta osservanza
- nausea e vomito
- misoginia
- crisi psicotiche acute di tipo paranoideo del tipo: "cazzo guardi??"
- depressione, ansia
- prurito alle mani
- sindrome di Tourette e coprolalia
- intolleranza alla musica di Wagner (anche se non è giusto perché il dolce, dolce Richard non ne ha alcuna colpa!)

sabato 13 aprile 2013

Una robba seria


Nei prossimi giorni vedremo se i piddini hanno qualcosa di tondo tra le gambe oppure se l'unico utilizzo delle palle che conoscono è quello che avevano le famose clic-clac di enne estati fa.
Vedremo se tireranno fuori un po' d'orgoglio, se si condiranno la zucca con un pizzico di sale o si faranno come al solito portare in giro dalla loro dirigenza.
Dirigenza che intanto ha dato loro un nuovo bubbolo con il quale baloccarsi. E' bastato comprare una consonante e Fassino ha gridato: "Abbiamo un(a) Barca!"
Barca, il ministro montiano neoPD così giovane e già segretario, è la situazione Tony Blair. DILF belloccio, autocertificato de sinistra, parlantina incantapiddini. Occhio a fare battute sui social su questa new entry direttamente al primo posto, perché vi mordono. Come mordono coloro che mettono in discussione Bersani, quellochehavintoleprimarie. Hanno già deciso, volubili come Zerline, visto che Renzi ormai è venuto loro a noia, che il nuovo amore è lui. A parte Bersani, ovvio. "My heart belongs to daddy", cantava Marilyn. 

Poro babbino. Chissà se, dopo essersi incaponito fino all'umiliazione - Renzi dixit - l'ha capita Bersani che è inutile insistere con il voler tirare a fondo nelle sabbie mobili della Seconda Repubblica il M5S.

Abbiamo assistito a scene pietose di giornaliste di buona famiglia che si sono appaparazzate per carpire i segreti dell'agriturismo del mistero. Quello dove Repubblica voleva far credere avvenissero gli atroci riti di rieducazione dei grillini ribelli.
A proposito di Repubblica, questo Rude Pravo piddino arruolato nella lotta contro il Male rappresentato dal Grillo Nero, si è distinto nella fabbricazione di una serie completa di balle al duralluminio, come quella, ad esempio, del deputato M5S alla ricerca di collaboratori da pagare 2,5€ all'ora. Il bello è che la maggioranza dei commentatori di stampo democratico dei fatti politici si forma sul Rude Pravo e quindi finisci per assistere ad un enorme spreco di sdegno prezioso per cose che non esistono. E tutto ciò a scapito dei fatti e dei problemi veri che sarebbero da approfondire, vedi oltre.
Insomma, niente da fare.
Nonostante un gigantesco spiegamento di forze terrestri, navali ed aeree e feroci gurkas armati di penne taglienti che avevano cercato fino all'ultimo di trovare la magagna, di smascherare l'incoerenza nei grillini per gettarle in pasto al piddino ansioso di illudersi di essere moralmente superiore agli altri, smuovere il Beppe diventa una mission impossible. Evidentemente Bersani non sa che gli insetti, a differenza dei mammiferi come il giaguaro, resistono anche ai raggi gamma e che sopravviverebbero probabilmente ad un inverno nucleare.

Tanto per chiudere l'argomento e per rendere il concetto ancora più chiaro, Grillo  ha scritto un pepatissimo post sul suo blog in cui rigira il coltello seghettato nella ferita del Monte dei Paschi di Siena.
Uno scandalo finanziario sul quale è calato un silenzio mediatico praticamente tombale; piddino ma anche pidiellino, segno che forse la banca senese potrebbe rappresentare uno degli argomenti topici per l'inciucio prossimo venturo con il trombato dei poteri forti. O meglio la relazione carnale multicanale che va avanti da vent'anni anche se i due fingono di essere solo nemici. Perché, caro Santoro, anche la sinistra, come Noemi e Ruby, ha avuto rapporti consenzienti con B. fin da minorenne.

E' giusto quindi che PD e PDL spurghino dalle loro fogne, vengano allo scoperto e facciano le loro cosacce alla luce del sole. E' l'unico modo per far capire agli italiani con chi hanno avuto a che fare finora.
L'incontro nella loro Teano, "obbedisco" compreso" è già avvenuto, del resto. Lasciamo che eleggano qualche altro Hindenburg o Pètain che finisca di svendere l'Italia e ne distrugga il tessuto economico a colpi di liberismo al servizio del mercantilismo tedesco. Magari Prodi, che forse speriamo avrà l'onore di presenziare ai funerali di stato della sua creatura mostruosa precocemente scomparsa: l'euro.

"Nei prossimi mesi qua è una roba seria", la frase pronunciata da un Bersani tutto sudato di fronte agli emissari del Grillo,  ci è rimata impressa e non a caso.
Voi credete che si riferisse alla crisi, alle imprese che chiudono, ai disperati che si suicidano a coppie perché glielo chiede l'Europa?
No, questa è la sinistra che, con una manifestazione e un senonoraquando passa tutto, anche la povertà. E' la sinistra che ha trovato il modo di vendere l'illusione della democrazia ai suoi seguaci al modico prezzo di 2 euro e poi, passate le primarie con le comparse con l'orologio, fa come cazzo gli pare, ma soprattutto s'impegna anima e corpo per mantenere il potere. Un potere che non è solo dei papaveri ma anche delle margheritine sottostanti.  Un potere che la rivoluzione di Tangentopoli ha risparmiato in nome della spartizione di interessi, di territori e di tanta, tanta robba, con altri poteri più o meno presentabili. 
Roba seria o robba seria, quindi?
Non è mica solo il Monte Paschi, sul quale Grillo ha avuto la cattiva idea di andare ad indagare e, tu guarda, dal momento che ha avuto l'idea di presenziare all'assemblea dei soci, l'inferno gli si è scatenato contro. Ci sono altre cosette. Una serie di paroline chiave da googlare per chi avesse voglia di informarsi: Penati, Serravalle, D'Alema, Unipol. 

Ecco, per tornare al prologo. Se i piddini avessero le palle - e ne basterebbero due - dovrebbero chiedere conto ai loro dirigenti di tutti questi punti oscuri; non pagliuzze ma travi portanti. Dovrebbero pretendere da loro la rassicurazione che la smania che hanno addosso di occupare tutti i posti disponibili del potere non deriva dalla necessità di salvare personaggi e situazioni, magari mettendosi d'accordo con chi, per storia e vicissitudini, si trova nella stessa Barca. 

mercoledì 10 aprile 2013

Ci vorrebbe una Thatcher


Tra ieri e oggi si è detto ovviamente tutto il dicibile di Margaret Thatcher, morta a 87 anni dopo aver subìto per lunghi anni  la punizione divina della malattia del dottor Alzheimer, un destino curiosamente condiviso con il suo sodale ultraliberista Ronald Reagan.
Si è giustamente ricordato che fu la prima donna premier del Regno Unito. Che per anni si fece un mazzo tanto in politica partendo dalla gavetta per riuscire ad imporsi in un partito, quello conservatore, fatto di uomini disposti ad inginocchiarsi di fronte ad una regina ma restii ad affidarsi alle amorevoli cure di una che assomigliava troppo alla loro madre. 
Questi anni giovanili di lotta per imporsi e per raggiungere il punto più alto di una carriera indubbiamente straordinaria, sono ben raccontati nel biopic "The Iron Lady" del 2011. Peccato che il film, distratto dalla tesi di fondo che le donne lo fanno meglio e se fanno politica basta che respirino, dimentica di raccontarci tutto il lato oscuro e controverso del personaggio, limitandosi a passare oltre, a cambiare discorso, a ripiegare sul privato, come si sarebbe detto nel '68.
Tanto Meryl Streep è così mostruosamente brava che ci aiuterà sicuramente a far dimenticare di cosa fu veramente capace questa donna una volta giunta al potere. 
L'epitaffio perfetto per la tomba di Maggie che mi è venuto in mente oggi potrebbe essere: "Mommy was very bad".

Thatcher è stata la madre della Shock Economy, colei che dedicò la sua vita allo smantellamento dello stato sociale, prendendo a calci in culo il povero Keynes e potendolo fare, visto che l'imminente caduta del muro di Berlino avrebbe reso di lì a poco inutile il capitalismo compassionevole di quell'economista piagnone, sostituendolo con la sua forma più spietata che può agire liberamente perché la minaccia comunista non c'è più e le sinistre parlamentari sono entrate tutte in banca.
Thatcher fu essenzialmente la fautrice di un'economia primitiva, come la definisce Nicholas Kaldor
"L’economia della signora Thatcher è antropomorfa, in quanto crede di poter applicare all’economia nazionale gli stessi principi e regole di comportamento che sarebbero considerate opportune per un singolo individuo o una famiglia: pagare di tasca propria, tagliando le proprie spese in modo che si adattino ai propri guadagni, evitando di vivere oltre le proprie possibilità e di contrarre debiti. Si tratta di ben misurati principi di prudenza nei comportamenti per una persona, ma se applicati come ricette politiche per un’economia nazionale conducono ad assurdità."
Questa visione del mondo metà massaia e metà bottegaia, molto piccolo borghese ma estremamente combattiva nel mirare a raggiungere gli apici della società, reazionaria fino al midollo, finì per favorire enormemente le classi già privilegiate, arricchendole ancora di più ed allargando la forbice tra esse e le classi lavoratrici, impoverite e private di diritti e coperture sociali. 

Uno dei luoghi comuni del Thatcherismo, ovvero della religione che praticano i Thatcherians with the ass of the others, è che Maggie salvò l'Inghilterra dal declino. O dal baratro, come ho sentito pure dire.
Qualcuno solleva però dubbi sulla reale efficacia della sua politica economica, tanto decantata dai suoi ammiratori. In un articolo velenosetto assai, Paul Krugman si domanda, grafici alla mano, come mai le sue riforme iniziate nel 1979, tanto decantate dai fans, ci misero tanti anni - non prima degli anni '90 -  a produrre risultati tangibili e se fu proprio tutto merito suo. 
Del resto, se il principio liberista del laissez faire e della deregulation dei mercati finanziari - che ci stanno regalando uno shock finanziario dopo l'altro - ha indubbiamente avvantaggiato un paese che ha nella City  il punto di forza, non si può nascondere il fatto che la Thatcher abbia devastato il tessuto industriale britannico. Forse proprio a causa di quella politica economica che, per inseguire i numeri di principio e i conti da far tornare a tutti i costi, dimentica la realtà, l'economia reale e le sue esigenze.
Un fenomeno che stiamo osservando anche noi nel nostro paese e in tutta Europa, dove gli effetti collaterali dei principi liberisti sono stati amplificati dalla moneta unica imposta per motivi politici ed imperialistici - il neomercantilismo tedesco - ad un'area valutaria tutt'altro che ottimale.

C'è un lato curioso però nell'odierno proliferare di coccodrilli commemorativi della Lady di Ferro. Mentre in Gran Bretagna, dove soprattutto le classi lavoratrici ancora si leccano le ferite lasciate dalle sue cinghiate di dominatrix in missione per conto dei ricchi, sono prevalse le voci critiche o per lo meno realistiche sulla sua personalità di statista, fino all'esultate dei minatori, in Italia fin dalle prime ore seguite all'annuncio della scomparsa, sono proliferati i vedovi inconsolabili e le prefiche, soprattutto tra gli econominkia liberisti all'amatriciana o i Thatcherians di cui sopra.
Non c'è bisogno di dire che i pianti e gli strepiti, al pensiero della morte di colei che tanto ispirò il nostro ducetto per le sue mancate riforme, sono venuti soprattutto da giornali ed esponenti di centrodestra.
Ancora più stupefacente però di questo pianto greco interclassista è il peggior demerito che commentatori, giornalisti e politici italiani, soprattutto  - ma non sarebbe nemmeno necessario dirlo - di centrosinistra, hanno voluto attribuire a Maggie. Indovinate un po'? Ha massacrato i minatori e i sindacati? Si, vabbé. Ha tolto il latte gratuito ai bambini delle scuole pubbliche? Certo. Ha fatto la guerra e ed era grande amica e sodale di Pinochet? Anche. Però soprattutto "Era contro l'euro", hanno scorreggiato all'unisono i cinegiornali piddini e PUDini ieri sera.

Come dimostra questo filmato del 1990 risalente al suo ultimo anno di governo, la Thatcher era contraria all'ipotesi della moneta unica europea.  La considerava la tomba della democrazia per l'Europa ed era molto preoccupata che una banca centrale europea arrivasse ad avere più potere degli stati nazionali.



Nella sua biografia lasciò scritto: "La Germania andrà su tutte le furie per via della necessità di far crescere l'inflazione", mentre i paesi più poveri [la periferia, n.d.a.] finiranno inevitabilmente per non essere più competitivi e dovranno perciò essere salvati".
Profetica come pure fu, sull'argomento, un altro grande statista degli anni ottanta: Bettino Craxi.

Cosa dimostra questa visione straordinariamente lucida sugli sfracelli prossimi venturi dell'euro? Che Margaret Thatcher aveva letto non solo Friedman ma anche Mundell, il teorico dell'Area Valutaria Ottimale  e uno dei padri della moneta unica - liberista, non keynesiano - e che, fiutata la trappola, rifiutò di farci cadere il suo paese, a differenza di ciò che hanno fatto tanti politici nostrani.
Invece, per i venduti al PUDE questo sarebbe un demerito peggiore dell'aver fatto la guerra ai sindacati.
Sentite cosa ha avuto coraggio di dire il padre dell'euromostro, Romano Prodi, in memoriam: "La Thatcher è responsabile della crisi attuale perché ha voluto la deregulation dei mercati finanziari ed ha accresciuto le disparità sociali".

Certo, questa è la favola per i piddini, ma noi che piddini non siamo e paura non abbiamo, diciamo che se nel 2002 non avessimo perduto la sovranità monetaria, non ci fosse stato imposto l'aggancio ad una moneta troppo forte, il cambio fisso e tutti i vincoli dei trattati europei correlati, all'arrivo dello shock esterno rappresentato dalla crisi dei subprime del 2008, non avremmo dovuto reagire con politiche deflazionistiche e depressive che stanno affondando la nostra economia e quella di un intero continente. E' questo che Prodi e tutta la sinistra europea traditrice, con scorrettezza ed infamia, omettono di dire: che anche loro hanno attinto a piene mani dal liberismo più spietato e classista ma, come le demi vierges, fanno finta di scandalizzarsi di fronte all'enorme principio del libero mercato e della deregulation, come se non ci inzuppassero il biscotto pure loro. Rifiutando di vedere che proprio la libera circolazione dei capitali favorita dall'assenza del rischio di cambio ha creato l'enorme debito privato che loro, per nascondere la loro natura shockenomista, chiamano pubblico.
La verità è che, dal punto di vista degli interessi dei lavoratori e di chi non è protetto dalla ricchezza, questi sono peggio della Thatcher e purtroppo assai meno esperti ed illuminati di lei in economia.

Vorrei modificare l'epitaffio, se possibile: "Mommy was very bad but she saw it right."

martedì 9 aprile 2013

Materia e antimateria



E' trascorsa un'altra settimana all'insegna dell'incomunicabilità politica. Sembra di essere in un film della nouvelle vague dove il lui della coppia di amanti chiede: "Cosa - c'è - che - non - va?" e lei, dopo venti minuti di tormento interiore pronto ad esplodere, risponde: "Niente", e così via per l'eternità. Anch'io faccio fatica a trovare stimoli per parlare della situazione. Io e la pagina vuota del blog ci guardiamo, c'è la musica colta in sottofondo, una bella panoramica di Hiroshima con la voce in francese e i sottotitoli in ungherese. Lei mi domanda: "Crampo del blogger?" ed io (dopo mezz'ora) "No, no, niente". E quando una donna dice niente intende tutto.

Ci sono tante cose che devono accadere nei prossimi giorni: l'arrivo della primavera, la fine della pioggia, il nuovo governo, il nuovo presidente della repubblica, ma non abbiamo idea di come finirà veramente. Niente prove, solo indizi e pure labili.
Prendiamo il presidente della repubblica. Napolitano è alla fase finale, quella dei fuochi d'artificio sparati alla cazzo. Molto scarmazzo per nulla, con i saggi che nel frattempo non si sa dove siano e cosa combinino ma tanto è solo un diversivo. Stelle filanti, cascatelle, stelle luccicanti. I paragoni storici fuori luogo. Il compromesso storico, anzi no, la solidarietà nazionale; Aldo Moro, porello, lasciatelo in pace, bastardi. Tutto e solamente per avallare l'inciucione cosmico tra coloro che hanno tutto da perdere tra minorenni e paschi al verde e quindi non possono fare altro che salire sulla stessa zattera.
Si incontreranno giovedì, dicono. A Teano, suppongo, dove il Re detterà le condizioni e l'altro risponderà: "Obbedisco".
Con il botto finale, quello che lascia il cielo notturno impolverato degli ultimi residui di polvere pirica faranno il prossimo presidente della Repubblica che sarà obbligatoriamente garante della salvezza della zeppa che l'Italia ha da vent'anni tra le ruote.
Quindi saremo pronti per il governissimo fantoccio, magari con il Bersani sacrificale, che metterà pericolosamente assieme materia e antimateria.
Quel che succederà poi è pura fisica teorica ma il fatto che vi sia la possibilità che si annichiliscano a vicenda è assai interessante. Oh, davvero.

lunedì 1 aprile 2013

La loggia PUD€ 2


Pare che il presidente della repubblica sia giunto all'idea della compagnia di saggi dopo una conversazione telefonica con il vero padrone del vapore, il capo degli strozzini di Bruxelles, Mario Draghi.
No, non chiedete cosa si sono detti di preciso perché, lo sapete, le telefonate di Napolitano sono coperte da tabu e costituiscono dogma di fede. Addirittura stasera il Quirinale ha fatto sapere che non è stato Draghi a chiamare Napolitano ma viceversa. Ancora peggio.
La cosa non vi fa capire, non vi squarcia l'ultimo velo di pietosa bugia sulla realtà che stiamo vivendo?

Chi oggi si meraviglia della decisione del presidente di nominare la commissione dei saggi per caso, per fare non si sa bene cosa al posto di un governo legittimo, parla di golpe e fosse tentato di dare la colpa di tutto, assieme alla situazione di impasse della politica italiana, a Grillo e Casaleggio, dimostra solo ignoranza colpevole. Colpevole di non aver ancora capito o di non aver voluto capire, quale sia il nocciolo del problema: che questa è una terza guerra mondiale combattuta senza armi ma che prevede territori da conquistare - il solito vecchio Lebensraum del Reich millenario che a volte ritorna -  e popolazioni da sterminare con il metodo Morgenthau, e che il vostro paese è stato preso in carico da collaborazionisti. L'ignoranza è colpevole perché, da quel famoso novembre 2011 prologo della situazione attuale, è trascorso tutto il tempo sufficiente ad informarsi fino alla nausea sulla crisi dell'euro e ad aprire gli occhi su che razza di traditori abbiamo avuto come governanti per oltre dieci anni, soprattutto coloro che avevamo votato con fiducia perché erano de sinistra. No, ormai non avete proprio più scuse per dire: "Ma io credevo che".

Quanti articoli della Costituzione ha già calpestato colui che dovrebbe esserne garante di fronte ai suoi concittadini? E non parliamo di oggi, ma partiamo appunto dal 2011, quando un governo legittimo anche se deprecabile,  guidato da una specie di Joker dei fumetti dichiarato tuttavia eleggibile dai suoi ventennali compagni di merende dell'opposizione che ora, dopo l'ultima mutazione, si chiamano PD, fu rovesciato sempre su suggerimento degli strozzini, i quali, a loro volta, lavorano notoriamente per il re di Prussia e la cancelliera callipigia. Un atto di forza al quale, con la complicità del PD, non seguirono immediatamente nuove elezioni come da prassi democratica. 
Se non partiamo da qui, dal golpe del novembre 2011 che ci vide esultare per la cacciata del nano cattivo salvo poi pentirci di aver creduto alla bontà dei suoi successori, i tecnici, in realtà riscuotitori di un'agenzia di recupero crediti straniera, come scoprimmo dopo, non capiamo nulla di ciò che sta succedendo ora.
Eppure la storia si ripete sempre, e se non fosse che è la prima materia che gli alunni dimenticano, prima ancora delle equazioni, potremmo sempre trarne insegnamenti tali da evitare errori clamorosi. Furono la dimenticanza storica e l'ignoranza dei fatti economici a farci esultare allora. La consapevolezza e la conoscenza di pochi elementari fatti a farci aprire gli occhi in seguito.

Voglio darvi un ulteriore aiutino alla comprensione della porcata in atto. Pensate veramente che, fallito il tentativo di Bersani, visto che tre forze politiche hanno ottenuto un 25% circa ciascuna di consensi elettorali, non vi potesse essere qualcun'altro esponente politico da incaricare della formazione di un governo, per almeno un incarico esplorativo? Magari, si, lo dico, qualcuno del centrodestra? Oppure del M5S?

A proposito di Grecia e di storia che si ripete. Ricordate le elezioni del maggio 2012 che terminarono con l'impasse e un'affermazione, decisamente disdicevole per la Troika, dell'estrema sinistra di Syriza? Ricordate che, un mese dopo, i greci tornarono alle urne per eleggere un tranquillizzante governo tutto euro e più Europa che poi li ha condotti docilmente al disastro attuale?
Perfino in Grecia a seguito dello stallo post-elettorale di maggio vi furono tentativi dei vari leader dei partiti che avevano ottenuto più voti, compreso quello del capo di Syriza, prima della rinuncia e delle nuove elezioni di giugno. Dobbiamo dedurne che siamo messi ancora peggio della Grecia in quanto a democrazia?
Ma ecco, se pensate che Napolitano avrebbe potuto conferire l'incarico al M5S in questa tornata, non avete presente il vero problema, come scrive Debora Billi. E cioè che qui si lavora non per l'Italia ma per l'euro e per chi dall'euro ci guadagna, e quindi l'unico che può governare è il PUD€, il Partito Unico dell'Euro, per salvarlo ad ogni costo, ricordate le parole di Mario Draghi?

"Noi non siamo la Grecia!", ribattono sdegnati i piddini. Sbagliato, lo siete e i vostri dirigenti vi stanno prendendo in giro come hanno sempre fatto fin da quando il faccione da Balanzone di Prodi vi prometteva l'eldorado della moneta forte, da strafighi, mentre sapeva già che un giorno non lontano, in seguito ad uno shock esterno, vi sareste dovuti vendere il culo per onorare i debiti contratti per avere l'onore di fare gli zerbini della Germania. A proposito, anche l'altra volta, per aver voluto andare dietro ai tedeschi smaniosi di dominio, ci avevamo rimesso le penne ma la storia non ve la volete proprio ricordare.
Rassegnamoci, siamo come i greci, gente che si è permessa di votare alla cavolo di cane e ora deve essere rimessa in riga. Con i saggi o con le cattive. Telefonando per istruzioni a Draghi e mettendo assieme un papocchio per prendere tempo e passare la patata bollente al prossimo presidente che non potrà che essere in continuità con questo.

I saggi, ecco, la sporca decina di inciuciors messa presumibilmente assieme da Napolitano da almeno, vogliamo essere magnanimi, il giorno dopo il risultato elettorale messicano, in attesa del semaforo verde di Bruxelles? 
Non mi soffermerò sui nomi, sulle provenienze, sulla costante bocconiana che può far parlare a ragione di una Loggia Bocconi come sottotitolo; sul Quagliariello che votò entusiasta la balla cosmica della nipote di Mubarak e parlò di "omicidio" di Eluana. Non parlerò dell'immancabile ciellino, dei boiardi di stato, dell'assicurazione vivente per la salvezza di B. e delle sue televisioni, dell'assenza di donne - ma questo, credetemi, è il male minore, anche se per le trombe della propaganda è l'unico scandalo - e del fatto più clamoroso: che nemmeno un esponente del Movimento 5 Stelle e della società civile, ne faccia parte. 
Segno inequivocabile che si tratta dell'estremo tentativo della vecchia politica di alzamanos di sopravvivere a tutti i costi e di questi Pétain de noantri di difendere la robba promessa al nemico, tanto ci sono i giornali e cinegiornali piddini che confonderanno ben bene le idee agli italiani, per la maggior parte ignoranti colpevoli.
Dice: "ce l'hai con i piddini". Perché, chi sono gli unici che gioiscono e plaudono all'iniziativa inaudita di Napolitano; che considerano normale "il governo del presidente" in quella che non è una repubblica presidenziale? Il PD, che ormai è convinto di poter imporre al paese il principio del "o Bersani o niente", e la pattuglia di residuati tecnici di Monti. Ovvero il Partito Unico dell'Euro. 

Bersani, secondo quanto vi raccontano, non ha fallito perché ha confuso il risultato delle primarie con quello delle elezioni, l'amore cieco dei suoi piddini adoranti e docili con la volubilità da Don Giovanni dell'elettore medio; questo Salieri della politica non ha fallito per la sua personale infinita mediocrità che alla fine ha presentato un conto salato di fronte ad una realtà storica che necessitava di un grande statista, di un Mozart.
Lo sapete, ve lo stanno ripetendo tutti i giorni e in tutti i modi: ha fallito per colpa di Grillo e di quegli infami che si sono permessi di votarlo. A proposito di fascismo e di democrazia.
Perché credete che sia partita una campagna diffamatoria senza precedenti contro l'unica forza politica che ha cercato di spezzare il legame di continuità con la vecchia politica corrotta e venduta e coloro che l'hanno votata? Perché credete che si agitino tanto i giornali, i telegiornali, i tenutari di talk show, gli economisti di regime, tutti al soldo del peggiore nemico che abbia mai avuto l'Italia e cioè la pseudosinistra venduta al peggior tipo di capitalismo? Perché stanno concentrando tutta la potenza di fuoco sul M5S e stanno addestrando orde di uruk-hai piddini schiumanti rabbia da mandare in ogni occasione e su tutti i mezzi di informazione contro chi ha votato Grillo e non ha permesso, secondo loro, a Bersani di formare l'unico governo possibile (ma quando mai?)

Un ultima osservazione sul fatto che il M5S starebbe deludendo le aspettative perché non scende in piazza per mobilitare il dissenso contro le ultime iniziative della politica e del potere. Perché non fa la rivoluzione subito, insomma. Io credo che il M5S non sia un movimento da piazza e che il suo modo di fare politica non possa essere fatto entrare a forza nei vecchi schemi ma compreso nella sua differente forma. 
Io personalmente non credo più nella "piazza" anche perché fin dal 2001, dal G8 di Genova, chi comanda ha mandato un segnale chiaro e forte su cosa succederebbe se delle persone scendessero in massa a manifestare in piazza contro l'ordine costituito: botte da orbi 'ndo cojo cojo. 
Per questo motivo ci vogliono forme nuove di mobilitazione popolare, una delle quali ma non l'unica possibile è quella messa in pratica dal M5S attraverso i gruppi locali e l'utilizzo della rete come principale mezzo di comunicazione.
Aggiungo che chi ha rinunciato per prima a scendere in piazza è la sinistra parlamentare, che non a caso lasciò i manifestanti del G8 in balìa della repressione salvo poi ipocritamente parlare di "notti cilene". Un fatto che dovrebbe far capire molte cose sul suo successivo percorso.
Credo infine che l'attuale strategia del M5S sia quella di mettersi da parte e costringere PD, PDL e compagnia a governare assieme, per lasciare che disgustino definitivamente gli italiani con le politiche di rigore che ostinatamente vorranno imporre visto che si fanno comandare dalla BCE. Una sorta di divide et impera molto tradizionale.
Il ruolo del M5S, a parer mio, non è quello di attore politico per l'immediato ma di catalizzatore di una reazione chimica che porterà inevitabilmente un sistema già minato alle fondamenta al collasso. Il ruolo, tanto per riproporre il tema dei ricorsi storici, che ebbero i giudici di Tangentopoli nella fine della prima repubblica.