Confesso che ho dormito. La mazzata finale me l'ha data Mary Poppins. Dopodiché non ricordo più nulla. Mi pare di aver intravvisto in sogno un Mister Bean e la salma di Mike Oldfield che suonava dall'oltretomba la colonna sonora de "L'Esorcista"; ho visto dei Voldemort giganti, Kenneth Branagh e vari spaventabambini tra i quali mancavano purtroppo i rappresentanti del clero ma poi il pentothal che, inspiegabilmente, il mio televisore emette nell'aria del salotto la sera, appena suonate le ventuno, ha fatto il suo effetto. Possono avermi anche tolto un rene senza che me ne accorgessi.
Fino a quel momento ricordo soprattutto l'arrivo a Wembley (era Wembley, vero?) della Drag Queen. Evidente il suo omaggio alla divina Marilyn de "Gli uomini preferiscono le bionde". Perché, altrimenti, una queen normale di ottant'anni dovrebbe mettersi le piume rosa in testa? Unica nota stonata, il broncio. My God, Betty, ma perché quel musone? Mi hai rovinato tutto l'effetto Marilyn.
Di che ti lamenti? Non hai dovuto pagare il biglietto, hai avuto Daniel Craig che ti ha fatto fare la Bond Granny ("salga sull'elicottero, cazzo!"), non eri tu veramente a lanciarti con il paracadute e ti lamenti pure? O è solo l'amimia da Parkinson e un po' di reale rincoglionimento che ti hanno fatto scambiare Bond per il valletto che doveva portarti fuori a cagare uno dei tuoi spocchiosi cagnetti inglesi?
Ah, ci fosse stata ancora Diana! Avrebbe porto la mano con eleganza a Daniel guardandolo con quell'indimenticabile sguardo da criptomaiala, sarebbe salita sull'elicottero, liberando la coscia interminabile dallo spacco del Versace, l'avrebbe infine dirottato su Cuba per farsi anche Bond in santa pace.
La Barbie Kate, con i suoi vestitini e cappellini, mi dispiace, ma alla defunta non le passa nemmeno lo smalto sulle unghie dei piedi.
A parte la Drag Queen, che dire di una cerimonia che doveva celebrare la nazione che sta probabilmente tanticchia speculando sulle nostre disgrazie e che forse subirà la nostra vendetta quando dovrà pagare il conto supersalato di questa kermesse inutile e pallosa? (Citofonare Atene).
32 milioni di euro, pare sia costata. C'erano 70 mila spettatori, dei quali 30 mila vip, gli unici a potersi pagare il biglietto. Per il resto, una marea di posti vuoti. E' andata bene che lo show è durato più di 45 minuti, se no il "Madonna bucaiola" e le fischiate se le beccava anche la Regina.
Le cerimonie di apertura delle Olimpiadi sono sempre spettacoli fascisti, celebrazioni di Imperial Pride e celodurismo nazionale del quale lo sport ormai sempre più dopato e truccato è viscido complice. L'unica edizione che non ebbe paura di ammetterlo apertamente fu quella di Berlino con Hitler del 1936. Le altre hanno sempre fatto finta di essere democratiche, buoniste ed ipocrite fino alla nausea.
In questa Londra 2012, dopo l'insopportabile militarismo cinese del 2008, abbiamo dovuto sorbirci anche la celebrazione della rivoluzione industriale, cioè dell'origine del sistema che sta portandoci ad un nuovo medioevo di povertà. Con gli operai a rimirare la doccia di fuoco proveniente dai cerchi olimpici (che, ripresi dal basso ricordavano la doccia di Psyco) con la faccia attonita da Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo. Mancava solo la musichina aliena. Peccato che dai cerchi non si sia liquefatto del sangue, ci sarebbe stato bene. Mistico ed iniziatico.
Gli inglesi mica hanno fatto vedere i bambini nelle miniere dell'Ottocento o il latte tagliato dal budget delle mense scolastiche dalla Signora Thatcher. Hanno celebrato il servizio sanitario nazionale. Tra poco un altro relitto del passato.
Per il resto della cronaca della serata, un lieve movimento tellurico si è registrato quando Beppe Severgnini ha detto che la Rowling (l'autrice di Harry Potter) rappresenta ciò che Shakespeare era ai suoi tempi. Entrambi raccontano storie. Un po' come dire che Mozart e Mariano Apicella fanno lo stesso mestiere.
E' andata bene. Se il curatore fallimentare Smonti avesse accettato di fare le Olimpiadi in Italia il paragone avrebbe potuto essere tra Dante e Federico Moccia.
E' andata bene. Se il curatore fallimentare Smonti avesse accettato di fare le Olimpiadi in Italia il paragone avrebbe potuto essere tra Dante e Federico Moccia.
Bene, ora dedichiamoci alle gare. Vinceranno le medaglie d'oro i soliti ammeregani e cinesi. Vista la pallosità di certi sport ci distrarremo ammirando glutei, pettorali e deltoidi, forse qualche italiano vincerà una medaglia d'oro (se Moody's non ce le declasserà a medaglie di bronzo) e non farà che piovere.