Allora, care fratelle, mollate il grilletto e agguantate gli occhiali che c'è qualcosa da leggere che vi riguarda. Saranno forse le solite stronzate di una che vuole fare l'originale a tutti i costi oppure, visto come scrive, forse non è neppure una donna vera ma un uomo beta en travesti. Pensate ciò che volete ma è ora di sturarsi ben bene le orecchie e di ascoltare perché le atmosfere all'interno dei metaforici coglioni stanno salendo e c'è rischio di deflagrazione imminente.
Ci sono tre parole che ormai mi danno la nausea appena le sento o le leggo: femminicidio (o la sua variante ancora più cacofonica femicidio); sessismo; questione di genere. Sto diventando come il cane di Pavlov che, quando suonava il campanellino, sbavava. Io però, care devotchke, a differenza del sabaca, non salivo, vomito. Ho la nausea perché le avete fatte diventare parole modaiole, degli intercalare, dei concetti ripetuti fino a privarli del loro significato originale. State mandando a puttane decenni di lotte di rivendicazione per i diritti femminili perché vi siete fatte intrappolare dalla propaganda del sistema. Eseguite i suoi ordini, state al suo gioco.
Il femmi-coso. Nessuno nega che si scannino le ragazze troppo spesso per i più vari motivi: "Mi ha lasciato", "è una troia", "mi ha rotto", "non mi vuole (più)". Gli uomini hanno un baco conosciuto nel programma di gestione del "narcisismo". Magari le programmatrici mamme potrebbero lavorarci un po' su per eliminarlo, invece di modellare i loro virgulti sui peggiori figli di puttana adulti, quelli per i quali le mamme perdono la testa, del resto.
Quando leggo però che "le ammazzano solo in quanto donne", che nel femminicidio a volte fate ricadere omicidi di bambini e perfino di uomini e che avete deciso che non esiste il delitto passionale perché la passione è solo il miciomicio cippalippa con il vostro ganzo/a e non il sublime contraltare dell'amore, l'odio, come se la mente umana fosse stata creata ad immagine e somiglianza della collana Harmony, non vi seguo più.
Se si butta tutta la casistica più varia nel pentolone del femminicidio, viene il sospetto che allora vogliate truccare le carte, che vogliate dopare i risultati. 54 vittime dall'inizio dell'anno. L'ho già detto qui e mi ripeto volentieri: i morti sul lavoro, quasi tutti maschi, sono già 170.
Se si butta tutta la casistica più varia nel pentolone del femminicidio, viene il sospetto che allora vogliate truccare le carte, che vogliate dopare i risultati. 54 vittime dall'inizio dell'anno. L'ho già detto qui e mi ripeto volentieri: i morti sul lavoro, quasi tutti maschi, sono già 170.
Io parlavo di Ciudad Juarez già nel 2009 ma bisognerebbe anche ricordare che in quella realtà messicana, regno dei machete creativi di El Loco, i beccamorti fanno gli straordinari tutte le sere e gli affettati sono soprattutto maschi. Non si può prendere una realtà estrema come quella ed inferenziare che anche in Italia siamo alla mattanza.
E poi, lasciatevelo dire. State diventando come i coloni quando si parla dei palestinesi. Siete accecate dall'odio ideologico per il nemico. "Ci ammazzano solo in quanto donne". Vi ammazzano per principio, quindi. Comodo, così non avete mai colpe, non vi si può chiamare in correità, così potete fare le stronze quanto vi pare. La colpa sarà sempre di colui che vi ammazza per principio, perché siete troppo giuste, troppo fighe e lui non lo sopporta. Tipico del peggiore vittimismo piagnone di minoranza.
L'altro giorno un uomo, in una scena allucinante che è sconvolgente perfino immaginare, ha preso i suoi figli piccoli, li ha lanciati dalla finestra, poi ha tentato di gettare anche la moglie, prima di lanciarsi anche lui nel vuoto.
Ho letto i vostri commenti: "Non parliamo di depressione, per carità", "l'unica vittima è la mamma che ha visto gettare i suoi figli dalla finestra, ma vi immaginate?!", "lei aveva un lavoro, non parliamo di tragedia della disoccupazione".
Lasciatevelo dire, sono commenti che confermano interi trattati teoretici sulla stupidità femminile e sul suo egocentrismo. Sono solo io, per deformazione professionale, in quanto indagatrice dell'inconscio, a provare un'immensa pietà per quest'uomo malato il cui inferno interiore non riuscireste ad immaginare nemmeno in diecimila anni ma che potreste almeno sforzarvi di rispettare? E' solo la stupidità che vi fa parlare così, come fanno troppi parenti di depressi che negano disperatamente una delle malattie più mortali che esistano per riuscire solo a continuare a colpevolizzarne il malato? "Ma su, ma perché fai così, in fondo cosa ti manca?" Vi assicuro che se uno si lancia da una finestra è perché proprio non ce la più ad ascoltare quelle stronzate. Poi, se volete, vi posso confermare che chi si appresta a lasciare volontariamente un mondo ormai invivibile, pensa che portando con sé i suoi li farà stare meglio. E' la non-logica della malattia, l'estrema deformazione dell'atto d'amore, di fronte alle quali si deve solo provare pietà.
Sulle altre due parole che mi danno il vomito: sessismo e questione di genere sarò più breve.
Il sessismo è diventato ogni tetta, ogni fetta di culo, ogni bocca socchiusa, insomma ogni sano richiamo sessuale che ci allevia queste giornate tormentate dall'angoscia continua del futuro. Una robina leggera tipo il pensiero che non andremo mai in pensione, che i nostri risparmi diventeranno carta straccia e che la banca di merda ci porterà via la casa.
Ve la siete presa con un lievissimo spot argentino della FIAT dove un maschio modello base, di quelli che sono capaci perfino di sopportarvi per un paio di decenni, immagina di tuffarsi al rallentatore tra due enormi tette. Siccome le tette non sono le vostre, deve morire e con lui chi vorrebbe fare la sua stessa fine.
Immagino che anche uno dei capolavori di Federico Fellini, quel meraviglioso "Le tentazioni del Dottor Antonio" con l'Anitona gigantesca che tormenta sessualmente il bigotto Peppino, sia per voi da classificare come esempio di "sessismo". Il corpo delle donne qui e il corpo delle donne là, e che palle! Come farci scontare un documentario con dieci anni di penitenza di cilicio puntuto sulle suddette.
La questione di genere, infine, è l'insieme di tutte le cose delle quali vi occupate quotidianamente, controllando i giornali e i tabelloni pubblicitari alla ricerca ossessiva del sessismo, per avere poi la scusa di gridare al femminicidio.
Sareste da bastonare, perché seguite le paturnie menopausiche di quattro carampane talebane che vi hanno convinte che i maschi sono tutti dei porci, invece di ricordarvi dell'enorme potere che il vostro corpo vi concede sui vostri compagni. "Un paio di tette apre qualunque porta", diceva il personaggio di un film fantasy l'altra sera, una tipetta tosta che dialogava con il fratello reuccio un po' trota che si meravigliava del suo inaspettato arrivo al castello. E' maledettamente vero. Il sesso e il corpo sono la chiave del vostro potere. Un potere immenso che agli uomini fa giustamente paura. Si può desiderare di gettar via il potere? No, se non si è stupide. Il potere va solo saputo gestire con astuzia.
Al sistema fa comodo che vi distraiate con la guerra di genere, con il soft air contro i maschilisti. Fa parte del copione del Battle Royale al quale partecipano, sul campo avverso, anche i vari "padri separati", uomini beta, eccetera.
Soggiogate dalle ottuse talebane pontiSex, vedete lo spot della FIAT ma non vedete ciò che fa Marchionne all'economia italiana. Volete mettere le mutande da suora a Belen, maledite la tv tette-culi ma non vedete la devastazione di un paese ad opera di chi ha usato tette e culi solo come strumento di propaganda maciullacervelli per arricchirsi personalmente e per arricchire gli amici degli amici. Di chi ha consegnato l'Italia alle mafie. Vedete l'effetto ma non la causa.
Di che cosa vi siete appassionate in questi giorni? Della Grecia, dei criminali finanziari che stanno scavando il buco per arrivare al caveau dove stanno i vostri miseri BOT e BTT, di quella crucca testona della Merkel che ci sta portando alla rovina, per la serie le donne governano meglio degli uomini?
No, ho letto paginate intere sulla lotta al linguaggio sessista: roba vecchia, per altro, vecchi arnesi da psy-op.
Le donne architetto devono essere chiamate ARCHITETTE. ArchiTETTE? Ma gli uomini poi non è che vorranno tuffarcisi dentro? Non temete l'allusione sessista del termine?
Poi ho letto dell'iniziativa per intitolare più strade alle donne. Mi pare una priorità assoluta da affidare alla Protezione civile. Poi che Enrico Fermi era maschilista perché non permetteva alle fisiche di Via Panisperna di fabbricare le bombe atomiche.
Sareste da mazzolare perché distraete energie e risorse alla resistenza contro la dittatura finanziaria. Dovreste andare dagli uomini, anche dai peggiori stronzi e dire loro: ci stanno fottendo, uniamo le forze, studiamo un rimedio, pensiamo solo a come uscirne salvando il salvabile. Magari mostrando le tette agli speculatori finanziari mentre i ragazzi li prendono alle spalle.
Condivisibile parola per parola. Un'analisi spettacolare.
RispondiEliminama sul "magnum infinity" non hanno nulla dire?
RispondiEliminanon è che per caso facciano pubblicità occulta con questi fremiti verginali?
bel post di quelli che piacciono a me,grazie
Solitamente, trovo superfluo commentare i tuoi articoli per esprimere una pressoché totale condivisione... Perciò mi permetto un unico punto critico:
RispondiElimina"Sono solo io, per deformazione professionale, in quanto indagatrice dell'inconscio, a provare un'immensa pietà per quest'uomo malato?"
Malato o meno, uno stronzo resta sempre tale. E, cinicamente parlando, non me ne frega niente del disagio psichico di uno/a che per suicidarsi ha bisogno di farlo in compagnia.
In fondo, anche Himmler aveva seri problemi di interrelazione familiare: i genitori lo vestivano da bambina.. la moglie era un gigantesco donnone che lo umiliava in casa... ma non credo che meriti attenuanti di sorta.
@ Sendivogius
RispondiEliminaInvece dovrebbe fregarti del disagio psichico, perché se ce ne interessassimo tutti forse non si arriverebbe a queste tragedie. Chi soffre di malattie mentali è terribilmente solo e, oltretutto, si sente pure dare dello stronzo per qualcosa di cui non ha colpa. Il male lo si combatte solo decrittando le cause che lo scatenano per cercare di prevenirlo. Almeno io la penso così.
Tesora, il disagio psichico viene curato col Prozac, che NOTORIAMENTE porta a pulsioni suicide e talvolta omicide.
RispondiEliminaLo so per certo, da informatori autorevoli.
L'aumento dei suicidi a cui assistiamo è nella maggioranza dei casi imputabile al Prozac tanto quanto alla BCE, ma ci fosse un cane a far scoppiare questo bubbone. E' più facile che parlino male della BCE, e ho detto tutto.
Quanto al resto: d'accordo su tutto, tranne la storia di "usare l'astuzia": ci fa tornare alla femmina furba e ingannatrice e bla bla e cheppalle. Io proporrei di cominciare a comportarci come "persone", e considerare gli uomini come "persone".
(Che oltretutto è anche sostantivo femminile plurale, toh!)
:-)
Debora, il Prozac, che può combinare dei casini, viene prescritto dai medici di base che, notoriamente, non capiscono un cazzo di psichiatria. Bisognerebbe proibire per legge ai mdb di impicciarsi di questioni psichiatriche.
RispondiEliminaEsistono altri farmaci antidepressivi più moderni del Prozac (che gli specialisti usano sempre meno, per fortuna), e che sono più tranquilli. Magari per i maschi sono vera e propria castrazione chimica ma controllano meglio eventuali pulsioni suicidarie.
Se parliamo poi di farmaci che potrebbero indurre al suicidio stiamo attenti anche a certe miracolose pillole per smettere di fumare. Sono vecchi antidepressivi scartati a suo tempo perché scoperti indurre al suicidio e che sono stati riciclati dall'industria come antifumo. Anche questi vengono prescritti alla c.d.c. dai medici di base e su soggetti con depressione latente potrebbero essere pericolosissimi.
"Tesora, il disagio psichico viene curato col Prozac, che NOTORIAMENTE porta a pulsioni suicide e talvolta omicide.
RispondiEliminaLo so per certo, da informatori autorevoli."
E' scritto sul bugiardino del farmaco.
LOL
RispondiEliminasul bugiardino della Tachipirina c'è scritto anche che si può crepare di choc anafilattico, ma non mi pare che qualcuno se ne preoccupi: è un caso mooolto più raro dei suicidi col Prozac.
E comunque, noi teniamo il Fluimucil nel cassetto per ogni evenienza... hehehee
"Esistono altri farmaci antidepressivi più moderni del Prozac (che gli specialisti usano sempre meno, per fortuna), e che sono più tranquilli"
RispondiEliminaGiusto, molto meglio il CIPRALEX; un farmaco moderno che permette di raggiungere una "tranquillità" quasi vegetale; si vive la vita come se fosse un sogno sbiadito.
E poi c'è il vantaggio ulteriore dell'eiaculazione retrogada, che è un capolavoro di praticità e igiene.
Ogni giorno si ha notizia di un tale che uccide la propria moglie. La cosa è diventata da tempo tanto normale che anni fa un giornale romano uscì con questo titolo: "Uccide la suocera scambiandola per la moglie". Le vittime sono tutte brave donne. Se ne potrebbe arguire che la bontà della moglie è un rimorso insopportabile, da eliminare fisicamente.Così le mogli buone vengono uccise, le mogli cattive campano a lungo. Cercare l'origine del male nella madre: non ci hanno forse costretti a far soffrire la madre buona e a restar vittima della madre egoista? In realtà, l'uxoricida è quasi sempre un matricida ritardatario.
RispondiEliminaCosi' diceva Ennio Flaiano.
dito e luna, già...Quello che mi sconcerta è che generazione dopo generazione si perpetua l'autosuprcazzolismo come fosse antani, senza che oggettive occasioni di allargamento degli orizzonti influiscano su questo paese. Forse c'è bisogno dell'antropologia culturale per spiegare l'Italia. O forse di quella forense..
RispondiElimina@Paolo: Questa analisi fatta da Lameduck non ha nulla a che fare con l'analisi che farebbe un/a antropologo/a culturale.
RispondiElimina@Minerva: e io ho mica detto il contrario. Dico che le cause sottese all'analisi di lameduck andrebbero indagate con l'antropologia culturale.
RispondiEliminaConcordo molto con il senso generale dell'articolo che peraltro tocca molti argomenti "intriganti", quindi mi permetto di aggiungere qualche "NOTA a MARGINE" solo per smuovere un po' le acque stagnanti ... dato che io "sto con gli ippopotami" :-)
RispondiElimina"Fa parte del copione del Battle Royale ..."
Frase molto interessante perchè il tema in questione (violenza fra pari classe di giovani soggetti, senza escludere la violenza di genere o comunque verso le donne) pare essere ricorrente in molti romanzi che NON a caso sono poi spesso riproposti in varie interpretazioni cinematografiche (Hollywoodiane), in cui ovviamente si enfatizzano certi elementi di particolare interesse per i piani alti.
Volendo, si potrebbero rilevare interessanti elementi comuni nei vari prodotti socio-mediatici emessi nel mondo e su tali fenomeni più o meno "striscianti" sarebbe utile riflettere un po'.
"Le donne architetto devono essere chiamate ARCHITETTE ..."
E invece di "PRETORE" bisogna usare il termine "LA PRETORA" ... (in barba ai desideri del ministro Fornero), sperando che non abbia nulla a che fare con l'omonimo film degli anni '70 ... naturalmente, dato il clima "serpeggiante" in cui ci troviamo, non sarebbe da escludere una tale ipotesi evocativa.
Dunque, restando seri, ricordo che molti anni fa ci fu una micro battaglia per RIMUOVERE l'uso dei termini differenziati (maschili e femminili) dalle qualifiche dei funzionari e dei professionisti, quindi sempre ARCHITETTO o PRETORE uomo o donna che sia, in quanto in questo modo s'intendeva dare preminenza alla FUNZIONE piuttosto che alla persona che la rappresenta.
Non è escluso che entrambe le tendenze celino linee di pensiero che potrebbero provenire da strati piuttosto elevati del potere, idee la cui emanazione e diffusione negli strati più bassi avviene in maniera molto ma molto indiretta, non di rado mediatica, e proprio per questo particolarmente insidiosa.
In ogni caso fra le due tendenze forse è preferibile quella che privilegia la funzione (e non soltanto perchè la legge prescrive che l'offerta di certi posti di lavoro debba essere aperta a entrambi i sessi senza alcuna discriminazione di genere).
Per quanto riguarda le critiche alle rappresentazioni sessiste nelle pubblicità aggiungerei alcune considerazioni.
RispondiElimina1) E' del tutto ovvio che il compito dei pubblicitari è quello di attrarre l'attenzione sull'oggetto / servizio da vendere ma è altrettanto ovvio che abusare delle trite e ritrite parti anatomiche femminili è da sfigati (nel senso letterale del termine), soprattutto quando certe proposte si rivolgono a un pubblico misto e/o addirittura a clienti specializzati di settore che sono invece interessati ad elementi pratici / di sostanza tecnica e che potrebbero reagire in maniera piuttosto inattesa, anche a distanza di anni, di fronte a certe proposte un po' troppo vicine al concetto di "fumo negli occhi".
Certo, l'insieme acquista un certo interesse soprattutto considerando che molti bambini / adolescenti "guardano" e subiscono certe pubblicità più o meno sub-liminali, quindi certi piaceri un po' pedofili possono ben essere intuiti fra le motivazioni che calano dall'alto.
Poi è chiaro che il "background culturale" di molti pubblicitari e soprattutto dei committenti è quello che è e bisognerebbe prenderne atto.
2) A meno che la pubblicità che espone corpi femminili sia relativa a oggetti connessi con la corporeità, c'è il rischio di mal giudicare la situazione generale dell'azienda che punta troppo su certi mezzucci ... in breve spesso si conclude che quell'azienda è prossima "alla canna del gas" e questa NON è certo un'attestazione di fiducia.
NOTA: i casi delle pubblicità FIAT sparse per il mondo richiederebbero un'analisi specifica che per ora tralasciamo.
3) Bisognerebbe poi fare una netta distinzione fra ciò che è mediatico (in genere di bassa o bassissima lega) e ciò che invece può essere collegato ad un contesto artistico / culturale.
RispondiEliminaIn questo senso l'attenzione talebana alla mercificazione del corpo femminile nei flussi mediatici che investono la plebe dotata di "meri istinti primordiali", potrebbe anche essere giudicata con indulgenza e perfino ritenuta utile se non fosse per il fatto che, se limitata ad azioni/reazioni tutto sommato innocue, rischia appunto di catalizzare attenzione ed energie UNICAMENTE su fenomeni che non possono comunque essere contrastati efficacemente con le attuali modalità commiseratorie, anche perchè tali fenomeni sono fortissimamente voluti e favoriti dal sistema di alto livello e godono quindi di strategie e mezzi di diffusione di massa che non prevedono il "contraddittorio".
In breve il sistema cerca di veicolare nelle pubblicità e nei prodotti mediatici quello che interessa a lui e più riesce a ottenere risultati magari usando mezzucci grossolani e più fa punti nella sua personale classifica di autostima traendo di conseguenza le sue conclusioni sull'inferiorità della plebe (vedasi il concetto di B. sui cittadini equiparati a ritardati mentali fermi alla prima media).
Analizzando poi il tema della violenza verso le donne possiamo parimenti fare un paio di considerazioni scontate ma "alternative".
RispondiElimina1) E' vero che la percentuale di maschi che usano violenza fisica verso le femmine è enormemente superiore al fenomeno contrario (che comunque esiste), ma, in generale, sarebbe opportuno chiedersi anche se le donne ricevono NOTIZIE UTILI CONTESTUALI ai vari esempi di violenza sulle stesse.
Probabilmente no, dato che la sensazione è che ricevano solo un flusso ininterrotto di generiche notizie riportanti violenza e morte, notizie che spesso NON servono come esperienza per prevenire episodi analoghi.
In effetti, le reali cause profonde (che possono essere varie e che non di rado concorrono fra loro) scatenanti determinati episodi di violenza sono celate, centellinate o presentate in forma quasi criptica e quindi non fruibile per il grande pubblico femminile.
L'unico obiettivo centrato con queste modalità è quello di generare paura ed insicurezza e financo disinteresse o rassegnata abitudine (sulla scia del "speriamo che me la cavo") per fenomeni che hanno percentuali di incidenza abbastanza basse e che, oltretutto, derivano anche - come accennato da Lameduck - da determinate scelte generali di tipo socio-sanitario.
2) Come ricordato nell'articolo, molte delle attuali attività femministe paiono essere volte a creare l'idea che una contrapposizione fra un gruppo buono e indifeso (le donne) ed un altro prepotente e violento (allargato per prudenza al maggior numero di uomini possibile, altrimenti detti "violenti") sia inevitabile.
Non si dice che questo atteggiamento non possa avere delle giustificazioni di fondo (antropologicamente parlando questo argomento sarebbe alquanto appetibile) ma, come accenna Lameduck, non risolve e/o non affronta / non sostiene quelle che potrebbero essere delle esigenze molto più sentite dalle donne in generale.
Si è inoltre notata nel tempo la diffusione di movimenti contrapposti, quindi non solo femminili ma anche maschili, e questo, se non altro per la similitudine con altri fenomeni politici, militari, ecc. dovrebbe far sorgere più di qualche sospetto.
RispondiEliminaQuesti movimenti possono presentare anche delle ragioni condivisibili ma, spesso, pur proponendo tematiche interessanti (e quindi pur avendo una qualche utilità), non portano necessariamente a reali soluzioni anti-sistema, bensì sottilmente pro-sistema e qui, probabilmente, s'innesta il discorso dell'articolo in oggetto.
La domanda che sorge alla fine dell'articolo però è: può un movimento femminista occuparsi di questioni economiche e finanziarie della società oppure questo argomento esula un po' dalle sue finalità di base, ovvero dalla sua "missione aziendale" ?
mi sono fatto tutta la flebo di Adetrax e ne uscito stordito ma vivo ;-) percui provo a rispondere all'ultima domanda e dico che non solo pùò ma deve necessariamente occuparsi di certe tematiche se lo scopo del movimentonon non si riduce solo ad essere vittima ma partecipe visto e considerato che la condizione sociale di un paese è una delle cause preponderanti di abusi e soprusi verso le fascie più deboli
RispondiEliminaGRANDE!!! Non aggiungo altro per non rovinare ...
RispondiEliminaUomo, ma odio la pantomima mediatica che manda tutto in vacca, e la tua nalisi è perfetta!
Non condivido quasi nulla questa volta.
RispondiEliminaSi parla di femminicidio e sessismo perchè c'è uno squilibrio evidente: la società (in particolare nel sud europa) è ancora dominata da noi maschietti. Se i maschi sono stronzi è indubbiamente perchè le mamme replicano questo modello di dominio ma il compito della società è aiutarle a vederlo e cambiarlo, non dire loro che sono stronze incorreggibili.
Accetterò di smettere di parlare di femminicidio quando ci saranno 50 casi di maschicidio in 4 mesi commessi da donne e di sessismo quando vedrò una pubblicità della Fiat diretta alle donne in cui un maschio è oggetto di desiderio femminile.
Non è scusabile neppure nascondersi dietro al discorso che il capitalismo o l'imperialismo sono problemi più grandi.
Infine, invece di citare come paradigma Thatcher, Merkel o le donne Marines di Abu Graib, perchè non citare Bachelet, Russef o le donne del Ruanda come esempi di politica al femminile? Politica fatta di conciliazione, dialogo e giustizia sociale. Attributi che non appartengono ai maschi.
Per favore, guardatevi le leggi di genere emanate dalla Spagna, Svezia ed anche Argentina ultimamente, capitene lo spirito profondo che le anima e le risorse che mettono a disposizione poi potrete argomentare su un tema così complesso.
Che Lei si ritenga un "maschietto" è già la dimostrazione della "falsa realtà" che sta percependo come vera.
EliminaQuando crescerà e si classificherà tra gli Uomini vedrà che ogni maschio (con un portafoglio ben fornito) è oggetto di desiderio femminile, che la violenza femminile è diffusa, se non di più, almeno come quella maschile, capirà che, il capitalismo ed il comunismo hanno fatto del femminsmo la testa di ponte per avere, il primo manodopera a metà prezzo e l'altro il raddoppio della manodopera disponibile.
E se Lei ritiene di avere più potere in quanto "maschietto", specialmente nel sud europa, conti quante donne vede ad asfaltare le strade, a svuotare i bidoni dell'immondizia, a lavorare nelle miniere, sulle impalcature a 30 metri da terra, conti i morti sul lavoro e li divida tra maschi e femmine, e poi mi dica se chi ha "potere" lavora con mansioni peggiori e muore al posto delle donne.
E se trova un qualsiasi filmato di donne che scavano nelle macerie dopo un terremoto o nel fango dopo un'alluvione, per salvare qualche vita umana potrà continuare a credere alla favola che le femmine sappiano usare la "conciliazione, il dialogo e la giustizia sociale".
Jimmy
Ecco, Buonaventura Durruti, sono le leggi "di genere" che mi preoccupano. Dovrebbero esistere leggi e basta.
RispondiEliminaLa società, dici, dovrebbe dire alle donne, insegnare loro a non crescere dei piccoli stronzi che poi, crescendo diventano dei fior di maschilisti. E perché deve essere la società e non possono essere le donne stesse a cambiare.
Ma loro non lo fanno perché sono perfette, non hanno bisogno di lezioni.
Hai letto il commento di una femminista qui, in risposta a questo post? Non mi rispondono perché non vogliono dialogare, perché non accettano che qualcuno discuta i loro dogmi.
Ieri leggevo un commento sulla pagina FB della Lipperini. Si lamentava della pubblicità del Don Giovanni di Mozart. La parola dongiovanni deve averla sconvolta.
Ecco, per lamentarsi del Don Giovanni di Mozart, di uno dei capolavori della cultura universale, significa che queste femministe sono completamente andate.
Da un pianeta del tutto diverso dalla terra mi è arrivata una voce, di genere neutro, forse.
RispondiEliminaMi diceva che siamo molto malati, che stavamo per averne la consapevolezza quando abbiamo ammazzato milioni di ebrei, quando abbiamo ... non sto a ripetere quello che mi ha detto di ciò che abbiamo fatto e di ciò che facciamo, lo sappiamo tutti.
Ci sono anche i santi, i buoni, quelli che non lo farebbero mai, quelli della responsabilità individuale, dicevo io...
La santa ha avuto un figlio che sembrava tanto buono ma ha ucciso 77 persone,... quello è anche tuo figlio, mi diceva, anzi tua sorella, fa parte di voi, e se non riuscite ad averne la consapevolezza non avrete possibilità di guarigione.
Esiste una comunità nella lontana micronesia dove per obbligo condiviso si crescono i figli degli altri, non si possono tenere i propri.
Prova ad immaginare con quante e quali conseguenze.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLameduck, quello che "contesto" della tua visione su questo argomento, è che non apporta nulla di costruttivo.
RispondiEliminaLe leggi di genere servono, non perchè limitano, ma proprio perchè apportano un aiuto a donne e uomini che lo vogliano ad uscire da certi schemi, al di là di tutti gli -ismi.
Lasciatelo dire da una persona che vive in Spagna.
Poi sappiamo entrambi che in Italia ci sono gruppi e movimenti di donne che fanno un uso strumentale dei temi femministi per fini di visibilità mediatica e carriera politica.
Ma questo è un altro tema.
Le leggi di genere non educano le persone, le costringono a seguire delle norme scelte da apparati politico-burocratici. Tutto qui.
RispondiEliminaIo propongo qualcosa di costruttivo. Invito donne e uomini a mettere da parte le questioni frivole come le pubblicità sessiste per unirsi nella lotta contro un sistema che vuole ridurci tutti in schiavitù. Non se ne esce se non vediamo che il problema primario non sono le tette sui cartelloni e i padri separati ma qualcosa di più fondamentale, la sopravvivenza.
Poi, se vuoi, finita la terza guerra mondiale, possiamo ritornare a scannarci stupidamente tra uomini e donne.
Ottimo post. Condivisibile in larga parte, soprattutto sul termine "femminicidio" che come te non accetto, in quanto tende (ancora una volta) a gettare le basi di una "emarginazione" femminile.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la convivenza fra uomini e donne, credo che si dovrebbe cercare una qualche forma di "condivisione di scopo" che non sia meramente quello procreativo, ma ahime' vedo al momento grosse resistenze che sono soprattutto da parte maschile. Condividere vuol dire "chiamare in partecipazione" e in molte parti del mondo questo l'uomo non lo desidera. Preferisce che la donna si occupi solo di aprire le gambe, sfornare figli, e accudire alla famiglia. Quindi, almeno fin quando gli uomini non si faranno carico LORO di superare le distanze (essendo LORO appunto che gestiscono il potere delle LEGGI da millenni), non credo che le donne saranno al sicuro da certe malattie psichiche che oggi purtroppo hanno preso talmente campo da fare piu' vittime di una guerra.
Ecco il commento femminista che desideravi. Non so se e' come te lo saresti aspettata. :-)
Caspita che bello leggere i propri pensierie scritti, meglio, da un'altra persona. :)
RispondiEliminaPernsoalmente io non avrei altro da aggiungere, tranne che mi DISPIACE enormemente che le rivendicazionei sui diritti del femminsimo si stiano sempre di più trasformando in piagnistei per arrivare a dei veri e propri privilegi. Offendendo peraltro le altre donne che magarisono madri di figli masci e che si sentono accusate di aver cresciuto dei mostri assassini, perché "gli uomini uccidono/picchiano/violentano le donne".
Solo qualcuno lo fa. E per quanto una vittima sarà sempre troppo, per fortuna sono pochissimi (sul totale della popolazione) quelli che lo fanno.
Piuttosto mi viene da pensare che nella lotteria della vita a molte fa comodo far passare "gli altri" per cattivi, se poi in cambio ne possono avere quasi tutte dei vantaggi (vuoi economici, vuoi esistenziali): alla fine solo una quota piccolissima ci rimette davvero.
Carlo.
Finalmente!
RispondiEliminaQualcuno che la pensa come me!
mi sento meno sola....
Cara Rita,
RispondiEliminascusa se ti rispondo con grave ritardo ma un sacco di commenti erano caduti in mezzo allo spam e me ne sono accorta solo oggi.
Casualmente, seguendo un backlink, avevo letto tutta la discussione nata su un forum di UB riguardo alle mie tesi. Tu dici che sono copiate da quelle degli UB. Io dico che sono semplicemente idee che possono essere condivise da più soggetti. Non ho mai approfondito la letteratura UB così tanto a poterne copiare i punti cardine. Forse è anche abbastanza autoevidente per chiunque che una guerra tra generi è funzionale ad un certo progetto del sistema secondo il principio del divide et impera. Lo dicono gli UB e posso dirlo anch'io senza che ci copiamo a vicenda.
Io, se il femminismo è quello delle pontisex che parlano solo di culi sulle pubblicità e frignano tutto il giorno sulle povere donne, non sono femminista. Preferisco definirmi femmina. Se il femminismo un giorno sarà anche autocritica degli errori femminili potrò anche accettarlo.
Su, ora tranquillizza i tuoi amichetti, non gli ho rubato niente. ;-)
Ciao
Complimenti per l'articolo. Concordo su molti punti, meno sugli altri, ma non è questo il punto.
RispondiEliminaMi piace il fatto che molti ultimamente si svegliano e si rendono conto che questo cazzo di femminismo non ha mai lottato per i diritti delle donne e non lo farà.
Sul mio blog ho pubblicato un centinaio, vabè quasi di post a riguardo, se a qualcuno interessa può dare un'occhiata che non mi offendo:
http://storieriflessioni.blogspot.it/search/label/Femminismo
Jan ;)