L'affetto sincero e l'ammirazione che nutro nei confronti di don Fernando Maria Cornet, un sacerdote dotato di straordinaria cultura e mitezza nel solco del Santo Padre Benedetto XVI, mi impone oggi di gridare il mio sdegno per il modo in cui una neoinquisizione da tempi bui con tratti secolari da totalitarismo novecentesco ha deciso di colpirlo con un atto di inaudita violenza: l'accusa di scisma e la conseguente riduzione allo stato laicale senza la previa concessione di un regolare processo dove dibattere le accuse e potersi adeguatamente difendere. Il provvedimento, preparato da Fernandez e firmato da Bergoglio, pretende addirittura di avere carattere definitivo ed inappellabile. Vedremo.
Ricordo che il motivo principale dell'ira funesta scatenata contro don Fernando è la pubblicazione nel 2023 del suo libro "Habemus Antipapam?" dove il sacerdote italoargentino analizzava, corredando la sua indagine di documenti e fonti scrupolosamente verificate, le questioni relative alla mancata abdicazione di Benedetto XVI e la conseguente invalida elezione di Bergoglio. Ovvero, quella che viene definita la magna quaestio. Chiunque abbia ascoltato don Cornet argomentare la sua inchiesta "in onore della Verità" nelle interviste che ho pubblicato sul mio canale e in altre successive dove ha anche raccontato la sua esperienza umana di sacerdote vicino alle comunità più povere del suo paese di nascita, come vero pastore di anime e portatore di salvezza dove pare esserci solo disperazione, si sarà reso conto della sua onestà, del suo rigore di ricercatore, della sua straordinaria umanità e, non ultimo, del coraggio che ha dimostrato accettando le conseguenze della sua sofferta presa di coscienza come uomo di Dio: essere investito in pieno dalla torrenziale misericordia del buonpapa Francesco.
Chi non ha dimestichezza con le leggi umane perché ha osato sfidare quelle divine si illude di poter far strame della dignità, dei corpi e delle menti di coloro che osano ribellarsi alla propria egotica autorità. Tuttavia, lo ribadisco, finché esiste un lumicino di diritto in un mondo seppur in decomposizione ed in un paese purtuttavia ancora democratico come il nostro, chiunque ha diritto di potersi difendere in un tribunale e, anche in questo caso, la via legale e di giustizia dovrà essere perseguita fino in fondo, non solo dal punto di vista canonico ma anche da quello laico. E ciò perché qui non c'è soltanto il problema di un sacerdote strappato alla sua parrocchia e impedito nell'esercizio del suo ministerium pastorale, ma un cittadino privato dei suoi diritti umani fondamentali e costituzionali, come quello al sostentamento adeguato a poter condurre una vita dignitosa. Ricordo che la riduzione allo stato laicale di un sacerdote comporta la sua discesa nella povertà assoluta se non è provvisto di mezzi personali adeguati e di una casa di proprietà.
Per sensibilizzare l'opinione pubblica e mobilitarla "alla Julian Assange" sulla vicenda di don Cornet e di altri sacerdoti che purtroppo lo seguiranno, soprattutto sulla parte che riguarda la lesione dei loro diritti civili, occorrerebbe però il risveglio dal coma dei giornali del mainstream impossibilitati per autocastrazione a disturbare i manovratori, inclusi quelli vestiti di bianco. Un'impresa al limite dell'impossibile. E' noto che la questione della sede impedita di papa Benedetto all'origine della persecuzione subita da don Fernando è materia innominabile soggetta ad un ostracismo pressoché totale sulla stampa: citofonare Andrea Cionci.
Che faranno quindi i giornaloni e i programmi televisivi di approfondimento, organi di informazione ormai in necrosi avanzata sostituiti da generatori eolici di vacuità e sciocchezzuole? Ignoreranno la vicenda pensando che siano solo beghe tra preti e non una questione di libertà che riguarda tutti? Oppure vaneggeranno di sacerdoti oltranzisti e complottisti che si accompagnano ai rossobruni come ha scritto oggi "La Nuova Sardegna", in uno dei soliti articoli di pura denigrazione della vittima che ormai nelle redazioni non vengono più firmati per la vergogna? Eppure la notizia sarebbe ghiotta per chi avesse ancora la curiosità giornalistica di scoprire cosa spinga dei sacerdoti a rischiare la scomunica, la gogna e la miseria pur di testimoniare ciò che per loro è la pura Verità in Cristo.
A margine dell'argomento informazione è necessario affiggere sulla colonna infame una nota sul modus operandi del sito "Silere non possum". In due articoli usciti ieri e oggi, è riuscito non solo a prevedere, non si sa come e contando su quali fonti riservate evidentemente interne alla Chiesa - alla faccia della privacy dei soggetti coinvolti - l'arrivo della condanna a don Cornet ma anche quella definita imminente a padre Giorgio Maria Faré, altro sacerdote finito nel campo visivo dell'occhio di Sauron per aver anch'egli indagato la questione della sede impedita e del controverso (anti)papato di Bergoglio. Padre Giorgio ha già risposto per le rime sul suo canale a colui che donabbondianamente non sa darsi il coraggio di firmarsi se non con la sigla d.G.L. e non devo aggiungere nulla. Se non ricordare all'innominato che, sempre per la questione della libertà di espressione e del paese democratico, partecipare ad un convegno assieme a persone per bene trattando temi culturali e di interesse pubblico è un altro di quei diritti civili che può essere proibito e sanzionato, se si tratta di argomento religioso, solo in una teocrazia fondamentalista. Portate rispetto a queste persone per bene e, se proprio non riuscite a tacere, almeno non fate chiacchiericcio, "come ha chiesto Papa Francesco". Tanto la verità e la giustizia, quelle vere, trionferanno.
Tutta la mia solidarietà e vicinanza a don Fernando Maria Cornet. Non si arretra di un millimetro.
Barbara Tampieri
Segue la traduzione in francese a cura di Louis Lurton, che ringrazio.)
EN DÉFENSE DE DON FERNANDO MARIA CORNET, EN HONNEUR DE LA VÉRITÉ
Barbara Tampieri, le jeudi 14 novembre 2024
L'affection et l'admiration sincères que je porte à don Fernando Maria Cornet, prêtre doté d'une culture et d'une douceur extraordinaires dans la lignée du Saint-Père Benoît XVI, m'obligent aujourd'hui à crier mon indignation face à la manière dont une néo-inquisition des temps obscurs aux traits séculaires du totalitarisme du XXème siècle a décidé de le frapper par un acte d'une violence inouïe : l'accusation de schisme et la réduction à l'état laïc qui en découle, sans qu'un procès régulier n'ait été accordé au préalable, au cours duquel les accusations auraient pu être débattues et où il aurait pu se défendre de manière adéquate. La mesure, préparée par Fernandez et signée par Bergoglio, se veut même définitive et sans appel. Nous verrons bien.
Je rappelle que la raison principale de la colère déclenchée contre le père Fernando est la publication en 2023 de son livre "Habemus Antipapam?", dans lequel le prêtre italo-argentin analysait, en accompagnant son enquête de documents et de sources scrupuleusement vérifiés, les questions liées à la non-abdication de Benoît XVI et à l'élection invalide de Bergoglio qui en a découlé. En d'autres termes, ce que l'on appelle la magna quaestio. Tous ceux qui ont écouté don Cornet argumenter son enquête "en honneur de la Vérité" dans les interviews que j'ai publiées sur mon canal et dans d'autres ultérieurement où il a aussi raconté son expérience humaine de prêtre proche des communautés les plus pauvres de son pays natal, de vrai pasteur d'âmes et de porteur de salut là où il semble n'y avoir que désespoir, se seront rendu compte de son honnêteté, de sa rigueur de chercheur, de son extraordinaire humanité et, enfin, du courage dont il a fait preuve en acceptant les conséquences de sa douloureuse prise de conscience en tant qu'homme de Dieu : en étant pleinement investi par la miséricorde torrentielle du bonpape François.
Ceux qui ne connaissent pas les lois humaines parce qu'ils ont osé défier les lois divines s'illusionnent sur leur capacité à faire des ravages dans la dignité, le corps et l'esprit de ceux qui osent se rebeller contre leur autorité égoïste. Toutefois, je le répète, tant qu'il y aura une parcelle de droit dans un monde en décomposition et dans un pays encore démocratique comme le nôtre, chacun a le droit de pouvoir se défendre devant un tribunal et, même dans ce cas, la voie du droit et de la justice devra être poursuivie jusqu'au bout, non seulement d'un point de vue canonique, mais aussi d'un point de vue laïque. En effet, il ne s'agit pas seulement d'un prêtre arraché à sa paroisse et empêché d'exercer son ministère pastoral, mais d'un citoyen privé de ses droits humains et constitutionnels fondamentaux, comme celui de disposer d'une nourriture suffisante pour pouvoir mener une vie digne. Je rappelle que la réduction à l'état laïc d'un prêtre entraîne sa descente dans la pauvreté absolue s'il ne dispose pas de moyens personnels adéquats et de son propre logement.
Pour sensibiliser et mobiliser l'opinion publique "à la Julian Assange" sur l'affaire de don Cornet et des autres prêtres qui le suivront malheureusement, notamment sur le volet de la violation de leurs droits civiques, il faudrait cependant réveiller de leur coma les grands journaux, incapables par auto-castration de déranger les manœuvriers, y compris ceux vêtus de blanc. Une prouesse qui confine à l'impossible. On sait que la question du siège empêché du pape Benoît à l'origine des persécutions subies par don Fernando est un sujet inavouable qui fait l'objet d'un ostracisme quasi total dans la presse : citons Andrea Cionci.
Alors que vont faire les grands journaux et les émissions télévisées de fond, organes d'information aujourd'hui en nécrose avancée remplacés par des éoliennes de vacuité et d'ineptie ? Ignoreront-ils l'affaire, pensant qu'il ne s'agit que de querelles entre prêtres et non d'une question de liberté qui concerne tout le monde ? Ou bien vanteront-ils les prêtres extrémistes et conspirationnistes des frères rouges, comme l'écrit aujourd'hui "La Nuova Sardegna", dans un de ces habituels articles de pur dénigrement de la victime qui par honte ne sont plus signés par les rédactions? La nouvelle serait pourtant belle pour ceux qui ont encore la curiosité journalistique de découvrir ce qui pousse des prêtres à risquer l'excommunication, le pilori et la misère afin de témoigner de ce qui est pour eux la pure Vérité dans le Christ.
En marge du thème de l'information, il est nécessaire d'afficher sur la colonne infâme une note sur le modus operandi du site web "Silere non possum". Dans deux articles publiés hier (i) et aujourd'hui (ii), il est parvenu non seulement à prévoir, on ne sait comment et en s'appuyant sur des sources confidentielles manifestement internes à l'Eglise - tant pis pour la vie privée des intéressés - l'arrivée de la sentence contre le père Cornet, mais aussi celle définie comme imminente contre le père Giorgio Maria Faré, un autre prêtre qui s'est retrouvé dans le champ de vision de l'œil de Sauron pour avoir lui aussi enquêté sur la question du siège empêché et de l'(anti)-papauté controversée de Bergoglio. Le Père Giorgio a déjà répondu du tac au tac sur son canal à celui qui, donabbondianement, ne sait pas se signer autrement que par les initiales d.G.L. et je n'ai pas besoin d'y ajouter quoi que ce soit. Sauf pour rappeler à l'anonyme que, toujours dans le cadre de la liberté d'expression et du pays démocratique, assister à une conférence avec des personnes honnêtes traitant de sujets culturels d'intérêt public est un autre de ces droits civiques qui ne peuvent être interdits et sanctionnés, s'il s'agit d'un sujet religieux, que dans une théocratie fondamentaliste. Montrez donc du respect à ces personnes honnêtes et, si vous ne pouvez vraiment pas vous taire, au moins ne vous engagez pas dans le bavardage, "comme l’a demandé Papa Francesco". Tant la vérité et la justice, la vraie, triompheront.
Toute ma solidarité et ma proximité à don Fernando Maria Cornet. Nous ne reculerons pas d'un millimètre.
Barbara Tampieri