lunedì 3 marzo 2025

COME UN COLPO DI QANON. DICERIE E LORO UNTORI.

 

"This JFK jr. is no more" (semicit.)


Tutto ciò che sai sul ricovero del Bergoglio desaparecido non solo è falso ma lo è smaccatamente. A pesci in faccia, proprio.

Come se le balle da naso di Pinocchio talmente lungo da sfondare la finestra non fossero abbastanza, soprattutto in quegli imbarazzanti bollettini ufficiali vaticani, ci si mette anche il ricondizionato Qanon, quello del "domanivienegiututto" e probabile spin doctor di Viganò. Qanon in questi giorni sta letteralmente facendo twittare dall'oltretomba John John, il figlio di JFK, che a noi risultava morto assieme alla moglie in un incidente aereo nel 1999. 

Sono anni che Qanon, tirandoci addosso secchiate di dicerie, sostiene che John F. Kennedy jr. sia vivo e che lotti nella palude assieme a noi per ritornare presto ad assumere un ruolo di grande importanza nell'amministrazione Trump. La cosa ridicola ora è che questo account di un morto che non viene percepito come tale, proprio perché Qanon ha seminato l'idea che fosse ancora vivo, viene di fatto scambiato dagli utenti di X per quello di suo cugino sicuramente vivo Robert Kennedy jr., il neo ministro della salute di Re Donaldo. Per cui: "Kennedy ha detto che il Papa è già morto", "Kennedy ha rivelato le vere condizioni di Bergoglio", "Kennedy ha svelato il nome del nuovo papa". ecc. ecc. Quale Kennedy l'abbia detto, e sicuramente non può essere stato quello morto, non importa a chi legge distrattamente le notizie e le ingurgita senza masticarle. 

Non so se volutamente o meno, siamo quindi al miocugginismo a livello apoteosi. Ovvero, ecco lo spin, l'idea da seminare: "Se lo dicono i Kennedy è una balla, non è vero". Il che mi conferma che Qanon sia un'operazione di gatekeeping come già si sospettava da tempo e che ora stia circonvenendo legioni di incapaci utilizzando un altro dei suoi trucchetti psicologici. Quello del miocuggino, appunto.

Ragazzi, vi prego, ci stanno trollando con una ridda di scemenze. Siamo tra Scilla e Cariddi ed è pieno di sirene. Un paio di tappi per le orecchie e una legatina all'albero maestro non guasterebbero. 



domenica 23 febbraio 2025

BERGOGLIO STA BENE, HA MANGIATO UN PANINO




"Non era ancora passato un quarto d’ora, che la carrozzina tornò, e la Fata, che stava aspettando sull’uscio di casa, prese in collo il povero burattino, e portatolo in una cameretta che aveva le pareti di madreperla, mandò subito a chiamare i medici più famosi del vicinato.

E i medici arrivarono subito, uno dopo l’altro: arrivò, cioè, un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante.

— Vorrei sapere da lor signori, — disse la Fata, rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio, — vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia vivo o morto!... —

La Fata prese in collo il povero burattino.

A quest’invito, il Corvo, facendosi avanti per il primo, tastò il polso a Pinocchio: poi gli tastò il naso, poi il dito mignolo dei piedi: e quand’ebbe tastato ben bene, pronunziò solennemente queste parole:

— A mio credere il burattino è bell’e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!

— Mi dispiace, — disse la Civetta — di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega; per me, invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero.

— E lei non dice nulla? — domandò la Fata al Grillo-parlante.

— Io dico che il medico prudente, quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto. Del resto quel burattino lì, non m’è fisonomia nuova: io lo conosco da un pezzo! —

Pinocchio, che fin allora era stato immobile come un vero pezzo di legno, ebbe una specie di fremito convulso, che fece scuotere tutto il letto.

— Quel burattino lì — seguitò a dire il Grillo-parlante — è una birba matricolata… —

Pinocchio aprì gli occhi e li richiuse subito.

— È un monellaccio, uno svogliato, un vagabondo... —

Pinocchio si nascose la faccia sotto i lenzuoli.

— Quel burattino lì è un figliuolo disubbidiente, che farà morire di crepacuore il suo povero babbo!… 

A questo punto si sentì nella camera un suono soffocato di pianti e singhiozzi. Figuratevi come rimasero tutti, allorchè, sollevati un poco i lenzuoli, si accorsero che quello che piangeva e singhiozzava era Pinocchio.

— Quando il morto piange è segno che è in via di guarigione — disse solennemente il Corvo.

— Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega, — soggiunse la Civetta — ma per me quando il morto piange, è segno che gli dispiace a morire. ―"

 

Carlo Collodi - Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino (1881-1883)
Capitolo 16


Collodi li conosceva bene. Soprattutto quelli che di solito redigono i comunicati della sala stampa del Vaticano. Vediamo l'ultimo sulle condizioni di Francesco.




Fate sempre attenzione alle informazioni poste all'inizio e alla fine di un comunicato perché ciò che deve passare della notizia è sempre piazzato lì, il famoso panino. Il banale motivo di questo schema consiste nel fatto che la memoria si aggancia alla prima e all'ultima informazione che le viene fornita e tende a dimenticare ciò che sta in mezzo, anche se esso resta comunque in sublimine e creerà la dissonanza cognitiva

In questo comunicato in bianco e nero e in tutti quelli che lo hanno preceduto e che lo seguiranno, si vuole far passare il fatto che Francesco in fondo stia bene nonostante la "crisi respiratoria prolungata che ha richiesto, ecc. ecc."
Ma può un malato in quelle condizioni alzarsi e trascorrere la giornata in poltrona? Infatti la prognosi è riservata.
La dissonanza cognitiva, il contrasto tra l'immagine di un praticamente convalescente ma ancora in prognosi riservata, serve a creare ansia, incertezza e sospetto e siccome "non ce lo dicono" in questo caso si viene spinti a credere all'ipotesi nera, cioè che Francesco sia più grave di quello che vi dicono e che l'unica via di uscita sarà infausta. Se non è addirittura già morto. 

Niente paura, se alla fine di un volo di 14 ore sarà finalmente giunto a destinazione, che non fosse così grave in fondo ce l'avevano detto e loro sono a posto con la coscienza. 

P.S. Un consiglio: continuate a leggere il capitolo successivo di "Pinocchio" per il prosieguo della storia. Il Collodi li conosceva bene. 
E, da buoni cristiani, preghiamo per la completa guarigione del malato.

venerdì 21 febbraio 2025

IL NUOVO PAPA E LA CHIESA INDEFETTIBILE


Prima ancora che le condizioni di salute di Jorge Mario Bergoglio ne richiedessero il ricovero in ospedale, dando inizio ad una ridda di ipotesi su come sarà portato a termine il regno di questo già da tempo "Dead Pope Walking" ("Papa morto in cammino"), mi sono dedicata alla visione delle due serie TV di Paolo Sorrentino "The Young Pope" e "The New Pope" uscite rispettivamente del 2016 e 2020, alla ricerca di altri eventuali semi di programmazione predittiva come quelli che avevo scorto, e non solo io, nel film "Conclave".

Devo dire che la ricerca è stata fruttuosa, anche perché le due serie, ma soprattutto la seconda, si pongono qualitativamente diverse spanne più in alto rispetto all'altro film, decisamente sopravvalutato rispetto al suo effettivo valore artistico ma evidentemente latore di una serie di precise suggestioni da innestare nell'immaginario in previsione di un cambio di cavallo alla stazione di posta di San Pietro.

A margine, ricordo che la seconda serie "The New Pope" fu trasmessa in prima visione tra gennaio e febbraio 2020, mentre eravamo tutti distratti dai noti avvenimenti e la Chiesa si apprestava, per la prima volta nella storia, a fare la serrata per impedire ai fedeli di accostarsi al conforto dei sacramenti durante un periodo di pestilenza. 

Viste o riviste oggi, bisogna dire che i riferimenti alla realtà degli ultimi papi (e anche al prossimo) nelle due serie sono tanti e gustosi, con un messaggio finale che non so quanto consapevolmente Sorrentino ha fatto diventare, dal mio punto di vista, un messaggio di speranza. Vedremo perché. 

Il gioco delle allusioni e delle somiglianze è discretamente raffinato perché i vari papi che si susseguono nella trama: Pio XIII, Francesco II e Giovanni Paolo III, non combaciano esattamente con i loro corrispettivi reali predecessori per nome,  ma sembrano a volte scambiarsene le caratteristiche e questo apparente caos porta alla conclusione che bisogna cercare altrove, in altri personaggi, il vero significato della storia. Sorrentino ha creato una vera costellazione di riferimenti, allusioni e soprattutto depistaggi e distrattori nella trama e nei personaggi collaterali che, se tutti correttamente interpretati, ci accompagnano infatti alla sorprendente scoperta finale su chi sia il vero protagonista di entrambe le serie. O, dovremmo dire, la vera.

La prima serie "The Young Pope" è tutta incentrata sul giovane papa americano Lenny Belardo, personaggio misterioso in bilico tra santità e dannazione, non si sa se più cristico o anticristico, empatico o narcisista, taumaturgo o ciarlatano, tradizionalista o rivoluzionario ma nel quale è possibile riconoscere, non facendosi distrarre dalla fisicità di Jude Law (Jude, ovvero Giuda) il papa che maggiormente può essere paragonato a Joseph Ratzinger, se non altro perché alla fine della prima serie lo troviamo di fatto impedito, questa volta fisicamente perché caduto in uno stato di coma, e costretto alla coabitazione con un successore in odore di illegittimità canonica. Tra l'altro Pio XIII è l'unico prelato a pregare Dio in una vicenda dove sono tutti prelati. 

All'inizio di "The New Pope", la prognosi per il papa ricoverato in un appartamento ospedaliero situato in un palazzo veneziano è infausta e dovendosi superare la vacanza di fatto della sede, si procede ad un nuovo conclave. Il prescelto è un cardinale italiano che prende il nome di Francesco II, e l'attore che lo interpreta è un sosia di Bergoglio. Eletto perché ritenuto malleabile dalla Curia, si rivela in realtà un pauperista che apre i cancelli vaticani ai migranti e arriva a spogliare i cardinali dei loro privilegi economici e perfino dei loro crocifissi d'oro. Mentre serpeggia il malcontento in Curia, Francesco inaspettatamente muore, probabilmente per manus cardinalium e con una esplicita allusione alla vicenda di Giovanni Paolo I.

In questa scena ho trovato un'altra rappresentazione del "Papa velato", evidentemente molto amato dai principi di Sansevero che fanno da suggeritori per queste opere di fantarealtà, dato che questo indizio compare anche in "Conclave". E' appena morto Francesco II e il Camerlengo rimuove il telo che ne ricopre il volto per compiere il rito che si conclude con il pronunciamento del "vere Papa mortuus est" che certifica l'effettiva dipartita del pontefice. 



Questa ricostruzione della constatazione del decesso del pontefice è sicuramente più accurata rispetto a quella di "Conclave", anche se nella realtà la copertura del volto viene di norma effettuata solo poco prima della sigillatura del cofano al termine delle esequie, come avvenne nel caso recente di Papa Benedetto XVI. Qui invece il volto viene scoperto all'inizio delle procedure funerarie, in una sorta di inversione della ritualità, mentre in "Conclave" il volto restava sempre coperto. 



Tornando alla trama di "The New Pope", uscito di scena Francesco II, il nuovo Papa viene identificato dal potente segretario di stato Voiello in un cardinale inglese (John Malkovich), un aristocratico ex punk che vive in una splendida magione di  campagna con un maggiordomo e un amatissimo cane e che è un grande seguace del beato John Henry Newman. Questo Papa, che sceglie di chiamarsi Giovanni Paolo III, ma risultando più vicino al Bergoglio di "Amoris letitia" in quanto ad apertura alle questioni LGBT,  si rivelerà anch'egli inadatto al compito perché caratterialmente debole a causa del suo trauma giovanile. ovvero la perdita del suo doppio, un fratello gemello, e ricattabile per la sua tossicodipendenza. 

Inaspettatamente Pio XIII sembra recuperare vitalità ed inizia l'attesa di un suo risveglio. Un papa impedito che ritorna e sicuramente vorrà reclamare il suo trono. Quando egli esce davvero dal coma, in apparenza completamente risanato, il suo risveglio viene tenuto nascosto anche al potente Voiello per non creare l'imbarazzo dei due papi in contemporanea.  A fronte però di una pericolosa serie di attentati terroristici (altro depistaggio nella trama) che arriva a colpire San Pietro e a distruggere la "Pietà" di Michelangelo, i due papi si incontrano e Giovanni Paolo III si dimette, restituendo il ministero a Pio XIII e lasciando il Vaticano per tornare in Inghilterra. Dopo una commovente omelia al temine della quale si dà letteralmente in pasto alla folla che lo fa ondeggiare in stile concerto rock, Pio XIII muore e viene deposto in San Pietro ricreando la famosa Pietà.
 
Fino a questo punto Sorrentino ha messo in questa ipercalorica e profumatissima pastiera tutti i possibili ingredienti di una storia che si svolge in Vaticano: lo scandalo pedofilia, le minorenni usate per orge di droga e sesso, la lobby gay, i ricatti, le minacce, il sopire e il troncare, le manovre legate al conclave, gli attenzionamenti, i dossieraggi e quant'altro. Ne ha fatto un'opera laica, dissacrante ma capace di fermarsi di fronte al confine dell'aperta blasfemia. A parte Pio XIII e le suore che lo accudiscono amorevolmente (in tutti i sensi) mentre è in coma, nessuno prega o celebra la S Messa.  E' una Chiesa mondana immersa nell'accidia, dominata dalla debolezza umana. Uno dei cardinali della lobby gay si chiama Assente.

Eppure, ogni ridondanza, ogni scena di sesso, ogni  pallone d'assaggio lanciato in aria è un depistaggio per distogliere l'attenzione da colui che alla fine diventa il vero Nuovo Papa, ovvero il cardinale Voiello.
Nessuno fino a quel momento, tranne il laico che voleva fare l'opera provocatoria, l'ha visto arrivare, questo Richelieu tifoso di Maradona. Un  napoletano simpatico con la faccia da buono di Silvio Orlando, che accudisce amorevolmente un disabile grave al quale regala poi un funerale da Pontefice in San Pietro. Eppure ha fatto e poi disfatto tre papi, scegliendoli proprio tra i più deboli e ricattabili e uno l'ha forse fatto fuori; ha sgominato la lobby gay e i cardinali pervertiti che sembravano averlo sconfitto, ha sedato rivolte di suore, ha eliminato un santo o forse l'Anticristo in persona e alla fine è riuscito a rappresentare da Pontefice la Chiesa che resiste a tutte le spinte rivoluzionarie, nella quale i papi passano ma la struttura resta e alla fine vince sempre, come lui. Voiello, nel bene e nel male, e quel nevo vistoso che ha sulla guancia nel Medioevo avrebbe rappresentato per lui il marchio del Demonio, rappresenta la Chiesa che non può essere distrutta e che resiste nei secoli sia ai modernisti che ai tradizionalisti e soprattutto agli Antipapi di ogni sorta.

La programmazione predittiva è la vera Intelligenza Artificiale, il vero Oracolo dei nostri tempi di totale incertezza ma in cui tutto sembra essere stato accuratamente previsto da decenni. Se la utilizziamo per imparare a ragionare oltre le apparenze, a raccogliere e mettere assieme le tessere del mosaico, lo schermo televisivo o cinematografico diventano il palantír dove poter decifrare il passato e ricavare preziosi indizi sul futuro. 
Io ci ho visto un cardinale Voiello che sta lavorando per noi.



martedì 18 febbraio 2025

VIGANO', TU UCCIDI UN ANTIPAPA MORTO


Mentre Jorge Mario Bergoglio trascorre al Gemelli quelli che gli ultimi bollettini medici e i bookmaker inglesi danno per certi come suoi ultimi giorni terreni - e cristianamente preghiamo per lui - mons. Viganò è ricomparso in cappa magna sulle pagine di Duc In Altum per un'intervista a tutto campo, come si suol dire, nella quale, lanciandosi nel peana del neo ri-presidente Trump, elencando i mali del mondo che questi si appresterebbe a sanare in guisa di deus ex-machina assieme all'altro miliardario dal volto transumano, purtuttavia ci rivela un bel 98% di cose che sapevamo già da anni, quindi nulla di nuovo.

Per fare un esempio, nell'intervista Viganò parla di migrazioni, di piano Kalergi e sostituzione etnica promossa tra gli altri cattivoni da J.M. Bergoglio in qualità di agente del Deep State distaccato nella Deep Church. Vorrei allora ricordare il documento dell'ONU "Replacement Migration", risalente all'anno 2000, ovvero a venticinque anni fa, sul quale questo misero blog scrisse nel lontano 2014, e dove erano riportate minuziosamente tutte le quote di rimpiazzo della popolazione autoctona dei vari paesi occidentali a cura di immigrati ben mescolati e anche agitati. Un documento fin da allora liberamente scaricabile dal sito dell'ONU da chiunque.

Sempre riguardo all'immigrazione, nel 2015 ripresi un articolo di Maurizio Blondet che citava uno studio dell'Università di Harvard risalente al marzo 2008 pubblicato dalla rivista Civil Wars, dal titolo: “Strategic Engineered Migration as a Weapon of War”, ovvero “Migrazione progettata come arma strategica di guerra”. Visto che Kelly H. Greenhill, sua autrice e in seguito anche del libro "Armi di migrazione di massa", era analista della Difesa USA, è facile ipotizzare che  in quello strumento di pressione su governi amici e/o nemici stesse descrivendo qualcosa di ben conosciuto al complesso militare industriale della prima potenza imperiale mondiale oltre che probabilmente ai suoi nemici. Sappiamo già inoltre che l'agenzia della difesa USA DARPA iniziò a sviluppare fin dal 2012 la tecnologia RNA di contrasto alle infezioni virali che si è poi concretizzata in quello che, sempre per citare Bergoglio, egli definì "atto d'amore". 

Ora, quest'arma può essere difesa oppure può essere offesa. Quando mons. Vigano si augura che "il nuovo Direttore della CIA vorrà verificare l’esistenza di un piano del deep state per l’eliminazione di Benedetto XVI per avere un emissario dell’élite di Davos sul Soglio di Pietro", ovvero se sia stata ideata un'operazione in nero di quelle per le quali è maestra proprio la CIA, non può non sapere che è proprio così che è andata, perché i cospiratori lo dichiararono apertamente nelle loro email pubblicate da Wikileaks. La faccenda della "primavera cattolica" è cosa nota e stranota, soprattutto a chi si è incaricato di studiare il "caso Ratzinger" da anni.

Non per raffreddare gli entusiasmi viganiani sul neo direttore della CIA che sconfigge Satana a mani nude, ma la CIA è uno stato nello stato che è sempre sopravvissuta ai presidenti che si erano illusi di poterla ridimensionare. Chiedere a JFK. Il complesso militare industriale è sempre lo stesso da decenni.
Inoltre le forze politiche che in questi anni hanno parlato come Viganò contro il deep state, la UE, il globalismo eccetera, pur conoscendo tutto ciò che abbiamo denunciato per anni, hanno in pratica lasciato compiere ogni abominio. 
E' umano quindi che, dopo essercisi scottati i piedi con quel fuoco, si proceda con gli stivaloni di amianto e si accettino solo i fatti e non le chiacchiere perfino dal magnifico duo Trump-Musk. Sempre felici ovviamente di potersi ricredere al ritorno dei cavalieri vittoriosi.

Per tornare all'intervista, fa piacere comunque constatare che quando Viganò declama l'intera enciclopedia del complottismo secondo il mainstream, né Valli né alcun altro debunker osa debunkarlo nemmeno un pochino. Come da consegna? Dobbiamo pensare che l'ipotesi complotto contro Benedetto XVI verrà ora accettata chiunque la proponga perché l'ha crismata Viganò?

C'è un problema, tuttavia. Se Benedetto XVI fu costretto a lasciare perché sottoposto a pressioni e minacce - e mi piacerebbe sapere se tra queste Viganò include anche l'episodio di Cuba 2012 - Bergoglio dal 2013 è sempre stato formalmente un antipapa. 
Bene, perché Viganò nell'intervista, oltre a non esprimere nei suoi riguardi alcuna pietas viste le sue attuali condizioni di salute, e la cosa non è molto cristiana per un uomo di Chiesa, non lo chiama "antipapa Bergoglio" nemmeno una volta? Non sarebbe ora di dirlo e  la prima cosa da denunciare, se veramente Bergoglio è in procinto di lasciarci? Cosa farà allora Viganò? Verrà fuori denunciando l'antipapato e invocando un conclave regolare che ristabilisca la legittima linea petrina o continuerà a denunciare nel vuoto, a recitare la parte del castigamatti e a rinnegare i papi postconciliari legittimando la propria scomunica? Vorrà mica proporsi come papa "americano", cosa che io temo assai? Anzi, antipapa quale sarà di fatto, se non contribuirà a far emergere in un tribunale la questione dell'impedimento di Benedetto XVI, vista l'ipotesi di reato ai danni del legittimo pontefice. Non possiamo permetterci un altro papa dimezzato, necessitando la Chiesa di qualcuno dotato del pieno potere divino e canonico per operare per conto di Cristo.

Riguardo a Bergoglio, augurandogli che la sua parabola umana si concluda nel modo più dignitoso possibile, come si conviene ad ogni essere umano, in quanto antipapa ormai spogliato di ogni sua prerogativa (manca solo la veste bianca) e abbandonato pressoché da tutti, compresi coloro che lo esaltavano, egli sembra destinato ad incontrare presto il giudizio divino, al quale spetta sempre l'unica ed ultima insindacabile parola circa gli atti compiuti in questa vita dagli Uomini. 

venerdì 14 febbraio 2025

NO ALLA PROSECUZIONE DELL'ANTIPAPATO CON ALTRI MEZZI



Quello del Buon Papa Francesco non è certo il primo antipapato della storia ma nonostante la sua ormai plateale illegittimità è sicuramente il meno riconosciuto come tale, e solamente per la colpevole vigliaccheria di coloro che vivono, di qua e di là dal Tevere e nel mondo, nella comoda omertà delle tre scimmiette che non sentono, non vedono e non parlano. 

Qui per primi penso ai "Fedeli (d'atto) d'amore" sia modello base che cattointellettuale deluxe per i quali non pare esservi nulla di strano in un Papa che non celebra messa pubblicamente da due anni e mezzo, non si sa se in quelle occasioni prenda almeno la comunione perché le riprese televisive ad un certo punto si interrompono e saltano al finale; se confessi o celebri messa almeno privatamente. Un Papa infine che ormai marca visita ogni volta che c'è da pronunciare un'omelia o un discorso. 
Le uniche occasioni in cui di recente Bergoglio si è rianimato ed è ritornato l'agguerrito Francesco dei primordi è stato in occasione dell'apertura della seconda porta santa farlocca a Rebibbia,  quando si è collegato con Fabio Fazio "l'untuoso del Signore" [non è mia] prestandosi addirittura a farsene sponsor all'Angelus successivo e infine quando si è collegato con Sanremo. 
Insomma si comporta da testimonial, da influencer ma non da Papa. Eppure i fedeli non muovono un muscolo e la loro attività cerebrale logico-deduttiva è a livello di tanatogramma. 

E' sempre più improbabile che sia lui stesso ad astenersi dall'esercitare le sue prerogative di Pontefice. 
Sia perché se Papa lo fosse la cosa sarebbe inspiegabile ed inaudita. Se invece Papa non lo è, si può presumere, come sta illustrando negli ultimi giorni Andrea Cionci, che sia un'autorità all'interno del Vaticano, un Amministratore Apostolico che lo stia spogliando ogni giorno pezzo per pezzo delle sue prerogative perché ormai è giunto il momento di voltare pagina. Un tragico e grottesco strip poker che segnala come sia stata decisa la demolizione controllata di "Francesco", probabilmente dagli stessi che lo hanno posto e tenuto sul trono di Pietro per dodici anni. 

In verità pare che gli abbiano lasciato come ultima mutanda pietosamente chiusa con uno spillo da balia e sua unica soddisfazione, la facoltà di punire i sacerdoti che lo contestano. Le scomuniche e le riduzioni allo stato laicale continuano ad arrivare firmate Francesco. 
La schiera dei sacerdoti che chiedono la verità è sempre più nutrita, e ho giusto ripubblicato sul mio canale YouTube l'appello di un coraggioso sacerdote africano, padre Janvier Gbénou, il quale con la sua lettera aperta al Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica chiede l'apertura di sei indagini su Jorge Mario Bergoglio affinché venga fatta finalmente luce sulle troppe ombre di questo assurdo Pontefice che ormai sembra uscito da un film straniante di David Lynch. 

La consegna, al dileguarsi del polverone a seguito del crollo dell'antipapa, è di uscirne tutti puliti, fischiettando e indossando baffi finti e parrucche ma l'impresa pare difficile.
Quella è polvere che non va via perché è segnata dal tradimento del Papa legittimo Benedetto XVI, della Chiesa e di Cristo stesso. Però non mi meraviglierebbe se dallo zucchetto di qualche cardinale uscisse un bianconiglio ancora più assurdo del brand PapaFrancesco. 

Sappiamo che Bergoglio è malato e la sua salute peggiora di giorno in giorno, tanto che oggi è stato ricoverato al Gemelli per accertamenti. L'ho già scritto che la sua posizione è molto critica perché scomoda e che concordo occorra vigilare sulle modalità della sua inevitabile uscita di scena ufficiale.
Speriamo non si verifichi la condizione nella quale per un Papa in coma, ad esempio, possa essere nominato un sostituto, una sorta di reggente, che non necessariamente, neppure nel momento del trapasso del titolare, debba passare attraverso un Conclave che lo confermi. Conclave che, in ogni caso, i cardinali saprebbero essere illegittimo. La creatività dell'illegalità consolidata è massima e spudorata. Avremmo così un nuovo antipapa doppiamente illegittimo, insomma un antipapa al quadrato. 
Le figure che potrebbero prestarsi allo scempio sono tante e le conosciamo. 
L'unico antidoto a questo ennesimo affronto a Cristo non potrebbe che essere l'esplosione del Caso Bergoglio in un tribunale preposto, con emersione di tutto il putridume. Non vi è altra strada. 

Un Papa in coma, tra l'altro, era prefigurato nella miniserie di Sorrentino "The New Pope" del 2020 e sappiamo quanto la programmazione predittiva sia amata dai poteri globalisti.  
Insomma, la tentazione della prosecuzione dell'antipapato con altri mezzi la percepisco come assai forte, non solo in coloro che nel pasticcio ci sono dentro fino alla calotta cranica ma anche nel campo della nutrita opposizione opportunistica controllata.

C'è infatti, come prelibato dessert finale, da parlare di coloro che sanno che Bergoglio è antipapa ma  non l'hanno mai denunciato né combattuto nel modo corretto, ovvero dal punto di vista del ripristino della legge canonica violata, deviando sempre il discorso su questioni di lana di caprone o strumentali ai propri vari interessi, di fatto prosperando grazie ad esso e finendo ora in panico all'idea che possa finire.  Una vera paranza di pesci pilota che temono di perdere i resti del pasto dello squalo e che a furia di accompagnarvisi ne hanno assimilato il comportamento e l'indole. 
La prova? La profusione da parte loro di reazioni scomposte e volgari nei confronti di chi semplicemente fa ciò che deve essere fatto: denunciare l'usurpazione delle sedi preposte, mettendo tutto nero su bianco. 

La frittura falso-oppositoria è mista e abbondante: Arcivescovi disarcivescoviscostantinopolizzati che riconoscono il katéchon nel presidente americano e non nei papi legittimi, non smettendo di delegittimare la memoria di questi ultimi mentre praticano la politica più che la dottrina.
Agenti provocatori riaffiorati dal fango che sfruttano drammi del passato per attribuire a figure gigantesche della Chiesa storiacce con ragazzine e complicità nella loro scomparsa.  
I soliti tradizionalisti che con l'antipapa al quadrato potrebbero continuare a vivacchiare sul mantra del Concilio garantendosi altri vent'anni di inutile esercizio del proprio sdegno.
Poi ci sono gli eletti apocalittici e disintegrati che sognano l'investitura direttamente per mano divina sul prato di Fatima e si preparano all'evento praticando il gaslighting sistematico, con coro delle loro pie donne, dei confratelli non allineati con la loro missione impossibile e di tutti coloro che osano non credere ad un Ratzinger cosmista che preme il pulsante dell'autodistruzione dell'astronave della Chiesa per fuggire verso un nuovo pianeta nel quale rifondarla.

A tutti costoro, e mi scuso se ho mancato di bastonarne qualcuno, dico solo che  la Chiesa è una sola da duemila anni, creata da Cristo in persona. Non è falsa e non appartiene a Satana ma a Cristo. Nessuno l'ha abbandonata, si è inventato Chiese e Chiesette B e nessuno la può sostituire. 
Se essi vogliono dimostrare la loro vera opposizione all'antipapato, attuale o purtroppo futuro, vedano di aiutarci a riportare sul trono di Pietro un vero Papa, un nuovo Giovanni Paolo II o un degno prosecutore di Benedetto XVI, ristabilendo la legalità e tornando ad essere degni di essere definiti fedeli. 

E' ora per i tremebondi cattolici di tornare a marcare il proprio territorio cacciando i mercanti e i circensi dal tempio. Anche quelli variamente scismatici, che dovranno inginocchiarsi di fronte al nuovo Papa e pentirsi delle loro derapate su una ruota sola. 
Non bisognerà accettare altri antipapi o antipapi al quadrato o alla enne. Non vi sono altre strade che la legalità ristabilita. E' bene cominciare a ripeterlo per farselo entrare finalmente in testa.

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