martedì 30 novembre 2010

In morte di Mario Monicelli

"Ginoooo!"
"Dimmi, Levante."
"Quant'anni tu c'hai?"
"Settantasette."
"Come tu ti senti?"
"Bene."
"Ho visto la bara."
"Ma vaffanculo, va!"
Monicelli partecipò, solo in voce, a "Il Ciclone" di Pieraccioni, dal quale è tratto questo breve dialogo. 
Addio, Gino.

Si è ucciso come Primo Levi, gettandosi nel vuoto. Si può avere avuto un vita lunghissima e piena di soddisfazioni ed essere lo stesso disperati. Una cosa che chi mitizza la vita per principio non capirà mai.

Monicelli non credeva nella speranza, ce l'aveva detto nell'intervista a Raiperunanotte. La speranza era una cosa inventata dai padroni, diceva. 
Forse è vero. Gli inguaribili ottimisti, quelli per i quali va sempre tutto bene e che si meravigliano se gli altri sono disperati, sono quasi sempre coloro che pensano di poter comperare la speranza con quei soldi che non sanno più dove mettere. 
Senza speranza, inseguito dalla malattia e dal terrore di perdere la libertà che è data da un cervello straordinariamente lucido come il suo, Monicelli ha scelto la morte, che a volte è preferibile alla paura di morire. Disperazione ma anche ribellione e burla estrema al destino. 
Da artista aveva giocato con la morte, l'aveva sbeffeggiata nei suoi film. Come il Perozzi, il giornalista di "Amici Miei", quello che in punto di morte fa la supercazzola al prete che gli dà l'estrema unzione. Come aveva fatto veramente Ettore Petrolini che, sempre in fin di vita, si rivolse al medico che lo assisteva, Professor Ascoli, con un'ultima battuta: "Aah, parente di Piceno?

L'insegnamento di Monicelli era che si deve sempre trovare il lato comico della tragedia, come la guerra o  l'atroce solitudine dei vecchi che viene esorcizzata dalla zingarata, e nel "colpo di genio" dei cinque amici. Non sempre però si riesce a scherzare di tutto.

Recentemente aveva espresso il suo disagio per gli italiani, passivi come l'amante della Signora Necchi che si lascia pisciare nella minestra e che sorbisce tutto di un regime che taglia i contributi alla cultura, al film d'autore, per finanziare le velleità cinematografiche delle nipoti da parte di fava del re. Usando i soldi del popolo, in estremo spregio al medesimo.
Non possiamo credere che un maestro come Monicelli si sia ucciso perché anche alla cultura italiana si sta cercando di togliere definitivamente la speranza di un futuro. Forse è solo la depressione e la stanchezza di vivere che ti fa compiere gesti estremi come questo ma se fosse così, se questo paese stesse diventando intollerabile per i grandi vecchi della cultura, qualcuno dovrà pagare e caro per questo. 

lunedì 29 novembre 2010

Solo un Assange

E noi che pensavamo di poter scoprire finalmente se siamo veramente sbarcati sulla Luna, se esistono gli alieni, quanti erano a sparare a Dallas e per ordine di chi, chi ha messo le bombe in Italia durante la strategia della tensione, se a volere Moro morto erano proprio solo le Brigate Rosse, chi ha abbattuto l'aereo ad Ustica, chi ha messo la bomba alla stazione di Bologna, chi ha firmato il patto con la Mafia negli anni '90, come ha fatto i soldi Berlusconi, insomma noi che volevamo delle vere rivelazioni con il botto, dobbiamo accontentarci di queste cacatine di mosca?  Di ancor meno di ciò che ha rivelato in articulo mortis la buonanima con la kappa, cioè nulla?
Di sapere insomma che siamo governati da un vecchio porco che si circonda di donnine ridanciane a gettone ma che in realtà è schiavo del fascino slavo di un alpha dog russo e pure comunista dal quale ha ricevuto in dono un letto, presumibilmente pieno di cimici? "Che lettone grande mi dai!" "E' per controllarti meglio".

Che delusione. Con tutta quest'acqua calda ci faremo un bel bagno. Poi magari rimettiamo su i DVD degli "X-Files" che sono molto più sexy ed emozionanti. No, davvero, non sto scherzando. Se davvero è tutta qui la storia almeno fateci una bella porno parodia: "Vicky licks".

venerdì 26 novembre 2010

La pretesa di replica

"Par condicio" di Edoardo Baraldi
Questi intolleranti burocrati imburrati sopra e sotto di dogmatismo di stampo servile hanno studiato psicologia. Sono arrivati alla lettera "e": "effetto recenza", quel meccanismo mnemonico grazie al quale la gente, fra una serie di cose ascoltate, ricorda meglio l'ultima. "Allora basta avere sempre l'ultima parola!" Gli è piaciuto talmente tanto che hanno chiuso il libro e lo hanno gettato nel fuoco. Non c'era bisogno d'altro.

Intolleranti e ripieni di certezze, quelle del padrone che gli tira gli ossi di bollito sotto il tavolo, appena qualcuno apre bocca e, secondo loro, non dice quello che il padrone vuole sentire, pretendono il "diritto di replica".
Esso viene conculcato a forza nel campo della politica, dove il berlusconide rettiliano deve sempre avere diritto di replicare ai fatti con una bugia dell'immenso repertorio del nano, e in quello della religione e della morale, dove si segue il precetto cattolico oltranzista dell'abolizione del relativismo, ovvero dei diversi punti di vista.

Pensiamo se il diritto di replica diventasse legge e dovesse essere applicato come prassi in ogni frangente. Se, per esempio, quando si commemora la tragedia della Shoah, si dovesse dare il diritto di replica ai negazionisti. Assurdo, vero?
Oppure se fosse imposto nell'ambito della vita culturale.
Ogni volta che si rappresenta il "Don Giovanni" di Mozart saremmo obbligati, per par condicio, a mettere in scena anche un'opera di Antonio Salieri. In ogni museo, accanto ad un Caravaggio o Tintoretto, bisognerebbe appendere il disegno del figlio treenne del custode, oppure un'opera dei sommi pittori con la bocca e con il piede. Giusto per stemperare la Sindrome di Stendhal.
Nei licei, accanto allo studio del Manzoni e del Leopardi, i temi di Renzo Bossi e le poesie di Sandro Bondi.
Ogni volta che va in onda in tv un film di Kubrick, per par condicio e diritto di replica, un cinepanettone dei Vanzina a random.

E' la mediocrità al potere, il trionfo del popolo dei sei meno-meno che il nano ha fatto assurgere a popolo della libertà (sua, di fare ciò che gli pare). Mediocrità giunta al successo con l'inganno, rosa dall'invidia verso la vera bravura e terrorizzata dal genio. Prigioniera di una gabbia di menzogna, che difende a spada tratta.. Mediocrità che, per sentirsi viva, ha bisogno dell'ultima parola. Mediocrità con la coscienza sporca che vive perennemente in un clima processuale dove, per carità, che l'avvocato possa replicare in difesa dell'imputato.

Mediocri ed intolleranti, hanno talmente paura che qualcuno, nel salotto di casa sua, ascoltando Beppino Englaro in televisione possa pensare "Però, povero padre e povera figlia, quanti anni di sofferenza. E' giusto?", che non ci dormono la notte.
Temono come la morte che il vero e profondo amore di Mina e Piergiorgio Welby, che ha oltrepassato la malattia e la morte, possa far pensare alla coppia davanti allo schermo: "Ma allora l'amore esiste, non è solo bunga bunga. E non c'è bisogno di essere ricchi, belli e stronzi per essere amati".

Vogliono un popolo di nonpensanti, di ignoranti congeniti che possano mandar giù meglio la menzogna quotidiana servita su un piatto d'argento. Ma non passeranno.

lunedì 8 novembre 2010

Peccato, non è successo niente


Qualche giorno fa, credendo di essere spiritoso, il Bertolaso - che l'11 novembre andrà in pensione, ha nominato invano il Vesuvio e ha riproposto un'antica fantasia sessuale bassoleghista di stampo piromaniaco: quella  di vedere Napoli sommersa da lava, cenere e lapilli. Sulle prime questo "Forza Vesuvio" da parte del capo della Protezione Civile pareva una bufala tanto era clamoroso, ma poi è uscito l'audio dove si sente bene il supereroe rammaricarsi del fatto che una bella disgrazia in quel dei Campi Flegrei "ce manca". Lui colleziona le sciagure, sapete. Celo, manca.



Nemmeno a farlo apposta, sarà anche brutto grattarsi ma, come ha nominato la Lega, in Veneto si è scatenata l'alluvione con milioni di danni e a Pompei  è crollata la casa dei gladiatori.

domenica 7 novembre 2010

Andare in piazza

Una giornata qualsiasi a sinistra. Un Bersani descamisado e definito, da chi c'era, finalmente deciso ed aggressivo (mah!) dal palco annuncia che ci sarà una grande manifestazione l'11 dicembre. Per chiedere le dimissioni di Berlusconi, il quale si prenderà paura e se ne andrà immediatamente, suppongo. Visto che Fini non si sacrifica per il piddì e non stacca la spina al nano depassée, ci tocca smuovere i torpedoni. Le grandi manifestazioni non hanno mai spostato un voto negli ultimi quindici anni ma va bene lo stesso. Era aggressivo, il Bersani piazzista, e questo ai piddini basta. Sono persone semplici. Li accontenti con poco. E poi in fondo cosa pretendi, è un segretario economico, l'hanno pagato solo un euro. 
Addirittura Bersani, nella concitazione, si lancia nella profezia, preconizzando un PD prossimo PRIMO PARTITO D'ITALIA. Qualcuno faccia qualcosa.

Quale pensate sia stata la risposta alla mobilitazione invocata dal maggiore partito d'opposizione? A sinistra risponde a Bersani uno squillo, il trombettiere Nichi Vendola che dice "No, io alla manifestazione di un altro partito non ci vengo". Figuriamoci, un partito di sinistra che va ad una manifestazione di sinistra. Ma quando mai.

In riva all'Arno, i rottamatori, gli sfascisti, quelli che mettono in serio pericolo la granitica solidità del PARTITO, al quale, che cazzo, bisogna riservare RISPETTO, dicono: "Ma si, in fondo noi una merenda la si potrebbe venire a fare con voi". Disposti a passeggiare a fianco di quella dirigenza che, con ragione sacrosanta, vorrebbero buttare nel cesso.

Eccoli lì. Patetico il primo nella sua illusione di essere ancora segretario di un partito di sinistra, neanche fosse il Berlinguer del PCI. Sarà anche l'unico partito a radicamento nazionale, economico Bersani, ma è un albero che non dà frutti. 
Ottuso il secondo, il Nichi, che continua a credere di poter vincere qualcosa scavalcando l'apparato, il partito, il segretario da un euro, da sinistra.
Infine i ragazzini bellini, quelli che rappresentano il nuovo, i Giamburrasca che mettono i petardi nella tasca della giacchetta di Bersani, con Paravendola che li redarguisce e bacchetta come la Signora Geltrude: "Seguo Renzi a Firenze e dintorni ma vorrei dirgli che bisogna che tutti insieme costruiamo una alternativa al centrodestra anche nel linguaggio, si rottamano i sistemi non le persone che sono ecosistemi preziosi anche se pezzi da novanta della nomenclatura”. Bersani è un ecosistema, che vi credevate? 
Ai bellini dico, state attenti figlioli, perchè quando si incazza veramente, il segretario, potrebbe anche diventare cattivo. Pensate che ieri, in preda all'aggressività, ha perfino gridato: "A noi Berlusconi e la Lega ci fanno un baffo." Si è confuso, poverino. Voleva dire culo.

Unità a sinistra, alternativa? Solo se si fa come dico io, pensa ognuno dei contendenti. Il finale lo conoscete già. Sono vent'anni che la destra più cialtrona di Al Pappone & Le Sue Mignotte ci governa. Tanto anche se per caso tra un Berlusconi  e l'altro governa, la sinistra non tocca nulla, non sposta, non abbaia e non sporca. La sinistra è il miglior amico di Berlusconi.

giovedì 4 novembre 2010

I dolori del giovane Vendola


Siccome i satelliti di Silvio tirano sempre fuori l'articolo della Repubblica di Stefano Malatesta, "Il Gay della FGCI" del 1985, sono certa che Nichi Vendola non avrebbe difficoltà a spiegare, una volta per tutte, cosa intendeva dire quando si riferiva al diritto dei bambini ad avere una sessualità loro, giusto per zittire le malelingue e fugare i dubbi che potrebbero venire ai suoi tanti ammiratori.
Riporto dal citato articolo la dichiarazione incriminata, attribuita a Nichi: 
"Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti - tema ancora più scabroso - e trattarne con chi la sessualità l' ha vista sempre in funzione della famiglia e dalla procreazione. Le donne, da questo punto di vista, sono notevolmente più sensibili."
Obiettivamente sono parole ambigue che necessitano un chiarimento. Dire che i bambini hanno una loro sessualità è verissimo. Dire che possono avere rapporti tra loro è  già fuorviante, perchè quelle dei bambini tra di loro (ribadisco, tra di loro) sono esplorazioni, manipolazioni in forma di gioco ma non sicuramente qualcosa di paragonabile ai rapporti sessuali veri e propri dell'adulto.

Il concetto fondamentale da capire e da tenere a mente è che la sessualità infantile è qualcosa di totalmente diverso dalla sessualità adulta perché è un sessualità in via di maturazione e definizione e quindi i due mondi sarebbe meglio rimanessero nettamente separati. Se non altro perchè si tratterebbe, comunque la si volesse vedere, della relazione tra un consenziente e  un non consenziente. E' per questo che la pedofilia è una perversione, perchè si abusa di qualcuno che non è in grado di poter scegliere in piena libertà se partecipare o no non solo al rapporto ma all'atto della seduzione. 

Se il bambino manifesta curiosità sessuale nell'ambito della sua propria sessualità infantile, che può benissimo essere freudianamente perversa e polimorfa, ciò non vuol dire che la sessualità infantile possa incontrare quella adulta senza problemi. La curiosità infantile riguardo alle cose sessuali deve ricevere risposte educative chiare e senza malizia o condizionamenti moralistici da parte dell'adulto - di solito il genitore, ma in forma di una relazione assolutamente non seduttiva. E' ovvio che questo non significa eliminare l'affettività dal rapporto adulto bambino ma solo la componente di seduzione.

E vengo al punto centrale del problema. Sostenere che i bambini possano avere rapporti con gli adulti non è scabroso, è demenziale e profondamente dannoso come messaggio da divulgare. Io come donna sono appunto sensibile, come dice Vendola, ma come vittima della pedofilia lo sono ancora di più. Purtroppo è risaputo che il mondo della pedofilia, sbandierando un supposto diritto dei bambini alla sessualità,  giustifica il via libera ai rapporti tra bambini ed adulti.
Ecco perchè è indispensabile che l'articolo del 1985 e il senso di quella frase venga chiarito da Vendola. Magari con una delle sue garbate videolettere. 
Grazie in anticipo.

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