L'orizzonte degli eventi
Il blog di Barbara Tampieri aka Lameduck
lunedì 11 settembre 2023
I ROVELLI DI OPPY
sabato 14 gennaio 2023
HUMUS DI LOMBROSO
L'articolo, forse influenzato dal passaggio della cometa di Neanderthal sui nostri cieli ma più probabilmente da altre congiunzioni astrali, ci offre un interessante spiegone su "Come il “Neanderthal che c'è in noi” influenza i nostri tratti neuropsichiatrici."
La sostituzione del Neanderthalens (in grigio chiaro). |
Identificati con grande difficoltà, immagino, i geni di Neanderthal, in laboratorio si è stabilito che essi sarebbero responsabili di un scarsa propensione all'elaborazione sociale e in qualche modo ci predisporrebbero addirittura ad un più elevato rischio di schizofrenia. Calma, sento già il nome del grande fratello scienziato aleggiare nell'aria, ma non ho ancora finito. Cito dall'articolo:
" Per quanto riguarda il nostro cervello e la sua anatomia, in particolare, si è trovato che gli individui moderni che portano più varianti genetiche di origine Neanderthal hanno forme del cranio che assomigliano maggiormente ai resti cranici di Neanderthal e contemporaneamente le regioni del cervello sottostanti mostrano variazioni strutturali che correlano con il grado di introgressione di DNA antico."
Il paragone con i novax non è campato in aria perché, in un precedente articolo della medesima rubrica, il ricercatore ecologico ci aveva avvertito che: "Se alcuni individui sono più esposti a sviluppare danni respiratori gravi causati da Sars-CoV-2 è per l’antico incontro con i Neanderthal".
Insomma siamo tutti "ignoto uno" senza saperlo, e quella fossetta sul cranio lo dimostra. Preistorici residuali sabotatori della nuova grande ibridazione, quella con la macchina. Antichi, ribelli, folli e menefottisti. Portatori di inaccettabile imperfezione, già una volta pseudospeciati e ora pronti per la nuova espulsione dal mondo dei perfetti perché geneticamente, quindi razzialmente (non giriamoci attorno) inferiori e pericolosi.
Ah, la Scienza quella bella, moderna, progressista, positiva. Quella che non si può definire cagna perché sarebbe fedele all'Uomo e invece brama di tradirlo con la macchina, e che della bestia è solo figlia,
Basatissimo comunque, questo Neanderthal.
"I'm a neanderthal man
You're a neanderthal girl
Let's make neanderthal love
In this neanderthal world."
Neanderthal Man, Hotlegs, 1970."
martedì 16 agosto 2022
Dello spiegonismo e dei divulgatori scientisti
La scomparsa di Piero Angela, personalità della televisione già collocata da tempo per meriti conseguiti sul campo nell'Olimpo degli indiscutibili ed intoccabili, ne ha provocato l'immediata santificazione e la definitiva elezione a maestro asceso. Del resto non vi è stata tendenza scientifica, innovazione tecnologica o versione ufficiale che Angela non abbia somministrato amorevolmente per decenni dal teleschermo ai suoi spettatori adoranti, come un benefico medico vaccinatore della mente.
A questo proposito, seppur nel tripudio di lodi per una carriera indubbiamente meritoria e indefessa dedicata alla divulgazione del Pensiero Unico Scientifico, qualcuno non ha potuto fare a meno di ricordare le ultime dichiarazioni di un Angela intervistato da Lucia Annunziata nel dicembre scorso sulla pandemia, con le sue raccomandazioni di partecipare ai cenoni non solo da "tutti vaccinati" ma anche da tamponati di fresco il giorno prima. Consiglio di rivedere quell'intervista, qui in frammento, perché l'Annunziata che parla di vaccinare "militarmente" tutto il mondo è un ottimo memento di ciò che era stato pensato per noi e ci è stato inflitto per due anni, e che ora si vorrebbe dimenticassimo per evitare di farci apostrofare di rancorosi ingrati rompicoglioni mentre ci rifiutiamo di correre a rivotare in massa coloro che volevano tanto salvarci ma non hanno potuto farlo. Anche l'accenno di Angela nell'intervista al problema della gente che si sposta con l'aereo e quindi sparge l'immondo virus come nei più triti cliché dei film pandemici, è un indizio niente male di quanto egli fosse acutamente addentro alle ultime tendenze del mondonovismo; come il limitare gli spostamenti se non in bicicletta e il disincentivare i viaggi, da sostituire magari con sedute di realtà aumentata nel salotto di casa. Talmente addentro che, ad esempio, nel 1986 e nel 1987, in era ante Greta, egli condusse dal Palazzetto dello Sport di Torino, davanti a ottomila spettatori, due prime serate su Rai 1 sui problemi del clima. Piero Angela è stato anche, con il CICAP, l'importatore ufficiale in Italia della figura del debunker, ovvero del difensore dell'ortodossia PUS e demolitore controllato di ogni teoria che deviasse dal solco tracciato dall'aratro de Lascienza, nel frattempo sempre più decaduta a ectoplasma dello Scientismo.
Aldous Huxley sosteneva che nell'opera tarda degli artisti e degli intellettuali in genere, vi fossero nascosti i loro "frutti più prelibati", come risultato di una loro maturazione personale e culturale che li rendeva compiutamente il prodotto dell'evoluzione di ciò che furono da giovani. Non si può non pensare, per associazione d'idee, alle imbarazzanti uscite di un grande vegliardo e scienziato come Noam Chomsky il quale, in questa intervista e in altre dichiarazioni, si è lasciato andare ad un'aperta invocazione all'emarginazione ed isolamento attivi delle persone non vaccinate, fino a dire che quello del loro futuro sostentamento, a quel punto, sarebbe stato da considerare "un problema loro", non della società che avrebbe dovuto da loro difendersi.
Lo scienziato e lo scientista si ritrovano quindi uniti nella lotta contro il libero arbitrio, supremo e sacro principio umano. E' la riprova che Scienza e Scientismo sono ormai indistinguibili e che, come negli ultimi stadi delle sindromi schizofreniche, uno dei due ha preso il sopravvento. Il covid ha funto da implacabile e spudorata livella, e il celebre motto burioninano "la Scienza non è democratica" non era una frase ad effetto ma La Rivelazione, il frutto raccolto dell'opera tarda dello scienziato e la definitiva epistemologia.
I media sono stati la cinghia di trasmissione di questo delirio. A differenza di Mike Bongiorno che ebbe il compito, recitando la parte dell'ammeregano finto ignorantone, di distrarre il popolo con il gioco divenuto poi culto del nozionismo e della conoscenza da fenomeni un po' idiot savant, e di Alberto Manzi (fortemente voluto in RAI da Aldo Moro) che invece insegnò veramente a leggere e a scrivere agli analfabeti e ai bambini dell'epoca, in una sorta di paleoDAD, una delle poche evenienze di vera utilità sociale della televisione, Piero Angela fu il sommo divulgatore, un'Alexa autorevole ma sottilmente ironica e molto British e soprattutto colui che introdusse in Italia lo spiegone.
Lo spiegone è la vaccinazione di massa contro la capacità di ragionare autonomamente che ci farebbe davvero imparare e per sempre; è l'indottrinamento mediante la somministrazione del pensiero unico a cucchiaiate bollenti. E' anche un complesso e piuttosto subdolo sistema di strumenti di controllo mentale che rivela la necessità da parte del sistema di ottenere la regressione degli adulti alla fanciullezza e la fissazione dei giovani all'adultescenza; la dipendenza affettiva dai surrogati genitoriali, il reset a tabula rasa della coscienza, richiesta ad un popolo da addestrare alla mancanza di democrazia e che ci si appresta a curare dalla dipendenza dalla libertà. Un popolo di scolaretti bendati che hanno bisogno del link, della fonte, del permesso per pensare da parte di coloro che "aprano loro gli occhi" e che accettino infine, ad esempio, la terapia senza fare domande e "per il loro bene". Un'atroce psichiatrizzazione di massa in assenza di manicomi, se volessimo proprio esagerare con le analogie.
Il vero maestro è invece colui che applica la maieutica, ovvero mette in condizione l'allievo di giungere da solo alla risoluzione del quesito ed alla scoperta della verità, come frutto del proprio ragionamento e della propria esperienza. Come fa lo psicoterapeuta che conduce il paziente a scoprire da solo quale comportamento o atteggiamento promuovano il suo equilibrio e benessere psicologico ideale, conducendolo fuori dallo stato di sofferenza. Il terapeuta e il vero maestro non devono convincere o indottrinare, ma fornire solo gli strumenti per giungere autonomamente alla guarigione e alla conoscenza.
Guarigione e conoscenza sono atti di volontà propria, di libero arbitrio. Bisognerebbe ricordare sempre che, a meno che non rientriamo nell'età scolare, grossomodo dai tre ai venticinque anni, nessuno ha diritto di "spiegarci" qualcosa e noi non abbiamo il dovere di "capire" alcunché, finendo dietro la lavagna se ci rifiutiamo di farlo. Figuriamoci se si tratta non di materie scolastiche ma di opinioni, atteggiamenti o comportamenti al di fuori dell'ambito scolastico e tra adulti e immunizzati. Si tratta unicamente in quel caso di manipolazione e lo spiegonista difatti si riconosce subito dall'utilizzo frequentissimo di due verbi declinati in senso sottilmente imperativo: capire e spiegare.
Lo spiegonismo ed il suo clero, ovvero la pletora di insegnanti, professori, divulgatori a vario titolo ed esperti televisivi esplosi come schegge di granata su tutti i media, social compresi, possono offrire solo la pappa predigerita agli uccellini di nido che porgono loro il gozzo, pronti ad ingoiare di tutto perché oramai incapaci di digerire altro. Non offrono conoscenza, dubbio e ricerca ma l'unica versione dei fatti e prima di tutto la fede cieca nella loro onestà e benevolenza. Non si preoccupano nemmeno della coerenza delle loro affermazioni, tanto esse sono insindacabili. Sono lì per spiegarci con lo spiegone. Cosa? Qualunque cosa. Nella preistoria dello spiegonismo ancora limitato alla scatola infernale da salotto, Piero Angela affermava: «Quando un lettore (o ancor più un telespettatore) non capisce, la colpa non è sua: ma di chi non ha saputo comunicare. Cioè dell'autore.» Qui siamo ancora, bontà sua, al lato benevolo dello spiegone, allo spiegonista in buona fede. "Non hai capito, non è colpa tua". Poi le cose sono cambiate.
Se la televisione da sempre veicolava, collettivizzandoli, idee e schemi comportamentali; se agiva sulle emozioni tarpando il pensiero logico a suon di fallacie, e preparava quindi il terreno, ora è la Politica (o ciò che definiamo con quel termine, in pratica ciò che resta di essa, l'ennesimo ectoplasma) che negli ultimi anni si è assunta in proprio il compito di spiegare e far capire agli adulti rinfanciulliti (soprattutto sui social media) al fine di poter agire più efficacemente quei meccanismi di aggancio, seduzione, rinforzo intermittente che si traducono in controllo mentale. Per questo abbiamo questa esplosione di professori che spiegano, che ci hanno insegnato tanto, che ci hanno aperto gli occhi ed ai quali siamo tanto grati per ciò che fanno. Tanti Pieriangela in incognito che ci fanno finalmente uscire dalle tenebre dell'ignoranza non più scientifica ma politica, sempre che non pretendiamo di alzare la mano e chiedere spiegazioni, non spiegoni, perché allora sono guai. Si riconoscono facilmente anche gli alunni secchioni degli spiegonisti. Sono coloro che utilizzano anche inconsciamente il linguaggio di gruppo ritrasmettendone all'infinito le frasi stereotipate o hanno introiettato il linguaggio del docente e perfino il suo comportamento abusante. Una situazione che non ricorda tanto un'aula scolastica o parlamentare quanto piuttosto il refettorio di una setta o il Panopticon.
Se la Politica si è ridotta a quest'ultimo tentativo disperato di terapia abusiva ed abusante che comporta la non elaborazione del transfert e l'instaurazione di una relazione tossica tra elettore/bambino/alunno ed eletto/adulto/maestro, e che in caso di proprio fallimento si dedica alla colpevolizzazione di chi "non ha capito nonostante gli avessimo spiegato", vuol dire che è proprio finita. Se i suoi rappresentanti sono solo alla ricerca di una scialuppa dove saltare trasvestiti da donna con il bimbetto piangente in braccio, non è degna di essere ascoltata perché, nonostante gli spiegoni sulle buone intenzioni e le circonvenzioni anulari, dopo questi ultimi due anni da incubo, non potrà mai renderci la sicurezza della libertà.
Nulla è perduto, tuttavia. Al riparo dalla grande menzogna, la Politica e la Scienza attendono impazienti la cacciata dei rispettivi usurpatori.
"Qualcuno spiegò con chiarezza che la compressione dei diritti economici della maggioranza avrebbe portato alla compressione delle libertà individuali. E facendolo, si mise nei nostri panni. Il partito cui appartiene ora lotta in difesa nostra. Per questo #Credo"
Cit. Anonimo Alunno su Twitter
giovedì 28 luglio 2022
MEMORANDUM DELL'ELETTORE STANCO DI GUERRA
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Domenico Rambelli, "Fante che dorme" |
mercoledì 29 giugno 2022
CI HANNO TOLTO LE PAROLE
Questi due anni ci hanno tolto le parole. Due anni di guerra mondiale antibiologica, di attacco sferrato all'Umanità che respira, come solo forse un'invasione aliena ostile di quelle tanto spesso immaginate il secolo scorso da letteratura e cinema avrebbe potuto scatenare.
Ricordate come iniziò? "E' una malattia terribile, si muore soffocati!" La cura, per contrappasso, fu la prima dittatura ad imporre a chiunque fosse vivo la deprivazione dell'ossigeno, la costrizione del respiro, l'orrore del soffocamento che poi si sono estesi metaforicamente alla mente, all'anima, bloccandole nell'incubo notturno ricorrente nel quale le urla sono mute, devocalizzate, imprigionate nell'impotenza della disperazione. L'anima ammutolita nell'orrore della visione dell'abisso nel quale la si voleva precipitare. Una dittatura che, per imprimere ancor meglio il marchio d'orrore e perpetuarlo in eterno, ha imposto la mascherina ai morti designati a rientrare nel computo delle "vittime" designate; eterno memento della follia umana da far decifrare agli archeologi del futuro.
Solo oggi riusciamo forse ad iniziare a capire che per due anni abbiamo faticato a trovare il modo di descrivere quell'orrore. Io finora non ci ero riuscita. Ho tentato mille volte di scrivere queste parole ma ogni volta rimandavo, perché non mi sembrava ancora venuto il momento di farlo. Non riuscivo più a scrivere. I pensieri venivano respinti al nero cancello dell'angoscia da frotte di demoni incaricati di attizzarla come il fuoco dal quale provenivano.
Tutti noi in questi due anni abbiamo visto l'Inferno scatenato da una schiatta di invidiosi di Dio e dai loro ignobili e sconci servi. Una genìa sotterranea, ctonia, spurgata dagli abissi della Terra e del Cuore che per due anni ci ha torturato allo scopo di separarci, isolarci l'un l'altro e poterci infine lacerare l'anima a morsi. E l'anima ferita ma sopravvissuta ha avuto bisogno di tempo per sentire attenuarsi il bruciore del fuoco.
Le parole ce le ha tolte la gestione meticolosa, implacabile, maniacale, sociopatica, di questo tentativo di aborto a termine dell'Umanità dal grembo del Creato, condotto da un'infima manovalanza che un misterioso fenomeno di negazione di massa continua a definire incapace, più che volonterosa esecutrice criminale del più ambizioso, scellerato e dannato crimine contro l'Umanità.
Tutto questo dovrà essere raccontato affinché, come ogni trauma, possa essere elaborato e superato anche se mai potrà essere dimenticato. Questi due anni ci hanno tolto le parole ma io sto cominciando ad aver voglia di urlare. E lo farò.