giovedì 27 marzo 2025

CHI HA PAURA DEL REGGENTE?

Ho chiesto a Grok di generarmi il prossimo Papa

Jorge Mario Bergoglio è stato dimesso dall'ospedale mostrandosi nuovamente in pubblico dopo oltre un mese durante il quale erano state fatte speculazioni di ogni tipo sulle sue reali condizioni di salute. 
Per mantenere viva l'attenzione su un Francesco in calo di popolarità, in evidente disarmo e sull'orlo della totale sede impedita, si era ricorsi anche ad alcuni maldestri pasticci combinati dalla sala stampa vaticana: messaggi audio manipolati e foto ormai scadute spacciate per ovetti di giornata.

A smentire le ultime residue dicerie sul papa già morto da un pezzo, sostituito con un avatar venuto da chissà quale altra dimensione, è bastato tuttavia osservare con quale truce piglio bergoglianamente bergogliano si è presentato il nostro, apparendo addirittura più incattivito e insofferente di prima verso un ruolo che pare non provare nemmeno più a sforzarsi di recitare, tanto da rendere necessario farlo assistere da quella specie di "men in black" alle sue spalle che gli suggerivano ogni parola e perfino gli ricordavano di fare un gesto di benedizione da indirizzare alla folla presente, fino al triste siparietto combinato con la signora in giallo dei fiori.

Fisicamente egli pare messo male e sofferente, forse non più in grado di deambulare, impedito nei movimenti della braccia e in grave affanno respiratorio. Inoltre il cortisone che è assai probabilmente responsabile del suo gonfiore, come effetto collaterale noto dà anche disturbi dell'umore, della memoria, comportamenti disinibiti, fino a veri e propri attacchi psicotici acuti. 
Nonostante il momentaneo lieto fine del ritorno a casa, Bergoglio non è parso quindi dello spirito giusto per pronunciare a buon diritto la celebre battuta di Mark Twain rivolta a chi sulla stampa l'aveva dato per deceduto: "Le notizie sulla mia morte sono fortemente esagerate". 

La convalescenza permanente e il regime di isolamento che di conseguenza sembrano attenderlo - è di questi giorni la notizia che Re Carlo III ha cancellato la prevista visita ufficiale in Vaticano del mese prossimo, permetterebbe da un lato alla Curia di esodarlo definitivamente e dall'altro la fazione che si è servita di lui fin dal 2013 vorrà sostituirlo al più presto con il nuovo antipapa Giovanni XXIV. La clamorosa e lunare balla di Tucho Fernandez su Bergoglio che avrebbe dovuto reimparare a parlare dopo la malattia sembra infatti più il desiderio dei suoi accoliti che se ne stia buono e zitto e d'ora in avanti lasci fare tutto a loro. Se mi si perdona il paragone irriverente, si sente l'odore del napalm della manovalanza da batteria che già si prepara ad obbedire al nuovo boss, mentre il vecchio comincia con crescente preoccupazione a guardarsi le spalle dagli ex fedelissimi.

A questo punto ci vorrebbe l'irruzione della polizia che arrestasse tutti e un bravo giudice che comminasse grandi punizioni esemplari dopo un bel processo. In effetti è proprio questo che dovrebbe accadere perché nel 2013 fu commesso un reato. 
Un gruppo di potere sovranazionale di stampo globalista tendente ad un unico governo mondiale, dopo averlo teorizzato e preannunziato, promosse un vero e proprio golpe nel cuore della Chiesa Cattolica per piazzarvi un proprio facente funzione e proseguire da una posizione privilegiata l'opera di demolizione gnostico-massonica della civiltà cristiana. 

Se questo colpo di stato, fin da allora ben noto a tutte le parti in causa, vaticane e globaliste, non è ancora divenuto di dominio pubblico è solo perché è stato totalmente blindato e rinchiuso in una specie di sarcofago di Chernobyl mediatico mainstream come mai era accaduto ad alcun altra teoria scomoda. 
Di conseguenza l'opinione pubblica a sei zeri non ne è stata informata e continua a credere che Benedetto XVI abbia abdicato perché "poverino, non ce la faceva più". 
Solo negli ultimi cinque anni, come è noto, attraverso la fondamentale ed accuratissima inchiesta di Andrea Cionci, per il quale tuttavia rimangono sprangate le porte degli studi televisivi e le redazioni dei giornaloni, compresi quelli presuntamente "amici", tutta questa complessa vicenda sta faticosamente ed eroicamente venendo alla luce conquistandosi sempre maggiore visibilità. 

Il silenzio mediatico sulla defenestrazione del legittimo Papa Benedetto XVI, oltre ad impedire paragoni scomodi con altri colpi di stato avvenuti in quegli stessi anni, con la rimozione di governi legittimamente eletti, annullamenti di referenda dal risultato sgradito, fino alle vere e proprie prove tecniche di dittatura degli anni della nota pandemia, è servito inoltre a creare l'illusione che si trattasse di una questione puramente di fede riguardante solo i cattolici praticanti. 
E qui sono dolori, perché a differenza dei precedenti antipapati - questo è il 41° e nemmeno il più lungo finora nella storia della Chiesa, il regno di Bergoglio rappresenta qualcosa di inedito, di ctonio, di estraneo, la cui pericolosità, mi spiace, sembra essere chiara solo a chi mantiene una visione laica della questione e fa i dovuti paragoni di cui sopra, mentre i fedeli pretendono di continuare la loro vita normale casa-chiesa, senza quasi curarsi di ciò che sta ancora accadendo al di là delle mura leonine.

Se la scoperta che fino alla sua morte Benedetto XVI è rimasto comunque Pontifex Pontificum, come ancora si firmava nella sua corrispondenza privata, può rassicurarci per gli anni dal 2013 al 2022, da lui coperti come katéchon, da lì in poi, con la sede vacante di fatto, per giunta  non ancora dichiarata, siamo in una situazione di gravissima vulnerabilità come popolo cattolico. L'esempio della Siria mi pare calzante. Se non vi è un'autorità chiaramente identificabile a tutti gli effetti come legittimo Vicario di Cristo, i cristiani sono in pericolo di venire perseguitati. Non è solo l'anima a rischiare, ma la pelle. Le anime si salveranno se esisteranno ancora i cristiani.

Voglio essere molto chiara e ribadire qui la mia totale adesione all'idea che non esista alternativa al ristabilimento della legittima linea petrina se non attraverso l'apertura di un'inchiesta ed il pronunciamento finale della giustizia canonica e penale sul caso di usurpazione. Non si può pensare di risolvere la faccenda con le solite commissioni d'inchiesta tarallucci&vino della politica o un triduo di purificazione penitenziale, da posticipare eventualmente a legalità ristabilita in forma di Te Deum di ringraziamento.

Andrea Cionci ha già ipotizzato in passato l'esistenza di un piano anti-usurpazione approntato da Giovanni Paolo II e Joseph Ratzinger negli anni ottanta, confluito in parte nella nuova costituzione apostolica Universi Dominici Gregis. Le élite hanno sempre piani almeno a trent'anni per la conquista del potere e quindi Woytila e Ratzinger hanno avuto tutto il tempo per approntare la loro strategia di difesa comprendente, oltre agli strumenti legali tra i quali la declaratio in forma di decisio pronunciata da Benedetto XVI nel 2013,  una struttura di reggenza, un vero e proprio Papa ombra, che opererebbe in caso di usurpazione per mantenere o riprendere in mano le sorti della Chiesa. La struttura reggente sarebbe tra l'altro l'unica in grado di condurre ad un nuovo conclave valido che non potrebbe che essere composto dai soli cardinali non di nomina antipapale.
E' un fatto che Francesco stia subendo negli ultimi anni un progressivo e sempre più incalzante demansionamento, confermato dal suo evidente nervosismo ed insofferenza nei confronti di questa sede impedita strisciante.

Ma allora perché i cardinali, se esiste una struttura reggente, non parlano e non agiscono apertamente, dichiarando la sede vacante e denunciando l'antipapa? Perché potrebbero essere stati sottoposti a segreto pontificio e tenuti all'obbedienza nei confronti del "reggente" la cui esistenza non deve ancora essere rivelata. In termini laici si chiamerebbe "Resistenza", ma stranamente nel mondo cattolico che pure sa si ridacchia all'idea che una struttura di potere che in duemila anni ha resistito a orde barbariche, occupazioni, scismi, apostasie, eresie e antipapi, ed è attualmente sotto inaudito attacco gnostico, non possieda un sistema immunitario rinforzato da queste passate infezioni. 

Il più evidente indizio a favore di questa ipotesi della struttura di reggenza ci proviene proprio dalla figura di Joseph Ratzinger.  Egli viene oggi ricordato come il mite papa Benedetto, il finissimo teologo e il grande dottore della Chiesa che un giorno dovrà essere proclamato, dimenticando tuttavia che egli fu per decenni un legislatore, un  pezzo da novanta della gerarchia della Chiesa, uno dei più nobili interpreti e custodi della macchina di potere della Chiesa, della quale conosceva tutti i segreti di funzionamento. E sicuramente Ratzinger non era ingenuo ma raffinato ed ispirato solutore di problemi.
E' semplicemente impensabile che non abbia fatto ciò che effettivamente fece, e cioè applicare ogni tipo di contromisura tecnico-legale di fronte alla minaccia dell'usurpazione, per porla in scacco. Ratzinger ha studiato per anni come salvare la nave dai pirati e la sua terribile esperienza di prigionia nel periodo post-bellico, i suoi quaranta giorni vissuti nei campi di internamento alleati, devono aver affinato il suo spirito di sopravvivenza sì da permettergli un giorno di porlo al servizio della sopravvivenza della Chiesa.

Quest'idea di un Papa che, come Cristo nel deserto, sconfigge Satana giocando il suo agente usurpatore dovrebbe essere raccontata ai fedeli ogni giorno ad esempio di virtù.
E invece sto notando con un certo crescente sconforto l'imperversare della più totale confusione nella parte di mondo cattolico che pure ha avuto la rivelazione che Benedetto XVI non ha mai abdicato regolarmente, rendendo nulla e invalida l'elezione di Jorge Mario Bergoglio e quindi canonicamente inesistente la figura di Papa Francesco.
Alimentata anche da rivalità e tornaconti personali, questa confusione da parte di coloro che sanno ma si comportano come se non sapessero, si autorigenera in una spirale senza apparente via d'uscita e che in alcuni casi sfocia in un preoccupante chiesapiattismo scismatico. L'ipotesi di una struttura che resiste sembra quasi allarmare invece di consolare, oltre a denotare una sconcertante mancanza di fede nel "non praevalebunt" pronunciato da Gesù Cristo. 

Ecco quindi le Chiese okkupate da Satana, le Chiese ormai spacciate e da rottamare, i papi espressione della vera gerarchia che decidono improvvisamente di fare il Grande Reset Cattolico premendo il bottone dell'autodistruzione per delegare l'ufficio a piccoli resti e compiacere grandi prelati; la progressiva assuefazione all'antipapato alieno ed alla sua illiceità che contamina, perché esso lo vuole, i riti, la liturgia ed i sacramenti. E poi le lotte per l'accaparramento dei fedeli come i mercanti si accaparrano i clienti, i "comprate il mio prodotto e guai a voi se andate dalla concorrenza".  
Tale confusione trae origine da una clamorosa perdita di focalizzazione su quello che è il punto centrale della questione al quale accennavo all'inizio, ovvero l'assoluta pericolosità per la vita, per l'incolumità dei cristiani data dalla mancanza dello scudo rappresentato dal Vicario di Cristo, figura affatto meramente rappresentativa ma cruciale nella contrapposizione al male, terreno o preternaturale.

Che si fa quindi? Ci si preoccupa, si pensa a come contribuire da semplici fedeli a sostenere chi di dovere  là dentro sta mettendo in atto le proprie contromosse e avrebbe un immenso beneficio dall'appoggio di un popolo cattolico giustamente indignato e desideroso di giustizia, pronto anche a gesti significativi di opposizione all'antipapato, oppure si deve pensare solo al precetto? Temo per tutti noi, amici miei, e senza polemica, che non esistano messe gratis. 

lunedì 17 marzo 2025

ULTIMO TANGO PER BERGOGLIO

Francesco è ricoverato al Gemelli ormai da un mese senza aver più dato un cenno di sé a parte l'audiomessaggio che abbiamo dimostrato con un buon 90+ di probabilità essere stato manipolato, e con le uniche notizie sulla sua salute ridotte al bollettino fotocopia di ogni mattina: "Dopo aver trascorso una notte tranquilla, Francesco ora riposa". Non solo ma negli ultimi giorni stava ormai precipitando a fondo pagina, relegato in miseri trafiletti nei giornali mainstream. Quando vogliono farti sparire mediaticamente non è mai un buon segno. Già tempo addietro scrissi che Bergoglio era destinato a diventare un testimone scomodo e che la cosa sarebbe stata per lui rischiosa.

Oggi però a sorpresa, forse rispondendo all'invocazione "basta fake sul Papa" del cardinale Zuppi, è stata pubblicata la prima fotografia che ritrae Bergoglio suppongo nella cappella dell'ospedale ma di spalle, seduto su una sedia e senza ausili respiratori. Il Quotidiano Nazionale racconta che stava concelebrando messa - ma nel titolo scrivono come al solito "celebra", il che non accade più dal 2022, e che un centinaio di bambini erano venuti a salutarlo affollandosi nel piazzale del Policlinico, chiedendosi: "Dov'è il Papa?"
Perché Francesco Reaparecido non è stato portato di fronte ad una finestra per fare ciao ai bambini? Si era radunato pure un gruppo di tangueros che facevano risuonare le note del ballo tradizionale del suo paese, ma lui, niente. Però al contempo fanno uscire la foto sui giornali. Questo alone di mistero non si era mai visto per gli ultimi papi ed è inspiegabile se il ricovero di Bergoglio è dovuto solo, si fa per dire, ad una polmonite bilaterale in via di remissione.

Il dopo Bergoglio sembra già iniziato e pare addirittura, come anticipato martedì scorso dal Secolo d'Italia, che alla dimissione dal Gemelli Francesco non rientrerà affatto a Santa Marta in Vaticano ma si trasferirà, udite udite, nel famoso appartamento ospedaliero allestito a suo tempo in Santa Maria Maggiore, della cui esistenza aveva parlato esattamente un anno fa Lo Speciale; notizia poi ripresa e approfondita da Andrea Cionci l'estate scorsa. 
Francesco avrebbe deciso di dimettersi - dal nulla, visto che la sua elezione fu invalida, per poi ritirarsi a Santa Maria Maggiore, trattenendo solo il titolo di Vescovo emerito di Roma, rinunciando a quello di Papa Emerito - ovviamente. Ricordiamo che la basilica è anche il luogo prescelto per la sepoltura di Bergoglio, secondo le sue volontà. Stiamo parlando quindi a tutti gli effetti di un vero e proprio ritiro dal mondo (salvo eventuali fughe all'estero) in un luogo dal quale non uscire mai più. 
Non si potrebbe descrivere meglio la ritirata di un antipapa. Il quale per altro già il giorno dell'elezione - invalida - nel 2013 dovette firmare le proprie dimissioni in bianco, ufficialmente per eventuali futuri impedimenti fisici, consegnandole poi all'allora segretario di stato card. Bertone.

In astrofisica vi sono oggetti non osservabili direttamente, i buchi neri, la cui esistenza si può tuttavia dedurre dagli effetti che producono su altri oggetti a loro vicini. Allo stesso modo, è innegabile che la scoperta della progressiva ed inarrestabile sottrazione di priorità papali a Bergoglio*, di fatto ormai antipapa impedito e finito proprio in un buco nero mediatico, stia dimostrando per deduzione l'esistenza di quella struttura che sembra avere funzione di Reggente, di vicario del katéchon, espressione della Chiesa indefettibile e rimasta in piedi a sua difesa per duemila anni nonostante antipapi, eretici e scismatici vari. Struttura rinforzata dagli anni '80 in poi da opportuni strumenti canonici a cura dei papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Ovviamente la struttura antagonista gnostico-massonica che ha sostenuto Bergoglio in questi anni è ancora presente e conserva un certo potere. Questo silenzioso protrarsi della degenza di Francesco è probabilmente dovuto alla necessità di mettere a punto non solo l'uscita di scena concordata dell'antipapa, che libererebbe la Curia della sua presenza ormai scomoda in Vaticano, magari a causa delle sue posizioni pacifiste ormai démodé, ma anche la trattativa ben più difficile con i suoi sodali in vista di un nuovo Conclave.

Non è escluso che sia in corso e possa protrarsi ancora a lungo una feroce lotta interna tra fazioni. Noi dobbiamo augurarci che, se la struttura con a capo il Reggente ha avuto il potere di disinnescare l'antipapa fino a costringerlo all'esilio, possa parimenti essere in grado di ripristinare la legittima successione petrina, eleggendo un nuovo Papa risoluto e risolutore che però non dovrà essere scelto né di pancia né frettolosamente. Meglio dirimere tutte le questioni che hanno ferito la Chiesa, in primis denunciando il colpo di stato ai danni di Benedetto XVI, orchestrato da forze anticristiane e globaliste e non rimandando più l'apertura di un processo penale che stabilisca le responsabilità di ciascuno.

Se tutti stanno cercando di uscire puliti da uno scandalo che in troppi si ostinano ancora o a negare oppure a far finta di non vedere è tuttavia necessario che venga fatta chiarezza, che la vicenda venga rivelata al mondo per come si è veramente svolta - visto che là dentro tutti sanno e hanno sempre saputo, e che ognuno si assuma la responsabilità dei suoi atti. 

*Andrea Cionci, "Tutte le evidenze che dimostrano il REGGENTE della Chiesa dentro la Segreteria di Stato".


Tangueros per Bergoglio davanti al Gemelli.


domenica 16 marzo 2025

THE SUBSTANCE, IL PRIMO MESTRUO-WESTERN

 


E anche "The Substance" è andato, tra un uso eccessivo di primissimi piani, le solite spudorate citazioni kubrickiane con le quali le registesse di oggi confessano il loro senso di inferiorità di fronte al massimo regista di ieri e forse di sempre e in generale al Cinema, fino al delirio gore finale perfino oltre il Suspiria di Guadagnino, con due botte necrofile anche all'appena defunto David Lynch e al suo Elephant Man, mentre David Cronenberg è rimasto legato ed imbavagliato in uno sgabuzzino per tutto il film.

Eroiche le due interpreti, la 36 mesi Demi Moore e la caciottina Margareth Qualley, sulle quali si regge tutto il film, appena adiuvate dal carrello dei bolliti denominato Dennis Quaid, ex bello degli anni 80 ma senza il problema dell'invecchiamento perché lui è uomo e quando mangia fa schifo. (Tutte criptolesbiche uomofobe, queste velleitarie registesse femministe? Che palle!)

La storia non era malvagia. Il problema dell'invecchiamento nella società dell'immagine richiede a una donna una grandissima maturità e saggezza nell'affrontarla senza farsene maciullare, soprattutto se dentro ci si sente ancora disperatamente giovani e piene di vita. Ma ciò vale anche per gli uomini, anzi, forse la cosa è anche più drammatica se non hai soldi e potere a mascherare l'invecchiamento fisico.

Come l'avrebbe diretta un regista uomo la storia della sostanza misteriosa? Penso che avrebbe creato una comunicazione tra il sé anziano e il sé giovane che si alternano, ne avrebbe tratto un bellissimo rapporto padre-figlio sublimato e forse i due nel finale sarebbero morti assieme, dividendosi la dose letale della sostanza, riflettendo sulla loro solitudine e sui ricordi del passato.

Invece la registessa ha involontariamente sabotato il messaggio femminista (e io godo), facendo emergere la realtà innegabile dell'eterna conflittualità all'ultimo sangue tra la vecchia e la giovane, con la giovane che in pratica distrugge la madre, ovvero sé stessa, nel finale mestruo-western. Anche qui, mille volte meglio il "Kill Bill" di Tarantino. Complimenti quindi per il clamoroso boomerang che ci conferma che le donne senza freni combinano sfracelli e il femminismo, è proprio il caso di dirlo, crea mostri.

Voto: 6-

lunedì 3 marzo 2025

COME UN COLPO DI QANON. DICERIE E LORO UNTORI.

 

"This JFK jr. is no more" (semicit.)


Tutto ciò che sai sul ricovero del Bergoglio desaparecido non solo è falso ma lo è smaccatamente. A pesci in faccia, proprio.

Come se le balle da naso di Pinocchio talmente lungo da sfondare la finestra non fossero abbastanza, soprattutto in quegli imbarazzanti bollettini ufficiali vaticani, ci si mette anche il ricondizionato Qanon, quello del "domanivienegiututto" e probabile spin doctor di Viganò. Qanon in questi giorni sta letteralmente facendo twittare dall'oltretomba John John, il figlio di JFK, che a noi risultava morto assieme alla moglie in un incidente aereo nel 1999. 

Sono anni che Qanon, tirandoci addosso secchiate di dicerie, sostiene che John F. Kennedy jr. sia vivo e che lotti nella palude assieme a noi per ritornare presto ad assumere un ruolo di grande importanza nell'amministrazione Trump. La cosa ridicola ora è che questo account di un morto che non viene percepito come tale, proprio perché Qanon ha seminato l'idea che fosse ancora vivo, viene di fatto scambiato dagli utenti di X per quello di suo cugino sicuramente vivo Robert Kennedy jr., il neo ministro della salute di Re Donaldo. Per cui: "Kennedy ha detto che il Papa è già morto", "Kennedy ha rivelato le vere condizioni di Bergoglio", "Kennedy ha svelato il nome del nuovo papa". ecc. ecc. Quale Kennedy l'abbia detto, e sicuramente non può essere stato quello morto, non importa a chi legge distrattamente le notizie e le ingurgita senza masticarle. 

Non so se volutamente o meno, siamo quindi al miocugginismo a livello apoteosi. Ovvero, ecco lo spin, l'idea da seminare: "Se lo dicono i Kennedy è una balla, non è vero". Il che mi conferma che Qanon sia un'operazione di gatekeeping come già si sospettava da tempo e che ora stia circonvenendo legioni di incapaci utilizzando un altro dei suoi trucchetti psicologici. Quello del miocuggino, appunto.

Ragazzi, vi prego, ci stanno trollando con una ridda di scemenze. Siamo tra Scilla e Cariddi ed è pieno di sirene. Un paio di tappi per le orecchie e una legatina all'albero maestro non guasterebbero. 



domenica 23 febbraio 2025

BERGOGLIO STA BENE, HA MANGIATO UN PANINO




"Non era ancora passato un quarto d’ora, che la carrozzina tornò, e la Fata, che stava aspettando sull’uscio di casa, prese in collo il povero burattino, e portatolo in una cameretta che aveva le pareti di madreperla, mandò subito a chiamare i medici più famosi del vicinato.

E i medici arrivarono subito, uno dopo l’altro: arrivò, cioè, un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante.

— Vorrei sapere da lor signori, — disse la Fata, rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio, — vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia vivo o morto!... —

La Fata prese in collo il povero burattino.

A quest’invito, il Corvo, facendosi avanti per il primo, tastò il polso a Pinocchio: poi gli tastò il naso, poi il dito mignolo dei piedi: e quand’ebbe tastato ben bene, pronunziò solennemente queste parole:

— A mio credere il burattino è bell’e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!

— Mi dispiace, — disse la Civetta — di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega; per me, invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero.

— E lei non dice nulla? — domandò la Fata al Grillo-parlante.

— Io dico che il medico prudente, quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto. Del resto quel burattino lì, non m’è fisonomia nuova: io lo conosco da un pezzo! —

Pinocchio, che fin allora era stato immobile come un vero pezzo di legno, ebbe una specie di fremito convulso, che fece scuotere tutto il letto.

— Quel burattino lì — seguitò a dire il Grillo-parlante — è una birba matricolata… —

Pinocchio aprì gli occhi e li richiuse subito.

— È un monellaccio, uno svogliato, un vagabondo... —

Pinocchio si nascose la faccia sotto i lenzuoli.

— Quel burattino lì è un figliuolo disubbidiente, che farà morire di crepacuore il suo povero babbo!… 

A questo punto si sentì nella camera un suono soffocato di pianti e singhiozzi. Figuratevi come rimasero tutti, allorchè, sollevati un poco i lenzuoli, si accorsero che quello che piangeva e singhiozzava era Pinocchio.

— Quando il morto piange è segno che è in via di guarigione — disse solennemente il Corvo.

— Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega, — soggiunse la Civetta — ma per me quando il morto piange, è segno che gli dispiace a morire. ―"

 

Carlo Collodi - Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino (1881-1883)
Capitolo 16


Collodi li conosceva bene. Soprattutto quelli che di solito redigono i comunicati della sala stampa del Vaticano. Vediamo l'ultimo sulle condizioni di Francesco.




Fate sempre attenzione alle informazioni poste all'inizio e alla fine di un comunicato perché ciò che deve passare della notizia è sempre piazzato lì, il famoso panino. Il banale motivo di questo schema consiste nel fatto che la memoria si aggancia alla prima e all'ultima informazione che le viene fornita e tende a dimenticare ciò che sta in mezzo, anche se esso resta comunque in sublimine e creerà la dissonanza cognitiva

In questo comunicato in bianco e nero e in tutti quelli che lo hanno preceduto e che lo seguiranno, si vuole far passare il fatto che Francesco in fondo stia bene nonostante la "crisi respiratoria prolungata che ha richiesto, ecc. ecc."
Ma può un malato in quelle condizioni alzarsi e trascorrere la giornata in poltrona? Infatti la prognosi è riservata.
La dissonanza cognitiva, il contrasto tra l'immagine di un praticamente convalescente ma ancora in prognosi riservata, serve a creare ansia, incertezza e sospetto e siccome "non ce lo dicono" in questo caso si viene spinti a credere all'ipotesi nera, cioè che Francesco sia più grave di quello che vi dicono e che l'unica via di uscita sarà infausta. Se non è addirittura già morto. 

Niente paura, se alla fine di un volo di 14 ore sarà finalmente giunto a destinazione, che non fosse così grave in fondo ce l'avevano detto e loro sono a posto con la coscienza. 

P.S. Un consiglio: continuate a leggere il capitolo successivo di "Pinocchio" per il prosieguo della storia. Il Collodi li conosceva bene. 
E, da buoni cristiani, preghiamo per la completa guarigione del malato.

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