sabato 3 febbraio 2007

Ancora sangue sul calcio

Di fronte alla notizia della tragedia di Catania e a un giovane che è morto, ad una famiglia che è chiusa nella morsa del dolore più cocente e che nessuna parola detta anche con le migliori intenzioni può consolare, le banalità, le frasi di circostanza, il rammarico, lo sdegno, perfino la rabbia, tutto risulta di una profonda inadeguatezza.
E' una morte, quella dell’agente di polizia, che non è affatto assurda, come diciamo tentando di non guardare in faccia la realtà, ma che è stata cercata. Come in guerra, dove il nemico si uccide con cognizione di causa.

A margine di una partita di calcio, giocata di sera per esigenze televisive di business, nonostante il notorio parere contrario delle forze dell'ordine che giustamente sostengono che l'oscurità favorisce la delinquenza, si è scatenato per l’ennesima volta quel simulacro di guerra con morti veri che è la violenza negli stadi. Anzi fuori dagli stadi, così si combatte meglio. Un attacco in piena regola con tanto di bombe carta portate da casa, organizzato da un esercito multiforme che comprende ultras che per mestiere fanno i teppisti, ma si presentano come “tifosi di calcio”, che dovrebbe essere tutt’altra cosa, e da altri volonterosi che all'occorrenza sono sempre pronti a combattere, magari arruolati dalla malavita.

Sul coinvolgimento ormai storico degli ultras in questi incidenti sono stati scritti tomi su tomi. Oggi ho letto analisi molto sensate, come questa di Francesco, che sottoscrivo.
Il problema è che nessuno tra magistratura, polizia e mondo politico riesce ad impedire che le società di calcio allevino queste male piante e se ne facciano ricattare.
Ricordate il “derby del bambino morto” del 2004? Quel derby romano dove si diffuse la notizia della morte, prima di un bambino poi di un ragazzo per colpa delle forze dell’ordine e gli ultras scesero in campo a parlottare con Totti e compagni finchè la partita fu sospesa? Allora non si escluse che dietro al fatto (la notizia era per fortuna falsa) vi fosse un vero e proprio tentativo di ricatto da parte degli ultras alle due società romane. Poi non se ne è più parlato e oggi siamo di nuovo a lamentarci delle imprese del tifo violento organizzato.

Io approfondirei invece l’argomento, perché non bisogna sottovalutare né la ricattabilità delle società di calcio, che permettono (chissà perchè, ce lo siamo mai chiesti?) che al loro interno bivacchino dei delinquenti, né la possibilità che la violenza negli stadi possa essere infiltrata e utilizzata dalla malavita organizzata o anche dal terrorismo e dalla mafia e da qualunque altra forza destabilizzante come arma contro la società civile. Sono d’accordo con il pm Renato Papa che indaga sulla morte del povero agente Raciti quando afferma che: “bloccare i tornei significa darla vinta ai criminali”.

La risposta immediata è stata infatti questa: campionati sospesi fino a nuovo ordine, non deve più succedere, bisogna prendere provvedimenti, il calcio è morto.
Anche queste, scusate, sono sciocchezze di circostanza. Promesse da marinaio. Un baraccone che muove migliaia di miliardi non può essere fermato, nemmeno di fronte alla morte di un uomo. Altrimenti dovremmo mettere in discussione la nostra società, fondata sul motto "The show must go on".
Non chiamatemi cinica, ma vedrete che tra una settimana, al massimo due, anche questa tragedia episodio andrà a far compagnia alla morte di Paparelli, alla strage dell’Heysel e alle tante altre disgrazie accadute negli stadi, compresa l’ultima, quella del dirigente ucciso a calci solo qualche giorno fa e già sull’orlo del dimenticatoio.

Se non si è fatto nulla finora, perché cambiare avrebbe significato ledere certi interessi ed equilibri, come si può pensare che cambi tutto ora?
Se non si fa nulla contro la violenza, allo stadio si va sempre di meno. Meno gente va allo stadio più abbonamenti alla pay per view si fanno. Va bene, questa è una malignità, però basterebbe fare una sola cosa. Copiare la legge inglese e possibilmente adoperarsi in sede europea per estenderla su tutto il territorio continentale. Si entra allo stadio solo con biglietto nominale, pene severissime per i responsabili di violenze. E poi costringere le società a farsi carico della sicurezza negli stadi con appositi servizi d'ordine così da permettere alle forze dell'ordine di gestire l'esterno. Obbligarle a disfarsi delle frange violente che sui forum scrivono "non ne uscirete vivi".

E' tutto ciò che la politica deve fare. Altrimenti toccherà a noi. Si disertino gli stadi, si disdicano gli abbonamenti Sky, non si compri più la gazzetta rosa, tanto non si perde niente, si spengano le tv quando cominciano le trasmissioni sportive. Chissà che questo non smuova il baraccone e i suoi fenomeni.


16 commenti:

  1. Anonimo22:36

    Non mi sembra che la legge inglese abbia ridotto gli hoolingans a ragazzini da oratorio.... e poi sai che pace e che delizia un anno senza calcio. Chiudiamo tutto.

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  2. Anonimo22:39

    Quello che mi sembra incredibile è che ho sentito dire alla televisione proprio da rappresentanti del mondo del calcio (tra i quali anche un paio di allenatori) che le società non possono far niente perchè sono ricattate...E' come ammettere davanti a tutti che hanno qualcosa da nascondere...
    Tu mi dirai: "e di cosa ti stupisci?"...hai ragione sono la solita ingenua che crede (o forse meglio dire spera) nella correttezza di tutti...illusa!
    Buona serata e buon fine settimana ;-)

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  3. Siamo pur sempre nel paese in cui Lunardi diceva che "bisogna convivere con la mafia"...In ogni caso io credo che sospendere a lungo termine i campionati faccia bene. Vuol dire ricattare le società. E se noi le ricattiamo - facendole perdere un bel po' di introiti miliardari - magari incominceranno a porsi il problema di darsi una bella ripulita da ultras violenti e compagnia...

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  4. Anonimo10:33

    Annullare questo campionato non sarebbe una resa, ma una dimostrazione che la loro arma di ricatto è scarica. O si dimostra che il calcio non è una necessità vitale per il paese, oppure i teppisti se ne approfitteranno sempre.

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  5. @ etienne64
    lo sai che il baraccone non si può chiudere. Adesso poi che è tornato il fenomeno!

    @ stefania
    grazie, buona domenica anche a te!

    @ camminare domandando
    Sarebbe bello ma non lo faranno mai, per motivi di soldi.

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  6. Anonimo10:48

    non solo per i soldi. non lo faranno mai perchè la popolazione vuole il calcio. ahimè.... il calciatore e la velina sono gli idoli della società dei consumi

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  7. Che si voglia lasciare il baraccone così com'è lo dimostra l'esito dei processi estivi (lasciamo per un attimo da parte il nostro "tifo" personale). Peggio del Gattopardo: nulla si cambi per far finta di cambiare niente! Ascoltando i personaggi tipo il presidente Lotito, pare che sia solo un problema di proprietà di uno stadio (certo lui ha un terreno agricolo da far diventare edificabile con stadio e centro commerciale!) Zamparini, che se la prende con la politica. Casini che chiede come un newyorchese Giuliani "tolleranza zero!" Fanno un tantinello vomitare. Certo non si può interrompere un circo così remunerativo' però anche gli inviti a non andare allo stadio o a non abbonarsi a Sky o alle partite pay per view lascia il tempo che trova. Per conto mio non mi guardo neanche le partite in chiaro, neanche la nazionale, salvo nei mondiali quando mi diverto di più. Però qualcosa si dovrà pur fare e colpire le tasche è uno dei modi più convincenti che vi sia. Allora squalifichiamo il campo del Catania per due o tre anni (è il secondo morto per bomba carta!) e si finisca il campionato a porte chiuse, magari facendo giocare le partite la mattina alle dieci. Un ultimo invito non comprere neanche il Corriere dello Sport e Tuttosport oltre alla rosea, per par condicio...

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  8. Anonimo12:34

    Io guardavo il calcio quando ero adolescente, poi mi resi conto che si trattava pur sempre di applicare la massima "panem et circenses" e me ne disamorai. Quindi non mi piace, ma detesto maggiormente quel che gli gira attorno, televisione compresa. Non mi piace neppure che il Calcio, come l'uovo del cuculo, in Italia ha sopraffatto gli altri sport.
    Quel che dice lameduck è talmente condivisibile da risultare tragicamente banale, aggiungo soltanto due puntualizzazioni. La prima è politica: il sindaco Scapagnini è imbarazzato dall'accaduto, poiché l'ambiente che ha prodotto due ore di guerriglia urbana (termine talmente adusato da generare equivoco: sarebbe guerriglia rovesciare le macchine, c'è invece chi dice tra le Forze dell'Ordine che si è trattato di una esecuzione) è fondamentale nel parco del voto di scambio. Gli interventi tardivi del sindaco di Catania minimizzano l'accaduto e danno la colpa a "pochi" facinorosi. Rovesciando il calzino, proprio l'ambiente sociale degradato in cui sono cresciuti gli assassini meriterebbe maggiore attenzione dallo Stato: Legge e lavoro, scuole e consultori come si faceva nei paesi civili. C'è molta attenzione nelle Istituzioni, mi spiace dirlo, a non fare emergere nella pubblica opinione il problema della sicurezza e della legalità nella mia città.
    Secondo: il calcio è un fenomeno sociologico talmente radicato che si tende ad accettarlo prima che discuterlo. Abolire tifoserie e faziosità sarebbe invece un bel passo avanti nella scala evolutiva. Tanto c'è comunque, lasciando le cose me stanno, chi sa sfruttare sagacemente le debolezze nella massa. Bisogna imparare a non farsi espropriare la vita ed i pensieri dalla televisione... Siamo in pochi ad avere staccato la spina, a non partecipare alla kermesse massmediale che allontana fattivamente la gente dalla vita sociale... ma cresciamo.

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  9. è assolutamente necessario agire sulle società che mantengono ancora questi gruppi di criminali. E ci vuole una legislazione basata sul modello inglese. Non avrà risolto completamente il problema hooligans ma ha comunque ridimensionato decisamente un problema che in inghilterra dilagava.

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  10. Anonimo16:22

    Leggere il tuo post, cara Lameduck, mi ha indotto a riflettere e ad inserire l'episodio in una cornice più ampia. Concordo con l'idea che una legislazione adeguata potrebbe aiutare a ridimensionare il fenomeno. Concordo inoltre con chi sostiene che è anche l'ambiente sociale degradato a partorire simili aberrazioni. Scuole, lavoro, consultori e forme di aggregazione capaci di promuovere la crescita e lo scambio "vaccinerebbero" la realtà giovanile dai batteri della violenza, dell'odio e della criminalità.
    Miriam

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  11. Sono riflessioni interessanti.
    Comunque la prossima settimana di sicuro si gioca.

    Pensatoio

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  12. Non mi piace la violenza. Meno che mai quella che prende spunto da un fatto sportivo.
    Si giocherà perché ci sono troppi interessi economici in ballo!
    Lo Stato già ha perso tanto in una domenica senza partite

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  13. Anonimo11:41

    X Stefania: hai pensato che magari tutti questi disordini sono organizzati da qualcuno che vuole che Pulvirenti venda la sua squadra a qualche "amico"?
    Le squadre, alcune squadre, subiscono ricatti pesanti.
    Ecco perchè alla stadio certa gente continua ad entrare.

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  14. Anonimo11:58

    In questo caso, ma tanto già lo so che non andrà a finire così, da sportiva quale sono, vorrei che si dicesse semplicemente che il calcio chiude per lavori in corso,campionato sospeso!
    Ci vorrebbero mesi per adeguarsi realmente alle norme, ma con la paura di perdere miliardi il grande show del calcio si darebbe da fare seriamente. Poi riprendere con le norme nuove o vecchie ma con la certezza della pena prima di tutto.
    Ma tanto il baraccone non si può fermare.
    A tutti quelli che dicono che potremmo stare bene senza calcio,però vorrei chiedere cosa hanno fatto la notte del 9 luglio, perchè trovo incoerente tifare per la propria nazionale e essere fieri di essere campioni del mondo e poi fare quelli che.. a me del calcio non me ne frega niente.

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  15. Anonimo14:57

    MATARRESE E' UN DELINQUENTE

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  16. @ maria
    io sono una grande tifosa di calcio e mi piacerebbe che quel mondo fosse un pò meno sporco di quanto è. Pulito no, perchè oggigiorno nessuno sport è pulito. Oddìo, forse le boccette...

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