mercoledì 27 giugno 2007

Ustica, ipotesi per una tragedia

Nel 27° anniversario della tragedia di Ustica vi propongo questo testo, che riassume in maniera efficace gli scenari inquietanti che avrebbero potuto fare da fondo a questo mistero insoluto italiano. Vere o false che siano queste ipotesi, l'omertà e l'assoluta incapacità di magistratura e governi di giungere ad una soluzione del caso fanno pensare che quel giorno effettivamente i giochi fossero troppo grandi per gli stessi giocatori. Con la speranza che un giorno giustizia sia fatta e quelle 81 persone innocenti possano avere finalmente pace, assieme ai loro famigliari.


"Il 27 giugno 1980 un DC9 dell'Itavia partito da Bologna per Palermo, si ferma per sempre a Ustica. I soccorsi arrivano in ritardo e in pratica non fanno che raccogliere in mare alcuni dei cadaveri dei passeggeri e il cono di coda dell'aereo.
I periti dell'aeronautica diranno che l'aereo si è spezzato in volo per un cedimento strutturale con morte istantanea per tutti i passeggeri. [...]
II generale Rana che è a capo del registro aeronautico, dirà che si è trattato di un missile ma il Ministro competente la considera una sua supposizione.
D'Avanzati, Presidente dell'Itavia, dirà anch'esso che il suo aereo è stato abbattuto da un missile.
Di lì a una settimana una rivista specializzata inglese, sulla base di un diagramma radar reso pubblico perché considerato innocuo, scriverà che è stata un'azione da manuale, una tipica conversione con lancio di missile a 90°.
Ma l'aeronautica italiana ha parlato di cedimento strutturale e il Ministro non deflette. Il Ministro dei Trasporti, che è Formica, provvede a firmare il decreto di scioglimento della compagnia. [...]
Il Presidente dell’Itavia che aveva parlato di un missile, viene raggiunto da una comunicazione giudiziaria per propagazione di notizie false e tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico. Per più di 8 anni sarà l'unico ad essere stato raggiunto da una comunicazione giudiziaria per l'affare Ustica.
Dopo che l'Itavia è stata sciolta quale compagnia inaffidabile, anche se per la verità l'Itavia faceva perfino la manutenzione di altre compagnie minori, si comincia a dubitare del cedimento strutturale. [...]

Allora l’aeronutica comincia a sposare la tesi dell’esplosione a bordo, anzi della sicurezza di un'esplosione a bordo. Questo che dovrebbe essere il punto di partenza delle indagini per scoprire i colpevoli, è invece considerato da tutte le istituzioni come il punto di arrivo: è stata una bomba e il caso è chiuso, tanto in Italia si è abituati a non sapere mai chi ha commesso le stragi. Ipotesi tante, come dire nessuna.
Per tutti, all'estero, l'aereo è stato abbattuto da un missile. La BBC manda perfino in onda un servizio intitolato "Murder in the sky".
L'aeronautica italiana esclude nella maniera più assoluta che l'aereo possa essere stato abbattuto. Non ci sono tracce radar di altri aerei nelle vicinanze, i nastri radar però o non ci sono o non si trovano o sono stati distrutti o si è interrotto il rilevamento radar per esercitazioni in corso, ecc.

L'aeronautica militare comincia a essere messa sotto accusa dall'opinione pubblica, anche perché un Mig libico precipita nella Sila, ufficialmente durante un esercitazione che simulava proprio un attacco del nemico da sud. L'aereo sarebbe arrivato sul territorio nazionale senza che l'aeronautica se ne accorgesse e proprio in un momento di massima allerta.
Se poi aggiungiamo che il Mig libico non può avere l'autonomia per raggiungere quel punto, che il pilota morto calzerebbe gli stessi stivaletti di ordinanza dei piloti della Nato e che i periti che devono fare l'autopsia sul morto ricevono pesanti interferenze da parte di un "militare in borghese" presso una caserma dei Carabinieri, ce n'è abbastanza per fare entrare l'aeronautica nell'occhio del ciclone.

Dopo 8 anni e dopo un recupero parziale dell'aereo precipitato, presso alcune basi radar periferiche (prima ignorate dall'inchiesta), sarà possibile reperire le tracce dell'aereo Itavia che precipitava e si avrà la conferma che in quel momento, in quello spazio aereo, c'erano anche altri aeroplani.
Uno dei canali della televisione di Stato manderà in onda una sua ricostruzione dell'incidente, attribuendo l’abbattimento del DC9 a un missile sfuggito a un nostro aereo durante un’esercitazione.
Dai vertici dell'aeronautica vengono sdegnate smentite, un generale urla in pubblico: "Non siamo stati attori ma spettatori" e ricorda alla classe politica che l'ira all'interno dell'aeronautica sta montando.[…]
Ormai tutte le perizie parlano di missile, gli unici a insistere sulla bomba sono i periti dell'aeronautica o quelli a loro vicini.
Viene deciso anche il recupero di quella parte di aereo che è rimasto in fondo al mare ma la credibilità delle istituzioni, di tutte quelle che si sono occupate del caso Ustica, è perduta. [...]

All'estero e in tutti gli ambienti italiani solitamente ben informati, si racconta una storia di questo genere: inglesi e francesi con l’aiuto logistico degli americani, avrebbero progettato di abbattere l’aereo del leader libico Gheddafi ma all'appuntamento avrebbero trovato il DC9 dell’Itavia che era in ritardo sul piano di volo.
C'è anche una versione lievemente diversa: all'appuntamento avrebbero trovato altri caccia; nella battaglia aerea che ne sarebbe seguita veniva abbattuto il DC9 Itavia, che passava da quelle parti e dietro il quale si sarebbe rifugiato uno degli aerei in procinto di essere colpito da un missile. Il DC9 Itavia avrebbe intercettato un missile diretto ad altri.
Quello che si dice in più, però, è che i Libici sarebbero stati informati dell’attentato preparato contro di loro, dai nostri servizi segreti filo-arabi. Non è inverosimile perché già in un'altra occasione i nostri servizi segreti avevano avvertito il leader libico di un attentato progettato contro di lui.
Certo che se tutto questo è vero, e all'estero lo danno per tale, i nostri servizi segreti avrebbero
realizzato un bel colpo: avrebbero salvato un leader che ci ha mandato contro perfino dei missili (ricordare Lampedusa) e sarebbero la causa indiretta dell’abbattimento di un nostro aereo e della morte di 81 italiani.
Non sarebbe tutto qui perché le risposte del leader libico al suo mancato abbattimento sarebbero due: una, verificabile, è stata quella di far pubblicare un necrologio di una pagina intera per i morti di Ustica su un quotidiano di Palermo, città d'arrivo del DC9 Itavia; l'altra sarebbe la bomba di Bologna, città di partenza dello stesso aereo.
I morti dell'affare Ustica potrebbero quindi essere non 80 ma quasi il doppio. [...]

In molti cominciano a parlare, memorie assopite riaffiorano. Dall'interno della stessa aeronautica, se si escludono i vertici, si riescono a ricostruire tanti particolari. Particolari apparentemente del tutto secondari ma che possono avere un senso preciso per la ricostruzione della verità, che appare ancor più sconcertante di quanto si potesse immaginare, al punto di potere ipotizzare che l'aereo pieno di ignari passeggeri sia stato deliberatamente portato davanti all'aereo killer.

L'aereo del leader libico Gheddafi passava abbastanza frequentemente dai cieli italiani e sembra che fosse riuscito ad ottenere, per i caccia di scorta, delle basi in aeroporti militari italiani e specificatamente in quello di Grosseto.
Avvisato da una componente dei servizi segreti italiani dell'attentato che era stato preparato per lui, Gheddafi avrebbe utilizzato la copertura aerea prevista per il proprio aereo che non c'era, per scortare il DC9 dell'Itavia, in modo da portarlo davanti all’aereo killer e farlo abbattere. Infatti, dai tracciati, si scopre che due velivoli non identificati seguirono in coda il DC9 Itavia da Bologna sino in Toscana, per poi scomparire (atterrati a Grosseto?).
Nella ricostruzione del volo, effettuata dai periti di parte civile, si rileva la presenza sulla scia dell'aereo Itavia di un aereo misterioso, che compare sui radar a partire dalla verticale del Lago di Bolsena a 40 km a nord-est di Roma, cioè nel momento in cui il DC9, che viaggiava nell'aerovia Ambra 14, effettuò due manovre per immettersi nell'aerovia Ambra 13. Da dove veniva quell'aereo? Forse da Grosseto?
Al momento del suo abbattimento il DC9 dell'Itavia ha questo aereo nella sua scia, che però non è il vero destinatario del missile.
Il missile è proprio lanciato contro il DC9 Itavia scambiato per l'aereo di Gheddafi. Sul radar dell'aereo che gira in circolo sul Tirreno all'altezza della Corsica, il rilevamento indica un aereo passeggeri con scorta: è il via libera per l'aereo killer. A quel punto l'aereo misterioso, presumibilmente un Mig, risponde al fuoco o almeno è molto probabile che lo faccia, dal momento che tra le varie voci che affiorano a livello internazionale, c'è anche quella che un caccia Nato non sarebbe rientrato alla sua base. Il Mig sarebbe stato inseguito e abbattuto sulla Sila.

Durante la prima trasmissione del Telefono Giallo condotta da Corrado Augias sull'affare Ustica, intanto che un militare di alto grado dell'aeronautica si affannava a spiegare che il DC9 era caduto a causa di una bomba a bordo, un testimone oculare telefonò dicendo di aver visto, nella stessa sera del disastro, sulla costa della Calabria un Mig che volava a bassa quota, diretto verso l'interno e inseguito da due aerei italiani (o dello stesso tipo di quelli utilizzati anche dall'Italia) con relativo lancio di missili. Quello che è certo è che sei persone che in quel tempo avevano a che fare con l'aeroporto di Grosseto e che vennero a contatto con la strage di Ustica, sono poi scomparse in modi più o meno misteriosi. Tra di loro il comandante della base di Grosseto Giorgio Tedoldi e Maurizio Gari, responsabile della sala operativa del radar di Poggio Ballone (Grosseto).

Se questa è la ricostruzione reale dell'affare Ustica è facile immaginare perché siano state raccontate tante menzogne e sia stato innalzato il famoso muro di gomma.
Come spiegare che, senza che l'aeronautica militare muovesse un dito, il DC9 Itavia fosse stato scortato fin davanti all'aereo killer?
Come spiegare che una qualche nostra istituzione ha avallato un'attentato a Gheddafi nei nostri cieli e che un'altra nostra istituzione ha avvertito Gheddafi e che di conseguenza è stato abbàttuto il nostro aereo?
Molto probabilmente anziché tentare di coprire il tutto, sarebbe stato più facile dire che l'aereo era stato abbattuto per errore durante un'esercitazione.
[...]
Per esigenze di facciata ad uso interno c'è chi preme per un compromesso: né bomba né missile ma collusione con un oggetto esterno, la cui ipotesi potrebbe non risultare incompatibile con i rottami ripescati: può succedere anche questo, tanto i resti del velivolo sono in un capannone dell'Aeronautica Militare, una delle parti in causa. Per una banale collisione, come si potrebbero però spiegare quei comportamenti definiti da Andrea Purgatori "depistanti ed omissivi di altissimi ufficiali dei nostri servizi e dell'Aeronautica, con il contorno di strani episodi che hanno per protagonisti e vittime gli stessi investigatori o i periti?"
Gli episodi strani sarebbero finora una ventina, almeno quelli noti. Tra gli altri la "visita e perquisizione", ad opera di ignoti, dell'alloggio sottoposto a stretta sorveglianza armata del generale Zeno Tascio, inquisito dalla Magistratura per i fatti di Ustica. Poi l'uccisione a Bruxelles di chi aveva avuto in quel tempo il comando operativo dell'area di Grosseto, nel corso di una finta rapina.
Nell'aprile del 1993 i servizi segreti russi rivelano di aver seguito i fatti di Ustica attraverso un loro radar in Libia e danno la loro versione: l'aereo killer è un caccia USA. Nel maggio successivo viene depositata in tribunale la perizia sul Mig libico. Non può essere partito dalla Libia, per mancanza di autonomia; inoltre la scatola nera consegnata dalle autorità preposte ai giudici, risulta falsa."

(tratto da: Giancarlo Martelli "Imbrogli e conflitti nell'Italia contemporanea" ed. Maripa, pp. 172-179, 1993)


7 commenti:

  1. I missili francesi tracciavano il calore, la manovra tipica per evitare un missile di questo tipo da parte di un aereo militare è mettersi sotto la "pancia" di un DC9 che ha 2 motori in coda ed il cui calore nasconde l'aereo ai missili ed ai radar.
    Questa ed altre cose mi sono state raccontate da un ex dell'aeronautica. Altro veramente non mi va di dire, se non che Ustica è qualcosa che mi fa perdere qualsiasi fiducia nello stato e mi lascia un senso di vuoto dentro che non si può colmare..

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  2. E' assurdo leggere la lista dei testimoni morti... A parte una morte per infarto, le altre son a dir poco sospette...

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  3. C'è soltanto una cosa peggio di Ustica, ed è Piazza Fontana. E questo non le fa certo onore...!

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  4. p.s. ti ho messo tra i miei link!

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  5. In Italia non si è mai saputo niente su qualsiasi cosa
    (Giuliano, De Lorenzo, Borghese, Pasolini, Piazza Fontana, Italicus, Bologna, Ustica, Calvi, Moro)

    Pensatoio

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  6. Anonimo18:36

    La Corte d’Assise d’Appello di Roma ha emesso in data 15.12.2005 la decisione sui presunti depistaggi. Il dispositivo della sentenza http://www.stragi80.it/documenti/processo/appello/motiviappello.pdf
    ha però un contenuto diverso e più ampio di quello che è stato fatto conoscere ai giornalisti: http://www.stragi80.it/documenti/processo/appello/dispositivo.pdf
    Se non è un falso, come può essere qualificato l’episodio?
    Possibile che nessuno l’abbia notato? Io sono sospettoso e ho buoni motivi per esserlo.
    Enrico Brogneri

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  7. @ enrico
    fai bene ad essere sospettoso, lo sono anch'io.

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