Giorgio Gaber cantava, assai arrabbiato: "Gli schiaffi di Dio appiccicano al muro tutti". Il nuovo vero Papa, ed io spero almeno in un Woityla 2 del "guai a voi!" potenziato al titanio, con piglio da Papa Re dovrà menare fendenti come Gesù nel Tempio e mettere ordine in tutto questo situazionismo di esegeti che rischiano di liberare coloro che porteranno giù dalla Luna le tavole della legge Basaglia; di falsi messia autoeletti e dei vari protestanti in pectore con le loro visioni l'uterine. Il Vicario di Cristo dovrà menare di brutto perché per prima cosa dovrà essere ripristinato l'ordine. Un ordine virile temporale di leggi e norme stringenti che spazzino via eresie e deliri scismatici. "Anathema sit" a nastro, e che San Pietro venga purificata come la sala del trono di Itaca dopo la vendetta di Ulisse sui Proci, per essere infine riconsacrata nel Sacro nome di Dio.
martedì 17 dicembre 2024
SE ARRIVANO GLI ALIENI E' PERCHE' NON C'E' IL PAPA
venerdì 13 dicembre 2024
I DUE GALLI DI NOTRE-DAME
«Nessuno in vita avrà mai visto la cattedrale come la vedremo noi tra un anno. Il candore della pietra, la brillantezza della luce attraverso le vetrate e i nuovi dipinti daranno all’edificio una nuova dimensione. Prima dell’incendio, la larghezza e l’ampiezza della cattedrale non erano evidenti perché le cappelle erano annerite. Il suo prospetto gotico sarà amplificato dalla pulizia del sito e dalla diffusione della luce. Vogliamo creare un itinerario che permetta a ogni visitatore di diventare un pellegrino, passando da nord a sud, dal buio alla luce, aprendosi alla bellezza e quindi a Dio».
lunedì 9 dicembre 2024
Se il Papa non c'è le comunità LCVTQS ballano
Sono reduce esausta dalla visione delle immagini riportate dai telegiornali della riapertura, a cinque anni dall'incendio che la devastò, della cattedrale di Notre-Dame de Paris letteralmente ritinteggiata a biacca e illuminata come un centro commerciale per le anime. Mancavano solo le tende panna e un bistrò interno con le piante finte e le fontanelle.
La cerimonia, alla quale persino Bergoglio ha evitato di presenziare, cosa una volta tanto apprezzabile da parte sua, è sembrata una strana processione di ex acerrimi nemici tutti all'improvviso esageratamente ossequiosi nei confronti di Donald Trump, tanto che sembrava proprio una festa di compleanno a sorpresa in suo onore che si è svolta con il solito sfoggio di simbolismi più o meno smaccati che caratterizza da anni tutte queste cerimonie d'apertura di qualcosa. Qui in particolare il Gotha ha sostituito il gotico.
L'arcivescovo di Parigi e gli altri prelati indossavano paramenti a cinque colori sulla cui foggia si è subito scatenata la ridda di libere associazioni simboliche: un omaggio a Piet Mondrian, pittore teosofo, oppure al gioco musicale "Simon" il quale, a sua volta, ricorda i cinque toni e relativi colori con i quali gli alieni comunicano con i terrestri nel film parareligioso ufologico "Incontri ravvicinati del terzo tipo" di Spielberg, che alla fine degli anni settanta sdoganò gli alieni buoni con i quali bisogna dialogare e praticare l'accoglienza. Ricordo che, secondo l'ipotesi parafisica sugli UFO, gli alieni non sarebbero altro che entità sottili, demoni.
Se vogliamo essere proprio malfidati, i cinque colori dominanti tutta l'inaugurazione della ex cattedrale cattolica, ora riconvertita a loggia macronica, sono quelli che compaiono sullo stemma dell'Ordine della Stella d'Oriente, organizzazione massonica sorta nel 1876 negli Stati Uniti. la quale ha una forte componente femminile. Ai cinque colori ed alle cinque punte del pentacolo rovesciato che la simboleggia, corrispondono cinque figure femminili che rappresentano i gradi di iniziazione: Ada la figlia, Rut la vedova, Ester la sposa, Marta la sorella ed Eletta la madre. La madre è la Grande Custode che ha completato il percorso iniziatico. Una Grande Madre, insomma. L'assenza di Bergoglio risulta sempre più incomprensibile.
Ecco, ciò che è ancora più disturbante delle numerologie e delle massonaggini elitarie di Notre-Dame è la vera e propria operazione di attacco a tenaglia e ad alzo zero a Benedetto XVI ad opera di una comunità che, per intransigenza, ottusa militanza e aggressività ne ricorda un'altra ben nota, e che chiamerò comunità LCVTQS (Lefebvriani, Cassiciacum, Viganiani, Tradizionalisti, Qanonisti, Sedevacantisti). Comunità che pratica una vera e propria benedettofobia e che non si capisce dove voglia andare a parare. Oppure lo si è capito benissimo.
Vi propongo il brillante commento che mi ha regalato Andrea Cionci, che ringrazio.
domenica 1 dicembre 2024
MONS. VIGANO' E IL GIOCO DEL CADAVERE ECCELLENTE
Salvador Dalì, Corpus Hypercubus (Crocifissione), 1954, olio su tela, 194,4 x 123,9 cm., New York, The Metropolitan Museum of Art |
Dopo un lungo silenzio, ieri mons. Carlo Maria Viganò è tornato sul canale ufficiale di Exsurge Domine con un intervento che, riascoltato più volte e anche trascritto, risulta più disturbante e difficilmente concepibile di un ipercubo cosmico, di un tesseratto quadridimensionale. Tanto che mi ha ricordato, per associazione, la celebre opera "Corpus Hypercubus" di Salvador Dalì.
giovedì 14 novembre 2024
IN DIFESA DI DON FERNANDO MARIA CORNET, IN ONORE DELLA VERITA'
L'affetto sincero e l'ammirazione che nutro nei confronti di don Fernando Maria Cornet, un sacerdote dotato di straordinaria cultura e mitezza nel solco del Santo Padre Benedetto XVI, mi impone oggi di gridare il mio sdegno per il modo in cui una neoinquisizione da tempi bui con tratti secolari da totalitarismo novecentesco ha deciso di colpirlo con un atto di inaudita violenza: l'accusa di scisma e la conseguente riduzione allo stato laicale senza la previa concessione di un regolare processo dove dibattere le accuse e potersi adeguatamente difendere. Il provvedimento, preparato da Fernandez e firmato da Bergoglio, pretende addirittura di avere carattere definitivo ed inappellabile. Vedremo.
Ricordo che il motivo principale dell'ira funesta scatenata contro don Fernando è la pubblicazione nel 2023 del suo libro "Habemus Antipapam?" dove il sacerdote italoargentino analizzava, corredando la sua indagine di documenti e fonti scrupolosamente verificate, le questioni relative alla mancata abdicazione di Benedetto XVI e la conseguente invalida elezione di Bergoglio. Ovvero, quella che viene definita la magna quaestio. Chiunque abbia ascoltato don Cornet argomentare la sua inchiesta "in onore della Verità" nelle interviste che ho pubblicato sul mio canale e in altre successive dove ha anche raccontato la sua esperienza umana di sacerdote vicino alle comunità più povere del suo paese di nascita, come vero pastore di anime e portatore di salvezza dove pare esserci solo disperazione, si sarà reso conto della sua onestà, del suo rigore di ricercatore, della sua straordinaria umanità e, non ultimo, del coraggio che ha dimostrato accettando le conseguenze della sua sofferta presa di coscienza come uomo di Dio: essere investito in pieno dalla torrenziale misericordia del buonpapa Francesco.
Chi non ha dimestichezza con le leggi umane perché ha osato sfidare quelle divine si illude di poter far strame della dignità, dei corpi e delle menti di coloro che osano ribellarsi alla propria egotica autorità. Tuttavia, lo ribadisco, finché esiste un lumicino di diritto in un mondo seppur in decomposizione ed in un paese purtuttavia ancora democratico come il nostro, chiunque ha diritto di potersi difendere in un tribunale e, anche in questo caso, la via legale e di giustizia dovrà essere perseguita fino in fondo, non solo dal punto di vista canonico ma anche da quello laico. E ciò perché qui non c'è soltanto il problema di un sacerdote strappato alla sua parrocchia e impedito nell'esercizio del suo ministerium pastorale, ma un cittadino privato dei suoi diritti umani fondamentali e costituzionali, come quello al sostentamento adeguato a poter condurre una vita dignitosa. Ricordo che la riduzione allo stato laicale di un sacerdote comporta la sua discesa nella povertà assoluta se non è provvisto di mezzi personali adeguati e di una casa di proprietà.
Per sensibilizzare l'opinione pubblica e mobilitarla "alla Julian Assange" sulla vicenda di don Cornet e di altri sacerdoti che purtroppo lo seguiranno, soprattutto sulla parte che riguarda la lesione dei loro diritti civili, occorrerebbe però il risveglio dal coma dei giornali del mainstream impossibilitati per autocastrazione a disturbare i manovratori, inclusi quelli vestiti di bianco. Un'impresa al limite dell'impossibile. E' noto che la questione della sede impedita di papa Benedetto all'origine della persecuzione subita da don Fernando è materia innominabile soggetta ad un ostracismo pressoché totale sulla stampa: citofonare Andrea Cionci.
Che faranno quindi i giornaloni e i programmi televisivi di approfondimento, organi di informazione ormai in necrosi avanzata sostituiti da generatori eolici di vacuità e sciocchezzuole? Ignoreranno la vicenda pensando che siano solo beghe tra preti e non una questione di libertà che riguarda tutti? Oppure vaneggeranno di sacerdoti oltranzisti e complottisti che si accompagnano ai rossobruni come ha scritto oggi "La Nuova Sardegna", in uno dei soliti articoli di pura denigrazione della vittima che ormai nelle redazioni non vengono più firmati per la vergogna? Eppure la notizia sarebbe ghiotta per chi avesse ancora la curiosità giornalistica di scoprire cosa spinga dei sacerdoti a rischiare la scomunica, la gogna e la miseria pur di testimoniare ciò che per loro è la pura Verità in Cristo.
A margine dell'argomento informazione è necessario affiggere sulla colonna infame una nota sul modus operandi del sito "Silere non possum". In due articoli usciti ieri e oggi, è riuscito non solo a prevedere, non si sa come e contando su quali fonti riservate evidentemente interne alla Chiesa - alla faccia della privacy dei soggetti coinvolti - l'arrivo della condanna a don Cornet ma anche quella definita imminente a padre Giorgio Maria Faré, altro sacerdote finito nel campo visivo dell'occhio di Sauron per aver anch'egli indagato la questione della sede impedita e del controverso (anti)papato di Bergoglio. Padre Giorgio ha già risposto per le rime sul suo canale a colui che donabbondianamente non sa darsi il coraggio di firmarsi se non con la sigla d.G.L. e non devo aggiungere nulla. Se non ricordare all'innominato che, sempre per la questione della libertà di espressione e del paese democratico, partecipare ad un convegno assieme a persone per bene trattando temi culturali e di interesse pubblico è un altro di quei diritti civili che può essere proibito e sanzionato, se si tratta di argomento religioso, solo in una teocrazia fondamentalista. Portate rispetto a queste persone per bene e, se proprio non riuscite a tacere, almeno non fate chiacchiericcio, "come ha chiesto Papa Francesco". Tanto la verità e la giustizia, quelle vere, trionferanno.
Tutta la mia solidarietà e vicinanza a don Fernando Maria Cornet. Non si arretra di un millimetro.
Barbara Tampieri
Segue la traduzione in francese a cura di Louis Lurton, che ringrazio.)
EN DÉFENSE DE DON FERNANDO MARIA CORNET, EN HONNEUR DE LA VÉRITÉ
Barbara Tampieri, le jeudi 14 novembre 2024
L'affection et l'admiration sincères que je porte à don Fernando Maria Cornet, prêtre doté d'une culture et d'une douceur extraordinaires dans la lignée du Saint-Père Benoît XVI, m'obligent aujourd'hui à crier mon indignation face à la manière dont une néo-inquisition des temps obscurs aux traits séculaires du totalitarisme du XXème siècle a décidé de le frapper par un acte d'une violence inouïe : l'accusation de schisme et la réduction à l'état laïc qui en découle, sans qu'un procès régulier n'ait été accordé au préalable, au cours duquel les accusations auraient pu être débattues et où il aurait pu se défendre de manière adéquate. La mesure, préparée par Fernandez et signée par Bergoglio, se veut même définitive et sans appel. Nous verrons bien.
Je rappelle que la raison principale de la colère déclenchée contre le père Fernando est la publication en 2023 de son livre "Habemus Antipapam?", dans lequel le prêtre italo-argentin analysait, en accompagnant son enquête de documents et de sources scrupuleusement vérifiés, les questions liées à la non-abdication de Benoît XVI et à l'élection invalide de Bergoglio qui en a découlé. En d'autres termes, ce que l'on appelle la magna quaestio. Tous ceux qui ont écouté don Cornet argumenter son enquête "en honneur de la Vérité" dans les interviews que j'ai publiées sur mon canal et dans d'autres ultérieurement où il a aussi raconté son expérience humaine de prêtre proche des communautés les plus pauvres de son pays natal, de vrai pasteur d'âmes et de porteur de salut là où il semble n'y avoir que désespoir, se seront rendu compte de son honnêteté, de sa rigueur de chercheur, de son extraordinaire humanité et, enfin, du courage dont il a fait preuve en acceptant les conséquences de sa douloureuse prise de conscience en tant qu'homme de Dieu : en étant pleinement investi par la miséricorde torrentielle du bonpape François.
Ceux qui ne connaissent pas les lois humaines parce qu'ils ont osé défier les lois divines s'illusionnent sur leur capacité à faire des ravages dans la dignité, le corps et l'esprit de ceux qui osent se rebeller contre leur autorité égoïste. Toutefois, je le répète, tant qu'il y aura une parcelle de droit dans un monde en décomposition et dans un pays encore démocratique comme le nôtre, chacun a le droit de pouvoir se défendre devant un tribunal et, même dans ce cas, la voie du droit et de la justice devra être poursuivie jusqu'au bout, non seulement d'un point de vue canonique, mais aussi d'un point de vue laïque. En effet, il ne s'agit pas seulement d'un prêtre arraché à sa paroisse et empêché d'exercer son ministère pastoral, mais d'un citoyen privé de ses droits humains et constitutionnels fondamentaux, comme celui de disposer d'une nourriture suffisante pour pouvoir mener une vie digne. Je rappelle que la réduction à l'état laïc d'un prêtre entraîne sa descente dans la pauvreté absolue s'il ne dispose pas de moyens personnels adéquats et de son propre logement.
Pour sensibiliser et mobiliser l'opinion publique "à la Julian Assange" sur l'affaire de don Cornet et des autres prêtres qui le suivront malheureusement, notamment sur le volet de la violation de leurs droits civiques, il faudrait cependant réveiller de leur coma les grands journaux, incapables par auto-castration de déranger les manœuvriers, y compris ceux vêtus de blanc. Une prouesse qui confine à l'impossible. On sait que la question du siège empêché du pape Benoît à l'origine des persécutions subies par don Fernando est un sujet inavouable qui fait l'objet d'un ostracisme quasi total dans la presse : citons Andrea Cionci.
Alors que vont faire les grands journaux et les émissions télévisées de fond, organes d'information aujourd'hui en nécrose avancée remplacés par des éoliennes de vacuité et d'ineptie ? Ignoreront-ils l'affaire, pensant qu'il ne s'agit que de querelles entre prêtres et non d'une question de liberté qui concerne tout le monde ? Ou bien vanteront-ils les prêtres extrémistes et conspirationnistes des frères rouges, comme l'écrit aujourd'hui "La Nuova Sardegna", dans un de ces habituels articles de pur dénigrement de la victime qui par honte ne sont plus signés par les rédactions? La nouvelle serait pourtant belle pour ceux qui ont encore la curiosité journalistique de découvrir ce qui pousse des prêtres à risquer l'excommunication, le pilori et la misère afin de témoigner de ce qui est pour eux la pure Vérité dans le Christ.
En marge du thème de l'information, il est nécessaire d'afficher sur la colonne infâme une note sur le modus operandi du site web "Silere non possum". Dans deux articles publiés hier (i) et aujourd'hui (ii), il est parvenu non seulement à prévoir, on ne sait comment et en s'appuyant sur des sources confidentielles manifestement internes à l'Eglise - tant pis pour la vie privée des intéressés - l'arrivée de la sentence contre le père Cornet, mais aussi celle définie comme imminente contre le père Giorgio Maria Faré, un autre prêtre qui s'est retrouvé dans le champ de vision de l'œil de Sauron pour avoir lui aussi enquêté sur la question du siège empêché et de l'(anti)-papauté controversée de Bergoglio. Le Père Giorgio a déjà répondu du tac au tac sur son canal à celui qui, donabbondianement, ne sait pas se signer autrement que par les initiales d.G.L. et je n'ai pas besoin d'y ajouter quoi que ce soit. Sauf pour rappeler à l'anonyme que, toujours dans le cadre de la liberté d'expression et du pays démocratique, assister à une conférence avec des personnes honnêtes traitant de sujets culturels d'intérêt public est un autre de ces droits civiques qui ne peuvent être interdits et sanctionnés, s'il s'agit d'un sujet religieux, que dans une théocratie fondamentaliste. Montrez donc du respect à ces personnes honnêtes et, si vous ne pouvez vraiment pas vous taire, au moins ne vous engagez pas dans le bavardage, "comme l’a demandé Papa Francesco". Tant la vérité et la justice, la vraie, triompheront.
Toute ma solidarité et ma proximité à don Fernando Maria Cornet. Nous ne reculerons pas d'un millimètre.
Barbara Tampieri
giovedì 31 ottobre 2024
I PREDATORI DELL'ERESIARCA PERDUTO. CON UN CORDIALE SALUTO ALLE TRICOTEUSES
E' stato un mese di ottobre decisamente interessante e movimentato per la magna quaestio, e la sensazione è che l'icona prediletta di Bergoglio abbia deciso di sciogliere un bel po' di nodi importanti. Persino qualcuno di troppo, perché non si è solo dato fuoco ai foglietti con le intenzioni, sono proprio partiti i missili a testata nucleare.
La declaratio di Papa Benedetto continua ad offrire sempre nuovi e rivelatori spunti interpretativi in termini di denuncia ad orologeria della sede impedita, come se ogni elemento di questo mirabile congegno fosse destinato a far maturare nel tempo in chi si fosse posto in ascolto sempre più profondi livelli di coscienza e consapevolezza del misfatto (commissum) compiuto. L'ultima acquisizione infatti è la scoperta della sostituzione della parola "commisso" presente nel testo scritto e successivamente pubblicato della dichiarazione con il "commissum" effettivamente pronunciato dal Pontefice l'11 febbraio 2013 in Concistoro. Una sorprendente interpretazione della traduzione e del significato di quello che ai tempi fu notato solo come mero "errore" di latino è stata appena pubblicata da Andrea Cionci, al quale vi rimando. Naturalmente non si è fatta attendere la reazione degli intellettuali cattolici, che fanno finta di non seguire la questione ma non se ne perdono una puntata.
Da un lato abbiamo quindi la magnificenza del pensiero dell'ultimo papa legittimo il quale continua a spargere reagente logico sull'ottusangolosfera, e dall'altra lo spettacolo di arte varia dei farisaici detrattori di un papa "traditore, sicuramente ora all'Inferno perché ha mentito"; gente i cui freni inibitori stanno saltando come il tappo di uno spumante troppo gasato perché di infima qualità. Essi si esibiscono infatti in un happening dell'ostinazione all'interno del festival della temerarietà dove si passa con disinvoltura dalla maledizione stile fattucchiera agli avvertimenti vagamente da bassifondi stile "bello il nuovo negozio, attenti, sarebbe un peccato se andasse a fuoco". Tra cattointellò e sacerdoti in versione difesa a marcatura stretta dell'antipapato di Bergoglio, si è messo in scena il Teatro della crudeltà. Qualcuno è perfino arrivato a dire, pur di negare l'evidenza dell'erba che è verde, che i preti che non riconoscono Bergoglio come papa legittimo sviano i fedeli in un modo tale che è "più grave che sodomizzare i chierichetti".
Mi sorge un dubbio, tra parentesi. I meschini non saranno mica rappresentati dai pupazzetti compagnucci di Luce, la mascotte del Giubileo, pellegrina nel fango sulla via della mano sinistra con in pugno la ypsilon pitagorica? E con il simbolino notoriamente pedo dell'orsacchiotto che spunta dalla tasca di Cappuccetto verde? Il Giubileo 2025 non è più dedicato alla salvezza delle anime ma dell'Anime?
I sacerdoti ai quali si riferiva l'immondo ed irricevibile paragone erano quelli che si sono offerti liberamente al tribunale dell'inquisizione del pornoteologo pur di restare fedeli a papa Benedetto, come don Fernando Maria Cornet e padre Giorgio Maria Faré, ai quali va la mia eterna gratitudine e solidarietà.
E qui, lo dico con dolore, tra i sacerdoti che pur riconoscono l'antipapato di Francesco non ho sentito esprimere alcuna aperta e fraterna vicinanza ai confratelli, né riconoscenza ed ammirazione del loro coraggio. Al contrario vi sono stati momenti francamente imbarazzanti dove sullo stimato teologo ha prevalso il mr. Hyde del prescelto dalle profezie, assolutamente intollerante alla mancanza di attenzione, attribuita addirittura ad "un'opera del Diavolo".
Sembra proprio che il siero della verità che papa Benedetto sta vaporizzando sul mondo cattolico con la rivelazione della sua vicenda pontificale sia in grado di farci confessare la nostra natura e le nostre intenzioni alimentate dalle emozioni più primitive, irrazionali e pungolate dall'orgoglio, e che questa "Cura Benedetto" sia necessaria affinché, dopo aver spurgato tutto il peggio di sé, il suo popolo venga ricondotto al Logos.
Pensiamo alla ricomparsa nel mondo senza freni dei commenti sui social delle tricoteuses. Sapete, quelle donne che durante il Terrore occupavano i posti a sedere di fronte al palco della ghigliottina e passavano il tempo sferruzzando in attesa di godersi la caduta delle nobili teste. Quello stesso gusto del "dalli all'infame" e della (il)logica di branco da folla inferocita si è trasferito sui piazzali virtuali traducendosi in un fanatismo fatto di mormorazione e giudizi temerari da comari che non ha nulla né di spirituale né tantomeno di cristiano.
Questo è solo uno dei segni che denotano non solo il senso di smarrimento dei fedeli, ormai esposti al germe gnostico della sfiducia in Cristo, alla convinzione che Egli ci abbia abbandonato in balìa della "Chiesa di Satana", ma il loro disperato bisogno di ritornare ad avere come un tempo un'unica guida spirituale. Un punto di riferimento che non può essere incarnato da altri che da un nuovo, legittimo ed autorevole Papa, come unico Vicario di Cristo.
venerdì 11 ottobre 2024
La carica silenziosa di Papa Benedetto
Riconoscere la grandezza, la perfezione matematica e bachiana delle armonie canonistiche e teologiche di Joseph Ratzinger non è quella mera papolatria di cui i nostri amici a due zampe nonché suoi ostinati detrattori accusano chi orgogliosamente conserva con affetto e deferenza filiale la memoria dell'adamantino senso del Cristianesimo di Papa Benedetto XVI. Colui che si definì sempre "un umile lavoratore nella vigna del Signore" ma che un giorno dovrà essere riconosciuto come il più grande stratega dell'esercito di Cristo Re e suo unico generale. Lo stratega che ha forgiato i silenzi, le pause, i non detti, i suggeriti e ogni sfumatura del Logos fino a farne lo sfolgorante acciaio della spada che sconfiggerà il Male, come ci fu annunciato con il "le porte degli Inferi non prevarranno".
Lentamente ma inesorabilmente Benedetto XVI, sempre ispirato da quel munus che mai avrebbe ceduto, tantomeno a chi mai sarebbe stato scelto da Cristo come suo vicario, ha forgiato anche il suo esercito, pronto per la guerra escatologica che era annunciata dalle scritture e dalle profezie. Ricordate cosa disse, rispondendo alla domanda se avesse potuto essere lui stesso l'ultimo papa secondo Malachia: "Tutto può essere." Ciò ci rammenta che nessuno di noi può condizionare la battaglia escatologica, nemmeno il Papa, se non rimettendosi al volere e al disegno di Dio.
Benedetto accettò umilmente di comandare questo esercito e noi che desideriamo farne parte o ne siamo stati arruolati, dobbiamo obbedire solo a lui. Il nostro generale è Papa Benedetto. Si obbedisce a papa Benedetto, a cominciare dai soldati semplici, su su fino agli ufficiali che hanno il compito di fungere da esempio di onore, di servire con autorevolezza e mai autoritarismo e di trasmettere disciplina a chi a volte, lasciandosi prendere dal panico, dall'intemperanza, dalla tracotanza o dall'impazienza, invadendo il campo altrui o disturbando le trasmissioni radio rischia, offrendo il fianco al nemico, di compromettere le sorti della battaglia.
E' bene altresì ricordare che se quello di Benedetto è un esercito vero, quello di Bergoglio anche se sembra invincibile, sta giocando una partita di softair dove le pallottole sono di plastica, le armi finte, e le divise porporate dei suoi soldati sono di puro terital. Partita alla quale partecipa anche la Legione Straniera dei tradizionalisti con il calendario fermo al 1958 e la pericolosa tendenza all'indulgere al fuoco amico.
E' una guerra combattuta sul fronte di molte diverse battaglie, ognuna delle quali richiede competenze diverse dove ognuno ha un compito specifico e che si combatte con le armi del Logos.
C'è una battaglia legale contro l'anomia, per vincere la quale occorre lasciare parlare e fare gli uomini di legge. C'è una battaglia politica, poiché la questione dell'usurpazione della Chiesa è anche un fatto geopolitico e un crimine e costituisce responsabilità di chi ha lasciato fare, di chi ha sempre saputo ma ha taciuto per convenienza, quieto vivere, vigliaccheria o paura, o tutte queste cose assieme.
Questa è una guerra e in guerra non è possibile pareggiare, ma soltanto vincere, perché un popolo che perde una guerra ne paga le conseguenze per i decenni, se non i secoli, successivi. Se la guerra, come in questo caso, è anche spirituale, e in gioco non vi sono solo i corpi e i beni materiali e la Patria ma l'anima, vuol dire che in gioco vi è ben più di una conquista territoriale o della difesa della libertà: vi è la sopravvivenza dell'essere umano come creatura di Dio e la sconfitta di quella volontà transumana di ridurlo a schiavo senza libero arbitrio. Non più creatura ad immagine e somiglianza di Dio ma macchina inquinante da sostituire con modelli artificiali più "sostenibili".